Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology Anno I numero 3 - ottobre 2009 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali Artrite idiopatica giovanile: aspetti immunologici e genetici Juvenile idiopathic arthritis: immunological and genetic factors Valeria Ferraù, Vanessa Raffa, Donatella Comito, Antonella Talenti, Paolo Rossi, Annalisa Famiani, Vincenzo Salpietro, Raffaella Mallamace, Sara Manti, Silvana Briuglia, Caterina Cuppari, Romina Gallizzi, Carmelo Salpietro Dipartimento di Scienze Pediatriche, UOC Genetica e Immunologia Pediatrica, Università di Messina Abstract Juvenile idiopathic arthritis (JIA) is one of the most common chronic diseases in infancy, of unknown etiology, probably due to a combination of genetic and environmental factors. Actual classification is based exclusively on clinical criteria. Linkage analysis allowed to identify several candidate genes involved in disease pathogenesis. Further studies, like sequencing, are needed to confirm the role of these genes in inducing susceptibility to JIA. This will be the next target for researchers. Riassunto L’artrite idiopatica giovanile (AIG) è una delle più comuni malattie croniche dell’infanzia, ad eziologia sconosciuta, probabilmente influenzata da fattori ambientali e da fattori genetici predisponenti. L’attuale classificazione si basa esclusivamente su criteri clinici. Studi di linkage hanno permesso di identificare diversi “geni candidati” coinvolti nella patogenesi di questa malattia ciascuno dei quali fornisce un modesto contributo. Ulteriori studi come il sequenziamento, sono necessari per confermare il ruolo di questi geni che contribuiscono a conferire la suscettibilità all’insorgenza dell’AIG, questo sarà l’obiettivo futuro dei ricercatori. Introduzione L’artrite idiopatica giovanile, la più comune artropatia dell’infanzia, è una malattia ad eziologia multifattoriale ed a patogenesi autoimmunitaria. L’insorgenza è da attribuire ad un’interazione tra fattori genetici ed ambientali scatenanti, probabilmente di natura infettiva. Sebbene infatti l’eziologia sia sconosciuta, dai dati emersi da diversi studi si ipotizza vi possa essere una eccessiva risposta immune messa in opera da numerosi tipi cellulari, in seguito all’esposizione a determinati virus. La risposta immunitaria anomala determina nel tessuto bersaglio una risposta infiammatoria cronica responsabile del danno. L’AIG è una diagnosi di esclusione che si applica a tutte le artriti che durano per più di 6 settimane, sono di causa sconosciuta e insorgono prima dei 16 anni. Specifici sottotipi HLA sono stati identificati come fattori di rischio che possono conferire vari gradi di suscettibilità o viceversa di protezione, in funzione dell’età del bambino. Possibili fattori scatenanti per l’AIG includono alcuni virus (Parvovirus B19, Rubeovirus, EBV, etc.); l’ipereattività dell’ospite verso specifici antigeni self; la reattività innescata da cellule T verso “heat shock proteins” di batteri e di micobatteri. Benchè difficile da determinare con precisione, l’incidenza dell’ AIG và da 16 a 150 per 100.000 bambini, è quindi piuttosto variabile. Differenti gruppi razziali ed etnici sembrano avere frequenza diversa nella distribuzione dei vari sottotipi di AIG. Studi circa l’espressione del T-cell receptor confermano il coinvolgimento di cellule T specifiche per antigeni sconosciuti presenti a livello della sinovia articolare. Il reclutamento di queste cellule T è reso possibile dalla presenza di particolari aplotipi HLA, risultati più frequenti nei bambini affetti. L’HLA- DR4 (in particolare l’ allele DRB*0401) è associato con l’artrite poliarticolare; l’AIG pauciarticolare sembra essere associata con alleli HLA nei loci DR8 (in particolare DRB1*0801) e DR5 (in particolare DRB1*1104). L’attivazione delle cellule T comporta una seria di eventi che conducono ad un danno tissutale a livello delle articolazioni e di altri tessuti colpiti, attraverso