Nuovi orientamenti nei disturbi dell’alimentazione : dall’anoressia al Binge Eating Disorder ISTITUTO DI PSICOTERAPIA FAMILIARE E RELAZIONALE (I.P.F.R.) Direttore: Prof. Pasquale Chianura Il mangiatore di fagioli di Annibale Carracci (1583-84 ) 1 I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono spesso identificati nella sola AN, che è prevalente particolarmente nella infanzia e nella pre-adolescenza, mentre verso i 16-17 anni compaiono i sintomi dell’altro importante disturbo denominato Bulimia nervosa (BN). In entrambe queste condizioni si possono mantenere comportamenti che sono definiti: restrittivi o con condotte di eliminazione nella AN, con o senza condotte di eliminazione nella BN. Tali disturbi hanno assunto negli ultimi cinque anni la dimensione di una vera e propria emergenza sanitaria e sociale: in particolare la richiesta da parte degli utenti si è progressivamente spostata verso i servizi pubblici che sono stati colti impreparati a fronteggiarla. Ricerche epidemiologiche relativamente recenti (2,3) indicherebbero che la incidenza della AN, nei paesi industrializzati e per la popolazione femminile, è intorno allo 0.4 – 1% in età fra i 13 e i 19 anni e lo 0.8% fra i 15 e i 34 anni. Per quanto riguarda la Bulimia Nervosa (BN) i dati si aggirano intorno al 2.8%, fra i 16 e i 24 anni. Vi è comunque da sottolineare che circa nell’80% dei casi l’età di esordio dei sintomi, purtroppo spesso misconosciuti, resta quella adolescenziale, cioè fra i 13 e i 18 anni 2 Con la locuzione Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) si designano oggi l’insieme delle patologie caratterizzate da un'alterazione del comportamento alimentare e da un’alterata percezione della propria immagine corporea. Venere e Cupido di Diego Velazquez (1648) 3 Nell’ultimo quindicennio si è assistito ad un significativo aumento dell’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare nei paesi occidentali ed in quelli a più elevato livello di industrializzazione. Secondo la classificazione nosografica del DSM-IV-TR i suddetti disturbi vengono distinti in: • Anoressia nervosa • Bulimia nervosa • Disturbi alimentari non altrimenti specificati (NAS). Inoltre nell’ambito di questi ultimi disturbi – i NAS – si annoverano alcuni quadri specifici, ben caratterizzati, come il Disturbo da alimentazione incontrollata (BED) e il Night Eating Disorder. Il pranzo di Diego Velàzquez (1617) 4 I disturbi del comportamento alimentare rappresentano quadri sindromici a patogenesi multifattoriale, concorrendovi fattori eredo-costituzionali ed ambientali in senso lato. Con riferimento all’anoressia nervosa, ad esempio, l’osservazione clinica sembrerebbe suggerire una sorta di “imprinting” patoplastico esercitato dagli stereotipi sociali che nell’Occidente esaltano la magrezza del corpo femminile. La malattia infatti è assai rara nei paesi in via di sviluppo. L'uva di Luciano Regoli (1999) 5 I disturbi del comportamento alimentare esordiscono più frequentemente fra la prima e la terza decade di vita, con due picchi durante l’adolescenza, 14 e 18 anni, sebbene negli ultimi anni si assista ad un aumento sempre maggiore di forme ad esordio tardivo. Prevalgono nettamente nel sesso femminile. Malinconia di Alberto Sughi (2006) 6 Un primo significativo aumento dell’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare è stato registrato verso la fine degli anni Sessanta dello scorso secolo in concomitanza con l’accresciuta disponibilità di generi alimentari nei paesi occidentali. E’ pertanto verosimile che la maggiore disponibilità di cibo possa aver facilitato l’abuso e la dipendenza. The Buffet di Jean Louis Forain (1884) 7 Per giunta l’osservazione clinica suggerisce che diversi livelli di sofferenza psichica trovano la loro espressione psicopatologica in un disturbo del