Dalla teoria della relatività alla teoria dei quanti

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Dalla teoria della relatività
alla teoria dei quanti
Il fulcro della teoria della relatività di Albert Einstein è
che lo spazio non è vuoto e nemmeno un qualcos’altro dal campo
elettromagnetico o gravitazionale: lo spazio e il campo sono
la stessa cosa, lo spazio è il campo. Lo spazio che ci appare
vuoto non è realmente vuoto, non è qualcosa di diverso dalla
materia: è una delle componenti “materiali” del mondo.
Altra idea centrale della teoria della relatività di Albert
Einstein è che lo spazio s’incurva là dove ci sia materia,
inoltre può distendersi, dilatarsi e incresparsi come la
superficie del mare; lo spazio è una delle componenti
“materiali” del mondo, cosicché a contatto con altra materia
cambia.
Ma non è solo lo spazio ad incurvarsi, è anche il tempo: il
tempo passa più velocemente in alto e più lento in basso,
vicino alla Terra.
Gli studi di Einstein e della comunità scientifica proseguono
e grazie alle prime intuizioni del fisico tedesco Max Planck,
Nobel per la fisica nel 1918, Einstein sviluppa <<… l’ipotesi
che l’energia di un raggio di luce non sia distribuita in
maniera continua nello spazio, ma consista invece in un numero
finito di “quanti di energia” che sono localizzati in punti
dello spazio, si muovono senza dividersi e sono prodotti e
assorbiti come unità singole>>. Nasce così la teoria dei
quanti grazie alla quale Einstein otterrà il premio Nobel nel
1921.
Werner Heisenberg, Nobel per la fisica nel 1932, svilupperà
ulteriormente la teoria dei quanti immaginando che gli
elettroni esistano solo quando qualcuno li guarda, o più
precisamente, quando interagiscono con qualcosa d’altro.
Inoltre, non è possibile prevedere dove un elettrone comparirà
di nuovo, ma solo calcolare la probabilità che appaia qui o
li.
Niels Bohr, fisico danese già Nobel per la fisica nel 1922, ha
poi ulteriormente sviluppato la teoria dei quanti e la
meccanica quantistica, senza la quale non esisterebbero i
transistor.
Allora, io credo che possiamo accettare l’idea che la realtà
sia solo interazione, ma è anche verosimile che la ricerca non
abbia ancora rivelato un pezzo della storia.
Cinzia Malaguti
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