Effetto dei fattori evolutivi sulla variabilità genetica Mutazione Migrazione Deriva genetica Selezione Frequenza allelica Frequenza genotipica Variabilità fenotipica Gli effetti globali delle forze evolutive FORZA EFFETTO A BREVE TERMINE EFFETTO A LUNGO TERMINE Mutazione Variazione della frequenza allelica Equilibrio tra mutazioni in avanti e retromutazioni Migrazione Variazione della frequenza allelica Equilibrio tra le frequenze alleliche delle popolazione migrante e la popolazione ricevente Deriva genetica Variazione della frequenza allelica Fissazione di un allele Selezione naturale Variazione della frequenza allelica Selezione direzionale: fissazione di un allele recessivo favorevole. Riduzione della frequenza di un allele recessivo sfavorevole Selezione sovradominante: raggiungimento di un equilibrio Effetto delle forze evolutive sulla variabilità entro e tra le popolazioni Variabilità entro la popolazione Variabilità tra popolazioni Inincrocio − + Deriva genetica − + Mutazioni + +/- Migrazione + − Direzionale − +/− Sovradominanza + − Sottodominanza − + Forza Selezione Le forze evolutive, agendo insieme, plasmano la composizione genetica delle popolazioni in modo da produrre sia la variabilità interna alle popolazioni locali sia le differenze tra di esse In generale, le forze che aumentano o mantengono la variabilità all’interno delle popolazioni evitano che queste divergano le une dalle altre, mentre le forze che tendono ad aumentare l’omozigosità entro le popolazioni spingono verso la divergenza Processi che determinano: • evoluzione all’interno delle popolazioni • divergenza tra popolazioni • formazione di nuove specie Variabilità genetica Evoluzione Adattamento Biodiversità Conservazione della specie Speciazione L’importanza della variabilità genetica per la conservazione delle specie La La variabilità variabilità genetica genetica influenza influenza la la probabilità probabilità di di sopravvivenza sopravvivenza aa lungo lungo termine termine delle delle specie, specie, poiché poiché la la capacità capacità di di una una popolazione popolazione di di evolversi evolversi nel nel tempo tempo ee adattarsi adattarsi ai ai cambiamenti cambiamenti ambientali ambientali dipende dipende dall’ampiezza dall’ampiezza del del pool pool genico genico della della popolazione popolazione Le Le specie specie rare rare ee aa rischio rischio di di estinzione estinzione corrono corrono ilil pericolo pericolo di di perdere perdere variabilità variabilità genetica genetica ee quindi quindi la la capacità capacitàdi diadattarsi adattarsiaamutate mutatecondizioni condizioniambientali. ambientali.IlIl mantenimento mantenimento di di adeguate adeguate dimensioni dimensioni della della popolazione popolazione ee la la riduzione riduzione dell’inincrocio dell’inincrocio sono sono pratiche pratiche gestionali gestionali adeguate adeguate per per ilil mantenimento mantenimento della delladiversità diversitàgenetica genetica Variabilità genetica Evoluzione Adattamento Biodiversità Conservazione della specie Speciazione Processi che determinano: • evoluzione all’interno delle popolazioni • divergenza tra popolazioni • formazione di nuove specie Le 13 specie di fringuelli delle isole Galapagos Eccezionale esempio di BIODIVERSITA’ e ADATTAMENTO AMBIENTALE Specie e razze Una specie consiste in un gruppo di popolazioni che sono in grado di accoppiarsi e scambiarsi geni, ma non possono farlo con membri di altri gruppi. Una razza geografica di una data specie è una popolazione locale fenotipicamente distinguibile, ma capace di scambiare geni con le altre razze della stessa specie. Le diverse popolazioni geografiche di una specie differiscono rispetto alla frequenza di vari geni Processo di speciazione Speciazione allopatrica. Iniziale isolamento geografico e meccanico tale da impedire qualunque flusso di geni tra le popolazioni, a cui fa seguito la divergenza genetica