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Grecia antica - età oscura ed età arcaica

I Greci, che chiamavano se stessi Elleni, erano un popolo accomunato non tanto da un territorio
comune quanto da una cultura comune. Li abbiamo già incontrati attorno al 1450 a.C., come
fondatori della civiltà micenea, la quale decadde nel corso del XII secolo, forse ad opera dei Dori,
una civiltà guerriera. Comincia così l’età oscura (XII – IX sec. a.C), così chiamata a causa di due
motivi:
1. mancanza di fonti scritte: le nostre fonti principali per questa epoca sono i poemi omerici,
l’Iliade e l’Odissea, che ci descrivono una società agri-pastorale la cui cellula fondamentale
è l’oikos: oikos significa “casa” ma per i greci aveva un senso più ampio, di famiglia o
insieme di famiglie organizzate insieme dal punto di vista produttivo ed economico.
2. epoca di regresso: a. abbandono dell’agricoltura e ritorno alla pastorizia, b. scomparsa degli
scambi commerciali, c. scomparsa della scrittura. In realtà non tutte le aree registrarono un
regresso: l’Attica, la cui capitale era Atene e il Peloponneso, per esempio, fiorirono e si
svilupparono. Testimonianza di questo sviluppo è la prima colonizzazione: i Greci, via
mare, partirono per l’Asia Minore.
Durante l’età oscura la comunità è governata da un basileus, un re, inizialmente affiancato da un
consiglio di anziani nel comando dell’esercito e nell’esercizio delle leggi che erano tramandate
oralmente. Progressivamente il re venne scalzato dall’aristocrazia, ovvero da quelle famiglie più
ricche e organizzate in casate che avevano un ghene comune, ovvero un antenato comune. Questi
nobili cominciarono ad occuparsi di funzioni religiose, giuridiche, politiche e militari: a questa
oligarchia nobiliare (governo di pochi) si contrapponeva il demos, il popolo.
Nel VIII sec. a.C. comincia l’età arcaica, fase di grandi trasformazioni:
1. diffusione della polis;
2. seconda colonizzazione;
3. diffusione dell’alfabeto greco e ritorno alla scrittura.
1 . Polis significa città-stato ed è quindi una comunità politica con un suo territorio e dei confini,
con le sue leggi e le sue istituzioni, con i suoi costumi e cultura. Le polis nacquero grazie ad un
fenomeno chiamato sinecismo e che significa unione in un’unica comunità, probabilmente
determinato dalla necessità di governare insieme. Sul piano urbanistico possiamo immaginare la
polis come divisa in una parte alta, l’acropoli, nella quale troviamo templi, tribunali ed edifici
pubblici, e una parte bassa, l’asty, la cui parte fondamentale è l’agorà, la piazza che era luogo di
mercato e assemblee pubbliche. Tutto intorno abitazioni e campi coltivati, le mura, il porto nelle
città costiere.
Parte dei Greci si organizzò in stati-ethnos, ovvero stati basati sull’appartenenza ad una stirpe
comune.
2 . Tra VIII e VII sec. a.C le poleis (plurale di polis) furono protagoniste della seconda
colonizzazione che avvenne via mare, verso il Mar Nero e verso Occidente, ovvero verso l’area del
Mediterrano (attuali Spagna e Francia) e verso l’Italia a formare quella che conosciamo come
Magna Grecia.
→ Quali sono le cause della seconda colonizzazione?
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Una condizione di sovrappopolazione in Grecia che rendeva insufficienti le risorse sul
territori;
la fame di terre;
la perpetua instabilità politica dovuta ai conflitti tra aristocrazia e demos.
→ Quali sono le conseguenze della seconda colonizzazione?
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Conseguenze economiche: grande impulso all’artigianato, agli scambi commerciali e alla
circolazione della moneta;
Conseguenze culturali: ampliamento delle conoscenze geografiche e diffusione della lingua
greca;
Conseguenze politiche: esportazione del modello polis.
→ Come si fonda una colonia? Partiva una spedizione guidata da un ecista, un condottiero e
quando veniva trovata una terra ricca di acqua e facilmente difendibile si divideva la terra tra i
coloni; si costruivano i templi; cominciavano gli scambi e/o gli scontri con le popolazioni indigene.
→ Quali sono i rapporti tra colonia e madrepatria? I rapporti erano mantenuti ma la colonia
rimaneva indipendente.
3 . I Greci ripresero l’alfabeto fenicio che aveva solo consonanti e lo arricchirono di vocali che rese
più semplice la trasmissione di cultura.