FORME DELLA DRAMMATURGIA La specificità della comunicazione drammatica Francesco D‟Onofrio Quando nasce? Dove? Dove vengono allestiti gli spettacoli? Qual è la funzione del teatro? Quale funzione hanno gli attori? Quali sono i generi principali? Chi sono gli autori più importanti? Breve storia del teatro VI-IV sec. a.C. L‟edificio teatrale è un anfiteatro a gradinate Il t. e gli attori hanno un‟importante funzione, collegata al mito Generi: tragedia e commedia Autori: Eschilo, Sofocle, Euripide; Menandro GRECIA II sec. a.C. – I d.C. Anfiteatro di forma ellittica Il t. perde la sua funzione religiosa, diventa puro spettacolo Prevale la commedia Autori: Plauto e Terenzio ROMA Non esiste più un edificio teatrale Il t. si sposta nella piazza È legato alla religione cristiana Generi: sacre rappresentazioni e laudi drammatiche Attori non professionisti Medioevo ITALIA Si riscopre il mondo classico e si recuperano i generi tradizionali Nascita della commedia dell‟arte basata su canovacci INGHILTERRA Teatro elisabettiano, domina la figura di William Shakespeare (15641616) Rinascimento e 1500 Si fa teatro nelle corti principesche Gli attori sono i cortigiani, cioè dei non professionisti Si riscoprono i generi tradizionali Gli autori sono Ludovico Ariosto e Niccolò Machiavelli Compaiono teatri sul modello classico, ma al chiuso Italia Gli attori sono professionisti Si basa su canovacci I personaggi sono tipi fissi, maschere Non vi sono autori, il testo nasce direttamente dall‟attore (capacità di improvvisazione) Commedia dell’arte Il palcoscenico è sempre più lontano dal pubblico ed è inquadrato dietro un arco scenico Il t. si cristalizza nelle imitazioni del t. classico o nelle improvvisazioni della commedia dell‟arte In Italia nasce il melodramma (Pietro Metastasio) Seicento Seicento in Europa Si afferma il mestiere dell‟attore In Francia e in Inghilterra (teatro elisabettiano), c‟è una rigogliosa attività teatrale (è il secolo del teatro) Grandi autori francesi: Corneille, Racine, Molière Italia ed Europa Il rapporto frontale è diventato istituzione Si afferma la classe borghese: declino della tragedia e sviluppo della commedia come satira sociale Autore principale: Carlo Goldoni (17071793) Settecento L‟edificio teatrale è situato al centro della città e strutturato in modo rigido (luogo per lo spettacolo e luogo per il pubblico, diviso per classi sociali) Con l‟illuminazione a gas (seconda metà del secolo) aumentano le possibilità espressive della luce Ottocento Si afferma il melodramma, autori: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi Nasce il fenomeno del divismo: l‟attore si specializza in ruoli Si afferma il Realismo: la storia deve essere oggettiva, la scenografia copia perfetta del reale, i personaggi a tutto tondo ,nasce il dramma borghese Ottocento La luce è considerata uno dei linguaggi teatrali più suggestivi Nasce la figura del regista: “colui che capisce un testo, ne estrae la sostanza teatrale, la traduce in quella materiale sulla scena, coordinando attori, scene, costumi, luci, musiche, macchine” Teatro del Novecento Teatro futurista Teatro pirandelliano Teatro dell‟assurdo Il teatro deve ricreare sulla scena non la realtà, ma un‟altra realtà, quella dell‟arte. Si inventano nuovi codici comunicativi e lo spettatore è soggetto attivo in quanto deve decodificare codici non abituali Novecento Cos’è il teatro? Privo di sipario Si svuota di scenografie ingombranti e diventa praticabile Spazio globale: comprende attori e pubblico Muore ogni idea di illusionismo tecnico: cade la quarta parete Spazio teatrale L‟attore passa in secondo piano rispetto al regista È un professionista, un creativo che segue un metodo per immedesimarsi nel personaggio Si riscopre l‟importanza del corpo nella comunicazione Metodo Stanislavskij Funzione dell’attore Pone l’attore al centro del processo creativo: il suo compito non è quello di recitare, ma quello di essere se stesso, dopo essersi calato interamente nel personaggio cui sta dando vita. L’attore non imita, ma diventa il personaggio che deve rappresentare, in una sorta di gioco Per Stanislavskij l’attore non recita, ma trova nel personaggio quella identità che la realtà gli