Festa per il Giubileo Mariano

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Piazza del Seminario,13
NOTIZIARIO
DELLA DIOCESI
DI S. MINIATO
56028 San Miniato (Pisa)
tel. e fax 0571/400434
[email protected]
Notiziario locale
17 marzo 2013
Direttore responsabile:
Andrea Fagioli
Coordinatore diocesano:
Francesco Ricciarelli
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
IL COMMENTO
Una
domenica
d’altri tempi
DI
l’agenda del VESCOVO
omenica 17 marzo - pomeriggio: ritiro della Caritas
D
diocesana.
Lunedì 18 marzo - ore 10,00: collegio dei Consultori.
Martedì 19 marzo - ore 11,15: messa a Capanne in
occasione di San Giuseppe.
Mercoledì 20 marzo - ore 10,30: Santa Messa presso
l’istituto «Stella maris» di Montalto. Ore 20,30: Santa
messa con medici cattolici.
Giovedì 21 marzo: ore 9,30Visita ai malati presso
l’ospedale di Fucecchio.
Sabato 23 marzo - ore 16,30: presso la sede dei
Cavalieri del Tau, presentazione libro sulla via Francigena.
Festa per il Giubileo Mariano
Centinaia di persone rendono omaggio alla Madonna delle Grazie a 500 anni dalle apparizioni
MICHAEL CANTARELLA
guardare le centinaia di persone
che gremivano la chiesa di San
A
Romano la scorsa domenica, in
occasione della giornata giubilare del
Santuario, c’era da rimanere di sasso.
Sebbene le nubi che attraversano il
nostro tempo pare si facciano sempre
più dense e cupe, e gli uccelli del
malaugurio abbiano gioco facile
nell’inserirsi nel tiro a bersaglio nei
confronti della Chiesa, non mancano
i segni di speranza.
Nonostante una giornata grigia e
piovosa, tantissime persone si sono
riversate nella parrocchia intitolata
alla Madonna della Grazie per
celebrare il quinto secolo dalla data in
cui la tradizione indica l’apparizione
della Vergine nella chiesetta di Santa
Maria di Valiano, nel lontano 1513.
Una messa di altri tempi, di quelle
che la generazione di scrive non ha
mai vissuto, per evidenti ragioni
anagrafiche. Una di quelle
celebrazioni di festa, che per vederla
dovevi lasciare il lavoro in fabbrica o
nei campi, indossare il vestito buono
ed accaparrarti un posto nelle prime
panche, per vedere meglio. Una di
quelle domeniche dove la
protagonista era una fede popolare,
semplice e limpida, che il Papa
emerito, Benedetto XVI, ci aveva
invitato a riscoprire proprio in questo
«anno della fede».
«Un tempo bastava il suono delle
campane per riempire la chiesa di
gente – ama commentare Padre
Roberto Beneamati, parroco di San
Romano – ma oggi serve molto più».
E quel di più, domenica scorsa, c’era.
Una celebrazione molto partecipata,
raccolta, semplice, pur nella
maestosità del rito.
E vedere una diocesi intera
partecipare a questo evento riempe di
stupore e gioia allo stesso tempo.
Era palpabile l’attesa trepidante, il via
vai dei parrocchiani, il coro che
provava fino all’ultimo minuto le
rifiniture ai canti che avrebbero
animato la liturgia.
Ed infine l’arrivo del vescovo
accompagnato da molti sacerdoti
della diocesi, la sosta davanti
all’immagine della Madonna delle
Grazie, l’inizio solenne della
celebrazione.
Rimane indelebile l’omelia in cui il
vescovo Tardelli, che ha affermato:
«Mai avremmo pensato di trovarci
oggi a celebrare l’evento centrale del
Giubileo mariano, proprio alla vigilia
dell’evento centrale dell’anno della
fede che è indubbiamente l’elezione
di un nuovo Papa per la cattolicità».
«Disegno davvero misterioso, che mi
sembra possa contenere un
messaggio: la Madonna accompagna
la vita della Chiesa, l’ha a cuore
perché gliel’ha affidata Dio
Onnipotente. Venti di tempesta
possono soffiare forte sulla nostra vita
personale e su quella del popolo di
Dio, del Papa e dei vescovi; le acque
del mondo e dei nemici della Chiesa
possono agitarsi e le onde diventare
enormi; la barca di Pietro può
sembrare ad ogni momento lì lì per
affondare. Ma non soccomberà».
È certo che anche l’affascinante rito
della consacrazione dell’altare
principale della chiesa ha contribuito
a regalare un’immagine
indimenticabile per la comunità
diocesana di San Miniato.
DI
GABRIELLA GUIDI
omenica 10 Marzo, presso
il santuario della
Madonne di San Romano
si è svolta la celebrazione
centrale di tutto l’anno giubilare:
la data simbolica è stata scelta
per ricordare l’inizio del culto
della Beata vergine Maria in quel
luogo, 500 anni fa.
La celebrazione, presieduta dal
vescovo Fausto, alla presenza di
molti sacerdoti della nostra
D
Diocesi, alcuni frati del convento
di Fiesole e dalle autorità locali,
si è aperta con un omaggio alla
madonna nella sua cappella e
dalla successiva traslazione della
stessa sull’altare maggiore del
santuario. Cinquecento anni or
sono sorgeva in questi luoghi la
chiesetta di Santa Maria a
Valiano. Si narra che una piccola
pastorella era solita andare a
pregare alla chiesetta finché un
giorno le apparve la madonna.
Da allora tante generazioni di
uomini e donne hanno
compiuto pellegrinaggi in questo
luogo. Il vescovo nella sua
omelia sottolineava la
concomitanza di due eventi
centrali: quello dell’anno
giubilare, specifico per la nostra
chiesa particolare, e quello
dell’elezione del nuovo pontefice
rilevante per la chiesa universale.
Anche se la barca di Pietro in
alcune circostanze si trova tra le
onde, siamo certi che la
madonna da sempre la
custodisce e non
permette che possa
affondare.
Alla luce del vangelo
proclamato nella IV
domenica di Quaresima,
detta anche del Laetare,
nella parabola del Padre
misericordioso vi è un
invito ad accogliere i
fratelli che si sono
allontanati da Dio e
dalla Chiesa con una
grande gioia e
disponibilità vivendo
una fede vera e autentica
diversa da quella del
fratello maggiore che,
inconsapevole e
incurante dei molteplici
doni che ha ricevuto e ci
cui ha beneficiato, non
intendeva accogliere il
Dammi TRE PAROLE
Patrimonio
Il «figliol prodigo» richiede a suo padre la
parte di patrimonio che gli spetta e la
sperpera in modo dissoluto, dimorando in
un paese lontano. Così accade quando, con il
peccato, ci allontaniamo da Dio.
