FIABE MATEMATICHE PER COSTRUIRE UN CURRICOLO VERTICALE ESTRATTO DI ALCUNE ATTIVITÀ DEL PRIMO QUADRIMESTRE CLASSE 1° C IN RELAZIONE AL PROGETTO «PROBLEMI AL CENTRO» GIUNTI SCUOLA DOCENTE: STEFANIA CECCA DALLE INDICAZIONI NAZIONALI 2012 …I FANCIULLI CHE ENTRANO NELLA SCUOLA PRIMARIA HANNO GIÀ MATURATO CONCETTUALIZZAZIONI INTUITIVE, PARZIALI E GENERALI CHE IMPIEGANO PER SPIEGARE TUTTI I FENOMENI CHE INCONTRANO, ANCHE QUELLI PIÙ COMPLESSI. SI PUÒ DIRE CHE ABBIANO MATURATO IN FAMIGLIA, NEI RAPPORTI CON GLI ALTRI E CON IL MONDO, NELLA SCUOLA PER L’INFANZIA NON SOLTANTO UNA «LORO» FISICA, CHIMICA, GEOLOGIA, STORIA, ARTE ECC. «INGENUE», MA CHE ABBIANO ELABORATO ANCHE UNA «LORO» ALTRETTANTO «INGENUA», MA NON PER QUESTO MENO UNITARIA, ORGANICA E SIGNIFICATIVA VISIONE DEL MONDO E DELLA VITA. LA SCUOLA PRIMARIA SI PROPONE INNANZI TUTTO, DI APPREZZARE QUESTO PATRIMONIO CONOSCITIVO VALORIALE E COMPORTAMENTALE EREDITATO DAL FANCIULLO E DI DEDICARE PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA SUA CONSIDERAZIONE, ESPLORAZIONE E DISCUSSIONE COMUNE. FONTE: LAURA PROSDOCIMI (2006), CONTI E RACCONTI. I NUMERI RACCONTANO LE FIABE, CAROCCI FABER EDITORE, ROMA PAG. 66 • NEL PAESE DI NOMAT – UTILIZZO DELLA FIABA COME MEDIATORE DIDATTICO, COME UN VALIDO STRUMENTO FORMATIVO E DIDATTICO. LETTURA IN CLASSE • «ESISTE UN PIANETA LONTANO, LONTANO. UN PIANETA DEL TUTTO SIMILE ALLA TERRA. STESSI ALBERI, STESSE CASE, ADDIRITTURA STESSI BAMBINI E STESSE MAMME. TUTTO, PROPRIO TUTTO, COME SULLA NOSTRA TERRA. C’È SOLO UNA PICCOLA «INSIGNIFICANTE» DIFFERENZA: SU QUESTO PIANETA NON ESISTE LA MATEMATICA. NON CI SONO I NUMERI. PROPRIO QUESTA CARATTERISTICA DÀ IL NOME AL PIANETA CHE, INFATTI, SI CHIAMA NOMAT. I SUOI ABITANTI, OGGI, PER ESEMPIO NON SANNO NEMMENO CHE GIORNO È, PERCHÉ NON ESISTONO I NUMERI E NON CONOSCONO QUINDI LE DATE» LA CLASSE 1° C DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO «MARTA RUSSO» (ROMA) HA ADERITO AL PROGETTO «PROBLEMI AL CENTRO» EDITO DA GIUNTI SCUOLA. SI VUOLE INTRODURRE UN’IDEA DI PROBLEMA COME SITUAZIONE IN CUI C’È UN OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE MA NON SI SA COME RAGGIUNGERLO. COMPITO DELL’INSEGNANTE È «INTRODURRE I BAMBINI, UNA CARATTERIZZAZIONE DI PROBLEMA IN CUI IL PROTAGONISTA NON È UN SOGGETTO PASSIVO CHE SUBISCE GLI EVENTI, MA SI PUÒ ATTIVARE PER RAGGIUNGERE IL SUO OBIETTIVO: ESPLORANDO E RAGIONANDO, QUINDI TROVANDO STRATEGIE PER POI APPLICARLE. IN VIRTÙ DI QUESTO, L’11 DICEMBRE 2019 SIAMO «DIVENTATI» NOI GLI ABITANTI DEL PIANETA DI NOMAT. SONO STATE PROPOSTE DELLE DOMANDE STIMOLO AL FINE DI FAR ARGOMENTARE I BAMBINI, ASCOLTANDO LE LORO IMPRESSIONI E LE LORO OPINIONI. È uguale a noi ma senza matematica… quindi? Come immaginiamo la vita su Nomat? Scriviamo la data alla lavagna come tutte le mattine… ma… Nessun numero per la data… Che problemi e che difficoltà abbiamo? Facciamo un disegno di una scena di vita quotidiana senza matematica… La fiaba diventa un potente aiuto per sollecitare la fantasia e la creatività dei bambini. Entrambe le facoltà sono importanti nella risoluzione del problema. La fiaba ci dà un «biglietto d’ingresso per un mondo