l’attivazione delle cellule B, il consumo di fattori del complemento e, in particolare, il rilascio di Interleuchina 6 (IL-6), Interleuchina 1 (IL-1), Tumor necrosis factor α (TNF-α) ed altre citochine proinfiammatorie che giocano un ruolo determinante nell’automantenimento dell’infiammazione; tutti questi eventi probabilmente in funzione di una specifica suscettibilità genetica. Classificazione La classificazione attuale delle artriti mantiene i limiti di tutte le classificazioni che si basano esclusivamente su criteri clinici e che sono prive di supporti eziopatogenetici. Tuttavia è assai completa e comprende: una forma sistemica definita dalla presenza, accanto all’artrite (in genere poliarticolare), di febbre, spesso associata ad altri sintomi sistemici quali rash eritematoso, epatosplenomegalia, linfoadenomegalia e sierosite. Rappresenta circa il 10-15% delle forme di AIG. Si osserva a tutte le età, con una maggiore incidenza nei primi sei anni di vita. Le forme ad esordio più precoce sono anche quelle che, in genere, hanno un’evoluzione più grave. Due forme poliarticolari: sieropositiva e sieronegativa. L’AIG poliarticolare sieropositiva è caratterizzata dall’ interessamento di cinque o più articolazioni e dalla presenza di titoli elevati e costanti di FR. Può coinvolgere sia le piccole che le grandi articolazioni. Rappresenta circa il 2-5% delle forme di AIG. Non è altro che l’equivalente in età pediatrica dell’ artrite reumatoide FR positiva dell’adulto, a cui è sovrapponibile sotto il profilo sia clinico che laboratoristico. L’antigene di istocompatibilità HLA-DR4 è, in questi pazienti, significativamente più frequente rispetto alla popolazione generale. L’AIG poliarticolare sieronegativa comprende invece quelle forme di AIG in cui il FR è assente. E’ probabilmente la più eterogenea di tutte le forme di AIG, ne rappresenta circa il 15%. Colpisce con leggera prevalenza il sesso femminile e può insorgere ad ogni età. L’ Oligoartrite è la forma più frequente di AIG (35-50% dei casi), insorge solitamente prima dei 5 anni vita. E’ definita dall’interessamento di quattro o meno articolazioni nel corso dei primi sei mesi di malattia. L’interessamento articolare predilige le grandi articolazioni, con coinvolgimento frequente di ginocchia e caviglie in particolare (artrite asimmetrica). E’ associata nella gran parte dei casi alla presenza in circolo di anticorpi anti-nucleo (ANA) e può complicarsi con la comparsa di un’ iridociclite cronica. Sembra essere la forma di AIG in cui i fattori genetici svolgono un ruolo predisponente maggiore. In alcuni pazienti, l’artrite rimane confinata a quattro o meno articolazioni lungo tutto il decorso della malattia (oligoartrite persistente), in altri invece, si estende dopo i primi sei mesi di malattia, a interessare cinque o più articolazioni (oligoartrite estesa). In entrambi i casi la prognosi è generalmente buona. Altre forme di artrite sono: l’Artrite psoriasica che è una forma di artrite generalmente associata a psoriasi. In assenza di psoriasi la diagnosi può essere posta in presenza di un’ artrite associata a due delle seguenti caratteristiche: storia familiare di psoriasi in uno dei parenti di primo grado, presenza di dattilite, presenza di nail pitting. Ne esistono due forme cliniche principali: una con le caratteristiche di una spondiloartropatia, analogamente a quanto avviene nell’ adulto, e l’altra con le stesse caratteristiche dell’oligoartrite con la sola differenza di una maggiore incidenza di dattilite ed un maggiore tendenza all’estensione dell’artrite. L’Artrite associata ad entesite che è una forma di artrite associata ad entesite oppure artrite o entesite associate ad almeno due delle seguenti condizioni: dolorabilità delle articolazioni sacroiliache, esordio in età scolare, positività dell’ HLA B27. E’ in genere un’artrite pauciarticolare, asimmetrica e prevalentemente localizzata agli arti inferiori. In una piccola