Indice ipertestuale Il passato Un po di storia 5 La Federazione La Federazione Trentina delle Cooperative 11 Consumo La cooperazione di consumo 17 Sait 19 Credito La cooperazione di credito 21 Cassa Centrale delle Casse Rurali Trentine 23 Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine 25 Agricole La cooperazione agricola Cantine sociali Cavit Consorzi ortofrutticoli Apot Caseifici sociali Concast Trentingrana Federazione Allevatori Lavoro-Sociali-Servizio-Abitazione Cooperative LSSA Cooperative di Lavoro Consorzio Lavoro Ambiente Cooperative di servizio Cooperative sociali Consolida Cooperative di abitazione Consorzio provinciale per labitazione Acli Casa G.Veronesi Le collegate Associazione giovani cooperatori trentini Formazione e Lavoro Cooperfidi Promocoop trentina Cooperazione Salute Ascot 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 56 57 59 60 61 62 63 4 Un po di storia Le origini risi dell’agricoltura, tracollo dell’industria e forte emigrazione dalle valli verso la città, per sopravvivere. Così si presenta, sul finire dell’Ottocento, il quadro economico sociale del Trentino. L’agricoltura soffriva a causa della frammentazione dei terreni, dell’arretratezza delle colture, delle alluvioni e delle nuove malattie, come la peronospora e l’oidio della vite, o la pebrina del baco da seta. Dal canto suo l’industria lamentava una condizione di marginalità. A seguito del cambiamento di confini dovuto alle guerre - nelle quali l’impero austroungarico aveva perso prima la Lombardia (1859), poi il Veneto (1866) - il Trentino si era trovato a passare bruscamente da territorio centrale della parte sud-occidentale dell’impero, a territorio di C confine. Questo provocò nell’industria una grave crisi che si ripercosse su tutta la filiera tessile fino alle campagne, dove veniva allevato il baco da seta. Lo spostamento lungo le direttrici del fondovalle delle vie di comunicazione che prima attraversavano i passi alpini, mise in crisi l’economia di intere vallate. L’emigrazione diventò quindi una dura necessità per sopravvivere, con forti ripercussioni sull’unità delle famiglie e delle comunità. In questo contesto, la cooperazione fu la reazione alla condizione di fame, miseria e usura del tempo: una vera e propria rivoluzione popolare pacifica. Fondatore della cooperazione in Trentino fu don Lorenzo Guetti, sacerdote nato a Vigo Lomaso, nelle Giudicarie esteriori, nel 1847 e morto a Fiavè nel 1898. La sua opera era stata preceduta da 5 una vasta azione di promozione cooperativa a cura della Sezione di Trento del Consiglio provinciale dell’agricoltura. Quest’ultimo era un ente di emanazione governativa, che presiedeva all’organizzazione e al miglioramento del settore agricolo, anche attraverso l’opera dell’Istituto agrario di S. Michele all’Adige. Allora i tecnici si spostavano di paese in paese per insegnare ai contadini le moderne regole agricole e i principi della cooperazione. Don Guetti stesso, che era, fra l’altro, un valente tecnico, fu presidente del Consorzio agrario di S. Croce di Bleggio e membro della Giunta provinciale della Sezione di Trento del Consiglio provinciale dell’agricoltura. I pionieri Accanto a don Guetti, fra i padri fondatori della cooperazione troviamo nomi come quello di don Silvio Lorenzoni di Brez (che per primo tradusse dal tedesco e diffuse le idee e gli statuti Raiffeisen), del barone Mersi (presidente del Consiglio provinciale dell’agricoltura e vicepresidente della Federazione dei Consorzi Cooperativi), di don Giovan Battista Panizza (che succederà a don Guetti alla presidenza della Federazione) e dell’ing. Emanuele Lanzerotti di Romeno (fondatore dei consorzi elettrici, del Sindacato Agricolo Industriale Trento e delle coope- 6 rative di lavoro). Fra i primi cooperatori si annoverano molti sacerdoti, sia perché la cooperazione si ispirava ai valori di solidarietà e di fratellanza evangelici, sia perché, vivendo molto vicino alla povera gente, questi curati e parroci di paese erano un importante punto di riferimento e infondevano fiducia nella riuscita dell’impresa. L’emanazione della enciclica “Rerum Novarum” (1891) da parte del papa Leone XII diede un ulteriore impulso allo sviluppo della cooperazione trentina. La prima cooperativa di consumo fu fondata a S. Croce di Bleggio, proprio da don Guetti nel 1890 e assunse il nome di “Famiglia cooperativa” per significare l’assenza di fini Il passato speculativi dall’impresa cooperativa e per sottolineare che, come in una famiglia, i diritti e i doveri del singolo non dovevano essere annullati per il fatto di essere in società. Il nome, inoltre, prospettava il clima di concordia e di aiuto reciproco che dovrebbe esistere in una famiglia. Due anni dopo, nel 1892, venne fondata a Quadra, nel Bleggio superiore, dove don Guetti era curato, la prima Cassa Rurale. Di fronte alle gravi condizioni di usura e di strozzinaggio e alla difficoltà di reperire prestiti, soprattutto senza dover dare onerose garanzie, le Casse Rurali, cooperative di credito, rappresentarono un formidabile strumento di rinascita dell’agricoltura trentina e di accumulazione a favore delle economie locali. fondata la Federazione Trentina delle Cooperative, della quale Don Lorenzo Guetti fu il primo presidente. Ad essa fece seguito la formazione di consorzi di secondo grado, con il preciso compito di coor- La fase di sviluppo L’avvio della cooperazione fu lento, prudente, difficile, ma a partire dal 1893 si assiste quasi ad un’esplosione del movimento. Negli anni a cavallo del secolo nascono nel Trentino decine e decine di cooperative di consumo, di credito e agricole. Praticamente non c’è valle o paese dove non si fondi una cooperativa. Per dare unità e nel contempo creare una sorta di rete cooperativa, quando le società raggiunsero quota cinquanta (era il 1895), venne dinare e collegare settorialmente le coop socie. Il primo in ordine cronologico fu il Banco di S. Vigilio (1898), con funzioni di Cassa Centrale delle Casse Rurali, poi sostituito in questo ruolo dalla Banca Cattolica; seguirono nel 1899 il Sindacato Agricolo Industriale Trento (S.A.I.T.), magazzino 7 centrale delle Famiglie cooperative; nel 1908 l’Unione Trentina delle Imprese Elettriche (UTIE) che raggruppava i numerosi consorzi elettrici ed infine la Società “Cantine Riunite”, ideata come centrale cooperativa vinicola della Vallagarina. La storia della cooperazione in Trentino non è sempre stata facile o tranquilla. L’ampiezza del movimento, il suo peso politico e sociale, fecero sorgere diversità di vedute fra chi voleva che la cooperazione rimanesse “neutra”, cioè libera da condizionamenti religiosi e politici, e chi, “i confessionali”, la voleva, invece, anche formalmente rispettosa del carattere cattolico e come base sulla quale costruire il partito popolare dei cattolici. Nel congresso di Mori, del 1899, prevalse questo secondo indirizzo. Certo, le divisioni politiche non rallentarono lo sviluppo della cooperazione che, già nel 1902, contava ben 167 Famiglie Cooperative e 131 Casse Rurali, oltre ad altri tipi di società, come Cantine sociali, Consorzi elettrici e Caseifici sociali. Le ferite dei conflitti Alla vigilia della prima guerra mondiale i sodalizi cooperativi associati alla Federazione erano ol- 8 tre cinquecento e il grado di efficienza raggiunto dal sistema era davvero notevole. Dopo i difficili anni del primo conflitto, dal quale la cooperazione trentina uscì fortemente provata, il movimento riprese slancio e vigore e nel volgere di poco tempo assurse a livelli mai prima raggiunti, con un consistente apporto di cooperative di produzione e lavoro fra artigiani e operai che operarono prevalentemente per la ricostruzione. Con l’avvento al potere del fascismo il movimento, però, dovette subire un altro duro colpo. In particolare attraverso l’accentramento obbligatorio negli organismi statali, con il controllo politico dall’esterno e con la divisione della Federazione (vennero scorporate le Casse Rurali), la cooperazione trentina perse la propria autonomia. I principi dell’associazione volontaria e della partecipazione democratica dal basso vennero così compressi e mortificati. Il movimento cooperativo accusò poi i contraccolpi, negli anni Trenta, della grave crisi che portò anche alla liquidazione della Banca del Trentino Alto Adige. Diverse società cooperative furono travolte con gravi ripercussioni per la popolazione locale e per l’immagine del movimento. Per questo l’opera di recupero fu particolarmente lenta e faticosa e Il passato nuovamente interrotta dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Superata anche questa tragedia, la cooperazione poté godere di un periodo relativamente tranquillo. Il dopoguerra Nel 1945 venne ricostruita l’unità della Federazione e, con la nascita degli istituti autonomistici - la Regione prima e la Provincia poi - venne avviata un’attività legislativa di sostegno alla cooperazione che creò il terreno favorevole per una nuova fioritura del movimento. Fu in quegli anni che partì una più intensa azione formativa, accompagnata dal potenziamento degli strumenti di assistenza tecnica, legale, amministrativa e revisionale, dall’ammodernamento delle infrastrutture ed infine da un’efficiente opera di coordinamento ed