15/03/2013 Disturbi del comportamento e ADHD Tomasoni Elisa, Psicologa Centro per l’Età Evolutiva - Bergamo Disturbi del comportamento e ADHD COSA SONO, DIFFERENZE E ANALOGIE DI COSA SI TRATTA? PROFILO ALLE DIVERSE ETA’ VISSUTI DEL BAMBINO SU COSA INTERVENIRE? ANALISI DI UN CASO PER RIFLETTERE IL RUOLO GIOCATO DALLE ATTRIBUZIONI NELLA COMPRENSIONE DEL DISTURBO OSSERVAZIONE- ANALISI FUNZIONALE- ADATTAMENTI 1 15/03/2013 Disturbi del comportamento Spesso in passato erano usate espressioni poco chiare per riferirsi a quei ragazzi il cui comportamento era talmente problematico da rendere sono difficile il loro inserimento in classe.(“fannullone”, “prepotente”…). Dal punto di vista neuropsichiatrico si riconosce un disturbo del comportamento quando il bambino o l’adolescente mostra eccessi o deficit comportamentali particolarmente rilevanti, ovvero che influiscono negativamente sulla sua vita sociale, scolastica e personale e famigliare. ATIPICI: frequenza, intensità e durata di discostano dalla norma Classificazione dei disturbi comportamentali (DSM-IV) DISTURBI DA DEFICIT DI ATTENZIONE E COMPORTAMENTO DIROMPENTE - DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE /IPERATTIVITA’ - DISTURBO OPPOSITIVI PROVOCATORIO - DISTURBODELLA CONDOTTA CARATTERISTICHE COMUNI: aggressivita’, impulsivita’, mancato rispetto delle regole Disturbi profondamente diversi tra di loro 2 15/03/2013 Disturbo della condotta (DOC) I bambini e i bambini con questo disturbo presentano grosse - difficoltà nel seguire le regole e mantenere un comportamento socialmente accettabile. Possono mettere in atto condotte inappropriate relative ad: Aggressioni a persone ed animali (minaccia, usa armi, minacce…) Distruzione della proprietà (es appiccare fuochi) Frode o furto (raggira, ruba..) Gravi violazioni di regole (trascorrere la notte fuori casa, non andare a scuola ripetutamente..) Disturbo oppositivo provocatorio (DOP) I bambini mettono in atto comportamenti ostili e - provocatori: litigare continuamente con gli adulti Sfidare apertamente agli adulti Rifiutare le richieste fatte, opporsi con caparbietà alle direttive accusare gli altri vendicarsi e fare dispetti . Tali condotte influiscono profondamente nella vita scolastica, sociale e famigliare del bambino o ragazzo. 3 15/03/2013 Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) Sindrome caratterizzata da tre tipologie di sintomi primari : Difficoltà di ATTENZIONE IMPULSIVITA’ IPERATTIVITA’ SINTOMI SECONDARI E DISTURBI ASSOCIATI: •COMPORTAMENTI AGGRESSIVI •DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE •PROBLEMI INTERPERSONALI •DISTURBI EMOTIVI Quali sono le differenze fondamentali tra i disturbi? Tutti e tre interessano la sfera comportamentale ma le condotte osservate hanno diversi livelli di gravità - fuggire da casa vs - opporsi ad ogni attività vs - Ferire dei compagni vs bisogno continuo di muoversi difficoltà ad iniziare in autonomia un compito difficoltà nell’autocontrollo e stima delle conseguenze Nel caso dell’ADHD non c’è l’intenzione di trasgredire la regola come negli altri due quadri clinici (DOP, DOC), ma piuttosto fatica ad autoregolarsi. 4 15/03/2013 COS’E’ L’ADHD? Il disturbo d’attenzione e iperattività è una sindrome evolutiva che comporta: DIFFICOLTA’ DI ATTENZIONE In alcuni casi i sintomi - Difficoltà a mantenere lo sforzo attentivo della disattenzione si - Facile distraibilità possono presentare da - Difficoltà a seguire le istruzioni soli. - Difficoltà ad organizzarsi Più difficile da • IPERATTIVITA’ individuare!! - Eccessivo livello di attività motoria - Eccessivo livello di attività vocale • IMPULSIVITA’ - Difficoltà a dilazionare la risposta - Difficoltà a inibire i comportamenti inappropriati - Difficoltà ad attendere una gratificazione Dalla parte del bambino Un bisogno irrefrenabile di muoversi lo rende inquieto e non riesce a stabilire dei contatti con gli altri Gli insegnanti lo riprendono Lui sente di non riuscire a fare diversamente: è come se il suo motorino non si fermasse e non è capace di fermarsi, riflettere su quello che deve fare. Con i compagni non va meglio: non riesce ad accettare che altri gli impongano delle regole nei giochi Gli oggetti circostanti sono molto eccitanti, vorrebbe prenderli tutti (anche contemporaneamente) per esplorarli. Dopo un po’ l’eccitazione per la novità svanisce e vorrebbe qualcos’altro L’attesa è qualcosa di sgradevole perchè vorrebbe tutto e subito, per un bisogno che fatica lui stesso a controllare. 