Piano pandemico svizzero 2006 Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale Sigla editoriale © Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Editore: Ufficio federale della sanità pubblica Data di pubblicazione: luglio 2006 Versione attualizzata: novembre 2006 Ulteriori informazioni: UFSP, Settore di direzione Sanità pubblica, Divisione Malattie trasmissibili 3003 Berna, telefono +41 (0)31 323 87 06, telefax +41 (0)31 323 87 95, e-mail [email protected], www.bag.admin.ch La presente pubblicazione è disponibile sul sito internet dell’UFSP (www.bag.admin.ch) nelle lingue tedesco, francese, italiano e inglese. Immagini: archivio UFSP Illustrazione di copertina: CDC, Cynthia Goldsmith Direzione del progetto: Karim Boubaker Gruppo di pilotaggio: P.-A. Raeber, D. Koch, H. Matter, A. Birrer, K. Boubaker Testi/Redazione: Coordinamento: Linda Nartey, Sandra Oesterreicher Redazione: L. Amsler, A. Birrer, C. Benedetti, B. Cartier, E. Conne-Perréard, T. Eckert, P. Helbling, E. Käslin, C. Kozma, V. Masserey, K. Mühlemann, L. Nartey, J. Oberreich, S. Oesterreicher, P.-A. Raeber, J.-L. Richard, S. Szekeres, B. Toti, S. Walser, P. Zucs, J.-L. Zurcher Correzione bozze: W. Wettstein Traduzioni: Servizi linguistici UFSP Tedesco: Monica Doessegger Francese: Sophie Neuberg, Bernadette von Arx, Catherine Kugler Italiano: Cinzia Corda Stalder, Franca Ferretti, Chantal Gianoni, Flavia Molinari, Caterina Palella, Giovanna Planzi Inglese: bmp translations ag, Basel Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 2 di 251 La vie d’un être humain est le bien le plus précieux puisque tous les autres en dépendent… CNE, luglio 2006 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 3 di 251 Prefazione In occasione della 7a Conferenza europea sull’influenza e la sua prevenzione tenutasi a Berlino nel 1993, i Paesi sono stati invitati a prepararsi a una possibile pandemia di influenza. Sotto la direzione dell'Ufficio federale della sanità pubblica, il Gruppo di lavoro Influenza ha immediatamente dato inizio ai lavori e nel 2000 ha presentato una prima versione di un piano svizzero in caso di pandemia. Nel 2005 una serie di eventi importanti hanno reso necessaria la rielaborazione del documento: il propagarsi dell'influenza aviaria dall'Asia all’Europa e all'Africa, l'appello lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) alla comunità internazionale di riesaminare le proprie misure di preparazione a una pandemia e l'entrata in vigore, in Svizzera, dell'ordinanza sulla pandemia di influenza. Dal 2005 le autorità federali e cantonali, in collaborazione con attori della sanità pubblica e altri settori interessati, hanno intensificato i lavori di messa a punto dei provvedimenti di preparazione e risposta a un'eventuale pandemia. Nel quadro di tali lavori è stato elaborato anche il presente Piano pandemico svizzero 2006. I provvedimenti raccomandati nel piano tengono conto delle attuali conoscenze scientifiche e presuppongono una collaborazione interdisciplinare e partenariale, così come l'utilizzo delle strutture e delle sinergie esistenti. Poiché non è possibile risolvere tutti i problemi legati a una pandemia entro i confini nazionali, è necessario cooperare con altri Stati e organizzazioni internazionali. Una pandemia di influenza può provocare in Svizzera e nel mondo una crisi dei sistemi sanitari e trascinare tutti i settori della società in una grave situazione d'emergenza. Mediante provvedimenti adeguati occorre identificare per tempo un nuovo virus pandemico, arrestarne la diffusione nella natura e tra gli esseri umani e impedire così l'insorgere di una pandemia. Qualora ciò non fosse possibile, è indispensabile adoperarsi per contenere al massimo l’impatto di un’eventuale pandemia. Nel Piano pandemico svizzero 2006 sono definite le seguenti priorità strategiche: prevenire la comparsa o l'introduzione di un virus pandemico in Svizzera, limitare le conseguenze di un'eventuale pandemia mediante un'adeguata preparazione del sistema sanitario, garantire l'approvvigionamento di vaccini e farmaci antivirali, assicurare il funzionamento dei settori essenziali per la collettività, garantire l’informazione della popolazione e delle autorità, così come degli specialisti interessati e dei partner internazionali. Il piano si basa sui dati scientifici attualmente disponibili, sulle raccomandazioni dell'OMS e sulle esperienze registrate con le pandemie del passato. L’obiettivo è di sensibilizzare tutti i settori potenzialmente toccati da una pandemia sull'importanza delle misure di preparazione. Nel contempo, il documento funge da base di riferimento per i piani operativi allestiti dai Cantoni, dagli ospedali e dalle imprese. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 4 di 251 Strumento di lavoro dinamico, il piano deve regolarmente essere aggiornato e adattato alle nuove conoscenze e situazioni, tanto più che i dati epidemiologici di una futura pandemia sono ancora sconosciuti. In stretta collaborazione con la Confederazione e i Cantoni, il Gruppo di lavoro Influenza provvederà affinché gli adeguamenti siano realizzati per tempo e corrispondano alle conoscenze scientifiche più recenti. Desideriamo esprimere i nostri sentiti ringraziamenti alle autorità cantonali e federali, ai membri del Gruppo di lavoro Influenza, alla Commissione federale per le vaccinazioni, alla Commissione nazionale d'etica e a tutte le istituzioni e persone che hanno partecipato ai lavori. Grazie alla loro preziosa collaborazione, la Svizzera dispone ora di una base strategica comune e coordinabile sul piano internazionale per poter rispondere a un'eventuale pandemia di influenza. Questi ringraziamenti si accompagnano al sincero auspicio che l'umanità sia risparmiata il più a lungo possibile da una pandemia. Prof. Thomas Zeltner Direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Dr. Markus Dürr Presidente della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS) Prof. Robert Steffen Presidente del Gruppo di lavoro Influenza Luglio 2006 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 5 di 251 Piano pandemico svizzero 2006 Parte I: Introduzione Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 6 di 251 Indice 1 Introduzione.......................................................................................................................................... 8 1.2 Il Piano pandemico svizzero 2006 in sintesi ...................................................................................... 8 2 Stato attuale delle conoscenze........................................................................................................... 10 2.1 Conoscenze generali ....................................................................................................................... 10 2.2 Conoscenze specifiche.................................................................................................................... 10 2.2.1 Microbiologia ................................................................................................................................ 10 2.3 Epidemiologia .................................................................................................................................. 11 2.3.1 Situazione internazionale .............................................................................................................. 11 2.3.2 Situazione nazionale ..................................................................................................................... 11 2.3.3 L’influenza: definizione e insorgenza............................................................................................ 12 3 Basi mediche ...................................................................................................................................... 14 4 Periodi pandemici e fasi secondo l’OMS; possibili scenari per la Svizzera ........................................ 16 5 Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale......................... 21 6 Conseguenze economiche di una pandemia influenzale.................................................................... 24 7 Principali basi legali vigenti in Svizzera ............................................................................................... 26 8 Riferimenti bibliografici ....................................................................................................................... 28 9 Link ..................................................................................................................................................... 29 10 Elenco delle abbreviazioni................................................................................................................. 30 11 Glossario........................................................................................................................................... 32 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 7 di 251 1 Introduzione Il presente Piano pandemico svizzero 2006 - Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale si fonda sui dati scientifici attualmente disponibili, sul piano di preparazione a una possibile pandemia influenzale pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS; WHO global Influenza preparedness plan, 5/2005) e sul Regolamento sanitario internazionale (RSI, 2005), che entrerà in vigore in Svizzera il 15 giugno 2007. Per la sua elaborazione si è tenuto conto dei piani pandemici allestiti da altri Paesi, delle conoscenze degli esperti, delle esperienze registrate con pandemie d'influenza verificatesi in passato, delle esperienze più recenti (2006) maturate con casi di influenza aviaria (influenza dei polli, H5N1), nonché di modelli matematici. Il Piano pandemico svizzero 2006 è uno strumento di lavoro dinamico, periodicamente sottoposto a verifica – e se necessario aggiornato nei contenuti - dal Gruppo di lavoro Influenza (GLI). L’insorgere di una pandemia influenzale può provocare una crisi del sistema sanitario a livello nazionale e internazionale e una situazione di emergenza che tocca tutti i settori sociali. Perché possa trovarsi preparata a una simile situazione e reagire efficacemente e in modo coordinato, la Svizzera sta esaminando i possibili scenari e pianificando per tempo, in collaborazione con tutti gli organi competenti, le misure necessarie a fronteggiare un simile evento. Le misure previste nel Piano pandemico svizzero 2006 devono contribuire alla rapida identificazione e caratterizzazione di un nuovo sottotipo di virus influenzale e alla prevenzione della sua trasmissione interumana. Se non è più possibile contenere la diffusione di una pandemia, l’obiettivo primario deve allora essere quello di limitarne la morbilità e la mortalità nella popolazione. Il Piano pandemico svizzero 2006, che fornisce le linee guida nazionali di risposta a una pandemia influenzale, è stato redatto dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) di concerto con il Gruppo di lavoro Influenza. Per i Cantoni, le imprese e le organizzazioni del settore pubblico e privato costituisce il documento di riferimento per la preparazione dei piani operativi. 1.2 Il Piano pandemico svizzero 2006 in sintesi Per potersi preparare a una pandemia di influenza è necessario riunire le conoscenze in materia, elaborare ipotesi di lavoro e sviluppare possibili scenari. Tuttavia, all’insorgere di una pandemia può presentarsi una situazione parzialmente o anche completamente diversa da quella ipotizzata, che non può essere prevista sulla base delle conoscenze disponibili attualmente. Il presente Piano pandemico svizzero 2006 è composto di tre parti, che comprendono i fondamenti generali, l’elencazione delle ipotesi elaborate, la descrizione dei relativi scenari e l’insieme delle raccomandazioni per la preparazione e la risposta a una pandemia influenzale. La suddivisione in tre parti permette di strutturare le informazioni in modo più chiaro e di organizzarle secondo i temi e gli aspetti che richiedono un intervento. La parte I costituisce un’introduzione generale all’argomento. Oltre alle conoscenze attuali di base nel settore della microbiologia, della medicina e dell’epidemiologia, nella prima parte sono illustrate le ipotesi di lavoro, le fasi pandemiche secondo l’OMS e i possibili scenari di preparazione e risposta, in Svizzera, a una pandemia influenzale. Sono inoltre esposte considerazioni sulle possibili conseguenze economiche di una pandemia e le basi legali vigenti in Svizzera. La parte I è destinata agli operatori della sanità pubblica che intendono conoscere i principi e le ipotesi di lavoro su cui si fonda il presente piano. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 8 di 251 La parte II fornisce, per ognuna delle sei fasi pandemiche OMS e dei relativi scenari, una panoramica degli obiettivi, delle strategie e delle misure di preparazione e risposta nei seguenti ambiti: − − − − − − pianificazione e coordinamento monitoraggio dell’influenza misure del settore sanitario impiego di antivirali e vaccini comunicazione fra le autorità e la popolazione competenze. Questa parte è essenzialmente rivolta alle persone che operano nel settore della salute, della politica e dell’economia, chiamate a pianificare, coordinare e attuare le misure che s’impongono nel quadro della preparazione e risposta a un’eventuale pandemia. Nella parte III sono presentati i lavori in corso (situazione nel giugno 2006) e le misure di preparazione e risposta a una pandemia per alcuni temi centrali (monitoraggio dell’influenza, provvedimenti in ambito sanitario, antivirali e vaccini) e per alcune questioni etiche e di comunicazione. Questa parte è destinata alle persone incaricate di attuare precisi provvedimenti (p.es. i datori di lavoro che nel capitolo 8 possono trovare informazioni sull’argomento «Pandemia e aziende»). Il Piano pandemico svizzero 2006 si attiene alla definizione dell’OMS (WHO global Influenza preparedness plan, 5/2005) che individua tre periodi pandemici e sei fasi: − il periodo interpandemico (fasi 1 e 2) − il periodo di allerta pandemico (fasi 3, 4, 5) − il periodo pandemico (fase 6). Per poter rappresentare il possibile andamento di una pandemia in Svizzera sono stati delineati tre scenari per ciascuna delle fasi 3-5 e due scenari per la fase 6. Il Piano pandemico svizzero 2006 può essere scaricato gratuitamente dal sito internet dell’UFSP (www.bag.admin.ch). L’Ufficio provvederà a segnalare ai suoi partner e alle persone interessate gli aggiornamenti attraverso gli abituali canali d’informazione. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 9 di 251 2 Stato attuale delle conoscenze 2.1 Conoscenze generali L’influenza stagionale è una malattia infettiva acuta che si manifesta ogni anno con un’incidenza diversa. Si parla di epidemia quando si registra un numero insolitamente elevato di casi di infezione in una popolazione, perlopiù limitati sul piano geografico. Una pandemia, invece, è caratterizzata da un aumento massiccio dei casi di infezione, limitato nel tempo ma diffuso su scala mondiale. Nel XX secolo, la Svizzera è stata colpita tre volte da una pandemia influenzale di dimensioni mondiali: nel 1918 dalla cosiddetta influenza «spagnola», nel 1957 dall’«asiatica» e nel 1968 dall’influenza «di Hong Kong». 2.2 Conoscenze specifiche 2.2.1 Microbiologia I virus influenzali appartengono al genere Orthomyxovirus e, sulla base delle loro caratteristiche antigeniche, si suddividono nei tipi A, B e C, di cui però soltanto i tipi A e B sono epidemiologicamente rilevanti per l’uomo. I virus influenzali sono racchiusi in un involucro (capside) e hanno un genoma a RNA costituito di otto segmenti. Sulla loro superficie sono presenti le proteine emoagglutinina (H) e neuroaminidasi (N) che svolgono un ruolo importante nella replicazione e nella diffusione del virus. Nei virus influenzali A che infettano l’uomo sono stati descritti principalmente tre sottotipi dell’emoagglutinina (H1, H2, H3) e due sottotipi della neuroaminidasi (N1 e N2). I virus influenzali di tipo B hanno una minore variabilità e finora non sono stati classificati in sottotipi. Particolari meccanismi molecolari, come i drift antigenici e gli shift antigenici, danno origine ai diversi sottotipi. Drift antigenico Definizione: per «drift antigenico» (chiamato anche «deriva antigenica») s’intende una mutazione nel genoma dei virus influenzali che provoca modifiche puntuali della proteina di superficie (emoagglutinina, neuroaminidasi) e quindi delle caratteristiche antigeniche dei virus. Questi mutamenti continui sono responsabili delle ondate stagionali di influenza, in quanto la popolazione non è immunizzata contro il nuovo virus influenzale modificato, o lo è solo parzialmente. È a causa del drift antigenico che ogni anno il vaccino antinfluenzale deve essere adattato alle caratteristiche dei nuovi virus in circolazione. La sua composizione è stabilita da una commissione di esperti dell’OMS sulla base di informazioni relative ai ceppi virali d’influenza circolanti su scala mondiale. Shift antigenico Definizione: per «shift antigenico» (chiamato anche «spostamento antigenico») s’intende una modifica del genoma di maggiore entità rispetto alla deriva antigenica. Tale modifica è provocata da un rimescolamento delle caratteristiche antigeniche (proteina di superficie) di due ceppi virali di diversi sottotipi e dà origine a un nuovo sottotipo. Durante lo spostamento antigenico possono subire modifiche sia l’emoagglutinina sia la neuroaminidasi, sia entrambe contemporaneamente. Il fenomeno dello shift antigenico è stato descritto per i virus dell’influenza A, ma non per quelli del tipo B e C. Lo spostamento antigenico è fortemente associato all’insorgenza di pandemie. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 10 di 251 Nelle radicali mutazioni causate dallo shift antigenico possono di regola intervenire i seguenti due fenomeni: 1) il cosiddetto «salto di specie», ossia quando la mutazione permette al virus di adattarsi a una nuova specie (p.es. pandemia del 1918); 2) il riassortimento (scambio) di interi segmenti di genoma: fu il caso nel 1968, quando emerse un nuovo sottotipo di virus composto di un virus umano A/H2N2 e di un virus aviario A/H3 con sottotipo N sconosciuto; il virus che ne risultò (A/H3N2) diede origine alla pandemia di influenza cosiddetta «di Hong Kong». 2.3 Epidemiologia Secondo la definizione dell’OMS, l’epidemiologia studia la distribuzione spaziale e la frequenza delle malattie, le loro variabili fisiologiche e le conseguenze sociali per la popolazione, così come i fattori che influiscono su tale distribuzione. Di seguito sono presentati alcuni dati e fatti relativi all’epidemiologia dell’influenza (significato, insorgenza, caratteristiche). 2.3.1 Situazione internazionale A livello mondiale, è dagli anni 1990 che ai Paesi viene chiesto di prepararsi a una nuova pandemia influenzale. In Europa, l’incarico di elaborare piani d’azione nazionali e istituire partenariati è stato conferito agli Stati in occasione della 7a Conferenza europea sull’influenza e la sua prevenzione tenutasi a Berlino nel 1993. Nel 1999 l’OMS ha pubblicato un piano di risposta a una pandemia influenzale e ha emanato direttive per la preparazione su scala nazionale e subnazionale. Il piano è stato adeguato alle esigenze di una società moderna e globalizzata e agli sviluppi concreti registrati in particolare con i virus aviari dal 1999 (cfr. di seguito il paragrafo sull’influenza aviaria). Nel 2005 è stato presentato agli Stati membri nella sua nuova versione, per consentire loro di migliorare ulteriormente le misure di preparazione. Lo sviluppo del sottotipo di virus influenzale H5N1, la sua diffusione su scala mondiale nelle popolazioni di uccelli selvatici, il passaggio del virus alle popolazioni avicole e la sua sporadica trasmissione all’uomo hanno indotto l’OMS nel 2005 a dichiarare la fase pandemica 3 (corrispondente alla prima fase del periodo di allerta pandemico), conformemente al suo nuovo piano di preparazione a una pandemia di influenza. 