minoranza di casi si può complicare con un’iridociclite acuta. Infine vi sono le Artriti indifferenziate che comprendono quelle forme di AIG che non rispettano alcun criterio di inclusione o che rispettano i criteri di inclusione di più di una categoria. Genesi dell’ infiammazione sinoviale e del danno ai tessuti articolari In corso di AIG, il tessuto sinoviale è caratterizzato da un aumento del numero degli strati di sinoviociti, con incremento sia dei sinoviociti di tipo A (di origine macrofagica) sia di quelli di tipo B (di origine fibroblastica), e da una marcata iperplasia del tessuto connettivo sottostante con formazione del cosiddetto panno sinoviale. L’infiltrato infiammatorio di cellule mononucleate è composto per circa il 50% da linfociti T CD4+, da scarsi linfociti T CD8+, da linfociti B e da numerosi macrofagi e cellule dendritiche. Diversi autori ritengono che un’abnorme risposta dei linfociti T svolga un ruolo fondamentale nella genesi del processo infiammatorio. Dal punto di vista funzionale le cellule T CD4+ infiltranti il tessuto sinoviale sono caratterizzate da un pattern di produzione citochinica di tipo Th1 tipico della risposta da ipersensibilità cellulare ritardata. Dati recenti inoltre dimostrano che i linfociti T del tessuto sinoviale infiammato presentino un’espansione oligoclonale, fenomeno compatibile con la selezione e il reclutamento di linfociti T specifici per un determinato antigene. Anche se l’autoantigene o gli autoantigeni bersaglio della risposta immunitaria non sono stati ancora identificati, alcuni studi sperimentali condotti sull’AIG hanno indotto ad ipotizzare l’esistenza di un possibile ruolo di alcune particolari proteine nella patogenesi di queste forme. Le heat shock proteins (hsp), o proteine da shock termico, sono un gruppo di proteine che svolgono una funzione essenziale nel ripiegamento, nell’assemblaggio e nel trasporto delle proteine all’interno della cellula. Livelli elevati di hsp sono presenti in tessuti infiammati o danneggiati. Sono proteine dotate di elevata immunogenicità, per queste proprietà il loro ruolo come autoantigeni nelle malattie autoimmuni è stato ampiamente studiato. I pazienti affetti da AIG presentano risposte linfocitarie marcatamente elevate contro la hsp dnaJ di Escherichia Coli. La risposta proliferativa dei linfocit T è correlata con la fase di attività della malattia ed è più elevata nei pazienti con AIG poliarticolare e sistemica rispetto a quelli con AIG oligoarticolare. La hsp dnaJ fa parte di una famiglia di hsp i cui omologhi umani sono intensamente espressi nel tessuto sinoviale infiammato. E’ possibile quindi ipotizzare che i membri della famiglia hsp dnaJ rappresentino un potenziale bersaglio di risposta crociata indotta dall’ incontro con la proteina batterica. Qualunque sia il ruolo della risposta immunitaria, sinoviociti e macrofagi attivati rivestono un ruolo fondamentale nel mantenimento e nella progressione dell’infiammazione articolare. Il tessuto sinoviale rappresenta la fonte di citochine ed enzimi litici responsabili del danno ai tessuti articolari, in particolare alla cartilagine articolare, e in ultima analisi, del destino funzionale dell’ articolazione infiammata. Vi sono ormai diversi studi che dimostrano come vi siano livelli elevati di numerose citochine nel liquido sinoviale e nel tessuto sinoviale dei pazienti con AIG. Tra queste l’IL-1, l’IL-6 e il TNFα sono quelle principalmente coinvolte nella risposta infiammatoria sistemica e svolgono un ruolo centrale nell’ induzione della risposta in fase acuta. Si è visto infatti come il danno alle cartilagini articolari e le erosioni dell’ osso subcondrale sono secondarie al rilascio di enzimi proteolitici, alla differenziazione e attivazione di precursori degli osteoclasti e alla diminuzione della produzione di osteocalcina, entrambe indotte soprattutto dall’IL-6. Diversi studi hanno infatti evidenziato livelli circolanti di IL-6 marcatamente