5 15/03/2013 Dopo un po’ l’eccitazione per la novità svanisce e vorrebbe qualcos’altro L’attesa è qualcosa di sgradevole perchè vorrebbe tutto e subito, per un bisogno che fatica lui stesso a controllare. Lo stesso meccanismo di intolleranza dell’attesa potrebbe spiegare l’impulsività. L’impulsività induce scarso controllo delle risposte e maggiore probabilità di commettere errori. Il bambino con ADHD Alla scuola dell’infanzia: Bisogno irrefrenabile di muoversi Incapacità di lavorare su una stessa attività fino al suo completamento Ricerca di novità, stimolazioni sempre più eccitanti: bisogno di cambiare compito perché c’è stata una veloce saturazione e quindi abbassamento della motivazione Scarso rispetto delle regole: nelle attività, con i compagni, con le insegnanti Tendenza a volere tutto e subito Scarse risposte alle punizioni A volte si osservano comportamenti simili anche nei genitori (anche se riferiti ad adulti) 6 15/03/2013 Il bambino con ADHD Alla scuola primaria – Aspetti cognitivi 1. Difficoltà nei processi cognitivi di tipo controllato: selezione e mantenimento in memoria di lavoro delle informazioni importanti per comprendere testi e problemi. 2. Difficoltà nel mantenere l’attenzione focalizzata sui contenuti presentati oralmente o per iscritto. 3. Difficoltà nel pianificare i passaggi sequenziali per l’esecuzione di attività scolastiche: individuare gli obiettivi più importanti, farne una gerarchia, e definire i vari passaggi per portare a termine i propri impegni. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. Lento e dispersivo nell’esecuzione dei primi compiti Presenza di numerosi errori di distrazione Incapace di portare a termine i compiti Disordinato, disorganizzato, “smemorato” nel rispettare le consegne e i compiti Frettolosità nel finire i compiti Assenza di revisione e autocorrezione nei compiti scolastici In caso di errore spesso non vi è un’accurata valutazione delle cause: l’attribuzione è esterna (è colpa degli altri) Elevata numerosità di bambini ADHD con problemi di apprendimento aspecifici: comprensione del testo, soluzione di problemi e soprattutto nello studio. 7 15/03/2013 Il bambino con ADHD Alla scuola primaria – Aspetti comportamentali La percezione di scarsa tenuta attentiva e la demotivazione crescente viene contrastata con l’irrequietezza (iperattività) L’iperattività è un bisogno irrefrenabile di muoversi per allentare la tensione e autostimolare la propria attenzione I contesti sociali e scolastici non tollerano l’eccessivo movimento: scarso rispetto delle regole L’iperattività serve anche per compensare la sensazione sgradevole di dover aspettare un evento futuro, presumibilmente piacevole per il bambino (delay aversion) Dalla parte del bambino “Quando ci sono la mamma in casa o la Marta dei compiti… arrivano e mi fanno prendere i compiti, ma appena vanno via, quando sono da solo… non ce la faccio…. “Inizio a pensare ad altre cose… alla playstation, all’allenamento… a volte però non penso a niente di preciso e dopo un’ora non ho ancora aperto il libro” “Ti dicono che sei uno scansafatiche che devi impegnarti di più… che non hai voglia che non sei un bravo bambino…” 8 15/03/2013 Il ragazzo con ADHD Alla scuola secondaria Scarsa motivazione scolastica (tranne nelle materie in cui l’alunno trova una gratificazione immediata) Infrazioni delle regole scolastiche Frequenti dimenticanze (compiti, materiali) Poco tempo dedicato allo studio e ai compiti Grosse problematiche nell’organizzazione per lo svolgimento dei compiti a casa Studio molto superficiale (scarso apprendimento delle informazioni) “ieri sono stato tanto sui libri, ma oggi non ricordo più niente…chissà perché?” Di fronte agli insuccessi tendenza a mentire o a nascondere ai genitori Dalla parte del ragazzo “E’ come se avessi dei buchi neri… dei black out… sto seguendo la lezione, a un certo punto mi perdo via… vado nel mio mondo… poi succede qualcosa