IL PAZIENTE GERIATRICO ELEMENTI DI SPECIFICITA’ il “frail elderly”… … pensa al più anziano, al più malato, al più complicato ed al più fragile dei tuoi pazienti Hazzard W. R. STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE SECONDO L’ETA’ Modificazione del numero delle nascite e del tasso di natalità in Italia dal 1964 al 2000 Composizione percentuale della popolazione italiana nel 1950, 2000, proiez. 2030, in rapporto a sesso ed età Obiettivi della Medicina Geriatrica • Assistenza globale del paziente, non solo trattamento della malattia. • Prevenzione della disabilità. • Miglioramento e/o mantenimento delle capacità funzionali del paziente e della sua qualità di vita. • Assistenza al malato terminale. Benessere socio-ambientale Salute fisica STATO DI SALUTE Benessere psico-affettivo Benessere bio-psico-sociale Condizioni disabilitanti nell’anziano Degenza a letto / Malnutrizione / Ipotrofia muscolare Modificazioni indotte da tre settimane di degenza a letto: •Riduzione gittata cardiaca del 26% •Riduzione ventilazione polmonare del 30% •Riduzione massa muscolare del 1,5% •Riduzione saturazione ossigeno arterioso •Aumento resistenze arteriose periferiche •Riduzione attività fibrinolitica •Riduzione calcio osseo •Riduzione HDL Risultati di uno studio su 1181 anziani ospedalizzati per malattia acuta internistica ed autonomi nella deambulazione prima del ricovero: Durante la degenza il 17% ha perso tale autonomia Fattori predittivi di tale evento sono risultati: •Eta superiore a 85 anni •Parziale disabilità pre-ricovero •Deambulazione assistita •Diagnosi di neoplasia •Elevata comorbidità Mahoney JE et al. J Gerontol 1998 NON ASSENZA DI MALATTIA Salute per gli anziani MA PERDURARE DELL’AUTONOMIA Successful agers Usual agers Accelerated agers Frail elderly Modelli di Invecchiamento: Fragilità e Disabilità Stato Funzionale Stato Funzionale integro Invecchiamento “Normale” Invecchiamento “Accelerato” Fragilità Disabilità Tempo (età) Modificato da Ferrucci L et al. “L’ANZIANO FRAGILE” Soggetto incapace a reagire efficacemente ad eventi che turbano il suo già precario equilibrio …temperatura ambientale inusualmente elevata, evento traumatico sia fisico che psichico, riacutizzazione di una malattia cronica, nuova patologia acuta, procedimento diagnostico incongruo, terapia inappropriata… La Fragilità va differenziata da: • Disabilità • Comorbilità Sindrome biologica caratterizzata da ridotta riserva funzionale e resistenza agli stress e provocata dal declino cumulativo delle funzioni di più sistemi ed apparati …Determinata dal concorso di più fattori… Fattori causali di natura biologica, medica, ambientali Impatto clinico condizionato dall’ambiente fisico, sociale, da situazioni che perturbano l’equilibrio quotidiano L’ANZIANO “FRAGILE” Perdita dei meccanismi omeostatici e delle riserve funzionali Fragilità Disabilità funzionale multisistemica Vulnerabilità dell’anziano verso l’ambiente FRAGILITA’ E DISABILITA’ Fragilità una condizione di permanente rischio di disabilita’ Estrema vecchiaia Istituzionalizzazione (ospedale, case protette) Comorbidità grave FRAGILITA’ Stato di dipendenza funzionale Polifarmacoterapia complessa Stato socioambientale critico Studio Longitudinale Italiano sull’Invecchiamento: Numero di patologie in rapporto all’età Muscoli, ossa, articolazioni Attività cardiaca, respiratoria, muscolare Ridotta capacità muscolare Ridotta resistenza fisica FRAGILITA’ Capacità di autoalimentarsi Ridotte capacità neuropsicologiche Ingerire e digerire cibi. Funzioni epatiche conservate Giudizio critico. Organi di senso (vista, udito, vestibolare) IL PERCORSO DELLA FRAGILITA’ Cause predisponenti 1) Polipatologia 