2.3.2 Situazione nazionale In Svizzera, il Dipartimento federale dell’interno (DFI) ha istituito nel 1995 il Gruppo di lavoro Influenza (GLI), incaricandolo di dare seguito alle richieste scaturite nel quadro della 7a Conferenza europea sull’influenza e la sua prevenzione tenutasi a Berlino nel 1993. Nell’aprile 2004 il GLI ha pubblicato il primo piano pandemico nazionale, che è servito come documento di base per l’elaborazione del presente Piano pandemico svizzero 2006. Nel 2006 si sono registrati in Svizzera, per la prima volta dal 1930, singoli casi di influenza aviaria che hanno colpito esclusivamente volatili selvatici ma non volatili da cortile. Finora non si sono verificati nel Paese casi di trasmissione all’uomo di questo sottotipo di virus influenzale (H5N1). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 11 di 251 2.3.3 L’influenza: definizione e insorgenza L’influenza stagionale Ogni anno si verifica un’ondata di influenza stagionale le cui caratteristiche epidemiologiche rispecchiano la variabilità delle caratteristiche antigeniche dei virus influenzali (drift antigenico). La diffusione dei virus dipende, fra l’altro, dalla situazione immunitaria della popolazione. L’influenza stagionale è una malattia respiratoria acuta che si manifesta soprattutto nei mesi invernali, nell’emisfero nord della Terra, tra fine novembre e inizio aprile, con sintomi che colpiscono le vie aeree superiori e/o inferiori e sintomi sistemici che comprendono febbre, mal di testa, dolori muscolari e malessere generale. Nei gruppi a rischio (anziani, neonati e persone con patologie croniche e/o immunodepresse) l’influenza è connessa a un’accresciuta morbilità e mortalità. L’influenza aviaria (influenza dei polli o peste aviaria) L’influenza non si manifesta soltanto nell’uomo, ma anche nel regno animale, fra vari mammiferi e uccelli. Gli agenti patogeni responsabili dell’influenza aviaria (influenza dei polli) sono virus influenzali di tipo A. L’influenza dei polli è riscontrata nelle specie di uccelli (soprattutto acquatici), perlopiù in una forma meno patogena nota come «Low Pathogenic Avian Influenza» (LPAI). La forma più severa, la «Highly Pathogenic Avian Influenza» (HPAI) o «peste aviaria classica», è una delle malattie degli uccelli selvatici e del pollame maggiormente temute nell’economia avicola. È presente a livello mondiale, è altamente contagiosa e negli uccelli ha un tasso di mortalità che può raggiungere anche il 100 per cento. Nel 2004-2005 sono stati isolati virus HPAI-H5N1 in diversi uccelli migratori: si può quindi dedurre che anche questa specie di volatili è fra i responsabili della diffusione geografica dell’infezione. Nel 2006 sono stati scoperti in Svizzera, per la prima volta dal 1930, nuovi casi di uccelli migratori infettati con un virus dell’influenza dei polli. Vi sono evidenze di trasmissione all’uomo dei sottotipi H5, H7 e H9 dei virus dell’influenza aviaria A. Dal 1997 diversi tipi di virus H5N1 originati da derive antigeniche hanno ripetutamente provocato malattie nell’uomo. Nel periodo che va dall’inizio del 2003 a metà del 2006, l’OMS ha confermato un totale di 225 casi di infezione da influenza A (H5N1) nell’uomo, di cui 128 con esito letale. Le infezioni e i decessi sono avvenuti in dieci diversi Paesi (Egitto, Azerbaigian, Cina, Gibuti, Indonesia, Iraq, Cambogia, Tailandia, Turchia e Vietnam). In questi casi, oltre al sottotipo H5N1 (cfr. sopra), hanno avuto un ruolo diversi altri virus dell’influenza aviaria, quali l’H9N2 e l’H7N3: − H9N2: ha provocato a Hong Kong, nel 1999 e nel 2003, infezioni autolimitanti del tratto respiratorio in alcuni bambini. Il virus H9N2 del 1999 presentava analogie con il virus H5N1 del 1997, ciò che lascia supporre un riassortimento fra i due ceppi virali. − Il sottotipo altamente patogeno H7N7 è comparso nel 2003 nei Paesi Bassi, in alcuni volatili da cortile, e ha causato congiuntiviti soprattutto nelle persone venute direttamente a contatto con animali infetti e nei loro familiari. − H7N3: nel 2004 ha provocato in Canada congiuntiviti nelle persone venute a contatto con pollame infetto. Quest’incremento di casi di trasmissione dei virus dell’influenza aviaria dal pollame all’uomo ha fatto sì che i lavori di allestimento dei piani internazionali e nazionali di preparazione a una pandemia fossero accelerati e potenziati. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 12 di 251 Pandemia HxNy «HxNy» designa un nuovo sottotipo di virus influenzale derivante da sottotipi virali esistenti o suscettibili di svilupparsi a seguito dei meccanismi precedentemente descritti e in grado di scatenare una pandemia. Un simile virus non era noto al momento della redazione del presente Piano pandemico svizzero 2006. Il sottotipo virale H5N1 sembra possedere determinate caratteristiche che potrebbero renderlo capace di svilupparsi in un virus pandemico. Tuttavia, non si può prevedere se sarà effettivamente questo virus a provocare una pandemia influenzale. Il presupposto per l’insorgenza di una pandemia è dato quando, dopo uno shift antigenico, si registrano evidenze della comparsa di un sottotipo di virus influenzale nuovo o sconosciuto e quando tale virus: − è patogeno e virulento − si trasmette da uomo a uomo, e − colpisce persone che non sono immunizzate contro tale virus o che lo sono in misura insufficiente. Caratteristiche dell’influenza Influenza stagionale Influenza pandemica Periodo d’insorgenza − ogni anno nei mesi invernali − non prevedibile − storicamente 2-3 volte ogni 100 anni − indipendente dalle stagioni, più probabile nei mesi invernali Durata − in Svizzera: ca. 10 settimane (fine novembre-inizio aprile) − una o più ondate − in Svizzera la durata di un’ondata pandemica è stimata a 8-12 settimane* Gruppi a rischio di complicanze − non conosciuti − neonati (p.es. 1918 soprattutto giovani adulti) − persone > 65 anni − persone con patologie croniche e/o immunodepresse − 2-5% della popolazione in Incidenza cumulativa Svizzera della malattia (tasso d’attacco o attack rate) − 25% della popolazione in Svizzera* Tasso di mortalità − 6-14 ogni 100 000 abitanti in Svizzera − 100 ogni 100 000 abitanti in Svizzera* Modifica del genoma drift antigenico shift antigenico *Le ipotesi corrispondono allo scenario peggiore («worst case») Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 13 di 251 3 Basi mediche Nella tabella seguente sono riassunte le caratteristiche cliniche dell’influenza. La tabella fornisce un quadro generale dell’influenza stagionale, aviaria e pandemica. Le caratteristiche cliniche di una possibile influenza pandemica sono sconosciute e sono quindi formulate soltanto a titolo ipotetico. Influenza stagionale Influenza aviaria nell’uomo Influenza pandemica Sottotipo virale H1N1, H3N2, H1N2 H5N1, H7N7, H9N2 HxNy Trasmissione interumana tramite: − goccioline (droplets) − contatto diretto − forse contatto indiretto o aerosol dai volatili all’uomo tramite: − goccioline (droplets) probabilmente tramite: − goccioline (droplets) − contatto diretto − da non escludere: aerosol Possibilità diagnostiche − sintomi clinici − colture virali − PCR (tipizzazione), EIA, IF − sintomi clinici − PCR (tipizzazione), EIA, IF − sintomi clinici − colture virali − PCR (tipizzazione), EIA, IF Periodo d’incubazione 1-4 giorni, in media 2 giorni 2-5 giorni, evidenze fino sconosciuto, a 8 giorni ipotesi: 1-4 giorni Periodo di contagiosità da 1 giorno prima della sconosciuto comparsa della malattia fino a 5 giorni dopo, nei bambini fino a 10 giorni dopo Sintomatologia clinica febbre alta (> 38°C), forte senso di malessere e debolezza generale, mialgie o dolori generalizzati; accessoriamente tosse, rinite, artralgie sconosciuta, febbre > 38°C, tosse, raffreddore, mal di gola, ipotesi: come per l’influenza stagionale dispnea, polmonite, diarrea Complicanze più frequenti − polmoniti − bronchiti − otiti − come nell’influenza stagionale − insufficienza multiorgano sconosciute, probabilmente: polmonite sconosciuta scenario «worst case»: 25% della popolazione in Svizzera sconosciuto, case fatality ratio per H5N1 > 50% 100 ogni 100 000 abitanti in Svizzera 2-5% della popolazione Incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco o attack in Svizzera rate) Tasso di mortalità 6-14 ogni 100 000 abitanti in Svizzera Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch sconosciuto, ipotesi: da ca. 1 giorno prima della comparsa della malattia fino a 7 giorni dopo, in media 57 giorni, nei bambini fino a 21 giorni Piano pandemico svizzero 2006, pagina 14 di 251 Influenza stagionale Influenza aviaria nell’uomo Influenza pandemica Prevenzione: vaccino vaccino trivalente di composizione nuova ogni anno in fase di sviluppo (monovalente) − vaccino prepandemico: priming con il nuovo sottotipo virale per potenziare la reazione al vaccino pandemico imparentato − vaccino pandemico (probabilmente monovalente): sviluppo del vaccino non appena è noto il virus pandemico Prevenzione: antivirali possibile, secondo l’indicazione: − inibitori della neuroaminidasi − amantadina, rimantadina* − inibitori della neuroaminidasi − inibitori della neuroaminidasi − amantadina, rimantadina* Terapia: antivirali possibile, secondo l’indicazione: − inibitori della neuroaminidasi − amantadina, rimantadina* − inibitori della neuroaminidasi − inibitori della neuroaminidasi − amantadina, rimantadina* Terapia: altro terapia sintomatica, antibiotici in caso di infezioni secondarie (polmonite) terapia sintomatica, antibiotici in caso di infezioni secondarie (polmonite) terapia sintomatica, antibiotici in caso di infezioni secondarie (polmonite) * non autorizzato in Svizzera Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 15 di 251 4 Periodi pandemici e fasi secondo l’OMS, possibili scenari per la Svizzera Nel suo piano di preparazione a una pandemia influenzale (WHO global Influenza preparedness plan, 5/2005), l’OMS definisce tre periodi pandemici e sei fasi: − il periodo interpandemico (fasi 1 e 2) − il periodo di allerta pandemico (fasi 3, 4, 5) − il periodo pandemico (fase 6). Le fasi 1-6 comprendono l’intero decorso, dalla comparsa di un nuovo sottotipo di virus influenzale nel regno animale fino alla diffusione della malattia nell’uomo. L’OMS dichiara la fase che corrisponde al livello di rischio esistente non appena i relativi criteri sono adempiuti, dopodiché i suoi Stati membri devono attivare i loro piani pandemici nazionali in base alla fase dichiarata. La dichiarazione di una fase ha la stessa valenza per tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dal fatto se, o in che misura, un singolo Paese risulta colpito. Per tenere conto di queste situazioni nella pianificazione e nell’attuazione degli opportuni provvedimenti, l’OMS ha raccomandato ai suoi Stati membri di adeguare le fasi alle specificità nazionali e di suddividerle in possibili scenari. La Svizzera ha così delineato tre scenari per ciascuna delle fasi 3, 4 e 5 e due scenari per la fase 6. Sono scenari plausibili sulla scorta delle conoscenze attuali e delle conseguenti ipotesi riconosciute sul piano internazionale, ma che non si verificheranno necessariamente. È ipotizzabile, ad esempio, che nella fase 4 la Svizzera segua lo scenario 4.1 ma che, a seguito degli sviluppi a livello nazionale e internazionale, passi poi direttamente allo scenario 5.3. Il passaggio da una fase all’altra, infatti, può essere graduale o, al contrario, rapido. Se in futuro le ipotesi dovessero essere modificate alla luce di nuove conoscenze, può anche darsi che delineino nuovi scenari. La classificazione in periodi pandemici, fasi e scenari riportata qui di seguito costituisce il punto di partenza per la parte II del presente Piano pandemico svizzero 2006, nella quale, per ogni fase e scenario, sono elencati i provvedimenti di preparazione e risposta nonché i servizi competenti per l’attuazione. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 16 di 251 Periodo interpandemico Fase 1 Descrizione: non è stato isolato nell’uomo nessun nuovo sottotipo di virus influenzale a livello mondiale. Obiettivo: aggiornare periodicamente, a livello globale, nazionale e subnazionale, i piani pandemici e le misure di preparazione in base alle nuove conoscenze. Strategia: in una simile situazione è necessario promuovere la vaccinazione antinfluenzale dei gruppi a rischio e del personale medico e infermieristico. Scenari per la Svizzera: nella fase 1 non sono previsti scenari particolari. Fase 2 Descrizione: come la fase 1. Tuttavia, un nuovo sottotipo di virus influenzale circolante negli animali rappresenta un rischio sostanziale di malattia per l’uomo. Obiettivo: ridurre al minimo il rischio di trasmissione animale-uomo, individuare e notificare rapidamente eventuali casi di trasmissione. Strategia: come nella fase 1. La priorità va inoltre accordata alle misure per impedire l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) nelle popolazioni animali a rischio e per evitare l’infezione delle persone esposte (p.es. personale operante nella lotta alle epizoozie). Scenari per la Svizzera: nella fase 2 non sono previsti scenari particolari. Periodo di allerta pandemico Fase 3 Descrizione: comparsa di casi isolati di infezione nell’uomo con un nuovo sottotipo di virus influenzale, ma assenza di trasmissione interumana. In rari casi sono possibili eccezioni nelle persone che vivono o lavorano a contatto ravvicinato con animalii (p.es. pollame infetto). Obiettivo: caratterizzare rapidamente il nuovo sottotipo virale, individuare e notificare per tempo i casi di infezione nell’uomo, adottare tempestivamente le opportune misure per i nuovi casi. Strategia: se non è possibile evitare l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) nelle popolazioni animali è necessario eliminare il virus per impedire l’infezione delle persone esposte. È indispensabile individuare al più presto eventuali casi di infezione delle persone, qualora si manifestino nonostante le precauzioni adottate, e istituire un adeguato sistema di gestione dei contatti. A titolo di preparazione alle fasi seguenti occorre elaborare e prendere in esame una strategia atta a garantire l’approvvigionamento di antivirali e vaccini. i Anche se fino a metà 2006 l’infezione ha interessato solo il pollame, nel presente documento si parla genericamente di «animali» come di una possibile fonte di infezione, in quanto il piano pandemico ha valenza indipendentemente dal tipo di vettore della malattia. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 17 di 251 Scenari per la Svizzera: Scenario 3.1 La comparsa di casi isolati nell’uomo è limitata al Paese di origine dell’infezione, ma l’epizoozia si diffonde in altri continenti (per l’influenza aviaria, situazione corrispondente a quella di fine 2005). Possibili ripercussioni: aumenta il rischio che gli animali possano importare il virus in un altro Paese; possibile crollo delle importazioni e del consumo di prodotti animali (p.es. carne di pollame nel caso del virus H5N1). Obiettivo: impedire l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) nelle popolazioni animali della Svizzera. Scenario 3.2 Un nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) è isolato in animali morti o infetti ritrovati in Svizzera o nei Paesi confinanti (per l’influenza aviaria, situazione corrispondente a quella d’inizio 2006). Possibili ripercussioni: variano a seconda del tipo di animali infettati dal virus (selvatici o da allevamento); il commercio e le esportazioni sono a rischio; notevole risonanza mediatica, sia sul piano nazionale che su quello internazionale; cresce la preoccupazione della popolazione. Obiettivo: impedire la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) tra gli animali e l’infezione delle persone. Scenario 3.3 Un caso di infezione umana con il nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) è accertato in Svizzera. Possibili ripercussioni: il Cantone competente fornisce assistenza all’unico caso accertato (diagnosi, isolamento, prevenzione); notevole risonanza mediatica sia sul piano nazionale che su quello internazionale; cresce la preoccupazione della popolazione. Obiettivo: evitare infezioni secondarie nella persona colpita; proteggere da un eventuale contagio le persone che gravitano attorno all’ammalato e, in particolare, il personale medico. Periodo di allerta pandemico Fase 4 Descrizione: piccoli cluster di infezione con primi casi di trasmissione interumana a diffusione chiaramente localizzata, ciò che fa supporre che il virus non si sia ancora ben adattato all’uomo. Obiettivo: contenere la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) o ritardarla per guadagnare tempo al fine di mettere in atto le misure di preparazione e trovare un vaccino. Strategia: la priorità va data alle misure per evitare l’importazione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) tramite le persone o gli animali. Se ciò non fosse possibile, è necessario tentare di interrompere la catena di trasmissione animale-uomo e interumana. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 18 di 251 Scenari per la Svizzera: Scenario 4.1 Primo focolaio di trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) registrato fuori della Svizzera. Possibili ripercussioni: in questa situazione possono essere decretate limitazioni del traffico di confine (p.es. traffico aereo con la regione colpita, viaggiatori di ritorno); manifestazioni internazionali possono essere annullate (come nel caso della SARS); possibile aumento dei rientri di Svizzeri residenti all’estero. Obiettivo: impedire l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale; individuare rapidamente eventuali viaggiatori entrati ammalati nel Paese al fine di contenere o ritardare la diffusione del virus. Scenario 4.2 Focolai(o) di trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) registrato/i fuori del continente o del Paese d’origine dell’infezione, ma non in Svizzera. Possibili ripercussioni: limitazioni severe dei viaggi da e per i Paesi colpiti e dei flussi di traffico internazionali. Obiettivo: impedire l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale; individuare rapidamente eventuali viaggiatori entrati ammalati nel Paese per contenere un’ulteriore diffusione dell’infezione; adottare tutti i provvedimenti possibili per evitare la diffusione del virus in Svizzera. Scenario 4.3 Focolaio di trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) in Svizzera. Possibili ripercussioni: questa situazione può rappresentare un’emergenza. Alle frontiere e negli aeroporti, il traffico dei viaggiatori può essere sottoposto a controlli in uscita e in entrata (analogamente alla crisi provocata dalla SARS). Il personale medico può essere fortemente sollecitato, risultando temporaneamente oberato. Anche settori non medici come l’economia, la diplomazia e la sicurezza possono essere fortemente toccati. Obiettivo: adottare tutti i provvedimenti possibili per rallentare l’insorgenza di una pandemia e guadagnare tempo per poter mettere in atto le misure di preparazione e risposta. Periodo di allerta pandemico Fase 5 Descrizione: grandi cluster di trasmissione interumana a diffusione ancora localizzata, ciò che indica che il virus migliora il suo adattamento all’uomo, ma non è ancora pienamente trasmissibile. Obiettivo: intensificare al massimo gli sforzi per contenere o ritardare la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) al fine di evitare una pandemia e di guadagnare tempo per le contromisure. Strategia: come nella fase 4. Scenari per la Svizzera: gli scenari 5.1, 5.2 e 5.3 corrispondono a quelli per la fase 4 (4.1, 4.2, 4.3), eccetto che nella fattispecie i focolai sono più grandi e le probabilità di una trasmissione interumana sono in crescita. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 19 di 251 Periodo pandemico Fase 6 Decrizione: trasmissione diffusa e prolungata del nuovo sottotipo di virus influenzale, che si è trasformato in virus pandemico. Obiettivo: ridurre al minimo l’impatto della pandemia. Strategia: garantire per quanto possibile il normale funzionamento delle strutture sociali ed economiche. Scenari per la Svizzera: la strategia e la portata precisa delle misure necessarie in questa fase dipenderanno perlopiù dalla maggiore o minore letalità del virus pandemico. Scenario 6.1 Un virus pandemico si trasmette in modo continuo tra le persone su scala mondiale, ma non ancora in Svizzera. Possibili ripercussioni: come nelle fasi 4.1/4.2 e 5.1/5.2; necessità urgente di un vaccino contro il virus pandemico. Obiettivo: intensificare al massimo gli sforzi per rallentare la diffusione della pandemia e guadagnare tempo per poter mettere in atto le necessarie misure di risposta. Scenario 6.2 Un virus pandemico si trasmette in modo continuo nella popolazione su scala mondiale e in Svizzera. Possibili ripercussioni: il sistema sanitario è sollecitato in misura molto maggiore che non nel caso dell’influenza stagionale, con conseguente possibile sovraccarico. La pandemia ha un notevole impatto su tutti i settori della vita e della società. La situazione di crisi può portare a disordini sociali, forme di mercato nero e focolai di violenza. Obiettivo: è indispensabile mettere in atto tutto il possibile per arginare le conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia. I sistemi sanitari e le strutture sociali ed economiche di importanza vitale devono essere salvaguardate e il loro funzionamento assicurato. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 20 di 251 5 Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale Per potersi preparare a una pandemia influenzale, della quale non è possibile prevedere con certezza l’insorgenza, l’evoluzione e la portata, è indispensabile formulare ipotesi che siano basate sulle conoscenze e le esperienze disponibili sinora e che tengano conto della situazione attuale del Paese. Qui di seguito è elencata una serie di teorie riconosciute sul piano internazionale e allo stesso tempo adeguate alle specificità svizzere. Le ipotesi corrispondono allo stato delle conoscenze del giugno 2006 e vengono aggiornate sul piano nazionale e internazionale non appena nuove informazioni sono disponibili. Ciò nonostante, nel caso di una pandemia la situazione reale può variare notevolmente, sia a livello nazionale che internazionale, a causa delle caratteristiche epidemiologiche assunte dal virus pandemico. Le misure di preparazione adottate dovrebbero tuttavia permettere di reagire il più rapidamente ed efficacemente possibile alle nuove contingenze. Ipotesi di lavoro e teorie 1. Caratteristiche e origine del virus 1.1 1.2 Il virus pandemico è un nuovo sottotipo del virus influenzale A. Il nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) si trasmette sporadicamente a persone che vengono a contatto con animali infetti (p.es. pollame), come nel caso di Hong Kong nel 1997, dei Paesi Bassi nel 2003, della Cina e di altri Paesi asiatici dal 2004. Simili casi di trasmissione si manifestano regolarmente laddove gli animali vivono a stretto contatto con le persone. Il fenomeno non sfocia però necessariamente in una pandemia. Nella fase iniziale, una pandemia o un virus pandemico può manifestarsi dovunque nel mondo, anche in Svizzera. È tuttavia più probabile che una pandemia abbia origine in Asia, date le condizioni di vita in quei Paesi. I virus influenzali di tipo A sono presenti nel regno animale in una moltitudine di sottotipi virali dai quali possono svilupparsi nuovi tipi pericolosi per l’uomo. Indipendentemente dall’origine del nuovo sottotipo di virus influenzale isolato nell’uomo, il potenziale di contagio interumano e la patogenicità del sottotipo non possono essere previsti in anticipo ma richiedono accertamenti rapidi. 1.3 1.4 1.5 2. Orizzonte temporale, evoluzione e durata di una pandemia 2.1 Una pandemia di influenza può insorgere in qualsiasi periodo dell’anno, ma è più probabile che si manifesti nei mesi invernali. Se un nuovo sottotipo di virus influenzale dovesse provocare focolai epidemici da qualche parte nel mondo, è probabile che prima o poi il virus – a seconda della sua virulenza e dell’incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco o attack rate) – arrivi anche in Svizzera. La globalizzazione (commerci e viaggi) aumenta il rischio che un nuovo sottotipo di virus influenzale si diffonda rapidamente su scala mondiale. Non è tuttavia possibile valutare con precisione questo rischio. La diffusione di un nuovo sottotipo di virus influenzale dall’epicentro (ipotesi: Asia) alla Svizzera è possibile in qualsiasi periodo dell’anno, ma si può supporre che un’ondata pandemica richiederà da 3 a 6 mesi per raggiungere il Paese. Se un’ondata pandemica raggiunge la Svizzera, si calcola che saranno necessarie da 2 a 3 settimane finché il virus si sarà diffuso in tutto il Paese. Si stima che, dal momento in cui ha superato una determinata soglia (1,5 ILI/100 consultazioni mediche, pari a ~105 ILI/100'000 abitanti/settimana; ILI=Influenza-like illness, sindrome influenzale), un’ondata pandemica (ondata d’influenza) possa durare circa 12 settimane. Per le piccole istituzioni (p.es. scuole), l’ondata potrebbe durare circa 2-3 settimane. Sono possibili più ondate pandemiche; l’intervallo tra le ondate è sconosciuto. 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 21 di 251 3. Caratteristiche di trasmissione 3.1 a) L’influenza è trasmessa perlopiù attraverso le vie aeree: tramite goccioline o droplets (> 5μm) di secrezioni delle vie respiratorie (quando persone infette parlano, tossiscono o starnutiscono); per contatto con una superficie contaminata da goccioline di secrezioni delle vie respiratorie; non è esclusa una trasmissione attraverso aerosol (particelle del diametro < 5μm). Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla fra 1 e 4 giorni (in media 2 giorni). Le persone infette risultano di regola contagiose da 1 giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 7 giorni dopo (in media per 5-7 giorni); nei bambini e nelle persone immunodepresse la fase contagiosa dura più a lungo (fino a 21 giorni). La maggior parte delle persone è a rischio di contagio, ma non tutte vengono contagiate e non tutte le persone infettate si ammalano. Per la Svizzera, gli scenari «worst case» prevedono un’incidenza della malattia del 25 per cento (contro il 2-5% nel caso dell’influenza stagionale). b) c) 3.2 3.3 3.4 4. Tassi d’incidenza, di complicanze, di ospedalizzazione e di letalità 4.1 Tra il virus all’origine dell’influenza stagionale e un virus pandemico vi sono probabilmente grosse differenze a livello di propagazione, distribuzione secondo le classi di età e gravità della malattia. Tali differenze possono essere osservate solo al momento della trasmissione interumana. Per il presente documento si è partiti dal presupposto che l’incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco o attack rate) nei bambini in età scolastica fosse del 40-50 per cento, quindi maggiore che negli adulti (25%). Si stima che, generalmente, il decorso della malattia sarà più grave rispetto all’influenza stagionale. Di conseguenza, molte più persone potranno presentare sintomi influenzali in generale e polmonari in particolare, e potranno sviluppare complicanze secondarie. A fini di pianificazione si presuppone che, in caso di pandemia, il 100 per cento delle persone ammalate ricorrerà a prestazioni mediche. La pianificazione deve quindi permettere alle strutture sanitarie di gestire un tasso di ospedalizzazione oscillante tra l’1,0 e il 2,5 per cento. Si stima inoltre che il 15 per cento delle persone ricoverate dovrà essere trattato nei reparti di cure intense (cfr. a questo proposito Piano pandemico nazionale 2006, parte III, capitolo 3 «Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemia»). Rispetto alle fasi del periodo interpandemico, si verificherà un aumento della mortalità: secondo le stime, lo 0,4 per cento delle persone colpite dalla malattia soccomberà alle complicanze connesse alla pandemia influenzale. Il numero di ospedalizzazioni e di decessi provocati da una pandemia può variare fino a un fattore 10 a seconda delle caratteristiche del virus pandemico. L’impatto di una pandemia di influenza sul sistema sanitario e sull’economia è notevole; a seconda della sua intensità, l’ondata pandemica può provocare rapidamente un sovraccarico di entrambi i settori. 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 22 di 251 5. Assenteismo 5.1 Il tasso di assenteismo dal posto di lavoro dipende sia dall’incidenza della malattia nella relativa classe di età, sia dalla necessità di assistere i familiari (p.es. bambini, nei casi di chiusura delle scuole). La chiusura delle scuole ha forti ripercussioni sulla presenza dei lavoratori al loro posto di lavoro. Secondo le stime, il 25 per cento dei lavoratori si assenta in media da 5 a 8 giorni dal lavoro, per un periodo di 12 settimane circa (pari alla durata di un’eventuale ondata pandemica in Svizzera). Secondo queste ipotesi, l’assenteismo potrebbe raggiungere un picco del 10 per cento (incluse le assenze dovute alla necessità di assistere i familiari) - un tasso, questo, pari al doppio se non al triplo di quello che si registra in una situazione di normalità. Il vaccino prepandemico fornisce un’immunizzazione solo parziale contro il virus pandemico. Se non sarà disponibile alcun vaccino (com’è prevedibile in una prima ondata pandemica) e se non si adotteranno misure di prevenzione, il picco di assenteismo potrebbe anche essere largamente superato soprattutto nel caso delle persone professionalmente esposte alla malattia, come il personale infermieristico (in Gran Bretagna, nel 1957, l’assenteismo del personale di cura raggiunse il 15%). Tra i bambini, soprattutto fra quelli che vanno a scuola, una pandemia influenzale si diffonde molto più rapidamente, motivo per cui può essere necessaria la chiusura delle scuole. A livello scolastico e comunale, un ritorno alla normalità è possibile già dopo 4 settimane dall’insorgenza di un’ondata pandemica. 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 23 di 251 6 Conseguenze economiche di una pandemia influenzale Il presente capitolo è una sintesi dei più recenti studi di macroeconomia condotti dall’agenzia del Congresso americano che si occupa di questioni di bilancio («Congressional Budget Office», CBO), dal Ministero australiano delle finanze, da un istituto australiano indipendente di studi di politica internazionale («Lowy Institute for International Policy», Sydneyii) e dall’istituto «Mapi Values» di Bollington (Gran Bretagna). Quest’ultimo è il leader mondiale nello sviluppo, nella valutazione e nell’analisi internazionale dei dati per la protezione dei pazienti. Nei primi due studi (CBO e Ministero australiano delle finanze) sono analizzate le conseguenze macroeconomiche di una pandemia sul piano nazionale, mentre nella ricerca del Lowy Institute le ripercussioni sono esaminate sia sul piano mondiale che su quello regionale. Lo studio di Mapi Values è stato commissionato dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per valutare i costi dell’influenza in Svizzera. Tutti gli studi citati prendono come punto di partenza le epidemie d’influenza verificatesi in passato e le esperienze registrate nel 2003 con l’epidemia di SARS. È difficile prevedere la gravità di una pandemia, così come i suoi effetti sull’economia. Per quanto riguarda le caratteristiche epidemiologiche della pandemia (incidenza, età dei gruppi di popolazione colpiti ecc.), tra gli scenari elaborati dai singoli Paesi industrializzati non vi sono praticamente differenze. In Svizzera ci si deve pertanto aspettare conseguenze analoghe a quelle che potrebbero presentarsi nel resto dei Paesi occidentali che si preparano a una pandemia. In termini economici, i costi provocati da una pandemia sono legati all’impiego di risorse materiali e di personale. In questo contesto si può fare una distinzione fra costi diretti del sistema sanitario e costi indiretti che sorgono al di fuori di esso. I costi diretti del sistema sanitario provengono soprattutto dalla maggiore domanda di prestazioni sanitarie durante la pandemia. Occorre prendere in considerazione anche i lavori di preparazione a questa situazione, i cui costi, però, risultano comparativamente inferiori. Nello studio svizzero del 2001, i costi diretti in caso di pandemia sono stati stimati a 400 milioni di franchi, contro i 300 milioni registrati mediamente per una stagione influenzale. In una situazione di pandemia, il sistema sanitario è sollecitato al massimo: i costi diretti supplementari causati dall’influenza sono limitati dalle capacità del sistema stesso. Le prestazioni per l’assistenza alle persone colpite dall’influenza sono perciò fornite in parte a scapito delle prestazioni ordinarie, che sono rimandate fino a che la situazione non si è normalizzata. Il fatto di ritardare l’erogazione di tali prestazioni fa sì che una parte della domanda venga a mancare. L’effetto sui costi di tale «sostituzione di prestazioni» non è stato quantificato. Nel caso di una pandemia influenzale, si stima che i costi indiretti siano molto più elevati dei costi diretti. La maggior parte degli scenari prevede una riduzione di un terzo della forza lavoro per un periodo di 2-3 settimane. A ciò si aggiungono le assenze per la cura dei familiari o per evitare i rischi di esposizione e contagio. L’ordine di grandezza di queste assenze è stimato al 20 per cento circa dell’intera forza lavoro, per 3 mesi circa. Si ritiene che il calo della produttività interesserà tutti i settori dell’economia, compreso quello sanitario. Alcuni settori saranno colpiti non solo da una penuria di forza lavoro, ma anche da un calo della domanda di prodotti e prestazioni. Come ha dimostrato la crisi della SARS, l’insorgenza di una pandemia influenzale porterebbe quasi immediatamente a un crollo del traffico viaggiatori. In una situazione simile sarebbero evitati sia i viaggi lunghi sia i brevi spostamenti per il tempo libero. Il calo della domanda in quest’ambito toccherebbe in particolare il settore dei trasporti, quello alberghiero e della ristorazione, così come la cultura e lo sport. A seconda della portata della pandemia, si può tuttavia prevedere una riduzione della domanda per la maggior parte dei beni di consumo e dei servizi, ad eccezione naturalmente di quelli strettamente connessi all’influenza. Una pandemia si ripercuote ii http://www.lowyinstitute.org/OurPurpose.asp Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 24 di 251 anche sull’industria di esportazione, che potrebbe addirittura essere la prima a subirne le conseguenze. Il calo dei consumi e degli investimenti dipende dalla fiducia soggettiva delle persone come consumatori e delle aziende come investitori. Da esperienze precedenti si può supporre che la riduzione degli investimenti possa provocare una fase recessiva anche prolungata. Le conseguenze economiche si traducono in una diminuzione del prodotto interno lordo (PIL), che corrisponde al valore di tutti i beni e i servizi prodotti da un’economia in un anno. Lo studio del «Congressional Budget Office» descrive per gli Stati Uniti una variante meno grave, che ipotizza una riduzione del PIL dell’1,5 per cento, e una variante più grave, che prevede una diminuzione del 5 per cento nell’anno di pandemia. Per l’Europa, lo studio del Lowy Institute postula una riduzione situata fra lo 0,7 e l’8 per cento. Lo studio del Ministero australiano, invece, tiene conto di un solo scenario grave e prevede una diminuzione del PIL pari al 5 per cento. I valori più alti sono comparabili a quelli di una delle recessioni verificatesi dal 1945, mentre quelli più bassi non raggiungono il livello a partire dal quale si parla di recessione. Nello studio svizzero, per l’anno di pandemia sono stati calcolati costi massimi di 2,3 miliardi di franchi. Secondo gli scenari degli altri Paesi e sulla base del PIL del 2004, le perdite per la Svizzera si aggirerebbero tra i 2,5 e i 35 miliardi di franchi. Secondo le caratteristiche epidemiologiche dell’influenza, la mortalità causata dalla pandemia potrebbe a lungo termine avere un effetto negativo sul PIL. Se sono le persone in età lavorativa a esserne maggiormente colpite, le ripercussioni saranno molto più gravi. È anche possibile che, a medio termine, l’impatto sul PIL pro capite addirittura aumenti ulteriormente. Data l’assenza di dati in proposito, non è possibile analizzare in modo attendibile gli effetti economici a lungo termine. Tali effetti, tuttavia, sono generalmente considerati passeggeri. Una parte delle ripercussioni economiche dipende dal fatto che le leggi del mercato (domanda e offerta) sono profondamente alterate dalla situazione di pandemia. Attraverso una preparazione ottimale e un’informazione trasparente, le autorità devono fare il possibile per mantenere intatta la fiducia della popolazione nelle istituzioni e nelle misure messe in atto in un periodo di elevata mortalità. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 25 di 251 7 Principali basi legali in Svizzera Di seguito sono elencate unicamente le principali basi legali pertinenti in vigore in Svizzera. Per la preparazione a una pandemia si tiene tuttavia conto anche di altre leggi, così come del Regolamento sanitario internazionale (RSI; cfr. più sotto). I Cantoni dispongono di legislazioni proprie che non sono trattate in questa sede. La legge sulle epidemie (LEp; RS 818.101, legge federale del 18 dicembre 1970)iii è la base giuridica che disciplina la lotta contro le malattie trasmissibili dell’uomo: − «Per combattere le malattie trasmissibili dell’uomo, la Confederazione e i Cantoni, in virtù della presente legge, prendono i provvedimenti necessari. Le autorità incaricate della esecuzione della legge sono autorizzate a delegare determinati compiti e mansioni ufficiali a organizzazioni private di utilità pubblica» (art. 1 cpv. 1). − «L’Ufficio federale della sanità pubblica, fondandosi sulle dichiarazioni previste all’articolo 27, pubblica rilevamenti settimanali, mensili e annuali» (art. 3 cpv. 1). − «All’occorrenza, esso informa le autorità, il corpo medico e il pubblico mediante altre comunicazioni» (art. 3 cpv. 2). − «L’Ufficio federale pubblica direttive concernenti la lotta contro le malattie trasmissibili e l’utilizzazione di agenti patogeni e le aggiorna secondo le nuove conoscenze scientifiche» (art. 3 cpv. 3). − «Il Consiglio federale adotta provvedimenti allo scopo di assicurare, per la popolazione civile, una sufficiente disponibilità dei prodotti immunobiologici più importanti» (art. 6). − «Il Consiglio federale prende i necessari provvedimenti per prevenire l’introduzione dall’estero di malattie trasmissibili. Esso può incaricare i Cantoni dell’esecuzione di singoli provvedimenti» (art. 7 cpv. 1 e 2). L’ordinanza sulla pandemia di influenza (OPI)iv(«Ordinanza del 27 aprile 2005 sui provvedimenti per lottare contro una pandemia di influenza»; RS 818.101.23) è entrata in vigore il 1° giugno 2005. Quest’ordinanza del Consiglio federale elaborata dal Dipartimento federale dell’interno (DFI) costituisce, insieme alla legge sulle epidemiev, la base legale per le misure da adottare nel caso di una pandemia influenzale in Svizzera. Vi sono definite le responsabilità e le competenze che consentono al Consiglio federale, di concerto con i Cantoni e altri partner interessati, di ordinare l’adozione di provvedimenti atti a ridurre il più possibile le probabili conseguenze mediche, economiche e sociali nel caso di una pandemia di influenzavi. L’ordinanza dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV) (2/05) concernente misure provvisorie al confine per la lotta contro la peste aviaria (RS 916.443.40) è stata emanata il 31 ottobre 2005vii. Ulteriori riferimenti: bollettino UFSP («BAG-Bulletin») 41/05viii − Ordinanza del 6 luglio 1983 dell’Ufficio federale dell’approvvigionamento economico del Paese (UFAE) concernente la costituzione di scorte obbligatorie di medicamenti (RS 531.215.31) e modifica del 18 aprile 2004. Il Regolamento sanitario internazionale (RSI, 2005) entrerà in vigore il 15 giugno 2007 e sostituirà la versione attualeix, una norma tecnica che disciplina il controllo di malattie come la peste, il colera e la febbre gialla. Il nuovo RSI è applicabile a tutti gli eventi che possono costituire un pericolo per la salute pubblica ed è lo strumento centrale del diritto internazionale pubblico per combattere le iii http://www.admin.ch/ch/i/rs/8/818.101.it.pdf http://www.admin.ch/ch/i/rs/8/818.101.23.it.pdf v http://www.admin.ch/ch/i/rs/8/818.101.it.pdf vi http://www.admin.ch/ch/i/as/2005/2137.pdf vii http://www.admin.ch/ch/i/as/2005/4931.pdf viii http://www.bag.admin.ch/dienste/publika/bulletin/d/BU41_05d.pdf ix RS 0.818.102 iv Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 26 di 251 malattie infettive. Per altre malattie che minacciano la salute, per le quali esiste già una procedura riconosciuta sul piano internazionale, il RSI definisce il ruolo sussidiario dell’OMS. Dato che l’eventualità di una pandemia influenzale rappresenta una grossa minaccia sotto il profilo economico, sociale e politico, le principali parti del RSI sono in vigore su base volontaria dal mese di maggio 2006 per decisione dell’Assemblea mondiale della sanità. La Parte III del Piano pandemico svizzero 2006 non rimanda tuttavia in modo particolare al RSI. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 27 di 251 8 Riferimenti bibliografici Canadian pandemic influenza plan, February 2004. http://www.hc-sc.gc.ca/ahc-asc/media/nr-cp/2004/2004_05_e.html Centers for Disease Control and Prevention (CDC) 2003. Human cases of avian influenza A (H7N7) infection – The Netherlands, 2003: 5. http://www.cdc.gov/flu/avian/gen-info/avian-flu-humans.htm Congressional Budget Office, The Congress of the United States, A potential influenza pandemic: Possible macroeconomic effects and policy issues, December 8, 2005 Dolin R, Epidemiology of influenza in adults. UpToDate online, August 29, 2005. Du Ry vaan Beest Holle M et al, Human-to-human transmission of avian influenza A/H7N7, The Netherlands, 2003: Euro Surveill 2005; 10(12): 264-8 Glezen PW, Emerging infections: pandemic influenza. Epidemiol Rev 1996; 18(1): 64-76. Kennedy S, Thomson J, Vujanovic P, A primer on the macroeconomic effects of an influenza pandemic, Treasury Working Paper, February 2006. http://www.treasury.gov.au/documents/1069/HTML/docshell.asp?URL=TW_2006-01.htm McKibbing WJ, Sidorenko AA, Global macroeconomic consequences of pandemic influenza, Lowy Institute for International Policy, February 2006. www.lowyinstitute.org Nguyen-Van-Tam JS, Hampson AW, The epidemiology and clinical impact of pandemic influenza. Vaccine 2003; 21: 1762-8. Piercy JA, The economics of pandemic influenza in Switzerland, Mapi values, March 2003. www.mapivalues.com Staatssekretariat für Wirtschaft (seco), Grobschätzung der wirtschaftlichen Folgen einer GrippePandemie für die Schweiz, März 2006. Stephenson I, Avian influenza. UpToDate online, September 15, 2005. The Writing Committee of the World Health Organization (WHO) Consultation on human influenza A/H5 avian influenza A (H5N1) infections in humans. NEJM 2005; 353: 1363-73 WHO, Avian influenza in the Netherlands. Disease outbreak reported. 24 April 2003. WHO, WHO checklist for influenza pandemic preparedness planning. 2005 WHO, WHO global influenza preparedness plan. November 2005. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 28 di 251 9 Link http://www.bfs.admin.ch/bfs/portal/it/index/themen/volkswirtschaft/volkswirtschaftliche/blank/kennza hlen/bip_gemaess_produktionsansatz.html http://www.efv.admin.ch/f/finanzen/bundfina/pdf_v_04/Bufi2004_f.pdf Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 29 di 251 10 Elenco delle abbreviazioni AA Armeeapotheke (Farmacia dell’esercito) CaF Cancelleria federale CC Cellula di crisi CdC Conferenza dei Governi cantonali CDS Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità CF Consiglio federale CFV Commissione federale per le vaccinazioni CNI Centro nazionale Influenza CRS Croce Rossa Svizzera CT Cantoni DDASS Direction Départementale des Affaires Sanitaires et Sociales, France (Direzione dipartimentale della sanità e della socialità, Francia) DDPS Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport DFAE Dipartimento federale degli affari esteri DFI Dipartimento federale dell’interno DGS Direction Générale de la Santé, Paris (Direzione generale nazionale della sanità, Parigi) DRASS Direction Régionale des Affaires Sanitaires et Sociales, France (Direzione regionale della sanità e della socialità, Francia) DSC Direzione dello sviluppo e della cooperazione ECDC European Centre for Disease Prevention and Control (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) EIA Enzyme ImmunoAssay EISS European Influenza Surveillance Scheme EMPA Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca FFP Filtering Face Piece FMH Federazione dei medici svizzeri FNRM Flughafennetzwerk für Reisemedizin (Rete di aeroporti per la medicina di viaggio) FNS Fondo nazionale svizzero GLI Gruppo di lavoro Influenza GSic Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza IES Information und Einsatz im Sanitätsdienst (Informazione e intervento nel sistema sanitario) IF Immunofluorescenza ILI Influenza-Like Illness (sindrome influenzale) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 30 di 251 Influenza HxNy Designazione di un virus influenzale ancora sconosciuto ma potenzialmente pandemico INVS Institut National de la Veille Sanitaire, Paris (Istituto nazionale di sorveglianza sanitaria, Parigi) IVI Institut für Viruskrankheiten und Immunprophylaxe (Istituto di virologia e immunoprofilassi) LCH Dachverband Schweizer Lehrerinnen und Lehrer (Associazione mantello degli insegnanti svizzeri) O Ordinanza OIE Office International des Epizooties / World Organisation for Animal Health (Agenzia internazionale per le epizoozie dell’Organizzazione mondiale per la salute animale) OMS (WHO) Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organisation) OPI Ordinanza sulla pandemia di influenza PCR Polymerase Chain Reaction (reazione a catena della polimerasi) PMI Piccole e medie imprese RSI (IHR) Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulations) SARS Severe Acute Respiratory Syndrome (sindrome respiratoria acuta grave) seco Segreteria di Stato dell’economia SKS Stiftung für Konsumentenschutz (Fondazione per la protezione dei consumatori) SM crisi Stato maggiore di crisi SSC Servizio sanitario coordinato SSF Società svizzera dei farmacisti Suva Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni UE Unione Europea UFAE Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese UFSP Ufficio federale della sanità pubblica UFV Ufficio federale di veterinaria UST Ufficio federale di statistica Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 31 di 251 11 Glossario Di seguito sono spiegati i principali termini tecnici che ricorrono nel presente piano pandemico. Una lista più dettagliata figura sulle pagine internet dell’UFSP dedicate all’influenza: www.bag.admin.ch/influenza. Abbattimento Uccisione di animali nel quadro della lotta contro le epizoozie Aerosol Particella liquida o solida in sospensione in un gas (aria) Amantadina Farmaco antivirale contro i virus influenzali del tipo A, inibitore della proteina M2 Attack rate Incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco) Burden of disease Impatto di una malattia, sotto il profilo sanitario, sociale ed economico, su una singola persona o sulla società Endemico Che si manifesta in modo costante in un’area geografica limitata (p.es. una malattia) Epidemia Sviluppo insolito di un’infezione in una popolazione, perlopiù circoscritto a un’area geografica limitata Genoma Insieme del patrimonio ereditario Gestione dei contatti Provvedimento per individuare i soggetti che p.es. hanno avuto contatti con persone colpite dall’influenza H5N1 Agente patogeno dell’influenza aviaria / Sottotipo di virus influenzale A HxNy Sottotipo sconosciuto di virus influenzale Immunità Resistenza di un organismo a un agente patogeno o a un antigene Infezione nosocomiale Malattia infettiva contratta durante un ricovero in ospedale o in un altro istituto di cura Inibitore della neuroaminidasi Farmaco che inibisce la fuoriuscita dei virus da una cellula infetta e che ne impedisce la diffusione nell’organismo; permette di attenuare i sintomi dell’influenza Isolamento Separazione delle persone malate o detenzione separata degli animali Letalità Unità che misura il tasso di mortalità di una malattia Morbilità Probabilità di un individuo di contrarre una determinata malattia in relazione a una determinata popolazione Mortalità Tasso che indica il numero di decessi a causa di una certa malattia in una determinata popolazione sull’arco di un preciso lasso di tempo Oseltamivir (Tamiflu®) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza Pandemia Aumento importante, su scala mondiale e per un periodo di tempo limitato, dei casi di infezione dovuti a una determinata malattia Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 32 di 251 Periodo d’incubazione Periodo fra la penetrazione dell’agente patogeno nell’organismo e la comparsa dei sintomi della malattia Quarantena Separazione dei soggetti sani (ma esposti all’infezione) o detenzione separata degli animali sani Relenza® (Zanamivir) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza Riassortimento Scambio di DNA tra due o più virus all’interno della stessa cellula ospite Ricombinazione Nuova combinazione (p.es. di virus) Social distancing Misura destinata a evitare i contatti sociali fra gli individui per evitare la trasmissione di un agente patogeno Tamiflu® (Oseltamivir) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza Tasso di mutazione Frequenza con la quale si manifestano mutazioni a livello di DNA, p.es. in un virus Zanamivir (Relenza®) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza (nome commerciale: Relenza®) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 33 di 251 Piano pandemico svizzero 2006 Parte II: Strategie e procedure nelle diverse fasi Di seguito sono illustrate le misure di preparazione e di lotta alla pandemia per i tre periodi (interpandemico, di allerta pandemico e pandemico) e le sei fasi, conformemente al capitolo 4 «Periodi e fasi pandemiche secondo l'OMS e scenari per la Svizzera» della parte I del Piano pandemico svizzero Influenza 2006: − − − − − − − − Obiettivi Strategia Pianificazione e coordinamento Monitoraggio dell'influenza Misure sanitarie Farmaci antivirali e vaccini Comunicazione tra le autorità e la popolazione Competenze Le fasi da 1 a 6 comprendono la procedura da seguire dall’individuazione di un nuovo sottotipo di virus influenzale negli animali fino alla diffusione su scala mondiale della malattia nell’uomo. La rispettiva fase è dichiarata dall’OMS non appena è accertata l’esistenza dei criteri corrispondenti. Con la dichiarazione della fase pandemica, ci si attende che gli Stati membri dell’OMS attivino le necessarie contromisure a livello nazionale. Una volta dichiarata, una fase vale per ogni Paese, indipendentemente dal fatto che l’infezione sia presente o meno sul suo territorio e dalla sua gravità. Per tenere conto delle diverse situazioni nella pianificazione e nell’attuazione delle misure appropriate, l'OMS ha raccomandato agli Stati membri di adeguare le fasi alle contingenze nazionali e di suddividerle in vari scenari. La Svizzera ha suddiviso le fasi 3, 4 e 5 in tre scenari ciascuna e la fase 6 in due scenari. Si tratta di scenari che, in base alle conoscenze disponibili e alle rispettive previsioni internazionalmente riconosciute, risultano plausibili, ma che non si concretizzeranno necessariamente. In altre parole, è ipotizzabile che nella fase 4 la Svizzera si situi nello scenario 4.1 e che, a seconda degli sviluppi, si ritrovi direttamente nello scenario 5.3, in quanto il passaggio da una fase all’altra può avvenire in modo rapido o flessibile. Se, con il passare del tempo, le nuove conoscenze richiederanno una modifica delle previsioni, non è da escludere che anche gli scenari cambieranno di conseguenza. Il successo e l’efficacia delle misure e delle raccomandazioni dipendono in ampia misura dal consenso che raccoglieranno tra la popolazione e le categorie di persone coinvolte nonché dalla tempestività e dalla portata della loro attuazione. Anche le caratteristiche epidemiologiche del virus pandemico esercitano un influsso decisivo, anche se imprevedibile. Nella seguente tabella, gli scenari che riguardano direttamente la Svizzera sono evidenziati in colore per una migliore visibilità. I rimandi agli scenari si presentano come segue: p. es. fase 3.1 invece di fase 3, scenario 1. Nella colonna «Competenze» sono riportati le autorità e i servizi responsabili delle rispettive misure, senza tenere conto di linee gerarchiche e ordini cronologici. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 34 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera 1 Misure Competenze Nessun nuovo sottotipo di virus influenzale nell’uomo Obiettivi dell’OMS Gli obiettivi generali dell’OMS riguardano il rafforzamento della preparazione a una pandemia a livello mondiale, nazionale e regionale. Strategie della Svizzera Le priorità risiedono nella promozione delle vaccinazioni stagionali contro l'influenza tra i gruppi a rischio e il personale medico e infermieristico (campagne di vaccinazione contro l'influenza) nonché nel monitoraggio delle malattie cliniche e dei virus in circolazione. Monitoraggio e valutazione Il monitoraggio e la valutazione permanenti dell’influenza stagionale consentono di individuare le infezioni causate da un nuovo ceppo influenzale, di identificare le potenziali fonti animali e di soppesare i rischi di trasmissione all'uomo. ¾ Centro nazionale per il RSI Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ¾ Approntamento dei mezzi necessari per Cantoni Ospedali fronteggiare in modo rapido ed efficace i casi di infezione in collaborazione con i Cantoni ¾ Monitoraggio dell'attività influenzale UFSP stagionale in Svizzera mediante il sistema Centro nazionale sentinella e lo scambio di informazioni Influenza sulla situazione epidemiologica con l’OMS e il Sistema europeo di sorveglianza dell’influenza (EISS) ¾ Monitoraggio dei virus influenzali stagionali in Svizzera attraverso campioni biologici raccolti dai medici sentinella (striscio naso-faringeo). I virus influenzali sono isolati dai campioni, tipizzati e sottotipizzati. I nuovi ceppi virali sono poi spediti al centro di riferimento di Londra. ¾ Segnalazione dell'influenza stagionale da parte dei medici sentinella all’UFSP ¾ Valutazione regolare della situazione epidemiologica dell’influenza Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Centro nazionale Influenza UFSP UFSP Gruppo di lavoro Influenza Piano pandemico svizzero 2006, pagina 35 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Monitoraggio dei virus influenzali nei suini Ufficio federale di veterinaria (UFV) Istituto di virologia veterinaria dell’Università di Zurigo e nei volatili Prevenzione e contenimento ¾ Aggiornamento del Piano pandemico Gruppo di lavoro Influenza UFSP ¾ Elaborazione e pubblicazione delle UFSP Gruppo di lavoro Influenza Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) raccomandazioni per la prevenzione dell'influenza ¾ Raccomandazioni per la vaccinazione UFSP contro l’influenza (influenza stagionale) Antivirali/ vaccino ¾ Registrazione e test dei nuovi antivirali e Swissmedic dei vaccini contro l'influenza e monitoraggio degli stessi per individuare eventuali effetti collaterali, interazioni e resistenze ¾ Preparazione di un’omologazione Swissmedic accelerata dei vaccini in caso di pandemia Sistema sanitario ¾ Pubblicazione e attuazione di raccomandazioni per la vaccinazione contro l’influenza stagionale Comunicazione Medici cantonali Medici Farmacisti ¾ Strategia di comunicazione: − comunicazione specifica a determinati gruppi bersaglio − sensibilizzazione dei gruppi a rischio e comunicazione educativa UFV Veterinari cantonali ¾ Contenuti della comunicazione: UFSP Medici cantonali vaccinazione contro l’influenza, prevenzione e raccomandazioni sulle misure di igiene e di protezione. ¾ Mezzi di comunicazione: raccomandazioni per la prevenzione dell’influenza; durante la stagione influenzale: pubblicazione dei risultati del monitoraggio (valutazione della situazione) nel bollettino e nel sito dell’UFSP; pubblicazione dei risultati della tipizzazione dei virus influenzali in circolazione nel sito internet www.influenza.ch Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 36 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera 2 Misure Competenze Nessun nuovo sottotipo di virus influenzale nell’uomo. Tuttavia, un nuovo sottotipo di virus influenzale circolante negli animali rappresenta un rischio sostanziale di malattia per l’essere umano. Obiettivi dell’OMS Fondamentalmente, nella fase 2 valgono gli stessi obiettivi generali dell’OMS della fase 1. Lo scopo è di ridurre al minimo il rischio di trasmettere all’uomo il sottotipo di virus influenzale in circolazione negli animali nonché di individuare e segnalare immediatamente eventuali contagi. Bisogna soprattutto evitare che l'infezione si trasmetta alle persone esposte. Strategie della Svizzera Valgono le stesse strategie e misure della fase 1, a cui si aggiungono provvedimenti relativi al settore veterinario, come le raccomandazioni per la protezione del personale impegnato nella lotta alle epizoozie, ai sensi della legge sulle epizoozie. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch UFV Piano pandemico svizzero 2006, pagina 37 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure 3 Casi isolati di infezione nell’uomo dovuti a un nuovo sottotipo di virus influenzale. La malattia non si trasmette da uomo a uomo, ad eccezione di rari casi di contagio per contatto ravvicinato. Obiettivi dell’OMS Competenze Caratterizzare rapidamente il nuovo sottotipo di virus influenzale, riconoscere e segnalare tempestivamente altri casi di infezione e adottare senza indugio le misure adeguate. 3.1 I casi di infezione nell'uomo sono isolati e circoscritti al Paese d'origine (Svizzera esclusa). Negli animali, invece, la malattia si diffonde ad altri continentii. Strategie della Svizzera Evitare l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale in Svizzera (in particolare negli animali). Pianificazione e coordinamento ¾ Verifica del piano pandemico nazionale e UFSP cantonale e delle basi giuridiche (cantonali, Cantoni nazionali e internazionali) in vista di Ospedali un'eventuale pandemia Servizi sanitari UFV ecc. ¾ Elaborazione e pubblicazione di raccomandazioni per la protezione del personale impegnato nella lotta alle epizoozie UFV UFSP Suva (Insai) ¾ Elaborazione di piani pandemici da parte di Aziende aziende pubbliche e private ¾ Preparazione dell’intervento dello stato maggiore speciale per la pandemia Monitoraggio e valutazione ¾ Monitoraggio del virus influenzale in Centro nazionale circolazione (monitoraggio di routine, come Influenza nelle fasi 1 e 2) Istituto di virologia e d’immunoprofilassi (IVI) ¾ Monitoraggio nel settore veterinario (importazioni illegali, ricerca attiva del nuovo sottotipo di virus influenzale) i Dipartimento federale dell’interno (DFI) UFV Dogane IVI Come nel caso della febbre aviaria fino alla fine del 2005. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 38 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Obbligo di segnalare sospetti di infezione Medici Medici cantonali UFSP Centro nazionale Influenza UFV Veterinari cantonali Laboratori dovuta al nuovo sottotipo di virus influenzale (definizione di caso, criteri e moduli per la segnalazione) ¾ Garantire le analisi di laboratorio per accertare i casi sospetti di infezione dovuta al nuovo sottotipo di virus influenzale (capacità, metodologia e sicurezza), con rete di contatti a livello internazionale ¾ Elaborazione di raccomandazioni per viaggiatori e aeroporti Prevenzione e contenimento ¾ Elaborazione e pubblicazione di UFSP UFV Centro nazionale Influenza Suva UFSP Rete aeroportuale per la medicina di viaggio (FNRM) UFSP raccomandazioni per la popolazione ¾ Attuazione delle raccomandazioni dell’UFV Cantoni relative alle manifestazioni con animali (mercati, fiere, esposizioni ecc.) ¾ Controlli delle importazioni Antivirali/ vaccino UFV Antivirali ¾ Verifica dell’approvvigionamento di antivirali (dalla produzione alla distribuzione) in caso di pandemia ¾ Analisi degli studi clinici e dei dati disponibili sull’efficacia e la sicurezza degli antivirali ¾ Verifica della quantità e della costituzione delle scorte in base alle conoscenze epidemiologiche sulla sicurezza e l'efficacia di farmaci vecchi e nuovi ¾ Impiego di antivirali nelle persone sospettate di aver contratto il nuovo sottotipo di virus influenzale e nella profilassi pre- e post-esposizione con rischio analogo. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE) Cantoni Swissmedic Gruppo di lavoro Influenza Gruppo di lavoro Influenza UFSP UFAE Cantoni Medici Cantoni Piano pandemico svizzero 2006, pagina 39 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze Vaccino ¾ Verifica e se necessario estensione delle indicazioni di vaccinazione stagionale (p. es. a persone ad alto rischio di esposizione, come quelle impegnate nella lotta alle epizoozie) UFSP CFV ¾ Partecipazione allo sviluppo di un prototipo UFSP di vaccino contro il nuovo sottotipo di virus influenzale ¾ Gara d’appalto, organizzare Confederazione l’approvvigionamento e la distribuzione del UFSP vaccino ¾ Messa a punto della strategia di vaccinazione contro il nuovo sottotipo di virus influenzale Sistema sanitario ¾ Creazione di un gruppo di coordinamento costituito da addetti del settore sanitario e di altri settori coinvolti. ¾ Elaborazione degli scenari per l’approntamento e la distribuzione di farmaci e vaccino UFSP CFV Gruppo di lavoro Influenza Cantoni DFI Comitato di sicurezza del Consiglio federale (CSCF) UFSP Cantoni ¾ Concezione e svolgimento di simulazioni di Cantoni Cancelleria federale situazioni di crisi ¾ Raccomandazioni destinate al personale medico sulla procedura da adottare in caso di sintomatologia sospetta, sulla corretta attuazione delle norme igieniche finalizzate al controllo dell'infezione e sulla prevenzione della trasmissione nosocomiale ¾ Applicazione delle norme per la biosicurezza nei laboratori, la manipolazione di agenti patogeni e la sicurezza nel trasporto Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch UFSP Cantoni Ospedali Suva Swissnoso UFV Laboratori di medicina veterinaria e umana Suva Piano pandemico svizzero 2006, pagina 40 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Comunicazione Misure Competenze ¾ Strategia di comunicazione: − comunicazione scientifica e comunicazione del rischio sulla situazione epidemiologica «epizoozia» − comunicazione scientifica e comunicazione del rischio sulla situazione effettiva nell’uomo − comunicazione degli eventi: coordinata − comunicazione educativa (influenza, epizoozia, pandemia) − UFSP UFV Cantoni ¾ Contenuti della comunicazione: 3.2 Strategie della Svizzera Pianificazione e coordinamento Monitoraggio e valutazione UFSP informazioni sulla disponibilità e la UFV distribuzione di antivirali e del vaccino, Cantoni sulla qualità delle derrate alimentari, sulla prevenzione, sui comportamenti da adottare in materia di igiene e misure di protezione UFSP ¾ Mezzi di comunicazione: raccomandazioni e informazioni scritte, UFV bollettino UFSP, media, siti internet, Cantoni hotline, volantini e manifesti per viaggiatori, piattaforme di coordinamento In Svizzera o nei Paesi confinanti è rinvenuto un nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) in animali malati o morti. Evitare la diffusione dell’infezione negli animali e impedirne la trasmissione all’uomo Come nella fase 3.1 Come nella fase 3.1, e in aggiunta: ¾ Aggiornamento della definizione di caso di UFSP infezione dovuta al nuovo sottotipo di virus influenzale ¾ Rafforzamento del monitoraggio degli esseri umani e degli animali Prevenzione e contenimento Cantoni Come nella fase 3.1, e in aggiunta: ¾ Eliminazione del focolaio virale tra gli animali UFV Cantoni ¾ Misure di medicina veterinaria per le UFV regioni colpite, p. es. istituzione di zone di protezione e di sorveglianza ¾ Misure per la protezione del personale UFSP impegnato nella lotta alle epizoozie (igiene, UFV equipaggiamento protettivo personale, Cantoni assunzione di antivirali dopo e Suva eventualmente prima dell’esposizione ecc.) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 41 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Proseguimento della prevenzione contro UFSP l’influenza stagionale per ridurre al minimo Cantoni i rischi di infezioni doppie, in particolare tra il personale impegnato nella lotta alle epizoozie ¾ Segnalazione all’Ufficio internazionale delle UFV epizoozie (OIE) Antivirali/ vaccino Come nella fase 3.1 Sistema sanitario Come nella fase 3.1, e in aggiunta: ¾ Aumento delle riserve e approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale (guanti, grembiuli, mascherine ecc.) Confederazione Cantoni Ospedali ecc. Come 3.1 Comunicazione 3.3 In Svizzera si rileva un caso di infezione nell’uomo dovuta al nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1); caso importato, la persona contagiata lavora a contatto con animali da reddito Strategie della Svizzera Evitare infezioni secondarie, protezione del personale sanitario, impedire la trasmissione negli animali Pianificazione e coordinamento ¾ Verifica e sostegno dell’attivazione e UFSP dell'attuazione dei piani da parte di tutte le UFV autorità e a tutti i livelli (nazionale, Cantoni cantonale e settore privato) ¾ Garantire il coordinamento delle misure di protezione del personale impegnato nella lotta alle epizoozie UFV Suva ¾ Garantire il trattamento e la cura dei malati, Cantoni evitare l’esposizione e individuare i contatti Ospedali («contact tracing») Medici Monitoraggio e valutazione Come nella fase 3.2, e in aggiunta: ¾ Obbligo di segnalazione: revisione dei UFSP criteri di segnalazione (definizione di caso) per i casi sospetti di infezione riconducibile al nuovo sottotipo di virus influenzale ¾ Scambio con i principali partner internazionali (OMS, EISS) e segnalazione dei nuovi casi all’OMS Prevenzione e contenimento UFSP Centro nazionale Influenza ¾ Identificazione delle fonti di infezione UFSP Cantoni Come nella fase 3.2, e in aggiunta: gestione dei contatti UFSP Cantoni Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 42 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Antivirali/ vaccino Misure Competenze Antivirali ¾ Attuazione degli schemi di trattamento (antivirali inclusi) in presenza di nuovi casi UFSP Cantoni Ospedali Medici Vaccino ¾ Attuazione della strategia di vaccinazione UFSP nell’essere umano (contro il nuovo Cantoni sottotipo di virus influenzale) non appena il Ospedali vaccino è disponibile e conformemente Medici alle raccomandazioni della CFV e del gruppo di lavoro Influenza ¾ Monitoraggio del vaccino e monitoraggio di Swissmedic routine finché l’indicazione di vaccinazione è circoscritta a piccoli gruppi Sistema sanitario ¾ Assistenza medica dei malati conformemente alle direttive ¾ Protezione delle persone esposte e del personale medico (igiene, guanti, mascherine, antivirali) ¾ Prevenzione della trasmissione Ospedali Medici Ospedali Medici Suva Ospedali nosocomiale ¾ Aggiornamento e comunicazione regolari della definizione di caso, algoritmi per l'identificazione di persone infette, gestione dei casi e controlli del personale medico nelle strutture pubbliche e private Comunicazione UFSP Cantoni Ospedali Come nella fase 3.1, e in aggiunta: ¾ Aggiornamento regolare degli sviluppi della UFSP situazione nel Paese, all’attenzione dell’OMS e di altri partner nazionali e internazionali Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch UFV Piano pandemico svizzero 2006, pagina 43 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure 4 Piccoli focolai a trasmissione interumana limitata. La diffusione chiaramente localizzata fa supporre che il virus non si è ancora ben adattato all’uomo. ¾ Dichiarazione del Consiglio federale Obiettivi dell’OMS Competenze Debellare il virus o evitarne la diffusione per guadagnare tempo, al fine di mettere in atto le misure di preparazione e sviluppare il vaccino 4.1 Primo piccolo focolaio del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana fuori dalla Svizzera. Strategie della Svizzera Evitare l’introduzione dell'infezione, individuare rapidamente eventuali malati giunti in Svizzera per debellare il virus e identificare la catena di trasmissione Pianificazione e coordinamento ¾ Nuova valutazione del grado di UFSP preparazione della Svizzera (in base alla checklist dell’OMS) e della funzionalità dei sistemi di monitoraggio ¾ Coordinamento delle misure per evitare una diffusione dell’infezione nell’essere umano ¾ Valutazione dell'opportunità di intervento UFSP Cantoni Rete aeroportuale per la medicina di viaggio (FNRM) UE OMS DFI dello stato maggiore speciale per la pandemia Monitoraggio e valutazione Come nella fase 3, e in aggiunta: ¾ Intensificazione del monitoraggio del turismo, così come dei viaggi in Paesi potenzialmente colpiti dal virus e degli scambi commerciali con questi Paesi ¾ Attuazione del piano d’azione per gli aeroporti (informazione, elenco passeggeri, ev. controlli) Prevenzione e contenimento UFSP Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) OMS Dogane UFSP Aeroporti Cantoni interessati Come nella fase 3, e in aggiunta: ¾ Divieto di partecipare a manifestazioni per UFSP le persone provenienti da Paesi toccati (conformemente alle raccomandazioni dell’OMS e dell’UE) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch DFAE OMS UE Piano pandemico svizzero 2006, pagina 44 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Limitazione dei viaggi verso le regioni DFAE colpite (conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP) ¾ Interruzione della catena di trasmissione (gestione dei contatti, isolamento, quarantena, antivirali) UFSP Cantoni Servizio sanitario coordinato (SSC) ¾ Istruzione della popolazione circa le misure UFSP di protezione personali Gruppo di lavoro Influenza Antivirali /vaccino Antivirali Come nella fase 3.3 Vaccino Come nella fase 3, e in aggiunta: Medici a) Vaccino stagionale: può scarseggiare, in quanto le aziende si concentrano sulla produzione del vaccino contro il nuovo sottotipo virale. In caso di comparsa dell'influenza stagionale in Svizzera, il vaccino stagionale è quindi riservato ai gruppi a rischio Medici b) Vaccino contro il nuovo sottotipo di virus influenzale, secondo disponibilità, specialmente per il personale sanitario. Gruppo di lavoro Influenza UFSP Cantoni c) Vaccino pandemico: organizzazione dell’approvvigionamento del vaccino e distribuzione Gruppo di lavoro Influenza Stato maggiore speciale Pandemia Sistema sanitario Come nella fase 3 Comunicazione Dichiarazione del Consiglio federale sulla comunicazione della fase Consiglio federale ¾ Strategia di comunicazione: − comunicazione scientifica e comunicazione del rischio centrate sui comportamenti da adottare − informazione su vasta scala a tutti i gruppi bersaglio − coerenza dei contenuti − comunicazione attraverso i media e internet (informazione di base capillare e informazione approfondita per gruppi specifici) Confederazione Cantoni Stato maggiore speciale pandemia Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 45 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Contenuti della comunicazione: raccomandazioni sui comportamenti da adottare a seconda dell’ambiente, raccomandazioni sui contatti e la profilassi di esposizione, informazioni sull’uso di antivirali, sul vaccino e sulla qualità delle derrate alimentari Confederazione Cantoni Stato maggiore speciale pandemia UFSP ¾ Mezzi di comunicazione: siti internet, hotline, media, schede informative, misure Cantoni di comunicazione diretta, come inserzioni, volantini, manifesti, spot radiofonici e televisivi, opuscoli informativi e direttive, video didattici ¾ Preparazione alla fase successiva ¾ Sensibilizzazione: informazione della popolazione sulle misure e sulle possibili restrizioni che saranno ordinate a seconda degli sviluppi, per es. elenco delle priorità, limitazione dei viaggi, penuria di beni di prima necessità ecc. 4.2 Piccolo/i focolaio/focolai del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana fuori dal Paese o dal Continente d’origine, ma non in Svizzera Strategie della Svizzera Evitare l’introduzione dell’infezione, individuare rapidamente eventuali malati giunti nel Paese e compiere tutti gli sforzi possibili per impedire la diffusione dell’infezione alla Svizzera. Pianificazione e coordinamento Come nella fase 4.1, e in aggiunta: Monitoraggio e valutazione ¾ Valutazione del rischio di pandemia OMS UFSP ¾ Verifica della possibilità della Svizzera di prestare aiuto internazionale Consiglio federale Come nelle fasi 3 (3.1-3.2) e 4.1, e in aggiunta: ¾ Obbligo di segnalazione: revisione dei criteri di segnalazione (definizione di caso) con algoritmi, qualora si sospettino infezioni dovute al nuovo sottotipo di virus influenzale Prevenzione e contenimento UFSP con i Cantoni Centro nazionale Influenza ¾ Divieto di partecipare a manifestazioni per UFSP le persone provenienti da Paesi toccati (conformemente alle raccomandazioni dell’OMS e dell’UE) ¾ Obbligo di autorizzazione per le manifestazioni Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch DFAE OMS UE Cantoni UFSP Piano pandemico svizzero 2006, pagina 46 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Interruzione della catena di trasmissione UFSP Cantoni SSC (gestione dei contatti, isolamento, quarantena, antivirali) ¾ Istruzione della popolazione circa le misure UFSP di protezione personali Gruppo di lavoro Influenza Antivirali/vaccino Antivirali Come nella fase 4.1, e in aggiunta: ¾ Indicazioni definitive Gruppo di lavoro Influenza Stato maggiore speciale pandemia ¾ Preparazione alla distribuzione degli antivirali per contenere l’infezione UFSP Cantoni Vaccino Come nella fase 4.1 Sistema sanitario Come nella fase 3 (3.1-3.2) Comunicazione Come nella fase 4.1 4.3 Piccolo focolaio del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana in Svizzera Strategie della Svizzera Compiere tutti gli sforzi possibili per evitare l’insorgere di una pandemia Pianificazione e coordinamento ¾ Istituzione dello Stato maggiore speciale per la pandemia ai sensi della OPI DFI ¾ Attivazione dell’organizzazione per lo stato Cantoni di crisi nelle zone o nel Cantone toccati ¾ Garantire la collaborazione con i Paesi confinanti nello scambio di informazioni e nel coordinamento della protezione in caso di emergenza UFSP DFAE Consiglio federale Sistema europeo di sorveglianza dell'influenza (EISS) OMS European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) UE ¾ Garantire il trattamento e la cura dei malati Cantoni Ospedali Medici Personale di cura SSC Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 47 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Monitoraggio e valutazione Misure Competenze ¾ Designazione di ospedali responsabili dell’ammissione e del trattamento di persone contagiate dal nuovo sottotipo di virus influenzale UFSP Cantoni ¾ Obbligo di segnalazione: segnalare all’UFSP i casi isolati e i cluster di casi attribuibili al nuovo sottotipo di virus influenzale Medici Cantoni Centro nazionale Influenza ¾ Caratterizzazione epidemiologica, virologica e clinica, definizione di caso («outbreak investigation»), adeguamento dei criteri di segnalazione UFSP Centro nazionale Influenza Gruppo di lavoro Influenza Cantoni ¾ Gestione dei contatti e individuazione delle Medici persone esposte («contact tracing») Cantoni UFSP ¾ Stima delle proporzioni della trasmissione OMS interumana, della minaccia per la salute della popolazione e dell’efficacia delle misure di controllo ¾ Raccolta e scambio di ceppi virali e informazioni, necessari per lo sviluppo e l’adeguamento delle diagnosi e dei prototipi di vaccino Prevenzione e contenimento Gruppo di lavoro Influenza Centro nazionale Influenza Produttori dei vaccini ¾ Eventualmente, realizzare ricerche cliniche UFSP, FNS ¾ Definizione di zone di sorveglianza Cantoni ¾ Attuazione di misure per ridurre al minimo Cantoni la morbilità e la mortalità ¾ Attuazione di misure per evitare la trasmissione interumana nelle zone di sorveglianza Ospedali Medici Personale di cura − Misure di protezione personali Confederazione Cantoni − Limitazione dei contatti sociali («social distancing»), p. es. chiusura di scuole, divieto di manifestazioni ¾ Verifica dell’efficacia delle misure adottate UFSP in collaborazione con l’OMS ¾ Ricerca attiva di persone malate nella UFSP popolazione(«active case finding») Antivirali/vaccino Antivirali ¾ Distribuzione controllata di antivirali ai Cantoni Ospedali malati, profilassi pre e post-esposizione per le persone venute a contatto con soggetti o animali infetti Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 48 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Predisposizione di un uso più ampio di UFSP UFAE Cantoni antivirali e relativa gestione nelle fasi successive ¾ Impiego delle scorte nazionali di antivirali per la gestione dei contatti UFSP Farmacia dell’esercito ¾ Istituzione del monitoraggio degli antivirali UFSP Swissmedic Vaccino Vaccino contro il nuovo sottotipo di virus influenzale: ¾ Distribuzione del vaccino alle persone a Cantoni contatto con i primi malati per evitare che Medici l’infezione si diffonda (profilassi a tappeto) ¾ Scambio delle conoscenze sul vaccino e delle relative esperienze con la comunità internazionale (attraverso l’OMS) ¾ Segnalazione di effetti indesiderati UFSP Gruppo di lavoro Influenza Swissmedic Swissmedic ¾ Raccomandazioni su come affrontare gli UFSP effetti indesiderati (in considerazione delle disposizioni della OPI, sezione 4, art. 15) Sistema sanitario Come nella fase 3 (3.1-3.3) ¾ Individuazione di strategie alternative per l’isolamento e la gestione dei casi Comunicazione Come nella fase 4.1 ¾ Tono della comunicazione: appellativo ¾ Preparazione dell’opinione pubblica e dei partner alla pandemia incombente e alle sue conseguenze, tenendo conto particolarmente delle paure della popolazione Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch UFSP Cantoni Gruppo di lavoro Influenza Consiglio federale Cantoni Stato maggiore speciale pandemia Servizi federali Piano pandemico svizzero 2006, pagina 49 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure 5 Focolai epidemici in aumento, ma ancora localizzabili. Il virus migliora il suo adattamento all'uomo, anche se non è ancora pienamente trasmissibile. Obiettivi dell’OMS Competenze Mobilitazione di tutte le forze per contenere o ritardare la diffusione, al fine di evitare se possibile una pandemia e guadagnare tempo nell’attuazione delle contromisure. 