assistenza sul versante tecnico-commerciale. Negli ultimi decenni non sono mancati i momenti difficili: sono state numerose le crisi economiche che hanno scosso il Trentino, ma esse hanno rivelato, ancora una volta, la forza solidaristica della cooperazione, i cui settori più violentemente colpiti sono stati sostenuti ed aiutati da quelli più solidi. La storia della cooperazione coincide quindi con la storia del- 9 le popolazioni trentine, che seppero risollevarsi dalle difficoltà e dalle miserie con un rinnovato spirito di solidarietà e di autonomia. La fusione con Legacoop Il 2000 ha segnato una data importante per il mondo cooperativo trentino. È stato infatti l’anno dell’unione del movimento, sancita con la fusione tra Federazione e Legacoop trentina. La Lega Trentina delle Cooperative era stata costituita nel 1980 per dare risposte a categorie e ceti di cittadini e utenti che vivevano in quegli anni situazioni di disagio economico sociale, in particolare nel mondo del lavoro e della tutela dei diritti dei consumatori. La speciale natura della Federa- 10 zione ed in particolare la sua radicata autonomia rispetto al contesto nazionale sia in termini di sviluppo storico sia in ambito politico istituzionale, ha consentito di raggiungere l’unitarietà del movimento, fatto unico nel panorama nazionale. Questo processo è stato possibile inoltre a seguito delle sinergie intervenute tra imprese e consorzi che hanno sperimentato nelle loro relazioni economiche, commerciali ed imprenditoriali i vantaggi dell’unità e della semplificazione associativa nella rappresentanza e tutela degli interessi generali del movimento. La Lega ha portato in dote un patrimonio di 40 cooperative, 7.500 soci, 1.000 occupati (dei quali 300 soci lavoratori) che producono circa 67 milioni di euro di fatturato annuo. La Federazione Trentina delle Cooperative uore della cooperazione attiva in provincia, la Federazione Trentina delle Cooperative raggruppa oltre 630 società cooperative. Di queste circa 120 operano nel settore agricolo, 104 nel consumo, 66 nel credito e 340 nell’ambito del sociale, lavoro, servizi e abitazione (dati gennaio 2002). Con sede a Trento, in via Segantini 10, la Federazione ha compiti di rappresentanza, tutela, assistenza, revisione, coordinamento ed integrazione delle cooperative aderenti. Attraverso la formazione dell’uomocooperatore e la promozione degli C ideali soprattutto fra la gioventù, essa contribuisce anche a mantenere vivo il patrimonio di storia e di solidarietà sociale del popolo trentino. Federazione Trentina delle Cooperative Via Segantini, 10 - Trento Tel: 0461 898111 - Fax: 0461 985431 8: www.ftcoop.it 11 L’attività La Federazione gestisce un complesso di uffici e servizi che vanno dall’assistenza alla revisione; dalla comunicazione all’educazione cooperativa nelle scuole; dallo studio e promozione di nuove forme cooperative alla consulenza nell’ambito dei problemi fiscali, legali e di lavoro. Uno specifico ufficio si occupa dello studio dei dati e risultati, orientato all’individuazione di strategie paga mensili, delle pratiche connesse alla convocazione delle assemblee dei soci e dei consigli d’amministrazione, ma anche della vidimazione iniziale e annuale dei libri sociali in uso presso le singole coop. Nel corso dell’anno, inoltre, espleta le pratiche necessarie al rilascio e al rinnovo di licenze ed autorizzazioni, porta la sua assistenza nelle vertenze sindacali, rappresenta la società al momento della stipula dei contratti collettivi di lavoro e si reca, di crescita e di sviluppo di iniziative cooperative in risposta ai bisogni emergenti della società. Ma forse ci si può fare un’idea più precisa del vasto lavoro di assistenza a supporto dell’attività delle associate sapendo che la Federazione compila e deposita ogni anno il bilancio di fine esercizio e la dichiarazione dei redditi per quasi tutte le associate, così come si occupa della compilazione delle dichiarazioni Iva, dei cedolini attraverso i suoi professionisti, direttamente presso la sede della cooperativa socia per effettuare gli interventi di natura specifica (contabile, legale, fiscale ecc.). Non solo: dal punto di vista della consulenza la Federazione opera su vari rami. Da un lato istruisce le pratiche di richiesta di contributo e di finanziamento in base alle leggi europee, statali, regionali e provinciali, suggerendo le migliori strategie d’accesso. Dall’altro fornisce un 12 La Federazione supporto nelle progettazioni di nuove sedi ed impianti, nonché negli ammodernamenti ed ampliamenti. I nuovi servizi Nell’ambito dei servizi di più recente istituzione vanno annoverate nuove opportunità di alto calibro professionale offerte alle cooperative socie. Nel settore del credito, per esempio, sono stati attivati i servizi di certificazione legale dei bilanci, di consulenza per i controlli interni (Internal Audit) e organizzativa. Nel consumo, invece, è partita la prestazione di consulenza sull’applicazione della legge 626 (sicurezza sul posto di lavoro), sull’Haccp (autocontrollo igienico sanitario) e sul controllo di gestione. A tutto ciò vanno aggiunti i servizi trasversali, quindi il progetto soci, i progetti europei, nonché il piano di comunicazione. Tutti questi mirano ad offrire una nuova risposta al socio, realizzando delle sinergie di settore per proporre servizi innovativi o affinare quelli esistenti, ma anche per entrare in nuovi mercati e imparare a conoscere ed utilizzare le opportunità della normativa europea. I consorzi di secondo grado La struttura di secondo grado della cooperazione, fondata dai consorzi fra le cooperative dello stesso ramo, è stata razionalizzata e resa più efficiente, per fornire alle cooperative di base nuove forme di supporto e servizio, in un’ottica di modernità. Tra i consorzi vanno citati il Sait, a servizio delle coop di consumo, la Cassa Centrale delle Casse Rurali Trentine, istituto provinciale di coordinamento operativo del settore del credito cooperativo, il Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine, che gestisce attraverso la Phoenix Informatica bancaria spa i servizi informatici per le Casse Rurali, la Banca Agrileasing, società del gruppo Casse Rurali Trentine che si occupa della locazione finanziaria dei più diversi tipi di beni, esclusi gli autoveicoli, l’Ascot, compagnia di assicurazione del movimento, il consorzio Concast Trentingrana Formaggi Trentini, la cui attività è diretta soprattutto alla qualifica e alla difesa della tipicità della produzio- 13 ai dipendenti delle imprese cooperative, sia ad amministratori, sindaci e soci, Promocoop trentina, società senza scopo di lucro che gestisce il Fondo Mutualistico del movimento, l’Associazione Giovani Cooperatori Trentini, per divulgare gli ideali cooperativi e promuovere la cooperazione fra le giovani generazioni. Nuovi settori ne lattiero-casearia trentina, la Ca’vit, centrale di lavorazione e di imbottigliamento del vino trentino conferito dalle tredici Cantine Sociali aderenti, l’Apot, che raggruppa i magazzini della frutta al fine di valorizzare e difendere la produzione trentina, costituita soprattutto da mele e piccoli frutti, la Federazione Provinciale Allevatori, che si occupa della selezione e dello sviluppo del patrimonio zootecnico provinciale, il Consorzio provinciale per l’abitazione Acli Casa G. Veronesi, che associa una trentina di cooperative edilizie, il Cla (Consorzio Lavoro Ambiente), tra le cooperative boschivoforestali ed ecologico-ambientali, il Consolida, tra le cooperative di solidarietà sociale, la Cooperfidi, cooperativa provinciale garanzia fidi, Cooperazione Salute, società di mutuo soccorso, Formazione e Lavoro, società che si occupa dell’organizzazione di corsi di formazione rivolti sia 14 Accanto ai settori tradizionali del credito, del consumo e dell’agricoltura, nuovi settori si sono affacciati nei tempi recenti all’orizzonte della cooperazione, in particolare nel campo della produzione, lavoro e servizi. È ciò che va sotto il nome di “nuova domanda cooperativa”. Essa da una parte è una risposta alle crisi e alle tensioni della società industriale-capitalistica e dall’altra è la reazione a una eccessiva presenza e burocratizzazione dello Stato assistenziale nella società civile. Una nuova spinta propulsiva si è manifestata anche nel campo del turismo, settore strategico per il Trentino, dove le cooperative che già vi operano come responsabili di servizi specifici hanno progettato un coinvolgimento più massiccio che, oltre a dar spazio alla nascita di nuove cooperative, potrà condurre anche alla gestione diretta delle strutture ricettive. La cooperazione oggi, collocandosi a metà strada fra il pubblico e il privato, si pone quindi come opportunità La Federazione concreta di autogestione e di autoresponsabilizzazione dei singoli e della comunità, contribuendo alla ricerca di una identità e di una sicurezza sociale, che possa offrire a tutti un futuro più sereno. I Progetti Progetto Soci I soci costituiscono le fondamenta del movimento cooperativo. Per rinsaldare il loro senso d’appartenenza e riscoprire gli ideali e le motivazioni che li hanno spinti a diventare cooperatori, ma anche per aprire la porta ai giovani che si riconoscono in questo spirito, la Federazione ha