Le collegate Agricole Credito Consumo La Federazione Il passato

Indice ipertestuale
Il passato
Un po’ di storia
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La Federazione
La Federazione Trentina delle Cooperative 11
Consumo
La cooperazione di consumo 17
Sait 19
Credito
La cooperazione di credito 21
Cassa Centrale delle Casse Rurali Trentine 23
Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine 25
Agricole
La cooperazione agricola
Cantine sociali
Cavit
Consorzi ortofrutticoli
Apot
Caseifici sociali
Concast Trentingrana
Federazione Allevatori
Lavoro-Sociali-Servizio-Abitazione
Cooperative LSSA
Cooperative di Lavoro
Consorzio Lavoro Ambiente
Cooperative di servizio
Cooperative sociali
Consolida
Cooperative di abitazione
Consorzio provinciale per l’abitazione Acli Casa G.Veronesi
Le collegate
Associazione giovani cooperatori trentini
Formazione e Lavoro
Cooperfidi
Promocoop trentina
Cooperazione Salute
Ascot
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Un po’ di storia
Le origini
risi dell’agricoltura, tracollo
dell’industria e forte emigrazione dalle valli verso la città, per sopravvivere. Così si presenta, sul finire dell’Ottocento, il quadro economico sociale del Trentino.
L’agricoltura soffriva a causa della
frammentazione dei terreni, dell’arretratezza delle colture, delle alluvioni e delle nuove malattie, come
la peronospora e l’oidio della vite, o
la pebrina del baco da seta.
Dal canto suo l’industria lamentava una condizione di marginalità. A
seguito del cambiamento di confini dovuto alle guerre - nelle quali
l’impero austroungarico aveva perso prima la Lombardia (1859), poi il
Veneto (1866) - il Trentino si era trovato a passare bruscamente da territorio centrale della parte sud-occidentale dell’impero, a territorio di
C
confine. Questo provocò nell’industria una grave crisi che si ripercosse su tutta la filiera tessile fino alle
campagne, dove veniva allevato il
baco da seta.
Lo spostamento lungo le direttrici
del fondovalle delle vie di comunicazione che prima attraversavano i
passi alpini, mise in crisi l’economia di intere vallate. L’emigrazione
diventò quindi una dura necessità
per sopravvivere, con forti ripercussioni sull’unità delle famiglie e delle comunità.
In questo contesto, la cooperazione fu la reazione alla condizione di
fame, miseria e usura del tempo:
una vera e propria rivoluzione popolare pacifica. Fondatore della cooperazione in Trentino fu don Lorenzo Guetti, sacerdote nato a Vigo
Lomaso, nelle Giudicarie esteriori,
nel 1847 e morto a Fiavè nel 1898.
La sua opera era stata preceduta da
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una vasta azione di promozione cooperativa a cura della Sezione di
Trento del Consiglio provinciale
dell’agricoltura. Quest’ultimo era
un ente di emanazione governativa,
che presiedeva all’organizzazione e
al miglioramento del settore agricolo, anche attraverso l’opera dell’Istituto agrario di S. Michele all’Adige.
Allora i tecnici si spostavano di paese in paese per insegnare ai contadini le moderne regole agricole e
i principi della cooperazione. Don
Guetti stesso, che era, fra l’altro, un
valente tecnico, fu presidente del
Consorzio agrario di S. Croce di
Bleggio e membro della Giunta provinciale della Sezione di Trento del
Consiglio provinciale dell’agricoltura.
I pionieri
Accanto a don Guetti, fra i padri fondatori della cooperazione troviamo
nomi come quello di don Silvio Lorenzoni di Brez (che per primo tradusse dal tedesco e diffuse le idee
e gli statuti Raiffeisen), del barone
Mersi (presidente del Consiglio provinciale dell’agricoltura e vicepresidente della Federazione dei Consorzi Cooperativi), di don Giovan Battista Panizza (che succederà a don
Guetti alla presidenza della Federazione) e dell’ing. Emanuele Lanzerotti di Romeno (fondatore dei consorzi elettrici, del Sindacato Agricolo Industriale Trento e delle coope-
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rative di lavoro).
Fra i primi cooperatori si annoverano molti sacerdoti, sia perché la
cooperazione si ispirava ai valori di
solidarietà e di fratellanza evangelici, sia perché, vivendo molto vicino alla povera gente, questi curati
e parroci di paese erano un importante punto di riferimento e infondevano fiducia nella riuscita dell’impresa. L’emanazione della enciclica “Rerum Novarum” (1891) da parte del papa Leone XII diede un ulteriore impulso allo sviluppo della
cooperazione trentina.
La prima cooperativa di consumo fu
fondata a S. Croce di Bleggio, proprio da don Guetti nel 1890 e assunse il nome di “Famiglia cooperativa” per significare l’assenza di fini
Il passato
speculativi dall’impresa cooperativa e per sottolineare che, come in
una famiglia, i diritti e i doveri del
singolo non dovevano essere annullati per il fatto di essere in società.
Il nome, inoltre, prospettava il clima di concordia e di aiuto reciproco che dovrebbe esistere in una famiglia.
Due anni dopo, nel 1892, venne fondata a Quadra, nel Bleggio superiore, dove don Guetti era curato, la
prima Cassa Rurale. Di fronte alle
gravi condizioni di usura e di strozzinaggio e alla difficoltà di reperire
prestiti, soprattutto senza dover
dare onerose garanzie, le Casse
Rurali, cooperative di credito, rappresentarono un formidabile strumento di rinascita dell’agricoltura
trentina e di accumulazione a favore delle economie locali.
fondata la Federazione Trentina
delle Cooperative, della quale Don
Lorenzo Guetti fu il primo presidente. Ad essa fece seguito la formazione di consorzi di secondo grado, con il preciso compito di coor-
La fase di sviluppo
L’avvio della cooperazione fu lento,
prudente, difficile, ma a partire dal
1893 si assiste quasi ad un’esplosione del movimento. Negli anni a
cavallo del secolo nascono nel Trentino decine e decine di cooperative
di consumo, di credito e agricole.
Praticamente non c’è valle o paese
dove non si fondi una cooperativa.
Per dare unità e nel contempo creare una sorta di rete cooperativa,
quando le società raggiunsero quota cinquanta (era il 1895), venne
dinare e collegare settorialmente
le coop socie. Il primo in ordine
cronologico fu il Banco di S. Vigilio (1898), con funzioni di Cassa
Centrale delle Casse Rurali, poi
sostituito in questo ruolo dalla
Banca Cattolica; seguirono nel
1899 il Sindacato Agricolo Industriale Trento (S.A.I.T.), magazzino
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centrale delle Famiglie cooperative; nel 1908 l’Unione Trentina delle Imprese Elettriche (UTIE) che
raggruppava i numerosi consorzi
elettrici ed infine la Società “Cantine Riunite”, ideata come centrale cooperativa vinicola della Vallagarina.
La storia della cooperazione in
Trentino non è sempre stata facile o tranquilla. L’ampiezza del movimento, il suo peso politico e sociale, fecero sorgere diversità di
vedute fra chi voleva che la cooperazione rimanesse “neutra”,
cioè libera da condizionamenti
religiosi e politici, e chi, “i confessionali”, la voleva, invece, anche
formalmente rispettosa del carattere cattolico e come base sulla
quale costruire il partito popolare
dei cattolici. Nel congresso di
Mori, del 1899, prevalse questo secondo indirizzo.
Certo, le divisioni politiche non
rallentarono lo sviluppo della cooperazione che, già nel 1902, contava ben 167 Famiglie Cooperative e 131 Casse Rurali, oltre ad altri tipi di società, come Cantine sociali, Consorzi elettrici e Caseifici
sociali.
Le ferite dei conflitti
Alla vigilia della prima guerra
mondiale i sodalizi cooperativi associati alla Federazione erano ol-
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tre cinquecento e il grado di efficienza raggiunto dal sistema era
davvero notevole. Dopo i difficili
anni del primo conflitto, dal quale
la cooperazione trentina uscì fortemente provata, il movimento riprese slancio e vigore e nel volgere di poco tempo assurse a livelli
mai prima raggiunti, con un consistente apporto di cooperative di
produzione e lavoro fra artigiani e
operai che operarono prevalentemente per la ricostruzione.
Con l’avvento al potere del fascismo il movimento, però, dovette
subire un altro duro colpo. In particolare attraverso l’accentramento obbligatorio negli organismi
statali, con il controllo politico dall’esterno e con la divisione della
Federazione (vennero scorporate
le Casse Rurali), la cooperazione
trentina perse la propria autonomia. I principi dell’associazione
volontaria e della partecipazione
democratica dal basso vennero
così compressi e mortificati. Il movimento cooperativo accusò poi i
contraccolpi, negli anni Trenta,
della grave crisi che portò anche
alla liquidazione della Banca del
Trentino Alto Adige.
Diverse società cooperative furono travolte con gravi ripercussioni per la popolazione locale e per
l’immagine del movimento. Per
questo l’opera di recupero fu particolarmente lenta e faticosa e
Il passato
nuovamente interrotta dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Superata anche questa tragedia, la cooperazione poté godere
di un periodo relativamente tranquillo.
Il dopoguerra
Nel 1945 venne ricostruita l’unità della Federazione e, con la nascita degli istituti autonomistici
- la Regione prima e la Provincia
poi - venne avviata un’attività legislativa di sostegno alla cooperazione che creò il terreno favorevole per una nuova fioritura del
movimento. Fu in quegli anni
che partì una più intensa azione
formativa, accompagnata dal
potenziamento degli strumenti
di assistenza tecnica, legale,
amministrativa e revisionale,
dall’ammodernamento delle infrastrutture ed infine da un’efficiente opera di coordinamento
ed assistenza sul versante tecnico-commerciale.