elevati nei pazienti con AIG in fase attiva e questo potrebbe spiegare gran parte delle caratteristiche cliniche e bioumorali di questa malattia. A tal proposito è interessante notare che i livelli circolanti di questa citochina sono strettamente correlati con l’estensione e la gravità dell’ interessamento articolare. Genetica L’artrite idiopatica giovanile (AIG) è quindi una delle più comuni malattie croniche dell’infanzia, ad eziologia sconosciuta, probabilmente influenzata come già detto da fattori genetici e ambientali. Studi di linkage hanno permesso di identificare diversi geni coinvolti nella patogenesi di questa malattia autoimmune, ciascuno dei quali fornisce un modesto contributo. Alcuni studi, hanno dimostrato come la predisposizione genetica si aggira intorno al 25-40% in gemelli omozigoti, e come l’AIG sia più frequente tra cugini di primo grado rispetto alla popolazione generale. Una review sistematica della letteratura suggerisce che circa un centinaio di “geni candidati” sarebbero coinvolti nella patogenesi dell’artrite idiopatica giovanile. Tuttavia, solo alcuni studi confermerebbero il coinvolgimento di questi ultimi, tra cui: PTPN22, SLC11A6, WISP3, MIF e TNFA 3. Il gene PTPN22 codifica per una fosfatasi tirosina linfoide, coinvolta nel controllo dell’attivazione delle cellule T immunitarie. In condizioni normali, l’enzima agisce come “regolatore negativo”, disattivando cioè una specifica molecola di segnalazione che a sua volta interrompe le linee di comu nicazione e impedisce l’iperattività delle cellule immunitarie. Se i geni sono mutati, questa regolazione sembra essere inefficace e le cellule T rispondono in maniera esagerata, provocando infiammazione e danni ai tessuti. Diversi polimorfismi sono stati studiati sul gene PTPN22. Tali polimorfismi sembrano essere responsabili di fenotipi autoimmuni multipli come l’artrite reumatoide e il diabete mellito tipo I. In particolare ben tre studi confermerebbero l’associazione con il polimorfismo PTPN22 C1858T anche in età pediatrica. Viken et al. riportano l’associazione tra AIG e il polimorfismo C1858T in uno studio condotto sulla popolazione Norvegese (320 pazienti di età giovane adulta). Tale associazione, verrebbe confermata anche da ulteriori studi condotti su coorti differenti, che coinvolgerebbero la popolazione Americana e quella Ceca. Il gene SLC11A6 è importante nella resistenza naturale a varie infezioni intracellulari mediata da macrofagi. Mutazioni a carico di questo gene sembrerebbero associate all’AIG poliarticolare. In un primo studio effettuato su bambini Russi e della Lettonia affetti da artrite idiopatica giovanile, è stato trovato un polimorfismo che sembra conferire suscettibilità alla malattia. Una variante, sull’allele 2, tuttavia, sembra conferire “protezione” dalla malattia. E’ stato visto che il coinvolgimento di alleli diversi potrebbero determinare associazioni opposte, sulle infezioni e l’autoimmunità. L’allele 3, infatti, sembra conferire suscettibilità all’autoimmunità e protezione dalla tubercolosi. Viceversa, l’allele 2 sembra conferire protezione dall’autoimmunità e maggiore suscettibilità ad ammalarsi di tubercolosi. Questa condizione suggerisce, che probabilmente su questo locus potrebbe essere attivo il fenomeno della selezione naturale. Il gene WISP3 appartiene alla sottofamiglia WNT1, facente parte della famiglia delle proteine del TGF del tessuto connettivo. Lamb e collaboratori hanno descritto un’associazione statisticamente significativa tra il polimorfismo G84A del gene WISP3 e l’AIG poliarticolare. Il gene che codifica per il fattore di inibizione della migrazione macrofagica (MIF) è stato preso in considerazione in diversi studi piuttosto recenti sull’ artrite idiopatica giovanile. In uno studio multicentrico condotto da Donn e collaboratori, si è vista una associazione significativa tra il polimorfismo -173C del gene e l’ AIG poliarticolare in 256 bambini inglesi. Tale