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Lipidi

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classe eterogenea di composti presenti nei tessuti animali e vegetali che hanno in comune l’insolubilità in
acqua
Concetti importanti
1) La viscosità di una membrana lipidica dipende in gran parte dal fatto che le catene aciliche legate ai
glicerofosfolipidi siano raggruppate in uno stato rigido oppure esistano in uno stato relativamente
disordinato, fluido.
2) Gli acidi grassi a catena lunga saturi massimizzano le forze di van der Waals e aumentano la
viscosità della membrana.
3) Fluidità: facilità di movimento (inverso della viscosità)
I lipidi si caratterizzano per una grandissima quantità di funzioni biologiche: sono le principali forme di
riserva di energia dell’organismo, liberata poi attraverso le reazioni di ossidazione. Un’altra funzione dei
lipidi è quella strutturale, su cui ritorneremo frequentemente, imparando come l’organismo si sia
strutturato ed organizzato in maniera efficiente proprio delimitando porzioni di spazio in cui strutture
idrofobiche e idrofile regolano il passaggio di sostanze da una parte all’altra delle membrane.
Queste tra tante altre funzioni: funzione di trasduzione del segnale come messaggeri intracellulari (ormoni,
mediatori dell’infiammazione), coinvolgimento nei processi digestivi (sali biliari e lipoproteine), cofattori
enzimatici, vitamine, ecc…
L’unica struttura che possiamo riconoscere comune a molti di questi lipidi sono proprio gli acidi grassi, di
cui parleremo in maniera prevalente: si tratta di acidi carbossilici (gruppo carbossilico in cima alla catena)
costituiti da un numero di atomi di carbonio superiore a 4.
Perché?
I lipidi sarebbero per definizione insolubili in acqua e solubili in solventi organici. Acidi grassi a corta catena
sono solubili in acqua a causa della loro ridotta catena carboniosa, e vengono per questo generalmente
catalogati come semplici acidi carbossilici.
Questo perché il gruppo carbossilico di per sé è un gruppo polare che può dissociarsi in acqua, come
sostanza acida. Solubilizzandosi, riuscirà a portare in soluzione con sé anche una porzione di atomi di
carbonio della catena: fintanto che la molecola è piccola, il gruppo carbossilico riuscirà a rendere solubile
quella molecola.
Esempio: nell’ acido acetico o acetato (uso del suffisso “ato” per sottintendere che la molecola si è
dissociata), il gruppo metilico CH3 è di per sé idrofobico, ma la solubilità del gruppo carbossilico è tale da
rendere la molecola solubile.
Se la catena si allunga abbiamo l’acido propionico, anche questo solubile.
Dall’acido butirrico in poi la solubilità diventa minima, e tanto più si allunga la catena, tanto più la molecola
acquisisce caratteristiche idrofobiche e risulta insolubile in acqua. All’aumentare della lunghezza della
catena idrocarboniosa, diminuisce il contributo relativo del gruppo funzionale alle proprietà fisiche della
molecola e minore è la solubilità in acqua del composto.
Proporzionalmente aumenta il loro punto di fusione.
----------LA SOLUBILITA’ E’ INFLEUNZATA DAL NUMERO E DAL TIPO DI GRUPPI FUNZIONALI ALL’INTERNO
DELLA CATENA IDROCARBURICA.
Ce lo insegna la natura che è possibile cambiare le caratteristiche di una molecola semplicemente
aggiungendo dei gruppi polari all’interno della molecola: ad esempio il fegato (centrale energetica del
nostro metabolismo e regolatore dell’omeostasi di glucidi, lipidi, …) svolge una funzione di detossicazione
grazie alla sua capacità di rendere più solubili le sostanze per poterle poi eliminare con le urine.
(Nell’ultimissimo periodo il nostro fegato si sta anche confrontando con sostanze esogene come i farmaci e
gli inquinanti ambientali, e certe volte nel tentativo di rendere più solubili queste molecole le rende anche
più reattive, inserendo dei gruppi ossidrilici che solubilizzano sì la molecola, ma la rendono talvolta tossica
per l’organismo.
Tanti farmaci agiscono così: non sono attivi finché non passano dal fegato. In questo modo funzionano
anche alcuni cancerogeni.)
Consideriamo quindi sempre questo aspetto di modificare la solubilità della molecola in acqua, perché
sostanze idrofiliche possano interagire tra di loro in soluzione.
Come è possibile riconoscere in questa
figura, gli acidi grassi in genere si riconoscono
e si distinguono l’uno dall’altro perché hanno
una lunghezza della catena che aumenta di
volta in volta di 2 atomi di carbonio.
