Piazza del Seminario,13 NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI S. MINIATO 56028 San Miniato (Pisa) tel. e fax 0571/400434 [email protected] Notiziario locale 17 marzo 2013 Direttore responsabile: Andrea Fagioli Coordinatore diocesano: Francesco Ricciarelli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 IL COMMENTO Una domenica d’altri tempi DI l’agenda del VESCOVO omenica 17 marzo - pomeriggio: ritiro della Caritas D diocesana. Lunedì 18 marzo - ore 10,00: collegio dei Consultori. Martedì 19 marzo - ore 11,15: messa a Capanne in occasione di San Giuseppe. Mercoledì 20 marzo - ore 10,30: Santa Messa presso l’istituto «Stella maris» di Montalto. Ore 20,30: Santa messa con medici cattolici. Giovedì 21 marzo: ore 9,30Visita ai malati presso l’ospedale di Fucecchio. Sabato 23 marzo - ore 16,30: presso la sede dei Cavalieri del Tau, presentazione libro sulla via Francigena. Festa per il Giubileo Mariano Centinaia di persone rendono omaggio alla Madonna delle Grazie a 500 anni dalle apparizioni MICHAEL CANTARELLA guardare le centinaia di persone che gremivano la chiesa di San A Romano la scorsa domenica, in occasione della giornata giubilare del Santuario, c’era da rimanere di sasso. Sebbene le nubi che attraversano il nostro tempo pare si facciano sempre più dense e cupe, e gli uccelli del malaugurio abbiano gioco facile nell’inserirsi nel tiro a bersaglio nei confronti della Chiesa, non mancano i segni di speranza. Nonostante una giornata grigia e piovosa, tantissime persone si sono riversate nella parrocchia intitolata alla Madonna della Grazie per celebrare il quinto secolo dalla data in cui la tradizione indica l’apparizione della Vergine nella chiesetta di Santa Maria di Valiano, nel lontano 1513. Una messa di altri tempi, di quelle che la generazione di scrive non ha mai vissuto, per evidenti ragioni anagrafiche. Una di quelle celebrazioni di festa, che per vederla dovevi lasciare il lavoro in fabbrica o nei campi, indossare il vestito buono ed accaparrarti un posto nelle prime panche, per vedere meglio. Una di quelle domeniche dove la protagonista era una fede popolare, semplice e limpida, che il Papa emerito, Benedetto XVI, ci aveva invitato a riscoprire proprio in questo «anno della fede». «Un tempo bastava il suono delle campane per riempire la chiesa di gente – ama commentare Padre Roberto Beneamati, parroco di San Romano – ma oggi serve molto più». E quel di più, domenica scorsa, c’era. Una celebrazione molto partecipata, raccolta, semplice, pur nella maestosità del rito. E vedere una diocesi intera partecipare a questo evento riempe di stupore e gioia allo stesso tempo. Era palpabile l’attesa trepidante, il via vai dei parrocchiani, il coro che provava fino all’ultimo minuto le rifiniture ai canti che avrebbero animato la liturgia. Ed infine l’arrivo del vescovo accompagnato da molti sacerdoti della diocesi, la sosta davanti all’immagine della Madonna delle Grazie, l’inizio solenne della celebrazione. Rimane indelebile l’omelia in cui il vescovo Tardelli, che ha affermato: «Mai avremmo pensato di trovarci oggi a celebrare l’evento centrale del Giubileo mariano, proprio alla vigilia dell’evento centrale dell’anno della fede che è indubbiamente l’elezione di un nuovo Papa per la cattolicità». «Disegno davvero misterioso, che mi sembra possa contenere un messaggio: la Madonna accompagna la vita della Chiesa, l’ha a cuore perché gliel’ha affidata Dio Onnipotente. Venti di tempesta possono soffiare forte sulla nostra vita personale e su quella del popolo di Dio, del Papa e dei vescovi; le acque del mondo e dei nemici della Chiesa possono agitarsi e le onde diventare enormi; la barca di Pietro può sembrare ad ogni momento lì lì per affondare. Ma non soccomberà». È certo che anche l’affascinante rito della consacrazione dell’altare principale della chiesa ha contribuito a regalare un’immagine indimenticabile per la comunità diocesana di San Miniato. DI GABRIELLA GUIDI omenica 10 Marzo, presso il santuario della Madonne di San Romano si è svolta la celebrazione centrale di tutto l’anno giubilare: la data simbolica è stata scelta per ricordare l’inizio del culto della Beata vergine Maria in quel luogo, 500 anni fa. La celebrazione, presieduta dal vescovo Fausto, alla presenza di molti sacerdoti della nostra D Diocesi, alcuni frati del convento di Fiesole e dalle autorità locali, si è aperta con un omaggio alla madonna nella sua cappella e dalla successiva traslazione della stessa sull’altare maggiore del santuario. Cinquecento anni or sono sorgeva in questi luoghi la chiesetta di Santa Maria a Valiano. Si narra che una piccola pastorella era solita andare a pregare alla chiesetta finché un giorno le apparve la madonna. Da allora tante generazioni di uomini e donne hanno compiuto pellegrinaggi in questo luogo. Il vescovo nella sua omelia sottolineava la concomitanza di due eventi centrali: quello dell’anno giubilare, specifico per la nostra chiesa particolare, e quello dell’elezione del nuovo pontefice rilevante per la chiesa universale. Anche se la barca di Pietro in alcune circostanze si trova tra le onde, siamo certi che la madonna da sempre la custodisce e non permette che possa affondare. Alla luce del vangelo proclamato nella IV domenica di Quaresima, detta anche del Laetare, nella parabola del Padre misericordioso vi è un invito ad accogliere i fratelli che si sono allontanati da Dio e dalla Chiesa con una grande gioia e disponibilità vivendo una fede vera e autentica diversa da quella del fratello maggiore che, inconsapevole e incurante dei molteplici doni che ha ricevuto e ci cui ha beneficiato, non intendeva accogliere