avviato nel 1997 il Progetto Soci, che coinvolge trasversalmente tutti i settori d’attività. Il progetto è impostato lungo sei linee d’azione (informazione, formazione, educazione, senso di appartenenza, fidelizzazione e impegno sociale) e si realizza concretamente attraverso le idee e l’opera di alcuni gruppi di lavoro. Nel corso del 2002 sarà anche attivata una carta speciale (Carta Valore Cooperazione), di servizio ai vari settori della cooperazione, per valorizzare ancora di più il senso d’appartenenza. Continueranno, inoltre, le serate informative su tematiche d’interesse generale (alimentazione, giovani ecc.) rivolte ai soci che saranno raggiunti anche attraverso pubblicazioni ad hoc. Progetti Europei La Federazione ha avviato questi progetti perché consapevole che in molti casi è attraverso il confronto con una dimensione internazionale che si riesce a rendere competitiva una piccola realtà locale e a coniugare la necessaria tensione alla globalizzazione con la salvaguardia delle identità e delle differenze. Realizzare un progetto europeo non significa soltanto avere la possibilità di accedere a linee di finanziamento preferenziali. Consente, infatti, di essere “precompetitivi”, cioè di lavorare per il futuro. La Federazione offre in questo senso tutta la consulenza necessaria per costruire un progetto europeo, presentare le pratiche di richiesta di finanziamento e renderlo operativo. 15 Progetto Educazione cooperativa L’Ufficio per l’educazione cooperativa ha incrementato notevolmente la mole di attività in questi ultimi anni, con iniziative formative dedicate agli insegnanti e anche agli studenti. L’obiettivo è quello di gettare il seme cooperativo nelle nuove generazioni, affinché conoscano prima ed imparino ad apprezzare poi le modalità operative e i valori propri del movimento. Lo strumento, invece, è quello della realizzazione di associazioni cooperative scolastiche su temi e attività d’interesse per i giovani trentini, come ad esempio la gestione della biblioteca scolastica, la raccolta ed elaborazione di dati, le ricerche storiche su argomenti cooperativi ecc. Attraverso questo sistema i ragazzi, infatti, possono formare una cooperativa a tutti gli effetti, con organi sociali, aspetti amministrativi (bilancio ecc.) e gestionali. 16 Progetto Comunicazione Nove trentini su dieci considerano la cooperazione in maniera positiva. Comunicare le iniziative, far conoscere presso l’opinione pubblica il mondo cooperativo è lo scopo del progetto che si avvale dell’attività dell’Ufficio stampa e comunicazione. Tale ufficio si propone di raccogliere tutto quanto accade nel movimento cooperativo trentino e comunicarlo all’esterno, attraverso i rapporti con i mezzi di comunicazione, e all’interno del sistema facendo circolare le informazioni sul mensile “La Cooperazione trentina”, la newsletter settimanale “La Cooperazione trentina flash” e il sito Internet www.ftcoop.it. Inoltre fornisce consulenza alle associate per la redazione e stampa di pubblicazioni, organizzazione e presentazione di eventi, conferenze stampa e in generale per tutto quanto attiene la comunicazione. La cooperazione di consumo uasi 330 punti vendita. Questo il dato più significativo della cooperazione di consumo in Trentino, considerando che i comuni sono 223 e che in 130 paesi la Famiglia Cooperativa è l’unico negozio presente. Questo settore della cooperazione, dunque, assomma al servizio commerciale quindi fornire ai soci i beni di cui necessitano con garanzia della qualità ed al minor costo possibile - quello sociale, dando risposta in modo capillare alla fascia di consumatori che ha problemi a spostarsi. Un servizio che il normale negozio privato non riuscirebbe a sostenere. Con oltre 40.000 soci, 1.000 dipendenti, circa 256,5 milioni di euro di fatturato complessivo, le 103 Famiglie Cooperative sono state oggetto negli ultimi anni di numerosi processi di fusione, che hanno portato Q ad una razionalizzazione aziendale ma non certo al ridimensionamento dei punti vendita che, anzi, sono aumentati. La rete fa perno su un sistema di acquisti collettivi realizzato dal consorzio provinciale di secondo grado (Sait), che nel ’93 è diventato 17 socio di “Coop Italia”, il più grande gruppo d’acquisto a livello nazionale. In Trentino i negozi della cooperazione di consumo si chiamano “Famiglie Cooperative”, una denominazione assai appropriata perché rispecchia una situazione storica e di funzionamento, che non si riscontra in altre province. Praticamente non vi è casa che non abbia vicino, entro un raggio di pochi chilometri, una cooperativa di consumo. La distribuzione geografica è assai capillare e dà una prima giustificazione al nome di “Fa- 18 miglia Cooperativa” che si trova anche nelle zone marginali, cioè nei paesi più lontani dai grossi centri dove l’operatore privato non trova convenienza ad esercitare attività nel settore della distribuzione. In origine le Famiglie Cooperative operavano in un ambiente prevalentemente agricolo e la loro funzione era anche quella di centri di raccolta e di vendita dei prodotti dell’agricoltura locale. Oggi la situazione è cambiata, ma l’impostazione economico-amministrativa è rimasta quella di allora. I soci continuano ad esprimere l’assemblea, dalla quale viene eletto il consiglio di amministrazione; inoltre il fine sociale, come in passato, viene perseguito senza perdere di vista i criteri di una sana gestione economica, anche se la cooperativa non ha scopo di lucro. Uno degli obiettivi di fondo che la cooperazione di consumo del Trentino si prefigge è di rendere concreta la partecipazione del socio consumatore alle scelte di politica alimentare influendo quindi sulla produzione. Un’idea già presente alle origini ma che oggi, in considerazione delle insidie che si annidano nel settore alimentare, diventa più che mai attuale. Basti pensare al rifiuto dei prodotti derivati da organismi geneticamente modificati e, per contro, alla promozione del biologico. Consumo Sait a denominazione Sait - Sindacato Agricolo Industriale Trento - con la quale è stato costituito nel 1899 il consorzio delle cooperative di consumo del Trentino, esprime l’idea, lo spirito e gli scopi che animarono l’iniziativa. L’idea era quella di legare insieme le Famiglie Cooperative soprattutto nel momento degli acquisti. Lo spirito era quello di una grande famiglia che nella solidarietà esprime la forza derivante dall’unione e dall’integrazione delle risorse delle singole cooperative componenti. Gli scopi, infine, puntavano a porre al servizio della popolazione trentina e della sua economia agri- L cola, allora prevalente, una struttura che favorisse, oltre agli approvvigionamenti di beni di consumo per i soci e di beni strumentali per le loro aziende, il collocamento e la trasformazione dei prodotti locali, e, infine, il sorgere di impianti industriali per beni di prima necessità. L’aver intuito fin dall’inizio queste necessità resta uno dei momenti più qualificanti della cooperazione di consumo trentina. Se pensiamo che Sait Via Maccani, 162 - Trento Tel: 0461 808100 - Fax: 0461 823564 8: www.sait.it 19 essa ha anticipato di settant’anni quello che il settore distributivo è andato facendo nell’ultimo decennio con le unioni volontarie e con i consorzi d’acquisto, abbiamo la misura della preparazione e della concretezza dei fondatori del Sait. Questo si può verificare constatando come sia ancora capillare la presenza della cooperazione trentina e quale sia la sua consistenza; se raffrontiamo tale situazione con quella di altre zone assimilabili alla nostra, dobbiamo attribuire alla presenza del consorzio un ruolo determinante nell’aver garantito nel tempo l’esistenza di iniziative ormai centenarie. Oggi il Sait come centro distributivo della Cooperazione di Consumo trentina opera nell’area merceologica food e non food con oltre 30.000 mq. di magazzini e più di 250 addetti. Dal 1993, è stato definito ed attivato un accordo di collaborazione commerciale con Coop Italia, di cui ha l’esclusiva per il Trentino. Il Sait sviluppa e coordina una serie integrata di funzioni che si esplicano nell’acquisto dei prodotti e quindi nella contrattualistica centralizza- 20 ta, nel ricevimento e stoccaggio della merce e nella distribuzione e consegna dei prodotti alla rete di vendita con oltre 350 consegne giornaliere (Famiglia Cooperativa – Supermercati Trentini – Liberty non food – Gol affiliati). Inoltre sviluppa la propria attività anche in servizi rivolti alla rete di vendita che ne consolidano e specificano la missione nell’ambito del territorio di competenza. Si tratta di servizi commerciali, di marketing strategico ed operativo, d’assistenza tecnico – gestionale ed analisi di mercato, d’informatica, di progettazione e merchandising del punto vendita, ma anche laboratorio di formazione e servizi immobiliari con Coopersviluppo. L’evoluzione del Sait e della rete di vendita continua nella realtà della distribuzione evoluta esprimendosi nella prossima apertura (2002) a Trento di un nuovo esercizio con la formula Superstore in partnership con Coop Nordest. L’esistenza di punti di vendita del Sait sia nelle città sia nelle vallate del Trentino, oltre alla modernità gestionale dell’offerta, vuole dare seguito ad un’esperienza