Ovviamente non esistono solo acidi grassi a
numero pari di atomi di carbonio, anzi
studieremo un processo metabolico che è in
grado di utilizzare quegli acidi grassi, in
genere di origine vegetale, a numero dispari
di atomo di carbonio. In generale nel nostro
organismo sono presenti più comunemente
acidi grassi a catena non ramificata con
numero pari di atomi di carbonio: questa
caratteristica deriva dal sistema di sintesi
degli acidi grassi, che comporta la
condensazione successiva di unità a due di atomi di carbonio.
La lunghezza della catena e il grado di insaturazione influenzano moltissimo sulle caratteristiche fisicochimiche dell’acido grasso.
------IMPORTANZA DEI DOPPI LEGAMI negli acidi grassi:
GLI ACIDI GRASSI SONO CLASSIFICATI IN BASE ALLA STRUTTURA DELLA CATENA IDROCARBURICA
SATURI - senza doppi legami catena satura in H, completamente ridotta
MONOINSATURI - un doppio legame
POLINSATURI - almeno due doppi legami I doppi legami sono in genere nella forma stereoisomera cis
(I doppi legami tra due atomi di carbonio di una molecola organica sono formati da un legame σ e un
legame π, ai quali sono associate energie di legame differenti, per cui l'apertura del doppio legame avviene
sempre rompendo il legame meno forte, che è il legame π.)
Possiamo innanzitutto fare una prima distinzione a riguardo della posizione dei doppi legami, a seconda del
tipo di legame che c’è tra di essi e la distanza che li separa:
cumulati: se legano atomi di carbonio tra loro contigui
coniugati: se sono intervallati da un legame singolo (nube elettronica
delocalizzata, ibridi sp2)
isolati: se non rientrano nei casi precedenti
A causa dell’impossibilità di rotazione intorno al doppio legame gli
acidi grassi insaturi presentano anche isomeria cis-trans:
1) di tipo cis sempre nelle sostanze naturali. Il doppio legame ha due
caratteristiche fondamentali: atomi di carbonio ibridi, non può ruotare
sull’asse in quel punto la catena idrocarburica rimarrà necessariamente forzata a quella disposizione
spaziale. La catena forma una sorta di flessione di 30 gradi.
2) di tipo trans, disposizione rigida ma lineare
La presenza di più doppi legami comporta necessariamente una distanza di tre atomi di carbonio tra un
doppio legame e l’altro.
Consideriamo che la presenza di doppi legami trans può essere un’importante indicazione di “artefazione”
dell’alimento, ovvero indice di conservazione sintetica e non naturale.
- Il doppio legame interferisce anche sulla temperatura di fusione:
Gli acidi grassi saturi presentano un punto di fusione proporzionale alla lunghezza della catena carboniosa
che li caratterizza. Tanto più rimangono lunghe e distese, tanto più le catene degli acidi grassi riusciranno
ad impacchettarsi. L'insaturazione causa un abbassamento del punto di fusione e il motivo del differente
punto di fusione può essere ricercato nel minor numero di legami deboli (dipoli temporanei del tipo Van der
Waals) che sono in grado di stabilire tra loro molecole non lineari. Il doppio legame, soprattutto se di tipo
CIS, inserisce un ripiegamento nella struttura della molecola che ne compromette la e impedisce ai grassi
insaturi di impacchettarsi strettamente come i grassi saturi, e ciò li rende liquidi a temperatura ambiente.
--------- Il punto di fusione degli acidi grassi diminuisce all’aumentare del numero di insaturazioni.
• Le sostanze lipidiche ricche di acidi grassi saturi sono solide a temperatura ambiente → “grassi”
• Le sostanze lipidiche ricche di acidi grassi insaturi o polinsaturi sono liquide a temperatura ambiente →
“oli”
Infatti i lipidi di origine animale (contenuti abbondantemente in burro, strutto e sego e costituiti
principalmente da acidi grassi saturi) sono solidi a temperatura ambiente. I grassi vegetali, invece,
contengono acidi grassi insaturi e sono liquidi a temperatura ambiente, e sono detti oli.
Gli acidi grassi non si trovano liberi ma in forma legata al glicerolo mediante legame estere
Negli alimenti gli acidi grassi sono presenti come TRIACILGLICEROLI (detti anche TRIGLICERIDI): sono
composti neutri, completamente apolari, insolubili in acqua.
Nomenclatura
Gli acidi carbossilici la cui catena carboniosa sia costituita da almeno 4 carboni prendono il nome comune di
acidi grassi. Esistono diversi termini per gli acidi grassi che permettono la loro classificazione in gruppi in
base ad alcune caratteristiche di rilievo.
