Maggio 2006 MEDICINA 14 IN-FORMAQ5firenze n MEDICINA BIOLOGICA Dentista Letture di neurolinguistica TRAPIANTI OSSEI DAL DENTISTA NUOVI CONFINI AI LIMITI CHIRURGICI? Un testo da leggere: prima di essere genitori è piuttosto facile e stimolante; dopo è un’impresa per i più coraggiosi Prima o poi sarebbe accaduto! Eric De La Parra Paz è un brillantissimo autore di testi, ormai famosi in campo internazionale, che riguardano la programmazione neurolinguistica (PNL). Nel novembre 2005 è uscita la traduzione italiana di un suo testo che era per così dire inevitabile: “Guida per i genitori: PNL con i bambini” della casa editrice Essere Felici. Ogni essere umano ha una sua mappa interna del mondo in cui vive, che esperisce tramite 3 canali principali: visivo, auditivo e cinestesico (sensazioni, gusto, olfatto, tatto). Inoltre esistono dei sistemi di “filtro” che fanno passare alcune informazioni e ne bloccano altre. In pratica, si può parlare di un vero e proprio programma (software), per usare un termine di informatica. Questa programmazione mentale avviene in un arco temporale piuttosto ampio, ma il periodo critico è rappresentato da 0 anni fino ai 3-4 anni, nel quale i veri e propri educatori sono i genitori. Dopo questa fascia di età si entra in un periodo nel quale abbiamo anche altri educatori (maestre di asilo, scuola, sport, religione, ecc.) che introdurranno altri programmi. La parola latina educare significa letteralmente “tirare fuori”. Nei tempi antichi, quindi, il compito dell’educatore era quello di tirare fuori gli aspetti percettivi ed intuitivi più sottili (metodo socratico). La nostra mente viene per così dire programmata da tutti questi personaggi. Facciamo assieme qualche riflessione. Se c’è un mestiere difficile al mondo, questo è senza ombra di dubbio il genitore (avrete già fatto un cenno di assenso con la vostra testa, immagino). Bene, facciamo un altro esempio: chiunque di voi guidi un’autovettura, lo ha imparato da solo? Oppure è andato ad imparare la teoria e la pratica a scuola guida? Nonostante ciò, il principiante che è al volante della sua macchina all’inizio può commettere degli errori (valutativi, pratici, di prudenza ecc.); la scuola guida ha il compito di limitare al minimo questi errori. Avete mai pensato che il mestiere più difficile al mondo, cioè quello di genitore, nel 90% dei casi (se non di più) viene svolto come autodidatta? Il genitore è andato “a scuola guida”? Faccio anche presente che, a loro volta, i genitori sono stati figli, ed anche i genitori dei genitori sono stati figli, e così via, con le loro convinzioni e programmi. La mente del bambino è come una spugna che assorbe tutto quello che è assorbibile e lo fa tramite i suoi modelli, i genitori. Crescendo, egli avrà una scala di criteri, di valori, di convinzioni, che derivano tutte, da programmi precedentemente installati, cioè da esperienze precedenti. Ed il mondo che noi percepiamo, non lo percepiamo in modo oggettivo, ma lo percepiamo attraverso questi filtri, questi “file”, questi programmi. Il colore giallo che io vedo, non sarà mai uguale al tuo colore giallo, poiché esso sarà comunque associato ed elaborato dalla mia mappa interna; infatti, uno dei concetti cardine della PNL è rappresentato dal fatto che la “mappa non è il territorio”. Gary Craig, famosissimo ideatore americano della tecnica EFT (Emotional Freedom Technique), parla della metafora del “palazzo delle possibilità”. Noi viviamo in questo palazzo che ha, almeno 200 stanze, normalmente ne apriamo 3-4 (quando va di lusso!). Queste 3-4 stanze che apriamo ogni minuto hanno 4 pareti sulle quali ci sono delle scritte a carattere luminoso, alle quali noi crediamo fermamente: “io in questo campo sono valido”, oppure “io qua non sono capace”, oppure “gli altri sono…”, “non ci riuscirò mai!”, “qui sono insuperabile!” ecc. Sapete che cosa rappresentano queste scritte? Sono le nostre convinzioni, i nostri programmi. Alcuni possono essere molto validi e ci motivano; altri sono devastanti poiché ci inibiscono, ci bloccano. Fortunatamente, dice Gary Craig, non sono scolpiti nella pietra, ma sono scritti con il gesso; di conseguenza, è possibile modificarli. Scusate, ma non sarebbe meglio evitare di scrivere o di far scrivere le convinzioni e i programmi limitanti? Altrimenti è come tirarsi una martellata su un dito e poi assumere un analgesico! In ogni modo, se riusciamo a modificare le scritte che vogliamo cambiare (ed esistono molte possibilità), possiamo finalmente aprire con fiducia anche le altre 196 stanze un po’ per volta. Chissà che non ci troviamo l’oro! Nell’eventualità trovassimo un po’ di cose a noi sgradite, le possiamo eliminare. Se, invece, le lasciamo chiuse, ci poniamo noi stessi dei limiti e la nostra crescita rallenta o si blocca. Vorrei ricordare che secondo me (e secondo molti autorevoli ricercatori mondiali, come il dott. Hamer, Claudia Rainville, Lise Bourbeau, tanto per ricordare i più famosi), questi blocchi sono alla base di moltissime malattie croniche