il Dammi TRE PAROLE Patrimonio Il «figliol prodigo» richiede a suo padre la parte di patrimonio che gli spetta e la sperpera in modo dissoluto, dimorando in un paese lontano. Così accade quando, con il peccato, ci allontaniamo da Dio. Continuiamo a vivere di rendita con i beni che Dio ci ha donato ma li sperperiamo senza farli fruttificare e alla fine ci ritroviamo sterili e vuoti. Carrube Il cibo dei porci. Se perdiamo la dignità di figli, finiamo per assomigliare alle bestie. Desideriamo ciò che ci degrada e quella libertà che avevamo vagheggiato si trasforma in bisogno. C’è però una via d’uscita dal circolo vizioso del peccato e dell’abbrutimento: la nostalgia della casa. Vestito Quando il «figliol prodigo» imbocca finalmente la via del ritorno, il padre commosso gli corre incontro, lo abbraccia, non gli permette di avvilirsi ancora. Anzi, gli ridona pienamente dignità di rivestendolo del vestito più bello. Per coprire la nudità di Adamo ed Eva dopo che avevano peccato Dio fabbricò delle tuniche di pelle; a tutti i rinati nel Battesimo Dio ha donato il vestito più bello: la veste bianca. Con il sacramento della Riconciliazione si ritrova lo splendore di quella veste, simbolo dei figli di Dio e coeredi di Cristo. fratello che"era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" (Lc 15, 32). Nella stessa celebrazione vi è stata anche la consacrazione dell’altare maggiore all’interno del quale sono state deposte reliquie di martiri e santi: coloro che sono stati battezzati nella morte di Cristo. Anche la tovaglia bianca indica la candida veste di Cristo risorto e indica la rinascita del cristiano in Cristo. L’unzione con il crisma, l’incensazione, la copertura e l’illuminazione dell’altare esprimono con segni visibili alcuni aspetti di quella azione invisibile che il Signore esercita per mezzo della Chiesa, quando essa celebra i divini misteri. Infine, il presule ha compiuto un atto di affidamento alla Madonna per la Diocesi di San Miniato, per il conclave che andrà ad aprirsi, per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, per tutte le famiglie in special modo quelle in difficoltà e per tutti i fedeli presenti. La solenne concelebrazione si è conclusa con l’omaggio all’altare consacrato e alla Madonna del Santuario. Musiche e accompagnamenti diretti dal maestro Riccardo Berni. II TOSCANA OGGI LA DOMENICA 17 marzo 2013 SANTA MARIA A MONTE......... LE «DAT» E LE UNIONI CIVILI n «zona Cesarini», per dirla in gergo calcistico, nell’imminenza cioè della fine della legislatura, il consiglio comunale di Santa Maria a Monte ha votato a maggioranza due ordini del giorno su temi cari a certo pensiero «liquido»: la costituzione di un registro per le unioni civili ed di un altro per il testamento biologico. Di fronte a tanta solerzia la domanda è d’obbligo: siamo sicuri che questi “registri” costituiscano dei servizi per il cittadino ? O, piuttosto, la promozione ideologica di strumenti amministrativi che intaccano valori ritenuti “intangibili”? I quesiti sono affrontabili su un piano giuridico e su un piano etico, anche se le due prospettive si intersecano e si integrano. Sotto il profilo giuridico la portata dei registri è chiara. Come ha rilevato di recente l’avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente nazionale dell’ Unione giuristi cattolici italiani, questi registri «sono privi di efficacia giuridica, poiché manca la legge dello Stato che li istituisca». Dunque, quale valore possiamo dare alle decisioni dei comuni? «L’intervento del comune in questi ambiti – chiarisce – Cerrelli appare esorbitante rispetto alle competenze proprie dell’ente locale e si traduce in provvedimenti privi di effetti giuridici». E non può essere che così. Giacché si tratta di due aspetti di valore assoluto (la salute e la famiglia), questi non possono essere affidati alle iniziative delle amministrazioni locali. Non si può infatti richiamare la Costituzione quando fa comodo e tacerla quando conviene. La Costituzione appunto, demanda allo Stato ogni intervento legislativo sui principi fondanti. Lo ha ribadito il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 19 novembre 2010 in una circolare, che non è stata revocata, sull’argomento. Sul piano etico siamo di fronte all’intendimento di negoziare due valori irrinunciabili:la vita e la famiglia. Le sfide del nostro tempo, i tempi difficili che viviamo, l’idolatria della scienza ci chiamano come cattolici a schierarci su impegnative frontiere per confrontarci con la nostra contemporaneità. Con un impegno: rimanere fedeli alla consegna. I INCONTRO DELLA CENTESIMUS ANNUS a Fondazione Centesimus Annus Pro Lgruppo Pontifice, di diritto Vaticano, dà vita ad un territoriale a San Miniato. Paolo Giani, Dirigente della Cassa di Risparmio di San Miniato SpA in pensione, è stato nominato referente di zona, mentre S.E. Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di San Miniato, ne è stato nominato Assistente ecclesiastico. Del neo costituito gruppo fanno parte, ad oggi, sedici di persone. Tra i Soci Fondatori della Centesimus Annus vi è la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e, tra le due istituzioni, è attiva una collaborazione che va avanti nel tempo.Il neo costituito gruppo di zona, si è riunito per la prima volta alla presenza del Segretario Generale della Fondazione Centesimus Annus, Dr. Massimo Gattamelata, il 6 marzo presso i locali della Fondazione CRSM, dove S.E. Mons. Fausto Tardelli ha intrattenuto il gruppo parlando sul tema «Fede ed Economia». La Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, costituita nel 1993, festeggia quest’anno il ventesimo anniversario della nascita e San Miniato si è candidata per ospitare l’Assemblea Nazionale dei Soci. La Fondazione Centesimus Annus si propone di collaborare allo studio ed alla diffusione della dottrina sociale cristiana, come esposta in particolare nell’enciclica di Papa Giovanni Paolo II «Centesimus Annus». I fini da perseguire - promuovere fra persone qualificate per il loro impegno imprenditoriale e professionale nella società la conoscenza della dottrina sociale cristiana e l’informazione circa l’attività della Santa Sede favorire iniziative per sviluppare la presenza e l’opera della Chiesa Cattolica nei vari ambiti della Società - promuovere la raccolta di fondi per il sostegno dell’attività della sede apostolica. A norma di statuto, una sovrintendenza sostanziale dell’attività della Fondazione spetta al Cardinale Presidente dell’APSA, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, attualmente S.E. Cardinale Domenico Calcagno. NOTIZIE DALLA DIOCESI Il dott. Bungaro: «riflettere su come non sempre naturale sia sinonimo di sano Pratiche di medicina alternativa: cosa c’è dietro? La chiesa invita tutti noi a guardare con prudenza a tutte queste pratiche alternative, ma allo stesso tempo chiede di approfondire la conoscenza di questi fenomeni, soffermandosi in particolare sul perché sempre più persone siano spinte a ricorrere a pratiche poco conosciute. Entrambi i relatori infatti hanno analizzato la ragione profonda che sta dietro alla ricerca di risposte alternative, e cioè il bisogno di guarigione inetriore ed esteriore, e soprattutto immediata. DI SARA LUCCHESI conclusione di un ciclo di tre incontri organizzati dalle parrocchie di Marti e Capanne in occasione dell’Anno della Fede, giovedì 7 marzo si è svolta presso il Cinema Teatro Nuovo di Capanne una conferenza per conoscere meglio cosa ci sia dietro le pratiche di Reiki, Shiatsu, Yoga, Meditazione trascendentale, Pranoterapia, Riflessologia e Omeopatia. Sul tema, che richiede un’approfondita conoscenza, sono intervenuti il dottor Francesco Bungaro, membro dell’Associazione Terapisti Cattolici del Rinnovamento dello Spirito ed esperto di bioetica, e don Alessandro Olivieri Pennesi, laureato in teologia e filosofia, psicologo docente nei licei e presso varie università pontificie romane, introdotti da Andrea Bernardini, responsabile della pagina «Vita Nova» di Toscana Oggi. Lo scopo della serata era appunto conoscere meglio queste pratiche di medicina alternativa sempre più diffuse, intorno alle quali nell’ultimo anno sono stati spesi 50 miliardi di euro, e approfondire soprattutto ciò che sta dietro a queste pratiche e alle ragioni di chi si rivolge alla medicina alternativa.Don Olivieri Pennesi, facendo riferimento al documento di Pastorale Sanitaria emanato dalla CEI nel 2006, ha infatti sottolineato come la Chiesa inviti a guardare con prudenza a tutte queste pratiche alternative, ma sia allo stesso tempo interpellata ad approfondire la conoscenza di questo fenomeno, soffermandosi in particolare sul perché sempre più persone siano A spinte a ricorrere a pratiche poco conosciute. Entrambi i relatori infatti hanno analizzato la ragione profonda che sta dietro alla ricerca di risposte alternative, e cioè il bisogno di guarigione inetriore ed esteriore, e soprattutto immediata, di ogni uomo. «Il desiderio di guarigione ci spinge spesso a cercare sempre più risposte» – ha detto il dott. Bungaro – «ma spesso dobbiamo far attenzione che queste risposte non si rivelino un cavallo di Troia, nascondendo un pericolo dietro all’immediato miglioramento». Il dottor Bungaro ha infatti insistito sull’importanza primaria del consenso informato, cioè della conoscenza profonda e consapevole di ciò che sono le pratiche e le controindicazioni di queste pratiche, invitando a riflettere su come non sempre «naturale» sia sinonimo di «sano», e riportando dei dati del Comitato Nazionale di Bioetica, secondo il quale spesso dietro ai rimedi omeopatici si nasconde un effetto placebo, sicuramente accentuato da una maggiore vicinanza psicologica e nel tempo dei medici con i pazienti. «Tutto questo non significa certamente che la medicina classica sia perfetta, ma che richieda di fondi per una maggiore ricerca e attenzione al paziente sì». Facendo riferimento poi alle pratiche dello yoga e della meditazione trascendentale, don Olivieri Pennesi le ha definite «difficilmente compatibili con i cattolici», raccontando come, secondo il resoconto di un gruppo di esorcisti, spesso casi di malattie spirituali abbiano preso avvio con la pratica di medicina alternativa. «Perché cercare fuori ciò che nella Chiesa abbiamo in abbondanza? – ha ribadito don Alessandro riferendosi al bisogno di guarigione spirituale – per fare un preciso discernimento tra l’imposizione delle mani sacerdotale e tutte quelle pratiche, mediche e non, che ricorrono all’uso delle mani come strumento di guarigione». «Ogni cristiano è dunque invitato a pregare per la guarigione, prendere sempre più consapevolezza del mistero di Cristo e della Chiesa e formarsi sulla Parola di Dio; certamente però la Chiesa ha il dovere di approfondire la catechesi su questi temi» ha concluso il sacerdote. Temi questi che aprono importanti discussioni in ambiente medico e non, e che hanno acceso il dibattito anche a conclusione della conferenza. TOSCANA OGGI LA DOMENICA 17 marzo 2013 A Palazzo Grifoni presentato il libro «Le ragioni della speranza» Laura Baldini racconta gli anni d’oro del «Dramma Popolare» III PRIMO COMPLEANNO DELLA RSA DI ORENTANO unedì 4 Marzo è stato festeggiato il primo LRosario compleanno della RSA Madonna del di Orentano. La struttura socio- Marzio