Negli ultimi decenni non sono
mancati i momenti difficili: sono
state numerose le crisi economiche che hanno scosso il Trentino, ma esse hanno rivelato, ancora una volta, la forza solidaristica della cooperazione, i cui
settori più violentemente colpiti
sono stati sostenuti ed aiutati da
quelli più solidi.
La storia della cooperazione
coincide quindi con la storia del-
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le popolazioni trentine, che seppero risollevarsi dalle difficoltà
e dalle miserie con un rinnovato
spirito di solidarietà e di autonomia.
La fusione con Legacoop
Il 2000 ha segnato una data importante per il mondo cooperativo
trentino. È stato infatti l’anno dell’unione del movimento, sancita
con la fusione tra Federazione e
Legacoop trentina. La Lega Trentina delle Cooperative era stata costituita nel 1980 per dare risposte
a categorie e ceti di cittadini e
utenti che vivevano in quegli anni
situazioni di disagio economico
sociale, in particolare nel mondo
del lavoro e della tutela dei diritti
dei consumatori.
La speciale natura della Federa-
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zione ed in particolare la sua radicata autonomia rispetto al contesto nazionale sia in termini di
sviluppo storico sia in ambito
politico istituzionale, ha consentito di raggiungere l’unitarietà del
movimento, fatto unico nel panorama nazionale.
Questo processo è stato possibile inoltre a seguito delle sinergie
intervenute tra imprese e consorzi che hanno sperimentato nelle
loro relazioni economiche, commerciali ed imprenditoriali i vantaggi dell’unità e della semplificazione associativa nella rappresentanza e tutela degli interessi
generali del movimento. La Lega
ha portato in dote un patrimonio
di 40 cooperative, 7.500 soci, 1.000
occupati (dei quali 300 soci lavoratori) che producono circa 67 milioni di euro di fatturato annuo.
La Federazione Trentina
delle Cooperative
uore della cooperazione attiva in provincia, la Federazione Trentina delle Cooperative raggruppa oltre 630 società
cooperative. Di queste circa 120
operano nel settore agricolo, 104 nel
consumo, 66 nel credito e 340 nell’ambito del sociale, lavoro, servizi
e abitazione (dati gennaio 2002).
Con sede a Trento, in via Segantini
10, la Federazione ha compiti di rappresentanza, tutela, assistenza, revisione, coordinamento ed integrazione delle cooperative aderenti.
Attraverso la formazione dell’uomocooperatore e la promozione degli
C
ideali soprattutto fra la gioventù,
essa contribuisce anche a mantenere vivo il patrimonio di storia e di
solidarietà sociale del popolo trentino.
Federazione Trentina
delle Cooperative
Via Segantini, 10 - Trento
Tel: 0461 898111 - Fax: 0461 985431
8: www.ftcoop.it
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L’attività
La Federazione gestisce un complesso di uffici e servizi che vanno dall’assistenza alla revisione;
dalla comunicazione all’educazione cooperativa nelle scuole;
dallo studio e promozione di nuove forme cooperative alla consulenza nell’ambito dei problemi fiscali, legali e di lavoro.
Uno specifico ufficio si occupa dello studio dei dati e risultati, orientato all’individuazione di strategie
paga mensili, delle pratiche connesse alla convocazione delle assemblee dei soci e dei consigli
d’amministrazione, ma anche della vidimazione iniziale e annuale
dei libri sociali in uso presso le
singole coop.
Nel corso dell’anno, inoltre, espleta le pratiche necessarie al rilascio
e al rinnovo di licenze ed autorizzazioni, porta la sua assistenza nelle
vertenze sindacali, rappresenta la
società al momento della stipula dei
contratti collettivi di lavoro e si reca,
di crescita e di sviluppo di iniziative cooperative in risposta ai bisogni emergenti della società.
Ma forse ci si può fare un’idea più
precisa del vasto lavoro di assistenza a supporto dell’attività delle associate sapendo che la Federazione compila e deposita ogni
anno il bilancio di fine esercizio e
la dichiarazione dei redditi per
quasi tutte le associate, così come
si occupa della compilazione delle dichiarazioni Iva, dei cedolini
attraverso i suoi professionisti, direttamente presso la sede della cooperativa socia per effettuare gli
interventi di natura specifica (contabile, legale, fiscale ecc.).
Non solo: dal punto di vista della
consulenza la Federazione opera su
vari rami. Da un lato istruisce le pratiche di richiesta di contributo e di
finanziamento in base alle leggi
europee, statali, regionali e provinciali, suggerendo le migliori strategie d’accesso. Dall’altro fornisce un
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La Federazione
supporto nelle progettazioni di nuove sedi ed impianti, nonché negli
ammodernamenti ed ampliamenti.
I nuovi servizi
Nell’ambito dei servizi di più recente istituzione vanno annoverate
nuove opportunità di alto calibro
professionale offerte alle cooperative socie. Nel settore del credito,
per esempio, sono stati attivati i
servizi di certificazione legale dei
bilanci, di consulenza per i controlli interni (Internal Audit) e organizzativa. Nel consumo, invece, è partita la prestazione di consulenza
sull’applicazione della legge 626
(sicurezza sul posto di lavoro), sull’Haccp (autocontrollo igienico sanitario) e sul controllo di gestione.
A tutto ciò vanno aggiunti i servizi
trasversali, quindi il progetto soci,
i progetti europei, nonché il piano
di comunicazione. Tutti questi mirano ad offrire una nuova risposta
al socio, realizzando delle sinergie
di settore per proporre servizi innovativi o affinare quelli esistenti, ma
anche per entrare in nuovi mercati
e imparare a conoscere ed utilizzare le opportunità della normativa europea.
I consorzi di
secondo grado
La struttura di secondo grado della
cooperazione, fondata dai consorzi
fra le cooperative dello stesso ramo,
è stata razionalizzata e resa più efficiente, per fornire alle cooperative di
base nuove forme di supporto e servizio, in un’ottica di modernità.
Tra i consorzi vanno citati il Sait, a
servizio delle coop di consumo, la
Cassa Centrale delle Casse Rurali
Trentine, istituto provinciale di coordinamento operativo del settore
del credito cooperativo, il Fondo
Comune delle Casse Rurali Trentine,
che gestisce attraverso la Phoenix
Informatica bancaria spa i servizi informatici per le Casse Rurali, la
Banca Agrileasing, società del gruppo Casse Rurali Trentine che si occupa della locazione finanziaria dei
più diversi tipi di beni, esclusi gli
autoveicoli, l’Ascot, compagnia di
assicurazione del movimento, il
consorzio Concast Trentingrana Formaggi Trentini, la cui attività è diretta soprattutto alla qualifica e alla
difesa della tipicità della produzio-
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ai dipendenti delle imprese cooperative, sia ad amministratori, sindaci e soci, Promocoop trentina, società senza scopo di lucro che gestisce
il Fondo Mutualistico del movimento, l’Associazione Giovani Cooperatori Trentini, per divulgare gli ideali
cooperativi e promuovere la cooperazione fra le giovani generazioni.
Nuovi settori
ne lattiero-casearia trentina, la
Ca’vit, centrale di lavorazione e di
imbottigliamento del vino trentino
conferito dalle tredici Cantine Sociali aderenti, l’Apot, che raggruppa i magazzini della frutta al fine di
valorizzare e difendere la produzione trentina, costituita soprattutto da
mele e piccoli frutti, la Federazione
Provinciale Allevatori, che si occupa
della selezione e dello sviluppo del
patrimonio zootecnico provinciale,
il Consorzio provinciale per l’abitazione Acli Casa G. Veronesi, che associa una trentina di cooperative
edilizie, il Cla (Consorzio Lavoro Ambiente), tra le cooperative boschivoforestali ed ecologico-ambientali, il
Consolida, tra le cooperative di solidarietà sociale, la Cooperfidi, cooperativa provinciale garanzia fidi, Cooperazione Salute, società di mutuo
soccorso, Formazione e Lavoro, società che si occupa dell’organizzazione di corsi di formazione rivolti sia
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Accanto ai settori tradizionali del credito, del consumo e dell’agricoltura,
nuovi settori si sono affacciati nei tempi recenti all’orizzonte della cooperazione, in particolare nel campo della produzione, lavoro e servizi. È ciò che va
sotto il nome di “nuova domanda cooperativa”. Essa da una parte è una risposta alle crisi e alle tensioni della società industriale-capitalistica e dall’altra è la reazione a una eccessiva presenza e burocratizzazione dello Stato
assistenziale nella società civile.
Una nuova spinta propulsiva si è
manifestata anche nel campo del turismo, settore strategico per il Trentino, dove le cooperative che già vi operano come responsabili di servizi specifici hanno progettato un coinvolgimento più massiccio che, oltre a dar
spazio alla nascita di nuove cooperative, potrà condurre anche alla gestione diretta delle strutture ricettive.
La cooperazione oggi, collocandosi a
metà strada fra il pubblico e il privato, si pone quindi come opportunità
La Federazione
concreta di autogestione e di autoresponsabilizzazione dei singoli e della comunità, contribuendo alla ricerca di una identità e di una sicurezza
sociale, che possa offrire a tutti un
futuro più sereno.
I Progetti
Progetto Soci
I soci costituiscono le fondamenta del
movimento cooperativo. Per rinsaldare il loro senso d’appartenenza e riscoprire gli ideali e le motivazioni che
li hanno spinti a diventare cooperatori, ma anche per aprire la porta ai
giovani che si riconoscono in questo
spirito, la Federazione ha avviato nel
1997 il Progetto Soci, che coinvolge trasversalmente tutti i settori d’attività.