Continuiamo a vivere di rendita con i beni
che Dio ci ha donato ma li sperperiamo
senza farli fruttificare e alla fine ci ritroviamo
sterili e vuoti.
Carrube
Il cibo dei porci. Se perdiamo la dignità di
figli, finiamo per assomigliare alle bestie.
Desideriamo ciò che ci degrada e quella
libertà che avevamo vagheggiato si trasforma
in bisogno. C’è però una via d’uscita dal
circolo vizioso del peccato e
dell’abbrutimento: la nostalgia della casa.
Vestito
Quando il «figliol prodigo»
imbocca finalmente la via del
ritorno, il padre commosso gli
corre incontro, lo abbraccia, non
gli permette di avvilirsi ancora.
Anzi, gli ridona pienamente
dignità di rivestendolo del
vestito più bello. Per coprire la
nudità di Adamo ed Eva dopo
che avevano peccato Dio
fabbricò delle tuniche di pelle; a
tutti i rinati nel Battesimo Dio
ha donato il vestito più bello: la
veste bianca. Con il sacramento
della Riconciliazione si ritrova lo
splendore di quella veste,
simbolo dei figli di Dio e coeredi
di Cristo.
fratello che"era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è
stato ritrovato" (Lc 15, 32).
Nella stessa celebrazione vi è
stata anche la consacrazione
dell’altare maggiore all’interno
del quale sono state deposte
reliquie di martiri e santi: coloro
che sono stati battezzati nella
morte di Cristo. Anche la
tovaglia bianca indica la candida
veste di Cristo risorto e indica la
rinascita del cristiano in Cristo.
L’unzione con il crisma,
l’incensazione, la copertura e
l’illuminazione dell’altare
esprimono con segni visibili
alcuni aspetti di quella azione
invisibile che il Signore esercita
per mezzo della Chiesa, quando
essa celebra i divini misteri.
Infine, il presule ha compiuto un
atto di affidamento alla
Madonna per la Diocesi di San
Miniato, per il conclave che
andrà ad aprirsi, per le vocazioni
al sacerdozio e alla vita
consacrata, per tutte le famiglie
in special modo quelle in
difficoltà e per tutti i fedeli
presenti. La solenne
concelebrazione si è conclusa
con l’omaggio all’altare
consacrato e alla Madonna del
Santuario. Musiche e
accompagnamenti diretti dal
maestro Riccardo Berni.
II
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
17 marzo 2013
SANTA MARIA A MONTE.........
LE «DAT» E LE
UNIONI CIVILI
n «zona Cesarini», per dirla in gergo
calcistico, nell’imminenza cioè della fine
della legislatura, il consiglio comunale di
Santa Maria a Monte ha votato a
maggioranza due ordini del giorno su temi
cari a certo pensiero «liquido»: la
costituzione di un registro per le unioni
civili ed di un altro per il testamento
biologico.
Di fronte a tanta solerzia la domanda è
d’obbligo: siamo sicuri che questi “registri”
costituiscano dei servizi per il cittadino ? O,
piuttosto, la promozione ideologica di
strumenti amministrativi che intaccano
valori ritenuti “intangibili”?
I quesiti sono affrontabili su un piano
giuridico e su un piano etico, anche se le
due prospettive si intersecano e si integrano.
Sotto il profilo giuridico la portata dei
registri è chiara. Come ha rilevato di recente
l’avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente
nazionale dell’ Unione giuristi cattolici
italiani, questi registri «sono privi di
efficacia giuridica, poiché manca la legge
dello Stato che li istituisca». Dunque, quale
valore possiamo dare alle decisioni dei
comuni? «L’intervento del comune in questi
ambiti – chiarisce – Cerrelli appare
esorbitante rispetto alle competenze proprie
dell’ente locale e si traduce in
provvedimenti privi di effetti giuridici».
E non può essere che così. Giacché si tratta
di due aspetti di valore assoluto (la salute e
la famiglia), questi non possono essere
affidati alle iniziative delle amministrazioni
locali.
Non si può infatti richiamare la
Costituzione quando fa comodo e tacerla
quando conviene. La Costituzione appunto,
demanda allo Stato ogni intervento
legislativo sui principi fondanti. Lo ha
ribadito il Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali del 19 novembre 2010 in
una circolare, che non è stata revocata,
sull’argomento.
Sul piano etico siamo di fronte
all’intendimento di negoziare due valori
irrinunciabili:la vita e la famiglia. Le sfide
del nostro tempo, i tempi difficili che
viviamo, l’idolatria della scienza ci
chiamano come cattolici a schierarci su
impegnative frontiere per confrontarci con
la nostra contemporaneità. Con un
impegno: rimanere fedeli alla consegna.
I
INCONTRO DELLA
CENTESIMUS
ANNUS
a Fondazione Centesimus Annus Pro
Lgruppo
Pontifice, di diritto Vaticano, dà vita ad un
territoriale a San Miniato.
Paolo Giani, Dirigente della Cassa di
Risparmio di San Miniato SpA in pensione, è
stato nominato referente di zona, mentre S.E.
Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di San Miniato,
ne è stato nominato Assistente ecclesiastico.
Del neo costituito gruppo fanno parte, ad oggi,
sedici di persone.
Tra i Soci Fondatori della Centesimus Annus vi
è la Fondazione Cassa di Risparmio di San
Miniato e, tra le due istituzioni, è attiva una
collaborazione che va avanti nel tempo.Il neo
costituito gruppo di zona, si è riunito per la
prima volta alla presenza del Segretario
Generale della Fondazione Centesimus Annus,
Dr. Massimo Gattamelata, il 6 marzo presso i
locali della Fondazione CRSM, dove S.E.
Mons. Fausto Tardelli ha intrattenuto il gruppo
parlando sul tema «Fede ed Economia».
La Fondazione Centesimus Annus Pro
Pontifice, costituita nel 1993, festeggia
quest’anno il ventesimo anniversario della
nascita e San Miniato si è candidata per
ospitare l’Assemblea Nazionale dei Soci.