Gabbanini: «da queste iniziative deve ripartire un nuovo e forte rilancio del “teatro del cielo” e delle rappresentazioni di piazza duomo». ala stracolma, grandi applausi, per una storia di cui San Miniato è fiera. La storia del Dramma Popolare. «Una storia di passione, tenacia, capacità di pensare in grande e in prospettiva, amore per le diverse forme d’arte, ma soprattutto determinazione nel credere nei sogni: sono questi gli ingredienti che resero possibile la creazione di un Teatro dello Spirito a San Miniato per volontà di uomini di fede» scrive Laura Baldini nel libro “Il Dramma Popolare di San Miniato - Le ragioni della speranza”, presentato venerdì 8 marzo a Palazzo Grifoni, alla presenza del presidente della Fondazione Cassa di Riparmio di San Miniato Antonio Guiccirdini Salini, del vescovo monsignor Fausto Tardelli, e di un pubblico numeroso, perchè il dramma è nel cuore della comunità da 67 anni ed ha favorito il dialogo, il confronto, la solidarietà, la crescita culturale ed è stato, anche, ragione di speranza. La presentazione del volume è stata introdotta dal presidente del «Dramma» Marzio Gabbanini che ha spiegato come l’iniziativa rientri in quel progetto più ampio di valorizzazione del programma S originario dei fondatori dal quale deve ripartire un nuovo rilancio della “scena sacra” di piazza duomo. «Il nostro Teatro dei Cielo è un’eccellenza, un fiore che portiamo con orgoglio all’occhiello e questo volume è davvero prezioso perchè riassume i motivi per cui oggi siamo qui, a ricordare le origini, i protagonisti, i successi, il futuro di questa realtà — ha detto il presidente Salini — Questo volume è una pietra miliare di questa lunga storia proiettata nel futuro». «Un volume che ci voleva, che ci parla di una scelta fatta nel 1947 e incredibilmente attuale – ha detto il vescovo –. Siamo in un tempo per certi versi simile al dopoguerra: si fa necessaria ed urgente una ricostruzione non solo economica, ma anche sociale, morale e spirituale». Tardelli ha evidenziato anche il profilo «educativo» della storia del Dramma: «Questa vicenda ci mostra anche un’altra cosa: come ci si possa e ci si debba mettere in gioco con frutto, operando secondo le proprie convinzioni, la propria competenza, la propria fantasia». «La nostra bella storia lunga 67 anni – ha concluso il presule – sta qui a dirci che non si può rimanere alla finestra della storia. Nè come uomini, nè tantomeno come credenti.». Laura Baldini ha poi illustrato l’opera, i primi giorni avventurosi, le scelte dei testi, il rapporto del Dramma con Silvio D’Amico, passando per carteggi e documenti per certi versi anche inediti che il libro pubblica e commenta. Un’opera completa su un’esperienza teatrale che ha compiti di grande rilievo, «parlare ai cuori, avvicinarli a Dio, essere ponte di questo dialogo straordinario e fondamentale», ha concluso il direttore artistico don Piero Ciardella, il sacerdote chiamato a sostenere le ragioni del passato e le grandi speranze del futuro che dovranno dar voce a giovani autori che sappiano «cogliere problemi e certezze del nostro tempo». DRAMMA POPOLARE 67 anni di ricerca e spiritualità ’estate del 1944, a San Miniato, le mine tedesche avevano distrutto il Teatro Verdi, piccolo, ma sontuoso, costruito sul modello della Scala di Milano. Tre anni dopo, per merito di quattro sanminiatesi, decisi a risollevare le sorti della cittadina, devastata dal passaggio della guerra, vennero gettate le basi per un teatro che andasse incontro al popolo, proponendosi di interpretare le tensioni e le aspirazioni dell’uomo, con rappresentazioni da tenersi negli spazi deve gli uomini si incontrano: le piazze e le chiese. L’Istituto del Dramma Popolare iniziava la sua attività all’insegna di San Genesio, patrono di San Miniato e protettore di L moneta san genesiomimi; nell’agosto del 1947 venne infatti messo in scena "La Maschera e la Grazia" di Henri Gheòn, rappresentazione della vicende dell’attore pagano Genesio il quale, mentre recita, viene folgorato dalla Grazia e si converte al cattolicesimo. L’Istituto del Dramma Popolare di San Miniato, ha rappresentato un unicum nel panorama teatrale italiano ed europeo. I testi che in tutti questi anni sono stati rappresentati, appartengono ad una certa drammaturgia, definita "Teatro dello Spirito", intendendo con ciò tutti quei lavori che si pongono il problema della ricerca del senso e del significato della vita, anche in maniera conflittuale e non risolta, e che anelano ad una risposta più alta, diversa da quello che il quotidiano può offrire, in un rapporto dialettico ed entusiasmante con l’alterità, vista non come limite, a volte opprimente, dell’uomo, ma al contrario come possibilità di risposta alle domande fondamentali dell’esistenza umana. Non un teatro confessionale, ma un dramma autenticamente popolare, che, a partire dai punti di riferimento culturali e religiosi del mondo occidentale, ricerca, a volte con fatica, altre volte con immenso dolore e sofferenza, una risposta diversa, forse apparentemente più difficile, ma l’unica per cui valga la pena di spendere l’esiste. sanitaria fu, infatti, inaugurata il 4 Marzo 2012 alla presenza di S. Ecc. Rev.ma Mons. Fausto Tardelli e S. Em. Rev.ma il Card. Raymond Leo Burke. Lunedì scorso è stato, invece, festeggiato il primo anno di attività dell’opera Madonna del Rosario con la celebrazione della S. Messa presieduta dal nostro Vescovo cui hanno partecipato, oltre al parroco don Sergio Occhipinti ed al Direttore avv. Riccardo Novi, gli anziani ospiti della struttura, il personale dipendente, i volontari, le religiose Figlie di S. Anna, alcuni parrocchiani e alcuni