5.1 Primo grande focolaio del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana fuori dalla Svizzera. Strategie della Svizzera Evitare l’introduzione dell’infezione, individuare rapidamente eventuali malati giunti in Svizzera, per evitare o rallentare la diffusione del virus. Tutte le misure Come nella fase 4.1 5.2 Focolaio/focolai maggiore/i del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana fuori dal Paese o dal Continente d’origine, ma non in Svizzera. Strategie della Svizzera Evitare l’introduzione dell’infezione, individuare rapidamente eventuali malati giunti in Svizzera: massimizzare gli sforzi per impedire la diffusione dell’infezione alla Svizzera Pianificazione e coordinamento Come nella fase 4.2, e in aggiunta: ¾ Garantire la disponibilità di tutti i sistemi e Confederazione l’attuabilità delle misure previste Monitoraggio e valutazione Cantoni Come nella fase 4.2, e in aggiunta: ¾ Determinazione del rischio di pandemia ¾ Determinazione e monitoraggio delle OMS Confederazione risorse pubbliche necessarie per superare Cantoni una pandemia Prevenzione e contenimento Come nella fase 4.2, e in aggiunta: ¾ Evitare che l’epidemia si diffonda ad atri Paesi/regioni e individuazione immediata, se ciò dovesse verificarsi Antivirali/vaccino OMS UFSP Antivirali ¾ Liberazione delle scorte nazionali di Tamiflu®, se non avvenuto in precedenza (fase 4) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch UFSP Piano pandemico svizzero 2006, pagina 50 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Liberazione delle scorte obbligatorie (se UFAE Consiglio federale Depositario delle scorte obbligatorie (Roche) necessario) in misura del 10% e distribuzione contingentata ai Cantoni, entrata in vigore dell’ordinanza con possibilità di controllare e gestire la distribuzione degli antivirali ¾ Inizio dell’incapsulamento della polvere di UFAE Tamiflu® per utilizzazione successiva Vaccino Come nella fase 4.2 Sistema sanitario Come nella fase 4.2 Comunicazione Come nella fase 4.1, e in aggiunta: ¾ Evitare che le persone malate e i loro familiari siano emarginati ¾ Adeguamento delle strategie di comunicazione 5.3 UFSP Confederazione Cantoni UFSP Stato maggiore speciale pandemia Focolaio maggiore del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana in Svizzera. Strategie della Svizzera Compiere tutti gli sforzi possibili, per guadagnare tempo e rallentare l’insorgere di una pandemia. Pianificazione e coordinamento Come nella fase 4.3, e in aggiunta: ¾ Valutare l’eventualità di stanziamenti supplementari ¾ Valutare l’eventualità di introdurre misure d’emergenza Confederazione Cantoni Confederazione Cantoni ¾ Valutare la necessità di aiuti internazionali Confederazione ¾ Garantire l’assistenza dei malati Cantoni Ospedali SSC Monitoraggio e valutazione Come nella fase 4.3, e in aggiunta: ¾ Introduzione della segnalazione giornaliera UFSP dei nuovi casi di malattia (obbligo di segnalazione esteso) Prevenzione e contenimento ¾ Attuazione delle misure per ridurre al minimo la morbilità e la mortalità, utilizzazione del sistema IIS («Informazione e impiego nel servizio sanitario») ¾ Attuazione di misure per contenere la trasmissione interumana nelle zone di sorveglianza: Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Cantoni Ospedali Medici Servizi sanitari Personale di cura Confederazione Cantoni Piano pandemico svizzero 2006, pagina 51 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze − misure di protezione personali − limitazione dei contatti sociali (chiusura di scuole, divieto di organizzare manifestazioni) Antivirali/vaccino Come nella fase 5.2 Vaccini Come nella fase 4.3 Sistema sanitario Come nelle fasi 4 e 5.2 Comunicazione Come nella fase 4.1, e in aggiunta: ¾ Insistere sui comportamenti adeguati ¾ Tono della comunicazione: passaggio dal tono appellativo a quello prescrittivo ¾ Preparazione alla fase 6 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Confederazione Cantoni Stato maggiore speciale pandemia Piano pandemico svizzero 2006, pagina 52 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure 6 La trasmissione dell’influenza pandemica nella popolazione è diffusa e prolungata. Obiettivi dell’OMS Competenze Ridurre al minimo i danni della pandemia e garantire il funzionamento del sistema sanitario e delle attività statali. 6.1 Trasmissione interumana duratura di un virus pandemico su scala mondiale, ma non ancora in Svizzera. Strategie della Svizzera Compiere tutti gli sforzi possibili per rallentare la propagazione della pandemia e per guadagnare tempo nell’attuazione delle contromisure. Pianificazione e coordinamento ¾ Dichiarazione del Consiglio federale Monitoraggio e valutazione Come nella fase 5, e in aggiunta: ¾ Aggiornamento costante della situazione Consiglio federale Confederazione UFSP CSCF Prevenzione e contenimento Come nella fase 5 Antivirali/vaccino ¾ Monitoraggio della situazione complessiva UFSP (UFAE) in Svizzera (disponibilità del vaccino e di antivirali e raccomandazioni per un uso ottimale) ¾ Stima del successo dei programmi di vaccinazione e di trattamento svolti dai Paesi toccati (incluse la sicurezza, l’efficacia e le resistenze) Sistema sanitario Cantoni UFSP Swissmedic Ospedali ¾ Mobilitazione di tutti i partner a tutti i livelli del sistema sanitario ¾ Definizione di caso, protocolli e algoritmi per la ricerca e la gestione dei casi ¾ Controllo dell’infezione in base alle disposizioni dell’OMS, aggiornamento costante delle direttive UFSP Cantoni Ospedali UFSP Cantoni Gruppo di lavoro Influenza Centro nazionale Influenza ¾ Mantenimento della disponibilità del personale medico a individuare nuovi malati e nuovi focolai del virus Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 53 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Comunicazione Misure Competenze − Comunicazione obiettiva, chiara e regolare, centrata sui comportamenti da adottare (misure di protezione) Tono della comunicazione: prescrittivo − (Per i dettagli si veda il capitolo Comunicazione nella parte III) 6.2 Confederazione Cantoni Stato maggiore speciale pandemia Trasmissione interumana duratura di un virus pandemico su scala mondiale, Svizzera inclusa. Strategie della Svizzera Contenere il più possibile le conseguenze sanitarie e sociali della pandemia Pianificazione e coordinamento ¾ Accesso alle risorse nazionali, inclusi gli antivirali e il vaccino pandemico (non appena disponibile) ¾ Direzione e sostegno delle autorità cantonali e comunali nella realizzazione e nella valutazione delle misure previste ¾ Coordinamento delle misure Consiglio federale UFSP UFAE Cantoni Farmacia dell’esercito DFI CSCF Confederazione Cantoni Comuni ¾ Valutare l’opportunità di introdurre misure Confederazione Cantoni d’emergenza Monitoraggio e valutazione ¾ Monitoraggio della morbilità e della mortalità ¾ Sospensione dell’obbligo di segnalazione per i medici e della gestione dei contatti (limitazione della sorveglianza sentinella) UFSP Ufficio federale di statistica (UST) Cantoni Informazione e impiego nel servizio sanitario (IIS) UFSP Cantoni ¾ Monitoraggio delle caratteristiche Cantoni epidemiologiche, virologiche e cliniche e UFSP della diffusione geografica in base al luogo Centro nazionale della prima manifestazione/ individuazione Influenza (modello di previsione, decorso) ¾ Valutazione dell’efficacia delle misure applicate Prevenzione e contenimento Confederazione Cantoni ¾ Misure per ridurre al minimo la morbilità e Cantoni la mortalità Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Ospedali ecc. Piano pandemico svizzero 2006, pagina 54 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Misure per contenere la trasmissione Cantoni Ospedali interumana: − limitazione dei contatti sociali (social distancing) − promozione delle misure di protezione personali (igiene, mascherine, ecc.) − attuazione dei piani pandemici negli ospedali Antivirali/vaccino Antivirali ¾ Terapia per i malati ¾ Profilassi per il personale medico e infermieristico esposto Cantoni Ospedali UFSP Cantoni Ospedali ecc. Vaccino Campagna di vaccinazione non appena è disponibile il vaccino, secondo l’elenco delle priorità UFSP Cantoni ¾ Profilassi in base all’elenco delle priorità, ai UFSP nuovi dati (efficacia, sicurezza, resistenze) e alle direttive dell’OMS Sistema sanitario ¾ Entrata in vigore completa del piano pandemico a livello nazionale, inclusi i piani specifici alle aziende Cantoni Ospedali Consiglio federale UFSP Cantoni ¾ Monitoraggio del sistema sanitario: UFSP assenze dal posto di lavoro, gruppi a Cantoni rischio, disponibilità di personale sanitario Ospedali e di altre categorie professionali essenziali SSC (ricorso a forza lavoro supplementare, anche volontarie), disponibilità di materiale medico, di farmaci e letti d'ospedale, capacità dei cimiteri ecc. ¾ Garantire un sistema di assistenza per i collaboratori di tutti i servizi sanitari ¾ Assistenza sociale e psicologica per il personale sanitario, per i soggetti e i Comuni coinvolti ¾ Rilevazione di dati sull’efficacia e la Cantoni Ospedali Comuni Cantoni sicurezza degli interventi medici e comunicazione dei risultati alla comunità internazionale Comunicazione Come nella fase 6.1 (Per i dettagli si veda il capitolo Comunicazione nella parte III) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 55 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Verificare l’esigenza di risorse Confederazione Cantoni Ospedali Tra un’ondata e l’altra Pianificazione e coordinamento supplementari per affrontare l'ondata successiva ¾ Comunicazione della sospensione Consiglio federale provvisoria delle misure/dello stato d'emergenza ¾ Sostegno al ripristino dei servizi essenziali e al recupero dei collaboratori Cantoni Ospedali ¾ Trattamento delle conseguenze psichiche Cantoni ¾ Riconoscimento della collaborazione di Consiglio federale tutti, e in particolare della popolazione, nella lotta alla pandemia ¾ Valutare la possibilità di prestare aiuto ad Consiglio federale altri Paesi ¾ Revisione del Piano pandemico nazionale Monitoraggio e valutazione UFSP Gruppo di lavoro Influenza ¾ Stima delle risorse necessarie per possibili Confederazione Cantoni ondate successive ¾ Individuazione dei metodi di monitoraggio UFSP e controllo più efficaci per possibili ondate Gruppo di lavoro successive Influenza ¾ Rapporto all’attenzione di partner UFSP internazionali sulla situazione aggiornata e sulle esperienze maturate ¾ Aumento del grado d’allerta per individuare l’inizio di una nuova ondata Prevenzione e contenimento Verifica dell’efficacia delle misure Aziende Gruppo di lavoro Influenza ¾ Adeguamento di direttive, protocolli e UFSP Gruppo di lavoro Influenza algoritmi alle ultime conoscenze Antivirali/vaccino UFSP Cantoni Centro nazionale Influenza Ospedali ¾ Valutazione dell’efficacia e della sicurezza degli antivirali nonché delle resistenze ¾ Eventuale aggiornamento delle raccomandazioni Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch UFSP Swissmedic UFSP Gruppo di lavoro Influenza Piano pandemico svizzero 2006, pagina 56 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Verifica della disponibilità di vaccino e di UFSP UFAE antivirali per una o più ondate successive ¾ Eventuale lancio di una campagna di vaccinazione ¾ Proseguimento del programma di vaccinazione per l'influenza pandemica in base all’elenco delle priorità e alla disponibilità del vaccino Sistema sanitario Medici cantonali Centri di vaccinazione designati Medici ¾ Garantire fasi di recupero per i Ospedali collaboratori dopo periodi di intenso lavoro Cantoni ¾ Sostegno alla messa a punto dei servizi essenziali Ospedali Cantoni Confederazione ¾ Rinnovo delle scorte di farmaci e materiale Ospedali Cantoni Confederazione ¾ Adeguamento di definizioni di caso, protocolli e algoritmi ¾ Revisione e adeguamento della pianificazione in vista di nuove ondate Comunicazione UFSP Cantoni Gruppo di lavoro Influenza UFSP Cantoni Gruppo di lavoro Influenza Come nella fase 6, e in aggiunta: Confederazione Cantoni per la preparazione all'ondata successiva, Stato maggiore misure di protezione, gestione dei contatti, speciale pandemia approvvigionamento di farmaci, uso del vaccino ¾ Situazione aggiornata, raccomandazioni ¾ Valutazione delle attività di comunicazione Confederazione Cantoni durante la pandemia ¾ Normalizzazione delle attività quotidiane, copertura delle lacune ¾ Motivazione e incoraggiamento della popolazione a riprendere la vita di tutti i giorni ¾ Ringraziamento alla popolazione per la prudenza e il senso di responsabilità dimostrati Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Confederazione Cantoni Confederazione Cantoni Confederazione Cantoni Piano pandemico svizzero 2006, pagina 57 di 251 Fasi e scenari per la Svizzera Misure Competenze ¾ Comunicazione della sospensione delle Consiglio federale Fine della pandemia Pianificazione e coordinamento misure/dello stato d'emergenza ¾ Sostegno al ripristino dei servizi essenziali Cantoni e al recupero dei collaboratori ¾ Trattamento delle conseguenze psichiche Ospedali Medici Cantoni Comuni ¾ Riconoscimento della collaborazione di Consiglio federale tutti i gruppi della popolazione nella lotta alla pandemia ¾ Valutare la possibilità di fornire aiuto ad Consiglio federale altri Paesi ¾ Revisione del Piano pandemico nazionale UFSP Gruppo di lavoro Influenza ¾ Redazione di un rapporto finale ai sensi Confederazione Cantoni della OPI Monitoraggio e valutazione ¾ Monitoraggio di routine UFSP ¾ Insegnamenti tratti e miglioramento del UFSP Gruppo di lavoro Influenza sistema ¾ Rapporto all’attenzione dei partner UFSP internazionali Prevenzione e contenimento ¾ Valutazione dell’efficacia delle misure adottate UFSP Gruppo di lavoro Influenza ¾ Adeguamento di direttive, protocolli e Antivirali/vaccino UFSP Gruppo di lavoro algoritmi alle ultime conoscenze e Influenza esperienze ¾ Valutazione dell’efficacia e della sicurezza UFSP Gruppo di lavoro degli antivirali nonché delle resistenze Influenza Centro nazionale Influenza Swissmedic UFSP ¾ Eventuale aggiornamento delle raccomandazioni ¾ Integrazione del virus pandemico nel vaccino stagionale Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch OMS Centro nazionale Influenza Produttori dei vaccini Piano pandemico svizzero 2006, pagina 58 di 251 Sistema sanitario ¾ Garantire fasi di recupero per i Ospedali collaboratori dopo periodi di intenso lavoro Cantoni ¾ Sostegno al ripristino dei servizi essenziali Confederazione Cantoni ¾ Rinnovo delle scorte di farmaci e materiale Ospedali Cantoni Confederazione ¾ Adeguamento di definizioni di caso, protocolli e algoritmi ¾ Proseguimento del programma di vaccinazione per l'influenza pandemica a seconda della disponibilità del vaccino Comunicazione ¾ Strategia di comunicazione: informazione capillare per rassicurare, ritorno alla normalità (Per i dettagli, si veda il capitolo Comunicazione nella parte III) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch UFSP Cantoni Ospedali UFSP Cantoni Confederazione Cantoni Stato maggiore speciale pandemia Piano pandemico svizzero 2006, pagina 59 di 251 Piano pandemico svizzero 2006 Parte III: Temi Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 60 di 251 Indice della parte III 1 Introduzione...................................................................................................................................62 2 Periodi e fasi pandemiche secondo l’OMS e scenari per la Svizzera............................................63 3 Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemia..........................................................68 4 Sorveglianza ..................................................................................................................................74 4.1 Gestione dei contatti .....................................................................................................................85 5 Misure di sanità pubblica...............................................................................................................95 5.1 Raccomanadazioni per gli ospedali e le strutture socio-sanitarie ..................................................95 5.2 Misure di profilassi personale......................................................................................................100 5.3 Mascherine di protezione respiratoria .........................................................................................105 5.4 Social distancing..........................................................................................................................111 5.5 Gestione dei casi sospetti ..........................................................................................................120 5.5.1 Gestione dei casi sospetti nella fase 3........................................................................................120 5.5.2 Gestione dei casi sospetti nella fase 6........................................................................................131 5.6 Misure negli aeroporti .................................................................................................................139 6 Farmaci antivirali..........................................................................................................................176 7 Vaccini .........................................................................................................................................193 8 Pandemia e aziende ....................................................................................................................206 9 Comunicazione ............................................................................................................................231 10 Questioni etiche ..........................................................................................................................243 11 Abbreviazioni ...............................................................................................................................248 12 Glossario......................................................................................................................................250 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 61 di 251 1 Introduzione La parte III del Piano pandemico svizzero 2006 presenta in modo più dettagliato le tematiche e le misure per lottare contro una pandemia. Qui di seguito sono riportate alcune ipotesi di ordine generale applicabili a tutti i settori. Gli obiettivi delle misure descritte per ciascuna fase corrispondono agli obiettivi generali formulati negli scenari (Parte II del Piano pandemico svizzero 2006). Si tratta in particolare di impedire l’introduzione di un virus nella popolazione animale in Svizzera, impedire la trasmissione all’uomo (fase 3), eradicare un nuovo sottotipo di virus influenzale che presenta un potenziale pandemico o impedire la propagazione del virus (fase 4), contenere e ritardare la propagazione (fase 5) e, infine, ridurre i danni causati da una pandemia (fase 6). Alcuni capitoli descrivono raccomandazioni o misure concrete, altri indicano le tappe che possono o devono essere seguite dai gruppi di interesse nelle fasi successive della pianificazione. Per maggiore chiarezza, è stato ripreso il capitolo «Periodi pandemici e fasi secondo l’OMS, possibili scenari per la Svizzera» della Parte I del presente piano. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 62 di 251 2 Periodi e fasi pandemiche secondo l'OMS e scenari per la Svizzera Nel suo Piano di preparazione a una pandemia influenzale (WHO global Influenza preparedness plan, 5/2005), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce tre periodi pandemici articolati in sei fasi: − il periodo interpandemico (fasi 1 e 2); − il periodo di allerta pandemico (fasi 3, 4, 5); − il periodo pandemico (fase 6). Le fasi da 1 a 6 contemplano la procedura da seguire dall’individuazione di un nuovo sottotipo di virus influenzale negli animali fino alla diffusione della malattia nell’essere umano su scala mondiale. La rispettiva fase è dichiarata dall’OMS non appena è accertata l’esistenza dei criteri corrispondenti. Con la dichiarazione della fase pandemica ci si attende che gli Stati membri dell’OMS attivino le necessarie contromisure a livello nazionale. Una volta dichiarata, una fase vale per ogni Paese, indipendentemente dal fatto che l’infezione sia presente o meno sul suo territorio e dalla sua gravità. Per tenere conto delle diverse situazioni nella pianificazione e nell’attuazione delle misure appropriate, l'OMS ha raccomandato agli Stati membri di adeguare le fasi alle contingenze nazionali e di suddividerle in vari scenari. La Svizzera ha suddiviso le fasi 3, 4 e 5 in tre scenari ciascuna e la fase 6 in due scenari. Si tratta di scenari che in base alle conoscenze attuali e alle rispettive previsioni internazionalmente riconosciute risultano plausibili, ma che non si concretizzeranno necessariamente. È ipotizzabile che nella fase 4 la Svizzera si situi nello scenario 4.1 e che, a seconda degli sviluppi nazionali e internazionali, si ritrovi direttamente nello scenario 5.3, in quanto il passaggio da una fase all’altra può avvenire in modo rapido e flessibile. Se, con il passare del tempo, le nuove conoscenze richiederanno una modifica delle previsioni, non è da escludere che anche gli scenari cambieranno di conseguenza. La ripartizione dei periodi, delle fasi e degli scenari della pandemia, illustrata nelle prossime pagine, costituisce la base della Parte II del Piano pandemico svizzero 2006, in cui sono descritte le misure di preparazione e di lotta ed elencati i servizi competenti. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 63 di 251 Periodo interpandemico Fase 1 Descrizione: nessun nuovo sottotipo di virus influenzale nell’uomo su scala mondiale. Obiettivo: aggiornare periodicamente i piani e la preparazione a una pandemia influenzale a livello mondiale, nazionale e regionale, in base alle ultime conoscenze acquisite. Strategia: in questa situazione è prioritario promuovere le vaccinazioni stagionali contro l'influenza tra i gruppi a rischio e il personale medico. Scenari per la Svizzera: nella fase 1 non sono previsti scenari speciali. Fase 2 Descrizione: come nella fase 1. Tuttavia, un nuovo sottotipo di virus influenzale circolante negli animali rappresenta un rischio sostanziale di malattia per l’essere umano. Obiettivo: ridurre al minimo il rischio di trasmissione all’uomo, individuare e segnalare immediatamente eventuali contagi. Strategia: come nella fase 1, con due priorità supplementari: impedire che il nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) si introduca tra la popolazione animale a rischio ed evitare che le persone esposte, p. es. personale impegnato nella lotta alle epizoozie, siano contagiate. Scenari per la Svizzera: nella fase 2 non sono previsti scenari speciali. Periodo di allerta pandemico Fase 3 Descrizione: casi isolati d'infezione nell’uomo dovuti a un nuovo sottotipo di virus influenzale. La malattia non si trasmette da uomo a uomo. Tutt’al più può verificarsi qualche raro caso di contagio tra persone che vivono o lavorano a stretto contatto con gli animali i (per es. volatili malati). Obiettivo: caratterizzare rapidamente il nuovo sottotipo di virus influenzale, riconoscere e segnalare tempestivamente eventuali altri casi di infezione nell’uomo e adottare senza indugio le misure adeguate. Strategia: se non è possibile evitare che il nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) s’introduca nelle popolazioni animali, è necessario eliminarlo in modo da evitare che le persone esposte si ammalino. Gli eventuali casi di malattia nell’uomo devono essere individuati il più presto possibile. In simili circostanze, occorre gestire adeguatamente i contatti tra le persone. In vista del passaggio alle fasi successive, bisogna mettere a punto una strategia per l’approvvigionamento di farmaci e vaccini antivirali e accertarsi che sia realmente attuata. i Benché fino alla metà del 2006 siano stati infettati solo i volatili, in questo documento si parla di «animali» come possibile fonte diinfezione, in quanto il Piano pandemico 2006 è valido a prescindere dall’animale responsabile della trasmissione del virus. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 64 di 251 Scenari per la Svizzera: Scenario 3.1: i casi d'infezione nell’uomo restano circoscritti al Paese d'origine, mentre negli animali la malattia si diffonde ad altri continenti (come nel caso della febbre aviaria alla fine del 2005). Possibili conseguenze: il rischio dell’introduzione del virus attraverso gli animali aumenta. L’importazione e il consumo di prodotti animali (p. es. carne di pollo nel caso dell'H5N1) possono diffondere l’infezione. Obiettivo: evitare di introdurre il nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) nelle popolazioni animali in Svizzera. Scenario 3.2: in Svizzera - o nei Paesi confinanti - è rinvenuto un nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) in animali malati o morti (come nel caso della febbre aviaria all'inizio del 2006). Possibili conseguenze: le conseguenze possono essere molto diverse, a seconda che siano contaminati animali da reddito o animali selvatici. Le esportazioni e gli scambi commerciali in genere sono a rischio. L'eco mediatica a livello nazionale e internazionale è notevole e la popolazione è preoccupata. Obiettivo: contenere la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) tra gli animali ed evitare che l’infezione si trasmetta all'uomo. Scenario 3.3: in Svizzera si rileva un caso di infezione nell’uomo dovuta al nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1). Possibili conseguenze: nel singolo caso, il Cantone competente deve mettere in atto le contromisure necessarie (diagnosi, isolamento, prevenzione). L'eco mediatica a livello nazionale e internazionale è notevole e l’allarme tra la popolazione cresce. Obiettivo: evitare infezioni secondarie tra i malati. Proteggere dal contagio le persone a contatto con i malati e in particolare il personale medico. Periodo di allerta pandemico Fase 4 Descrizione: piccolo numero di focolai virali e primi casi di trasmissione interumana. La diffusione è chiaramente localizzata e fa supporre che il virus non si sia ancora ben adattato all’uomo. Obiettivo: contenere o per lo meno ritardare la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) per guadagnare tempo al fine di mettere in atto le misure di preparazione e sviluppare il vaccino. Strategia: bisogna evitare prima di tutto l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) attraverso persone e animali. Se ciò non è possibile, occorre tentare di interrompere la catena di trasmissione da animale a uomo e da uomo a uomo. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 65 di 251 Scenari per la Svizzera: Scenario 4.1: primo focolaio del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana fuori dalla Svizzera. Possibili conseguenze: limitazione del traffico di confine, p. es. dei voli in provenienza dalle regioni colpite. Lo svolgimento di manifestazioni internazionali è compromesso (p. es. SARS) e i rientri di Svizzeri residenti all'estero aumentano. Obiettivo: evitare l’introduzione dell’infezione. Individuare rapidamente eventuali malati giunti in Svizzera per evitare o rallentare la diffusione del virus. Scenario 4.2: focolaio/focolai del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana fuori dal Paese o dal Continente d’origine, ma non in Svizzera. Possibili conseguenze: notevole perturbazione dei viaggi da e verso i Paesi colpiti e del traffico internazionale. Obiettivo: evitare l’introduzione dell’infezione. Individuare rapidamente eventuali malati giunti nel Paese, e attuare gli sforzi necessari per impedire la diffusione dell'infezione alla Svizzera; contenere un’ulteriore diffusione del virus causata dall’ingresso di persone malate sul territorio nazionale. Scenario 4.3: focolaio del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione interumana in Svizzera. Possibili conseguenze: situazione d’emergenza. I controlli dei cittadini in entrata e in uscita (analogamente a quanto avvenuto in occasione della crisi di SARS) possono condizionare il traffico alle frontiere e agli aeroporti. Il personale medico è fortemente sollecitato e temporaneamente oberato. L’infezione può colpire duramente anche settori non medici, come l'economia, la diplomazia, la sicurezza. Obiettivo: compiere tutti gli sforzi possibili per guadagnare tempo e rallentare l’insorgere di una pandemia. Periodo di allerta pandemico Fase 5 Descrizione: focolai epidemici in aumento, ma ancora localizzabili. Il virus migliora il suo adattamento all'uomo, anche se non è ancora pienamente trasmissibile. Obiettivo: contenere o ritardare con tutte le forze la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) per evitare la pandemia e guadagnare tempo nell’attuazione delle contromisure. Strategia: come nella fase 4. Scenari per la Svizzera: gli scenari 5.1, 5.2, 5.3 equivalgono agli scenari della fase 4 (4.1, 4.2, 4.3). Ad essi si aggiunge il fatto che si tratta di focolai più diffusi e che la probabilità di trasmissione interumana aumenta. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 66 di 251 Periodo pandemico Fase 6 Descrizione: trasmissione diffusa e prolungata del nuovo sottotipo di virus influenzale che si è trasformato in virus pandemico. Obiettivo: ridurre al minimo le conseguenze della pandemia. Strategia: garantire per quanto possibile il normale funzionamento delle attività sociali ed economiche. Scenari per la Svizzera: la strategia precisa e la dimensione delle misure necessarie per gli scenari della fase 6 saranno stabilite in funzione della letalità del virus pandemico. Scenario 6.1: trasmissione interumana duratura di un virus pandemico su scala mondiale, ma non ancora in Svizzera. Possibili conseguenze: come negli scenari 4.1/4.2 e 5.1/5.2. Urgente richiesta di un vaccino pandemico. Obiettivo: compiere tutti gli sforzi possibili per rallentare la propagazione della pandemia e per guadagnare tempo nell’attuazione delle contromisure. Scenario 6.2: trasmissione interumana duratura di un virus pandemico su scala mondiale, Svizzera inclusa. Possibili conseguenze: il sistema sanitario è nettamente più sollecitato rispetto alle epidemie di influenza stagionale, con il rischio di sovraccarico. Non solo il sistema sanitario ma tutti i settori vitali e sociali sono fortemente colpiti. Questa situazione di crisi può creare disordini, favorire la diffusione di mercati sommersi e di atti di violenza. Obiettivo: unire gli sforzi per contenere al massimo le conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia e garantire il funzionamento dei sistemi sanitari e delle strutture sociali ed economiche d’importanza vitale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 67 di 251 3 Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemia Per facilitare la preparazione a una situazione di pandemia, nel dicembre del 2005 l'UFSP ha distribuito ai Cantoni il documento Excel Planungsgrundlage Influenza-Pandemie Kantone / Base de planification pour les cantons en vue d’une pandémie de grippe (base di pianificazione per i Cantoni in vista di una pandemia influenzale), uno strumento che consente di calcolare su base unitaria il numero dei pazienti, delle ospedalizzazioni e dei decessi per ogni Cantone (o in riferimento a un’altra popolazione di base). Accanto a questo modello statico di pianificazione, l’UFSP sta sviluppando in collaborazione con partner esterni un modello dinamico, il quale, una volta individuate le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche del virus pandemico, permetterà di rappresentare l’evoluzione e le ripercussioni di una pandemia. Fonti utilizzate I dati numerici necessari per la preparazione a una pandemia sono reperibili in vari piani pandemici nazionali nonché nel piano della Commissione europea. Su Internet si trovano inoltre diversi modelli statici di pianificazione, come ad esempio il FluAid Model (Meltzer, 1999) dei Centers for Disease Control (CDC) statunitensi. In questo modello è possibile inserire liberamente dei parametri relativi alla popolazione di base oppure impiegare parametri standard. Il calcolo è effettuato automaticamente e, senza un’indicazione completa dei parametri utilizzati, risulta incomprensibile ai non addetti ai lavori. Inoltre, il modello non mostra l’evoluzione dell'ondata di pandemia. Tuttavia, in ogni pianificazione preventiva la grandezza dei parametri riveste un ruolo decisivo. Le ipotesi devono basarsi sulle esperienze e sulle conoscenze acquisite in relazione a pandemie precedenti, in modo da consentire, attraverso la trasposizione dei dati nella situazione attuale, di definire un quadro realistico delle caratteristiche di una possibile pandemia influenzale. Base di pianificazione per i Cantoni in vista di una pandemia influenzale Il calcolo rappresenta il cosiddetto scenario do-nothing, ovvero viene ipotizzato uno scenario senza interventi (senza farmaci antivirali, vaccinazioni o provvedimenti di sanità pubblica quali la chiusura delle scuole). I dati numerici relativi ai letti d’ospedale e ai posti di terapia intensiva nei Cantoni rappresentano inoltre uno scenario di fabbisogno, indipendentemente dalle capacità disponibili. Solo dal momento in cui il virus pandemico si diffonde, e nel migliore dei casi entro alcune settimane, è possibile fornire indicazioni sul tipo e sulle caratteristiche del virus come pure sul tasso d’attacco della malattia fra la popolazione e sulla sua letalità. Tali parametri possono poi essere integrati in modelli predittivi. Fino a quel momento, tuttavia, per la pianificazione è necessario basarsi sui valori empirici relativi a pandemie precedenti. I parametri utilizzati qui di seguito presentano pertanto un certo margine d’incertezza, anche se corrispondono comunque a uno scenario worst-case (ovvero riferito al peggiore dei casi) realisticamente ipotizzabile. Si è volutamente rinunciato a definire un campo con valori minimi e massimi e a elaborare uno scenario worst-case apocalittico. Ai fini della pianificazione è infatti più sensato effettuare i calcoli in base a valori realistici e altamente probabili. I parametri del modello (cfr. tabella 1) sono stimati in base alle seguenti ipotesi: Tasso d’attacco (incidenza cumulativa, attack rate) L’OMS calcola che, durante le epidemie stagionali d'influenza, dal 2 al 5 per cento della popolazione è colpito da infezioni delle vie respiratorie superiori. Una parte della popolazione presenta inoltre un’infezione subclinica. Queste persone sviluppano degli anticorpi contro la malattia e, sebbene il rischio sia basso, possono contagiare i soggetti predisposti, senza tuttavia contrarre esse stesse la malattia. Ciò è accaduto anche nel corso di pandemie precedenti. Durante le tre ondate della pandemia del 1918/19, in Svizzera si è ammalato complessivamente circa un quarto della popolazione. L’esperienza dimostra che i casi di malattia all’interno di una popolazione possono essere distribuiti in modo molto disomogeneo in base alla classe d'età, alla presenza di malattie preesistenti e alla frequenza dei contatti con altre persone. Il tasso d’attacco tra i bambini in età scolare può ad esempio Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 68 di 251 essere doppio rispetto a quello registrato nel resto della popolazione. Nel piano pandemico della Commissione europea viene considerato, ai fini della pianificazione, un tasso d’attacco complessivo del 30 per cento, mentre la Health Protection Agency britannica ipotizza un 25 per cento. Anche il piano pandemico dell'UFSP si fonda su un tasso d'attacco tra la popolazione pari al 25 per cento, che corrisponde a circa due milioni di residenti in Svizzera. Ospedalizzazioni Nel periodo 1996–2005, in Svizzera, dallo 0,4 allo 0,8 per cento delle persone colpite dalla «normale» influenza stagionale è stato ricoverato in ospedale. Tra i pazienti con più di 65 anni, il tasso di ospedalizzazione ha raggiunto livelli compresi tra l'1,8 e il 4,8 per cento. La distribuzione dei casi gravi tra le classi d’età, tipica delle epidemie di influenza stagionali, può tuttavia variare fortemente durante le pandemie influenzali. Durante le pandemie «lievi» del 1957 e del 1968 è stato ospedalizzato, nell’arco di un anno, circa l'1 per cento delle persone ammalate. Tuttavia, alla luce delle condizioni di salute, il ricovero in ospedale sarebbe stato necessario anche per altri pazienti. Sebbene non siano disponibili dati precisi sulle ospedalizzazioni durante la pandemia del 1918/19, dall’elevato tasso di mortalità si può dedurre che il tasso di ospedalizzazione sia stato molto superiore all’1 per cento del totale degli ammalati. Nel piano pandemico dell’Unione europea viene considerato, ai fini della pianificazione, un tasso di ospedalizzazione dell'1 per cento, mentre l’OMS calcola per i Paesi ad alto reddito (high-income countries) un tasso di ospedalizzazione tra la popolazione ammalata compreso fra lo 0,64 e il 2,2 per cento. Singoli Paesi prevedono invece tassi più elevati (cfr. tabella 1). L’efficacia degli interventi medici e di sanità pubblica adottati non potrà essere valutata finché l'ondata di pandemia non arriverà in Svizzera. È possibile, ad esempio, che siano state sviluppate delle resistenze diffuse contro i farmaci antivirali. Per tale ragione, in mancanza di interventi efficaci, per il suo scenario di fabbisogno l’UFSP ritiene adeguato un tasso di ospedalizzazione pari al 2,5 per cento di tutte le persone ammalate, calcolato in relazione al numero stimato degli ammalati e dei decessi (cfr. più in basso). L'UFSP raccomanda pertanto ai Cantoni, come pianificazione minima, di prepararsi a un tasso di ospedalizzazione pari all’1 per cento di tutte le persone ammalate (nell'arco di tre mesi), e ciò in presenza di un tasso d’attacco del 25 per cento (in uno scenario worst-case). Al contempo, i Cantoni dovrebbero tenere pronti degli appositi piani che, in caso di escalation della pandemia, indichino come gestire un tasso di ospedalizzazione pari al 2,5 per cento di tutte le persone ammalate nel caso in cui si sviluppasse una pandemia con un virus «aggressivo» o qualora determinati interventi medici dovessero rivelarsi insufficienti. Pazienti in terapia intensiva La Commissione europea e i CDC statunitensi partono dal presupposto che il 15 per cento delle persone ospedalizzate sarà colpito dall'influenza in modo talmente forte da rendere necessaria una terapia intensiva. Non si dispone pressoché di alcun dato sul fabbisogno di cure intensive durante le passate pandemie. Tuttavia, può essere utile stimarne l’ordine di grandezza in base al numero dei decessi e dei fatti medici legati all'influenza. Anche l’UFSP presuppone un 15 per cento di ammalati bisognosi di una terapia intensiva. Letalità (case fatality ratio) Nel piano pandemico della Commissione europea, come pure in quello dei National Health Services britannici, si indica una letalità compresa tra lo 0,37 e il 2,5 per cento di tutte le persone