che affliggono il genere umano. De La Parra Paz nel suo ottimo libro citato all’inizio, esamina molti aspetti in modo squisitamente liscio e scorrevole, tra cui i vari stili educativi, la conoscenza dei valori dei figli ed il loro potenziale. Leggerlo prima di essere genitori è piuttosto facile e stimolante; leggerlo dopo è un’impresa per i più coraggiosi, ma il mondo ha proprio bisogno di voi! Bravo Eric De La Parra Paz e di nuovo complimenti per il tuo libro! dott. Danilo Vaccai medico chirurgo omeopata-omotossicologo specialista in reumatologia Per ulteriori informazioni possono rivolgersi alla redazione il lunedì e il martedì tel. 055340811, fax 055340814 [email protected] n CHIRURGIA Nuovi e “vecchi” metodi di chirurgia Anche l’intervento di emorroidectomia è meno traumatico La chirurgia ha fatto passi da giganti negli ultimi anni e non solo sul piano tecnico ma anche su quello pratico. Sono state, infatti, le innovazioni tecniche e le nuove acquisizioni scientifiche che hanno permesso di modificare risultati e decorso operatorio di gran parte degli interventi chirurgici. Per esempio, la colecistectomia (cioè l’asportazione della colecisti) è stata rivoluzionata con l’avvento della chirurgia laparoscopica e oggi con tre o quattro piccoli accessi sull’addome è possibile con pochi giorni di degenza postoperatoria, risolvere un problema che fino a pochi anni fa richiedeva numerosi giorni di degenza e forti dolori postoperatori. Non di poco conto è l’impatto sociale, in quanto il soggetto era destinato ad una lunga assenza dal lavoro e ad una ripresa dell’attività lenta e fastidiosa a causa della lunga ferita sull’addome. Ci sono molti esempi analoghi capaci di avvalorare questa realtà e tra questi anche l’approccio chirurgico alla malattia emorroidaria. Oggi, infatti, pur garantendo un buon risultato l’intervento di emorroidectomia si sta scrollando quel fardello di brutti ricordi descritti dai nostri nonni. Nonostante questo il timore e la preoccupazione di sottoporsi a tale procedure resta elevato e solo chi ha subito l’intervento sa quanto sia diventato più semplice affrontare un problema che una volta risolto cambierà finalmente le abitudini della propria vita. Sì perché spesso, le parole convincenti dell’amico operato oppure del medico che ci deve operare, non riescono in ogni modo a precedente12 superare le nostre ansie. Oggi esistono chirurghi qualificati e centri di riferimento specialistici aggiornati sulle moderne tecniche dove, dato l’elevato numero di interventi specifici eseguiti e il continuo aggiornamento, si riesce a proporre qualcosa che fino a ieri era lontano. Il trattamento chirurgico delle emorroidi in ospedale trova schematicamente la sua espressioni in due tipi fondamentali di intervento: da una parte il “vecchio“ intervento di emorroidectomia di Milligan e Morgan con le sue varianti, dall’altra il sempre più diffuso e moderno metodo della suturatrice circolare o stapler, uno speciale strumento capace di interrompere il flusso ematico alle emorroidi creando una linea di sutura circolare di emostasi e al tempo stesso un ricollocamento in sede dei plessi emorroidari. Il primo, insieme ad altri simili interventi provenienti dalla scuola inglese, ha segnato la storia delle emorroidi e consiste in un’eliminazione chirurgica delle emorroidi che partendo dal margine cutaneo anale vengono seguite ed asportate fino all’origine del peduncolo vascolare. I peduncoli seguiti sono generalmente tre e il risultato dell’intervento è la presenza di una triplice ferita sull’ano dall’aspetto di un trifoglio: il trifoglio di Milligan e Morgan. Nel caso invece della suturatrice circolare non vi sono ferite evidenti in quanto l’intervento viene eseguito all’interno del canale anale ad alcuni centimetri dal margine cutaneo mucoso in una sede priva di recettori del dolore. Il risultato è sorprendente in quanto il decorso clinico spesso è caratterizzato da assenza di dolore oppure viene seguito con la somministrazione di un comune blando analgesico. Venendo al lato pratico elenchiamo alcune caratteristiche degne di nota su questi interventi, frutto delle più comuni domande proposte dal paziente candidato all’emorroidectomia. Innanzitutto non sono generalmente necessarie purghe di preparazione, eventualmente un clistere la sera precedente all’intervento. Il paziente si sottopone all’intervento il giorno stesso dell’ingresso in ospedale, onde ridurre al minimo la sua permanenza (uno o due giorni). L’anestesia consigliata è la loco-regionale, anche se in casi selezionati vi è chi adotta l’anestesia locale. Non viene utilizzato più il tampone (che forse rappresenta la preoccupazione più comune). Il giorno seguente all’intervento, la dieta è libera, e il paziente deambula tranquillamente. Successivamente sarà dimesso con una serie di consigli e raccomandazioni. Non si usano costipanti, ma anzi si cerca di favorire l’evacuazione. La prima defecazione (questa è la seconda grande preoccupazione!) e le successive sono praticamente