Avvicinamento: Ci si dirige verso Quarto d’Altino dove si prende
02 Ottobre 2005
VAL ROSANDRA
CIPPO COMICI – MONTE CARSO
Referente
Ivano Criveller
Tel. 335.8357925
Partenza:
Domenica 02 Ottobre 2005
ore 7.20 dal Piazzale della chiesa di Dosson
Rientro previsto: ore 19.00
Difficoltà:
E Percorso escursionistico generalmente facile con
alcuni piccoli tratti un po’ ripidi
Dislivello:
500 m (compresi i saliscendi)
Quota massima: 430 m (Monte Carso)
Tempi percorso: 5 ore
Equipaggiamento: Tenuta comoda e sportiva, scarpe da trekking,
pranzo al sacco.
Cartografia:
Tamari 23 Sentieri n° 15 – 17 – 13 - 25 – 46 - 38
Costi auto:
A/R 310 km x 0,15 € = 46,50 €
Autostrada A/R 11,20 € Totale 57,70 €.
l’autostrada A4 in direzione Trieste. La si percorre per intero fino all’uscita
di Sistiana, qui si prosegue sulla tangenziale in direzione del valico di
confine di Rabuiese, si imbocca l’uscita per San Dorligo della Valle e
passato Sant’Antonio in Bosco si arriva a Bagnoli della Rosandra, dove
svoltando a sinistra si entra in valle e attraversato l’abitato di Bagnoli
Superiore, si giunge al rifugio Premuda, dove si parcheggiano le auto.
Tappe: Rifugio Premuda q. 82 – Bivio Moccò q. 150 – Ex ferrovia q. 258 –
Dorsale Monte Stena q. 325 - Botazzo q. 184 – Bivio q. 167 – S. Maria in
Siaris q. 243 – Cippo Comici q. 343 – Sella del Monte Carso q. 368 – Cima
del Monte Carso q. 430 – Belvedere q. 395 - Rifugio Premuda q. 82.
Escursione: Si parte dal Rifugio Premuda eretto in muratura dalla
Società Alpina delle Giulie nel 1940 sulla sponda sinistra del torrente
Rosandra, è sede della scuola nazionale di Alpinismo “Emilio Comici” e,
base ideale per tutte le escursioni nella valle. Si attraversa subito il torrente
e si sale sulla sinistra per il versante orientale del Monte San Michele, fino a
poco prima dell’abitato di Moccò, dove ad un bivio si gira a destra e sempre
in leggera salita passando vicino ai ruderi del castello medioevale, si giunge
fino a costeggiare il tracciato della ex ferrovia che portava in Istria. Il
sentiero molto panoramico, (da qui si possono osservare partendo da est: il
Monte Stena, il “Crinale” sormontato dal Cippo Comici, la chiesa di santa
Maria in Siaris sulla parete sinistra del “Crinale”, il Monte Carso, il torrente
Rosandra e il mare), procede seguendo il costone quasi a strapiombo sulla
valle e sul torrente sottostante, ed in leggera e costante discesa porta fino a
Botazzo, posto praticamente sulla testata della Val Rosandra, al confine fra
Italia e Slovenia. Si attraversa il ponte sul torrente, che si costeggia sul
versante sinistro, fino a scendere attraverso dei gradini in cemento, (il luogo
è denominato Vratca), portandoci così quasi sotto la bellissima cascata alta
più di 30 m. Ancora un breve tratto in leggera discesa e si arriva al bivio di
fronte al “Montasio”, dove si svolta a sinistra e si sale ripidamente fino alla
chiesetta di Santa Maria in Siaris. Si continua quindi per sfasciumi, su ripido
sentiero, fino ad una forcellina; da qui il sentiero sale lungo l’aereo crestone
roccioso del “Crinale”, facilitato da alcuni gradini in roccia, e ci permette di
raggiungere il Cippo dedicato al grande scalatore triestino Emilio Comici.