nega. Metodo Stanislavkij I GENERI TEATRALI La tragedia, il dramma, la commedia IL GENERE DRAMMATICO LA TRAGEDIA I GENERI TEATRALI Le principali e più antiche forme della letteratura drammatica sono la tragedia e la commedia che costituiscono i generi tradizionali. Esse sono nate nella Grecia classica dalla integrazione tra la poesia lirica e i riti del culto di Dionisio. A queste si sono aggiunte altre forme di espressione del teatro ( farsa, dramma , melodramma ecc,) fino alle varietà di forme della drammaturgia moderna. • CARATTERISTICHE • LE ORIGINI • LA TRAGEDIA GRECA • LA TRAGEDIA NELL‟INGHILTERRA ELISABETTIANA LA TRAGEDIA • • • • • • • • • • • • La tragedia è un testo teatrale di carattere serio: Argomento e stile sono elevati I personaggi sono mitici o storici, nobili o eroi Le situazioni sono terribili e drammatiche Il finale è di morte e dolore Le sofferenze dei personaggi acquistano significato e valore universale La vicenda può acquisire un senso religioso. Era costituita da un : Prologo – introduzione per esporre l‟antefatto Il parodo – canto che il coro eseguiva entrando Gli episodi – costituiti da dialoghi monologhi ( atti) Gli stasimi – due canti che il coro eseguiva da fermo L‟esodo – il canto che il coro eseguiva uscendo di scena La tragedia Le origini della tragedia Il significato originario del termine “tragedia” pare risulti dalla combinazione dei vocaboli greci tràgos (capro) e oidé (canto). Infatti la sua origine è religiosa , quando in occasione delle feste per il dio Dionisio ( il dio Bacco per i Romani), che si aprivano con il sacrificio di un toro, si eseguiva un canto corale (il “ditirambo”) con attori mascherati da capro. Dal ditirambo poi si origina il dramma satiresco, una tragedia che unisce ironia,dramma, cinismo e lieto fine in cui comparivano i satiri (personaggi mitici rappresentati con coda di cavallo e con piedi ed orecchie di capro) che facevano scherzi e cantavano per il pubblico. Solo in seguito il dramma satiresco si trasformò nella tragedia, cioè in vera e propria opera da rappresentare in teatro. La tragedia greca La tragedia trova le sue origini in Grecia e raggiunge il suo massimo splendore nel V sec. A.C., quando si celebravano gli agoni drammatici , cioè gare (agoni) tra 3 autori che mettevano in scena una trilogia ( cioè tre tragedie o tre commedie) e un dramma satiresco. L‟autore curava direttamente la rappresentazione scenica e ciò spiega l’assenza di didascalie nei testi greci. Il vincitore veniva incoronato e riceveva un compenso. In questo periodo compongono le loro opere i tre maggiori poeti tragici : Eschilo, Sofocle ed Euripide. Le rappresentazioni si realizzavano con massimo tre attori che interpretavano più personaggi ed anche i ruoli femminili, indossando maschere molto ingombranti e calzari, i coturni, con una suola molto alta. L‟azione era accompagnata da un coro costituito da 12 o 15 elementi (coreuti) che, guidati dal „corifeo‟, cantavano o danzavano e avevano la funzione di spiegare l‟antefatto. Caratteristica della tragedia è l’unità di tempo, di luogo e di azione: la vicenda doveva limitarsi ad un‟unica situazione, i personaggi dovevano agire nella rappresentazione sempre nello stesso luogo e per un arco di tempo breve ( non più di 24 ore). La situazione tragica si articolava in tre momenti: 1° momento: si verifica una situazione di disordine iniziale politico – sociale o affettivo morale che porta il protagonista ad agire. Il protagonista, individuo di rango elevato e rappresentante dei valori di cui è portatore, può essere definito un tipo. 2° momento: il protagonista agisce compiendo una scelta che si rivelerà sbagliata, poiché supera il limite dell‟ordinamento sociale e trasgredisce alle norme. Ciò costituisce un eccesso e quindi una colpa, determinata comunque dal destino ineluttabile stabilito dagli dei : il fato. 3° momento: la trasgressione porterà ad un esito di sconfitta e di sofferenza che culmina nella conclusione tragica, con il sacrificio e la morte violenta del protagonista, con cui si ristabilisce l’equilibrio iniziale . • La tragedia racconta sì una vicenda che si conclude con la morte o con la rovina del protagonista, ma non è la morte ad avere carattere