STAGIONE D’OPERA 2011-2012
FIDELIO
Inizia la Stagione d’Opera
Una nuova produzione firmata da Martone e diretta da Noseda
Teatro Regio, venerdì 9 dicembre 2011 ore 20
Con la nuova produzione di Fidelio di Ludwig van Beethoven, in scena da venerdì 9 dicembre
alle ore 20, inizia la Stagione d’Opera del Teatro Regio.
Dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio Gianandrea Noseda, che prosegue idealmente il
viaggio nell’universo compositivo di Beethoven iniziato con il clamoroso successo delle nove Sinfonie
eseguite tra settembre e ottobre. Il nuovo allestimento è firmato dal regista Mario Martone, autore di
film come Morte di un matematico napoletano, L’amore molesto e del recentissimo Noi credevamo, che debutta
al Teatro Regio con Fidelio. Le scene dello spettacolo, realizzato in coproduzione con l’Opéra Royal de
Wallonie di Liegi, sono di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Nicolas Bovey.
Lealtà, coraggio, onore, speranza. Un dramma personale – la prigionia ingiusta che
miracolosamente nel finale trova soluzione – che si trasforma in appassionata esaltazione della libertà
contro tutte le “catene” imposte all’umanità. L’arte si addentra, come mai prima di Beethoven, nel cuore
delle passioni, degli entusiasmi, degli ideali del suo tempo e partecipa direttamente – come sottolinea
Massimo Mila – al moto delle idee, al travaglio spirituale, allo stesso divenire politico di un’età. Il Regio
non a caso sceglie Fidelio, con il suo inno alla libertà, per chiudere idealmente le celebrazioni del 150°
anniversario dell’Unità d’Italia.
Andato in scena per la prima volta con il titolo di Fidelio o l’amor coniugale nel 1805 al Theater and
der Wien con libretto di Joseph Ferdinand Sonnleithner, non ebbe il successo sperato tanto che
Beethoven tornò sulla partitura, la ridusse a due atti e la ripresentò quattro mesi dopo nello stesso teatro
con il titolo Leonore o il trionfo dell’amor coniugale ma, causa dissensi con il direttore del teatro, la ritirò
quasi subito dalla scena. È nel maggio 1814 che l’opera, l’unica scritta da Beethoven, prende le sue
sembianze definitive (con un libretto rivisto da Georg Friedrich Treitschke) riscuotendo un successo
grandioso. «Il fallimento iniziale – sottolinea Noseda – lo obbligò a rivedere profondamente tutto il
materiale, regalandoci un capolavoro equilibrato ed efficace qual è la versione del 1814», ed è su questa
che Martone e Noseda hanno lavorato. Spiega il regista: «Fidelio è, sotto il profilo teatrale, un prodotto
sfuggente. L’idea originale quasi si perde nel labirinto delle diverse edizioni, costringendo a meditare su
cosa si debba conservare e cosa, invece, si possa effettivamente trascurare […], un’opera che resta un
work in progress aperto a varie interpretazioni». Aggiunge il Maestro Noseda: «Martone rende in modo
magistrale la caratteristica principale dell’opera: la compresenza di due livelli di esistenza ben distinti
che però si spiegano e si rafforzano l’un con l’altro. Da un lato la vita quotidiana, piccolo borghese, di
Marzelline, Jaquino, Rocco; dall’altro la vita eroica, di Florestan, Leonore e Pizarro […]. In fondo nel
Fidelio l’eroismo nasce dal rapporto coniugale, da una dimensione domestica. È come se si dicesse che
per cambiare la storia bisogna vivere la vita normale».
«Con Noseda abbiamo lavorato sui livelli di profondità dell’azione – racconta Martone – ho optato
per una scena fissa che rimanda alle segrete di Pizarro. I cantanti agiscono in prossimità del pubblico, in
modo da creare piani contemporanei di azione. Il flusso teatrale nasce dal gioco di intrecci tra l’esterno e
l’interno del carcere dove si muovono i cantanti e il Coro, personaggio tra i personaggi». Come nel
primo atto, quando i carcerati, uscendo nel cortile e vedendo finalmente la luce, intonano il commovente
O welche Lust.