contraddistinto da avvenimenti irreali e meravigliosi, regalandoci così la capacità di immaginare e di fantasticare» (cfr. Prosdocimi pag. 71) • I bambini cominciano a disegnare sul proprio quaderno ma, proprio come sosteneva Howard Gardner, essendo «individui creativi» cercano di risolvere il problema, elaborando il prodotto (il disegno di una scena di vita quotidiana a Nomat) e formulando le proprie idee anche confrontandosi tra di loro. Escono fuori, pertanto, orologi senza numeri, calendari senza numeri ma poi ci si chiede «Come faccio a calcolare il tempo che passa?». È un problema! • Uno di loro (M.DG) propone «Osservo il giorno!» Ma come faccio ad osservare il giorno che passa? Si va tutti fuori in giardino, proprio per osservare se è vero che il «giorno cambia» • PARTIAMO DALL’OSSERVAZIONE DELL’ORIZZONTE… • «L’orizzonte è un riferimento un po’ strano: riusciamo a vederlo come confine netto con il cielo (orizzonte geometrico) solo quanto siamo al mare o in una grande pianura. Nella città o tra i monti, invece, l’orizzonte non è né libero né lineare e il cielo diventa uno spazio delimitato da un contorno frastagliato di tetti di case, alberi e montagne (orizzonte locale)». (Cfr. R. Grossa, S. Niero, A. Pangoni (2014) La meridiana lavagna. Laboratori scolastici per intuire, rilevare e disegnare i percorsi del Sole, quaderni del MCE Movimenti di cooperazione educativa, Edizioni junior Parma pag. 22) OSSERVIAMO L’ORIZZONTE LOCALE IN 3 MODALITÀ 1. COL DITO 2. CON POLLICE E INDICE A FORMARE UN’ASOLA (UN OCCHIELLO) 3. CON LE MANI MESSE A MO’ DI BINOCOLO… ESCONO FUORI TANTE OSSERVAZIONI SU QUANTO VISTO OGNI VOLTA MA QUALCOSA ATTIRA L’ATTENZIONE DEI BAMBINI, OLTRE L’ORIZZONTE, OLTRE I TETTI DELLE PALAZZINE CHE CIRCONDANO LA SCUOLA QUALCOSA ERA PIÙ ALTO E NEL FRATTEMPO SEMBRAVA ESSERSI SPOSTATO DI POCO RISPETTO AL NOSTRO ARRIVO IN GIARDINO… È IL SOLE CHE CI AIUTA A CAPIRE SE IL TEMPO PASSA. QUALCUNO SI RICORDA LA FIABA DEI «DUE MOSTRI» DI DAVID MCKEE LETTA IN PRECEDENZA E MENTRE CONTINUANO LE NOSTRE CHIACCHIERATE SI RITORNA IN CLASSE TUTTI CONTENTI PERCHÉ SU NOMAT NON CI SARANNO I NUMERI MA ABBIAMO TROVATO UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA CHE AVEVAMO «SAPERE COME SI FA A CAPIRE CHE IL TEMPO PASSA»… IL SOLE È LA SOLUZIONE SCELTA DA TUTTI ED È LA PRIMA COSA CHE DISEGNANO SUL LORO QUADERNO AL MOMENTO DEL NOSTRO RIENTRO. FIABA DEI TRE PORCELLINI PER LAVORARE SULLA CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI , SUI PROBLEMI VISTI DAI PROTAGONISTI (PORCELLINI E LUPO) E SULLE SOLUZIONI TROVATE DAI PROTAGONISTI Lettura della fiaba dalla quale si ricavano alcune informazioni. I bambini a turno alzano la mano e suggeriscono il problema che possono avere i 3 porcellini. L’insegnante registra il tutto alla lavagna attorno ad un grande punto interrogativo. I bambini registrano sul quaderno i 3 problemi: • I porcellini non hanno una casa; • C’è un lupo pericoloso; • La pioggia sta arrivando. Lettura di parte della fiaba dalla quale si ricavano alcune informazioni. I bambini a turno alzano la mano e analizzano il materiale con cui è stata costruita la casa da ciascun porcellino. Vengono