Teatro è l’esplicarsi di un testo
attraverso un corpo nel perimetro
della scena, in un contatto
diretto e irripetibile con il
gruppo in un contesto condiviso
da emittenti e ricettori in un
tempo festivo.
IL TESTO
TESTO
• Da textum, p.p. di texere, dunque “che è
stato tessuto, intrecciato” tardo textus
• cultura greca (Platone, Fedro) diffida della
scrittura
• cultura giudaico-cristiana invece è cultura
del testo scritto, da Dio stesso (Esodo 31,18:
“duas tabulas […] scriptas digito Dei”)
• texte (fr.) = evangeliario
Testo scritto intreccio di segni:
lettere e accenti che costituiscono
successioni di parole
parole che, in righe o in versi,
costituiscono l’assieme del
discorso
Ma il testo del teatro?
di cosa è fatto?
«[…] Tessere parole sulla carta
conduce al “testo scritto”: al poema,
alla novella, alla commedia.
Tessere azioni nello spazio e nel
tempo porta al “testo logicosensoriale”: al teatro e alla danza.
Le azioni che vengono tessute sono
le parole pronunciate (nel loro
aspetto logico e nel loro aspetto
sonoro), le azioni fisiche, le
relazioni, i cambiamenti di luce, i
frammenti di musica, le soluzioni
prossemiche, i diversi modi di
utilizzare i costumi, la vicinanza o la
lontananza dagli spettatori».
(E. Barba, La canoa di carta. Trattato di Antropologia
Teatrale, Il Mulino, Bologna 1993, p. 237)
Il testo dell’evento teatrale è
pluricodico e multimaterico
• Sfera auditiva:
–
–
–
–
codice verbale
codice paralinguistico
codice musicale
codice auditivo
• Sfera visiva:
– codice prossemico
– codice cinesico-gestuale
– codice iconico-scenografico
In realtà è un sistema di segni
potenzialmente illimitato, può attingere
all’intero arco di ciò che cade
nell’esperienza sensibile:
tutte le materie della vita reale
All’interno di ogni testo prevalenza di
uno o più tipi di segni sugli altri

diverse culture/civiltà dello spettacolo
diversi generi
diverse “poetiche”
Quale testo?
testo teatrale
testo spettacolare
testo scenico
testo performativo
testo drammatico
TESTO DRAMMATICO
• battute + didascalie
• si conserva:
• «Alcuni continuano ancor oggi a ripetere che nel
teatro in fondo ciò che più conta sono i testi. Non
è vero: questi sono ciò che più rimane. È pura
barbarie, la negazione stessa della vita, confondere
ciò che più si conserva di più con ciò che ha più
valore». (F. Taviani, Uomini di scena, uomini di libro. Introduzione alla
letteratura teatrale italiana del Novecento, Il Mulino, Bologna 1995, p. 24).
• TD appartiene alla letteratura:
– si affida alla pagina, al libro, genere letterario
• TD appartiene alla scena:
– scritto per la scena/a partire dalla scena (TD
“preventivo” e TD “consuntivo”)
– deissi e performatività tracce della destinazione
scenica
ma un TD non è “incinto” della
propria messa in scena
«Uno slogan femminista un tempo diceva:
“Un donna senza un uomo è come un pesce
senza bicicletta”: Proporrei d’applicarlo
anche alle pièces; “una pièce senza
messinscena è come un pesce senza
bicicletta”, ed è anche il contrario: “una
messinscena senza pièce etc”. Se mi è
permesso, oserei anzi sospettare che per il
teatro sia più vero che per la donna e
l’uomo» . (Taviani, Uomini di scena, uomini di libro, cit., p. 16).
Se il TD non è necessariamente
destinato alla messa in scena,
d’altro canto ogni tipo di testo,
letterario e non, è
“drammatizzabile”:
«La distinzione fra testi drammatici e
testi non drammatici all’interno dei
testi letterari ha valore,
paradossalmente, solo finché si resta
sul piano letterario. Dal punto di vista
teatrale essa perde infatti qualsiasi
rilevanza teorica oltre che ogni
importanza pratica:
il fatto che ad essere messi in scena
siano stati, fino ad oggi,
prevalentemente dei testi appartenenti
alla categoria dei “testi drammatici”
non esclude la possibilità, verificatasi
con sempre maggiore frequenza nel
corso del nostro secolo, che qualsiasi
testo letterario, drammatico e non
drammatico (e anche non letterario…)
sia “teatrabile” e “drammatizzabile”; o
che, inversamente, lo spettacolo faccia
completamente a meno di ogni matrice
testuale pre-esistente».
(M. De Marinis, Semiotica del teatro, Bompiani, Milano
1982, p. 224).