La Fondazione Centesimus Annus si propone
di collaborare allo studio ed alla diffusione
della dottrina sociale cristiana, come esposta
in particolare nell’enciclica di Papa Giovanni
Paolo II «Centesimus Annus». I fini da
perseguire - promuovere fra persone
qualificate per il loro impegno
imprenditoriale e professionale nella società la
conoscenza della dottrina sociale cristiana e
l’informazione circa l’attività della Santa Sede favorire iniziative per sviluppare la presenza e
l’opera della Chiesa Cattolica nei vari ambiti
della Società - promuovere la raccolta di fondi
per il sostegno dell’attività della sede
apostolica.
A norma di statuto, una sovrintendenza
sostanziale dell’attività della Fondazione
spetta al Cardinale Presidente dell’APSA,
Amministrazione del Patrimonio della Sede
Apostolica, attualmente S.E. Cardinale
Domenico Calcagno.
NOTIZIE
DALLA
DIOCESI
Il dott. Bungaro: «riflettere su come non sempre naturale sia sinonimo di sano
Pratiche di medicina
alternativa: cosa c’è dietro?
La chiesa invita tutti noi a
guardare con prudenza a
tutte queste pratiche
alternative, ma allo stesso
tempo chiede di
approfondire la conoscenza
di questi fenomeni,
soffermandosi in particolare
sul perché sempre più
persone siano spinte a
ricorrere a pratiche poco
conosciute. Entrambi i
relatori infatti hanno
analizzato la ragione
profonda che sta dietro alla
ricerca di risposte
alternative, e cioè il bisogno
di guarigione inetriore ed
esteriore, e soprattutto
immediata.
DI SARA LUCCHESI
conclusione di un
ciclo di tre incontri
organizzati dalle
parrocchie di Marti e
Capanne in occasione dell’Anno
della Fede, giovedì 7 marzo si è
svolta presso il Cinema Teatro
Nuovo di Capanne una
conferenza per conoscere meglio
cosa ci sia dietro le pratiche di
Reiki, Shiatsu, Yoga,
Meditazione trascendentale,
Pranoterapia, Riflessologia e
Omeopatia. Sul tema, che
richiede un’approfondita
conoscenza, sono intervenuti il
dottor Francesco Bungaro,
membro dell’Associazione
Terapisti Cattolici del
Rinnovamento dello Spirito ed
esperto di bioetica, e don
Alessandro Olivieri Pennesi,
laureato in teologia e filosofia,
psicologo docente nei licei e
presso varie università pontificie
romane, introdotti da Andrea
Bernardini, responsabile della
pagina «Vita Nova» di Toscana
Oggi.
Lo scopo della serata era
appunto conoscere meglio
queste pratiche di medicina
alternativa sempre più diffuse,
intorno alle quali nell’ultimo
anno sono stati spesi 50 miliardi
di euro, e approfondire
soprattutto ciò che sta dietro a
queste pratiche e alle ragioni di
chi si rivolge alla medicina
alternativa.Don Olivieri Pennesi,
facendo riferimento al
documento di Pastorale
Sanitaria emanato dalla CEI nel
2006, ha infatti sottolineato
come la Chiesa inviti a guardare
con prudenza a tutte queste
pratiche alternative, ma sia allo
stesso tempo interpellata ad
approfondire la conoscenza di
questo fenomeno,
soffermandosi in particolare sul
perché sempre più persone siano
A
spinte a ricorrere a pratiche poco
conosciute. Entrambi i relatori
infatti hanno analizzato la
ragione profonda che sta dietro
alla ricerca di risposte
alternative, e cioè il bisogno di
guarigione inetriore ed esteriore,
e soprattutto immediata, di ogni
uomo. «Il desiderio di
guarigione ci spinge spesso a
cercare sempre più risposte» – ha
detto il dott. Bungaro – «ma
spesso dobbiamo far attenzione
che queste risposte non si
rivelino un cavallo di Troia,
nascondendo un pericolo dietro
all’immediato miglioramento».
Il dottor Bungaro ha infatti
insistito sull’importanza
primaria del consenso
informato, cioè della
conoscenza profonda e
consapevole di ciò che sono le
pratiche e le controindicazioni
di queste pratiche, invitando a
riflettere su come non sempre
«naturale» sia sinonimo di
«sano», e riportando dei dati del
Comitato Nazionale di Bioetica,
secondo il quale spesso dietro ai
rimedi omeopatici si nasconde
un effetto placebo, sicuramente
accentuato da una maggiore
vicinanza psicologica e nel
tempo dei medici con i pazienti.
«Tutto questo non significa
certamente che la medicina
classica sia perfetta, ma che
richieda di fondi per una
maggiore ricerca e attenzione al
paziente sì».
Facendo riferimento poi alle
pratiche dello yoga e della
meditazione trascendentale, don
Olivieri Pennesi le ha definite
«difficilmente compatibili con i
cattolici», raccontando come,
secondo il resoconto di un
gruppo di esorcisti, spesso casi di
malattie spirituali abbiano preso
avvio con la pratica di medicina
alternativa.
«Perché cercare fuori ciò che
nella Chiesa abbiamo in
abbondanza? – ha ribadito don
Alessandro riferendosi al
bisogno di guarigione spirituale
– per fare un preciso
discernimento tra l’imposizione
delle mani sacerdotale e tutte
quelle pratiche, mediche e non,
che ricorrono all’uso delle mani
come strumento di guarigione».
«Ogni cristiano è dunque
invitato a pregare per la
guarigione, prendere sempre più
consapevolezza del mistero di
Cristo e della Chiesa e formarsi
sulla Parola di Dio; certamente
però la Chiesa ha il dovere di
approfondire la catechesi su
questi temi» ha concluso il
sacerdote.
Temi questi che aprono
importanti discussioni in
ambiente medico e non, e che
hanno acceso il dibattito anche a
conclusione della conferenza.
