LESSICO ARISTOTELICO METAFISICA o “filosofia prima”: disciplina filosofica che ha come oggetto “le cose che stanno al di là di quelle fisiche”, cioè le cose “non sensibili”. In un primo significato corrisponde a “teologia razionale”, la riflessione filosofica su Dio condotta sulla base della pura ragione. In un secondo significato corrisponde a “ontologia”, “scienza dell’ente (o dell’essere) in generale”, che studia le proprietà che spettano agli enti in quanto tali, cioè in quanto esistono, indipendentemente dall’appartenenza a una classe determinata di enti. Esempi di problemi metafisici sono la questione dell’esistenza di Dio, dell’immortalità dell’anima, dell’essere “in sé” e dell’origine e del senso del cosmo. IDEALISMO (Platone): teoria secondo la quale le cose non hanno in sé l’essenza, l’essenza è trascendente, cioè al di là della realtà empirica. REALISMO (Aristotele): teoria secondo la quale le cose hanno in sé l’essenza, l’essenza è immanente (insita nelle cose). ESSENZA: “ciò per cui una certa cosa è quello che è, e non un’altra cosa”. È il corrispettivo ontologico della definizione, poiché indica il “che cos’è” di un ente, cioè la sua natura. Es.: l’uomo è “animale razionale”. SOSTANZA: “ciò che è in sé e non in un’altra cosa”, il sostrato (ciò che sta sotto) che è nascosto all’interno della cosa sensibile come suo fondamento ontologico, e permane nel mutare delle proprietà che gli ineriscono (accidenti). ACCIDENTE: “Ciò che si accompagna a qualcos’altro”. Indica una proprietà di una sostanza, che non possiede l’essere in proprio, ma lo riceve dalla sostanza a cui inerisce (a cui sta insieme). Es.: un uomo (sostanza) può avere come accidenti il colore degli occhi e una certa altezza. Aristotele distingue quattro generi di cause: 1) causa materiale: ciò di cui qualcosa è fatto. 2) causa formale: principio che determina una certa materia, facendone una determinata sostanza. 3) causa efficiente: ciò da cui una cosa viene prodotta o un’azione compiuta. 4) causa finale: scopo a cui una cosa tende, o per cui una cosa viene prodotta o un’azione compiuta. Le sostanze fisiche sono costituite dal sinolo (tutt’uno) di forma e materia; le sostanze “immobili” (come Dio) sono forme senza materia, cioè sono immateriali (o spirituali). La MATERIA è il principio potenziale, passivo, indeterminato e ricettivo, cioè passibile di ricevere una forma. La FORMA è il principio attivo di organizzazione e di unità di ogni ente. È insita nella materia e costituisce la natura intima di una sostanza, la sua struttura intrinseca che la fa essere ciò che è. Es.: Nell’uomo la materia è il corpo e la forma è l’anima razionale. Esso è sinolo di anima e corpo. Si parla di forma e materia quando si parla di un ente formato e stabile, e quindi della realtà nella sua struttura statica. Quando si parla del divenire di un ente, cioè del suo mutamento (ad esempio il movimento o l’alterazione), si parla di atto e potenza. ATTO: principio attivo dell’ente. Designa la forma sostanziale di una cosa che ha conseguito il fine a lei proprio o l’esplicarsi di una sua funzione. POTENZA: principio passivo dell’ente. È la potenzialità di essere, cioè la possibilità, non ancora realizzata, che un ente ha di attuarsi in una determinata forma o di compiere una certa operazione, la quale ne rappresenta l’atto. MUTAMENTO: passaggio dalla potenza all’atto. Es.: un ente che in atto è un seme e in potenza è una pianta, diventa una pianta in atto; una palla, che in atto è ferma ma ha la potenza (possibilità) di muoversi, comincia a muoversi in atto. Per Aristotele il movimento o moto può essere di due tipi: -naturale se il corpo, l’oggetto, va verso il suo luogo naturale; -violento se il corpo, l’oggetto, si allontana dal suo luogo naturale; ARIA FUOCO TERRA ACQUA Definizioni e attributi di Dio secondo Aristotele: forma pura, atto puro, perfezione, primo motore immobile, eterno (fuori dal tempo), trascendente, causa efficiente prima, causa finale ultima, pensiero di pensiero. METODO: strada per giungere alla conoscenza. EMPIRISMO: teoria secondo la quale si giunge alla conoscenza solo tramite l’esperienza (con i sensi). Segue il metodo induttivo, “procedimento che dai particolari porta all’universale”: partendo dall’osservazione di casi particolari si giunge ad una conclusione generale. RAZIONALISMO: teoria secondo la quale si giunge alla conoscenza principalmente o esclusivamente tramite la ragione. Segue il metodo deduttivo, che procede dall’universale al particolare (dedurre = estrapolare): si giunge alla conoscenza mediante il ragionamento. LOGICA: parte della filosofia che si occupa del pensiero e del linguaggio. PRINCIPIO DI (NON) CONTRADDIZIONE: è contraddittorio attribuire e negare, ad uno stesso soggetto, uno stesso predicato, nello stesso tempo e nel medesimo rispetto. ES: A(soggetto) è B(predicato) e non B contraddittorio. SILLOGISMO: forma di ragionamento deduttiva, in cui da due o più premesse si ottiene una conclusione. Poiché essa è “contenuta” nelle premesse, se le premesse sono vere la conclusione è necessariamente vera; se la conclusione è falsa, almeno una delle premesse deve essere falsa, ma il sillogismo può essere comunque logicamente corretto. Le conclusioni sono tratte per deduzione, le premesse possono essere ricavate per induzione: l’esperienza e l’osservazione rimangono fondamentali accanto al ragionamento. Es.1: Tutti gli animali sono mortali; tutti gli uomini sono animali; allora tutti gli uomini sono mortali. Questo sillogismo è corretto formalmente e la conclusione è vera nella realtà (scientifico). Es.2: Tutti gli animali volano (premessa falsa); tutti gli uomini sono animali; allora tutti gli uomini volano (conclusione falsa). Questo sillogismo è corretto formalmente, ma la conclusione è falsa nella realtà (non scientifico). La logica aristotelica si interessa della correttezza del ragionamento ma anche della verità del contenuto, quindi non è una logica puramente formale. Lo stesso principio di non-contraddizione è un principio sia logico che ontologico.