L'altipiano Carsico, itinerario erboristico tra Friuli e Slovenia Il Carso mediterraneo L'Altipiano Carsico si estende dal Golfo di Trieste fino alle zone montane della Slovenia, dunque si ha la presenza di due tipi di clima. Due zone differenti di presenza di piante officinali e vegetazione ma strettamente collegate l'un l'altra, non solo dal punto di vista geografico. La parte prettamente mediterranea dell'Altipiano Carsico si trova a ridosso della stretta fascia costiera mentre la zona continentale nelle zone interne, non avverte gli influssi termoregolatori del mare. Si può riscontrare la massiccia presenza di grotte e cavità naturali dovute alla struttura calcarea delle rocce che formano l'Altipiano. Anticamente il Carso si presentava come una zona brulla e pressoché priva di vegetazione arborea, il rimboschimento (per lo più a pino nero, pinus nigra) è opera dell'austriaco Ressel alla fine dell'Ottocento. Su questo albero sono in corso moltissime ricerche in campo erboristico, specialmente nella vicina Germania. Infatti, questa varietà di pino, presente nell'Altipiano Carsico ed in particolare le sue gemme, sembrano avere maggiore attività farmacologica del gemmoterapico derivato dal Pinus Montana. Molto interessante dal punto di vista naturalistico ed erboristico è la zona costiera che va da Duino al promontorio di Miramare. Questa parte di territorio si presenta come una fascia di costa alta e frastagliata, in cui le falesie ricadono quasi verticalmente sul mare e con una fitta boscaglia mediterranea. Fra le rocce è possibile la vita vegetale, dove il terreno si presenta meno ripido e scosceso, trova posto la tipica macchia mediterranea presente come "ostrio lecceta", formazione che è tipica della fascia costiera del Carso triestino e delle coste calcaree della Dalmazia, in cui si riscontrano specie di grande importanza erboristica quali il leccio, il carpino nero, l'orniello, la carpinella, il terebinto, la filarea e l'acero minore, specie che raramente superano i 4-5 m di altezza. Lo strato arbustivo inferiore è molto fitto e vi abbondano Smilax aspera, Rubia peregrina e Asparagus acutifolius. Queste piante sono molto interessanti dal punto di vista erboristico. In particolare desta molto interesse, per la specificità dell'habitat botanico di questa zona carsica, l'ottima qualità erboristica della Smilax Aspera, la salsapariglia, rimedio officinale di grande importanza come depurativo e disintossicante. Lo "Stracciabrache" così viene chiamato in maniera popolare, è una liana sempreverde con fusti legnosi ma flessuosi. Numerose sono le spine, disposte sui fusti, sul bordo delle foglie e sulle nervature. Le foglie sono di colore verde lucente, hanno un picciolo di 2-3 cm ed una lamina coriacea, cuoriforme e sagittata (4-5 per 8-10 cm). Dalla base del picciolo si dipartono due lunghi viticci. I fiori, di colore bianco e riuniti in piccole ombrelle ascellari o terminali, sono molto odorosi. I frutti maturano in autunno: sono delle bacche di colore rosso e di forma sferica (8-10 mm). Questa pianta entra nelle formazioni della macchia mediterranea e della lecceta: è comune in Italia e nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Altra presenza erboristica importante è il leccio in questa zona, studiato da diversi anni, sempre in ambito gemmoterapico, per le proprietà antiasteniche e tonificanti, della parte embrionale dell'albero. Il leccio è una quercia sempreverde che vive spontanea sulle terre dell'Europa e dell'Africa settentrionale. Il più grande lecceto del nord Adriatico si trova nel bosco della Cernizza tra Duino e il Villaggio del Pescatore.Un altro esemplare degno di essere citato è quello che si trova nel Parco del castello di Miramare, siamo appunto in zona carsica, che ha una circonferenza alla base di 4,50 m, un'altezza di oltre 16 m ed un'età presunta di 140 anni. L'itinerario erboristico di questa zona è dunque davvero molto interessante. All'estremo limite nordoccidentale di questa zona, spartiacque tra la zona a costa alta e rocciosa e quella bassa e sabbiosa si trovano le "Bocche del Timavo" un luogo davvero ricco di suggestione e di presenze botaniche. Il Carso continentale Al di là dei bastioni che si affacciano sul mare, il clima muta bruscamente da mediterraneo a continentale. Qui gli inverni si fanno rigidi, più che in altre zone del Paese pur altimetricamente simili, per l'insistere di correnti orientali, con periodi di gelo piuttosto lunghi. La neve non è molto frequente poiché le precipitazioni sono più spesso dovute a correnti umide meridionali che portano la temperatura su valori superiori allo zero, e quando questa cade è generalmente accompagnata da forte vento di Bora (E-NE), ciò impedisce che la coltre superi i 10-20 centimetri. In questi eccezionali boschi predominano rovere e cerro consociati a carpinella e frassino minore. Vi sono vaste pinete di rimboschimento con alternanza di lande aperte sul terreno collinare. Queste zone di prateria con rocce affioranti prendono il caratteristico nome di landa carsica. E' il frassino, in questa zona ad essere molto importante da