2) Polifarmacoterapia 3) Declino delle funzioni psico-fisiche 4) Declino della riserva funzionale Aspetti clinici della fragilità Sintomi - debolezza - affaticabilità - anoressia - malnutrizione - perdita di peso Segni - ridotta forza muscolare - ridotta massa ossea - andatura ed equilibrio compromessi - decondizionamento cardiocircolatorio Conseguenze della fragilità - cadute - fratture - ferite - malattie acute - ospedalizzaz. - disabilità - dipendenza - istituzionaliz. - morte Criteri proposti per l’identificazione dell’anziano fragile: • Perdita di peso (4-5 kg nell’ultimo anno) • Affaticamento (fatica in almeno 3 giorni/settimana) • Riduzione della forza muscolare (hand-grip) (meno di 5 e 3 kg nel M e nella F rispettivamente) • Ridotta attività fisica (Physical Activity Scale for Elderly) • Riduzione della velocità del cammino (> 7 sec per 5 mt) Fried LP et al. 2001 C’è fragilità in presenza di almeno 3 criteri. La presenza di 1 o 2 items identifica il rischio di fragilità (pre-frail) Spirale della fragilità Determinanti della Fragilità • Sarcopenia • Disregolazione di numerosi sistemi: • Asse ipotalamo-ipofisi-surrene • Ormoni sessuali • Sistema immunitario • Stato pro-infiammatorio cronico SARCOPENIA: DEFINIZIONE Sindrome caratterizzata da una perdita di massa e forza muscolare progressiva e generalizzata accompagnata da un aumentato rischio di esiti sfavorevoli come disabilità fisica e ridotta qualità di vita. Report of the European Working Group on Sarcopenia in Older People. ALFONSO J. et al Age and Ageing 2010; 39: 412–423 A.J. Cruz-Jentoft et al. 2010 ATTIVITA’ FISICA ALIMENTAZIONE INVECCHIAMENTO SARCOPENIA Condizioni associate ad una marcata sarcopenia: • Riduzione della forza, potenza e resistenza muscolare • Riduzione del metabolismo basale • Aumento della massa grassa • Aumento della perdita della massa ossea • Instabilità posturale • Ridotta capacità di termoregolazione • Aumentato rischio di declino funzionale • Aumentato rischio di cadute e fratture Changes in Muscle Mass with Aging Lexell et al., 1988 Changes in Muscle Mass with Aging 40% loss in muscle mass from 20-70 years of age Rogers & Evans, 1993 6% decline in muscle mass per decade from age 30-70 Fleg & Lakatta, 1988 1.4 –2.5% decline in muscle mass per year after age 60 Frontera et al., 2000 Effect of aging on thigh muscle and fat Young active Old sedentary Roubenoff, J. Gerontol. 2003 Age-related changes in abdominal fat distribution Obesità sarcopenica A: 48y Old man h: 168 cm, BW: 76 Kg BMI: 27 B: 77y old man h: 170 cm, BW: 81 Kg BMI: 28 AGING= Greater increase of intraabdominal than periferal fat Greater decrease in periferal than central FFM Beaufrere B et al. Eur J Clin Nutr 2000 Sarcopenia ↑Slow twitch (Tipo I) - riduzione del numero delle cellule muscolari, prevalente per le fibre di tipo II (responsabili della contrazione rapida) - atrofia delle fibre residue con squilibrio tra sintesi e degradazione proteica e alterato metabolismo energetico; ↓Fast twitch (Tipo II) Anziano - riduzione del numero e dell’attività delle cellule satelliti Giovane Prevalence (%) of Sarcopenia* Age group Males Females (years) (n=205) (n=173) <70 13.5 23.1 70 – 74 19.8 33.3 75 – 80 26.7 35.9 >80 52.6 43.2 *New Mexico Elder Health Survey, Baumgartner et al. 1998 Strength Loss with Aging Strength increases up to age 30 Plateaus from age 30 – 50 8% loss per decade after age 45 - Declines 24-36% between 50-70 15% loss per decade up to 6th and 7th decades of life, 30% loss per decade thereafter Evans, 1997 Factors responsible for decreases in power Skeletal muscle mass “Sarcopenia” Fiber number, Cross-sectional area, Selective type II atrophy Larsson, 1979 Neural