ospiti della RSA Madonna del soccorso di Fauglia sempre gestita dalla Fondazione Madonna del soccorso Dopo la celebrazione della S. Messa è seguito un buffet offerto a tutti gli intervenuti che si è concluso con lo spengimento di una candelina sul dolce appositamente predisposto per l’occasione dal cuoco di struttura. Il Direttore avv. Riccardo Novi ringrazia: «I benefattori che hanno sostenuto la costruzione ed il funzionamento dell’opera, il personale che vi opera, le religiose ed i volontari tutti per il supporto sempre assicurato con grande generosità. Un ringraziamento anche ai nonni ed ai loro familiari che assicurano sempre tanta collaborazione e stima verso la nostra opera che porta il nome dolcissimo di Maria. Si coglie l’occasione di precisare che oltre alla RSA, la struttura di Orentano funziona anche come centro diurno per anziani, svolge inoltre il servizio di assistenza domiciliare sia AD che ADI e distribuisce generi alimentari alle persone indigenti. Inoltre, il 2 Aprile p.v. sarà avviato il primo corso ODB, organizzato dalla Agenzia Formativa della medesima Fondazione». Per ulteriori informazioni circa il funzionamento dell’opera è possibile contattare la Segreteria della RSA allo 0583/23699. FESTA PER LA COMUNITÀ BRASILIANA abato 2 febbraio, alle ore 19.30, nella Sil consueto nostra Parrocchia di Bassa si tenuto incontro mensile con la Comunità Brasiliana, gruppo di fedeli brasiliani provenienti dalle varie zone della Diocesi e fuori. Causa di grande gioia è stata la presenza del Vescovo, Mons. Fausto Tardelli, il quale ha presieduto la Celebrazione Eucaristica. La sua parola è stata di stimolo e sostegno per questo tempo di Quaresima; egli ci ha invitato a percorrere con slancio il cammino della conversione per poter celebrare la Pasqua con gioia rinnovata e ad essere fedeli servitori di Dio per vivere con pienezza il Battesimo ricevuto e non servirsi di Dio per i propri tornaconti. Dopo la celebrazione tutti insieme abbiamo condiviso un momento di agape fraterna con piatti tipici brasiliani. TOSCANA OGGI LA DOMENICA Il concilio vaticano II: una bussola per vivere il vangelo A Santa Maria a Monte si è chiuso il ciclo d’incontri organizzato da Ac, dove sono state dibattute le questioni ancora aperte del concilio ecumenico vaticano secondo DI Q «Cerco fatti di Vangelo», di Luigi Accattoli presente ed attuale. Forse anche noi cristiani cediamo ogni tanto alla tentazione di pensare che la Chiesa si riduca alle stanze della Curia romana, lontana dalla nostra esperienza quotidiana. Il Papa emerito Benedetto XVI proprio durante la sua ultima udienza pubblica ha fatto risuonare parole di speranza, ringraziando i fedeli accorsi a Roma, «dimostrazione che la Chiesa, che è di Cristo, è viva», ricordandoci quanto la Chiesa siamo noi. Luigi Accattoli, scrittore e giornalista del Corriere della Sera oggi in pensione, ha avviato negli ultimi quindici anni un’inchiesta in giro per l’Italia intitolata «Cerco fatti di Vangelo», che è poi stata raccolta in tre volumi omonimi (pubblicati uno nel 1995, uno IL SIGNIFICATO DI UN’ATTESA CARICA DI SPERANZE DI ANTONIO BARONCINI concentrata nell’osservare la figura del nuovo Papa. Ciò, però, non annullerà le nostre emozioni e le nostre riflessioni che l’attesa di questa elezioni al Magistero petrino ha suscitato nelle nostre coscienze. La curiosità, il gusto di indovinare l’esito positivo, il desiderio di conoscere e di sapere, caratterizzano, in certe circostanze, l’uomo e determinano, in esso, prerogative nel pensare e nel parlare. In questa circostanza, però, tutto questo non costituisce l’unica o la più espressiva caratteristica, ma il nostro desiderio viene arricchito e per molti soffocato, da una forte emotività e sensibilità spirituale. Senza ombra di dubbio, è vero che questa attesa ci sprona ad una singolare attenzione nell’assistere esternamente alla preparazione di Cacioli ha definito il nostro comunità. Il questo rito, osservando i cardinali, evento «il concilio dei laici». Concilio e’ espressione della universalità della La costituzione Gaudium et senz’altro una sfida Chiesa, nella loro veste di grandi Spes non separa la chiesa dal ancora aperta. elettori, guardando con fascino le mondo e perciò c’è bisogno L’ultimo incontro infrastrutture rese consone dei laici cioè di uomini e ha visto la presenza logisticamente all’evento, con il donne che in forza del loro di Mons. Pietro singolare camino sul tetto della Battesimo si santificano Gianneschi di Lucca Sistina, notando le numerose attraverso e dentro il mondo. e Enzo Cacioli, emittenti televisive, pronte ad offrire E l’indole secolare per cui si responsabile di a tutto il mondo, l’immagini e condivide tutto con tutti. Il Azione Cattolica commenti. mondo è il luogo dove regionale. Mons. Il tutto ti prende «Senza dubbio, il’uomo trova e capisce Dio e i Gianneschi ci ha e ti incuriosisce e è vero che cristiani saranno riferimento offerto la sua nello stesso questa attesa ci nel mondo se saranno testimonianza personale e la preghiera liturgica della tempo ti pone «uomini tra gli uomini». diretta degli anni conciliari e Chiesa banalmente una forte sprona ad Tutte queste riflessioni immediatamente successivi identificata solo nei domanda: assistere assumono un senso ancora quando era segretario di Mos. cambiamenti rituali, l’idea perché questo più grande alla luce di ciò che Bartoletti, segretario della CEI della Chiesa come popolo di grandioso esternamente la Chiesa sta vivendo in e poi Vescovo di Lucca. Don Dio, la comunione dei fedeli, interesse? alla questo tempo: un Pietro ha definito il Concilio il dialogo con il mondo. Il La risposta