delle popolazioni isolate, che finisce con il rendere impossibile ogni futuro scambio di geni. Meccanismi di isolamento biologico 1. Isolamento prezigotico a. mancanza di opportunità di accoppiamento -isolamento temporale (Pinus radiata e Pinus muricata producono polline in stagioni diverse) -isolamento ecologico (nicchia ecologica diversa) b. incompatibilità di accoppiamento -incomp. sessuale, psicologica o comportamentale (es. i segnali luminosi dei maschi delle lucciole di diversa specie sono diversi) -isolamento meccanico (es. incompatibilità degli organi genitali) -isolamento gametico (anche se i gameti entrano in contatto non avviene la loro fusione) 2. Isolamento postzigotico a. non vitalità degli ibridi (es. Rana pipiens e Rana sylvatica) b. sterilità degli ibridi (cavallo e asino) c. totale disfunzione degli ibridi ORIGINE DI NUOVI GENI Le fonti del nuovo DNA Poliploidia Duplicazione genica DNA importato La poliploidia E’ la duplicazione dell’intero genoma, fenomeno che si verifica molto più comunemente nelle piante che negli animali. E’ un meccanismo molecolare che permette di acquisire nuovo DNA che può accumulare mutazioni che potranno essere selezionate positivamente se generano nuove funzioni biologiche utili all’organismo La frequenza di piante con numero pari di assetti cromosomici aploidi è più elevata rispetto ai numeri dispari, conseguenza diretta di ancestrali fenomeni di poliploidia Duplicazione genica e famiglie multigeniche Percentuale di somiglianza tra le sequenze amminoacidiche delle catene globiniche nella specie umana α α ζ β γ ζ β γ ε 58 42 39 37 34 38 37 73 75 80 Sintesi delle globine nell’uomo Evoluzione dei geni delle β-globine dei Mammiferi Duplicazione genica e divergenza Importazione di DNA Exon shuffling o rimescolamento dei domini Exon shuffling o rimescolamento degli esoni è un meccanismo molecolare in cui nuove proteine si formano in seguito a nuove combinazione di domini proteici IL TASSO DELL’EVOLUZIONE MOLECOLARE Come si studia l’evoluzione molecolare Step 1: determinazione della sequenza nucleotidica di un gene di almeno due specie. Step 2: allineamento delle sequenze nucleotidiche mediante l’utilizzo di software Step 3: calcolo del tasso di sostituzioni nucleotidiche Il tasso di sostituzioni nucleotidiche si calcola determinando il numero di sostituzioni nucleotidiche esistenti tra due diverse specie e dividendolo per il tempo evolutivo che separa le due specie Sostituzioni sinonime e non sinonime A livello di un gene, i cambiamenti nucleotidici che alterano la sequenza amminoacidica di una proteina sono denominati sostituzioni non sinonime, mentre quelli che non fanno mutare la sequenza amminoacidica sono denominati sostituzioni sinonime Il tasso di sostituzioni nucleotidiche sinonime è all’incirca cinque volte più elevato di quello osservato per le sostituzioni non sinonime... …Probabilmente le sostituzioni sinonime e non sinonime insorgono con ugual frequenza, tuttavia i cambiamenti non sinonimi, che insorgono all’interno di sequenze codificanti, di solito riducono la fitness e pertanto vengono eliminati per selezione naturale, mentre le sostituzioni sinonime sono raramente deleterie e quindi tollerate Variabilità dei tassi evolutivi all’interno dei geni Variabilità dei tassi evolutivi all’interno dei geni Regioni diverse dello stesso gene evolvono con velocità diverse. Le parti del gene che hanno il minore effetto sulla funzione evolvono più velocemente Variabilità dei tassi evolutivi tra i geni Geni Geni sottoposti sottoposti ad ad elevati elevati coefficienti coefficienti di di selezione selezione hanno hanno tassi tassi di di sostituzioni sostituzioni sinonime sinonime molto molto più più elevati elevati dei dei tassi tassi di di sostituzione sostituzione non nonsinonime sinonime Qual è il motore dell’evoluzione ? Neutralismo contro Neo-Darwinismo La teoria neutralistica dell'evoluzione è stata proposta nella seconda metà del secolo scorso dal genetista giapponese Motoo Kimura. Questa teoria afferma che la parte maggiore dell'evoluzione a livello molecolare avviene in modo casuale, e non è soggetta a selezione. La teoria di Kimura è formulata sulla base delle seguenti osservazioni: 1) Il tasso di mutazioni in una determinata proteina è all'incirca lo stesso in numerose specie diverse. 