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
17 marzo 2013
A Palazzo Grifoni presentato il libro «Le ragioni della speranza»
Laura Baldini racconta gli anni
d’oro del «Dramma Popolare»
III
PRIMO
COMPLEANNO
DELLA RSA DI
ORENTANO
unedì 4 Marzo è stato festeggiato il primo
LRosario
compleanno della RSA Madonna del
di Orentano. La struttura socio-
Marzio Gabbanini: «da
queste iniziative deve
ripartire un nuovo e forte
rilancio del “teatro del
cielo” e delle
rappresentazioni di
piazza duomo».
ala stracolma, grandi
applausi, per una storia di
cui San Miniato è fiera. La
storia del Dramma
Popolare. «Una storia di
passione, tenacia, capacità di
pensare in grande e in
prospettiva, amore per le
diverse forme d’arte, ma
soprattutto determinazione nel
credere nei sogni: sono questi
gli ingredienti che resero
possibile la creazione di un
Teatro dello Spirito a San
Miniato per volontà di uomini
di fede» scrive Laura Baldini nel
libro “Il Dramma Popolare di
San Miniato - Le ragioni della
speranza”, presentato venerdì 8
marzo a Palazzo Grifoni, alla
presenza del presidente della
Fondazione Cassa di Riparmio
di San Miniato Antonio
Guiccirdini Salini, del vescovo
monsignor Fausto Tardelli, e di
un pubblico numeroso, perchè
il dramma è nel cuore della
comunità da 67 anni ed ha
favorito il dialogo, il confronto,
la solidarietà, la crescita
culturale ed è stato, anche,
ragione di speranza.
La presentazione del volume è
stata introdotta dal presidente
del «Dramma» Marzio
Gabbanini che ha spiegato
come l’iniziativa rientri in quel
progetto più ampio di
valorizzazione del programma
S
originario dei fondatori dal
quale deve ripartire un nuovo
rilancio della “scena sacra” di
piazza duomo.
«Il nostro Teatro dei Cielo è
un’eccellenza, un fiore che
portiamo con orgoglio
all’occhiello e questo volume è
davvero prezioso perchè
riassume i motivi per cui oggi
siamo qui, a ricordare le
origini, i protagonisti, i
successi, il futuro di questa
realtà — ha detto il presidente
Salini — Questo volume è una
pietra miliare di questa lunga
storia proiettata nel futuro».
«Un volume che ci voleva, che
ci parla di una scelta fatta nel
1947 e incredibilmente attuale
– ha detto il vescovo –. Siamo
in un tempo per certi versi
simile al dopoguerra: si fa
necessaria ed urgente una
ricostruzione non solo
economica, ma anche sociale,
morale e spirituale». Tardelli ha
evidenziato anche il profilo
«educativo» della storia del
Dramma: «Questa vicenda ci
mostra anche un’altra cosa:
come ci si possa e ci si debba
mettere in gioco con frutto,
operando secondo le proprie
convinzioni, la propria
competenza, la propria
fantasia». «La nostra bella
storia lunga 67 anni – ha
concluso il presule – sta qui a
dirci che non si può rimanere
alla finestra della storia. Nè
come uomini, nè tantomeno
come credenti.».
Laura Baldini ha poi illustrato
l’opera, i primi giorni
avventurosi, le scelte dei testi, il
rapporto del Dramma con
Silvio D’Amico, passando per
carteggi e documenti per certi
versi anche inediti che il libro
pubblica e commenta.
Un’opera completa su
un’esperienza teatrale che ha
compiti di grande rilievo,
«parlare ai cuori, avvicinarli a
Dio, essere ponte di questo
dialogo straordinario e
fondamentale», ha concluso il
direttore artistico don Piero
Ciardella, il sacerdote chiamato
a sostenere le ragioni del
passato e le grandi speranze del
futuro che dovranno dar voce a
giovani autori che sappiano
«cogliere problemi e certezze
del nostro tempo».
DRAMMA POPOLARE
67 anni di ricerca e spiritualità
’estate del 1944, a San Miniato, le mine
tedesche avevano distrutto il Teatro
Verdi, piccolo, ma sontuoso, costruito
sul modello della Scala di Milano.
Tre anni dopo, per merito di quattro
sanminiatesi, decisi a risollevare le sorti della
cittadina, devastata dal passaggio della
guerra, vennero gettate le basi per un teatro
che andasse incontro al popolo,
proponendosi di interpretare le tensioni e le
aspirazioni dell’uomo, con rappresentazioni
da tenersi negli spazi deve gli uomini si
incontrano: le piazze e le chiese.
L’Istituto del Dramma Popolare iniziava la
sua attività all’insegna di San Genesio,
patrono di San Miniato e protettore di
L
moneta san genesiomimi; nell’agosto del
1947 venne infatti messo in scena "La
Maschera e la Grazia" di Henri Gheòn,
rappresentazione della vicende dell’attore
pagano Genesio il quale, mentre recita, viene
folgorato dalla Grazia e si converte al
cattolicesimo.
L’Istituto del Dramma Popolare di San
Miniato, ha rappresentato un unicum nel
panorama teatrale italiano ed europeo. I testi
che in tutti questi anni sono stati
rappresentati, appartengono ad una certa
drammaturgia, definita "Teatro dello
Spirito", intendendo con ciò tutti quei lavori
che si pongono il problema della ricerca del
senso e del significato della vita, anche in
maniera conflittuale e non risolta, e che
anelano ad una risposta più alta, diversa da
quello che il quotidiano può offrire, in un
rapporto dialettico ed entusiasmante con
l’alterità, vista non come limite, a volte
opprimente, dell’uomo, ma al contrario
come possibilità di risposta alle domande
fondamentali dell’esistenza umana. Non un
teatro confessionale, ma un dramma
autenticamente popolare, che, a partire dai
punti di riferimento culturali e religiosi del
mondo occidentale, ricerca, a volte con
fatica, altre volte con immenso dolore e
sofferenza, una risposta diversa, forse
apparentemente più difficile, ma l’unica per
cui valga la pena di spendere l’esiste.
sanitaria fu, infatti, inaugurata il 4 Marzo
2012 alla presenza di S. Ecc. Rev.ma Mons.
Fausto Tardelli e S. Em. Rev.ma il Card.
Raymond Leo Burke. Lunedì scorso è stato,
invece, festeggiato il primo anno di attività
dell’opera Madonna del Rosario con la
celebrazione della S. Messa presieduta dal
nostro Vescovo cui hanno partecipato, oltre
al parroco don Sergio Occhipinti ed al
Direttore avv. Riccardo Novi, gli anziani
ospiti della struttura, il personale
dipendente, i volontari, le religiose Figlie di
S. Anna, alcuni parrocchiani e alcuni ospiti
della RSA Madonna del soccorso di Fauglia
sempre gestita dalla Fondazione Madonna
del soccorso
Dopo la celebrazione della S. Messa è
seguito un buffet offerto a tutti gli
intervenuti che si è concluso con lo
spengimento di una candelina sul dolce
appositamente predisposto per l’occasione
dal cuoco di struttura. Il Direttore avv.