Il progetto è impostato lungo sei linee d’azione (informazione, formazione, educazione, senso di appartenenza, fidelizzazione e impegno
sociale) e si realizza concretamente
attraverso le idee e l’opera di alcuni
gruppi di lavoro. Nel corso del 2002
sarà anche attivata una carta speciale (Carta Valore Cooperazione), di
servizio ai vari settori della cooperazione, per valorizzare ancora di più
il senso d’appartenenza. Continueranno, inoltre, le serate informative su
tematiche d’interesse generale (alimentazione, giovani ecc.) rivolte ai
soci che saranno raggiunti anche attraverso pubblicazioni ad hoc.
Progetti Europei
La Federazione ha avviato questi progetti perché consapevole che in molti casi è attraverso il confronto con
una dimensione internazionale che
si riesce a rendere competitiva una
piccola realtà locale e a coniugare
la necessaria tensione alla globalizzazione con la salvaguardia delle
identità e delle differenze.
Realizzare un progetto europeo non significa soltanto avere la possibilità di
accedere a linee di finanziamento preferenziali. Consente, infatti, di essere
“precompetitivi”, cioè di lavorare per il
futuro. La Federazione offre in questo
senso tutta la consulenza necessaria
per costruire un progetto europeo, presentare le pratiche di richiesta di finanziamento e renderlo operativo.
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Progetto Educazione cooperativa
L’Ufficio per l’educazione cooperativa ha incrementato notevolmente la mole di attività in questi
ultimi anni, con iniziative formative dedicate agli insegnanti e anche agli studenti. L’obiettivo è
quello di gettare il seme cooperativo nelle nuove generazioni, affinché conoscano prima ed imparino ad apprezzare poi le modalità
operative e i valori propri del movimento.
Lo strumento, invece, è quello della realizzazione di associazioni cooperative scolastiche su temi e attività d’interesse per i giovani trentini, come ad esempio la gestione
della biblioteca scolastica, la raccolta ed elaborazione di dati, le ricerche storiche su argomenti cooperativi ecc. Attraverso questo sistema i ragazzi, infatti, possono
formare una cooperativa a tutti gli
effetti, con organi sociali, aspetti
amministrativi (bilancio ecc.) e gestionali.
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Progetto Comunicazione
Nove trentini su dieci considerano la cooperazione in maniera positiva. Comunicare le iniziative, far
conoscere presso l’opinione pubblica il mondo cooperativo è lo
scopo del progetto che si avvale
dell’attività dell’Ufficio stampa e
comunicazione. Tale ufficio si propone di raccogliere tutto quanto
accade nel movimento cooperativo trentino e comunicarlo all’esterno, attraverso i rapporti con
i mezzi di comunicazione, e all’interno del sistema facendo circolare le informazioni sul mensile
“La Cooperazione trentina”, la
newsletter settimanale “La Cooperazione trentina flash” e il sito Internet www.ftcoop.it. Inoltre fornisce consulenza alle associate per
la redazione e stampa di pubblicazioni, organizzazione e presentazione di eventi, conferenze stampa e in generale per tutto quanto
attiene la comunicazione.
La cooperazione di consumo
uasi 330 punti vendita. Questo il dato più significativo
della cooperazione di consumo in Trentino, considerando che
i comuni sono 223 e che in 130 paesi la Famiglia Cooperativa è l’unico
negozio presente. Questo settore
della cooperazione, dunque, assomma al servizio commerciale quindi fornire ai soci i beni di cui
necessitano con garanzia della
qualità ed al minor costo possibile
- quello sociale, dando risposta in
modo capillare alla fascia di consumatori che ha problemi a spostarsi. Un servizio che il normale
negozio privato non riuscirebbe a
sostenere.
Con oltre 40.000 soci, 1.000 dipendenti, circa 256,5 milioni di euro di
fatturato complessivo, le 103 Famiglie Cooperative sono state oggetto negli ultimi anni di numerosi processi di fusione, che hanno portato
Q
ad una razionalizzazione aziendale
ma non certo al ridimensionamento dei punti vendita che, anzi, sono
aumentati.
La rete fa perno su un sistema di
acquisti collettivi realizzato dal consorzio provinciale di secondo grado (Sait), che nel ’93 è diventato
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socio di “Coop Italia”, il più grande
gruppo d’acquisto a livello nazionale. In Trentino i negozi della cooperazione di consumo si chiamano
“Famiglie Cooperative”, una denominazione assai appropriata perché
rispecchia una situazione storica e
di funzionamento, che non si riscontra in altre province.
Praticamente non vi è casa che non
abbia vicino, entro un raggio di pochi chilometri, una cooperativa di
consumo. La distribuzione geografica è assai capillare e dà una prima giustificazione al nome di “Fa-
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miglia Cooperativa” che si trova
anche nelle zone marginali, cioè nei
paesi più lontani dai grossi centri
dove l’operatore privato non trova
convenienza ad esercitare attività
nel settore della distribuzione.
In origine le Famiglie Cooperative
operavano in un ambiente prevalentemente agricolo e la loro funzione
era anche quella di centri di raccolta e di vendita dei prodotti dell’agricoltura locale. Oggi la situazione è
cambiata, ma l’impostazione economico-amministrativa è rimasta
quella di allora. I soci continuano
ad esprimere l’assemblea, dalla
quale viene eletto il consiglio di
amministrazione; inoltre il fine sociale, come in passato, viene perseguito senza perdere di vista i criteri di una sana gestione economica, anche se la cooperativa non ha
scopo di lucro.
Uno degli obiettivi di fondo che la
cooperazione di consumo del Trentino si prefigge è di rendere concreta la partecipazione del socio consumatore alle scelte di politica alimentare influendo quindi sulla produzione. Un’idea già presente alle
origini ma che oggi, in considerazione delle insidie che si annidano
nel settore alimentare, diventa più
che mai attuale. Basti pensare al
rifiuto dei prodotti derivati da organismi geneticamente modificati e,
per contro, alla promozione del biologico.
Consumo
Sait
a denominazione Sait - Sindacato Agricolo Industriale Trento - con la quale è stato costituito nel 1899 il consorzio delle cooperative di consumo del Trentino,
esprime l’idea, lo spirito e gli scopi
che animarono l’iniziativa.
L’idea era quella di legare insieme le
Famiglie Cooperative soprattutto nel
momento degli acquisti. Lo spirito era
quello di una grande famiglia che nella solidarietà esprime la forza derivante dall’unione e dall’integrazione delle
risorse delle singole cooperative componenti. Gli scopi, infine, puntavano
a porre al servizio della popolazione
trentina e della sua economia agri-
L
cola, allora prevalente, una struttura
che favorisse, oltre agli approvvigionamenti di beni di consumo per i soci
e di beni strumentali per le loro aziende, il collocamento e la trasformazione dei prodotti locali, e, infine, il sorgere di impianti industriali per beni
di prima necessità.
L’aver intuito fin dall’inizio queste
necessità resta uno dei momenti più
qualificanti della cooperazione di
consumo trentina. Se pensiamo che
Sait
Via Maccani, 162 - Trento
Tel: 0461 808100 - Fax: 0461 823564
8: www.sait.it
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essa ha anticipato di settant’anni
quello che il settore distributivo è
andato facendo nell’ultimo decennio
con le unioni volontarie e con i consorzi d’acquisto, abbiamo la misura
della preparazione e della concretezza dei fondatori del Sait. Questo si
può verificare constatando come sia
ancora capillare la presenza della
cooperazione trentina e quale sia la
sua consistenza; se raffrontiamo tale
situazione con quella di altre zone
assimilabili alla nostra, dobbiamo
attribuire alla presenza del consorzio un ruolo determinante nell’aver
garantito nel tempo l’esistenza di
iniziative ormai centenarie.
Oggi il Sait come centro distributivo
della Cooperazione di Consumo
trentina opera nell’area merceologica food e non food con oltre 30.000
mq. di magazzini e più di 250 addetti. Dal 1993, è stato definito ed attivato un accordo di collaborazione
commerciale con Coop Italia, di cui
ha l’esclusiva per il Trentino.
Il Sait sviluppa e coordina una serie
integrata di funzioni che si esplicano nell’acquisto dei prodotti e quindi nella contrattualistica centralizza-
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ta, nel ricevimento e stoccaggio della merce e nella distribuzione e consegna dei prodotti alla rete di vendita con oltre 350 consegne giornaliere (Famiglia Cooperativa – Supermercati Trentini – Liberty non food –
Gol affiliati). Inoltre sviluppa la propria attività anche in servizi rivolti
alla rete di vendita che ne consolidano e specificano la missione nell’ambito del territorio di competenza. Si tratta di servizi commerciali,
di marketing strategico ed operativo, d’assistenza tecnico – gestionale ed analisi di mercato, d’informatica, di progettazione e merchandising del punto vendita, ma anche
laboratorio di formazione e servizi
immobiliari con Coopersviluppo.
L’evoluzione del Sait e della rete di
vendita continua nella realtà della distribuzione evoluta esprimendosi
nella prossima apertura (2002) a
Trento di un nuovo esercizio con la
formula Superstore in partnership
con Coop Nordest.
L’esistenza di punti di vendita del
Sait sia nelle città sia nelle vallate
del Trentino, oltre alla modernità gestionale dell’offerta, vuole dare seguito ad un’esperienza sociale e culturale, soprattutto là dove, per il continuo variare della composizione
della popolazione o per le situazioni
ambientali che non favoriscono la
conoscenza e l’aggregazione, non
sorgono o hanno vita difficile le presenze cooperative di base.
La cooperazione di credito
e Casse Rurali Trentine con
850 amministratori e circa
77.000 soci testimoniano lo
stretto legame con la comunità locale: 164 soci ogni mille abitanti con
una crescita della base sociale, nell’ultimo decennio, del 36%.