sociale e culturale, soprattutto là dove, per il continuo variare della composizione della popolazione o per le situazioni ambientali che non favoriscono la conoscenza e l’aggregazione, non sorgono o hanno vita difficile le presenze cooperative di base. La cooperazione di credito e Casse Rurali Trentine con 850 amministratori e circa 77.000 soci testimoniano lo stretto legame con la comunità locale: 164 soci ogni mille abitanti con una crescita della base sociale, nell’ultimo decennio, del 36%. In Trentino sono presenti 62 Casse Rurali, con un servizio di 349 sportelli e più di duemila dipendenti per dare sostegno allo sviluppo delle comunità. Grazie a questo profondo radicamento nel tessuto produttivo L che lo circonda, il credito cooperativo gode di un legame stretto con la realtà imprenditoriale. Per la famiglia e la piccola e media impresa, la Cassa Rurale si rivela l’istituto di riferimento ed un valido partner di sviluppo, nelle scelte finanziarie, economiche e commerciali. In termini quantitativi, circa 4,5 miliardi di euro di crediti vengono erogati dal sistema a favore delle famiglie e delle imprese. Il credito viene erogato in forma semplice, senza eccessiva burocrazia, in modo rapido e alle migliori condizioni economiche possibili soddisfacendo anche la clientela meno abbiente. In quanto cooperativa, la Cassa Rurale valuta i debitori dando priorità ai requisiti di onestà del socio e di validità dell’impresa da finanziare, anziché soffermarsi unicamente sull’entità delle garanzie patrimoniali. E questo accentua il ruolo so- 21 ciale e di incidenza della Cassa Rurale nell’economia della zona di competenza. Sul versante dell’ intermediazione la “raccolta complessiva” (diretta + indiretta) ammonta a circa 10 miliardi di euro. Iscritto nei bilanci delle Casse Rurali, risulta poi più di 1 miliardo di euro di mezzi patrimoniali; una ric- associazionismo particolarmente vivace. Il valore aggiunto prodotto e distribuito a favore del contesto sociale della comunità locale ammonta a circa 9,8 milioni di euro. In termini di apporto all’occupazione il sistema creditizio cooperativo negli ultimi 10 anni ha accresciuto di oltre il 21% i propri organici. Comples- chezza costituita in prevalenza da “riserve indivisibili” ovvero da un bene di pertinenza mutualistica e comunitaria, posto a supporto dello sviluppo delle società e del loro territorio di riferimento. Questa caratteristica distintiva del credito cooperativo che afferma la propria peculiarità attraverso un impiego prevalente delle risorse economiche a favore della Comunità locale si riscontra anche in altre dimensioni. Perché la Cassa non è solo il forziere preferito (quota di mercato del sistema: 62% della raccolta e 58% degli impieghi) ma anche una presenza attiva nel sostenere le tante iniziative frutto di un sivamente il personale dipendente del movimento del credito cooperativo trentino ha superato le 2.100 unità, a cui va aggiunto l’impegno degli Amministratori e dei Sindaci delle Casse Rurali Trentine (circa 850 persone), che porta a quasi tremila i soggetti attivi ai vari livelli del sistema. I numerosi processi di fusione avvenuti nell’ultimo decennio nel settore, hanno ridotto il numero delle Casse Rurali da 101 a 62. Questo numero è destinato a scendere ancora, in virtù di un processo di accorpamento che è stato approvato dalla maggioranza assoluta degli istituti di credito cooperativo. 22 Credito Cassa Centrale delle Casse Rurali Trentine a Cassa Centrale delle Casse Rurali Trentine è stata costituita nel 1974 dalle 133 Casse Rurali allora operanti in Trentino (oggi sono 62) con il compito di coordinare e sostenere l’azione di raccolta del risparmio e di esercizio del credito delle Casse, potenziando e integrando la loro attività, sviluppando e migliorando i servizi, svolgendo a loro favore opera di assistenza finanziaria, creditizia e tecnica. Di grande rilievo sono in particolare le funzioni di supporto operativo e di consulenza nell’ambito L dei mercati finanziari, con la predisposizione di prodotti molto evoluti e diversificati per coprire ogni necessità dei clienti in questo settore, l’opera di collegamento verso i mercati di tutto il mondo per le esigenze di operatività personale ed aziendale della clientela, l’intervento nel campo dei finanziamenti, sia a favore delle Associa- Cassa Centrale delle Casse Rurali Trentine Via Segantini, 5 - Trento Tel: 0461 313111 - Fax: 0461 239973 8: www.cr-surfing.net 23 te che – in occasioni particolari per loro clienti anche con operazioni da gestire in pool con le Casse stesse. Crescente impegno è rivolto a prodotti e procedure informatiche nell’ambito dei servizi di incasso e pagamento, della gestione delle tesorerie degli Enti locali e della disponibilità di servizi innovativi per le imprese. Cassa Centrale è impegnata nella gestione dei rapporti con le istituzioni pubbliche e private, le associazioni di categoria e altre di diversa natura; interviene con propri fondi in attività qualificate di sponsorizzazione di eventi ed attività culturali/sociali/sportive; nell’ambito dell’attività di marketing sviluppa nuovi servizi e prodotti, gestisce le campagne pub- 24 blicitarie di gruppo e affianca le Casse per le necessità aziendali in questo settore. Con la rete di “referenti commerciali”, nuova figura specialistica presso ogni Cassa Rurale, interviene a valorizzare e ottimizzare le attività rivolte alla clientela. Collabora da tempo anche con numerose banche di credito cooperativo extra provinciali, in particolare del Nordest. Per favorire il miglior raccordo in tal senso, è stato istituito a Padova, presso la Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo, un apposito ufficio di rappresentanza di Cassa Centrale. Cassa Centrale ha un patrimonio di 93 milioni di Euro; a fine 2001 l’organico era composto da 146 dipendenti. Credito Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine ato come società consortile delle Casse Rurali negli anni Settanta, il Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine si è convertito all’informatica a partire dal 1986, diventando in quindici anni una delle più importanti sofware house del credito cooperativo in Italia. Il Fondo Comune fornisce alla Cassa Centrale e alle Casse Rurali tutti i servizi informatici che consentono all’istituto di svolgere il proprio ruolo di interfaccia del credito cooperativo trentino verso il sistema bancario nazionale e internazionale. Gli istituti, dal canto loro, colla- N Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine Via Segantini, 18 - Trento Tel: 0461 874111 - Fax: 0461 874123 8: www.fccrt.it borano con il Fondo all’aggiornamento del prodotto in base alle esigenze della clientela. Dal primo gennaio 2002 il Fondo Comune ha conferito la sua attività ad una nuova società per azioni, denominata Phoenix Informatica Bancaria spa. Si tratta di una svolta epocale: la cooperativa infatti si è trasformata in una holding della 25 partecipata società per azioni. Il Fondo Comune, che nel 2001 ha realizzato un fatturato di quasi 24 milioni di euro, è socio al 99,97% con un apporto di capitale sociale di 8.100.000 euro. Le altre partecipazioni riguardano in parti uguali pari allo 0,015% la Federazione Trentina delle Cooperative e la Cassa Centrale. Sono partecipazioni simboliche che testimoniano però la condivisione di un progetto di crescita che ha visto il Fondo aumentare la propria operatività in misura progressiva. Alla fine del 2001 centrotrenta banche cooperative in Italia utilizzavano i servizi del Fondo (ora della Phoenix Informativa Bancaria spa), la cui attività si divide in due filoni: progettazione ed elaborazione di sistemi informatici e centro servizi per la Cassa Centrale, le Casse Rurali Trentine e le altre banche di credito cooperativo in Italia. 26 Il prodotto Cuore dell’attività di software house è il sistema informatico completoSIB 2000 per l’automazione della banca, pensato e realizzato a Trento nella sede di via Segantini. I programmi informatici del Fondo Comune consentono alle banche di mettersi in rete e dialogareon line con i loro clienti, utilizzare strumenti elettronici di pagamento, acquistare merci e comprare titoli via Internet. Oltre al sistema SIB2000, sono molti i progetti realizzati o in corso che hanno come riferimento la tecnologia Internet: fra i più recenti, la possibilità per i clienti delle Casse Rurali di chiedere informazioni e ricevere risposte dalla propria Cassa Rurale via SMS sul telefonino. Fra i nuovi prodotti informatici rilasciati nel 2001 ci sono un pacchetto di programmi di e-commerce da offrire alle aziende clienti delle Casse Rurali e un sofisticato sistema di trading on line per gli utenti professionali. La cooperazione agricola on 19.850 produttori associati, 113 cooperative di primo grado, 7 consorzi e 2.540 dipendenti fissi, la cooperazione agricola è il soggetto leader in Trentino nella trasformazione e nella commercializzazione C dei prodotti agricoli provinciali. Nelle attività connesse all’agricoltura la cooperazione occupa mediamente l’85% dell’intero comparto, mentre il valore della produzione del settore si attesta intorno ai 733 milioni di euro. 27 Le cooperative agricole sono sorte, a cominciare dalla fine dell’Ottocento, per sanare la