Factors Loss of Motor units (47% decrease 20-65) Doherty, 1993 MU remodeling (Type I) Specific tension, in vitro shortening velocity Larsson, 1997 Reduced MU firing rates, Asynchronous MU firing, Slowed nerve CV Contraction velocity Changes in muscle metabolism with age • Increase in mitochondrial DNA mutation • Decline in muscle mitochondrial protein synthesis (40%) – Decreased oxidative phosphorylation and ATP generation – Results in fatigability • Decline in myosin heavy chain synthesis – Major protein involved in ATP and conversion of chemical to mechanical energy Sarcopenia* age-associated decline in muscle mass • etiology related to changes in: hormone status neural factors Inflammation protein/energy intake disuse atrophy *Rosenberg 1989 Age-related Behavioral Prevention approaches • Maintain or increase lean mass – Avoid weight loss – Anabolic hormones (GH - IGF-1, Testosterone, DHEA’s) – Block cytokines (TNF alpha, Il-6?) – Nutritional approaches - ranging from creatine to caloric restriction • Maintain or increase muscle quality – Improve metabolic capacity of muscle – Decrease loss of type 2 fibers – Strength training Clinical trials to prevent sarcopenia • Testosterone, DHEA – Both result in very small increases in lean mass and strength with side effects limiting use • GH, GH secretagogues – Slight increase in mass without increase in strength • Exercise – Minimal increase in mass, but large increase in strength BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA Gestione della malattia Prevenzione secondaria Prevenzione primaria 47 BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA Previene Diabete Cancro del colon Cancro della mammella Osteoporosi Cadute e fratture Decadimento cognitivo Previene e cura Ipertensione Helmrich SP coronarica et al, NEJM 1991 Malattia Thune Icerebrale et al, NEJM 1997 Ictus Thune Obesita’ I et al, NEJM 1997 Price RL et al, NEJM 1991 Brukner PD et al, MJA 2005 Brukner PD et al, MJA 2005 Brukner PD et al, MJA 2005 48 Il problema • 40 – 60 % della poplazione adulta della U.E. ha uno stile di vita sedentario • 23.5 % e’ completamente sedentario 49 Linee Guida Organizzazione Mondiale della Sanità L’obbiettivo • minimo di 30 minuti al giorno • attività fisica di media intensità • per 5 giorni alla settimana • almeno 20 minuti di attività intensa • 3 giorni alla settimana Sono consigliati periodi brevi di almeno 1015 minuti 50 La perfezione non è raggiungibile Optimum – 3-4 volte alla settimana, 30-60 minuti al giorno – alta intensità Non raggiunibile quindi – “Qualcosa” è meglio di “niente” – Intensità media per un periodo più lungo è meglio di alta intensità per un periodo breve – Trova qualcosa di fattibile per il paziente: camminare, andare in bicicletta ecc – Incorporare AF nella vita quotidiana: andare a far spese a piedi invece che con la macchina – Chiedere l’aiuto del medico 51 FORZA ED EQUILIBRIO Esempi FORZA ED EQUILIBRIO Esempi FLESSIBILITA’ FREQUENZA E DURATA OBIETTIVO 30 MINUTI di attività fisica moderata 5 giorni alla settimana 20 MINUTI di attività fisica intensa 3 giorni alla settimana. PROGRESSIONE incrementare progressivamente la frequenza e la durata rivolgersi al medico dolori al petto capogiri affanno eccessivo battito cardiaco irregolare sintomi di allarme scala di Borg INTENSITA’ A seconda dei livelli di attività fisica, possiamo distinguere tre gruppi di persone. Una diversa intensità di sforzo sarà raccomandata ad ogni gruppo • Profilo Sedentario (oggi non compiono attività fisica) – da 7 a 9 nella Scala di Borg • Profilo Attivo-Passivo (fanno attività fisica, ma non rispettano le raccomandazioni dell’OMS/ASCM) – da 10 a 13 nella Scala di Borg • Profilo Attivo (rispettano le raccomandazioni dell’OMS/ASCM) – da 13 nella Scala di Borg E’ necessario l’intensità! aumentare progressivamente INTEGRAZIONE NUTRIZIONALE In ordine di importanza: •Proteine •Aminoacidi ramificati •Creatina e/o glutammina •Carboidrati PROTEINE: Mantengono/aumentano la massa muscolare Fabbisogno medio: 70-140 gr/die. Lungo tempo di assorbimento: non vanno assunte con i pasti (aumentano il carico digestivo), né prima dell’esercizio (non sano infatti subito disponibili ed appesantiscono il soggetto in procinto di sforzi) AMINACIDI RAMIFICATI: Leucina, Isoleucina, Valina. Non sono sintetizzti dall’organismo, non sono metabolizzati dal fegato, ma Vengono direttamente captati dai muscoli. Funzione Plastica ed energetica. Rapido assorbimento. Prima dell’allenamento: migliorano forza e performance Dopo l’allenamento: accelerano il recupero muscolare Fabbisogno medio: 3-6 gr/die CREATINA: Aminoacido principale costituente del muscolo. Aumenta forza, resistenza e volume muscolare. Partecipa alla sintesi muscolare di ATP. Trasporta a livello muscolare liquidi, glicogeno, aminoacidi. Utile per sforzi intensi e di breve durata. Va assunta più volte nella giornata, con abbondanti liquidi, in cicli alternati di 3-4 settimane. Fabbisogno medio 3gr/die (Funzione renale!) GLUTAMMINA: Molteplici funzioni: detossificazione, immunitaria, Proenergetica cerebrale. Potente anticatabolico, limita la distruzione delle fibre muscolari durante l’esercizio ed accelera il recupero. Utile prima e/o dopo L’esercizio. Fabbisogno medio 3gr/die CARBOIDRATI: Importante fonte di energia rapida, prima e dopo l’esercizio fisico Determinanti della Fragilità •Sarcopenia •Disregolazione di numerosi sistemi: •Asse ipotalamo-ipofisi-surrene •Sistema Simpatico •Ormoni sessuali •Sistema immunitario •Stato pro-infiammatorio cronico Asse Ipotalamo-ipofisi-surrene: • Incremento cronico della cortisolemia • • • • • • • Aumentata resistenza insulinica Riduzione delle difese imunitarie Neurodegenerazione ippocampale Aumentato catabolismo muscolare Aumentato rischio cardio-vascolare Aumentato rischio infettivologico Aumentato deterioramento mentale Determinanti della Fragilità •Sarcopenia •Disregolazione di numerosi sistemi: •Asse ipotalamo-ipofisi-surrene •Sistema Simpatico •Ormoni sessuali •Sistema immunitario •Stato pro-infiammatorio cronico Stato proinfiammatorio e procoagulante: Aumentata produzione di citochine infiammatorie: • IL 1, IL 6, TNFα Aumentata produzione di PCR Aumentata produzione di D-dimeri Tono Sarcopenia Sarcopenia e fragilità: meccanismi patogenetici proposti IL PAZIENTE GERIATRICO LA SINDROME CLINICA DA FRAGILITA’ INDICATORI CLINICI SINTOMI SEGNI •Debolezza •Affaticabilità •Anoressia •Paura di cadere •Osteopenia •Dimagramento •Denutrizione •Instabilità •Immobilità IL PAZIENTE GERIATRICO LA SINDROME CLINICA DA FRAGILITA’ CONSEGUENZE •Cadute •Dipendenza •Traumi •Istituzionalizzazione •Malattie acute •Morte •Ospedalizzazione Tipici eventi avversi nell’anziano fragile Prevenzione attiva della fragilita’: VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE (VMD) Processo diagnostico multidimensionale, interdisciplinare utilizzato per identificare risorse, problemi clinici, psico-sociali e funzionali della “persona fragile” Strumento guida per la costruzione di un piano personalizzato di assistenza nella rete dei servizi ASSISTENZA CONTINUATIVA MODELLO ORGANIZZATIVO MODELLI ASSISTENZIALI IN GERIATRIA • UNITA’ GERIATRICA PER ACUTI (UGA) • DAY HOSPITAL GERIATRICO (DHG) • RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE (RSA) • ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA (ADI) • OSPEDALIZZAZIONE DOMICILIARE (OD) RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE (RSA) Struttura extra-ospedaliera per anziani disabili, in prevalenza non autosufficienti, non assistibili a domicilio, che necessitano di trattamenti continui e persistenti OBIETTIVO •Accoglimento •Prestazioni sanitarie •Prestazioni assistenziali •Prestazioni di recupero Anziani non autosufficienti senza un idoneo supporto familiare UTENZA DELLE RSA Età di interesse geriatrico (>65 anni >80) Perdita dell’autosufficienza nelle attività della vita quotidiana Condizioni sanitarie caratterizzate da comorbidità, severità ed instabilità clinica, non tali da richiedere cure intensive ospedaliere Condizioni sociali che non consentono la permanenza al domicilio sia pure con supporto assistenziale PAZIENTI D’ELEZIONE DELLE RSA Anziani non autosufficienti, bisognosi di assistenza e cura continuativa a lungo termine (Long-term care) Anziani provenienti da unità di degenza per acuti ed in condizioni cliniche non stabilizzate (Post-acute care) Anziani con necessità di osservazione medico-infermieristica in attesa di organizzazione ambientale/familiare, o accolti temporaneamente per ridurre il carico familiare (ospitalià diurna o notturna o per periodi limitati) (Respite care) Malati terminali senza possibilità di ulteriore terapia non assistibili al domicilio (Palliative care) OBIETTIVI ASSISTENZIALI DELLE RSA Ottenere il massimo recupero funzionale restituendo il paziente al proprio contesto abitativo/familiare (Riabilitazione globale) Contrastare la progressione ad un grado di disabilità maggiore in assenza di margini di recupero (Riabilitazione di mantenimento) Impedire l’emarginazione e l’isolamento favorendo la comunicazione interpersonale (Riattivazione psico-sociale) Prevenire nei disabili totali ed allettati la sindrome da immobilizzazione ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA (ADI) Servizio erogato per soggetti che necessitano assistenza continuativa sia di tipo sociale (igiene personale e ambientale, alimentazione, supporto amministrativo…) che sanitario ( psicologico, infermieristico, riabilitativo…) Fornisce un complesso di prestazioni mediche, infermieristiche riabilitative, socio-assistenziali in forma integrata L’ ADI è caratterizzata da: • Coordinamento collegiale per la programmazione degli interventi la scelta delle strategie assistenziali, la verifica dei risultati • Confronto tra le figure professionali coinvolte • Collegamento funzionale con gli altri servizi territoriali per anziani ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA “Servizio domiciliare” PRESTAZIONI SANITARIE •Supporto psicologico •Assistenza infermieristica •Riabilitazione …. OBIETTIVO SOCIALI •Igiene personale •Pulizia appartamento •Preparazione pasto… Mantenere l’ambiente familiare Contrastare la disabilità Ridurre i ricoveri OSPEDALIZZAZIONE DOMICILIARE (OD) “Assistenza domiciliare di tipo ospedaliero” PRESTAZIONI •Interventi diagnostici e terapeutici di livello ospedaliero nel luogo di vita dei malati OBIETTIVO •Mantenere l’ambiente familiare •Continuità delle cure ospedaliere •Dimissioni precoci TIPOLOGIA PAZIENTI •Riacutizzazioni patologie croniche •Gravi patologie progressive •Esiti interventi mutilanti •Malati terminali SITUAZIONE ORGANIZZATIVA ATTUALE O s p e d a l e T e r r it o r i o R L UVG A: UOG R: riabilitazione L: lungodegenza PC: Primary Care Residenze A RSA S: sociale PC UVG PC S S PC S ADI PC ADI S UVG: Unità di Valutazione Geriatrica LE PROSPETTIVE O s p e d a l e T e r r it o r i o A: UOG L A R: riabilitazione L: lungodegenza PC: Primary Care UVG R Residenze RSA PC S UVG ADI S S: sociale S PC PC ADI UVG: Unità di Valutazione Geriatrica