Exit: Fausto Paravidino a Modena, 4

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Exit: Fausto Paravidino a Modena, 4-6 aprile
Ha gli occhi appuntiti e il viso scavato, le mani agili, lo sguardo mobile preciso e franco, capace di
volare alto ma anche di abbassarsi pudìco. Fausto Paravidino, genovese classe 1976, è italiano di nascita
ma europeo per vocazione, anglosassone per formazione e riconoscimenti ricevuti. Poco più che
ventenne riceve il suo primo Premio Ubu per il testo “Due Fratelli”, testo scelto per una messa in scena
anche dai riminesi Motus; nello stesso anno su commissione del Royal Court Theatre di Londra scrive
"Genova 01" e "Noccioline Peanuts". Quel grande scopritore di talenti che è stato Franco Quadri fiutò
subito la stoffa del ragazzo e nel 2002 pubblicò "Il caso Paravidino, ovvero quando il teatro italiano
scopre un vero autore a 20 anni", introduzione al volume dedicato al Teatro di Paravidino edito da
Ubulibri: "C'era una volta un giovane scrittore molto attento ai comportamenti dei suoi simili, i testi che
scriveva gli piaceva pensarli con un taglio da sceneggiatura, spezzati in sequenze secondarie rispetto ai
nodi dell'azione, scene in cui si chiacchera di nulla e non si dice quel che piú preme...”.
In scena da stasera 4 aprile a sabato 6 al Teatro delle Passioni di Modena (Via C. Sigonio, 382) è il
suo ultimo lavoro “Exit”. La commedia ci racconta dei silenzi e delle verità della vita di coppia di A e
B, che non hanno dei nomi per non cadere forse nel tranello del personaggio, per essere “contenitori per
attori” e per tutti gli spettatori, in modo che non si possa più demandare. Le storie del teatro di
Paravidino si declinano in brevi quadri e hanno impianti e visioni quasi cinematografiche. Anche questa
volta l’autore tratta di un frammento di vita, col sorriso arguto di chi ama sondare gli animi. Sara
Bertelà e Nicola Pannelli sono i protagonisti cinquantenni in crisi, alla ricerca di una via di fuga o
d’uscita, appunto, da una vita che non risponde più alle loro aspettative. C’è qualcosa che non
funziona tra il professore universitario e sua moglie. Parlano tra loro e con il pubblico, per capire quali
siano i motivi della crisi che si rivelano molteplici: la politica, i figli, il non averli, il sesso, la gelosia e
persino una storia di calzini. La loro storia non sembra avere più sbocchi e vanno alla ricerca di se stessi
fuori casa. Nel secondo atto, chiamato “affari esteri”, entrano in scena altri due personaggi: C (Angelica
Leo), una giovane ragazza universitaria, che incontra A con il quale intesse una relazione e D (Davide
Lorino) un signore che inizia un’amicizia speciale con B. Il tutto orchestrato con silenzi eloquenti
quanto le battute, anche se «non è raccontato come un dramma» dice l’autore, «ma com’è la vita, nella
quale si ride e si piange». (Agnese Doria)
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faustoparavidino.it
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