associazione sarebbe stata confermata anche da uno studio pubblicato nel 2005 da un gruppo di Autori Francesi, condotto su una coorte di pazienti affetti da artrite idiopatica giovanile oligoarticolare. Nello stesso studio inoltre, è stato dimostrato che tale polimorfismo sarebbe predittivo di una scarsa risposta al trattamento con corticosteroide intra-articolare. Il gene codificante per la citochina pro-infiammatoria TNF α (TNFA), è stato oggetto di diversi studi di linkage, effettuati su diverse malattie autoimmuni (diabete mellito tipo I, psoriasi etc. etc). Alcuni studi hanno documentato un’associazione genetica tra TNF α ed età d’insorgenza precoce di artrite idiopatica giovanile oligoarticolare. Schemeling e collaboratori hanno ipotizzato vi possa essere un’associazione statisticamente significativa tra variazioni nel gene TNF α e artrite psoriasica giovanile poliarticolare. Studi ancora più recenti, hanno ipotizzato il possibile coinvolgimento del locus 4q27 nel determinismo dell’AIG. L’associazione genetica si spiegherebbe per il forte linkage che si crea tra il locus in questione e diversi geni codificanti, quali il gene per l’IL-2 e quello per l’IL-21. Entrambe le citochine sarebbero coinvolte nella disregolazione del sistema immunitario. L’IL-2 è coinvolta nella proliferazione e attivazione delle cellule T, l’IL-21 invece sembra influenzare la risposta immune cellulare attraverso un meccanismo di inibizione e soppressione delle cellule T CD4 regolatorie con formazione delle cellule TH 17, che influenzerebbero a loro volta la risposta umorale cellulare. In conclusione, ulteriori studi come il sequenziamento e studi di linkage, sono necessari per confermare il ruolo di questi geni che contribuiscono a conferire la suscettibilità all’ insorgenza dell’ AIG e questa sarà la sfida futura dei genetisti. Inoltre, l’identificazione del locus 4q27 come fattore di rischio per l’AIG contribuisce a sottolineare l’evidenza che alcuni geni all’interno di questa regione giochino un ruolo cruciale nella eziopatogenesi delle malattie autoimmuni e in particolare dell’ artrite idiopatica giovanile. Bibliografia 1) Vignal C., Bansal AT., Balding DJ, et al. : Genetic association of tha major histocompatibility complex with rheumatoid arthritis implicates two non DRB1 loci. Arthritis Rheum. 2009 Jan;60 (1):53-62 2) Gabriel SE, Michaud K. Epidemiological studies in incidence, prevalence, mortality, and comorbidity of the rheumatic diseases. Arthritis Res Ther. 2009;11 (3):229. Epub 2009 May 19 3) Souza LS, Machado SH, Brenol CV, et al. Growth velocity and interleukin 6 concentrations in juvenile idiopathic arthritis. J Rheumatol. 2008 Nov;35 (11): 2265-71. Epub 2008 Oct 1 4) Saurenmann RK, Rose JB, Tyrrell P, et al. Epidemiology of juvenile idiopathic arthritis in a multiethnic cohort: ethnicity as a risk factor. Arthritis Rheum. 2007 Jun; 56 (6): 1974-84 5) Cassidy JT, Levinson JE, Bass JC et al.: A study of classification criteria for a diagnosis of juvenile idiopathic arthritis Arthritis Rheum. 29: 274, 2006 6) Fernandez-Vina M, Fink CW, Stastny P: HLA associations in juvenile idiopathic arthritis. Clin Exp Rheumatol 12: 205, 2004 7) Ravelli A, Martini A. Juvenile idiopathic arthritis. Lancet 2007; 369:767-78 8) Albers HM, Kurreeman FA, Stoeken-Rijsbergen G, et al. Association of the autoimmunity locus 4q27 with juvenile idiopatic arthritis. Arthritis Rheum. 