situazione di inferiorità e sudditanza dei contadini e consentire ai produttori associati di ottenere quei vantaggi che soltanto un’impresa, come è appunto quella cooperativa, può raggiungere. L’ambito di attività e competenza si è andato però via via ampliando, oltre la fase di commercializzazione, tanto che oggi abbiamo diversi tipi di società cooperative in agricoltura: per la coltivazione della terra, per la raccolta, conservazione, trasformazione e vendita dell’uva, della frutta, del latte e delle patate, per l’allevamento e la vendita del bestiame selezionato o di capi da macello. Ma i settori più importanti, nei quali la formula cooperativa ha trovato terreno fertile, sono quello frutticolo, quello viticolo, quel- 28 lo lattiero caseario e quello zootecnico. Grazie ai disciplinari di produzione, l’agricoltura cooperativa trentina cresce prodotti sani e controllati, restando ben al di sotto delle soglie consentite dalla legge in quanto all’uso di antiparassitari chimici di sintesi. Numerosi, inoltre, sono i processi di certificazione avviati ed ottenuti dalle cooperative singole o dai consorzi, con l’obiettivo di qualificare ancora di più la produzione e valorizzarla maggiormente agli occhi dei consumatori. Agricole Cantine sociali ltre l’80% delle uve prodotte in Trentino (circa 1 milione di quintali) viene conferito alle Cantine sociali, che hanno una capacità di incantinamento che supera il milione di ettolitri ed attrezzature moderne ed efficienti, anche per la lavorazione dei vini bianchi, la più difficile e delicata. La Cantina sociale ritira l’uva dai soci (circa 5.720), la trasforma, vende il vino e remunera i produttori per l’uva conferita, in base ai prezzi realizzati, dedotte le spese di lavorazione e di gestione. Il valore della produzione si aggira intorno ai 130 milioni di euro. Le Cantine sociali hanno acquisito grandi meriti nel determinare il miglioramento qualitativo della viticoltura trentina. Con lo strumento dei prezzi differenzia- O ti (pagando di più le uve migliori) e anche consigliando i viticoltori, in accordo con gli uffici tecnici dell’Ente pubblico, hanno fatto piantare varietà pregiate, scelte secondo le caratteristiche del terreno e del clima delle varie zone (zonazione), in sostituzione di altre di qualità inferiore. 29 Le Cantine sociali, che un tempo erano presenti in ciascun paese trentino dove si coltivava la vite, si sono poi concentrate secondo criteri di maggiore effi- re le richieste dei consumatori. Da una recente indagine, nei primi 15 gruppi a livello italiano come fatturato figurano tre società cooperative trentine, di cui cienza e di razionalità di lavorazione, senza per questo far perdere tipicità al prodotto, ma al contrario consentendo un affinamento e una valorizzazione dei vini trentini. Oggi ci sono 15 Cantine sociali, 13 delle quali aderenti alla Ca’vit, presso le quali si possono trovare anche sfusi degli ottimi vini a un prezzo contenuto. Le imprese cooperative hanno saputo porsi in sintonia con le tendenze del mercato con delle strutture organizzative in grado di asseconda- due nelle prime quattro, a dimostrazione del livello di qualità della produzione e la capacità di penetrazione del mercato. 30 Agricole Cavit onsapevoli dell’unicità della loro terra e desiderosi di apprendere le tecniche e le conoscenze per meglio valorizzare e accrescere la loro produzione, nel 1950 alcuni viticoltori si associano dando vita a un Consorzio di Cantine Sociali, primo embrione di Cavit. Nasce con l’obiettivo di assistere le cantine associate, di contribuire alla “formazione” dei viticoltori e di creare una “cultura del vino” omogenea in tutta la regione. Nel 1957 il Consorzio viene dotato di una cantina per assolvere pienamente alle mutate e accresciute esigenze dei suoi associati. Nel 1964 C viene costruita l’attuale sede di Ravina di Trento, potenziata poi, a partire dal 1977 e negli anni successivi, per arrivare alle dimensioni odierne e non ancora definitive; la sede produttiva arriverà a coprire oltre 50.000 mq. Cavit Ravina - Trento Tel: 0461 381711 - Fax: 0461 912700 8: www.cavit.it 31 Cavit è una cooperativa di secondo grado, ossia una cooperativa di cooperative, che riunisce, oltre al Sait, 13 delle 15 cantine sociali presenti in Trentino: Associazione Agraria Riva del Garda, Avio, Isera, La Vinicola di Aldeno, Lavis – Sorni e Salorno, Mori – Colli Zugna, Nomi, Cooperativa Rotaliana, Roverè della Luna, S.A.V. Società Agricoltori Vallagarina, Toblino, Le Meridiane, Valle di Cembra, riuscendo a coprire così tutto il territorio regionale. L’impegno di Cavit è stato negli anni e permane a tutt’oggi, quello di favorire la coltivazione di prodotti che per fascino, per moda, o semplicemente per facilità nell’accostamento dei cibi sono stati molto richiesti dal mercato, ma si è anche tutelata l’integrità e la particolarità di tutti i 32 vitigni mantenendo intatto il patrimonio tradizionale regionale. Cavit raccoglie, attraverso le 13 cantine sociali, oltre il 70% della produzione di vino in Trentino (circa 7.000 ettari) e annovera tra i suoi associati oltre 5.400 viticoltori. Una rete di vendita capillare ne assicura una distribuzione estesa al territorio nazionale e ai principali mercati esteri. Agricole Consorzi ortofrutticoli a produzione di mele domina il comparto della frutticoltura trentina: se ne producono ogni anno oltre 4 milioni di quintali che, in termine tecnico, equivalgono a 40 mila vagoni. Come dire un treno lungo da Trento a Bologna. La quasi totalità (95%) fa capo ai Consorzi ortofrut- L ticoli cooperativi, generando un valore della produzione che supera i 172 milioni di euro. I Consorzi sono presenti in tutte le zone di produzione, ma soprattutto nelle valli di Non e Sole, dove si producono oltre 3 milioni di quintali di mele. Fino al 1960 vi erano moltissimi magazzini di pic- 33 cole dimensioni, dove la frutta veniva conferita, lavorata, cioè selezionata e conservata, per un breve periodo, mancando di adeguate strutture per una più lunga conservazione. Negli ultimi vent’anni, i Consorzi, con l’aiuto finanziario europeo, statale e provinciale, hanno potuto costruire magazzini molto più grandi, dotati di celle frigorifere ad atmosfera controllata. 34 I magazzini hanno anche un’altra funzione, molto importante dal punto di vista commerciale, cioè della strategia di mercato: quella di concentrare in un solo punto la produzione frutticola di una zona. Il commerciante, in questo modo, non tratta più l’acquisto con i frutticoltori singoli e quindi dispersi, ma direttamente con la cooperativa. I Consorzi si avvalgono dell’opera di tecnici specializzati che seguono il frutticoltore durante l’intera campagna di produzione, fornendo consigli utili ad assicurare un elevato grado qualitativo della frutta che deve corrispondere alle esigenze di mercato. Nel Trentino la cooperazione frutticola non si limita al solo ambito delle mele. È infatti presente anche tra i produttori di pere, ciliegie, susine, ribes, piccoli frutti ma anche di patate e ortaggi biologici. In complesso i Consorzi ortofrutticoli sono 35 (8250 soci) e fanno capo all’Apot, Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini, struttura cooperativa di secondo grado. Agricole Apot Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini è una realtà sorta come punto di riferimento del settore ortofrutticolo in genere, ma con una particolare specializzazione sia per l’espressione più significativa della frutticoltura provinciale, la mela, sia per le produzioni “minori” come piccoli frutti e ortaggi. Anche in questo caso la secolare tradizione cooperativa ha conferito ad Apot dimensioni e operatività di estrema rilevanza sia in termini aggregativi che strategici. Un meccanismo complesso L’ Apot Via Brennero, 322 - Trento Tel: 0461 824001 - Fax: 0461 823730 8: www.apot.it che coinvolge non solo i 10.000 produttori riuniti in 6 Organizzazioni di Produttori e 32 Cooperative, ma anche le maggiori Organizzazioni di categoria, gli Istituti Agrari e la stessa Provincia Autonoma di Trento. L’Apot opera dunque in modo tra- 35 sversale, seguendo il processo produttivo attraverso il Protocollo di Autodisciplina, dal momento della messa a dimora delle piante fino alla raccolta. L’attività di Apot è oggi orientata a fornire un contributo operativo e concreto ai Consorzi ed alle Cooperative per consolidare le posizioni ed aumentare il grado di In questo lungo cammino l’Apot riceve e trasmette informazioni tecnico qualitative, recepisce e valuta normative locali, nazionali e comunitarie, coordina le strategie di marketing, promosse autonomamente dalle Organizzazioni di Produttori socie, e partecipa ai tavoli istituzionali rappresentando le aspettative dei Consorzi soci e dei produttori. competitività verso il mercato. Mercato che necessita sempre maggiormente questo tipo di supporto tecnico e di rappresentanza, dal momento che si presenta ancora più complesso sia in termini di competitività che a livello di regolamentazione, in quanto alle normative nazionali e provinciali, si è aggiunta una vasta mole di leggi europee. 