In Trentino sono presenti 62 Casse
Rurali, con un servizio di 349 sportelli e più di duemila dipendenti per
dare sostegno allo sviluppo delle comunità. Grazie a questo profondo
radicamento nel tessuto produttivo
L
che lo circonda, il credito cooperativo gode di un legame stretto con
la realtà imprenditoriale. Per la famiglia e la piccola e media impresa, la Cassa Rurale si rivela l’istituto di riferimento ed un valido partner di sviluppo, nelle scelte finanziarie, economiche e commerciali.
In termini quantitativi, circa 4,5 miliardi di euro di crediti vengono erogati dal sistema a favore delle famiglie e delle imprese. Il credito viene
erogato in forma semplice, senza
eccessiva burocrazia, in modo rapido e alle migliori condizioni economiche possibili soddisfacendo
anche la clientela meno abbiente.
In quanto cooperativa, la Cassa Rurale valuta i debitori dando priorità
ai requisiti di onestà del socio e di
validità dell’impresa da finanziare,
anziché soffermarsi unicamente
sull’entità delle garanzie patrimoniali. E questo accentua il ruolo so-
21
ciale e di incidenza della Cassa
Rurale nell’economia della zona di
competenza.
Sul versante dell’ intermediazione la
“raccolta complessiva” (diretta + indiretta) ammonta a circa 10 miliardi
di euro. Iscritto nei bilanci delle Casse Rurali, risulta poi più di 1 miliardo
di euro di mezzi patrimoniali; una ric-
associazionismo particolarmente
vivace. Il valore aggiunto prodotto
e distribuito a favore del contesto
sociale della comunità locale ammonta a circa 9,8 milioni di euro.
In termini di apporto all’occupazione
il sistema creditizio cooperativo negli ultimi 10 anni ha accresciuto di
oltre il 21% i propri organici. Comples-
chezza costituita in prevalenza da “riserve indivisibili” ovvero da un bene
di pertinenza mutualistica e comunitaria, posto a supporto dello sviluppo
delle società e del loro territorio di riferimento. Questa caratteristica distintiva del credito cooperativo che afferma la propria peculiarità attraverso un impiego prevalente delle risorse economiche a favore della Comunità locale si riscontra anche in altre
dimensioni. Perché la Cassa non è
solo il forziere preferito (quota di
mercato del sistema: 62% della raccolta e 58% degli impieghi) ma anche una presenza attiva nel sostenere le tante iniziative frutto di un
sivamente il personale dipendente
del movimento del credito cooperativo trentino ha superato le 2.100 unità, a cui va aggiunto l’impegno degli
Amministratori e dei Sindaci delle
Casse Rurali Trentine (circa 850 persone), che porta a quasi tremila i soggetti attivi ai vari livelli del sistema.
I numerosi processi di fusione avvenuti nell’ultimo decennio nel settore, hanno ridotto il numero delle
Casse Rurali da 101 a 62. Questo
numero è destinato a scendere ancora, in virtù di un processo di accorpamento che è stato approvato
dalla maggioranza assoluta degli
istituti di credito cooperativo.
22
Credito
Cassa Centrale delle
Casse Rurali Trentine
a Cassa Centrale delle Casse Rurali Trentine è stata
costituita nel 1974 dalle 133
Casse Rurali allora operanti in
Trentino (oggi sono 62) con il compito di coordinare e sostenere
l’azione di raccolta del risparmio
e di esercizio del credito delle Casse, potenziando e integrando la
loro attività, sviluppando e migliorando i servizi, svolgendo a loro favore opera di assistenza finanziaria, creditizia e tecnica.
Di grande rilievo sono in particolare le funzioni di supporto operativo e di consulenza nell’ambito
L
dei mercati finanziari, con la predisposizione di prodotti molto evoluti e diversificati per coprire ogni
necessità dei clienti in questo settore, l’opera di collegamento verso i mercati di tutto il mondo per
le esigenze di operatività personale ed aziendale della clientela, l’intervento nel campo dei finanziamenti, sia a favore delle Associa-
Cassa Centrale delle
Casse Rurali Trentine
Via Segantini, 5 - Trento
Tel: 0461 313111 - Fax: 0461 239973
8: www.cr-surfing.net
23
te che – in occasioni particolari per loro clienti anche con operazioni da gestire in pool con le Casse stesse.
Crescente impegno è rivolto a prodotti e procedure informatiche nell’ambito dei servizi di incasso e pagamento, della gestione delle tesorerie degli Enti locali e della disponibilità di servizi innovativi per
le imprese.
Cassa Centrale è impegnata nella gestione dei rapporti con le istituzioni pubbliche e private, le associazioni di categoria e altre di
diversa natura; interviene con propri fondi in attività qualificate di
sponsorizzazione di eventi ed attività culturali/sociali/sportive;
nell’ambito dell’attività di marketing sviluppa nuovi servizi e prodotti, gestisce le campagne pub-
24
blicitarie di gruppo e affianca le
Casse per le necessità aziendali
in questo settore. Con la rete di
“referenti commerciali”, nuova figura specialistica presso ogni
Cassa Rurale, interviene a valorizzare e ottimizzare le attività rivolte alla clientela.
Collabora da tempo anche con numerose banche di credito cooperativo extra provinciali, in particolare del Nordest. Per favorire il miglior raccordo in tal senso, è stato
istituito a Padova, presso la Federazione Veneta delle Banche di
Credito Cooperativo, un apposito
ufficio di rappresentanza di Cassa Centrale.
Cassa Centrale ha un patrimonio
di 93 milioni di Euro; a fine 2001
l’organico era composto da 146 dipendenti.
Credito
Fondo Comune delle
Casse Rurali Trentine
ato come società consortile
delle Casse Rurali negli anni
Settanta, il Fondo Comune
delle Casse Rurali Trentine si è convertito all’informatica a partire dal
1986, diventando in quindici anni una
delle più importanti sofware house
del credito cooperativo in Italia.
Il Fondo Comune fornisce alla Cassa Centrale e alle Casse Rurali tutti
i servizi informatici che consentono all’istituto di svolgere il proprio
ruolo di interfaccia del credito cooperativo trentino verso il sistema
bancario nazionale e internazionale. Gli istituti, dal canto loro, colla-
N
Fondo Comune delle
Casse Rurali Trentine
Via Segantini, 18 - Trento
Tel: 0461 874111 - Fax: 0461 874123
8: www.fccrt.it
borano con il Fondo all’aggiornamento del prodotto in base alle esigenze della clientela.
Dal primo gennaio 2002 il Fondo
Comune ha conferito la sua attività
ad una nuova società per azioni, denominata Phoenix Informatica
Bancaria spa. Si tratta di una svolta epocale: la cooperativa infatti si
è trasformata in una holding della
25
partecipata società per azioni. Il
Fondo Comune, che nel 2001 ha realizzato un fatturato di quasi 24 milioni di euro, è socio al 99,97% con un
apporto di capitale sociale di
8.100.000 euro. Le altre partecipazioni riguardano in parti uguali pari allo
0,015% la Federazione Trentina delle Cooperative e la Cassa Centrale.
Sono partecipazioni simboliche che
testimoniano però la condivisione di
un progetto di crescita che ha visto
il Fondo aumentare la propria operatività in misura progressiva.
Alla fine del 2001 centrotrenta banche cooperative in Italia utilizzavano i servizi del Fondo (ora della Phoenix Informativa Bancaria spa), la
cui attività si divide in due filoni: progettazione ed elaborazione di sistemi informatici e centro servizi per la
Cassa Centrale, le Casse Rurali Trentine e le altre banche di credito cooperativo in Italia.
26
Il prodotto
Cuore dell’attività di software house è il
sistema informatico completoSIB 2000
per l’automazione della banca, pensato
e realizzato a Trento nella sede di via
Segantini. I programmi informatici del
Fondo Comune consentono alle banche
di mettersi in rete e dialogareon line con
i loro clienti, utilizzare strumenti elettronici di pagamento, acquistare merci e
comprare titoli via Internet. Oltre al sistema SIB2000, sono molti i progetti realizzati o in corso che hanno come riferimento la tecnologia Internet: fra i più
recenti, la possibilità per i clienti delle
Casse Rurali di chiedere informazioni e
ricevere risposte dalla propria Cassa
Rurale via SMS sul telefonino.
Fra i nuovi prodotti informatici rilasciati
nel 2001 ci sono un pacchetto di programmi di e-commerce da offrire alle
aziende clienti delle Casse Rurali e un
sofisticato sistema di trading on line per
gli utenti professionali.
La cooperazione agricola
on 19.850 produttori associati, 113 cooperative di
primo grado, 7 consorzi e
2.540 dipendenti fissi, la cooperazione agricola è il soggetto leader in Trentino nella trasformazione e nella commercializzazione
C
dei prodotti agricoli provinciali.
Nelle attività connesse all’agricoltura la cooperazione occupa
mediamente l’85% dell’intero
comparto, mentre il valore della
produzione del settore si attesta
intorno ai 733 milioni di euro.
27
Le cooperative agricole sono sorte, a cominciare dalla fine dell’Ottocento, per sanare la situazione
di inferiorità e sudditanza dei
contadini e consentire ai produttori associati di ottenere quei vantaggi che soltanto un’impresa,
come è appunto quella cooperativa, può raggiungere. L’ambito di
attività e competenza si è andato
però via via ampliando, oltre la
fase di commercializzazione, tanto che oggi abbiamo diversi tipi
di società cooperative in agricoltura: per la coltivazione della terra, per la raccolta, conservazione,
trasformazione e vendita dell’uva,
della frutta, del latte e delle patate, per l’allevamento e la vendita
del bestiame selezionato o di capi
da macello.