preparazione di giunge completa commentatore ha detto che la una Pentecoste anche per i Vescovo ha poi parlato della scelta coraggiosa e nostri giorni, un vangelo per chiesa locale, la Diocesi, a cui ed esatta nel questo rito sorprendente di Papa l’oggi dell’umanità. Papa il Concilio ha assegnato un ricordarci la affascinante, Benedetto XVI va letta alla luce Giovanni ebbe l’ispirata ruolo fondamentale. La grandezza del Concilio e dei suoi intuizione e fu come prendere Chiesa è naturalmente spirituale ed osservando i insegnamenti. La Chiesa non è la nave-Chiesa e metterla in universale ma vive e si umana che cardinali, una società di scopo ma mare; Paolo VI l’ha poi evidenzia in chiese locali in quell’uomo, espressione della vestito di fermento e lievito, non è il guidata tra i marosi e l’ha comunione tra loro e riunite trionfo che fa la chiesa ma il portata in porto. Il Concilio intorno al Vescovo successore bianco, universalità servizio. Il coraggio del gesto Vaticano II non è stato degli Apostoli. Esiste la Chiesa identifica e per della Chiesa» di Benedetto XVI darà più originato da questioni morali fatta di tante chiese locali; tutti la cui elezione i forza e vigore alla Chiesa: o dogmatiche, non e’ stato in comunione con il Papa, padri elettori, «L’ho fatto per amore della una risposta a errori o eresie. Vescovo di Roma. Una Chiesa principi della Chiesa, molto hanno Chiesa». Quando leggerete E’ stato un evento dello Spirito una e plurale allo stesso pregato, intensamente si sono questo articolo, forse, sarà già per ridare forza e vigore alla tempo. Non sono mancati confrontati ed a maggioranza o stato eletto un nuovo Papa, fede. Non si è concluso con interrogativi pastorali su all’unanimità, hanno votato. chiamato da Dio a servire la scomuniche ma con la ricerca alcuni temi come la Ognuno di noi, nelle nostre Chiesa e il mondo nel suo del dialogo perché se la Chiesa corresponsabilità, le sfide del riflessioni, leggendo il curriculum di ruolo di guida etica e non «anima» il mondo nostro tempo, la ogni cardinale, scegliamo il nostro spirituale. tradisce il suo scopo. Enzo testimonianza delle nostre “campione” e per lui “tifiamo”, poiché lo vediamo il più atto, preparato, fisicamente più espressivo, e caratterialmente più attraente ed incisivo, per guidare la Chiesa di Dio, in ogni parte del mondo. di Sara Lucchesi Non è così, però. Il nostro “campione” non fa parte di un “football team” ed il nostro incitamento non convince il presidente all’acquisizione, poiché in questo caso si parla della figura di Cristo sulla terra, in una dimensione nel 2011 e uno nel 2012) e che missione, da un capitolo l’incredulità del cuore. ben più alta, in cui il nostro umano continua oggi sul suo blog. intitolato «Il perdono degli Vorrei citare, di queste 498, solo desiderio viene annullato da una Accattoli si mette in viaggio per uccisori dei parenti», lungo e una piccola storia, così che “forza” misteriosa che sorprende ed l’Italia alla ricerca di ricco di storie di dolore e di pace possiate da soli conoscere le affascina. Scende in campo la nostra «testimonianze radicali e ottenuta solo grazie al perdono, altre. È la storia di Fiorella fede e testimonia il nostro credo disinteressate, direttamente ad un altro chiamato «Ero in Elmetti, contenuta nel capitolo nello Spirito Santo. Da qui nasce il ispirate alle beatitudini e carcere e mi avete visitato», dove «La reazione all’handicap». detto popolare «chi entra papa esce all’esempio di Gesù; fatti di trovano spazio storie silenziose Fiorella è una giovane poetessa cardinale», una frase semplice ma che Vangelo di cui sono stati di chi fa assistenza nelle carceri o disabile dalla nascita che dopo nella sua semplicità, attesta una protagonisti i cristiani d’Italia». di chi dietro le sbarre ha trovato aver preso il diploma si prodiga volontà divina che dirige ed Le storie raccontate nel primo la fede. È difficile dare una nell’aiuto di chi è nelle sue stesse indirizza. volume sono 224, quelle del definizione o descrivere a fondo condizioni. Accattoli ci propone La nostra legittima attesa però, secondo 139, quelle del terzo questo libro-inchiesta perché chi una delle posie della ragazza, umana e spirituale, ci fa sperare in un 135, per un totale di 498 parla davvero non è l’autore, tutte sul tema del dono della Pontefice, come sostenne don Brizio testimonianze destinate ad abile e instancabile cercatore, ma vita, intitolata «La vita che Casciola, in una lettera inviata ai aumentare; storie a volte più lo Spirito Santo che opera in danza». cardinali per il conclave del 1914, dal famose, altre meno, lunghe queste mamme che danno la vita quale uscì eletto Benedetto XV, «non spesso anche solo lo spazio di un per i loro figli o in questi malati È una bianca farfalla solo pio, ma intelligente, fermo e paragrafo; storie che cominciano che non perdono la fede sul letto La vita che danza nell’aria. prudente, libero per sé e per la Chiesa sempre con un nome, un d’ospedale. Pagina dopo pagina Imprevedibile, meravigliosa, da ogni mira terrena; unito ai Vescovi cognome e un luogo, a si rimane stupefatti eppure così misteriosa. non solo docili, ma esperti ed testimonianza del qui e dell’ora dall’abbondare dai nomi e delle Odia, ama, gioisce, soffre. operosi, cari al gregge…; che ami il evangelico. storie, ognuna delle quali si fa Tendo le mani verso di lei popolo e si volga a lui non per Ogni libro è diviso in capitoli, vero cuore pulsante (anche se vorrei coglierla tra le dita organizzarlo in partito, ma per così che ogni storia rientri in una sconosciuto al mondo) della accarezzarla e stringerla a me, comunicargli la luce, la