strategico , ma la vicenda. Il personaggio tragico è tale perché compie una serie di scelte sbagliate ( si passa da uno stato di felicità del protagonista a uno di infelicità o viceversa) • La tragedia porta lo spettatore alla catarsi (la purificazione delle passioni nell‟animo degli spettatori). Una volta che si arriva allo scioglimento della vicenda tragica, i fatti hanno una spiegazione razionale e per questo, pietà che lo spettatore prova per l‟eroe, e terrore che prova per sé stesso, si acquietano. • La tragedia La tragedia nell’Inghilterra elisabettiana La tragedia elisabettiana si colloca, come quella greca, in una fase di transizione: il complesso passaggio dalla società medievale alla civiltà moderna. A differenza della tragedia greca, inserita in una dimensione religiosa, la tragedia inglese si inserisce in un periodo di crisi religiosa . Infatti la tragedia elisabettiana si caratterizza per la prevalenza di valori laici, svincolati dalla sfera religiosa. I maggiori drammaturghi del tempo sono Cristopher Marlowe e William Shakespeare, nei cui opere si riflette l‟assenza di dimensione religiosa ed una rinnovata attenzione per l‟uomo, considerato nelle sue fragilità, ma anche nelle sue possibilità di azione autonoma. I loro personaggi, infatti, sono più vicini alla realtà umana rispetto agli eroi della tragedia greca: l‟eroe della tragedia elisabettiana può appartenere ad un ceto sociale medio o elevato, ma si presenta con vizi e virtù comuni a tutti gli uomini. I personaggi in genere, manifestano una ricchezza interiore che li rende dei caratteri. L‟eroe agisce avvertendo l‟inadeguatezza di fronte alla realtà del tempo e l‟incapacità di decifrare il mondo. La sua trasgressione e la sua sconfitta è data anche dall‟intervento del caso, entità più umana rispetto al fato divino del mondo antico. In questo tipo di tragedia il coro scompare e sono i personaggi, con le loro riflessioni in monologhi e dialoghi, a sollecitare la riflessione del pubblico. La lingua e lo stile risultano dall‟incontro tra forme e livelli diversi di espressione, cioè la mescolanza tra un linguaggio elevato e tragico, e uno più prosastico, quotidiano e comico. • • • • • • • Testo teatrale incentrato sui difetti, passioni ed esigenze dell‟uomo comune. Argomento relativi alla realtà quotidiana dell‟uomo. Personaggi popolari( rappresentano una categoria sociale) Situazioni relative a casi ridicoli, beffe, raggiri e si concludono con lieto fine Peripezie dei personaggi funzionali all‟intento morale ed educativo. Linguaggio semplice, colloquiale. Esiste il conflitto (esposizione), ma si risolve( è ascoltata la ragione) la commedia Le peripezie dei personaggi sono funzionali all’intento morale ed educativo della commedia: mettere in luce vizi e debolezze della gente comune per condannarli e far emergere le virtù, utilizzando anche la satira La lingua è comica (con espressioni ironiche o scurrili, battute di spirito) perciò il linguaggio è semplice, spesso quotidiano. La commedia ha la sua origine in Grecia e si evolve fino al XVIII secolo con la riforma di Goldoni. Le origini I termine “commedia” deriva dalla parola greca kòmos . Il kòmos era una processione liturgica che si svolgeva durante le feste dionisie , i cui partecipanti, nel corso di danze rituali e di cori, si scatenavano con invettive, turpiloquio, esibizioni oscene, spesso aggredendo coloro che assistevano e lanciando insulti contro le classi dirigenti. Tale linguaggio, definito poi comico, cioè del kòmos, si dimostra sin dalle origini, un linguaggio basso, osceno e contestatario nei confronti della società. Il kòmos si trasforma in commedia nel momento in cui diventa una composizione letteraria e viene rappresentata in uno spazio scenico. Tali opere mantengono, accanto alla lingua letteraria, anche il linguaggio basso, comico appunto, espressione delle classi subalterne. IL DRAMMA E LA DRAMMATURGIA MODERNA. Il termine “dramma” dapprima indicava qualsiasi azione scenica. Tra il „700 e l‟ ‟800 iniziò ad indicare un genere più preciso e progressivamente venne meno la tradizionale distinzione tra tragedia e commedia. Nell‟Ottocento scompare la commedia come genere organizzato con regole precise