comportamento alimentare. Melancholy di Edgar Degas ( 1874 ca) 8 L’anoressia nervosa viene considerata un disturbo psicopatologico con una sua dignità nosografica soltanto da alcuni decenni. Caratteristiche salienti sono: • il rifiuto di mantenere il proprio peso corporeo entro i limiti inferiori della norma per età ed altezza, • l’intensa paura di aumentare di peso, • la percezione errata del proprio corpo e della propria forma fisica. L’amenorrea costituisce un tratto preminente dell’anoressia nervosa nel sesso femminile. Nudo disteso con collana di Pablo Picasso (1968 ) 9 CARATTERISTICHE DI PERSONALITA’ PREMORBOSE La malattia si manifesta in “brave bambine” che hanno speso tutta la loro vita a compiacere i genitori; si tratta di ragazze perfezioniste, molto brave a scuola, accondiscendenti, volenterose,gentili, coscienziose, ben integrate con il contesto familiare di cui costituiscono motivo di orgoglio, capaci di assumersi compiti e responsabilità superiori alla loro età. Con il passare del tempo l’aggravarsi della malattia, le relazioni, soprattutto quelle familiari, cambiano progressivamente : divengono negativiste, oppositive, e testarde. Il digiuno diventa strumento di potere e di controllo sui genitori. Il cibo viene caricato di significati e messaggi, che esulano dalla sua funzione primaria . Non vi è consapevolezza di malattia da parte della anoressica, che anzi gioisce nel sentirsi dire che è troppo magra ed è felice di strare al centro delle attenzioni; il rifiuto di ogni cura e il clima di ostilità e tensione isola sempre più la paziente nella sua malattia. 10 DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO E PSICODINAMICO, E’ STATO SEGNALATO CHE: 1. Il rifiuto della femminilità, del proprio corpo e del ruolo adulto e quindi il desiderio di rimanere sempre piccole bambine alla ricerca di protezione; 2. Si tratterebbe di pazienti, che cercano disperatamente la propria identità e la propria autonomia, basate sul rispetto di sé attraverso un rabbioso isolamento, il rifiuto del cibo e il dominio sul senso della fame. Attraverso il sintomo viene espressa una grande sofferenza psicologica 11 Perfezionismo, bassa autostima, tendenza al controllo delle emozioni, sono tratti comuni alla maggioranza delle adolescenti agli esordi della malattia. Mentre gli stereotipi che tendono ad esaltare ed a valorizzare la magrezza del corpo femminile sembrano favorirne lo sviluppo. 12 L’esordio della malattia, caratterizzata dalla costante preoccupazione per il proprio peso corporeo e per le forme corporee, fa seguito ad eventi scatenanti come lutti, separazioni, e malattie fisiche all’inizio della pubertà. La morte del padre di Alberto Sughi (1981) 13 La costante preoccupazione per il peso corporeo e la forma fisica spinge le adolescenti ad adottare una dieta ipocalorica ferrea che porta a breve ad un forte dimagramento. The virgin di Egon Schiele (1913) 14 I fattori psicologici hanno un ruolo fondamentale nel determinismo dell’anoressia nervosa. L’esordio in età adolescenziale rimanda alle problematiche tipiche dell’età. Solitamente le anoressiche sono adolescenti con difficoltà di adattamento e bassi livelli di autostima. "Peasant Girl with a Straw Hat" di Pissarro Camille (1881 ) 15 Secondo la Bruch, il nucleo della sindrome è costituito da un’estrema fragilità dell’autostima e da sensazioni di inefficienza e di inconsistenza. Queste sensazioni, corrispondenti ad una percezione delirante della propria immagine corporea, deriverebbero dall’incapacità di riconoscere come propri gli stimoli – espressione delle diverse necessità istintuali – provenienti dal corpo, comprese le più evolute esigenze sessuali. Come conseguenza di questa sostanziale inefficienza le anoressiche tenderebbero a controllare tutte le proprie esigenze istintive, in primis la