Ma i settori più importanti, nei
quali la formula cooperativa ha
trovato terreno fertile, sono quello frutticolo, quello viticolo, quel-
28
lo lattiero caseario e quello zootecnico. Grazie ai disciplinari di
produzione, l’agricoltura cooperativa trentina cresce prodotti sani
e controllati, restando ben al di
sotto delle soglie consentite dalla legge in quanto all’uso di antiparassitari chimici di sintesi.
Numerosi, inoltre, sono i processi di certificazione avviati ed ottenuti dalle cooperative singole
o dai consorzi, con l’obiettivo di
qualificare ancora di più la produzione e valorizzarla maggiormente agli occhi dei consumatori.
Agricole
Cantine sociali
ltre l’80% delle uve prodotte in Trentino (circa 1
milione di quintali) viene
conferito alle Cantine sociali,
che hanno una capacità di incantinamento che supera il milione di ettolitri ed attrezzature
moderne ed efficienti, anche per
la lavorazione dei vini bianchi, la
più difficile e delicata.
La Cantina sociale ritira l’uva dai
soci (circa 5.720), la trasforma,
vende il vino e remunera i produttori per l’uva conferita, in
base ai prezzi realizzati, dedotte
le spese di lavorazione e di gestione. Il valore della produzione si aggira intorno ai 130 milioni di euro.
Le Cantine sociali hanno acquisito grandi meriti nel determinare il miglioramento qualitativo
della viticoltura trentina. Con lo
strumento dei prezzi differenzia-
O
ti (pagando di più le uve migliori) e anche consigliando i viticoltori, in accordo con gli uffici tecnici dell’Ente pubblico, hanno
fatto piantare varietà pregiate,
scelte secondo le caratteristiche
del terreno e del clima delle varie zone (zonazione), in sostituzione di altre di qualità inferiore.
29
Le Cantine sociali, che un tempo erano presenti in ciascun paese trentino dove si coltivava la
vite, si sono poi concentrate secondo criteri di maggiore effi-
re le richieste dei consumatori.
Da una recente indagine, nei primi 15 gruppi a livello italiano
come fatturato figurano tre società cooperative trentine, di cui
cienza e di razionalità di lavorazione, senza per questo far perdere tipicità al prodotto, ma al
contrario consentendo un affinamento e una valorizzazione dei
vini trentini.
Oggi ci sono 15 Cantine sociali,
13 delle quali aderenti alla Ca’vit,
presso le quali si possono trovare anche sfusi degli ottimi vini a
un prezzo contenuto. Le imprese
cooperative hanno saputo porsi
in sintonia con le tendenze del
mercato con delle strutture organizzative in grado di asseconda-
due nelle prime quattro, a dimostrazione del livello di qualità
della produzione e la capacità di
penetrazione del mercato.
30
Agricole
Cavit
onsapevoli dell’unicità della loro terra e desiderosi di
apprendere le tecniche e le
conoscenze per meglio valorizzare
e accrescere la loro produzione, nel
1950 alcuni viticoltori si associano
dando vita a un Consorzio di Cantine Sociali, primo embrione di Cavit. Nasce con l’obiettivo di assistere le cantine associate, di contribuire alla “formazione” dei viticoltori
e di creare una “cultura del vino”
omogenea in tutta la regione.
Nel 1957 il Consorzio viene dotato
di una cantina per assolvere pienamente alle mutate e accresciute
esigenze dei suoi associati. Nel 1964
C
viene costruita l’attuale sede di Ravina di Trento, potenziata poi, a partire dal 1977 e negli anni successivi, per arrivare alle dimensioni odierne e non ancora definitive; la sede
produttiva arriverà a coprire oltre
50.000 mq.
Cavit
Ravina - Trento
Tel: 0461 381711 - Fax: 0461 912700
8: www.cavit.it
31
Cavit è una cooperativa di secondo grado, ossia una cooperativa
di cooperative, che riunisce, oltre
al Sait, 13 delle 15 cantine sociali presenti in Trentino: Associazione Agraria Riva del Garda,
Avio, Isera, La Vinicola di Aldeno, Lavis – Sorni e Salorno, Mori
– Colli Zugna, Nomi, Cooperativa
Rotaliana, Roverè della Luna,
S.A.V. Società Agricoltori Vallagarina, Toblino, Le Meridiane,
Valle di Cembra, riuscendo a coprire così tutto il territorio regionale.
L’impegno di Cavit è stato negli
anni e permane a tutt’oggi, quello di favorire la coltivazione di
prodotti che per fascino, per
moda, o semplicemente per facilità nell’accostamento dei cibi
sono stati molto richiesti dal mercato, ma si è anche tutelata l’integrità e la particolarità di tutti i
32
vitigni mantenendo intatto il patrimonio tradizionale regionale.
Cavit raccoglie, attraverso le 13
cantine sociali, oltre il 70% della
produzione di vino in Trentino
(circa 7.000 ettari) e annovera tra
i suoi associati oltre 5.400 viticoltori. Una rete di vendita capillare
ne assicura una distribuzione
estesa al territorio nazionale e ai
principali mercati esteri.
Agricole
Consorzi ortofrutticoli
a produzione di mele domina il comparto della frutticoltura trentina: se ne producono ogni anno oltre 4 milioni
di quintali che, in termine tecnico, equivalgono a 40 mila vagoni.
Come dire un treno lungo da Trento a Bologna. La quasi totalità
(95%) fa capo ai Consorzi ortofrut-
L
ticoli cooperativi, generando un
valore della produzione che supera i 172 milioni di euro.
I Consorzi sono presenti in tutte
le zone di produzione, ma soprattutto nelle valli di Non e Sole, dove
si producono oltre 3 milioni di
quintali di mele. Fino al 1960 vi
erano moltissimi magazzini di pic-
33
cole dimensioni, dove la frutta veniva conferita, lavorata, cioè selezionata e conservata, per un breve periodo, mancando di adeguate strutture per una più lunga conservazione. Negli ultimi vent’anni,
i Consorzi, con l’aiuto finanziario
europeo, statale e provinciale, hanno potuto costruire magazzini molto più grandi, dotati di celle frigorifere ad atmosfera controllata.
34
I magazzini hanno anche un’altra
funzione, molto importante dal
punto di vista commerciale, cioè
della strategia di mercato: quella di
concentrare in un solo punto la produzione frutticola di una zona. Il
commerciante, in questo modo, non
tratta più l’acquisto con i frutticoltori singoli e quindi dispersi, ma direttamente con la cooperativa.
I Consorzi si avvalgono dell’opera
di tecnici specializzati che seguono il frutticoltore durante l’intera
campagna di produzione, fornendo consigli utili ad assicurare un
elevato grado qualitativo della
frutta che deve corrispondere alle
esigenze di mercato.
Nel Trentino la cooperazione frutticola non si limita al solo ambito
delle mele. È infatti presente anche
tra i produttori di pere, ciliegie, susine, ribes, piccoli frutti ma anche
di patate e ortaggi biologici. In
complesso i Consorzi ortofrutticoli sono 35 (8250 soci) e fanno capo
all’Apot, Associazione Produttori
Ortofrutticoli Trentini, struttura
cooperativa di secondo grado.
Agricole
Apot
Associazione Produttori
Ortofrutticoli Trentini è
una realtà sorta come punto di riferimento del settore ortofrutticolo in genere, ma con una
particolare specializzazione sia
per l’espressione più significativa della frutticoltura provinciale,
la mela, sia per le produzioni
“minori” come piccoli frutti e ortaggi.
Anche in questo caso la secolare
tradizione cooperativa ha conferito ad Apot dimensioni e operatività di estrema rilevanza sia in
termini aggregativi che strategici. Un meccanismo complesso
L’
Apot
Via Brennero, 322 - Trento
Tel: 0461 824001 - Fax: 0461 823730
8: www.apot.it
che coinvolge non solo i 10.000
produttori riuniti in 6 Organizzazioni di Produttori e 32 Cooperative, ma anche le maggiori Organizzazioni di categoria, gli Istituti Agrari e la stessa Provincia
Autonoma di Trento.
L’Apot opera dunque in modo tra-
35
sversale, seguendo il processo
produttivo attraverso il Protocollo di Autodisciplina, dal momento della messa a dimora delle
piante fino alla raccolta.
L’attività di Apot è oggi orientata
a fornire un contributo operativo
e concreto ai Consorzi ed alle Cooperative per consolidare le posizioni ed aumentare il grado di
In questo lungo cammino l’Apot
riceve e trasmette informazioni
tecnico qualitative, recepisce e
valuta normative locali, nazionali e comunitarie, coordina le strategie di marketing, promosse autonomamente dalle Organizzazioni di Produttori socie, e partecipa ai tavoli istituzionali rappresentando le aspettative dei Consorzi soci e dei produttori.
competitività verso il mercato.
Mercato che necessita sempre
maggiormente questo tipo di supporto tecnico e di rappresentanza, dal momento che si presenta
ancora più complesso sia in termini di competitività che a livello di regolamentazione, in quanto alle normative nazionali e provinciali, si è aggiunta una vasta
mole di leggi europee.
36
Agricole
Caseifici sociali
a zootecnia trentina è basata soprattutto sull’allevamento di bovine da latte. Per
questa ragione i Caseifici sociali
svolgono ancora un ruolo fondamentale in questo comparto produttivo. Ad essi viene conferita la
quasi totalità del latte prodotto,
escluso quello reimpiegato nell’al-
L
levamento dei vitelli o consumato
dalle famiglie degli allevatori.