e, venendo meno gli elementi plebei buffoneschi e dissacratori tipici della commedia, diventa sempre meno netta la differenza con il dramma. Anche la tragedia, dopo Manzoni, si confonde sempre più con il dramma che è diventato il genere privilegiato dalla nuova borghesia. A partire dal dramma borghese la drammaturgia moderna si sviluppa con forme e intenti differenti che renderanno ricco e multiforme il panorama del teatro del Novecento. In generale i tratti distintivi di questo panorama sono: La centralità delle problematiche e delle situazioni di crisi dell‟uomo contemporaneo, chiuso nella sua solitudine ed incomunicabilità, cioè il suo disagio esistenziale La forma ironica con cui è presentata la condizione tragica dell‟uomo:la mescolanza di ironia e tragicità assume il nome di grottesco La limitazione dell‟interpretazione e dell‟autonomia del regista attraverso didascalie più dettagliate e prescrittive la concezione più libera dello spazio scenico: da spazio ampio collocato anche in luoghi diversi dal palcoscenico, a spazio “claustrofobico” L‟utilizzo della tecnica dello straniamento per stimolare una riflessione più lucida e distaccata dello spettatore, evitando la sua partecipazione emotiva. Grande attenzione ai codici espressivi con pluralità di linguaggi e molteplicità di scelte stilistiche. • • • • • • • Riassumendo, il dramma si presenta come fusione di tragedia e commedia che mette in evidenza il conflitto di sentimenti e il contrasto tra individuo e ambiente sociale ,con un tono tra il senso comico dell‟esistenza e quello tragico. Protagonisti sono borghesi di diverso ambiente sociale Tratti distintivi del panorama del teatro del 900 che presenta: Crisi dell‟uomo, incomunicabilità, disagio esistenziale. Forma ironica con cui viene rappresenta la condizione tragica dell‟uomo Mescolanza di ironia e tragicità che assume il nome di grottesco. Dinamiche messe in moto dal carattere dei personaggi e non da colpi di scena. Vicenda che può sciogliersi felicemente, ma anche con conclusione doloroso che sancisce la sconfitta del protagonista (Pirandello- Beckett). • • • • • Limitazione dell‟interpretazione Autonomia del regista: Introduzione di didascalia dettagliate e prescrittive. Concezione più libera dello spazio scenico Tecnica dello straniamento ( in opposizione al concetto di immedesimazione di Brecht: l’immedesimazione dello spettatore in ciò che viene rappresentato sulla scena teatrale, inibisce la sua consapevolezza critica) per stimolare riflessione più distaccata dello spettatore e per evitare la sua partecipazione emotiva. Molta attenzione ai codici espressivi, pluralità di linguaggi, molteplicità di scelte stilistiche . Il dramma borghese Scrivere per il teatro richiede la comprensione di due fondamenti: l‟essenza dell‟arte drammatica e la natura del teatro (L. E. Catron). Scrivere per il teatro significa far filtrare il proprio pensiero o la propria poetica attraverso l‟ambientazione, l‟azione, i dialoghi dei personaggi e le note di regia. Cos’e la drammaturgia? Distinzione tra testo teatrale o spettacolare e testo drammaturgico o drammatico ( Keir Elam ,Semiotica del teatro): Il testo teatrale, o spettacolare, l‟aggettivo teatrale, si riferiscono al fenomeno associato alla transazione attorepubblico, cioè alla produzione e comunicazione di senso nella performance stessa; Il dramma, il testo drammaturgico o drammatico o scritto, l‟aggettivo drammatico, indicano la relazione che si instaura tra il drammaturgo o autore e colore che leggono il testo, che possono essere il regista, gli attori, i critici, gli studenti, i lettori. IL TESTO DRAMMATICO Il TESTO TEATRALE, detto anche DRAMMATICO, è un’opera letteraria in cui la vicenda non viene raccontata, ma viene rappresentata dai personaggi, che agiscono direttamente sulla scena , imitando la realtà. Sono detti TEATRALI perché il luogo destinato alla rappresentazione è il teatro (dal greco teaomai=guardare), DRAMMATICI perché contengono una storia che quando viene messa sulla scena, è detta DRAMMA ( dal greco DEFINIZIONE drao=agisco) Un testo è una storia strutturata e unificata, comica o drammatica, completa di un inizio, di una parte centrale, e di una fine, che esprima