apicoplastica mediante utilizzo di rete in prolene in pazienti portatori

APICOPLASTICA MEDIANTE UTILIZZO DI RETE IN PROLENE IN PAZIENTI
PORTATORI DI PROTESI PENIENA CON TENTATIVO DI ESTRUSIONE PER
EROSIONE DELL’APICE CAVERNOSO
Luigi Rolle, Carlo Ceruti, Massimiliano Timpano, Omidreza Sedigh, , Elisa Galletto, Marco
Falcone, Dario Fontana
Introduzione
Tra le complicanze della chirurgia protesica, l’infezione della protesi è sicuramente la più
temibile, ma non meno importante va considerato il rischio di estrusione protesica, legato
al decubito che in alcuni casi i cilindri protesici esercitano sull’apice dei corpi cavernosi,
causandone l’erosione.
Materiali e Metodi
Negli ultimi 3 anni, sono giunti alla nostra osservazione 12 casi di decubito distale di
cilindri protesici, con grave atteggiamento SST del glande. 8 pazienti sono portatori di
impianto protesico semirigido del pene; 4 pazienti sono portatori di impianto protesico
gonfiabile del pene (uno bi-componente, 3 tri-componenti). In 4 casi, la caduta dorsale del
glande ha lasciato esposti entrambi i corpi cavernosi ed in 1 di questi due era evidente una
diastasi dei corpi cavernosi. I pazienti sono stati sottoposti tra novembre 2009 e maggio
2011 ad apicolpastica dei corpi cavernosi utilizzando una rete in prolene (Herniamesh in
10 casi, Gynemesh in 2 casi), dopo disassembly del glande dagli apici. Nel paziente con
diastasi dei corpi cavernosi, è stata inoltre posizionata a livello del III medio del pene una
benderella di SIS, al di sotto dell’uretra e del fascio vascolo-nervoso. È stata quindi
eseguita la glandulopessi.
Risultati
Il tempo operatorio medio è stato di 2.5 ore. Tra le complicanze post-operatorie,
segnaliamo: la comparsa di un’escara che ha coinvolto dalla seconda giornata postoperatoria la mucosa del glande in 2 pazienti; a risloluzione spontanea nel giro di 20
giorni. In tutti e 8 i pazienti è stato particolarmente evidente l’edema cutaneo che ha
coinvolto il III distale del pene, cui è infine residuato un incremento della circonferenza del
pene. Non si sono ad ora segnalati casi di infezione protesica, né di ematomi penoscrotali. 10 pazienti hanno ripreso l’attività sessuale. Intutti i pazienti il glande è in asse.
Conclusioni
L’apicoplastica con rete in prolene è un intervento lungo, complesso, da eseguire con
prudenza per il rischio di lesione uretrale, laddove i piani si confondono particolarmente.
Le complicanze possono essere gestite in modo conservativo ed è indispensabile un
adeguato periodo di astinenza dall’attività sessuale. Non irrilevante è l'allargamento
circonferenziale che si ottiene con questo intervento.
Lo studio ha avuto finanziamenti :
No