36 Agricole Caseifici sociali a zootecnia trentina è basata soprattutto sull’allevamento di bovine da latte. Per questa ragione i Caseifici sociali svolgono ancora un ruolo fondamentale in questo comparto produttivo. Ad essi viene conferita la quasi totalità del latte prodotto, escluso quello reimpiegato nell’al- L levamento dei vitelli o consumato dalle famiglie degli allevatori. La produzione di latte dei caseifici cooperativi (1400 soci) supera i 100 milioni di chilogrammi (valore: 63 milioni di euro), dei quali circa il 50% viene trasformato in grana, il 15% destinato a uso alimentare ed il rimanente 35% ser- 37 ve per produrre altri formaggi tipici e yogurt. La produzione di burro si aggira sui 12.500 quintali annui. Dopo il processo di concentrazione delle strutture realizzato negli anni Ottanta e Novanta, attualmente i caseifici sociali presenti sul territorio provinciale sono 22, tutti associati al Consorzio di secondo grado Concast Trentingrana. Il latte conferito, in proporzione variabile da caseificio a caseificio, può seguire due vie di utilizzo: vendita per consumo alimentare, dopo aver subito i necessari processi di affinamento (pastorizzazione, confezionamento) o trasformato per la produzione di formaggi. La panna ottenuta viene avvia- 38 ta al burrificio consortile di Spini di Gardolo a Trento per la produzione del burro trentino. I tipi di formaggio più conosciuti ed apprezzati sono il Grana del Trentino, il Vezzena, il Puzzone di Moena e la Spressa, ma non vanno trascurate altre qualità nostrane e molli. Il latte viene costantemente controllato, perché non contenga germi inquinanti. Già da tempo è stato introdotto un sistema del pagamento del latte secondo la qualità: il latte viene cioè pagato non solo a quantità, ma anche secondo determinate caratteristiche organolettiche, verificate mediante analisi. Agricole Concast Trentingrana caseifici sociali sono organizzati, fin dal 1951, in un proprio Consorzio di secondo grado. Esso non si limita a rappresentare genericamente e formalmente le cooperative aderenti, ma affronta concretamente i problemi del settore come la commercializzazione, la promozione, il controllo ed il miglioramento qualitativo dei formaggi trentini. Nel 1993 dalla fusione tra Trentingrana e Consorzio dei Caseifici Sociali è nato il Consorzio Trentingrana - Concast con sede legale, centro operativo Formaggi Trentini, laboratorio, sie- I rificio e burrificio consortili a Spini di Gardolo a Trento e con magazzino di stagionatura e commercializzazione del Grana Trentino a Segno di Taio in Val Concast Trentingrana Loc. Spini di Gardolo, 124 - Trento Tel: 0461 961515 - Fax: 0461 961516 8: www.trentingrana.it 39 di Non. Nel corso del 1998 è stata acquistata anche la Centrale del latte di Trento. Il Consorzio Trentingrana – Concast ha tre punti vendita (due a Trento in via Lunelli 26 ed in Via Belenzani 56 ed uno a Segno di Taio in Via Nazionale) dove si vendono i formaggi prodotti dai caseifici associati. Inoltre i principali prodotti lattiero-caseari trentini vengono distribuiti a livello provinciale tramite il Sait, le Famiglie cooperative e la Grande Distribuzione Organizzata mentre è in crescita e già prevalente il collocamento 40 fuori dal territorio provinciale. Il valore della produzione lattierocasearia si aggira intorno ai 65 milioni di euro. Agricole Federazione Allevatori orta nel 1957 come “Federazione provinciale allevamento bovini di razza bruno alpina”, la Federazione Allevatori è il centro di selezione e di miglioramento del patrimonio bovino della provincia di Trento. La Federazione si articola perifericamente in undici Unioni di Valle, che riuniscono circa 1.850 soci. La Federazione gestisce a Toss di Ton (Valle di Non) il Centro di fecondazione artificiale “ Alpenseme”, mentre il servizio per la commercializzazione del bestiame da vita (attraverso le aste), da macel- S Federazione Provinciale Allevatori Via delle Bettine, 40 - Trento Tel: 0461 421328 - Fax: 0461 422476 8: www.superbrown.it lo e dei vitelli baliotti è ora concentrato nella nuova struttura di Trento Nord. Durante l’estate la Federazione organizza un alpeggio sperimentale per vacche da latte a Malga Juribello, con annesso agritur. In base alle attribuzioni previste dalle leggi provinciali, la Federa- 41 zione assiste i propri associati in tutte le scelte tecniche e genetiche che riguardano le aziende zootecniche, oltre ad organizzare servizi commerciali che consentono l’accesso ai mercati anche alle piccole o piccolissime aziende dislocate sul territorio della Provincia di Trento. stalle e da uno spazio centrale ad uso multiplo che ospita le aste ma anche le mostre, in un’ottica di polifunzionalità. Le stalle sono tre: una da 120 posti per il bestiame da vita, una da 300 che serve per i vitellini di 15 giorni che arrivano settimanalmente per le prime cure e una da La Federazione Allevatori, grazie alla nuova sede di Trento Nord, si pone come portatrice di nuovi servizi nei confronti degli associati, razionalizzando e valorizzando le competenze acquisite negli anni. La struttura è composta da più 60 utilizzabile sia per le bestie da vita che per quelle destinate al macello. Il numero dei dipendenti fissi è di circa una settantina. Il volume di affari nel corso del 2000 è stato di quasi 8,3 milioni di euro. 42 Cooperative LSSA: Lavoro-Sociali-Servizio-Abitazione ono circa 270 le cooperative che lavorano nei servizi e nel sociale, e danno lavoro a 3.500 persone a tempo pieno. In questo decennio (anche per effetto della fusione con Legacoop) hanno conosciuto lo sviluppo produttivo ed occupazionale più intenso della loro storia. S Uno sviluppo trainato soprattutto da un ampliamento del mercato dei servizi e del terziario avanzato, che ha favorito l’ingresso nelle cooperative di soci lavoratori, nella stragrande maggioranza giovani, contribuendo così al processo di piena occupazione che caratterizza la provincia. 43 In questi anni, anche per effetto dell’impetuoso processo di trasferimento all’esterno di molte funzioni tradizionalmente collocate all’interno delle imprese (pubbliche, private, ecc.), si sono rapidamente sviluppati in forma nuova interi settori di attività. Si tratta di attività spesso connesse alle imprese attraverso le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ma, pur sempre, attività di dimensioni ridotte e isolate. La formula cooperativa è stata particolarmente capace di assorbire buona parte di queste funzioni esprimendo una nuova forza competitiva e una rinnovata attrazione nei confronti della forza lavoro in cerca di occupazione. 44 LSSA Cooperative di Lavoro toricamente nel Trentino vanno ricordate le decine e decine di cooperative fra muratori sorte alla fine della prima guerra mondiale per la ricostruzione dei paesi danneggiati dalle operazioni belliche. Fra le due guerre avevano avviato la loro attività anche le cooperative del porfido che, nei decenni successivi, hanno avuto un notevole sviluppo. Ora la maggior parte di esse si è sciolta, dando luogo ad altri tipi di impresa, che tuttavia sono riuniti in consorzi cooperativi di vendita e di supporto tecnico. Negli anni Settanta ha avuto inizio un nuovo periodo di grande sviluppo, con l’avvio di interventi mirati nell’ambito della forestazione e dell’ambiente, settore nel quale si è presto creata una serie di cooperative destina- S 45 te, con il loro lavoro, a produrre un reddito attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del territorio. Altri settori di sviluppo sono l’artigianato artistico, il legno e l’arredamento; la ristorazione, la gestione di mense aziendali, scolastiche e pubbliche; le pulizie e le manutenzioni; le rilevazioni statistiche, il riordino e la catalogazione in archivi e biblioteche; l’informatica; 46 la pubblicità; l’archeologia; la gestione di impianti e attrezzature pubbliche; i lavori edili; le confezioni; i trasporti, ecc. Molte di queste esperienze sono nate per iniziativa di giovani che, nell’impossibilità di inserirsi individualmente nel mercato del lavoro, hanno trovato nello strumento cooperativo la risposta alla loro domanda di occupazione. LSSA Consorzio Lavoro Ambiente l Consorzio Lavoro Ambiente è il risultato dell’unificazione tra Cta – Consorzio Territorio Ambiente e Coneco, Consorzio Ecologico Trentino. Il ripristino e la valorizzazione ambientale è il segmento che ha permesso a questa realtà cooperativa di distinguersi maggiormente sull’intero territorio nazionale sia per amministrazioni pubbliche ma anche per privati. Attività che ha preso il via nella seconda metà degli anni Ottanta con la creazione del “Progettone” ideato con una funzione duplice: creare gli strumenti per riqualificare l’ambiente e offrire una valida opportunità di I reintegro professionale alle migliaia di lavoratori espulsi dal processo produttivo industriale. La funzione sociale oggi si manifesta nei 1950 addetti che vanno a formare la forza lavoro del Consorzio Lavoro Ambiente. Di questi 802 sono soci lavoratori, 1025 risorse umane delle cooperative aderenti, 123 dipendenti del Consorzio. Complessivamente il fatturato del- Consorzio Lavoro Ambiente Via Lung’Adige San Nicolò, 20 - Trento Tel: 0461 270800 - Fax: 0461 270899 8: www.consorziolavoroambiente.it 47 l’anno 2000 è stato di 240 miliardi di lire, pari a 124 milioni di euro. Un altro risultato importante è stato ottenuto con la certificazione Uni En Iso 9002 che, dal 1994, garantisce