la passione e la visione della vita del drammaturgo, che mostri i conflitti che si sviluppano conducendo verso un climax (punto di soluzione decisivo) e che tratti con personaggi dimensionali dotati di forti emozioni, bisogni, e traguardi che possono motivare le proprie azioni. È costruito con una serie di eventi plausibili e probabili, scritto per essere rappresentato e pronunciato mediante dialoghi e azioni oltre che attraverso silenzi e non azioni, agito dagli attori da un palco verso un pubblico che è presente per credere agli eventi a cui sta assistendo(L. E. Catron) Il testo drammatico IL GENERE DRAMMATICO Per comprendere a pieno un testo teatrale occorre leggerlo come : 1. TESTO SCRITTO 2. TESTO RAPPRESENTATO (fruizione dello spettacolo teatrale ) Come si legge un TESTO TEATRALE TESTO NARRATIVO TESTO TEATRALE storia x x narratore presente manca tempo vari livelli presente spazio illimitato e variabile delimitato e variabile liv.di comunicazione canali usati unidirezionale bidirezionale vista vista e udito tipo di fruizione individuale collettiva linguaggi usati ling.verbale ling.verb.e non verbale Viene letto come un testo narrativo e la sua fruizione è INDIVIDUALE È l‟opera di un autore È suddiviso in atti e scene; si distingue per la presenza di dialoghi, monologhi, didascalie, “a parte” Per analizzarlo si utilizzano gli strumenti dell‟analisi testuale (trama, personaggi, ambientazione…) Testo drammatico È la messa in scena del testo scritto La sua fruizione è collettiva (in un luogo specifico chiamato teatro) È un‟opera collettiva allestita da autore, attori, regista, scenografi, costumisti, tecnici delle luci, dei suoni… Si serve di elementi comunicativi extraverbali: gesti, intonazioni di voce, mimica, costumi, luci, musica… Ogni rappresentazione è un evento unico, irripetibile, influenzato dal pubblico “Testo” spettacolare o rappresentazione • Testo narrativo e testo poetico possono essere occasioni per una riscrittura drammatica o spunto per un allestimento scenico. • Riscrittura : il testo di partenza si trasforma e • • cambia genere (genere drammatico) ( Teatro di Pirandello). Allestimento scenico: il testo di partenza si limita ad offrire spunti, suggestioni per uno spettacolo che non equivale alla sua messinscena. Il testo drammatico E’ l’operazione di traduzione di un testo drammatico scritto in SPETTACOLO. Essa richiede la collaborazione delle seguenti componenti: Il regista Gli attori Il pubblico La scenografia I costumi Le luci La musica I rumori Gli elementi della messa in scena teatrale Come il drammaturgo è l’autore del testo drammatico,il regista è il principale autore della messa in scena ,o meglio il coordinatore di un lavoro che coinvolge molte professionalità.Egli può decidere o di rimanere fedele al testo o di reinterpretarlo e adattarlo liberamente o in parte. Come figura è comparsa solo alla fine dell’Ottocento, sostituendo quella del CAPOCOMICO. Ogni regista ha un suo stile che dipende dalla sua poetica teatrale e dall’utilizzo che fa dei linguaggi a sua disposizione. IL REGISTA Sono il punto focale dello spettacolo. La loro caratteristica è quella di riuscire a calarsi in parti sempre nuove e di recitare in ruoli diversi. A differenza di quelli cinematografici, non hanno la possibilità di ripetere una scena venuta male, per cui devono essere dotati di calma e di concentrazione.In particolare devono essere in grado di controllare: - la propria voce - la propria mimica facciale - i gesti La recitazione può essere naturale o artificiosa e può andare da un massimo di immedesimazione ad un massimo di estraniamento nei confronti del personaggio. GLI ATTORI E’ l’elemento che fa la differenza principale tra la recitazione al cinema e quella nel cinema.Il teatro, infatti,si svolge in diretta di fronte al pubblico, che partecipa in un certo senso alla rappresentazione.Le sue risposte possono caricare e riempire di entusiasmo gli attori o al contrario frenarli e demoralizzarli. Poiché, inoltre, il teatro si basa sull’imitazione della realtà, il pubblico accetta questa convenzione ( PATTO ) così come gli attori recitano come se il pubblico non esistesse (quarta parete ). IL PUBBLICO E’ costituita dagli