fuori durante la discussione particolarità sulle caratteristiche del materiale (paglia= poco resistente; legno= non è cosi resistente). Ma poi «non è cosi resistente come chi?». I bambini conoscono già la fiaba dei tre porcellini per cui sanno benissimo che c’è un materiale che è più resistente di tutti. Ma stanno al gioco, non lo tirano fuori e aspettano che l’insegnante legga loro quella parte. Al momento della lettura della parte della casa in mattoni del terzo porcellino si cambia la prospettiva i porcellini non hanno più il problema. L’insegnante chiede, a questo punto, «chi ha il problema?». Rispondono: «Il lupo!». L’insegnante chiede ancora una volta «che problema ha il lupo?». A turno i bambini raccontano i problemi che ha avuto il lupo. E la soluzione finale trovata dai porcellini per vivere «felici e contenti». LA FIABA DEI TRE PORCELLINI È STATA POI UTILIZZATA IL GIORNO SEGUENTE PER RAPPRESENTARLA CON LA TECNICA DEGLI ORIGAMI Origami è l’arte di piegare la carta, senza l’uso di colla, forbici o altro materiale. Giocare con gli origami vuol dire esplorare forme e strutture, stimolare intuizione e creatività e quindi è sicuramente matematica. L'origami aiuta a sviluppare soprattutto: • la coordinazione oculo-manuale (bisogna sapere dove mettere le mani!); • la motricità fine (bisogna essere precisi e accurati!); • la memoria (bisogna ricordarsi la sequenza di pieghe se si vuole rifare l'oggetto in futuro!); • la concentrazione (bisogna stare attenti a seguire bene le istruzioni e a non saltare neanche un passaggio!); • la capacità di risolvere problemi (ogni piegatura spiegata o osservata va riprodotta e quindi è un piccolo problema da risolvere nella pratica del proprio foglio!); • la capacità di lavorare in autonomia (l'aiuto serve solo in partenza, poi ognuno deve diventare un bravo costruttore di origami da solo!); IL GIOCO DEL SE… E SE LA SACCA DELLA BEFANA FOSSE BUCATA? POSSIAMO TROVARE I 10 DONI NELLA SACCA? Come suggerito dal kit fornito dal Progetto «Problemi al centro»… come prosecuzione sull’attività della filastrocca della Befana l’insegnante decide di proporre il gioco del se. Nel progetto, infatti, viene suggerito quest’approccio perché «il gioco del se è un generatore di nuovi problemi, una strategia potente del problem posing». La filastrocca: «La befana vien di notte/ con le scarpe tutte rotte/ porta un sacco pieno di doni / da regalare ai bambini buoni./ Nel suo sacco può portare 10 doni e regalare.» Alle due domande stimolo il gruppo classe risponde in coro «NO! Perché se qualcosa è bucato qualcosa cade…» E se la sacca della befana fosse bucata? F. B. risponde «un po’ grande… un pochino» Possiamo trovare i 10 doni nella sacca? Ma quanto? Ma questo buco quanto è grande? M.P. risponde «medio» L’insegnante prende le due scatole che sono sulla cattedra, indica la più piccola e chiede «media come?» La bambina non sa rispondere, è fin troppo chiaro che nel suo vocabolario c’è la parola medio ma non ne conosce il significato. Chiede, allora Prova a dirmi rispetto a cosa. Se indico questa scatola e dico rispetto a quest’altra com’è? Il gruppo classe resta in silenzio