e mi risveglio e ho perso dei pezzi…” “Quando torna l’attenzione… sono un po’ agitato perché non so cosa fare, non so se la profe mi ha chiamato o no…” “Quando ho visto la pagella allora mi sono un po’ preoccupato perchè ho pensato che andavo male..” 9 15/03/2013 I vissuti dell’alunno con ADHD Senso di smarrimento quando l’attenzione torna a livelli più adeguati Preoccupazione e tensione al momento, nel qui ed ora La convinzione di essere cattivo e “scemo” Giustificazione della condotta Il nucleo centrale… La disattenzione è un problema di autoregolazione del comportamento causato da due tipi di difficoltà: 1. Programmazione e organizzazione di comportamenti complessi per raggiungere gli obiettivi (Deficit delle Funzioni Esecutive), 2. Mantenimento delle sforzo Vigilanza). cognitivo (Deficit di 10 15/03/2013 • Per gli alunni disattenti bisogna, quindi, conciliare due obiettivi: 1. Eteroregolazione: Fornire ausili esterni e interventi che strutturino il comportamento e l’attenzione (ausili, autoistruzioni, routine, tutor…) 2. Autoregolazione : Prevedere attività e momenti per far interiorizzare gli ausili e le autoistruzioni Quali sono gli obiettivi di un intervento efficace? Consentire una crescita “sicura” del bambino: impedendo uscite dal circuito sociale (abbandono scolastico, devianza, abuso di sostanze) e integrazione relazionale positiva Permettere al giovane adulto di mettere a frutto buona parte delle sue potenzialità, accettando che i problemi di attenzione, impulsività e iperattività non spariscano mai completamente Mantenere coesa la rete sociale e relazionale attorno al ragazzo, per consentirgli una crescita adeguata 11 15/03/2013 Per lavorare bene con una bambino con queste caratteristiche… Considerare la componente neuropsicologica del disturbo: è la base di partenza per considerare la natura del deficit, ma non può essere considerata l’unica area di intervento. Il rischio può essere quello di pensare che sia possibile una riabilitazione della funzione, che spesso è invece compito-dipendente. La necessità di un intervento di rete: spesso gli interventi risultano inefficaci, in quanto le strategie sono messe in atto in un unico settore (es. a scuola ma non a casa o viceversa). Tale aspetto è cruciale per il lavoro con bambini con ADHD in quanto hanno bisogno di modelli di lavoro da interiorizzare, per questo devono essere prevedibili e allineati nelle modalità di presentazione. RISCHIO DELLA DELAGA ALL’ESPERTO: “C’è bisogno di uno specialista!”, “Lo curerà lui”, “Ti porto dalla psicologa, che ti farà stare più attento!”. Senza negare l’indispensabile ruolo del clinico (psicologo, neuropsichiatra) nella diagnosi e nella presa in carico del caso, bisogna superare l’idea che si possa delegare a lui la gestione del problema e la sua soluzione. Solo la condivisione delle esperienze vissute con il ragazzo e il tentativo quotidiano delle persone che lo seguono evidenzierà le strategie più efficaci. 12 15/03/2013 LE ATTRIBUZIONI PESANO NELLA COMPRENSIONE DEL DISTURBO DEVE IMPEGNARSI DI PIU’” “DEVE SFORZARSI DI PIU’, E’ COSI’ INTELLIGENTE!” “E’ SOLO UN LAZZARONE!” “E’ MOLTO VIZIATO,PER QUESTO A A SCUOLA SI COMPORTA COSI’, NON PUO’ AVERLA SEMPRE VINTA!” È importante riconoscere che tali comportamenti sono la conseguenza di un deficit che coinvolge delle funzioni neuropsicologiche, in particolare l’ATTENZIONE e le FUNZIONI ESECUTIVE. L’Impatto del deficit sulla vita del ragazzo è molto ampio, sia per quanto riguarda gli aspetti cognitivi, scolastici sia per quanto riguarda i rapporti interpersonali. IL PESO DELLE ATTRIBUZIONI NELLA PERCEZIONE DEL BAMBINO Spesso le attribuzioni degli adulti influenzano anche la spiegazione che il bambino elabora rispetto alle proprie difficoltà. “mi manca la voglia, dovrei impegnarmi di più” “non sono bravo come gli altri” Questo non aiuta il bambino a maturare una profonda consapevolezza dei suoi meccanismi attentivi, che è alla base di una migliore gestione dell’attenzione. 