Tra gli acidi grassi, il più piccolo, l’acido butirrico deriva dalla sua principale localizzazione: il burro. Come
questo, molti degli acidi grassi, oltre ad avere dei nomi secondo il Sistema Internazionale, hanno anche dei
nomi più comuni: acido palmitico, acido caproico, acido arachidico. L’acido palmitico è un rappresentante
degli acidi grassi saturi.
Queste molecole possono essere riconosciute in base al numero di atomi di carbonio della doppia catena,
al numero di insaturazioni e ramificazioni.
Per indicare il numero dei carboni che compongono la catena dell'acido grasso e il numero di doppi legami
si usa l'espressione C numero di carboni: numero doppi legami.
La posizione dei doppi legami può essere indicata come distanza del primo legame dal carbonio carbossilico
(nomenclatura DELTA Δ) o dell'ultimo legame dal fondo della catena (nomenclatura OMEGA ω). Nel caso in
cui sono presenti più doppi legami la nomenclatura non varia, perché la posizione di uno indica
implicitamente anche quella degli altri. Ad esempio l'acido linolenico, C18:2, può essere indicato come Δ9
oppure ω3.
ACIDO STEARICO= 18:0, 18 atomi di Carbonio, 0 insaturazioni
ACIDO OLEICO= 18:1, Δ9 (unico doppio legame in posizione 9)
ACIDO LINOLEICO=18:2 ω 6 (collocazione del doppio legame partendo dall’ultimo atomo della catena)
ACIDO LINOLENICO=18:3, ω3
negli organismi superiori esistono degli enzimi che riescono ad inserire dei doppi legami: il più comune e
attivo è la Δ9DESATURASI (lo spazio presente tra il doppio legame e il gruppo carbossilico è di 9 atomi di
carbonio).
Acidi grassi essenziali----- il nostro organismo non può sintetizzarli( non può inserire doppi legami oltre la
posizione 9 nella catena) : il corpo umano può produrre tutti gli acidi grassi dei quali ha bisogno tranne 2,
l'acido linoleico (LA) e l'α-linolenico (LNA), che sono perciò considerati essenziali, cioè da assumere con la
dieta.
Sono le loro caratteristiche di fluidità peculiari a contraddistinguerli: il numero elevato di ripiegamenti, che
rende la struttura del complesso molecolare più fluida, si traduce nella capacità di intervenire attivamente
nelle membrane (funzione strutturale), garantendo una possibilità di movimento della cellula stessa.
Esistono anche dei meccanismi che regolano la composizione degli acidi grassi dei fosfolipidi di membrana
La cellula continuamente scambia gli acidi grassi all’interno del doppio strato lipidico a seconda della
situazione metabolica e della funzione che deve svolgere in quel momento.
Una importante funzionalità da garantire è che le proteine possano muoversi all’interno della membrana
stessa - si parla di MESOFASE LIQUIDO-CRISTALLINA perché alla temperatura corporea le due superfici
interna ed esterna della membrana, là dove ci sono le interazioni idrofiliche sono di tipo cristallino, ma
all’interno Il cuore morbido della membrana è caratterizzato dai lipidi. Il giusto grado di fluidità viene
raggiunto da un’attenta regolazione della composizione degli acidi grassi in termini di posizione e presenza
di doppi legami e eventualmente dalla presenza del colesterolo.
COLESTEROLO: riesce ad inserirsi all’interno del doppio strato fosfolipidico come una struttura rigida e
compatta, negli spazi lasciati dai ripiegamenti dei doppi legami.
Grazie alla sua peculiare posizione all’interno delle membrane cellulari, il colesterolo permette una
maggiore fluidità delle membrane a basse temperature (quando le code apolari degli acidi grassi
tenderebbero ad addossarsi strettamente tra loro) e garantisce invece una fluidità limitata delle membrane
alle alte temperature.
Esempio: Se andiamo a misurare e analizzare il contenuto di acidi grassi insaturi nelle zampe delle renne, ne
troveremo un numero molto alto. Questa caratteristica è funzionale al mantenere lo stesso livello di fluidità
nella membrana, anche a delle basse temperature come quelle a cui sono sottoposte le cellule delle zampe
di questi animali.
Questo ci dice anche che in base al tipo di funzione che deve svolgere, è la cellula stessa in grado di trovare
un livello di fluidità ottimale, difatti esistono tanti meccanismi e processi in grado di controllare e mantenere
nella membrana un grado di fluidità adeguato.