La produzione di latte dei caseifici cooperativi (1400 soci) supera i
100 milioni di chilogrammi (valore: 63 milioni di euro), dei quali
circa il 50% viene trasformato in
grana, il 15% destinato a uso alimentare ed il rimanente 35% ser-
37
ve per produrre altri formaggi tipici e yogurt. La produzione di burro si aggira sui 12.500 quintali annui.
Dopo il processo di concentrazione delle strutture realizzato negli
anni Ottanta e Novanta, attualmente i caseifici sociali presenti
sul territorio provinciale sono 22,
tutti associati al Consorzio di secondo grado Concast Trentingrana.
Il latte conferito, in proporzione variabile da caseificio a caseificio,
può seguire due vie di utilizzo:
vendita per consumo alimentare,
dopo aver subito i necessari processi di affinamento (pastorizzazione, confezionamento) o trasformato per la produzione di formaggi. La panna ottenuta viene avvia-
38
ta al burrificio consortile di Spini
di Gardolo a Trento per la produzione del burro trentino.
I tipi di formaggio più conosciuti
ed apprezzati sono il Grana del
Trentino, il Vezzena, il Puzzone di
Moena e la Spressa, ma non vanno trascurate altre qualità nostrane e molli.
Il latte viene costantemente controllato, perché non contenga germi inquinanti. Già da tempo è stato introdotto un sistema del pagamento del latte secondo la qualità: il latte viene cioè pagato non
solo a quantità, ma anche secondo determinate caratteristiche organolettiche, verificate mediante
analisi.
Agricole
Concast Trentingrana
caseifici sociali sono organizzati, fin dal 1951, in un
proprio Consorzio di secondo
grado. Esso non si limita a rappresentare genericamente e formalmente le cooperative aderenti, ma affronta concretamente i
problemi del settore come la
commercializzazione, la promozione, il controllo ed il miglioramento qualitativo dei formaggi
trentini. Nel 1993 dalla fusione
tra Trentingrana e Consorzio dei
Caseifici Sociali è nato il Consorzio Trentingrana - Concast con
sede legale, centro operativo Formaggi Trentini, laboratorio, sie-
I
rificio e burrificio consortili a
Spini di Gardolo a Trento e con
magazzino di stagionatura e
commercializzazione del Grana
Trentino a Segno di Taio in Val
Concast Trentingrana
Loc. Spini di Gardolo, 124 - Trento
Tel: 0461 961515 - Fax: 0461 961516
8: www.trentingrana.it
39
di Non. Nel corso del 1998 è stata acquistata anche la Centrale
del latte di Trento.
Il Consorzio Trentingrana – Concast ha tre punti vendita (due a
Trento in via Lunelli 26 ed in Via
Belenzani 56 ed uno a Segno di
Taio in Via Nazionale) dove si
vendono i formaggi prodotti dai
caseifici associati.
Inoltre i principali prodotti lattiero-caseari trentini vengono distribuiti a livello provinciale tramite il Sait, le Famiglie cooperative e la Grande Distribuzione Organizzata mentre è in crescita e
già prevalente il collocamento
40
fuori dal territorio provinciale. Il
valore della produzione lattierocasearia si aggira intorno ai 65
milioni di euro.
Agricole
Federazione Allevatori
orta nel 1957 come “Federazione provinciale allevamento bovini di razza bruno alpina”, la Federazione Allevatori è il centro di selezione e di miglioramento del patrimonio bovino della provincia di Trento. La Federazione si articola perifericamente in undici Unioni di Valle,
che riuniscono circa 1.850 soci.
La Federazione gestisce a Toss di
Ton (Valle di Non) il Centro di fecondazione artificiale “ Alpenseme”, mentre il servizio per la commercializzazione del bestiame da
vita (attraverso le aste), da macel-
S
Federazione
Provinciale Allevatori
Via delle Bettine, 40 - Trento
Tel: 0461 421328 - Fax: 0461 422476
8: www.superbrown.it
lo e dei vitelli baliotti è ora concentrato nella nuova struttura di
Trento Nord. Durante l’estate la
Federazione organizza un alpeggio sperimentale per vacche da
latte a Malga Juribello, con annesso agritur.
In base alle attribuzioni previste
dalle leggi provinciali, la Federa-
41
zione assiste i propri associati in
tutte le scelte tecniche e genetiche che riguardano le aziende zootecniche, oltre ad organizzare servizi commerciali che consentono
l’accesso ai mercati anche alle
piccole o piccolissime aziende dislocate sul territorio della Provincia di Trento.
stalle e da uno spazio centrale ad
uso multiplo che ospita le aste ma
anche le mostre, in un’ottica di
polifunzionalità.
Le stalle sono tre: una da 120 posti per il bestiame da vita, una da
300 che serve per i vitellini di 15
giorni che arrivano settimanalmente per le prime cure e una da
La Federazione Allevatori, grazie
alla nuova sede di Trento Nord, si
pone come portatrice di nuovi servizi nei confronti degli associati,
razionalizzando e valorizzando le
competenze acquisite negli anni.
La struttura è composta da più
60 utilizzabile sia per le bestie da
vita che per quelle destinate al
macello.
Il numero dei dipendenti fissi è di
circa una settantina. Il volume di
affari nel corso del 2000 è stato di
quasi 8,3 milioni di euro.
42
Cooperative LSSA:
Lavoro-Sociali-Servizio-Abitazione
ono circa 270 le cooperative che lavorano nei servizi
e nel sociale, e danno lavoro a 3.500 persone a tempo pieno. In questo decennio (anche per
effetto della fusione con Legacoop) hanno conosciuto lo sviluppo produttivo ed occupazionale
più intenso della loro storia.
S
Uno sviluppo trainato soprattutto da un ampliamento del mercato dei servizi e del terziario avanzato, che ha favorito l’ingresso
nelle cooperative di soci lavoratori, nella stragrande maggioranza giovani, contribuendo così al
processo di piena occupazione
che caratterizza la provincia.
43
In questi anni, anche per effetto
dell’impetuoso processo di trasferimento all’esterno di molte funzioni tradizionalmente collocate
all’interno delle imprese (pubbliche, private, ecc.), si sono rapidamente sviluppati in forma nuova interi settori di attività.
Si tratta di attività spesso connesse alle imprese attraverso le nuove tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, ma, pur
sempre, attività di dimensioni ridotte e isolate.
La formula cooperativa è stata
particolarmente capace di assorbire buona parte di queste funzioni esprimendo una nuova forza
competitiva e una rinnovata attrazione nei confronti della forza lavoro in cerca di occupazione.
44
LSSA
Cooperative di Lavoro
toricamente nel Trentino
vanno ricordate le decine
e decine di cooperative fra
muratori sorte alla fine della prima guerra mondiale per la ricostruzione dei paesi danneggiati
dalle operazioni belliche.
Fra le due guerre avevano avviato la loro attività anche le cooperative del porfido che, nei decenni successivi, hanno avuto
un notevole sviluppo. Ora la
maggior parte di esse si è sciolta, dando luogo ad altri tipi di
impresa, che tuttavia sono riuniti
in consorzi cooperativi di vendita e di supporto tecnico.
Negli anni Settanta ha avuto inizio un nuovo periodo di grande
sviluppo, con l’avvio di interventi mirati nell’ambito della forestazione e dell’ambiente, settore nel quale si è presto creata
una serie di cooperative destina-
S
45
te, con il loro lavoro, a produrre
un reddito attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del
territorio. Altri settori di sviluppo sono l’artigianato artistico, il
legno e l’arredamento; la ristorazione, la gestione di mense
aziendali, scolastiche e pubbliche; le pulizie e le manutenzioni; le rilevazioni statistiche, il
riordino e la catalogazione in archivi e biblioteche; l’informatica;
46
la pubblicità; l’archeologia; la
gestione di impianti e attrezzature pubbliche; i lavori edili; le
confezioni; i trasporti, ecc.
Molte di queste esperienze sono
nate per iniziativa di giovani che,
nell’impossibilità di inserirsi individualmente nel mercato del
lavoro, hanno trovato nello strumento cooperativo la risposta
alla loro domanda di occupazione.
LSSA
Consorzio Lavoro Ambiente
l Consorzio Lavoro Ambiente è il
risultato dell’unificazione tra Cta
– Consorzio Territorio Ambiente e
Coneco, Consorzio Ecologico Trentino.
Il ripristino e la valorizzazione ambientale è il segmento che ha permesso a questa realtà cooperativa di distinguersi maggiormente sull’intero
territorio nazionale sia per amministrazioni pubbliche ma anche per privati.
Attività che ha preso il via nella seconda metà degli anni Ottanta con
la creazione del “Progettone” ideato
con una funzione duplice: creare gli
strumenti per riqualificare l’ambiente e offrire una valida opportunità di
I
reintegro professionale alle migliaia
di lavoratori espulsi dal processo produttivo industriale.
La funzione sociale oggi si manifesta nei 1950 addetti che vanno a formare la forza lavoro del Consorzio
Lavoro Ambiente. Di questi 802 sono
soci lavoratori, 1025 risorse umane
delle cooperative aderenti, 123 dipendenti del Consorzio.
Complessivamente il fatturato del-
Consorzio Lavoro Ambiente
Via Lung’Adige
San Nicolò, 20 - Trento
Tel: 0461 270800 - Fax: 0461 270899
8: www.consorziolavoroambiente.it
47
l’anno 2000 è stato di 240 miliardi di
lire, pari a 124 milioni di euro.
Un altro risultato importante è stato
ottenuto con la certificazione Uni En
Iso 9002 che, dal 1994, garantisce una
carta in più nel proporsi su un mercato sempre più concorrenziale considerata l’attività non solo ristretta ai
confini provinciali.