Riccardo Novi ringrazia: «I benefattori che
hanno sostenuto la costruzione ed il
funzionamento dell’opera, il personale che
vi opera, le religiose ed i volontari tutti per il
supporto sempre assicurato con grande
generosità. Un ringraziamento anche ai
nonni ed ai loro familiari che assicurano
sempre tanta collaborazione e stima verso la
nostra opera che porta il nome dolcissimo di
Maria. Si coglie l’occasione di precisare che
oltre alla RSA, la struttura di Orentano
funziona anche come centro diurno per
anziani, svolge inoltre il servizio di
assistenza domiciliare sia AD che ADI e
distribuisce generi alimentari alle persone
indigenti. Inoltre, il 2 Aprile p.v. sarà avviato
il primo corso ODB, organizzato dalla
Agenzia Formativa della medesima
Fondazione». Per ulteriori informazioni
circa il funzionamento dell’opera è possibile
contattare la Segreteria della RSA allo
0583/23699.
FESTA PER LA
COMUNITÀ
BRASILIANA
abato 2 febbraio, alle ore 19.30, nella
Sil consueto
nostra Parrocchia di Bassa si tenuto
incontro mensile con la
Comunità Brasiliana, gruppo di fedeli
brasiliani provenienti dalle varie zone della
Diocesi e fuori. Causa di grande gioia è stata
la presenza del Vescovo, Mons. Fausto
Tardelli, il quale ha
presieduto la Celebrazione Eucaristica. La
sua parola è stata di stimolo e sostegno per
questo tempo di Quaresima; egli ci ha
invitato a percorrere con
slancio il cammino della conversione per
poter celebrare la Pasqua con gioia
rinnovata e ad essere fedeli servitori di Dio
per vivere con pienezza il Battesimo ricevuto
e non servirsi di Dio per i propri tornaconti.
Dopo la celebrazione tutti insieme abbiamo
condiviso un momento di agape fraterna
con piatti tipici brasiliani.
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
Il concilio vaticano II: una
bussola per vivere il vangelo
A Santa Maria a Monte si è chiuso il ciclo d’incontri organizzato da Ac, dove sono
state dibattute le questioni ancora aperte del concilio ecumenico vaticano secondo
DI
Q
«Cerco fatti di Vangelo», di Luigi Accattoli
presente ed attuale. Forse anche
noi cristiani cediamo ogni tanto
alla tentazione di pensare che la
Chiesa si riduca alle stanze della
Curia romana, lontana dalla
nostra esperienza quotidiana. Il
Papa emerito Benedetto XVI
proprio durante la sua ultima
udienza pubblica ha fatto
risuonare parole di speranza,
ringraziando i fedeli accorsi a
Roma, «dimostrazione che la
Chiesa, che è di Cristo, è viva»,
ricordandoci quanto la Chiesa
siamo noi.
Luigi Accattoli, scrittore e
giornalista del Corriere della Sera
oggi in pensione, ha avviato
negli ultimi quindici anni
un’inchiesta in giro per l’Italia
intitolata «Cerco fatti di
Vangelo», che è poi stata raccolta
in tre volumi omonimi
(pubblicati uno nel 1995, uno
IL SIGNIFICATO
DI UN’ATTESA
CARICA DI
SPERANZE
DI
ANTONIO BARONCINI
concentrata nell’osservare la figura
del nuovo Papa.
Ciò, però, non annullerà le nostre
emozioni e le nostre riflessioni che
l’attesa di questa elezioni al
Magistero petrino ha suscitato nelle
nostre coscienze.
La curiosità, il gusto di indovinare
l’esito positivo, il desiderio di
conoscere e di sapere, caratterizzano,
in certe circostanze, l’uomo e
determinano, in esso, prerogative nel
pensare e nel parlare.
In questa circostanza, però, tutto
questo non costituisce l’unica o la
più espressiva caratteristica, ma il
nostro desiderio viene arricchito e
per molti soffocato, da una forte
emotività e sensibilità spirituale.
Senza ombra di dubbio, è vero che
questa attesa ci sprona ad una
singolare attenzione nell’assistere
esternamente alla preparazione di
Cacioli ha definito il nostro
comunità. Il
questo rito, osservando i cardinali,
evento «il concilio dei laici».
Concilio e’
espressione della universalità della
La costituzione Gaudium et
senz’altro una sfida
Chiesa, nella loro veste di grandi
Spes non separa la chiesa dal
ancora aperta.
elettori, guardando con fascino le
mondo e perciò c’è bisogno
L’ultimo incontro
infrastrutture rese consone
dei laici cioè di uomini e
ha visto la presenza
logisticamente all’evento, con il
donne che in forza del loro
di Mons. Pietro
singolare camino sul tetto della
Battesimo si santificano
Gianneschi di Lucca
Sistina, notando le numerose
attraverso e dentro il mondo.
e Enzo Cacioli,
emittenti televisive, pronte ad offrire
E l’indole secolare per cui si
responsabile di
a tutto il mondo, l’immagini e
condivide tutto con tutti. Il
Azione Cattolica
commenti.
mondo è il luogo dove
regionale. Mons.
Il tutto ti prende
«Senza dubbio,
il’uomo trova e capisce Dio e i
Gianneschi ci ha
e ti incuriosisce e
è
vero
che
cristiani saranno riferimento
offerto la sua
nello stesso
questa attesa ci
nel mondo se saranno
testimonianza personale e
la preghiera liturgica della
tempo ti pone
«uomini tra gli uomini».
diretta degli anni conciliari e
Chiesa banalmente
una forte
sprona
ad
Tutte queste riflessioni
immediatamente successivi
identificata solo nei
domanda:
assistere
assumono un senso ancora
quando era segretario di Mos.
cambiamenti rituali, l’idea
perché questo
più grande alla luce di ciò che
Bartoletti, segretario della CEI
della Chiesa come popolo di
grandioso
esternamente
la Chiesa sta vivendo in
e poi Vescovo di Lucca. Don
Dio, la comunione dei fedeli,
interesse?
