Ansia e attacchi di panico - a cura della Dott.ssa

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Ansia e attacchi di panico - a cura della Dott.ssa Roberta
Grassotti
Quando parliamo di ansia ciò su cui va posto l’accento è il fatto che l’ansia non è solo un limite o un disturbo, ma
riconosciuta e analizzata può diventare uno strumento di analisi di se stessi ed essere utilizzata come una risorsa.
L’ansia è una condizione fisiologica, utile in molti momenti della vita . Può essere uno strumento o un limite a
seconda dell' uso che ne facciamo o del modo in cui la viviamo.
L'ansia è una risposta sostanzialmente fisiologica ad una sollecitazione interna o esterna che il cervello riceve. È
un'emozione che, in quanto tale, è costituita da un aspetto psicologico (il vissuto soggettivo) e un aspetto
fisiologico: questi due aspetti sono strettamente legati tra loro (sono interdipendenti) ed entrambi concorrono
alla genesi di quell'insieme di sintomi e segni che noi chiamiamo"ansia".
La percezione che normalmente si ha dell'ansia è, nel linguaggio comune, di qualcosa di fastidioso, che procura
disagio o addirittura sofferenza nell'individuo.
La differenza fondamentale tra la normalità e la malattia dell'ansia consiste quindi nella percezione di disagio che
proviamo quando siamo di fronte alla tensione, alla preoccupazione, al malessere che sentiamo in assenza di
stimoli esterni o interni.
Quando l'ansia diventa eccessiva, e irrazionale timore delle situazioni quotidiane, diventa un disturbo debilitante.
Di conseguenza quando l'attivazione del sistema ansiogeno è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto
alle situazioni, siamo di fronte ad un disturbo d'ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e
renderla incapace di affrontare anche le situazioni più semplici e comuni. Esso causa uno stress significativo e
danneggia il funzionamento lavorativo, sociale e relazionale dell’individuo.
L’ansia è inoltre pervasiva, nel senso che la persona che ne è affetta si concentra costantemente su certe attività o
eventi come bersagli dell’ansia (ad esempio sul proprio futuro, situazione finanziaria, preoccupazione che succeda
qualcosa ai propri familiari etc.).
Una delle più frequenti conseguenze di questa situazione complessiva è la graduale elaborazione di strategie di
‘evitamento’, ovvero la sensazione di dover escludere dalla propria vita situazioni, circostanze, luoghi, dai quali
sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto immediato.
L’evitamento, quando si consolida, porta facilmente alla cosiddetta Agorafobia allargata, ovvero riferita non solo a
luoghi, ma anche a specifiche situazioni (guidare l’auto in galleria, fare la fila al supermercato o alla posta, ecc.). E’ importante imparare a contenere quest’ansia senza doverla scaricare all’esterno, ma soprattutto capire qual’é
la natura della paura sottostante che genera il sintomo.
Un attacco di panico è costituito da un episodio acuto d’ansia, che si manifesta tipicamente con un inizio
improvviso e solitamente della durata inferiore ai trenta minuti. I sintomi includono tremore, respirazione
superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia,
sensazione di soffocamento o asfissia.
La manifestazione è significativamente diversa da quanto avviene negli altri tipi di disturbi di ansia, in quanto gli
attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti. Un episodio può essere
descritto come un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.
L’obiettivo di un percorso psicologico risulta essere quello di disinnescare le strategie di evitamento consolidate
dal soggetto al fine di ripristinare una buona qualità della vita cercando quindi delle strategie funzionali al fine di
poter gestire e contenere l’ansia per poterla trasformare in un utile strumento di noi stessi.
Dott.ssa Roberta Grassotti
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