In questi anni sono stati tre i segmenti
dove Cla si è distinto maggiormente:
lavori di riqualificazione ambientale,
lavori in alveo e lavori di bonifica e di
miglioramento fondiario.
Il Consorzio si caratterizza anche per
l’applicazione di tecniche bioingegneristiche nelle sistemazioni di versanti e di fenomeni franosi, scarpate
stradali, discariche e nella realizza-
tano, realizzazione acquedotti e fognature, esecuzione di allacciamenti,
ecc.) sono interessati dall’azione quotidiana degli operatori del Consorzio.
Nei servizi, invece, il Cla è impegnato dalla ristorazione alle pulizie all’accoglienza e al ricevimento del pubblico e altri servizi.
Ambiente e sicurezza è un altro comparto che, da sempre, viaggia su piste parallele alla storia del Cla: analisi chimiche e microbiologiche delle
acque potabili e superficiali, gestione depuratori, sicurezza e igiene sul
lavoro, attivazione di percorsi formativi adeguati a chi opera all’interno delle aziende sono solamente alcuni dei
molteplici esempi in questa direzione.
Consorzio Lavoro Ambiente gestisce,
zione di opere di sostegno.
Anche il verde pubblico e privato, le
aree sportive e i parchi ricreativi con
relativa manutenzione, l’edilizia civile con la ristrutturazione e il restauro
monumentale, la viabilità e le strade
forestali (percorsi ciclopedonali, strade forestali e agricole, ecc.), gasdotti
e acquedotti (distribuzione gas me-
in convenzione con la Provincia Autonoma di Trento, il “Progetto speciale per l’occupazione attraverso la valorizzazione delle potenzialità turistiche ed ecologico-ambientali”.
Per la progettazione di tutti gli interventi Cla ha un proprio ufficio tecnico. L’organico è formato da professionisti del settore.
48
LSSA
Cooperative di servizio
uesto tipo di cooperative offre una risposta moderna ed
efficiente alla variegata domanda di servizi espressa dalla comunità trentina. Un ambito di operatività che cresce in modo sempre
più rapido, basti pensare al turismo
(settore strategico per lo sviluppo futuro), allo sport e alla cultura.
Quanto al turismo ci sono coopera-
Q
tive che provvedono alla costruzione o gestione di infrastrutture di
accoglienza, o curano per conto dei
soci l’organizzazione e la gestione
di servizi come agenzie di viaggi.
Altre gestiscono direttamente alberghi, case per ferie, campeggi, soggiorni marini e montani; altre ancora che si occupano di animazione e
offrono servizi di guida, interprete e
49
accompagnatore turistico.
Nel settore culturale esistono cooperative che gestiscono scuole musicali, che si occupano di promozione di manifestazioni culturali, o dell’organizzazione di seminari, corsi
di studio, conferenze, dibattiti, mostre, spettacoli teatrali.
Nel settore sportivo il modello cooperativo è stato applicato per la realizzazione e la gestione di impianti
sportivi, ma anche per la promozione di manifestazioni ed iniziative
orientate alla diffusione della pratica sportiva.
I Consorzi elettrici
In quest’ambito rientrano anche i
consorzi elettrici, sorti ancora all’inizio del Novecento come primi
strumenti per l’elettrificazione del
territorio provinciale: essi producevano energia elettrica per distribuir-
50
la ai soci. I consorzi realizzarono le
prime centrali idroelettriche e le prime reti di distribuzione portando la
luce e la forza motrice, e quindi un
miglior sviluppo economico, anche
nelle più remote valli del Trentino.
La maggioranza dei Consorzi elettrici, circa sessanta, fu trasferita all’Enel con la legge di nazionalizzazione dell’energia elettrica degli
anni Sessanta con indennizzi irrisori e contro la volontà dei soci.
Oggi ne rimangono funzionanti solo
tre: quello di Storo che fornisce i
comuni della valle del Chiese e di
Ledro, quello di Pozza di Fassa che
serve anche Vigo e quello di Stenico nelle Giudicarie Esteriori. Queste strutture cooperative coinvolgono quasi 6 mila soci e circa 10 mila
utenze con riflessi indotti notevoli
sulle comunità servite. Gli occupati fissi sono 110, ai quali vanno aggiunti una decina di stagionali; un
valore della produzione superiore ai
23 milioni di euro, per circa 55 milioni di Kwh di energia prodotta
mediamente all’anno.
LSSA
Cooperative sociali
are risposta alle esigenze della persona, in particolare a quella svantaggiata da condizioni interne o
esterne, nell’ambito di una società in continua evoluzione.
Con questo obiettivo sono nate
e si sono sviluppate le cooperative sociali - oggi circa 70 con
oltre 2.850 soci e 1.600 dipendenti - in stretto raccordo con l’Ente
pubblico attraverso svariate forme di collaborazione.
Ed è proprio in questo settore
che più di tutto viene alla luce lo
spirito di solidarietà e di mutualità che distingue la cooperazione, quella spinta naturale che
porta le persone più fortunate ad
occuparsi in modo coordinato di
quelle meno fortunate. Un sistema a rete che ha posto nel tempo sempre più l’attenzione sulla
qualità del servizio offerto, nella
D
ferma convinzione che, accanto
all’umanità, ciò che fa la differenza è la capacità di garantire
proposte flessibili e ad alta professionalità.
51
Sono così sorti centri socio-educativi per persone handicappate,
centri aperti per minori con problemi di integrazione sociale e
comunità di accoglienza per persone dimesse da ospedali psichiatrici, ex carcerati, persone
senza fissa dimora. Ma proprio
nell’ottica della continua evoluzione dei bisogni espressi dalla
comunità trentina, hanno preso
piede cooperative che offrono il
serimento lavorativo per soggetti socialmente svantaggiati.
Questa fioritura di iniziative e la
verifica sul campo della loro validità, dimostrano che la formula cooperativa potrebbe sempre
più affiancarsi all’opera dell’Ente pubblico, nell’intento di assicurare alla popolazione soddisfacenti servizi socio-sanitari e, più
in generale, alla persona.
Esse, infatti, rispondono ai criteri
servizio dell’assistenza domiciliare, dell’accompagnamento e
del trasporto di persone invalide,
ma anche attività di auto-aiuto
per famiglie con persone svantaggiate in carico e attività di in-
di una sana ed efficiente autogestione della comunità, ma soprattutto alla domanda, che viene dalla società attuale, di servizi meno burocratici, più umani
e partecipati.
52
LSSA
Consolida
perativo dal 1987, il
Con.solida - consorzio di
secondo grado per la cooperazione sociale – offre alle 50
cooperative aderenti un valido
supporto a livello di coordinamento delle iniziative e nella gestione dei rapporti con gli enti
pubblici, oltre a fornire specifici
servizi tecnico-amministrativi,
formativi e di consulenza per gli
aspetti inerenti le attività sociali
come per la predisposizione di
preventivi, analisi dei costi e rendicontazioni.
Il Con.solida opera per promuovere progetti di sviluppo dell’oc-
O
cupazione e dell’offerta di servizi
sociali, assistenziali, culturali ed
educativi, ma ha anche il ruolo di
favorire l’integrazione operativa
fra le diverse vocazioni specialistiche delle cooperative socie. Un
sistema imprenditoriale che riconosce la centralità della persona
a tutti i livelli, ponendo nell’etica
della solidarietà il punto di riferi-
Consolida
Via Segantini, 10 - Trento
Tel: 0461 235723 - Fax: 0461 237166
8: www.consolida.it
53
mento di tutte le azioni, singole
o complesse.
Dopo un periodo di riorganizzazione interna, nel corso del 1989
il Consorzio si è dato una propria
struttura organizzativa, adeguata
a livello sia tecnico sia di risorse
umane, avviando, tra il resto,
un’attività informativa e di sensibilizzazione sulla realtà della cooperazione di solidarietà sociale.
Sono così partiti numerosi incontri con gli amministratori delle
singole cooperative, così come
serate dibattito pubbliche: un’attività di indagine sui problemi
della solidarietà sociale, ma soprattutto un’intensa azione di co-
54
ordinamento fra le associate.
Questa attività è ritenuta lo strumento cardine per uno sviluppo
ragionato e progettuale delle
iniziative di intesa fra cooperative, realtà del volontariato ed
enti pubblici anche in campi
nuovi quali ad esempio i servizi
all’infanzia e la formazione professionale per disabili. E il
Con.Solida, grazie agli apporti
delle singole cooperative impegnate nei vari campi di intervento socio-assistenziale, è in grado di proporsi come interlocutore fondamentale in questo intreccio di rapporti fra pubblico
e privato sociale.
LSSA
Cooperative di abitazione
a formula cooperativa è più
che mai attuale nell’ambito
delle problematiche relative
all’abitazione. Per la maggior parte
dei trentini, infatti, l’acquisto del
bene sociale primario, la casa, costituisce un grosso ostacolo allo sviluppo della persona e della famiglia.
Ed è proprio in risposta a questo bisogno sociale che sono nate le cooperative di abitazione, con lo scopo
di associare persone di varia profes-
L
sione e condizione per assicurare
loro l’acquisizione di un alloggio, in
proprietà o in godimento. I mezzi
necessari vengono raccolti attraverso apporti finanziari dei soci, ma anche attingendo a provvidenze (mutui agevolati e contributi a fondo perduto) che l’Ente pubblico ha attivato.
La cooperativa può realizzare interventi a proprietà indivisa se gli alloggi restano in capo alla cooperativa mentre ai soci è riservato il diritto
55
di godimento per tutta la vita con
eventuale possibilità di riscatto, o a
proprietà divisa, se quest’ultima è
intestata ai singoli soci che subentrano alla cooperativa nel pagamento delle quote del mutuo residuo. La
seconda formula è più diffusa in
Trentino, perché la casa è vista, per
tradizione e cultura, più come un
bene da avere in proprietà che come
un servizio da utilizzare in base al
mutare delle esigenze singole e del
nucleo familiare.