un punto di vista erboristico. Le foglie di frassino hanno una notevole effetto sull'acido urico e sono un potente diuretico. Per questo il frassino della zona carsica è considerato di elevata qualità erboristica, così come le sue gemme, dalle quali si ricava un potente rimedio gemmoterapico usato contro i reumatismi. In questa zona, tra frassini, cerri e carpinelle si possono trovare anche delle abitazioni tipicamente carsoline, che rendono il nostro itinerario, ancora più dolce e suggestivo. In questa parte continentale dell'Altipiano Carsico, molto bella è la Val Rosandra dove troviamo flora costituita da piante ad alto fusto, come quercia e rovere che sono specie endemiche e sempreverdi. Anche qui troviamo il pino nero inserito nel corso del grande rimboschimento operato dagli austriaci. Per quel che riguarda il sottobosco si possono trovare piante tipiche dell'arco alpino e piante tipiche della regione balcanica e illirica. Pianta tipica della Val Rosandra è la Pulsatilla montana, molto utilizzata in ambito omeopatico. La peculiarità di questa pianta sono le setole che proteggono la pianta dall'eccessiva traspirazione. Sempre in questa zona dell'Altipiano Carsico troviamo il Lilium carniolicum tipico delle zone montuose della Slovenia. Per le erbe naturalmente e per fortuna non esistono confini. Questo giglio è secondo molti botanici il più bello in assoluto. Sempre nei boschi del Carso troviamo la Paeonia officinalis. È una pianta erbacea perenne, alta fino a 60 cm. Predilige i pendii montani rocciosi, dove si presenta in piccoli gruppi. Numerose sono le coltivazioni ornamentali di questa pianta, selezionate per la varietà dei colori e per la ricchezza della fioritura. Il nome deriva dal medico greco Paeon, che la impiegò per guarire una ferita di Plutone. Nella Cina imperiale era simbolo di gloria e in tempi più vicini a noi faceva parte dell’arsenale magico di maghi e stregoni. È caratterizzata da un robusto e profondo rizoma fusiforme, fusti lisci ed eretti con un unico grande fiore alla sommità, di colore rosso-cremisi nella varietà spontanea, di gradevole odore e a comparsa tra maggio e giugno. Per quanto riguarda la Paeonia officinale del Carso, sappiamo che un tempo era usata per la produzione di sciroppi contro l’asma e la tosse ma sappiamo anche che è una pianta velenosa se parti di essa sono ingerite. Una piccola pianta bulbosa, molto caratteristica per la curiosa maculatura a scacchiera dei suoi fiori bruno porporini che ricordano quelli dei tulipani è la Fritillaria nigra, presente solo nella porzione sudorientale del Carso, sempre in Val Rosandra. Si sta studiando come rimedio farmacologico ma al momento le notizie sono poche. Dunque un itinerario erboristico che attraversa un confine non solo geografico ma anche botanico. L'Orto Botanico di Sgonico Molto interessante e da vedere l'Orto Botanico nel comune di Sgonico, in provincia di Trieste. Fu avviato nel 1964 ad opera di un gruppo di studiosi e amanti della flora carsica. Fu scelto il nome di Carsiana, sia perché l'intenzione era di conservare e raccogliere le specie più significative del Carso, sia perché si voleva stabilire un ideale collegamento con l'orto botanico Juliana della Val Trenta che illustra gli aspetti della flora delle Alpi Giulie. Fin dall'inizio era nell'auspicio dei promotori, di poter affidare ad un Ente pubblico quanto era stato da loro realizzato per garantirne la continuità. Dal 1972 l'Amministrazione Provinciale di Trieste si è assunta l'onere di sostenere l'iniziativa, allo scopo di metterla a disposizione del pubblico. Nell'allestimento e nell'organizzazione di Carsiana si è rinunciato al criterio tradizionale di ordinare le collezioni di specie viventi in base alla sistematica botanica. Questa impostazione, che è la norma di quasi tutti gli orti botanici, continua ad avere la sua funzione didattica per le grandi istituzioni, mentre oggi si rende sempre più necessario rivolgersi ad un pubblico più vasto con la presentazione di ambienti facilmente riconoscibili. In questo interessante orto ci si è preoccupati pertanto di mantenere e potenziare gli aspetti più significativi del paesaggio carsico quali la landa, la boscaglia e il sottobosco, la dolina, la vegetazione rupestre e dei ghiaioni. Il visitatore verrà a contatto con due tipi di segnalazione: uno descrive di volta in volta gli aspetti del paesaggio carsico, l'altro si rifà all'etichettatura delle singole specie e ne riporta il binomio scientifico, ove possibile volgare, la famiglia di appartenenza, la distribuzione geografica e il periodo di fioritura. Per i particolari criteri di allestimento adottati, Carsiana è uno strumento di interpretazione dei principali ambienti vegetali del Carso e occasione per esibire le loro specie più caratteristiche. In essa perciò si vogliono mettere in evidenza gli elementi costitutivi ricorrenti della complessa realtà naturale del territorio. Dunque un itinerario che partendo dal Carso mediterraneo, arriva al Carso continentale, dove gli appassionati di erbe officinali e di turismo botanico, potranno avere grandi soddisfazioni.