alla
questo tempo: un
Pietro ha definito il Concilio
il dialogo con il mondo. Il
La risposta
preparazione di giunge completa
commentatore ha detto che la
una Pentecoste anche per i
Vescovo ha poi parlato della
scelta coraggiosa e
nostri giorni, un vangelo per
chiesa locale, la Diocesi, a cui
ed esatta nel
questo rito
sorprendente di Papa
l’oggi dell’umanità. Papa
il Concilio ha assegnato un
ricordarci la
affascinante,
Benedetto XVI va letta alla luce
Giovanni ebbe l’ispirata
ruolo fondamentale. La
grandezza
del Concilio e dei suoi
intuizione e fu come prendere
Chiesa è naturalmente
spirituale ed
osservando i
insegnamenti. La Chiesa non è
la nave-Chiesa e metterla in
universale ma vive e si
umana che
cardinali,
una società di scopo ma
mare; Paolo VI l’ha poi
evidenzia in chiese locali in
quell’uomo,
espressione della vestito di
fermento e lievito, non è il
guidata tra i marosi e l’ha
comunione tra loro e riunite
trionfo che fa la chiesa ma il
portata in porto. Il Concilio
intorno al Vescovo successore
bianco,
universalità
servizio. Il coraggio del gesto
Vaticano II non è stato
degli Apostoli. Esiste la Chiesa
identifica e per
della
Chiesa»
di Benedetto XVI darà più
originato da questioni morali
fatta di tante chiese locali; tutti
la cui elezione i
forza e vigore alla Chiesa:
o dogmatiche, non e’ stato
in comunione con il Papa,
padri elettori,
«L’ho fatto per amore della
una risposta a errori o eresie.
Vescovo di Roma. Una Chiesa
principi della Chiesa, molto hanno
Chiesa». Quando leggerete
E’ stato un evento dello Spirito
una e plurale allo stesso
pregato, intensamente si sono
questo articolo, forse, sarà già
per ridare forza e vigore alla
tempo. Non sono mancati
confrontati ed a maggioranza o
stato eletto un nuovo Papa,
fede. Non si è concluso con
interrogativi pastorali su
all’unanimità, hanno votato.
chiamato da Dio a servire la
scomuniche ma con la ricerca
alcuni temi come la
Ognuno di noi, nelle nostre
Chiesa e il mondo nel suo
del dialogo perché se la Chiesa
corresponsabilità, le sfide del
riflessioni, leggendo il curriculum di
ruolo di guida etica e
non «anima» il mondo
nostro tempo, la
ogni cardinale, scegliamo il nostro
spirituale.
tradisce il suo scopo. Enzo
testimonianza delle nostre
“campione” e per lui “tifiamo”,
poiché lo vediamo il più atto,
preparato, fisicamente più espressivo,
e caratterialmente più attraente ed
incisivo, per guidare la Chiesa di Dio,
in ogni parte del mondo.
di Sara Lucchesi
Non è così, però. Il nostro
“campione” non fa parte di un
“football team” ed il nostro
incitamento non convince il
presidente all’acquisizione, poiché in
questo caso si parla della figura di
Cristo sulla terra, in una dimensione
nel 2011 e uno nel 2012) e che
missione, da un capitolo
l’incredulità del cuore.
ben più alta, in cui il nostro umano
continua oggi sul suo blog.
intitolato «Il perdono degli
Vorrei citare, di queste 498, solo
desiderio viene annullato da una
Accattoli si mette in viaggio per
uccisori dei parenti», lungo e
una piccola storia, così che
“forza” misteriosa che sorprende ed
l’Italia alla ricerca di
ricco di storie di dolore e di pace
possiate da soli conoscere le
affascina. Scende in campo la nostra
«testimonianze radicali e
ottenuta solo grazie al perdono,
altre. È la storia di Fiorella
fede e testimonia il nostro credo
disinteressate, direttamente
ad un altro chiamato «Ero in
Elmetti, contenuta nel capitolo
nello Spirito Santo. Da qui nasce il
ispirate alle beatitudini e
carcere e mi avete visitato», dove
«La reazione all’handicap».
detto popolare «chi entra papa esce
all’esempio di Gesù; fatti di
trovano spazio storie silenziose
Fiorella è una giovane poetessa
cardinale», una frase semplice ma che
Vangelo di cui sono stati
di chi fa assistenza nelle carceri o
disabile dalla nascita che dopo
nella sua semplicità, attesta una
protagonisti i cristiani d’Italia».
di chi dietro le sbarre ha trovato
aver preso il diploma si prodiga
volontà divina che dirige ed
Le storie raccontate nel primo
la fede. È difficile dare una
nell’aiuto di chi è nelle sue stesse
indirizza.
volume sono 224, quelle del
definizione o descrivere a fondo
condizioni. Accattoli ci propone
La nostra legittima attesa però,
secondo 139, quelle del terzo
questo libro-inchiesta perché chi
una delle posie della ragazza,
umana e spirituale, ci fa sperare in un
135, per un totale di 498
parla davvero non è l’autore,
tutte sul tema del dono della
Pontefice, come sostenne don Brizio
testimonianze destinate ad
abile e instancabile cercatore, ma
vita, intitolata «La vita che
Casciola, in una lettera inviata ai
aumentare; storie a volte più
lo Spirito Santo che opera in
danza».
cardinali per il conclave del 1914, dal
famose, altre meno, lunghe
queste mamme che danno la vita
quale uscì eletto Benedetto XV, «non
spesso anche solo lo spazio di un
per i loro figli o in questi malati
È una bianca farfalla
solo pio, ma intelligente, fermo e
paragrafo; storie che cominciano
che non perdono la fede sul letto
La vita che danza nell’aria.
prudente, libero per sé e per la Chiesa
sempre con un nome, un
d’ospedale. Pagina dopo pagina
Imprevedibile, meravigliosa,
da ogni mira terrena; unito ai Vescovi
cognome e un luogo, a
si rimane stupefatti
eppure così misteriosa.
non solo docili, ma esperti ed
testimonianza del qui e dell’ora
dall’abbondare dai nomi e delle
Odia, ama, gioisce, soffre.
operosi, cari al gregge…; che ami il
evangelico.
storie, ognuna delle quali si fa
Tendo le mani verso di lei
popolo e si volga a lui non per
Ogni libro è diviso in capitoli,
vero cuore pulsante (anche se
vorrei coglierla tra le dita
organizzarlo in partito, ma per
così che ogni storia rientri in una
sconosciuto al mondo) della
accarezzarla e stringerla a me,
comunicargli la luce, la gioia, la
storia più grande: si va dai
Chiesa, sveglia per le coscienze.
ma non posso,
libertà di Dio; che dica ai Potenti
martiri della carità a quelli della
Tre libri di vite contro
non è solo mia.
parole inflessibili di giustizia».