fame. Attraverso questa singolare modalità di controllo del proprio corpo e delle proprie funzioni esse tentano di guadagnare l’autonomia ed il senso della propria identità. Seated male nude with black hair di Egon Schiele (1909) 16 La Selvini Palazzoli (1963) ha evidenziato che le pazienti affette da anoressia nervosa non riescono ad acquisire un senso stabile del proprio corpo come conseguenza della loro incapacità di separarsi psicologicamente dalla madre. Il corpo allora viene percepito come posseduto da un “cattivo introietto materno” il cui predominio può essere compromesso dal digiuno. Incubo di J. Heinrich Fussli (1781) 17 La maggioranza delle elaborazione sulla psicogenesi dell’anoressia è fortemente centrata sula diade madrefiglia. Bemporad e Ratey (1985) hanno invece descritto un modello di psicogenesi basato sulla relazione padre-figlia. Il padre “tipico”, secondo la rappresentazioni dei suddetti Autori, è, all’apparenza, interessato e supportivo nei confronti della figlia, ma, in realtà, tende a disinteressarsene nei momenti di reale bisogno della figlia. Molti di questi padri cercherebbero addirittura sostegno emotivo nella figlia. Inoltre, abbastanza spesso entrambi i genitori manifestano profonda insoddisfazione per la loro relazione e tendono a ricercare sostegno e consolazione nella figlia. La crisi dei sentimenti di Alberto Sughi (1961) 18 La fase di stato è caratterizzata dal controllo del peso e delle misure del corpo ottenuto attraverso una forte restrizione dietetica, fino all’esclusione dell’introito proteico, l’attività motoria frenetica ed intensa, l’uso di anoressizzanti, lassativi e diuretici. Durante questa fase compaiono amenorrea e, nella forma tipica, gli impulsi iperfagici responsabili delle abbuffate seguite dal vomito autoindotto. Black girls di Egon Schiele (1911) 19 Il decadimento fisico e la sofferenza psichica di questa fase condizionano un progressivo scadimento delle prestazioni lavorative e compromettono la vita affettiva e sociale. Frequenti sono le alterazioni del tono dell’umore, i sintomi ossessivo-compulsivi, i rituali riguardanti il cibo, lo scarso controllo degli impulsi e le condotte autolesive. Female nude with black hair and blue cloth over the hip di Egon Schiele (1912) 20 La prognosi è generalmente infausta in assenza di adeguati trattamenti. In alcuni casi, la malattia tende ad una remissione stabile; in altri si slatentizzano disturbi psichiatrici diversi. A volte si assiste a recrudescenze, dopo un lungo periodo di remissione, a seguito di eventi di vita particolarmente stressanti. Le forme di anoressia con durata di malattia superiore a 15 anni vengono definite croniche e condizionano generalmente una notevole disabilità che comporta un progressivo ritiro ed isolamento sociale. In questi casi è costante il riscontro di una condizione di sottopeso e di condotte di eliminazione. Secondo un recente studio il tasso di mortalità per anoressia nervosa è pari al 5%. Sempre secondo questo stesso studio il 46% dei pazienti guarisce, il 29% mostra segni di miglioramento e il 20% tende alla cronicizzazione. Crouching female nude with hand at the cheek di Egon Schiele 21 (1917) Nella fase florida le pazienti presentano un aspetto emaciato ma dissimulato dall’abbigliamento e dal comportamento. L’introito alimentare viene progressivamente ridotto oppure, a fronte di un’alimentazione nutritiva, aumentano fortemente il dispendio energetico attraverso un’attività motoria frenetica ed eccessiva. Il cibo viene consumato di nascosto, sminuzzato, leccato, ruminato e i pasti sono preceduti ed accompagnati da rituali. Diete, conteggi delle calorie introdotte con gli alimenti, pesate e misurazioni del peso corporeo caratterizzano le fasi iniziali della malattia od anche la fase di stato nelle pazienti con personalità