Dopo una meritata sosta si scende in breve ad un bivio, dove svoltando a
sinistra si sale il facile pendio che porta prima alla sella del Monte Carso e
quindi alla cima dello stesso, da dove si può godere di uno stupendo
panorama a 360°. La discesa inizia in modo blando portandosi dapprima
sul ciglione carsico occidentale e poi piegando sulla destra fino al
“Belvedere”, da dove diventa più ripida e attraversa con alcune svolte un
boschetto carsico fino alla Sella della Bora. Da qui si prosegue sempre in
ripida discesa, attraversando una fascia rocciosa e successivamente su
ghiaie con ampi tornanti tra la rada boscaglia, fino a oltrepassare i resti
dell’acquedotto Romano e ritornare infine al Rifugio Premuda.
Grafico - Cartina:
Paesaggio naturale: Il Parco Naturale della Val Rosandra è stato
istituito nel 1984 dal Comune di San Dorligo della Valle - Dolina ed
interessa la parte sud-orientale della Provincia di Trieste per una superficie
complessiva di 434 ettari. Nel Parco sono presenti diversi ambienti come la
landa carsica sul Monte Stena, la boscaglia carsica e pinete di pino nero
austriaco nelle altre zone, ma particolarmente interessante e prezioso è
l’ambiente acquatico del torrente Rosandra. Il nucleo centrale del parco
rappresenta la Val Rosandra, profondo solco vallivo che incide l’altopiano
carsico in direzione nordovest-sudest, dove il paesaggio di rupi, ghiaioni,
pareti strapiombanti con la sottostante forra del torrente Rosandra danno
un tono di "wilderness" conservatosi malgrado la vicinanza della città di
Trieste. La Val Rosandra è l’unica incisione valliva del Carso Triestino. La
cascata del torrente Rosandra, di oltre 30 metri di altezza, rappresenta il
punto di passaggio fra rocce impermeabili a monte e permeabili a valle. La
forra del torrente è il risultato sia dell’erosione fluviale che della
dissoluzione delle rocce carbonatiche prodotta dall’acqua combinata con
l’anidride carbonica. Ricco di fenomeni è il carsismo sotterraneo con la
presenza di una settantina di cavità. La valle rappresenta una via
preferenziale per la discesa della Bora dal retroterra alla zona costiera: alla
Sella della Bora sono state registrate velocità massime di 150 km/h. Sul
versante nordest della valle, soleggiato e sottovento, predomina un clima
caldo e mite, mentre sull’opposto versante sudovest, in ombra ed esposto
al vento "dominante", prevale un clima freddo; possiamo così rilevare alle
stesse quote sui due versanti opposti differenze di temperatura superiori ai
10°C. Nella Val Rosandra la diversità climatica, la dissimmetria dei versanti
ed i diversi litotipi presenti (calcare e flysch) determinano l’organizzarsi
delle specie vegetali in associazioni ben definite: la vegetazione pioniera
delle rupi e dei ghiaioni, la landa carsica in fase di incespugliamento, la
boscaglia carsica prevalentemente costituita dal carpino nero e orniello, il
bosco a roveri e cerri, la vegetazione ripariale a salici, pioppi e ontani lungo
il torrente. L’intervento umano è rappresentato dai rimboschimenti a pino
nero austriaco e dalle tracce delle coltivazioni tradizionali nella zona di
Botazzo. La presenza del corso d’acqua e le caratteristiche rupestri
dell’ambiente determinano condizioni favorevoli per gli animali, in special
modo per anfibi e rettili rappresentati rispettivamente da 6 e 12 specie. La
variabilità di ambienti all’interno del Parco condiziona in modo positivo la
diversità delle specie d’uccelli. Ballerina bianca con sporadiche presenze di
garzetta e airone cenerino lungo il torrente; passero solitario e d’inverno il
picchio muraiolo sulle rupi sovrastanti; tottavilla e calandro sulla landa
carsica ed infine, nelle zone boscose picchio rosso maggiore e astore. Per
quanto riguarda i mammiferi, è il capriolo, grazie all’incespugliamento in
atto, la specie più frequente mentre per lo stesso motivo la lepre sembra
destinata alla scomparsa.
Prossima escursione:
Domenica 06
Novembre 2005