elementi dell’ARREDO, dai FONDALI scenici e dalle QUINTE laterali. E’ importante per individuare l’epoca e il luogo in cui si svolgono i fatti. Negli antichi teatri greci erano fisse,nel corso del tempo sono diventate mutabili ( uso dei fondali dipinti). Lo scenografo può realizzare scenografie realistiche o simboliche, dettagliate o essenziali, fisse o mobili.Egli lavora seguendo le indicazioni del regista. Oggi i teatri dispongono di attrezzature straordinarie: palchi girevoli, quinte scorrevoli o a scomparsa… LA SCENOGRAFIA Gli abiti di scena permettono allo spettatore di comprendere la provenienza sociale di ciascun personaggio e l’epoca in cui si svolge la storia. Possono essere realistici o simbolici e più o meno dettagliati. I COSTUMI L’illuminazione era un elemento sconosciuto in epoca antica, quando le recite avvenivano di giorno.Con l’introduzione dei teatri coperti,dal Cinquecento in poi,venne illuminato il palco con candelabri o lampade a petrolio.Con l’invenzione dell’elettricità fu anche scongiurato il pericolo di incendi. L’impiego delle luci è oggi affidato a tecnici che si occupano di posizionare i riflettori.Esse servono a - aumentare il realismo delle scene - sottolineare gli effetti emotivi - creare effetti simbolici LE LUCI Ha da sempre accompagnato gli spettacoli teatrali ( vedi teatro greco). Il suo ruolo è prevalentemente psicologico, perché tende a commentare e a sottolineare le reazioni dei personaggi e i cambiamenti di situazione, un po’ come la colonna sonora del cinema. LA MUSICA I rumoristi, ovvero i tecnici che si occupano della realizzazione dell’apparato sonoro, creano effetti che conferiscono naturalezza all’ambientazione: tuoni, scrosciare della pioggia, motori di automobili ecc. Determinati rumori contribuiscono ad aumentare la tensione durante la rappresentazione: per esempio, l’urlo di una donna o il rumore di una porta che cigola. I RUMORI Spazio e tempo La rappresentazione si svolge in uno spazio (la scena), in cui agiscono gli attori, che nel contempo è simbolico, in quanto è anche lo spazio della finzione (un palazzo reale, un giardino, un salotto). Il tempo della rappresentazione teatrale è il presente: lo spettatore ha l‟illusione di assistere in «tempo reale» alle vicende che si stanno svolgendo, anche se l‟effettiva durata dello spettacolo non coincide quasi mai con la durata della vicenda messa in scena. La discordanza è determinata dalle ellissi, i salti temporali che coincidono con i passaggi da un atto all‟altro e, a volte, tra singole scene. Gli elementi del testo drammatico Poiché il testo drammatico è la riproduzione dei rapporti umani intersoggettivi, la sua unica forma di espressione dovrà per forza consistere nella modalità propria della comunicazione: il dialogo ( Peter Szondi). Oggettività del testo drammatico: Nel dramma c‟è sempre uno che parla e uno che risponde (Gyorgy Lukàcs) La specificità del dialogo drammatico (Anne Ubersfeld): La specificità dei dialoghi teatrale è che essi ruotano intorno a due assi comunicativi Asse comunicativo interno ( o orizzontale)- riguarda comunicazione fra personaggi teatrali; Asse comunicativo esterno (o verticale) – relativo air apporti fra personaggi teatrali e il pubblico. Il testo drammatico • • • IN TEATRO DUE PERSONAGGI PARLANO FRA LORO DI EPISODI ACCADUTI FUORI SCENA – IL VERO DESTINATARIO È IL PUBBLICO. L‟AUTORE DEVE DIRE SULL‟ASSE ESTERNO CIÒ CHE SERVE AL PUBBLICO, SENZA CHE SULL‟ASSE INTERNO L‟INFORMAZIONE RISULTI RIDONDANTE. LO SPETTATORE DEVE RICEVERE PRECISE INFORMAZIONI, IMMEDIATE ED EFFICIENTI( NON PUÒ TORNARE INDIETRO COME NEL ROMANZO. Il testo drammatico Nel genere narrativo l‟autore (emittente) comunica con il lettore (ricevente) attraverso la mediazione di un narratore, nel genere drammatico si verifica un duplice livello di comunicazione: a) tra i personaggi che agiscono e comunicano tra loro sulla scena b) tra l‟emittente (autore) e i destinatari (pubblico), che sono entrambi sulla scena: il primo trasmette al secondo il suo messaggio attraverso l‟insieme della rappresentazione scenica. IL TESTO DRAMMATICO Schema delle due situazioni comunicative NARRATIVA: AUTORE (EMITTENTE)>>narratore>>fatti narrati>>lettore destinatario