perché evidentemente non sanno cosa vuol dire «medio». L’insegnante a questo punto chiede loro: M.P. risponde «più piccola». Viene indicata l’altra scatola e viene rifatta la stessa domanda. L.T. alza la mano e risponde «quella più grande»… si va avanti con le domande e alla fine si riformula di nuovo la domanda Sapete cosa vuol dire medio? Media rispetto a cosa? «Medio vuol dire che ha una dimensione in questo caso che è più piccola della più grande ma più grande della più piccola». M.P. la bambina che per prima aveva risposto utilizzando quel termine annuisce e risponde «maestra ma allora devono essere almeno tre le scatole!». Si decide, quindi, di annotare sul quaderno alcune informazioni che sono state dette: La bambina, F.B., che per prima aveva parlato della grandezza del buco viene chiamata alla lavagna munita di righello… suo il compito di misurare quanti cm (per loro un cm equivale ad un quadretto del loro quaderno) è grande il buco e quanto è grande il pacchetto. Pacchetto = 2 quadretti Disegno del buco alla lavagna = meno di 2 quadretti. La bambina guarda l’insegnante e fa notare «maestra il buco è troppo piccolo rispetto ai regali!. Possiamo allora trovare i 10 doni nella sacca? Tutti i compagni rispondono «Sì!», tutti tranne uno, O.M.G, che non è convinto. Ripete l’esperienza della compagna e alla fine risponde che «i pacchetti non possono cadere dal buco.» Ma allora la Befana ha un problema? I bambini elencano gli eventuali problemi che potrebbe avere la Befana e le eventuali soluzioni. Osservazioni finali sulle sei ore di laboratorio matematico dedicato al progetto «Problemi al centro» collegato con le fiabe. • I bambini non hanno paura di dire la loro anche se non sono convinti e la riprova è stato il bambino che pur non essendo convinto non si è fatto condizionare dalla risposta dei compagni in occasione del momento dedicato alla sacca della befana; • Pur essendo problemi «fantastici» loro hanno riportato ilo tutto alla loro realtà vissuta (es. le risposte del kit di cucito della mamma o che la sacca «bucata» poteva essere motivo di «presa in giro» da parte degli altri. • Le fiabe, come sostenuto da Carla Ida Salviati, «sanno parlare alla mente, all’intelletto, al cuore»… aiuta i bambini a conoscere il mondo e a riconoscersi come parte di esso. • Il loro stare al gioco, al momento della lettura della favola dei tre porcellini, non anticipando certe risposte è diventato un evento teatrale irripetibile, nessuna rappresentazione sarà mai identica a un’altra… ogni volta sarà la prima volta. Bibliografia: Capra T., Portieri S. (1994), Imparo a… conoscere i numeri, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento. Di Martino P., Zan R. (2019), Problemi al centro. Matematica senza paura, Firenze. Grossa R., Niero S., Pangoni A. (2014), La meridiana lavagna. Laboratori scolastici per intuire, rilevare e disegnare i percorsi del Sole, quaderni di cooperazione educativa MCE, Edizioni junior, Parma Prosdocimi L. (2006), Conti e racconti. I numeri incontrano le fiabe, Carocci faber editore, Roma. Salviati C.I. (2017), Il primo libro non si scorda mai, Giunti editore, Firenze.