La stanza della LETTURA
na delle domande che oggi il
U
mondo rivolge più spesso
alla Chiesa è quanto essa sia viva,
V
uasi certamente al momento in
Q
cui il settimanale andrà in
stampa, la nostra attenzione sarà
ROBERTA LATINI
uando ha indetto
l’Anno della Fede,
Papa Benedetto XVI
ha invitato tutti i
cristiani a riscoprire il
messaggio del Concilio
Vaticano II, a cinquant’anni
dalla sua apertura. In uno dei
suoi ultimi discorsi ha
ribadito l’importanza di
riscoprire il "vero significato
del Concilio; quello dei Padri
e non quello dei media". E’
stato ciò che abbiamo cercato
di fare nella nostra parrocchia
alla fine di Gennaio attraverso
tre incontri organizzati
dall’Azione Cattolica.
Don Fabio Celli,
della Diocesi di
Fiesole, ci ha parlato
della costituzione
dogmatica Dei
Verbum, ma non ha
tenuto una lezione;
ci ha fatto gustare la
bellezza della nostra
fede che nasce dalla
Rivelazione di Dio.
Il documento
conciliare ha
affermato in modo
mirabile che
Rivelazione è ciò
che Dio ha fatto,
quando si è svelato
a tutti noi. Dio ha preso
l’iniziativa, gratuita e graduale,
di entrare in dialogo con
l’uomo allo scopo di stabilire
con lui una relazione di
comunione, di amicizia. La
Rivelazione si è compiuta poi
in Cristo; in Lui la Parola ha
un corpo e un volto e la
Chiesa vive dell’ascolto del
Vangelo.
Nel secondo incontro, il
nostro Vescovo, Mons. Fausto
Tardelli, ci ha parlato prima di
tutto del suo Concilio da
giovane seminarista, del
cambiamento che si respirava
verso una maggiore
consapevolezza e interiorità
della fede, di scelte
vocazionali piuttosto che solo
di regole e doveri. Le
intuizioni più importanti del
Concilio, in particolar modo
della costituzione Lumen
Gentium, sono state molte: il
primato della Parola di Dio,
17 marzo 2013
VI
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
17 marzo 2013
APERTA AL
PUBBLICO LA
CHIESA DI SAN
ROCCO
Rassegna dei Cori: Terza serata
al santuario di San Romano
DI
razie al sostegno dei cittadini
«delGnostro
possiamo tutelare, difendere e fruire
patrimonio storico».
Così il Sindaco Vittorio Gabbanini nel
rilanciare l’atteggiamento propositivo di
alcuni sanminiatesi che hanno deciso di
collaborare per salvaguardare e preservare
nel tempo i monumenti di San Miniato.
«Con queste iniziative vogliamo
riconquistare alcuni spazi della città e
renderli maggiormente fruibili ma anche
diffondere la conoscenza e promuovere la
valorizzazione di alcuni gioielli
architettonici presenti sul nostro territorio.
Quella che oggi andiamo a sottolineare è
una fattiva collaborazione con i cittadini
che ha reso possibile il restauro della
“Madonnina del buon riposo”, attraverso il
“gruppo decoro” della Consulta di San
Miniato e con la sponsorizzazione della
ditta Benvenuti Piero, ed ora l’apertura della
Chiesa di San Rocco. Queste singole azioni
si pongono perfettamente in linea con i
progetti di sponsorizzazione che abbiamo
avviato da tempo per i beni artistici e che
hanno permesso il restauro della statua di
Leopoldo II e il rifacimento del tetto della
Chiesa di San Rocco, questi ultimi
cofinanziati dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di San Miniato".
In questo caso la Signora Fiorella Sgherri,
residente nel centro storico, durante la
Consulta di San Miniato – svoltasi il 9
gennaio 2013 – ha manifestato la volontà
di adoperarsi per la comunità e si è quindi
offerta di gestire l’apertura della Chiesa di
San Rocco affinché fosse visitabile.
La Signora si sta già occupando di aprire
l’Oratorio alle ore 9.30 e chiuderlo alle ore
18.30.
Nel frattempo l’Amministrazione Comunale
sta procedendo a formalizzare questa
disponibilità, in modo tale – questo l’invito
da parte del Sindaco – che altre persone
possano proporsi e collaborare con l’Ente.
La Chiesa, che si trova in Piazza Buonaparte
è di proprietà del Comune di San Miniato, è
tutt’oggi consacrata; il primo impianto è del
1524 e all’inizio fu dedicata, come la Piazza,
al solo San Sebastiano; nel 1718 vi fu
trasferita una reliquia di San Rocco e da
allora assunse l’attuale nome, anche se è
popolarmente conosciuta come la «Chiesa
di San Rocco».
Ricordiamo inoltre che, terminato il
rifacimento del tetto, in questo momento
proseguono i lavori di recupero
conservativo; in particolare è stato installato
un dispositivo biocompatibile – il Biodry –
per eliminare il problema dell’umidità.
ubblichiamo un annucio legale necessario al
Punconseguimento
della cittadinanza italiana per
sacerdote della nostra diocesi.
Notice:
I Antony Mathew, S/o Joseph
Puthenpurackal Antony as shown in last
page of the passport No.K6763813 issued
on 23/6/2012 from Embassy of India, Rome
(Italy), the house name ’Puthanpurakal’
shown in the S.S.L.C. Book issued by the
Board of Public Examinations, Government
of Kerala, Thiruvanathapuram and the
house name ’Puthenpurakkal’ as shown in
the Birth Certificate dated 11/12/2012
issued by the Secretary and Registrar of
Births and Deaths, Mulavukad Grama
Panchayat represent one and the same
person, namely myself. It is notified that I
will be known as Antony Mathew, S/o
Joseph Puthenpurackal Antony with the
house name Puthenpurakal in all records
relating to me.
Name: Antony Mathew
House Name: Puthenpurakal
MAURIZIO BAGNOLI
Sabato scorso, sempre a
San Romano, si è conclusa
la tradizionale serie di
appuntamenti con il canto
liturgico che ha visto la
partecipazione
complessiva di circa venti
formazioni rappresentative
delle realtà parrocchiali. La
Rassegna, divenuta ormai
una consuetudine, non ha
però perso nel corso degli
anni la sua freschezza e il
suo spirito. Pur avendo
subìto rispetto agli esordi
un calo non trascurabile
della partecipazione dei
cori, si è tuttavia sempre
contraddistinta per un
crescendo nel
conseguimento degli
obiettivi prefissati, quali
vocalità, coralità,
accompagnamento e, non
in ultimo, liturgia.