una carta in più nel proporsi su un mercato sempre più concorrenziale considerata l’attività non solo ristretta ai confini provinciali. In questi anni sono stati tre i segmenti dove Cla si è distinto maggiormente: lavori di riqualificazione ambientale, lavori in alveo e lavori di bonifica e di miglioramento fondiario. Il Consorzio si caratterizza anche per l’applicazione di tecniche bioingegneristiche nelle sistemazioni di versanti e di fenomeni franosi, scarpate stradali, discariche e nella realizza- tano, realizzazione acquedotti e fognature, esecuzione di allacciamenti, ecc.) sono interessati dall’azione quotidiana degli operatori del Consorzio. Nei servizi, invece, il Cla è impegnato dalla ristorazione alle pulizie all’accoglienza e al ricevimento del pubblico e altri servizi. Ambiente e sicurezza è un altro comparto che, da sempre, viaggia su piste parallele alla storia del Cla: analisi chimiche e microbiologiche delle acque potabili e superficiali, gestione depuratori, sicurezza e igiene sul lavoro, attivazione di percorsi formativi adeguati a chi opera all’interno delle aziende sono solamente alcuni dei molteplici esempi in questa direzione. Consorzio Lavoro Ambiente gestisce, zione di opere di sostegno. Anche il verde pubblico e privato, le aree sportive e i parchi ricreativi con relativa manutenzione, l’edilizia civile con la ristrutturazione e il restauro monumentale, la viabilità e le strade forestali (percorsi ciclopedonali, strade forestali e agricole, ecc.), gasdotti e acquedotti (distribuzione gas me- in convenzione con la Provincia Autonoma di Trento, il “Progetto speciale per l’occupazione attraverso la valorizzazione delle potenzialità turistiche ed ecologico-ambientali”. Per la progettazione di tutti gli interventi Cla ha un proprio ufficio tecnico. L’organico è formato da professionisti del settore. 48 LSSA Cooperative di servizio uesto tipo di cooperative offre una risposta moderna ed efficiente alla variegata domanda di servizi espressa dalla comunità trentina. Un ambito di operatività che cresce in modo sempre più rapido, basti pensare al turismo (settore strategico per lo sviluppo futuro), allo sport e alla cultura. Quanto al turismo ci sono coopera- Q tive che provvedono alla costruzione o gestione di infrastrutture di accoglienza, o curano per conto dei soci l’organizzazione e la gestione di servizi come agenzie di viaggi. Altre gestiscono direttamente alberghi, case per ferie, campeggi, soggiorni marini e montani; altre ancora che si occupano di animazione e offrono servizi di guida, interprete e 49 accompagnatore turistico. Nel settore culturale esistono cooperative che gestiscono scuole musicali, che si occupano di promozione di manifestazioni culturali, o dell’organizzazione di seminari, corsi di studio, conferenze, dibattiti, mostre, spettacoli teatrali. Nel settore sportivo il modello cooperativo è stato applicato per la realizzazione e la gestione di impianti sportivi, ma anche per la promozione di manifestazioni ed iniziative orientate alla diffusione della pratica sportiva. I Consorzi elettrici In quest’ambito rientrano anche i consorzi elettrici, sorti ancora all’inizio del Novecento come primi strumenti per l’elettrificazione del territorio provinciale: essi producevano energia elettrica per distribuir- 50 la ai soci. I consorzi realizzarono le prime centrali idroelettriche e le prime reti di distribuzione portando la luce e la forza motrice, e quindi un miglior sviluppo economico, anche nelle più remote valli del Trentino. La maggioranza dei Consorzi elettrici, circa sessanta, fu trasferita all’Enel con la legge di nazionalizzazione dell’energia elettrica degli anni Sessanta con indennizzi irrisori e contro la volontà dei soci. Oggi ne rimangono funzionanti solo tre: quello di Storo che fornisce i comuni della valle del Chiese e di Ledro, quello di Pozza di Fassa che serve anche Vigo e quello di Stenico nelle Giudicarie Esteriori. Queste strutture cooperative coinvolgono quasi 6 mila soci e circa 10 mila utenze con riflessi indotti notevoli sulle comunità servite. Gli occupati fissi sono 110, ai quali vanno aggiunti una decina di stagionali; un valore della produzione superiore ai 23 milioni di euro, per circa 55 milioni di Kwh di energia prodotta mediamente all’anno. LSSA Cooperative sociali are risposta alle esigenze della persona, in particolare a quella svantaggiata da condizioni interne o esterne, nell’ambito di una società in continua evoluzione. Con questo obiettivo sono nate e si sono sviluppate le cooperative sociali - oggi circa 70 con oltre 2.850 soci e 1.600 dipendenti - in stretto raccordo con l’Ente pubblico attraverso svariate forme di collaborazione. Ed è proprio in questo settore che più di tutto viene alla luce lo spirito di solidarietà e di mutualità che distingue la cooperazione, quella spinta naturale che porta le persone più fortunate ad occuparsi in modo coordinato di quelle meno fortunate. Un sistema a rete che ha posto nel tempo sempre più l’attenzione sulla qualità del servizio offerto, nella D ferma convinzione che, accanto all’umanità, ciò che fa la differenza è la capacità di garantire proposte flessibili e ad alta professionalità. 51 Sono così sorti centri socio-educativi per persone handicappate, centri aperti per minori con problemi di integrazione sociale e comunità di accoglienza per persone dimesse da ospedali psichiatrici, ex carcerati, persone senza fissa dimora. Ma proprio nell’ottica della continua evoluzione dei bisogni espressi dalla comunità trentina, hanno preso piede cooperative che offrono il serimento lavorativo per soggetti socialmente svantaggiati. Questa fioritura di iniziative e la verifica sul campo della loro validità, dimostrano che la formula cooperativa potrebbe sempre più affiancarsi all’opera dell’Ente pubblico, nell’intento di assicurare alla popolazione soddisfacenti servizi socio-sanitari e, più in generale, alla persona. Esse, infatti, rispondono ai criteri servizio dell’assistenza domiciliare, dell’accompagnamento e del trasporto di persone invalide, ma anche attività di auto-aiuto per famiglie con persone svantaggiate in carico e attività di in- di una sana ed efficiente autogestione della comunità, ma soprattutto alla domanda, che viene dalla società attuale, di servizi meno burocratici, più umani e partecipati. 52 LSSA Consolida perativo dal 1987, il Con.solida - consorzio di secondo grado per la cooperazione sociale – offre alle 50 cooperative aderenti un valido supporto a livello di coordinamento delle iniziative e nella gestione dei rapporti con gli enti pubblici, oltre a fornire specifici servizi tecnico-amministrativi, formativi e di consulenza per gli aspetti inerenti le attività sociali come per la predisposizione di preventivi, analisi dei costi e rendicontazioni. Il Con.solida opera per promuovere progetti di sviluppo dell’oc- O cupazione e dell’offerta di servizi sociali, assistenziali, culturali ed educativi, ma ha anche il ruolo di favorire l’integrazione operativa fra le diverse vocazioni specialistiche delle cooperative socie. Un sistema imprenditoriale che riconosce la centralità della persona a tutti i livelli, ponendo nell’etica della solidarietà il punto di riferi- Consolida Via Segantini, 10 - Trento Tel: 0461 235723 - Fax: 0461 237166 8: www.consolida.it 53 mento di tutte le azioni, singole o complesse. Dopo un periodo di riorganizzazione interna, nel corso del 1989 il Consorzio si è dato una propria struttura organizzativa, adeguata a livello sia tecnico sia di risorse umane, avviando, tra il resto, un’attività informativa e di sensibilizzazione sulla realtà della cooperazione di solidarietà sociale. Sono così partiti numerosi incontri con gli amministratori delle singole cooperative, così come serate dibattito pubbliche: un’attività di indagine sui problemi della solidarietà sociale, ma soprattutto un’intensa azione di co- 54 ordinamento fra le associate. Questa attività è ritenuta lo strumento cardine per uno sviluppo ragionato e progettuale delle iniziative di intesa fra cooperative, realtà del volontariato ed enti pubblici anche in campi nuovi quali ad esempio i servizi all’infanzia e la formazione professionale per disabili. E il Con.Solida, grazie agli apporti delle singole cooperative impegnate nei vari campi di intervento socio-assistenziale, è in grado di proporsi come interlocutore fondamentale in questo intreccio di rapporti fra pubblico e privato sociale. LSSA Cooperative di abitazione a formula cooperativa è più che mai attuale nell’ambito delle problematiche relative all’abitazione. Per la maggior parte dei trentini, infatti, l’acquisto del bene sociale primario, la casa, costituisce un grosso ostacolo allo sviluppo della persona e della famiglia. Ed è proprio in risposta a questo bisogno sociale che sono nate le cooperative di abitazione, con lo scopo di associare persone di varia profes- L sione e condizione per assicurare loro l’acquisizione di un alloggio, in proprietà o in godimento. I mezzi necessari vengono raccolti attraverso apporti finanziari dei soci, ma anche attingendo a provvidenze (mutui agevolati e contributi a fondo perduto) che l’Ente pubblico ha attivato. La cooperativa può realizzare interventi a proprietà indivisa se gli alloggi