13 15/03/2013 Obiettivi del lavoro con gli insegnanti Rendere consapevoli gli insegnanti dell’importanza del loro ruolo, di essere capaci di modificare il comportamento dell’alunno con ADHD Motivare gli insegnanti a “lavorare” sugli aspetti educativi per ottenere dei risultati soddisfacenti Far cogliere il collegamento che il loro benessere dipende dal maggior autocontrollo degli alunni DA COSA PARTIRE? La prima cosa fondamentale da fare è un’OSSERVAZIONE SISTEMATICA delle situazioni ritenute problematiche per identificarne la frequenza ed i passaggi maggiormente faticosi da gestire per il bambino. Si può ricorrere anche all’utilizzo di griglie appositamente strutturate per la rilevazione. Errori molto comuni: 1. Formulare delle interpretazioni senza averlo osservato in modo sistematico. (“si distrae sempre”: quindi non posso farci niente) 2. Attribuire la responsabilità ad un deficit del bambino e quindi essere impotenti di fronte ai suoi comportamenti. 14 15/03/2013 Analisi funzionale del comportamento L’ABC (Di Pietro e coll., 2008) è un metodo che permette di approfondire le osservazioni compiute rispetto alla frequenza di comparsa di un certo comportamento. A ANTECEDENTE B COMPORTAMENTO C CONSEGUENZA Ciò che succede prima del comportamento (antecedente) lo influenza, è il fattore scatenante. Ciò che succede dopo (conseguenza) influenza la probabilità che tale comportamento venga ripetuto o meno (rinforzo). ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA A B C L’Insegnante dice di copiare Giuseppe non copia l’esercizio dalla lavagna l’esercizio alla lavagna. La maestra non si accorge di nulla. L’insegnante spiega storia. L’insegnante chiede a Martina di ripetere l’argomento. Marina si distrae e guarda fuori dalla finestra. L’utilizzo di questo strumento permette: -l’identificazione dei precursori specifici (es. il momento della spiegazione orale è molto rischioso) -La stima delle possibili conseguenze associate a comportamenti di disattenzione, per questo è utile farlo anche con i ragazzi 15 15/03/2013 La normativa •Il Ministero dell’istruzione , dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha emanato alcune circolari che promuovono una corretta integrazione scolastica dei bambini con ADHD. • Le circolari ministeriali rappresentano delle tappe importanti nel processo di sensibilizzazione degli insegnanti sull’ADHD e forniscono indicazioni concrete su come impostare le attività didattiche e sulla conoscenza del disturbo. Documenti normativi Nota del 17/11/2010 Oggetto: sintomatologia dell’ADHD in età prescolare. Continuità tra scuola del’infanzia a scuola primaria. Circolare del 15/06/2010 Oggetto: disturbo da deficit di attenzione e iperattività. In tale circolare è delineato un protocollo operativo utile a migliorare l’apprendimento e il comportamento di alunni conADHD in classe. Circolare del 04/12/2009 Oggetto: problematiche collegate alle classi di alunni affetti da sindrome di ADHD. Il documento sottolinea l’importanza del coinvolgimento degli insegnati come parte integrante ed essenziale del percorso terapeutico. Circolare del 27/12/2012 Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni educativi speciali (BES), tra cui gli ADHD. 16 15/03/2013 Concludendo Per approcciarsi al meglio nel caso di disturbi comportamentali e attentivi è necessario: OSSERVALI IN MODO SISTEMATICO E PRECISO INDIVIDUARNE I PRINCIPALI ANTECEDENTI COMPRENDERNE LE CONSEGUENZE E SE C’E’ QUALCHE VANTAGGIO CHE IL BAMBINO OTTIENE NEL MANTENERE IL COMPORTAMENTO INDESIDERATO CONFRONTARSI RISPETTO ALLE DIVERSE ATTRIBUZIONI DI INSEGNANTI , GENITORI E CLINICO. STABILIRE OBIETIVI REALIZZABILI E CONDIVIDERLI IN RETE:GLI OBIETTIVI DEVONO ESSERE PRECISI E CIRCOSCRITTI GARANTIRE CONDIZIONI DI APPRENDIMENTO ADATTE ALLE CARATTERISTICHE DEL BAMBINO E TANTO ALTRO ANCORA… BIBLIOGRAFIA Cornoldi C., Marzocchi G., e coll. (2013) Adhd a scuola. Strategie efficaci per insegnanti. Conoscere, intervenire, riflettere e collaborare. Ed. Erickson. Di Pietro M.e coll.( 2001) L’alunno iperattivo in classe: problemi di comportamento e e strategie educative. Ed. Erickson. Horstmann, Steer J., Aiutare gli alunni ADHD a scuola. Ed Erickson. Ianes D., Marzocchi G. e coll. (2009). Facciamo il punto su...l’iperattivià: aspetti clinici e interventi psicoeducativi. Ed.Erikson. Marzocchi G., Centro per l’età evolutiva (2011) La presa in carico dei bambini con ADHD e DSA. Ed.Erickson. 17