Questo perché coristi,
direttori, animatori e
organisti, nonostante i
tempi difficili di oggi, non
hanno mai perso di vista il
fine ultimo della loro
impegno: render lode e
ringraziare, con il canto e
con la musica, Colui che
solo può indicarci quale
sia la strada da percorrere
per ritrovare la gioia che oggi
manca sul volto di molti.
Vivere l’esperienza della gioia
vuol dire cantare, come già fece
il popolo ebraico con le parole
del salmo 135, quel grande
ringraziamento a Dio per i
benefici e le grazie scaturite
dalla Sua misericordia, cantare
lo stesso ringraziamento che
anche Cristo, nel quale si rivela
tutta la misericordia del Padre,
cantò nell’Ultima Cena. E
proprio nella vigilia della
quarta domenica di
Quaresima, che evidenzia
come la gioia non possa esser
mai scissa dall’esperienza del
perdono, si è conclusa la
Rassegna. Tre i ringraziamenti
doverosi da esprimere.
Il primo alle famiglie,
soprattutto a quelle dei
fanciulli, preziosi vivai del cori,
che rendono possibile la
puntuale partecipazione alle
prove, sia per la rassegna che
per le celebrazioni nelle
parrocchie. Il secondo ai
giovani che da poco si sono
avvicinati al canto: questa
scelta coraggiosa sia per loro
un canale privilegiato per poter
riscoprire meglio la fede e il
disegno di Dio. Il terzo a
Monsignor Vescovo che ha
seguito i cori in queste tre
serate: grazie alla sua costante
presenza tutti i gruppi hanno
potuto avvertire quella paterna
attenzione verso gli operatori
della liturgia cantata e sentire
quella spinta a offrire sempre il
meglio per il Signore. Venendo
nello specifico di questa terza
serata otto i cori in
rappresentanza dei quattro
vicariati. Per il primo il Coro di
Santa Maria in Valdegola, al
suo debutto, con un numero
considerevole di coristi; per il
secondo vicariato il Coro
"Cantate Domino" di Lari e
Boschi e il Coro
Interparrocchiale di La Rotta e
Montecastello; per il vicariato
terzo il Coro "San Severo" di
Castelfranco di Sotto; per il
quarto vicariato, risultato
quello più rappresentato, il
Coro della Collegiata di
Fucecchio ed il Coro Giovanile
con i suoi piccoli e numerosi
fanciulli, il Coro di San Rocco a
Larciano e in ultimo, ma non
per ultime, le fresche voci del
Coro di Ponte a Cappiano. Il
prossimo appuntamento è
quello del 13 maggio in
Cattedrale a San Miniato dove
tutti i cori, alle 21.15,
animeranno la Solenne
Liturgia Eucaristica per la festa
della dedicazione. Il
programma dei canti e le
partiture saranno inviati dalla
Commissione di Musica Sacra
ai responsabili dei cori tramite
posta elettronica.
Nuova edizione per il Palio di San Lazzaro
DI
NILO MASCAGNI
on Lido Freschi è stato
l’ideatore e ne è
l’organizzatore,
coadiuvato dai suoi
parrocchiani, che hanno creduto
e credono nella comunità,
nell’amicizia, nella gioia
dell’aiuto reciproco, nel donarsi,
offrendo così una propria
impronta, che è stata è rimarrà
patrimonio indelebile di cultura
e di fede che don Lido ha
profuso con tanto zelo
sacerdotale.
«La Chiesa parrocchiale – dice
don Lido – non è il tempio, ha
un tempio». La vera parrocchia
non sta dunque nei locali degli
edifici sacri e all’ombra del
campanile, ma fuori dal tempio
e al di là delle torri campanarie:
la vera parrocchia, in quanto
chiesa vive nel territorio, è
destinata a «farsi carne» tra le
strade, le piazze e le case dove gli
esseri umani svolgono le loro
consuete mansioni quotidiane. Il
tempio è solo il segno della
parrocchia che abita nel
territorio; è il luogo, assembleare
della comunità ecclesiale che
convive con gli abitanti.
In parrocchia, dal parroco, dallo
stare insieme comunitariamente,
credo di avere imparato e potere
affermare quanto amare la vita
significhi promuovere quanto la
rende felice, trasparente, degna
di essere vissuta, in grazia di Dio,
a partire anche dalle piccole
cose.
E un palio non è certo una
D
piccola cosa, considerato quanto
coinvolga le famiglie, dalla
catechesi, alle veglie notturne
delle tante mamme per
preparare i costumi per il
corteggio storico che le vede
talvolta protagoniste con figlio e
marito.. «Anche questo anno –
scrive don Lido nel pregevole
depliant divulgativo della festa –
riviviamo il nostro palio che è
un misto tra religione e folklore,
è la nostra storia, ciascuna
comunità ha la propria identità,
viviamo realisticamente il
nostro territorio che è ancora
pieno di cose figurative e
astratte….Per questo chiedo la
collaborazione , non soltanto
del Consiglio ma di tutti coloro
che amano il paese. Perché, e l’
ho detto più di una volta, il Palio
deve essere di tutti e tutti si deve
collaborare».
Ecco il programma della
manifestazione
SABATO 16 MARZO:
23° Marcia San Lazzaro ( ritrovo
dei partecipanti, Piazza della
Chiesa , ore 14.30). E’ questa la
classica marcia di primavera,
valevole per il 2° Trofeo Paci
Egisto - la Coppa, Arzilli - Scali e
la targa Autoscuole Agenzie
Arzilli Duilio
DOMENICA 17 MARZO
- Santa messa (ore 11.00) con la
benedizione del Palio e
consegna ai capitani delle
contrade : il Poggio, Il Piano,
dell’opera dell’artista , prof.
Mario Colonna
- Sfilata Storica ( ore 15.15) con i
figuranti della corte del Conte
Orlandini, della Filarmonica A.
Del Bravo di La Scala con le
proprie majorettes.
- Giochi Antichi: corsa carretti
con le pine - Tiro alla fune ( due
batterie) - gioco della
mattonella- giochi cerchioni.
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