Da qualche tempo, poi, esistono delle ulteriori agevolazioni a favore delle cooperative di abitazione anche
per l’acquisto e la ristrutturazione di
edifici esistenti: ciò rientra in un indirizzo politico che tende a riutilizzare cospicui volumi edificati ma
non abitati, situati in zone già urbanizzate, e a risparmiare così l’occupazione di ulteriore terreno.
Le cooperative di abitazione sono 56,
per un totale di circa 3.200 soci e
consentono, in quanto società senza scopo di lucro, il risparmio del
reddito d’impresa (il socio paga la
struttura al puro prezzo di costo) e
quello di agenzia, senza contare il
fatto che rendono più agevole l’accesso ai benefit provinciali.
Consorzio provinciale per
l’abitazione Acli Casa G.Veronesi
l Consorzio Acli-Casa è nato nel
1966, sul modello di quanto Padre Marcolini aveva realizzato a
Brescia con la cooperativa “La Famiglia”. Oggi è formato da una trentina di cooperative di abitazione ed
offre loro servizi quali l’assistenza
tecnica, amministrativa e di segre-
I
Consorzio provinciale
per l’abitazione Acli Casa
G.Veronesi
Via Dordi, 4 - Trento
Tel: 0461 233299 - Fax: 0461 263722
8: www.aclicasa.it
56
teria nella fase di reperimento delle aree e in quella di costruzione,
curando anche la gestione degli
appalti.
Il ruolo del Consorzio di secondo
grado, in questo campo assume
un’importanza duplice. Accanto
alla funzione di servizio, infatti, si
affianca quella di “custodia” di professionalità ed esperienza. Questo
perché la vita media delle cooperative di abitazione, in genere, non è
molto lunga. Grazie al Consorzio,
quindi, il patrimonio di esperienza
e specializzazione viene trasmesso
nel tempo, diventando un valore anche per le generazioni future.
Associazione giovani
cooperatori trentini
Associazione Giovani Cooperatori Trentini è sorta
nel 1969, ispirandosi ai
principi cristiani che sono alla
base del movimento cooperativo
trentino. In collaborazione con la
Federazione Trentina delle Cooperative, l’Associazione Giovani
si propone di contribuire alla formazione morale e civile dei giovani, con particolare riguardo all’educazione cooperativa degli
stessi e ai fini di un loro inserimento nella vita e nell’attività del
movimento.
A tale scopo l’Associazione pro-
L’
Associazione Giovani
Cooperatori Trentini
Via Segantini, 10 - Trento
Tel: 0461 898550
8: www.ftcoop.it
muove la divulgazione tra i giovani dei principi e dei metodi cooperativi, cura l’organizzazione di
convegni, di corsi d’istruzione e
di viaggi studio, intrattiene rapporti di collaborazione con organizzazioni giovanili e cooperative
per un utile scambio di idee ed
esperienze.
Possono essere soci dell’Associa-
57
zione tutti i giovani dai 16 ai 35
anni.
In presenza di un contesto sociale e familiare che abitua spesso
il giovane alla dipendenza altrui
e a sfuggire in genere le responsabilità, l’Associazione ha il compito di promuovere la cooperazione come momento di partecipazione, di autogestione e di autentica democrazia.
Per questo anche di fronte a società cooperative che in qualche
caso si sono lasciate condizionare da una logica puramente eco-
58
nomica, dimenticando i primitivi contenuti sociali, il ruolo fondamentale dell’Associazione
Giovani è quello di impegnarsi
per la riscoperta dei principi ispiratori della cooperazione e per lo
stimolo alla loro applicazione.
Da qui l’importanza che i giovani
siano presenti e partecipi sempre
di più alla sua attività, in modo
che l’Associazione possa fungere da catalizzatrice per le istanze
di rinnovamento che vengono dal
mondo giovanile.
Le collegate
Formazione e Lavoro
ormazione e Lavoro è la società creata nel 2001 dagli organismi centrali cooperativi
che si occupa dell’organizzazione
di corsi di formazione rivolti sia ai
dipendenti delle imprese cooperative, che ad amministratori, sindaci e soci, compresa la ricerca e la
formazione a distanza e la formazione alla creazione d’impresa.
La società ha “ereditato” l’esperienza portata avanti dalla Sezione Scuola e formazione e dall’ufficio formazione delle Casse Rurali della Federazione.
Essa collabora nei processi di riorganizzazione e di innovazione tec-
F
nologica ed offre un servizio specializzato di ricerca e selezione del
personale che favorisce l’incontro
tra la domanda e l’offerta di lavoro. Non solo. La società sviluppa
progetti di formazione avvalendosi dei fondi comunitari ed ha costituito un team di esperti per la formazione, la certificazione e il presidio dei sistemi di qualità secondo le norme ISO 9000 Vision per il
sistema della sicurezza sul lavoro
e dell’autocontrollo igienico e sanitario dei prodotti alimentari.
Formazione e Lavoro
Via Segantini, 10 - Trento
Tel: 0461 898101 - Fax: 0461 898139
8: www.ftcoop.it
59
Cooperfidi
ostituita nel 1980 per iniziativa della Federazione
Trentina delle Cooperative, si è aperta nel 1998 anche a
tutto il settore dell’agricoltura,
ditte individuali comprese.
Oggi i soci hanno superato il numero complessivo di 552; in particolare sono associate al Consorzio di garanzia 104 cooperative di produzione e lavoro, 95
cooperative di consumo, 74 cooperative di servizio, 8 cooperative edilizie, 28 tra cooperative
ed enti agricoli, 241 aziende
agricole, cui vanno aggiunti il
socio sovventore Promocoop e
C
Cooperfidi
Via Segantini, 10 - Trento
Tel: 0461 260417 - Fax: 0461 260479
8: www.cooperfidi.it
60
la Ebot (Ente bilaterale ortofrutta Trentino).
La sua incidenza nell’economia
della cooperazione trentina viene evidenziata da alcuni dati: la
società fronteggia garanzie concesse a terzi per oltre 54 milioni
di euro, presentando mezzi propri per oltre 8,8 milioni di euro e
fondi rischi per 14,6 milioni di
euro.
Cooperfidi è stata e rimane tuttora motore insostituibile per lo
sviluppo ed il consolidamento
delle aziende associate.
Cooperfidi, accanto all’attività finanziaria, gestisce anche l’anticipo di contributi ed i prestiti partecipativi, ai sensi della L.P. 6/
1999.
Le collegate
Promocoop trentina
romocoop Trentina è una
società per azioni senza scopo di lucro che gestisce il
Fondo Mutualistico del movimento
cooperativo trentino previsto dall’art.
12 della legge 59/92. Il Fondo è alimentato dal 3% degli utili di bilancio annuale delle cooperative associate alla
Federazione, a cui si aggiungono
eventualmente i patrimoni residui
delle aziende poste in liquidazione.
Le finalità di utilizzo del Fondo
sono la promozione ed il finanziamento di nuove imprese ed iniziative di sviluppo della cooperazione,
con preferenza per i programmi diretti all’innovazione tecnologica ed
P
all’incremento dell’occupazione.
Per realizzare i propri fini Promocoop può promuovere la costituzione
di società cooperative o loro consorzi, nonché assumere partecipazioni in società cooperative o in società da queste controllate.
Promocoop Trentina
Via Segantini, 10 - Trento
Tel: 0461 898632 - Fax: 0461 985431
8: www.ftcoop.it/promocoop
61
Cooperazione Salute
ooperazione Salute è una
Società di Mutuo Soccorso promossa dalla Federazione Trentina delle Cooperative. Essa non ha fini di lucro e
si basa sui principi fondamentali della mutualità e della solidarietà tra soci.
Si propone come un soggetto
complementare al servizio pubblico sul fronte della sanità integrativa e dei servizi socio - assistenziali alle famiglie. Si impegna per svolgere un’azione efficace di integrazione tra domanda di servizi sociosanitari e assistenziali delle famiglie trenti-
C
Cooperazione Salute
Via Segantini, 10 - Trento
Tel: 0461 898367 - Fax: 0461 898368
8: www.ftcoop.it
62
ne e il sistema provinciale pubblico e privato di erogazione delle prestazioni.
Le collegate
Ascot
ata nel 1979 come Assimoco Trentina per rispondere alle necessità assicurative delle associate alla Federazione, nel 1998 si è trasformata in Ascot, ponendosi come
obiettivo lo sviluppo di soluzioni
creative nelle assicurazioni. Oggi
si è organizzata come società plurimandataria, opera con le migliori compagnie d’assicurazione e si
è convenzionata con importanti
società di brokers assicurativi.
Il valore aggiunto delle formule
assicurative proposte è rappresentato dalla qualità della ricerca sul mercato di nuovi e diversi
N
servizi. Questi, adattati alla realtà trentina, vengono organizzati
in apposite convenzioni o forme
di vendita tali da risultare vantaggiose anche sul costo del premio.
Ascot
Via Segantini, 5 - Trento
Tel: 0461 277000 - Fax: 0461 987080
8: www.ascot.tn.it
63
a cura dell’Ufficio Stampa e Comunicazione
della Federazione Trentina delle Cooperative
Via Segantini, 10 - 38100 Trento
coordinamento testi: Dirce Pradella
Per ulteriori informazioni contattare:
0461 898605 oppure E-mail: [email protected]
Gennaio 2002
Progetto grafico e Impaginazione: Studio Bi Quattro - Trento
Stampa: Tipolitografia Alcione srl - Trento