ossessiva. Negli altri casi queste condotte vengono sostituite da altre modalità di controllo del peso corporeo, come l’uso di lassativi e di diuretici. Le abbuffate generano una sensazione di ripienezza intollerabile, ma il vomito diventa in alcune forme una condotta di eliminazione del cibo che consente di controllare il peso. Moa the dancer di Egon Schiele (1911) 22 Il trattamento dell’anoressia nervosa e più in generale dei disturbi del comportamento alimentare esige un approccio di tipo multidisciplinare integrato (internista, nutrizionista, dietista, psichiatra, psicologo). La valutazione iniziale consente di stabilire la modalità di presa in carico più idonea. L’ospedalizzazione viene riservata ai casi in cui esiste una severa compromissione delle condizioni cliniche generali, importanti alterazioni ematochimiche e una condizione di notevole sottopeso (BMI< 17). 23 Gli psicofarmaci vengono abitualmente impiegati nella cura dell’anoressia nervosa fondamentalmente per il trattamento dei sintomi addizionali. Negli ultimi quindici anni, vari studi open label hanno evidenziato risultati discreti con l’impiego degli SSRI. Citalopram e paroxetina hanno dimostrato una certa efficacia anche in assenza di comorbilità depressiva. In particolare, il trattamento con fluoxetina, protratto per almeno due anni, si è dimostrato efficace per il mantenimento del peso e per la prevenzione delle ricadute. Gli antipsicotici, sia di prima che di nuova generazione, invece non sembrano in alcun modo in grado di correggere le turbe del pensiero riguardo al corpo; il risperidone e l’olanzapina, in particolare, però riducono significativamente l’angoscia, l’agitazione psicomotoria e l’impulsività. I neurolettici, inoltre, migliorano la compliance. Il farmacista di Pietro Antonio Longhi 24 (1752 ) La psicoterapia individuale ha un’indicazione assoluta in tutte le forme di anoressia nervosa e rappresenta un’integrazione terapeutica al trattamento multidisciplinare. I pazienti anoressici tuttavia mostrano grande ambivalenza o netto rifiuto nei confronti di qualunque trattamento psicoterapico. Talvolta, invece, manifestano un’adesione formale al trattamento ma oppongono atteggiamenti di manipolazione e di controllo. Porträt von Wally di Egon Schiele (1912) 25 L’obiettivo della psicoterapia è quello di sostenere l’anoressica nella ricerca della propria autonomia ed identità, facilitandole la consapevolezza delle proprie pulsioni, dei sentimenti e dei bisogni personali inespressi. Seated woman in underwear di Egon Schiele (1917) 26 Migliori risultati si osservano quando l’approccio terapeutico comprende una combinazione di psicoterapia familiare e psicoterapia psicodinamica individuale, rispetto al semplice controllo del peso corporeo attraverso misure educative (Dare, 1995; Hall, Crisp, 1983). Warning di George Grosz (1927 ) 27 La bulimia nervosa (:“fame da bue”) è caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate di cibo seguiti da condotte compensatorie inappropriate per impedire l’aumento di peso. E’ stata descritta per la prima volta nel 1979 da Russel in un lavoro dal titolo “Bulimia nervosa: un’inquietante variante dell’anoressia nervosa”. A lungo considerata una variante dell’obesità o un sottotipo dell’anoressia nervosa, dal 1980 ha acquisito un’autonomia nosografica. Ragazza con fiori di Fernando Botero 28 L’aumento della frequenza della bulimia nervosa è simile a quella dei restanti disturbi del comportamento alimentare. Si stima che una percentuale compresa fra l’1 ed il 3% delle giovani donne sia affetta da bulimia nervosa. La malattia esordisce in due caratteristiche fasce d’età: intorno al 18° e dopo il 25°anno di età. Si riscontra prevalentemente nel sesso femminile. Gli studi di prevalenza in Italia indicano una distribuzione diversificata