2009 Mar; 60 (3):901-4 9) Pezar B, Gergely P JR, Nagy ZB et al. Role of HLA-DRB1 and PTPN22 genes in susceptibility to juvenile idiopathic arthritis in Hungarian patients. Clin Exp Rheumatol 2008 Nov-Dec; 26 (6): 1146-52 10) Phelan JD, Thompson SD, Glass DN. Susceptibility to JRA/JIA: complementing general autoimmune and arthritis traits. Genes Immun 2006; 7: 1–10 11) Prahalad S: Genetic analysis of juvenile rheumatoid arthritis: approaches to complex traits. Curr Probl Pediatr Adolesc Health Care 2006, 36 (3): 83-90 12) Prahalad S: Subtype-specific outcomes in juvenile idiopathic arthritis: a systematic review. Current Medical Literature: Rheumatology 13) Plenge RM, Padyukov L, Remmers EF. et al. : Replication of putative candidate-gene associations with rheumatoid arthritis in >4, 000 samples from North America and Sweden: association of susceptibility with PTPN22, CTLA4, and PADI4. Am J Hum Genet 2005, 77 (6): 1044-1060 14) Viken MK, Amundsen SS, Kvien TK, et al. Association analysis of the 1858C>T polymorphism in the PTPN22 gene in juvenile idiopathic arthritis and other autoimmune diseases Genes Immun 2005, 6 (3):271-273 15) Hinks A, Barton A, John S, et al. : Association between the PTPN22 gene and rheumatoid arthritis and juvenile idiopathic arthritis in a UK population: further support that PTPN22 is an autoimmunity gene. Arthritis Rheum 2005, 52 (6):1694-1699 16) Cinek O, Hradsky O, Ahmedov G, et al. : No independent role of the -1123 G>C and+2740 A>G variants in the association of PTPN22 with type 1 diabetes and juvenile idiopathic arthritis in two Caucasian populations Diabetes research and clinical practice 2007, 76 (2): 297-303 17) Sanjeevi CB, Miller EN, Dabadghao P, et al. : Polymorphism at NRAMP1 and D2S1471 loci associated with juvenile rheumatoid arthritis Arthritis Rheum 2008, 43 (6): 1397-1404 18) Runstadler JA, Saila H, Savolainen A, et al. : Association of SLC11A1 (NRAMP1) with persistent oligoarticular and polyarticular rheumatoid factor-negative juvenile idiopathic arthritis in Finnish patients: haplotype analysis in Finnish families. Arthritis Rheum 2005, 52 (1):247-256 19) Lamb R, Thomson W, Ogilvie E, et al. : Wnt-1-inducible signalling pathway protein 3 and susceptibility to juvenile idiopathic arthritis. Arthritis Rheum 2005, 52 (11): 3548-3553 20) Vivarelli M, D'Urbano LE, Insalaco A, et al. : Macrophage migration inhibitory factor (MIF) and oligoarticular juvenile idiopathic arthritis (o-JIA): association of MIF promoter polymorphisms with response to intra-articular glucocorticoids. Clin Exp Rheumatol 2007, 25 (5): 775-781 21) Plenge RM, Padyukov L, Remmers EF, et al. : Replication of putative candidate-gene associations with rheumatoid arthritis in >4, 000 samples from North America and Sweden: association of susceptibility with PTPN22, CTLA4, and PADI4. Am J Hum Genet 2005, 77 (6): 1044-1060 22) Epplen C, Rumpf H, Albert E, et al. : Immunoprinting excludes many potential susceptibility genes as predisposing to early onset pauciarticular juvenile chronic arthritis except HLA class II and TNF. Eur J Immunogenet 1995, 22 (4):311-322 23) Zeggini E, Thomson W, Kwiatkowski D, et al. : Linkage and association studies of single-Nucleotide polymorphism-tagged tumor necrosis factor haplotypes in juvenile oligoarthritis. Arthritis Rheum 2002, 46 (12): 3304-3311 24) Schmeling H, Wagner U, Peterson A, Horneff G: Tumor necrosis factor alpha promoter polymorphisms in patients with juvenile idiopathic arthritis. Clin Exp Rheumatol 2006, 24 (1): 103-108. Immun 2008, 9 (4):349-357 25) Malek TR. The biology of interleukin-2. Annu Rev Immunol 2008; 26:453–79. 26) Sadlack B, Lohler J, Schorle H, et al. Generalized autoimmune disease in interleukin-2-deficient mice is triggered by an uncontrolled activation and proliferation of CD4 T cells. Eur J Immunol 1995; 25: 3053–9 27) Brand OJ, Lowe CE, Heward JM, et al. Association of the interleukin-2 receptor _ (IL-2R_)/CD25 gene region with Graves’ disease using a multilocus test and tag SNPs. Clin Endocrinol (Oxf) 2007; 66: 508–12. Trimestrale di divulgazione scientifica dell'Associazione Pediatrica di Immunologia e Genetica Legge 7 marzo 2001, n. 62 - Registro della Stampa Tribunale di Messina n. 3/09 - 11 maggio 2009 Direttore scientifico Carmelo Salpietro - Direttore responsabile Giuseppe Micali - Segreteria redazione Basilia Piraino - Piera Vicchio Direzione-Redazione: UOC Genetica e Immunologia Pediatrica - AOU Policlicnico Messina www.geneticapediatrica.it/rigip