gioia, la storia più grande: si va dai Chiesa, sveglia per le coscienze. ma non posso, libertà di Dio; che dica ai Potenti martiri della carità a quelli della Tre libri di vite contro non è solo mia. parole inflessibili di giustizia». La stanza della LETTURA na delle domande che oggi il U mondo rivolge più spesso alla Chiesa è quanto essa sia viva, V uasi certamente al momento in Q cui il settimanale andrà in stampa, la nostra attenzione sarà ROBERTA LATINI uando ha indetto l’Anno della Fede, Papa Benedetto XVI ha invitato tutti i cristiani a riscoprire il messaggio del Concilio Vaticano II, a cinquant’anni dalla sua apertura. In uno dei suoi ultimi discorsi ha ribadito l’importanza di riscoprire il "vero significato del Concilio; quello dei Padri e non quello dei media". E’ stato ciò che abbiamo cercato di fare nella nostra parrocchia alla fine di Gennaio attraverso tre incontri organizzati dall’Azione Cattolica. Don Fabio Celli, della Diocesi di Fiesole, ci ha parlato della costituzione dogmatica Dei Verbum, ma non ha tenuto una lezione; ci ha fatto gustare la bellezza della nostra fede che nasce dalla Rivelazione di Dio. Il documento conciliare ha affermato in modo mirabile che Rivelazione è ciò che Dio ha fatto, quando si è svelato a tutti noi. Dio ha preso l’iniziativa, gratuita e graduale, di entrare in dialogo con l’uomo allo scopo di stabilire con lui una relazione di comunione, di amicizia. La Rivelazione si è compiuta poi in Cristo; in Lui la Parola ha un corpo e un volto e la Chiesa vive dell’ascolto del Vangelo. Nel secondo incontro, il nostro Vescovo, Mons. Fausto Tardelli, ci ha parlato prima di tutto del suo Concilio da giovane seminarista, del cambiamento che si respirava verso una maggiore consapevolezza e interiorità della fede, di scelte vocazionali piuttosto che solo di regole e doveri. Le intuizioni più importanti del Concilio, in particolar modo della costituzione Lumen Gentium, sono state molte: il primato della Parola di Dio, 17 marzo 2013 VI TOSCANA OGGI LA DOMENICA 17 marzo 2013 APERTA AL PUBBLICO LA CHIESA DI SAN ROCCO Rassegna dei Cori: Terza serata al santuario di San Romano DI razie al sostegno dei cittadini «delGnostro possiamo tutelare, difendere e fruire patrimonio storico». Così il Sindaco Vittorio Gabbanini nel rilanciare l’atteggiamento propositivo di alcuni sanminiatesi che hanno deciso di collaborare per salvaguardare e preservare nel tempo i monumenti di San Miniato. «Con queste iniziative vogliamo riconquistare alcuni spazi della città e renderli maggiormente fruibili ma anche diffondere la conoscenza e promuovere la valorizzazione di alcuni gioielli architettonici presenti sul nostro territorio. Quella che oggi andiamo a sottolineare è una fattiva collaborazione con i cittadini che ha reso possibile il restauro della “Madonnina del buon riposo”, attraverso il “gruppo decoro” della Consulta di San Miniato e con la sponsorizzazione della ditta Benvenuti Piero, ed ora l’apertura della Chiesa di San Rocco. Queste singole azioni si pongono perfettamente in linea con i progetti di sponsorizzazione che abbiamo avviato da tempo per i beni artistici e che hanno permesso il restauro della statua di Leopoldo II e il rifacimento del tetto della Chiesa di San Rocco, questi ultimi cofinanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato". In questo caso la Signora Fiorella Sgherri, residente nel centro storico, durante la Consulta di San Miniato – svoltasi il 9 gennaio 2013 – ha manifestato la volontà di adoperarsi per la comunità e si è quindi offerta di gestire l’apertura della Chiesa di San Rocco affinché fosse visitabile. La Signora si sta già occupando di aprire l’Oratorio alle ore 9.30 e chiuderlo alle ore 18.30. Nel frattempo l’Amministrazione Comunale sta procedendo a formalizzare questa disponibilità, in modo tale – questo l’invito da parte del Sindaco – che altre persone possano proporsi e collaborare con l’Ente. La Chiesa, che si trova in Piazza Buonaparte è di proprietà del Comune di San Miniato, è tutt’oggi consacrata; il primo impianto è del 1524 e all’inizio fu dedicata, come la Piazza, al solo San Sebastiano; nel 1718 vi fu trasferita una reliquia di San Rocco e da allora assunse l’attuale nome, anche se è popolarmente conosciuta come la «Chiesa di San Rocco». Ricordiamo inoltre che, terminato il rifacimento del tetto, in questo momento proseguono i lavori di recupero conservativo; in particolare è stato installato un dispositivo biocompatibile – il Biodry – per eliminare il problema dell’umidità. ubblichiamo un annucio legale necessario al Punconseguimento della cittadinanza italiana per sacerdote della nostra diocesi. Notice: I Antony Mathew, S/o Joseph Puthenpurackal Antony as shown in last page of the passport No.K6763813 issued on 23/6/2012 from Embassy of India, Rome (Italy), the house name ’Puthanpurakal’ shown in the S.S.L.C. Book issued by the Board of Public Examinations, Government of Kerala, Thiruvanathapuram and the house name ’Puthenpurakkal’ as shown in the Birth Certificate dated 11/12/2012 issued by the Secretary and Registrar of Births and Deaths, Mulavukad Grama Panchayat represent one and the same person, namely myself. It is notified that I will be known as Antony Mathew, S/o Joseph Puthenpurackal Antony with the house name Puthenpurakal in all records relating to me. Name: Antony Mathew House Name: Puthenpurakal MAURIZIO BAGNOLI Sabato scorso, sempre a San Romano, si è conclusa la tradizionale serie di appuntamenti con il canto liturgico che ha visto la partecipazione complessiva di circa venti formazioni rappresentative delle realtà parrocchiali. La Rassegna, divenuta ormai una