Drammatica: io personaggio >>>>>>>>>>messaggio>>>>>>>>>>>tu personaggio pubblico (destinatari) Nasce di solito come testo DRAMMATICO, SCRITTO Si trasforma poi in una RAPPRESENTAZIONE o SPETTACOLO Testo teatrale ASPETTI STRUTTURALI CHE DIFFERENZIANO NARRATIVO DAL TESTO DRAMMATICO: IL TESTO Il tempo (nella narrazione si possono avere vari livelli temporali, invece l‟azione scenica si svolge al presente). Lo spazio (nella narrazione il campo d‟azione è limitato, nel teatro la scena costituisce un luogo limitato entro cui gli attori devono agire: lo spazio reale è anche simbolico). IL TESTo DRAMMATICO L‟ambiguità del testo drammatico: • Il testo per il teatro ha a che fare con l‟incompiutezza perché il testo non si realizza nella pagina, ma sulla scena. Per comprendere a pieno un testo teatrale bisogna leggerlo • • sia come testo scritto che rappresentato. Il momento della fruizione: poiché è scritto per essere letto che ascoltato e visto dal pubblico, la sua fruizione sarà individuale e mentale ( libri), ma anche collettiva e fisica (teatro) che è quella che avviene durante la messinscena). IL TESTO DRAMMATICO IL COPIONE: E‟ IL TESTO DA UTILIZZARE PER LA MESSINSCENA CHE contiene modifiche, tagli , manipolazioni e aggiustamenti (battute, introduzioni segnaletiche etc.) che vengono apportati, di solito, da registi e attori. L‟esistenza del copione è subordinata alla rappresentazione teatrale, ma può coincidere con il testo drammatico Il testo drammatico LA MESSINSCENA. IN ESSA SI REALIZZA L‟ATTO COMUNICATIVO PER IL QUALE È STATO SCRITTO. NELLA MESSINSCENA INTERVENGONO PIÙ CODICI: VISIIVI (MIMICA, GESTO, MOVIMENTO, TRUCCO, ACCONCIATURA, COSTUME, ACCESSORI, ELEMENTI SCENICI, LUCI) E UDITIVI (PAROLA, TONO, MUSICA, RUMORI, SILENZI). I RUOLI DELLO SPETTACOLO TEATRALE: ALLA TRADUZIONE SPETTACOLARE, DIRETTA DAL REGISTA, CONCORRONO GLI ATTORI, LO SCENOGRAFO, I TECNICI DELLE LUCI E DEI SUONI, IL COSTUMUSTA, GLI ACCESSORISTI. Il testo drammatico Gli atti costituiscono gli episodi principali in cui si articola la vicenda e corrispondono alle macrosequenze di un testo narrativo. Le scene, che in numero variabile compongono un atto, sono scandite dall‟entrata e dall‟uscita di un personaggio e sono l‟equivalente delle sequenze. Il cosiddetto «cambio di scena», quando si modifica l‟ambientazione per conferire più varietà e dinamicità alla rappresentazione, può avvenire nel passaggio da una scena a quella successiva o, più spesso, durante gli intervalli fra gli atti.. Gli atti e le scene I personaggi • I personaggi ricoprono e funzioni che danno vita a un sistema di relazioni e sono caratterizzati in base al loro aspetto fisico, caratteristiche psicologiche, sociali, culturali. Gli elementi del testo drammatico Il testo teatrale è in genere suddiviso in ATTI ,corrispondenti ai capitoli di un libro, a loro volta suddivisi in SCENE. Gli ATTI (da uno a cinque)possono corrispondere a momenti successivi della struttura del dramma oppure essere legati al passare del tempo o ancora essere funzionali alla semplice necessità (riposo per gli attori, cambio di scenografie o costumi). Le SCENE sono determinate dall’entrata o uscita dei personaggi o da cambiamenti di tono o di argomento.Se il numero delle scene è elevato, la rappresentazione sarà molto movimentata, se è limitato, sarà più statica. ATTI E SCENE Generalmente in corsivo e spesso tra parentesi hanno come destinatari i lettori e chi mette in scena il testo. Contengono essenzialmente tre tipi di informazioni: •Descrizioni di luoghi e di personaggi •Indicazioni relative all’azione scenica (movimenti e gesti) •Annotazioni sulla recitazione (tono di voce,ritmo…) DIDASCALIE • • • • • • Le didascalie: Unico spazio propriamente soggettivo: l‟autore si esprime con libertà senza la mediazione del personaggio. Inoltre forniscono le istruzioni dell‟autore necessarie per rappresentare l‟opera e che riguardano : L‟ambientazione delle vicende L‟ambientazione della scena Le modalità di recitazione Lo svolgimento della rappresentazione. Gli elementi del testo drammatico 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Sono le PAROLE che gli attori pronunciano sulla scena.Possono assumere la forma di: dialoghi