Reattività DEI GRUPPI FUNZIONALI presenti negli acidi grassi
-
Gruppo carbossilico: considerando
la sua capacità di dissociazione acida, a
livello dell’ossidrile(-OH) con delle
caratteristiche tali che ne permettono la
dissociazione a PH NEUTRO. È coinvolto in
reazioni acido-base.
Gruppo carbonilico: puro in aldeidi
e chetoni, nel caso degli acidi grassi
mantiene la caratteristica di dipolo
permanente, ma la sua reattività è
condizionata dalla presenza dell’altro
atomo di ossigeno nel gruppo OH.
Legame tra il CARBONIO
CARBOSSILICO e CARBONIO IN ALFA che
descriveremo come reazioni di
decarbossilazione
Altre reazioni caratteristiche di minore impatto nel metabolismo cellulare, se non per quanto
riguarda la loro azione sui carboni della catena idrocarburica.
Iniziamo dalla reazione più complessa, quella del gruppo carbonilico:
ibrido sp2, dipolo permanente
il gruppo è in grado di sviluppare reazioni di somma nucleofila
L’atomo di ossigeno, così come avviene nei processi di emiacetalizzazione, diverrebbe un gruppo
ossidrilico. Nella struttura molecolare di un composto organico, non è condizione di stabilità nelle
molecole la presenza di due gruppi ossidrilici contemporaneamente sullo stesso atomo di carbonio.
La reazione di somma in realtà procede quindi immediatamente dopo con un’eliminazione del
gruppo ossidrilico sotto forma di acqua. Dobbiamo considerare di sviluppare delle reazioni di
somma nucleofila seguita da eliminazione di acqua: la reazione avviene come per sostituzione di
un componente.
Cosa avviene in pratica?
Il deficit elettronico del carbonio
carbonilico/carbossilico (dove c’è una frazione di
carica positiva) può essere sanato da una specie
nucleofila che metta a disposizione una propria
coppia elettronica per formare con questo un
nuovo legame. Si ha in questo caso una
addizione.
Se al gruppo carbonilico è legato un buon gruppo
uscente, cioè un gruppo caratterizzato da una
buona stabilità anche quando staccato dal gruppo
carbonilico, all' addizione può seguire la
eliminazione di questo, dando
complessivamente una sostituzione.
Il carbonio carbonilico, caratterizzato da una parziale carica positiva, è un buon punto di attacco per
una sostanza nucleofila. L'ossidrilel ha le carte in regola per esserlo, grazie alle due coppie
elettroniche di non legame che caratterizzano l'ossigeno. La compartecipazione di una delle due
coppie di non legame carica l'ossigeno positivamente.
Da tale ossigeno si può staccare il protone, ripristinando l'acido che aveva catalizzato l'attacco
nucleofilo. L'emiacetale che si forma è dunque caratterizzato da un gruppo OH (originariamente =O
carbonilico) e da un gruppo OR. Non si lega nel carbonio perché la molecola diverrebbe altamente
instabile, anche se la naturale tendenza del protone sarebbe quella di legarsi all’ossianione.
Qual è la differenza con la reazione di emiacetalizzazione? La presenza del gruppo carbossilico
L'acido che aveva catalizzato la prima parte della reazione può catalizzare una seconda parte, se si
lega al gruppo idrossilico.
Tale legame è favorito dalla possibilità di questo gruppo di uscire come H2O.
Il carbocatione che si forma è stabilizzato dall'attacco nucleofilo da parte di una seconda molecola
di alcol.
Tale alcol, dopo la formazione del legame, libera H+, ripristinando il catalizzatore.
---Il gruppo carbonilico è inalterato, X rimane al posto di OH.
L’ossidrile del gruppo carbossilico è molto stabile grazie alla sua possibilità di risonanza: da un
punto di vista termodinamico la reazione sarebbe ulteriormente sfavorita. MA i prodotti avranno
un livello di energia più bassa dei reagenti, se non faccio reagire l’acido carbossilico come tale, ma
sostituisco prima il gruppo ossidrile con un gruppo fosforico (composto che in forma libera ha
numerosissime strutture di risonanza).
LEGAME ANIDRIDICO
Un’anidride in chimica organica è
un composto formato dall’unione
di due acidi, in questo caso acido
carbossilico e acido fosforico con
eliminazione di una molecola di
acqua e unione tramite un atomo
di ossigeno. L’energia con cui le
cellule riescono a compiere il loro
lavoro deriva in gran parte da
reazioni esoergoniche come
questa. In questo caso il protone
è dissociato dal prodotto
intermedio, questo si andrà a
legare necessariamente con uno
dei doppietti liberi degli ossigeni
del fosfato. La stabilità di questo
composto trascina la reazione fino alla formazione del prodotto finale dove X si è sostituito al
fosfato.
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