La questione curda

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La questione curda
Il conflitto politico culturale tra il governo turco e la minoranza curda nel paese ha una lunga
storia alle spalle, che risale agli accordi di pace dopo il primo conflitto mondiale quando, dopo lo
scioglimento dell’impero ottomano, il territorio abitato dai curdi venne smembrato tra Turchia,
Iraq, Iran e Siria. Motivo di tensione tra le parti è la volontà di indipendenza del popolo curdo.
L’opposizione curda al potere di Ankara è sempre stata un tema centrale della politica turca, ma
agli inizi degli anni Ottanta il conflitto è diventato una vera e propria guerra.
Il fronte armato dell’indipendentismo curdo è guidato dal PKK (Partito Curdo dei lavoratori) e dal
suo leader carismatico Abdullah Ocalan. Quest’ultimo, in fuga in Europa prima e in Africa poi,
venne catturato nel 1999. L’arresto di Ocalan mandò in crisi l’organizzazione indipendentista
curda che decise lo scioglimento. Il Partito dei Lavoratori Curdo lasciò il posto al Congresso per
la Libertà e la Democrazia del Kurdistan (Kadek), al quale sono state affiancate, per solo scopo
difensivo, le Unità di Difesa del Popolo. Con l’arresto di Ocalan nel 1999, il PKK ha dichiarato
un cessate il fuoco unilaterale. Ocalan è stato inizialmente condannato a morte, ma il governo
ha nel 2002, nell'intento di favorire il processo di adesione all’UE, abolito la pena di morte e la
pena di Ocalan è stata commutata in ergastolo.
Contestualmente, dal carcere, il movimento indipendentista curdo ha proclamato, nell’aprile
2002, una tregua unilaterale. E' sembrata dunque aprirsi una stagione di dialogo, favorita anche
dalle riforme che il governo turco ha concesso per il riconoscimento dell'identità curda e il 15
novembre 2003 il movimento indipendentista curdo ha rinunciato al separatismo, anche se non
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ha sciolto il suo braccio armato. Nel 2004 ha però fatto la sua comparsa un gruppo chiamato
Kongra Gel, che ha rivendicato l’eredità politica e militare del PKK, senza riprendere
ufficialmente la lotta armata. La situazione nelle province a maggioranza curda, quelle
dell’Anatolia sudorientale, è comincia a peggiorare e alcuni gruppi, che ormai si muovono in
modo indipendente, hanno compiuto azioni offensive, mentre l’esercito turco ha ripreso a
utilizzare la violenza contro le popolazioni civili. Il 1 giugno del 2004, con un comunicato, il
ricostituito PKK ha annunciato la ripresa delle ostilità e, in meno di due anni, tra attentati e
rappresaglie militari, sono state, secondo Peace Reporter, almeno 150 le vittime degli scontri
tra guerriglieri e militari turchi.
Il conflitto nel Kurdistan turco non lascia indifferenti i paesi confinanti. In particolare, dopo la fine
del regime di Saddam Hussein, il Kurdistan iracheno è diventato un punto di riferimento per
tutte le comunità curde, avendo praticamente ottenuto l’autogoverno e l'elezione di un curdo
come presidente dell’Iraq.
In vent’anni di conflitto sono circa 40 mila i morti e migliaia i profughi e,dall’inizio del 2006,
secondo Peace Reporter, sono stati 113 i guerriglieri curdi uccisi e 79 i militari turchi morti.
Da Le Monde Diplomatique si evince che: “a differenza dei fratelli d’Iraq o d’Iran, i kurdi della
Turchia hanno una carta in più da giocare nella lotta per affermare i loro diritti. Ankara aspira ad
un posto nell’Unione Europea” .
CHI SONO I CURDI?
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Discendenti di popolazioni dedite alla pastorizia i curdi abitano da millenni un’ampia regione
situata tra il Caucaso ed il Golfo Persico.
Alberto Sanza, nel suo fondamentale Atlante delle popolazioni scrive che i curdi (lingua kurda,
famiglia linguistica indoeruropea) sono un’antica popolazione nomade la cui attività economica
tradizionale si basava sull’allevamento ovino mentre l’agricoltura occupava per loro uno spazio
molto marginale.
Con la creazione delle frontiere nazionali (dopo la prima guerra mondiale) venne ostacolata la
migrazione stagionale e la maggior parte dei curdi fu costretta ad abbandonare l’allevamento
nomade e a praticare l’agricoltura stanziale, o altri lavori, fenomeno che provocò un rapido
processo di disgregazione dell’organizzazione tribale, che sopravvive ancora in pochi gruppi
nomadi, isolati sulle montagne. I curdi sono in prevalenza musulmani sanniti (Sanza A., 1997,
Atlante delle popolazioni, Torino, Utet).
LE DATE CHE SEGNANO IL GROVIGLIO CURDO
Il paese dei curdi, il Kurdistan, non ha mai costituito un’entità politica unitaria ed autonoma. Ai
tempi dell’impero ottomano (XIX secolo) il Kurdistan era suddiviso in vari principati che
godevano di un’ampia autonomia. Le istanze nazionalistiche si fecero molto forti agli albori del
‘900 e raggiunsero il culmine alla fine della prima guerra mondiale. Il 10 agosto 1920 fu firmato il
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Trattato Internazionale di Sèvres che prevedeva la creazione del Kurdistan nella zona a nord di
Mossoul, un territorio particolarmente ricco di petrolio. Tuttavia nei due anni successivi la guerra
d’indipendenza turca (guidata da Mustafa Kemal ed alla quale parteciparono anche molti curdi
del nord) portò ad un nuovo Trattato Internazionale che fece decadere le clausole del trattato di
Sèvres. Il 24 giugno 1923 fu così firmato il Trattato di Losanna che restituiva alla Turchia tutta
l’Asia minore e pertanto anche la sovranità sulla maggior parte del territorio curdo.
Precedentemente (1921) la Francia aveva incorporato alla Siria le province curde di Djaziret e
Kurd-Dagh mentre nel 1925 la Gran Bretagna fece lo stesso incorporando la zona di Mossoul
all’Iraq. Così, dal 1921 al 1925, 25 milioni di curdi furono dispersi in 5 nazioni (Turchia, Siria,
Iraq, Iran, Armenia) trasformandosi in 5 gruppi di minoranza all’interno degli stessi. Gli anni
successivi sono indelebilmente segnati da questa originaria divisione ed anche le lotte dei
diversi indipendentismi curdi assumeranno diverse sfaccettature a seconda dello Stato contro
cui esse verranno ad attuarsi e a volte si trasformeranno in vere e proprie guerre fratricide.
Questo è, anche oggi, il problema politico maggiore del popolo curdo.
LA DIFFICOLTA’ DI CAPIRE
La vicenda curda è molto complessa, tra i principali motivi è necessario tener presente che :
- i curdi costituiscono 5 minoranze in 5 diversi paesi;
- la prassi della politica internazionale ha utilizzato sia il principio della non interferenza
negli affari interni di un altro paese, che il principio opposto che implica l’intervento all’interno di
un paese al fine di proteggere la popolazione curda;
- il diverso peso internazionale che, nei differenti contesti storici e geopolitici, hanno
assunto i tre principali paesi coinvolti (Turchia, Iraq, Iran) e di converso il maggiore o minore
peso del problema curdo.
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