monologhi soliloqui concertati duetti tirate a parte LE BATTUTE Le battute : Nel testo drammatico le vicende sono rappresentate direttamente sulla scena, attraverso le battute ( le parole scritte per essere pronunciate dai vari personaggi) affidate ai personaggi e svolgono molteplici sa funzioni: Determinano lo sviluppo degli avvenimenti Precisano i fatti anteriori alla situazione rappresentata o avvenuti fuori scena Descrivono le caratteristiche biografiche e psicologiche dei personaggi. Possono essere brevi, lunghe, meditative. Gli elementi del testo drammatico Le battute danno origine a: Dialoghi ( scambi di battute brevi che imprimono ritmo veloce) - Monologhi (battute più lunghe ). Un solo personaggio parla per gran parte della scena. Esso mette in risalto il punto di vista di un personaggio, mette a nudo la sua coscienza, rallenta o interrompe il ritmo. - Tirate (battuta di notevole lunghezza per polemizzare contro qualcosa o qualcuno - A-parte. - Gli elementi del testo drammatico Gli « a-parte». Una tipologia di battuta particolare pronunciata sulla scena dal personaggio in cui spesso si capovolge l‟atteggiamento del personaggio, che in questo modo rivela apertamente le sue reali intenzioni e idee. Nei monologhi e negli a-parte la comunicazione fra personaggio e pubblico ( e quindi quella fra autore e pubblico) è più diretta perché non passa attraverso la mediazione dei dialoghi. Costituiscono un espediente per portare a conoscenza del pubblico le motivazioni nascoste dell‟agire dei personaggi Gli elementi del testo drammatico Il linguaggio performativo Il testo teatrale è caratterizzato da un uso performativo del linguaggio, ovvero che orienta all‟azione (performance). Le battute dei personaggi sono caratterizzate da deittici, ossia da indicatori, che segnalano con precisione i gesti degli attori e il contesto in cui sono compiuti (qui ed ora). I deittici possono essere pronomi personali e dimostrativi (io, tu, questo, quello..) o avverbi di luogo e di tempo (qui, là, ecco, adesso, su giù) Gli elementi del testo drammatico Il pubblico: È elemento imprescindibile del teatro. È l‟astrazione di una certa società: non è un‟entità amorfa, ma rappresenta qualcos‟altro. Comunicazione teatrale: scambio di informazioni, emozioni e sentimenti tra spettatore e attore. «Scambio « non presuppone necessariamente la partecipazione del pubblico. La C.T. avviene su un rapporto fiduciario Attore/spettatore: quest‟ultimo deve accettare consapevolmente di essere a teatro e operare una distinzione tra realtà e finzione. Convenzione teatrale: presupposti estetici, ideologici e logici, espliciti o impliciti, del patto stretto fra autore e spettatore. La comunicazione teatrale La lettura teatrale effettuata dallo spettatore si articola in più momenti: Percezione • Comprensione • Interpretazione • memorizzazione • La comunicazione teatrale Teatro nel teatro: tendenza del teatro a «mettersi in scena», a meditare su sé stesso, a porre in scena i propri problemi. Immissione all‟interno di un‟opera drammatica, di una rappresentazione teatrale, un dramma di secondo piano. Il teatro mette apertamente in luce il suo carattere fittizio e convenzionale, svelandosi come finzione gioco , scopre allo spettatore i segreti del retroscena, spezza l‟illusione scenica, rendendo inverosimili le vicende per impedire il coinvolgimento emotivo e sentimentale dello spettatore sollecitato a considerare quello che succede sulla scena come una finzione. Il metateatro Principio di artificializzazione (semiotizzazione): tutto che è sulla scena è segno. Principio del funzionamento connotativo: i segni mostrati sulla scena tendono ad assumere una dimensione «ulteriore» dal punto di vista segnico, che li porta a essere dei segni d‟oggetto, con valore anche metaforico, simbolico, iconico. Principio della mobilità: sulla scena i segni possono cambiare di significato a seconda del loro uso semiotico: una canzone o un gesto, una scritta, una battuta possono far parte integrante di una scenografia (intercambialità funzionale), uno strumento di scena può significare qualcosa dapprincipio, qualcos‟altro in un momento successivo (polivalenza espressiva). Gli oggetti teatrali THE END