per aree regionali: Nord 0,5-1%, Centro 1 – 1,5%, Sud 1,7%. La durata media della malattia al momento della prima richiesta di cure è in media di circa 5 anni. Kneeling female nude di Egon Schiele (1914) 29 Le pazienti bulimiche, come quelle anoressiche, presentano difficoltà di adattamento e bassa autostima. Non di rado sono state vittime di abusi fisici e sessuali. I vissuti delle pazienti bulimiche esprimono rifiuto e disprezzo per se stesse ed un insostenibile senso di inferiorità verso le coetanee. Intrattengono con le madri un rapporto competitivo con forti accenti di conflittualità ed aspetti di dipendenza regressiva. Molte pazienti bulimiche manifestano difficoltà di svincolo e di affermazione della propria autonomia e sembrano vivere il proprio corpo come un oggetto transizionale. La difficoltà a separarsi dalla figura materna è rivelata dalla forte ambivalenza verso il cibo: l’abbuffata potrebbe esprimere il desiderio di fusione con la figura materna; il vomito, al contrario, il desiderio di separarsi. Mujer Sentada di Fernando Botero30 Le pazienti bulimiche sono solitamente giovani donne in condizioni di normopeso o di sovrappeso preoccupate per il loro disturbato comportamento nei confronti del cibo che vivono in maniera egodistonica soprattutto per l’incapacità di controllo. La quantità di cibo ingerita nel corso di un’abbuffata è sempre elevata (dalle 5.000 alle 20.000 Kcalorie). Prediletti sono i cibi ipercalorici ricchi di grassi e carboidrati. L’ingestione è vorace, caotica, compulsiva e solitamente solitaria. Il bagno di Fernando Botero 31 Nella forma più tipica le abbuffate hanno una cadenza settimanale, nei casi gravi, quotidiana. In alcuni casi, si ripetono addirittura più volte nel corso della giornata. Le crisi iperfagiche sono sempre precedute da uno stato di eccitamento ed accompagnate da una sensazione di totale perdita del controllo e forte restringimento della coscienza. All’abbuffata fa seguito un momentaneo sollievo che rapidamente si tramuta in prostrazione e sconforto. Costanti sono il senso di fallimento, la rabbia e l’intensa preoccupazione per l’aumento di peso. Tra le condotte compensatorie prevalgono il vomito spontaneo da sovradistensione gastrica, più spesso indotto. Altre condotte compensatorie sono le restrizioni dietetiche, i digiuni, l’uso di anoressizzanti e più raramente di lassativi. Nudo di Fernando Botero 32 Nelle forme ad esordio adolescenziale, il disturbo si manifesta a seguito ad eventi stressanti che minacciano l’autostima come insuccessi scolastici, crisi sentimentali, difficoltà interpersonali e ripetuti commenti sprezzanti da parte di coetanei o adulti riguardo il proprio aspetto fisico. Nelle epoche successive il disturbo compare caratteristicamente dopo esperienze di perdita, lutti, sradicamenti, separazioni. Naufragio di Alberto Sughi (2006) 33 Queste persone si presentano, in genere, ansiose spesso irascibili ed aggressive. Abitualmente evitano incontri o situazioni conviviali, a causa della consapevolezza delle loro patologiche condotte alimentari. A volte, per alleviare la tensione, agiscono comportamenti autolesivi o fanno uso di stupefacenti. Con l’aggravarsi del disturbo tendono ad isolarsi. Costanti sono il senso di vergogna per il proprio aspetto fisico ed il senso di colpa per l’incapacità di controllare le loro condotte. Giorni tristi di Alberto Sughi (2006) 34 Il trattamento farmacologico della bulimia nervosa è prevalentemente basato sull’impiego degli antidepressivi serotoninergici che curano lo stato depressivo, frequentemente associato, e controllano l’impulso iperfagico. In particolare, viene impiegata la Fluoxetina a dosaggio superiori a quelli usati per la cura della depressione (60-80 mg/die). Anche la Reboxetina, un inibitore selettivo del reuptake della Noradrenalina, usata