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Latina
Il giornale di
SABATO 1 OTTOBRE 2016
A
umenta il rischio di
cirrosi epatica in provincia di Latina. Nel
centro preposto dell’ospedale Goretti sono circa 200 i pazienti colpiti da questo virus a
ricevere le somministrazioni
dei farmaci per la cura. Per la
precisione, due terzi sarebbero da considerarsi monoinfetti, mentre un terzo avrebbero
una coinfezionecon l’Hiv. L'epatite C è un'infiammazione
del fegato causata dall'infezione del virus Hcv. A differenza delle epatiti A e B, a tutt'oggi non è disponibile alcun
vaccino. Si trasmette quando
del sangue infetto entra nel
circolo ematico della persona
sana. Ben il 91 % non sa che la
malattia può manifestarsi
senza sintomi evidenti. La
mortalità peraltro sarebbe in
crescita, quasi in senso inversamente
proporzionale
all’Hiv. L’Epatite C porta alla
cirrosi epatica (230.000 casi
in Italia)e al carcinomadel fegato (3.000 casi). Ogni anno i
pazienti più giovani ricorrono al trapianto del fegato (circa 1.000 casi). Ad essere maggiormente colpita è stata la
generazione dei cosiddetti
baby boomers.Per lorosi pensa ad una campagna di prevenzione, attraverso screening e test. Quanto alla tipologia del soggetto infettato,
sonoinnetta prevalenzagliomosessuali, mentre sono in
aumento le infezioni fra i detenuti, vista la sempre più
precaria condizione igienica
delle carceri italiane. Il fenomeno tocca ovviamente anche i tossicodipendenti. Al
Goretti sono una ventina i pazienti sotto osservazione.
Mediamente le terapie durano fra i 3 e i 6 mesi senza interferone. Gli vengono somministrate 1 o 2 compresse al
giorno. Più di 170 milioni di
persone convivono nel mondo con il virus dell'epatite C
IL PROBLEMA
SALUTE
Aumentano i rischi legati ad una diffusione della malattia del fegato
Cirrosi epatica, allarme pontino
Oltre 200 i pazienti colpiti dal virus dell’epatite C in cura al Goretti
cronica e sono a rischio di cirrosi o cancro al fegato, mentre
oltre 350mila ogni anno
muoiono per malattie causate
da questo virus, contro il quale non esiste un vaccino. Sono
questi i dati mondiali che riguardano la diffusione delle
epatiti. Si tratta di un'infezione silente e pericolosa e che
L’Italia è il Paese
europeo più esposto
all’infezione
l'Italiaè ilPaese europeodove
questa malattia è più diffusa.
Stime parlano di oltre 1,2 milioni di persone nella penisola
affette da epatite C, di cui solo
300mila quellediagnosticate,
con 11mila decessi l'anno.
Nonostante i numeri, 2 italiani su 3 la misconoscono. un
nuovo farmaco antivirale di
nuova generazione per il trattamento dell'epatite C. Il farmaco (Simeprevir) è prodotto
nel Polo di Janssen Italia a Latina: perquesto è inarrivo una
nuova tranche di investimenti pari a 80 milioni di euro dal
2016 al 2021. Il Polo di Latina è
stato scelto come centro di
produzione a livello mondiale
del nuovo farmaco e negli ultimi cinque anni ha ricevuto
investimenti per 100 milioni
dieuroche hannoportatoaun
ampliamento del sito e a un
aumento della capacità produttiva che è più che raddoppiata, passando da 1,8 miliardi di compresse all'anno nel
2010 ai 4 miliardi nel 2015.
spasmodico di alcol perché il
malato tende a negare e nascondere il vizio, bevendo in
solitudine e mai davanti ad
altre persone; a quel punto
familiari ed amici hanno una
difficoltà oggettiva nell’accorgersi della presenza della
dipendenza, e solo in presenza di una crisi o di strani
cambiamenti d’umore del
soggetto possono capire cosa stia realmente accadendo. Nel territorio pontino
mancano, purtoppo, Servizi
Alcologici strutturati per dare una risposta completa e
coerente con quelle che so-
no le nuove conoscenze sulla dipendenza da alcol; manca una preparazione universitaria che faccia comprendere alle figure professionali
coinvolte che la “Sindrome
Alcolica” è di loro competenza, questa situazione viene aggravata dalla mancanza di linee guida e percorsi
terapeutici chiari per gli operatori chiamati ad intevenire su un problema o una
patologia da alcol, affinché
possano già sapere con quali
modalità intervenire nel
modo più efficace, cosi come
avviene per altre patologie.
Una questione sociale oltrechè di natura medica
“Sindrome alcolica”, carenza
di servizi e strutture locali
Rilevata la mancanza di linee guida e di percorsi terapeutici
I Problemi e le Patologie Alcol Correlate (PPAC) rappresentano una delle emergenze principali che l’Italia deve
affrontare, con enormi implicazioni a livello medico,
psicologico e sociale. I costi
di tale problematica sono
spesso sottovalutati e, a
fronte di circa 30.000-40.000
morti/anno, le politiche di
tutela sanitaria in materia
alcologica sono ancora insufficienti per affrontarla in
modo concreto. Nel momento in si vuole affrontare in
modo coerente con le conoscenze scientifiche i danni
provocati dall’alcol, è opportuno e necessario cominciare a parlare non di “alcolismo”, ma di PPAC o, meglio
ancora, di “Sindrome Alcoli-
ca”, intendendo, con questi
termini, l’insieme delle condizioni dannose che vengono determinate dall’uso eccessivo dell’alcol. Dire che
una persona è affetta da
“Sindrome Alcolica”, nella
brevità di questa definizione, indicherebbe che vi è un
insieme di fattori (psicologici, biologici e sociali) che si
esprimono (manifestano) in
conseguenza dell’uso incongruo dell’alcol, continuo ed
eccessivo, da parte di quella
persona e che sono tutti considerati dall’operatore nel
momento in cui vuole progettare il trattamento terapeutico-riabilitativo individualizzato. E’ difficile capire
quando una persona sia effettivamente legata all’uso