‘Teoria della relatività’ nel pensiero di Boccaccio Nel 1905 veniva formulata da Einstein la famosa teoria della relatività, che sarebbe stata poi pubblicata nel 1917. Più che una teoria della conoscenza, essa era una teoria scientifica, ideata per provare a superare le contraddizioni in cui l’illustre fisico si imbattè durante lo studio della teoria dell’elettromagnetismo di Maxwell. Con Einstein, la fisica si distacca dai concetti separati e assoluti di spazio e di tempo, che, ritenuti relativi, vengono fusi insieme per formare la dimensione spazio-tempo. E attraverso la relativizzazione dello spazio-tempo, Einstein riesce a rendere assolute, per tutti i fenomeni e per tutti i sistemi di riferimento, le leggi della natura. Un po’ quello che sosteneva Eraclito: “Tutto muta e diviene, tranne il divenire.” In questo caso: tutto è relativo (in base al punto di riferimento), tranne lo stesso essere relativo (che è assoluto). La teoria di Einstein, nonostante inizialmente si fosse scontrata solo con diffidenza, nel tempo acquisì autorevolezza; i media cominciarono a diffonderla, adattandola alla comprensione dei ‘laici’ della scienza. Così, nell’immaginario collettivo, il concetto di relativismo filosofico, culturale, letterario, artistico, poetico, etico... si sovrappose a quello di relatività scientifica; Einstein, nonostante avesse più di una volta ribadito il carattere esclusivamente scientifico della sua teoria, fu presto associato a correnti artistiche avanguardiste, oltre che, ovviamente, allo stesso relativismo filosofico. Tuttavia, al contrario della relatività (che indica la caratteristica dell’essere relativo, e in particolare, in fisica, un valore che è definibile solo in base a un punto di riferimento), il relativismo è un concetto filosofico che nega l’esistenza di una qualsiasi verità assoluta (che invece, nell’ambito scientifico, si ritrova in Einstein, come specificato sopra) o mette tutto in discussione. Una corrente filosofica che lungo i secoli si fece sentire più di una volta (basti pensare al sofismo di Protagora e Gorgia, o allo scetticismo di Pirrone di Elide). In ambito scientifico invece, il relativismo assume le caratteristiche di un principio metodologico che impone la più totale assenza di preconcetti. E il relativismo può essere applicato in ogni campo, tra cui quello etico, o morale. In questo caso, richiede una neutralità rispetto a idee, verità o culture, giungendo, però, alla conclusione di equivalenza tra di esse; i valori morali, la condotta... non c’è alcuna assolutezza. Il relativismo morale si può ritrovare anche in ambito letterario, ad esempio, nel Decameron di Giovanni Boccaccio (1313-1375). Secondo i canoni morali di quei tempi, il libro si era guadagnato, a causa delle tematiche affrontate, la connotazione di ‘scandaloso’; ed è proprio nei temi, visti da un punto di vista critico-satirico, che si riscontra il relativismo morale e in certi momenti anche religioso di Boccaccio. Nelle novelle domina l’emergente figura borghese del mercante, in evidente contrasto con la tradizionale aristocrazia; queste storie offrono la possibilità all’autore di esaltare il potere persuasivo della parola sfruttata non necessariamente per nobili scopi, ma spesso per uscire da situazioni di emergenza, oppure, di tanto in tanto, per il semplice gusto della beffa; la cortesia, che regna nei quattordici giorni di ‘quarantena’ dei dieci protagonisti, non ha sempre la stessa influenza come valori spirituali tra i personaggi delle novelle raccontate dai giovani: nel libro si trattano esplicitamente l’amore sensuale, l’inganno, l’importanza del denaro... Più di una volta Boccaccio ha la possibilità di criticare la Chiesa cattolica attraverso le avventure, i gesti e le parole dei personaggi delle novelle, e non risparmia tempo: già dalla prima novella del primo giorno, Ser Ciappelletto (chiamato anche Cepparello), il “piggiore uomo forse che mai nascesse”, un notaio corrotto, assassino, peccatore, omossessuale, ladro, goloso,... in punto di morte finge una confessione degna dell’uomo più puro e onesto su questo mondo; e la circostanza gli è a tal punto favorevole che il prete venuto per l’estrema unzione rimane così colpito positivamente dalle presunte azioni onorevoli e ortodosse di Ser Cepparello da lasciarsi ingannare dalle sue parole, da dare per scontata la loro veridicità e da dichiarare il farabutto un santo. E Boccaccio sfrutta anche la seconda novella della prima giornata per criticare i costumi morali corrotti dei vescovi e dello stesso Papa: il protagonista, un giudeo di nome Abraam, uomo onesto e buono, compie un viaggio a Roma per decidere se convertirsi o meno al cattolicesimo; e, paradossalmente, è proprio il comportamento immorale dei membri del clero a convincerlo di incamminarsi per la via del cattolicesimo, perché ai suoi occhi, seguendo la sua logica, una Chiesa costituita da membri tanto poco spirituali, per avere il successo che ha, deve essere necessariamente appoggiata da Dio, come dice egli stesso: “E per ciò che io veggio non quello avvenire che essi procacciano, ma continuamente la vostra religione aumentarsi e più lucida e più chiara divenire, meritamente mi par di scerner io Spirito Santo esser d’essa, sì come di vera e di santa più che alcun’altra, fondamento e sostegno.” Nelle sue opere, Boccaccio dimostra un’acuta capacità di osservazione della realtà, riuscendo a porre efficacemente in evidenza il relativismo del senso del giusto, del bene e del vero, rapportato a una società come la sua, in pieno cambiamento. Isabella Tokos 3A Fonti: • http://disf.org/einstein-relativismo • https://jacopomogicato.wordpress.com/2008/04/29/relativita-o-relativismo/ • http://www.iltimone.org/news-timone/perch-la-teoria-della-relativit-di-einstein-non-ce/ • http://placidomunafo.it/index.php/altri-scritti/5-a-proposito-di-relativita-erelativismo.html • https://www.scuolafilosofica.com/431/la-verita-della-relativita-unanalisi-contro-ilrelativismo-semantico-epistemico-e-morale • https://it.m.wikipedia.org/wiki/Relativismo • https://letteritaliana.weebly.com/giovanni-boccaccio.html