più recentemente ha dato buoni risultati. Gli ansiolitici e gli stabilizzatori del tono dell’umore sono efficaci per il controllo degli impulsi. La cura di una malata Tacuina sanitatis (XIV century) 35 Gli interventi psicoterapeutici vengono distinti in • interventi mirati alla risoluzione del comportamento bulimico di tipo cognitivo-comportamentale; • interventi mirati alla modificazione della struttura psichica che comprendono approcci psicoterapeutici di tipo psicodinamico, individuale, familiare e di gruppo. Si stima che circa un terzo delle pazienti bulimiche, rappresenta un sottotipo relativamente sano che può avvantaggiarsi di un trattamento psicoterapico breve cognitivo-comportamentale. Le pazienti che di norma non rispondono al trattamento presentano spesso importanti comorbilità psichiatriche come disturbi di personalità. 36 IN CONCLUSIONE IL COMPORTAMENTO ANORESSICO O BULIMICO … della ragazza è spesso la spia di un sistema che non funziona, è il livello più alto di un allarme e di una richiesta di aiuto che è per sé e per tutta la famiglia. Il sintomo è anche la difesa più forte e decisa che la famiglia mette in campo contro un cambiamento che sente angoscioso ed impossibile. La ragazza anoressica in definitiva assume il ruolo della sentinella, controlla e mantiene l’equilibrio della famiglia e sviluppa nel tempo la funzione di soggetto di competenza, nel senso che diventa il punto di sintesi dell’insieme dei problemi ma anche il punto più alto di consapevolezza e difficoltà e resistenze che la famiglia porta. 37 PRIME INTUIZIONI Si deve a Charles Lasègue (1800) l’osservazione relazionale di maggior rilievo. Da questa osservazione derivano conclusioni strutturali che ancora oggi rappresentano l’ipotesi di base più soddisfacente per spiegare la disfunzionalità familiare ed i modelli di relazione prevalenti nei Disturbi dell’Alimentazione . Lasègue, infatti, aveva colto una peculiarità nel comportamento dei genitori della anoressica,che gli consentì di affermare che questi “agiscono sempre come se conoscessero soltanto due possibili atteggiamenti” nei confronti della figlia: quello basato sulle suppliche e quello basato sulle minacce. 38 Secondo l’ipotesi che abbiamo mutuato dalle osservazioni di Lasègue i Disturbi della alimentazione si fondano su una peculiare negazione della complessità attraverso la posizione dell’aut/aut. Abbiamo in precedenza definito questa posizione di aut/aut una sorta di “disturbo fondamentale” che accompagna le sindromi alimentari psicogene, sottolineando che : “La tendenza a non tener conto della complessità della malattia è anche caratteristica del sistema in cui si sviluppa questo tipo di sindrome…” 39 La stessa nosografia delle patologie alimentari rispetta questa tendenza all’estremizzazione che costituisce il nucleo fondamentale del disturbo: alla anoressia si contrappone la bulimia, ed entrambe possono sconfinare in comportamenti ancora più estremi, come la Anoressia Restrittiva da un lato e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder)dall’altro. La continua oscillazione tra posizioni estreme non s limita ai soli sintomi della patologia alimentare , ma riguarda anche l’organizzazione di personalità e i modelli di relazione dell’intero sistema familiare. 40 La tendenza alla posizione dell’aut/aut è così pervasiva da non risparmiare praticamente nessuna delle possibili aree di comportamento e da riguardare direttamente o indirettamente tutti i componenti del sistema familiare. Sul piano delle relazioni interpersonali, l’incapacità a considerare posizioni intermedie influisce fortemente sulla possibilità di sviluppare relazioni equilibrate e costruttive . Infatti, poiché la tendenza all’aut/aut produce la perdita della capacità negoziale, non saranno possibili relazioni capaci di consentire ad entrambi i componenti di trarre vantaggio dalla reciproca interazione. 