restano in capo alla cooperativa mentre ai soci è riservato il diritto 55 di godimento per tutta la vita con eventuale possibilità di riscatto, o a proprietà divisa, se quest’ultima è intestata ai singoli soci che subentrano alla cooperativa nel pagamento delle quote del mutuo residuo. La seconda formula è più diffusa in Trentino, perché la casa è vista, per tradizione e cultura, più come un bene da avere in proprietà che come un servizio da utilizzare in base al mutare delle esigenze singole e del nucleo familiare. Da qualche tempo, poi, esistono delle ulteriori agevolazioni a favore delle cooperative di abitazione anche per l’acquisto e la ristrutturazione di edifici esistenti: ciò rientra in un indirizzo politico che tende a riutilizzare cospicui volumi edificati ma non abitati, situati in zone già urbanizzate, e a risparmiare così l’occupazione di ulteriore terreno. Le cooperative di abitazione sono 56, per un totale di circa 3.200 soci e consentono, in quanto società senza scopo di lucro, il risparmio del reddito d’impresa (il socio paga la struttura al puro prezzo di costo) e quello di agenzia, senza contare il fatto che rendono più agevole l’accesso ai benefit provinciali. Consorzio provinciale per labitazione Acli Casa G.Veronesi l Consorzio Acli-Casa è nato nel 1966, sul modello di quanto Padre Marcolini aveva realizzato a Brescia con la cooperativa “La Famiglia”. Oggi è formato da una trentina di cooperative di abitazione ed offre loro servizi quali l’assistenza tecnica, amministrativa e di segre- I Consorzio provinciale per l’abitazione Acli Casa G.Veronesi Via Dordi, 4 - Trento Tel: 0461 233299 - Fax: 0461 263722 8: www.aclicasa.it 56 teria nella fase di reperimento delle aree e in quella di costruzione, curando anche la gestione degli appalti. Il ruolo del Consorzio di secondo grado, in questo campo assume un’importanza duplice. Accanto alla funzione di servizio, infatti, si affianca quella di “custodia” di professionalità ed esperienza. Questo perché la vita media delle cooperative di abitazione, in genere, non è molto lunga. Grazie al Consorzio, quindi, il patrimonio di esperienza e specializzazione viene trasmesso nel tempo, diventando un valore anche per le generazioni future. Associazione giovani cooperatori trentini Associazione Giovani Cooperatori Trentini è sorta nel 1969, ispirandosi ai principi cristiani che sono alla base del movimento cooperativo trentino. In collaborazione con la Federazione Trentina delle Cooperative, l’Associazione Giovani si propone di contribuire alla formazione morale e civile dei giovani, con particolare riguardo all’educazione cooperativa degli stessi e ai fini di un loro inserimento nella vita e nell’attività del movimento. A tale scopo l’Associazione pro- L’ Associazione Giovani Cooperatori Trentini Via Segantini, 10 - Trento Tel: 0461 898550 8: www.ftcoop.it muove la divulgazione tra i giovani dei principi e dei metodi cooperativi, cura l’organizzazione di convegni, di corsi d’istruzione e di viaggi studio, intrattiene rapporti di collaborazione con organizzazioni giovanili e cooperative per un utile scambio di idee ed esperienze. Possono essere soci dell’Associa- 57 zione tutti i giovani dai 16 ai 35 anni. In presenza di un contesto sociale e familiare che abitua spesso il giovane alla dipendenza altrui e a sfuggire in genere le responsabilità, l’Associazione ha il compito di promuovere la cooperazione come momento di partecipazione, di autogestione e di autentica democrazia. Per questo anche di fronte a società cooperative che in qualche caso si sono lasciate condizionare da una logica puramente eco- 58 nomica, dimenticando i primitivi contenuti sociali, il ruolo fondamentale dell’Associazione Giovani è quello di impegnarsi per la riscoperta dei principi ispiratori della cooperazione e per lo stimolo alla loro applicazione. Da qui l’importanza che i giovani siano presenti e partecipi sempre di più alla sua attività, in modo che l’Associazione possa fungere da catalizzatrice per le istanze di rinnovamento che vengono dal mondo giovanile. Le collegate Formazione e Lavoro ormazione e Lavoro è la società creata nel 2001 dagli organismi centrali cooperativi che si occupa dell’organizzazione di corsi di formazione rivolti sia ai dipendenti delle imprese cooperative, che ad amministratori, sindaci e soci, compresa la ricerca e la formazione a distanza e la formazione alla creazione d’impresa. La società ha “ereditato” l’esperienza portata avanti dalla Sezione Scuola e formazione e dall’ufficio formazione delle Casse Rurali della Federazione. Essa collabora nei processi di riorganizzazione e di innovazione tec- F nologica ed offre un servizio specializzato di ricerca e selezione del personale che favorisce l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Non solo. La società sviluppa progetti di formazione avvalendosi dei fondi comunitari ed ha costituito un team di esperti per la formazione, la certificazione e il presidio dei sistemi di qualità secondo le norme ISO 9000 Vision per il sistema della sicurezza sul lavoro e dell’autocontrollo igienico e sanitario dei prodotti alimentari. Formazione e Lavoro Via Segantini, 10 - Trento Tel: 0461 898101 - Fax: 0461 898139 8: www.ftcoop.it 59 Cooperfidi ostituita nel 1980 per iniziativa della Federazione Trentina delle Cooperative, si è aperta nel 1998 anche a tutto il settore dell’agricoltura, ditte individuali comprese. Oggi i soci hanno superato il numero complessivo di 552; in particolare sono associate al Consorzio di garanzia 104 cooperative di produzione e lavoro, 95 cooperative di consumo, 74 cooperative di servizio, 8 cooperative edilizie, 28 tra cooperative ed enti agricoli, 241 aziende agricole, cui vanno aggiunti il socio sovventore Promocoop e C Cooperfidi Via Segantini, 10 - Trento Tel: 0461 260417 - Fax: 0461 260479 8: www.cooperfidi.it 60 la Ebot (Ente bilaterale ortofrutta Trentino). La sua incidenza nell’economia della cooperazione trentina viene evidenziata da alcuni dati: la società fronteggia garanzie concesse a terzi per oltre 54 milioni di euro, presentando mezzi propri per oltre 8,8 milioni di euro e fondi rischi per 14,6 milioni di euro. Cooperfidi è stata e rimane tuttora motore insostituibile per lo sviluppo ed il consolidamento delle aziende associate. Cooperfidi, accanto all’attività finanziaria, gestisce anche l’anticipo di contributi ed i prestiti partecipativi, ai sensi della L.P. 6/ 1999. Le collegate Promocoop trentina romocoop Trentina è una società per azioni senza scopo di lucro che gestisce il Fondo Mutualistico del movimento cooperativo trentino previsto dall’art. 12 della legge 59/92. Il Fondo è alimentato dal 3% degli utili di bilancio annuale delle cooperative associate alla Federazione, a cui si aggiungono eventualmente i patrimoni residui delle aziende poste in liquidazione. Le finalità di utilizzo del Fondo sono la promozione ed il finanziamento di nuove imprese ed iniziative di sviluppo della cooperazione, con preferenza per i programmi diretti all’innovazione tecnologica ed P all’incremento dell’occupazione. Per realizzare i propri fini Promocoop può promuovere la costituzione di società cooperative o loro consorzi, nonché assumere partecipazioni in società cooperative o in società da queste controllate. Promocoop Trentina Via Segantini, 10 - Trento Tel: 0461 898632 - Fax: 0461 985431 8: www.ftcoop.it/promocoop 61 Cooperazione Salute ooperazione Salute è una Società di Mutuo Soccorso promossa dalla Federazione Trentina delle Cooperative. Essa non ha fini di lucro e si basa sui principi fondamentali della mutualità e della solidarietà tra soci. Si propone come un soggetto complementare al servizio pubblico sul fronte della sanità integrativa e dei servizi socio - assistenziali alle famiglie. Si impegna per svolgere un’azione efficace di integrazione tra domanda di servizi sociosanitari e assistenziali delle famiglie trenti- C Cooperazione Salute Via Segantini, 10 - Trento Tel: 0461 898367 - Fax: 0461 898368 8: www.ftcoop.it 62 ne e il sistema provinciale pubblico e privato di erogazione delle prestazioni. Le collegate Ascot ata nel 1979 come Assimoco Trentina per rispondere alle necessità assicurative delle associate alla Federazione, nel 1998 si è trasformata in Ascot, ponendosi come obiettivo lo sviluppo di soluzioni creative nelle assicurazioni. Oggi si è organizzata come società plurimandataria, opera con le migliori compagnie d’assicurazione e si è convenzionata con importanti società di brokers assicurativi. Il valore aggiunto delle formule assicurative proposte è rappresentato dalla qualità della ricerca sul mercato di nuovi e diversi N servizi. Questi, adattati alla realtà trentina, vengono organizzati in apposite convenzioni o forme di vendita tali da risultare vantaggiose anche sul costo del premio. Ascot Via Segantini, 5 - Trento Tel: 0461 277000 - Fax: 0461 987080 8: www.ascot.tn.it 63 a cura dell’Ufficio Stampa e Comunicazione della Federazione Trentina delle Cooperative Via Segantini, 10 - 38100 Trento coordinamento testi: Dirce Pradella Per ulteriori informazioni contattare: 0461 898605 oppure E-mail: [email protected] Gennaio 2002 Progetto grafico e Impaginazione: Studio Bi Quattro - Trento Stampa: Tipolitografia Alcione srl - Trento