consuetudine, non ha però perso nel corso degli anni la sua freschezza e il suo spirito. Pur avendo subìto rispetto agli esordi un calo non trascurabile della partecipazione dei cori, si è tuttavia sempre contraddistinta per un crescendo nel conseguimento degli obiettivi prefissati, quali vocalità, coralità, accompagnamento e, non in ultimo, liturgia. Questo perché coristi, direttori, animatori e organisti, nonostante i tempi difficili di oggi, non hanno mai perso di vista il fine ultimo della loro impegno: render lode e ringraziare, con il canto e con la musica, Colui che solo può indicarci quale sia la strada da percorrere per ritrovare la gioia che oggi manca sul volto di molti. Vivere l’esperienza della gioia vuol dire cantare, come già fece il popolo ebraico con le parole del salmo 135, quel grande ringraziamento a Dio per i benefici e le grazie scaturite dalla Sua misericordia, cantare lo stesso ringraziamento che anche Cristo, nel quale si rivela tutta la misericordia del Padre, cantò nell’Ultima Cena. E proprio nella vigilia della quarta domenica di Quaresima, che evidenzia come la gioia non possa esser mai scissa dall’esperienza del perdono, si è conclusa la Rassegna. Tre i ringraziamenti doverosi da esprimere. Il primo alle famiglie, soprattutto a quelle dei fanciulli, preziosi vivai del cori, che rendono possibile la puntuale partecipazione alle prove, sia per la rassegna che per le celebrazioni nelle parrocchie. Il secondo ai giovani che da poco si sono avvicinati al canto: questa scelta coraggiosa sia per loro un canale privilegiato per poter riscoprire meglio la fede e il disegno di Dio. Il terzo a Monsignor Vescovo che ha seguito i cori in queste tre serate: grazie alla sua costante presenza tutti i gruppi hanno potuto avvertire quella paterna attenzione verso gli operatori della liturgia cantata e sentire quella spinta a offrire sempre il meglio per il Signore. Venendo nello specifico di questa terza serata otto i cori in rappresentanza dei quattro vicariati. Per il primo il Coro di Santa Maria in Valdegola, al suo debutto, con un numero considerevole di coristi; per il secondo vicariato il Coro "Cantate Domino" di Lari e Boschi e il Coro Interparrocchiale di La Rotta e Montecastello; per il vicariato terzo il Coro "San Severo" di Castelfranco di Sotto; per il quarto vicariato, risultato quello più rappresentato, il Coro della Collegiata di Fucecchio ed il Coro Giovanile con i suoi piccoli e numerosi fanciulli, il Coro di San Rocco a Larciano e in ultimo, ma non per ultime, le fresche voci del Coro di Ponte a Cappiano. Il prossimo appuntamento è quello del 13 maggio in Cattedrale a San Miniato dove tutti i cori, alle 21.15, animeranno la Solenne Liturgia Eucaristica per la festa della dedicazione. Il programma dei canti e le partiture saranno inviati dalla Commissione di Musica Sacra ai responsabili dei cori tramite posta elettronica. Nuova edizione per il Palio di San Lazzaro DI NILO MASCAGNI on Lido Freschi è stato l’ideatore e ne è l’organizzatore, coadiuvato dai suoi parrocchiani, che hanno creduto e credono nella comunità, nell’amicizia, nella gioia dell’aiuto reciproco, nel donarsi, offrendo così una propria impronta, che è stata è rimarrà patrimonio indelebile di cultura e di fede che don Lido ha profuso con tanto zelo sacerdotale. «La Chiesa parrocchiale – dice don Lido – non è il tempio, ha un tempio». La vera parrocchia non sta dunque nei locali degli edifici sacri e all’ombra del campanile, ma fuori dal tempio e al di là delle torri campanarie: la vera parrocchia, in quanto chiesa vive nel territorio, è destinata a «farsi carne» tra le strade, le piazze e le case dove gli esseri umani svolgono le loro consuete mansioni quotidiane. Il tempio è solo il segno della parrocchia che abita nel territorio; è il luogo, assembleare della comunità ecclesiale che convive con gli abitanti. In parrocchia, dal parroco, dallo stare insieme comunitariamente, credo di avere imparato e potere affermare quanto amare la vita significhi promuovere quanto la rende felice, trasparente, degna di essere vissuta, in grazia di Dio, a partire anche dalle piccole cose. E un palio non è certo una D piccola cosa, considerato quanto coinvolga le famiglie, dalla catechesi, alle veglie notturne delle tante mamme per preparare i costumi per il corteggio storico che le vede talvolta protagoniste con figlio e marito.. «Anche questo anno – scrive don Lido nel pregevole depliant divulgativo della festa – riviviamo il nostro palio che è un misto tra religione e folklore, è la nostra storia, ciascuna comunità ha la propria identità, viviamo realisticamente il nostro territorio che è ancora pieno di cose figurative e astratte….Per questo chiedo la collaborazione , non soltanto del Consiglio ma di tutti coloro che amano il paese. Perché, e l’ ho detto più di una volta, il Palio deve essere di tutti e tutti si deve collaborare». Ecco il programma della manifestazione SABATO 16 MARZO: 23° Marcia San Lazzaro ( ritrovo dei partecipanti, Piazza della Chiesa , ore 14.30). E’ questa la classica marcia di primavera, valevole per il 2° Trofeo Paci Egisto - la Coppa, Arzilli - Scali e la targa Autoscuole Agenzie Arzilli Duilio DOMENICA 17 MARZO - Santa messa (ore 11.00) con la benedizione del Palio e consegna ai capitani delle contrade : il Poggio, Il Piano, dell’opera dell’artista , prof. Mario Colonna - Sfilata Storica ( ore 15.15) con i figuranti della corte del Conte Orlandini, della Filarmonica A. Del Bravo di La Scala con le proprie majorettes. - Giochi Antichi: corsa carretti con le pine - Tiro alla fune ( due batterie) - gioco della mattonella- giochi cerchioni.