Il dramma racconta le passioni degli uomini Nel `900 della guerra e

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Il dramma racconta le passioni degli uomini
Nel ‘900 della guerra e dell’Italia calibro nove
“Passio Hominis” è il testo scelto per la scena sacra di San Miniato
In scena Lina Sastri insieme a grandi attori diretti da Calenda
San Miniato (Pisa)10 giugno 2015 - I momenti di più alta intensità del dolore
individuale e collettivo li ritroviamo nella tragedia della Seconda Guerra
Mondiale, nei giorni del terrorismo, negli anni di piombo dell’Italia calibro nove,
del sequestro Moro e delle stragi. “La Passione” ha interpretato gli accadimenti
emblematici del Novecento ed è una riflessione, a sua volta, sulla parabola dell’
esistenza, dei travagli di cui la storia è pervasa. Così quest'anno è l’opera
“Passio Hominis” a diventare Dramma Popolare sulla scena di piazza Duomo a
San Miniato (dal 16 al 22 luglio, ore 21,30), dove dal 1947 si ripete un teatro
che interroga le coscienze e chiama l'uomo ad una riflessione sui grandi punti
interrogativi che agitano l'animo. Sarà il regista Antonio Calenda a dare corpo
e voce a questo dramma attualizzandone i significati attraverso gli accadimenti
del secolo che ci siamo lasciati alle spalle per condurre la rappresentazione su
un piano quotidiano, riconoscibile nella dimensione esistenziale propria di ogni
individuo. In scena ci sarà un Cristo carico di umanità e contraddizioni, colmo
di amore verso la madre e allo stesso tempo insofferente, continuamente
dilaniato tra la concretezza del suo essere uomo e la coscienza di dover
adempiere un disegno, una missione che nessuno dei suoi intimi comprende.
Maria è una povera contadina ferma alla sua vecchia macchina da cucire Singer
e vive solo le proprie ragioni di madre. Giovanni esterna con stupito candore
un’infantile inconsapevolezza. Giuda è costretto al tradimento dal suo amore
ambizioso e violento. Pietro, pur nella sua generosità, è troppo fragile nella sua
fedeltà dichiarata, come Maddalena è troppo assorta nella sua follia amorosa.
Tutti volti di questo tempo e di questa società proiettata nel futuro e che porta
sulle pelle i segni dolorosi della passione degli uomini. Ancora una prima
nazionale, dunque, per il Teatro del Cielo di San Miniato – frutto dell’opera
della Fondazione Istituto Dramma Popolare oggi guidata da Marzio Gabbanini con un cast di prim'ordine in cui spicca il nome di Lina Sastri. Con lei:
Francesco Benedetto, Rosa Ferraiolo e Jacopo Venturiero e con Jaqueline
Bulnes, Antongiulio Calenda, Alessandro Di Murro, Stefano Galante, Marco
Grossi, Daniele Parisi, Luciano Pasini, Noemi Smorra, Stefano Vona. Musica dal
vivo con la fisarmonica di Fabio Ceccarelli e la batteria di Tiziano Tetro.
Musiche Germano Mazzocchetti, luci di Nino Napoletano. Firma scene e costumi
Bruno Bonincontri (dai bozzetti originali di Francescangelo Ciarletta e Ambra
Danon) ripresi da Domenico Franchi.
La Festa del Teatro di San Miniato ha un cartellone ricco e intenso che porta il
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teatro nelle chiese e in altri luoghi suggestivi ed importanti della città –
quest’anno il filo rosso che lega ogni evento, a diverso titolo, ruota attorno al
tema della “passione”, intesa nei suoi molteplici significati e declinata secondo
le diverse modalità in cui può essere sperimentata e vissuta - e prende il via il
29 giugno con “Passione”, spettacolo con Laura Curino, scritto da Laura Curino,
Roberto Tarasco e Gabriele Vacis. La regia è di Roberto Tarasco. Il 1 luglio, in
Duomo, il regista Maurizio Panici presenta “Un castello nel cuore. Teresa
D’Avila” di Michele Di Martino che porta alla scoperta di una delle figure
femminili più significative della storia della Chiesa. In scena Pamela Villoresi
con (voce e canto) Fabrizio Checcacci, Alessia Spinelli, Maurizio Panici. Quindi
“Quei filini blu” di e con Silvia Nati e Roberta Fornier, il 3 luglio, per riflettere
sui giorni drammatici dell’Argentina degli anni’70 che vide una delle più
sanguinarie e spietate dittature del secolo breve. Poi “Un cristiano. Don
Giovanni Fornasini a Monte Sole”, spettacolo di e con Alessandro Berti il 7
luglio. Si prosegue il 10 luglio con “Ogni volta che guardi il mare” con Federica
Carruba Toscano e la regia di Paolo Triestino. Spettacolo, in prima assoluta,
ospitato per l’occasione all’Auditorium CARISMI. Penultimo spettacolo del
festival sarà l’opera “Come gli scambi del treno. La vita di Madeleine Delbrêl”:
un’opera di e con Elisabetta Salvatori che ripercorre la vita intensa della
francese Delbrêl, mistica, poetessa e assistente sociale che respira tutte le
contraddizioni del secolo in cui vive, il 13 luglio.
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