41 42 Se l’Anoressia Nervosa di Tipo Restrittivo si presenta come il confine caratterizzato dal disperato ma tenace tentativo di controllare nella forma più completa la propria alimentazione riducendola al minimo, il Binge Eating Disorder si dimostra, a ridosso del confine opposto, la perdita più completa di questo controllo, il fallimento di ogni possibile forma di restrizione fino alla più completa rassegnazione. Ancora una volta, una doppia polarità, due sindromi che si contrappongono in forma autentica di aut/aut , e che sembrano apparentemente inconciliabili. 43 Tendenzialmente il passaggio da una sindrome all’altra tende ad avere un andamento più frequente a partire dalle forme più restrittive verso quelle più incontrollate. Il decorso dei Disturbi dell’Alimentazione tende a procedere dalla sinistra alla destra dello schema, molto più spesso che in senso contrario. Il passare del tempo favorisce un passaggio da una condizione di controllo esasperato ad una condizione di perdita assoluta di controllo nei confronti del peso e dell’alimentazione. Infatti, il Binge Eating Disorder viene diagnosticato più frequentemente tra gli adulti nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni : nella grande maggioranza di questi casi si riscontra nell’anamnesi la precedenza presenza di altri disturbi dello spettro alimentare, in media attorno ai 20 -21 anni. 44 Comorbilità psichiatrica nei DCA DISTURBI D’ANSIA DOC OPPOSIVITA’ DISTURBI DELL’UMORE ANORESSIA DIST.EVITANTE BULIMIA PENSIERO PREVALENTE USO DI SOSTANZE BORDERLINE ANTISOCIALE AGGRESSIVITA’ Diagnosi (1) Medico di Base - Dietologo Nutrizionista Conoscenze necessarie per porre diagnosi DCA Diagnosi differenziale con patologie organiche Riconoscimento delle possibili complicanze mediche Trattamento adeguato delle complicanze mediche Monitoraggio delle condizioni clinico-nutrizionali Psichiatra Internista 46 Diagnosi (2) Tra gli obbiettivi primari della osservazione vi è quello di definire la diagnosi del disturbo e della personalità onde poter meglio indirizzare il successivo trattamento che, naturalmente, è incentrato sulla psicoterapia. Accanto a questa vanno considerati gli interventi nutrizionali veri e propri sostenuti, talora, da accessi per via parentale e da interventi farmacologici 47 PERCORSO ASSISTENZIALE Il percorso assistenziale è caratterizzato da un intervento di tipo organico e psicologico integrati, anche in condizioni fisiche estremamente debilitate, dove è riconosciuta la difficoltà di un efficace approccio psicologico. Quest’ultimo rimane l’elemento cruciale della terapia, ma va affrontato, motivato e indirizzato persona per persona, potendosi individuare situazioni e bisogni diversi da caso a caso, variando la necessità da indicazioni di tipo individuale e/o familiare, di gruppo o di impostazione analitica. Dal punto di vista nutrizionale l’intervento della Dietista è mirato alla ripresa di una dieta, intesa in senso lato, che abbia delle caratteristiche di equilibrio energetico, ma spesso anche a molto basso contenuto calorico. 48 Inoltre, vengono proposte alcune “attività terapeutiche collaterali” al programma medico- psicologico di base: • gruppi di sostegno psicologico per i genitori, improntati al modello psico-educazionale; • gruppi di attività psico-corporee, per intervenire sui fenomeni dispercettivi relativi all’immagine corporea; • Tecniche di rilassamento e massaggio, per consentire la formazione di un linguaggio corporeo che può essere riconosciuto e rielaborato parallelamente ad un lavoro psicoterapeutico; • gruppi di aiuto e mutuo aiuto • Laboratorio di metodologie teatrali, incentrato sulla gestione e sul riconoscimento delle emozioni, sui processi comunicativi e sul role-play. 49