indolori nell’intervento con stapler, lasciano invece una sensazione di bruciore nell’intervento di Milligan e Morgan facilmente trattabile con analgesici e antinfiammatori. Già dal giorno successivo ci si può sedere su sedie e poltrone. Dopo circa 5-6 giorni viene sottoposto ad una visita di controllo. L’attività lavorativa da riprendere in base alla velocità di guarigione, che in linea di massima è condizionata dall’età del paziente e dal grado di malattia emorroidaria operata. È evidente, che emorroidi di grado avanzato, richiedono un intervento più radicale e aggressivo. In questo senso la visita preoperatoria dovrà indirizzare il medico verso il comportamento chirurgico da seguire al fine di garantire il risultato finale e soprattutto il risultato nel tempo, onde scongiurare la possibilità di recidive. La visita comunque non rappresenta solo un momento importante per lo specialista, che prende eventualmente visione del grado e quindi del tipo di intervento da eseguire e consigliare. Deve servire anche al paziente, per fare tutta una numerosa serie di domande che per anni ha tenuto nel cassetto e che nel momento in cui ha preso coraggio (o per buon senso o perché ha raggiunto uno stadio estremo di cui egli stesso si rende conto), vuole chiarire. In questo senso credo che il ruolo dello specialista sia appunto quello di fornire elementi concreti, validi scientificamente, senza forzare il paziente ad una decisione. Sono, infatti, convinto che buona parte dei pazienti non esegue una visita di controllo perché credono di essere inevitabilmente indirizzati all’intervento. Il rialzo del seno mascellare o sinus lift (ma anche sinus augmentation), è una procedura eseguita dai dentisti per aumentare la quantità di osso nell’area dei molari dell’arcata superiore per prepararla all’inserimento di uno o più impianti dentali. La procedura riguarda esclusivamente i pazienti che desiderano inserire impianti in questa zona della bocca. Quando si perdono i molari superiori, la cavità del seno mascellare tende a riavvicinarsi alla cresta mascellare; con il tempo, i bordi della cavità possono avvicinarsi così tanto che non resta più osso per inserire gli impianti. “Rialzando” la membrana che ricopre il pavimento del seno mascellare, il dentista è in grado di aggiungere tessuto osseo trapiantato nella cavità del seno. Dopo che il materiale inserito è diventato solido e maturo, è possibile inserire gli impianti perché la zona trattata è del tutto coerente con l’osso naturale. In alcuni casi è possibile inserire gli impianti direttamente durante la procedura di rialzo del seno mascellare, ma questa decisione spetta al dentista chirurgo assieme al dentista di fiducia ed al paziente. La procedura di rialzo del seno mascellare rappresenta un metodo sicuro e prevedibile per aumentare la quantità di osso necessaria all’inserimento di un impianto dentale. Il Sinus Lift, o rialzo del seno mascellare, è l’atto chirurgico che aggiunge osso alla mascella superiore nella zona dei molari e dei premolari, per renderla più spessa. L’osso viene aggiunto tra la mascella e i seni mascellari posti su entrambi i lati del naso. Per fare spazio per l’osso, si sposta verso l’alto (si rialza) la membrana del seno mascellare. Questa operazione è indicata quando nella mascella non è presente osso sufficiente o i seni sono troppo ravvicinati per poter inserire un impianto. I motivi di questa condizione sono molteplici: n molte persone hanno perso i denti nella mascella, soprattutto i denti posteriori (molari e premolari), vorrebbe inserire uno o più impianti, ma la quantità di osso disponibile non è sufficiente; n a causa dell’anatomia del cranio, la parte posteriore della mascella ha meno osso rispetto alla mandibola; n l’osso è stato perso a causa di una patologia parodontale; una volta persi i denti, inizia il riassorbimento dell’osso, e se i denti sono mancati per lungo tempo, spesso l’osso rimasto è pochissimo; il seno mascellare può essere troppo vicino alla mascella per consentire l’inserimento di un impianto; si osservi che la forma e la dimensione del seno mascellare variano da individuo a individuo, e che il seno tende ad aumentare di dimensione con l’invecchiamento. Il sinus lift è un intervento collaudato che da 15 anni a questa parte viene praticato sempre più spesso e che accompagna il grande successo dell’implantologia. Naturalmente solo un’attenta pianificazione eseguita dal dentista di fiducia assieme al chirurgo specializzato nella tecnica implantologia può evitare complicazioni o rischi inutili. (1. continua sul prossimo numero: la preparazione e la procedura) dott. Cesare Paoleschi informazioni presso la redazione: tel. 055340811 fax 055340814 [email protected] ������� �� ������������ � ��������� � ���� �� � ���� dott. Marco Marranci medico chirurgo specialista in chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia chirurgica digestiva [email protected] informazioni presso la redazione tel. 055340811 fax 055340814 [email protected] successiva14