Ingegneria tessutale Osteogenesi, osteoinduzione, osteoconduzione a cura del Dr. Stefano Guidotti - Firenze L’ingegneria tessutale in ambito ortopedico è un campo interdisciplinare emergente che cerca di rispondere ai bisogni di salute applicando i principi della biologia e dell’ingegneria per lo sviluppo di validi sostituti al fine di mantenere e ristabilire la funzione dei tessuti ossei umani. Questa forma di terapia si differenzia da quella farmacologica standard o dall’uso di trapianti già in uso da tempo, perché implica una vera e propria sinergia e integrazione tra quello che la tecnologia ci mette a disposizione e il corpo del paziente, consentendo tempi di recupero più veloci e il raggiungimento d’obiettivi fin ora preclusi o nemmeno immaginabili. I notevoli recenti progressi, conseguiti nell’ambito della rigenerazione tessutale e dello sviluppo di sostituti biologici in grado di mantenere, ripristinare o migliorare la struttura e la funzione di tessuti umani normali o patologici, hanno riproposto nell’uso quotidiano termini medici e biologici fino a poco tempo fa strettamente relegati all’ambiente scientifico. Ecco di seguito una breve e speriamo chiara descrizione di alcuni termini che riguardano l’applicazione delle nuove tecniche di ingegneria tessutale in ambito ortopedico e traumatologico. Il tessuto osseo, nonostante l’immagine statica e immodificabile che lo caratterizza nell’immaginario popolare, ha invece una sua normale attività di rinnovo e mantiene anche nell’adulto un’alta capacità di rigenerarsi. Per osteogenesi s’intende genericamente la formazione di nuovo osso da cellule preposte appunto a questa funzione. In ambito d’ingegneria tissutale possono essere sfruttate cellule progenitrici già presenti in loco, purché sufficientemente vitali ed in numero sufficiente. In alternativa possono essere utilizzate a questo scopo cellule staminali autologhe, cioè cellule progenitrici delle cellule che producono osso (osteoblasti) , precedentemente prelevate dallo stesso individuo, sottoposte a concentrazione e successivamente riposizionate nella sede in cui sono necessarie. Le cellule staminali hanno grande capacità di differenziarsi in tipi diversi di cellule “funzionali” a seconda del compito che viene loro richiesto. La fonte di approvvigionamento più utilizzata è il midollo osseo, dove si trovano cellule staminali che possono dare origine alle cellule del sangue (globuli rossi, bianchi e piastrine) ma anche a quelle che costituiranno i diversi tessuti connettivi come l’osso, la cartilagine, i tendini ecc. Inoltre, da un punto di vista pratico, il midollo osseo è una fonte accessibile di cellule osteogeniche dal momento che può essere raccolto con una procedura relativamente semplice aspirazione. Per osteoinduzione si intende il processo per cui varie molecole hanno la capacità di determinare una stimolazione delle cellule proposte a formare osso inducendo o incrementando appunto la loro funzione. Inducono la formazione di osso i cosiddetti fattori di crescita e le proteine morfogenetiche. Tra i primi sono ormai utilizzati da tempo quello derivante dalle piastrine (PDGF), quelli simil insulinici, quello endoteliale ed altri. Le proteine morfogenetiche dell’osso appartenenti al tipo TGF-β sono glicoproteine di membrana ottenute per clonazione. Per osteoconduzione s’intende il processo grazie al quale tramite supporti diversi, biologici o sintetici (metalli, ceramici, polimeri, e compositi) si facilita la rigenerazione del nuovo tessuto osseo, fungendo da impalcatura temporanea. Il supporto biologico ideale è rappresentato da osso autologo prelevato da un altro segmento dello stesso soggetto, adeguatamente preparato. In altri casi si può ricorrere ad osso di banca, cioè omologo, disponibile in diversi formati e in abbondanza se necessario. In ogni caso possono essere associati i fattori di crescita prima ricordati. Altre volte si ricorre a supporti sintetici, biocompatibili, detti scaffold su cui colonizzano e funzionano le cellule osteogeniche e i fattori di crescita. Un elemento indispensabile alla buona riuscita della riparazione, specie di fronte a grosse perdite di sostanza, è costituito da una buona vascolarizzazione. torna ad argomenti torna a www.stefanoguidotti.it