Fidelio, nato dalla fascinazione di Beethoven per la Léonore di Jean-Nicolas Bouilly in cui si narrava
la storia, realmente accaduta, di una donna che a Tours, al tempo del Terrore, salvò il marito prigioniero,
è un classico esempio di opéra a sauvetage dove gli eroi positivi e i simboli delle forze del bene trionfano,
dopo ingiuste persecuzioni e romanzesche peripezie, salvandosi da una situazione di grave pericolo,
grazie a un provvidenziale colpo di scena, che non è semplice effetto scenico ma affermazione positiva
della fiducia nei valori della giustizia e della ragione. Tali valori sono impersonati da Leonore, che si
traveste da uomo celandosi sotto il nome di Fidelio per cercare il marito Florestan, ingiustamente
incarcerato dal terribile governatore don Pizarro. L’azione ha luogo in una prigione presso Siviglia,
verso la fine del XVIII secolo. La donna riesce a farsi assumere come aiutante del carceriere Rocco. A
causa dell’imminente ispezione alle carceri del ministro di Spagna don Fernando, il governatore decide
di uccidere Florestan, prigioniero nelle segrete. Rocco, che dovrebbe ucciderlo, si rifiuta, ma acconsente a
scavargli la fossa e, convinto da Fidelio/Leonore, lascia che i prigionieri abbiano un’ora d’aria in cortile.
Don Pizarro però li fa rinchiudere nuovamente. Intanto Fidelio/Leonore, aiutando Rocco a scavare,
riconosce nel misterioso incarcerato, il marito Florestan, proprio mentre don Pizarro lo sta per
pugnalare. Fidelio si lancia tra i due e si svela, minacciando con una pistola il perfido Pizarro, che però
riesce a fuggire. Nella piazza del castello, don Fernando annuncia l’imminente liberazione di tutti i
prigionieri, tra i quali riconosce anche Florestan, l’amico che pensava morto. Don Pizarro viene
condannato e incarcerato, Leonore libera il suo amato dalle catene e tutti inneggiano a lei e alla forza
dell’amore.
Nel ruolo principale il soprano Ricarda Merbeth, già Leonore quest’anno a Vienna e Zurigo; nelle
vesti di Florestan, il tenore Ian Storey, che torna al Regio dopo essere stato uno dei protagonisti di Boris
Godunov; Lucio Gallo – tra i pochi baritoni italiani ad aver approfondito il repertorio tedesco – è il
malvagio don Pizarro; il basso Franz Hawlata è l’ambiguo capocarceriere Rocco, mentre nel ruolo di sua
figlia Marzelline canta il soprano israeliano Talia Or. Completano il cast: il tenore Alexander
Kaimbacher (Jaquino); il basso Robert Holzer (don Fernando) e il tenore Matthew Pena (un prigioniero).
Maestro del Coro è Claudio Fenoglio.
Nel corso delle otto recite, dal 9 al 18 dicembre, nei ruoli dei protagonisti si alterneranno: Miranda
Keys (Leonore/Fidelio), Kor-Jan Dusseljee (Florestan), Thomas Gazheli (don Pizarro), Steven Humes
(Rocco) e Barbara Bargnesi (Marzelline).
In occasione della “prima” di venerdì 9 dicembre, durante l’intervallo il pubblico del Teatro Regio
potrà gustare un calice di vino offerto dalle Cantine Manfredi e assaporare una scelta di panettone e
pandoro della nota casa milanese Tre Marie.
Fidelio sarà trasmesso in diretta radiofonica da Rai-Radio3 il 9 dicembre alle ore 20 e la trasmissione
di Rai Tre Prima della Prima dedicherà una puntata alla nuova produzione, che andrà in onda martedì 17
gennaio alle ore 01.35 e domenica 22 gennaio alle ore 12.55. L’opera sarà presentata al pubblico da
Giorgio Pestelli nell’Incontro che si terrà al Piccolo Regio Puccini mercoledì 30 novembre alle ore 17.30.
Posti in vendita dal 12 novembre alla biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 - Tel.
011.8815.241/242. Informazioni: Tel. 011.8815.557 - www.teatroregio.torino.it.
Grazie a un nuovo accordo tra il Teatro Regio e l’Istituto Professionale Statale “Albe Steiner” di
Torino, con Fidelio prende avvio una collaborazione dal duplice scopo: formativo e documentaristico. I
ragazzi riprenderanno in video tutte le opere in cartellone e realizzeranno, grazie al coinvolgimento
attivo degli insegnanti, un prodotto multimediale finale che racchiuderà il meglio della Stagione
d’Opera, oltre ad acquisire una documentazione completa delle produzioni. Un ulteriore impegno del
Regio nel mondo della scuola, come già dimostrano le attività rivolte ai bambini e ai ragazzi, e un
segnale di grande disponibilità e dinamicità di un Istituto che propone ai propri allievi attività
extrascolastiche estremamente utili per una possibile futura professione.
Torino, 4 novembre 2011
UFFICIO STAMPA
Teatro Regio, Direzione Comunicazione e Pubbliche Relazioni
Paola Giunti (Direttore), Sara Zago (Relazioni con la Stampa)
Telefono: +39 011 8815233 – 8815239
E-mail: [email protected][email protected][email protected]
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