2) Il tasso di mutazioni osservato in alcuni geni del moscerino Drosophila è risultato proporzionale alla dimensione del gene. 3) Le mutazioni non sembrano essere correlate fra loro in qualsiasi modo. La loro distribuzione appare quindi casuale. 4) Non si trova alcuna correlazione fra il tipo di ambiente ed il polimorfismo molecolare osservato. 5) La maggior parte delle mutazioni non mostra effetto sul fenotipo. Se una mutazione non si manifesta nel fenotipo, non può essere soggetta a selezione naturale. La teoria neutralista asserisce che la maggior parte delle mutazioni geniche sono "neutre", cioè, non sono né vantaggiose né svantaggiose dal punto di vista della selezione, e ciò avviene o perché (1) riguardano settori del DNA che non si esprimono a livello del fenotipo, o perché (2) la mutazione non comporta né vantaggio né svantaggio selettivo. La teoria asserisce inoltre che, anche laddove l'allele non sia "neutro", la selezione naturale non può essere la forza motrice dell'evoluzione poiché riduce la variabilità genetica eliminando gli alleli sfavorevoli. Di conseguenza, mutazioni casuali e deriva genetica avrebbero più peso, nell'evoluzione, che non la selezione. Il polimorfismo che caratterizza molti geni sarebbe dovuto, secondo i neutralisti, all'accumulo di mutazioni casuali. Un sostenitore del neutralismo ha voluto riassumere in una formula ad effetto il concetto di base: non "survival of the fittest" ma "survival of the luckiest". L’ orologio molecolare La teoria neutralista prevede che la velocità con cui una proteina evolve permane approssimativamente stabile nel tempo, pertanto l’ammontare dei cambiamenti molecolari a cui una proteina è andata incontro può essere impiegato come orologio molecolare per datare gli eventi evolutivi e stabilire le relazioni filogenetiche tra le specie. Il tasso di sostituzione neutra è costante L’ orologio molecolare L’orologio molecolare batte a velocità diverse in proteine diverse I difetti dell’ orologio molecolare 1. I tempi incostanti dell’evoluzione morfologica mal si accordano con il tasso costante del cambiamento molecolare. 2. La velocità con cui batte l’orologio molecolare in realtà non è sempre costante. Per esempio, i primati mostrano un tasso di evoluzione più lento di quello degli altri mammiferi a partire dal momento della loro radiazione. La filogenesi La filogenesi è la storia evolutiva di un gruppo di organismi, raffigurata di solito in forma di albero, i cui rami rappresentano le relazioni ancestrali tra gli esseri viventi, e la lunghezza di ciascun ramo è proporzionale all’entità del mutamento evolutivo che separa i membri dell’albero. I fattori di comparazione per la costruzione degli alberi sono: • i caratteri morfologici, anatomici o comportamentali • le sequenze amminoacidiche delle proteine • le sequenze di DNA Gli svantaggi della filogenesi morfologica 1. Fenotipi simili si evolvono in organismi che sono imparentati molto alla lontana (esempio: le ali che sono presenti negli uccelli, nei pipistrelli e negli insetti). 2. Molti organismi non hanno caratteristiche fenotipiche evidenti e adatte per dei confronti (esempio: i batteri). 3. Spesso non esistono caratteri fenotipici confrontabili tra specie evoltivamente molto lontane (esempio: batteri e mammiferi) L’albero evolutivo della vita Un albero evolutivo della vita sulla Terra ottenuto dal confronto delle sequenze di rRNA 16S The Out-of-Africa hypothesis The multiregional hypothesis Rapporti evolutivi tra uomo e scimmie antropomorfe