ammalate. Ai fini della pianificazione, viene considerata come base la letalità effettiva dello 0,37 per cento registrata durante l’influenza del 1957. In Svizzera, la letalità dell’influenza stagionale è compresa tra lo 0,3 e l'1 per cento (in anni eccezionali). L'UFSP propone pertanto di ipotizzare, ai fini della pianificazione, una letalità complessiva pari allo 0,4 per cento delle persone ammalate, un tasso leggermente superiore a quello che si registra nel nostro Paese in seguito all'influenza stagionale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 69 di 251 Durata della pandemia In base alle esperienze effettuate durante le precedenti pandemie, occorre prevedere diverse ondate influenzali. Ciò è dovuto alle mutazioni permanenti nel genoma dei virus dell'influenza, che danno origine a varianti leggermente modificate. L'entità e la durata delle ondate successive sono influenzate dal tasso di infezione durante la prima ondata, dalle caratteristiche del virus e dagli interventi effettuati (terapia, vaccinazione, distanziamento sociale ecc.). Le ondate successive non vengono considerate. Si presuppone un’ondata della durata di 12 settimane, durante la quale si ammala al massimo il 25 per cento della popolazione. Distribuzione dei casi Nel modello qui utilizzato viene rappresentata anche la distribuzione settimanale dei dati numerici durante le 12 settimane di durata ipotizzate. Le informazioni sono tratte dal piano pandemico francese elaborato dall’Institut de veille sanitarie. A tale proposito va osservato che non tutte le persone colpite dall'influenza si ammaleranno nello stesso momento. All'inizio e alla fine della pandemia, ad esempio, i casi di malattia saranno pochi. Con un tasso d'attacco complessivo del 25 per cento e una durata della malattia pari a 7 giorni, il picco dei casi d'influenza verrebbe raggiunto nella quinta settimana, quando si ammalerebbe contemporaneamente circa il 6 per cento della popolazione. Nota: il tasso di assenteismo dal lavoro sarà tuttavia più alto dei tassi d'attacco settimanali. Questo perché, da un lato, la convalescenza può durare anche molti giorni e, dall’altro, una parte della popolazione attiva resterà a casa a causa della chiusura delle scuole, dell'annullamento di manifestazioni e di interruzioni delle attività aziendali, come pure per curare e accudire familiari malati. Durante la settimana caratterizzata dal picco dell’influenza, il tasso di assenteismo dal lavoro può pertanto superare il 10 per cento. Anche per le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva si suppone una durata media di 7 giorni. Prospettive L’UFSP sviluppa inoltre, in collaborazione con partner esterni, un modello dinamico che consente di rappresentare con maggiore precisione l’evoluzione della pandemia e gli effetti degli interventi. A tal fine possono essere impiegati i parametri provvisori (basati su osservazioni relative a pandemie precedenti), ma, per la preparazione alla fase 3 prevista dall’OMS, è preferibile fondarsi su calcoli semplici e trasparenti. Non appena saranno note le caratteristiche del nuovo virus pandemico (ad es. periodo d’incubazione, tasso d’attacco, letalità, distribuzione tra le classi d’età ed effetto su persone con malattie preesistenti), sulla base di tale modello si potranno determinare i dati numerici necessari per la pianificazione del fabbisogno. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 70 di 251 Tabella 1: Panoramica dei valori attesi (ultimo aggiornamento: giugno 2006) Morbilità, Tasso di Tasso di cure Letalità tasso d’attacco ospedalizza-zione intensive (case fatality (attack rate) Æ % di (ICU-rate) ratio) Æ % di ammalati ospedalizzazioni/ Æ % di persone Æ % di decessi/ tra la popolazione, ammalati bisognose di ammalati tasso cumulativo cure intensive/ ospedalizzazioni Mortalità (death rate) Æ numero di decessi/ 100'000 abitanti Dati osservati: Influenza stagionale (Dati CH Sentinella) Pandemia 1968 Pandemia 1957 Pandemia 1918/19 2-5% (CH) 11-49% (USA, a seconda della classe d’età) 10-42% (USA, a seconda della classe d’età) fino al 25% (CH, durante 3 ondate) 0.4 – 0.8% (CH in totale) 1.8 – 4.8% (CH, >65enni) 0,58% ~0.3% (CH) 0,15% (nel mondo, con una morbilità del 20%) 0,37% (nel mondo, con una morbilità del 20%) 3,6% 0,94% nessun dato 6-14 (CH) 5-18 (USA) 50 – 58 (CH, solo >65enni) 12 (CH) 29 (CH) 560 (CH, solo nel 1918) Dati ipotetici sul fabbisogno: piani pandemici1) OMS 25% Piano pandemico dell’Unione europea Francia 2005 30% Francia 2006 Germania Paesi Bassi (non-intervention scenario) Gran Bretagna (Pandemic Contingency Plan) Irlanda Canada USA Messico Giappone Australia Nuova Zelanda CDC FluAid (modello Meltzer) 25% 15 - 35% 15 / 30 / 50% 30% (10 – 50%) 0.64 – 2.2% (high-income countries) 1% 0,49% (conservative scenario) 15% 2-15% (a seconda della classe d’età e di rischio) 2,4 – 11,1% 1,5% 1,6 – 4,0% 25% 0,2 – 1,2% = dati relativi all’influenza stagionale come minimo assoluto per la pianificazione in vista di una pandemia 10 – 45% 0,36 – 1,45% 15 – 35% 0,96% mean number (0,3 – 3%) Riferimento al modello FluAid dei CDC 10 – 50% 10% 25% 8,3% 25% 1,2 – 3% 40% 25% 1,27% (con parametri standard) 0,37% 115 (conservative scenario) 111 0,5-2% (a seconda della classe d’età e di rischio) 12,5-50 (a seconda della classe d’età e di rischio) 0,4% 0,6 – 1,9% 60 - 200 169 - 556 0,37 – 0,55% 92,5 0,10 – 1,29% 34 - 179 Riferimento al modello FluAid dei CDC 1% 100 - 500 nessun dato 0,26 – 0,89% 2% 0,31% (con parametri standard) 66 - 223 825 77 (con parametri standard) 15% 0,4% 100 6'938 pazienti in terapia intensiva 7'400 decessi 7'400 decessi Pianificazione UFSP Parametro 25% Dati assoluti CH 1'850'000 ammalati (=7,4 mln di abitanti) 2,5% (mind. 1.0%) 46'250 ospedalizzazioni 1) Si tratta di una raccolta (non esaustiva e in parte calcolata indirettamente a partire da diversi parametri) di dati numerici riportati in altri piani pandemici (ultimo aggiornamento: giugno 2006). Tali dati servono come punti di riferimento per determinare l'ordine di grandezza della pandemia influenzale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 71 di 251 Situazione (link) www.bag.admin.ch www.influenza.ch www.eiss.org www.bfs.admin.ch/ ÆSalute www.bvet.admin.ch Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 72 di 251 Riferimenti bibliografici Brinkhof MW et al. Influenza-attributable mortality among the elderly in Switzerland. Estimates and trend assessment for the years 1969–1999. Swiss Med Wkly 2006; 136: 302–9. CDC Death rates reference: Meltzer MI, Cox NJ, Fukuda K, 1999a. The economic impact of pandemic influenza in the United States: Implications for setting priorities for intervention. Emerg Infect Dis 1999: 5(5). CDC high risk groups: Centers for Disease Control, USA. 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Revised March 2003. World Health Organization. Ten things you need to know about pandemic influenza. 14 October 2005. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 73 di 251 4 Sorveglianza Dal 1987 l’UFSP effettua un monitoraggio di routine dell’influenza stagionale in base ai seguenti dati: (1) segnalazioni settimanali di sintomatologie sospette da parte di medici che partecipano al sistema di dichiarazione svizzero Sentinella, (2) conferma e tipizzazione dei virus influenzali circolanti da parte del Centro nazionale per l’influenza (CNI) di Ginevra e (3) dichiarazione di virus confermati in laboratorio nel quadro del sistema basato sulle dichiarazioni obbligatorie delle malattie trasmissibili. La sorveglianza dell'influenza stagionale viene inoltre completata con (4) dati sulle ospedalizzazioni e sulla mortalità rilevati dall'Ufficio federale di statistica (UST) nonché supportata da una rete di diversi altri partner nazionali e stranieri che forniscono dati primari (FMH, Santésuisse), nella quale è integrata (Ufficio federale di veterinaria UFV, World Organisation for Animal Health OIE, European Influenza Surveillance Scheme EISS, Organizzazione Mondiale della Sanità OMS). Obiettivi L’ampliamento della sorveglianza in base alle strutture e ai collegamenti già esistenti dovrà fornire degli strumenti affidabili anche per la pianificazione strategica e la presa di decisioni nelle diverse fasi pandemiche. Il sistema di sorveglianza è stato concepito per rilevare il numero di casi e non l’evoluzione della malattia. Nel periodo di allerta pandemica, il sistema basato sulle dichiarazioni obbligatorie per i nuovi sottotipi del virus dell’influenza A dovrà consentire di riconoscere precocemente le persone malate al fine di impedire l’ulteriore diffusione del virus con l'aiuto di una ricerca attiva dei contatti (contact tracing). Bisognerà inoltre adeguare il sistema già ampiamente automatizzato alla nuova domanda, che secondo le previsioni sarà più massiccia e differenziata, e predisporlo per il trattamento di quantità inusuali di casi come pure alle rapidi variazioni delle fonti o delle strutture di dati. Per favorire la pianificazione a breve termine dell'assistenza medica, durante il periodo pandemico la presentazione della situazione dovrà essere integrata con previsioni basate su modelli. All’occorrenza, il monitoraggio andrà completato con studi volti ad analizzare, durante la pandemia, l'efficacia e gli effetti collaterali dei vaccini e degli antivirali, la comparsa di virus resistenti e la contaminazione della popolazione. Lo scopo del capitolo «Sorveglianza» è quello di valutare in modo critico l’idoneità dei prodotti e l'attuale capacità di sorveglianza dell’influenza nonché di avviare, in base alle esigenze legate alle diverse fasi della pandemia, le ulteriori misure di cui si sta delineando la necessità. La tabella allegata al presente capitolo fornisce una panoramica delle attività di sorveglianza nelle singole fasi pandemiche. Ipotesi I valori necessari per la modellizzazione di un'ondata pandemica e per la pianificazione della capacità di sorveglianza sono riportati nella terza parte del Piano pandemico svizzero 2006, al capitolo 3 («Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemica»). Fasi 1/2 Strategia I rapporti relativi all'attività influenzale stagionale devono servire a sensibilizzare la popolazione e a promuovere la vaccinazione dei gruppi a rischio (malati cronici, persone immunodepresse ecc.) e dei soggetti a contatto con essi (personale infermieristico e medico). Permettono inoltre, grazie al riconoscimento precoce dell’ondata influenzale, di effettuare pianificazioni a breve termine delle capacità disponibili nel settore sanitario in particolare, ma anche nell'industria, nell'artigianato e nei servizi pubblici. La tipizzazione dei virus effettuata dal CNI consente di: (1) stimare il livello di protezione garantito dall’attuale vaccinazione stagionale, (2) integrare nelle raccomandazioni dell’OMS relative alla composizione del vaccino per l'anno successivo la distribuzione di frequenza dei virus Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 74 di 251 circolanti e, nel caso di un'eventuale scoperta di un caso di trasmissione animale-uomo, (3) effettuare un’analisi sul posto e avviare una verifica delle raccomandazioni per gli allevatori di pollame e suini. Misure Monitoraggio di routine Il sistema di dichiarazione Sentinella registra le prime consultazioni per sospetto d'influenza (influenzalike illness, ILI) nel quadro dell’assistenza medica di base. Dal 1987, partecipano a titolo volontario e gratuito a questo sistema da 150 a 250 tra medici generici, internisti e pediatri con ambulatori di medicina generale. Le dichiarazioni dei casi sospetti di influenza, compresi tra 3 000 e 10 000 per ogni pandemia, vengono effettuate in forma anonima mediante appositi moduli inviati settimanalmente all’UFSP per posta o via Internet. Da diversi anni, oltre al sospetto d’influenza e ai decessi dovuti a quest'ultima vengono registrati anche i casi di morbillo, parotite, rosolia, pertosse, polmonite e otite. Per avere un valore di riferimento (denominatore) viene inoltre dichiarato il numero complessivo dei contatti tra medici e pazienti. I medici Sentinella dichiarano come casi sospetti d’influenza tutti i contatti diretti, in ambulatorio o durante una visita a domicilio, con pazienti che presentano i seguenti sintomi (definizione di caso): febbre >38°C, forte sensazione di malessere e di debolezza, mialgie o dolori diffusi, talvolta con tosse, rinite e/o artralgie. Nella dichiarazione vengono indicati anche l'anno di nascita e il sesso del paziente nonché altre variabili (complicazione, ospedalizzazione, stato vaccinale, terapia antivirale, terapia antibiotica, decesso). Nei rapporti sono elencati i casi sospetti d’influenza registrati settimanalmente nell’ambito delle diverse consultazioni. Secondo un’estrapolazione delle dichiarazioni effettuate con il sistema Sentinella, in Svizzera sul totale delle consultazioni di medici con ambulatorio di medicina generale il numero stimato delle consultazioni per influenza su tutto il territorio nazionale si situa tra 100 000 e 300 000 all’anno (fonte: Santésuisse). Nel quadro del sistema basato sulle dichiarazioni obbligatorie, tutti i laboratori di diagnostica medica devono dichiarare settimanalmente i casi confermati di virus influenzali. Tali dichiarazioni vanno ad aggiungersi al numero di casi sospetti registrati con il sistema Sentinella. L’obbligo di dichiarazione prevede inoltre che i medici praticanti comunichino ogni epidemia di malattie soggette a dichiarazione, in particolare all’interno di istituzioni (asili, scuole, case di cura, ospedali ecc.), incluso l’aumento dei casi d'influenza confermati e sospetti. Le dichiarazioni obbligatorie vengono inoltrate al Medico cantonale e all'UFSP. Il CNI per l’influenza è responsabile della caratterizzazione antigenica dei virus influenzali circolanti. Ogni anno riceve complessivamente circa 800 campioni biologici per l’isolamento e la tipizzazione del virus da circa 60 ambulatori appartenenti al sistema di dichiarazione Sentinella e distribuiti su tutto il territorio svizzero. Inoltra poi una selezione rappresentativa degli isolati del virus al Centro di riferimento OMS di Londra ed effettua scambi con altri centri nazionali appartenenti a diverse reti (EISS, Groupe Européen de Grippe Grog). Ciò gli consente di gestire e curare una raccolta di ceppi virali di riferimento, di procedere a confronti metodologici trasversali e di standardizzare le procedure di laboratorio. La sorveglianza di virus influenzali di origine animale è effettuata congiuntamente dal CNI, dall'UFV e dall’Istituto di virologia e immunoprofilassi (IVI) di Mittelhäusern. L’UST registra i decessi (da 400 a 1000 all’anno secondo la statistica delle cause di morte) e le ospedalizzazioni (da 1000 a 5 000 all’anno secondo la statistica medica degli ospedali) imputabili all’influenza. In tal modo fornisce un importante contributo all'analisi epidemiologica dell'attività influenzale, sebbene i dati vengano pubblicati con notevole ritardo. L’annotazione dei decessi in un registro centrale di stato civile, introdotta di recente, permette all’UST di aggiornare quotidianamente i dati relativi alla mortalità (senza indicazione delle cause di morte). È così possibile effettuare una stima della mortalità in eccesso dovuta a un’epidemia di influenza. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 75 di 251 Continuo ampliamento del sistema Nel sistema Sentinella, le dichiarazioni giornaliere via Internet stanno progressivamente sostituendo quelle settimanali per posta. L'UST sta elaborando un modello per la descrizione della mortalità in eccesso. I dati relativi a quest’ultima dovranno essere pubblicati settimanalmente insieme ai casi sospetti d’influenza. Fasi 3, 4, 5 Strategia Durante il periodo di allerta pandemica, la priorità nell'ambito della sorveglianza va data al riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo di virus influenzale con potenziale pandemico, in modo da circoscriverne la diffusione (fasi 3 e 4) o almeno ritardarla (fase 5, inizio della fase 6). Affinché il sistema esistente possa funzionare, è tuttavia necessario integrare il monitoraggio di routine con un obbligo di dichiarazione per il nuovo sottotipo di virus, in combinazione con un'efficiente diagnostica di laboratorio. La sorveglianza di vettori animali viene potenziata nella fase 3 per proteggere sia la produzione nazionale di pollame (e di suini) che gli allevatori. Il periodo di allerta è utilizzato per ottimizzare il monitoraggio di routine e le relative strutture già esistenti in vista della pandemia e per coinvolgere ulteriori partner e ampliare le fonti di dati. Ciò include anche la preparazione e la messa a punto di modelli predittivi. Misure Sorveglianza di vettori animali (pollame, uccelli migratori e ornamentali) L’UFV rafforza la sorveglianza dei virus influenzali in uccelli e mammiferi. Occorre in particolare impedire, in collaborazione con le autorità doganali, l’importazione di uccelli e di prodotti avicoli (piume, uova e carne) da zone in cui sono stati documentati casi di animali infettati. Inoltre, congiuntamente alla Stazione ornitologica svizzera di Sempach e all’Istituto di virologia e immunoprofilassi (IVI) di Mittelhäusern, vengono effettuati dei controlli a campione sugli uccelli migratori al fine di rilevare l'eventuale presenza dei nuovi sottotipi di virus. Una particolare attenzione è rivolta in tale ambito all’aumento della mortalità nel pollame e tra gli uccelli selvatici, soprattutto acquatici. Riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo (HxNy) di virus influenzale nell’uomo Dal 2006 è obbligatorio dichiarare i nuovi sottotipi dell’influenza A (HxNy). I medici praticanti e i laboratori svolgono un ruolo importante per il riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo di virus influenzale. I medici praticanti (dall’1/10/2006 solo i medici ospedalieri) dichiarano i casi sospetti secondo i relativi criteri pubblicati dall'UFSP (cfr. capitolo 4, allegato 1). L’obiettivi dei criteri di dichiarazione è quello di consentire di distinguere, nel modo più chiaro possibile, il sospetto di infezione causata da un nuovo sottotipo di virus influenzale dal sospetto di influenza stagionale. I laboratori dichiarano le eventuali conferme del nuovo sottotipo di virus influenzale. I medici e i laboratori inoltrano telefonicamente le dichiarazioni al Medico cantonale competente e, in assenza di quest’ultimo, all’UFSP (ordinanza del DFI concernente le dichiarazioni di medici e laboratori; RS 818.141.11). A tal fine, l’UFSP organizza un servizio di picchetto e ne comunica il numero di telefono conformemente alle disposizioni del Regolamento sanitario internazionale (RSI). Ampliamento della capacità diagnostica di laboratorio Il CNI adegua continuamente la metodologia per l’identificazione di nuovi sottotipi di virus influenzali e di eventuali virus mutanti e ricombinanti. In tale ambito, opera in costante contatto con servizi esteri specializzati (soprattutto EISS e OMS) per poter ottenere informazioni e avere accesso a nuovi test e reagenti. Finora, il Centro ha avuto una capacità sufficiente per effettuare circa 800 isolamenti di virus durante le stagioni influenzali annuali. I risultati delle analisi sono disponibili nell’arco di 1 o 2 settimane. Se necessario, la presentazione della situazione viene aggiornata quotidianamente. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 76 di 251 Il CNI aumenterà inoltre la propria capacità di trattamento dei campioni (ad es. adottando tecniche esclusivamente molecolari). Durante il periodo di allerta pandemica, il CNI, che funge da centro di riferimento per la Svizzera, trasmette le proprie competenze diagnostiche a diversi laboratori designati dall'UFSP d'intesa con i Cantoni. Le analisi effettuate da tali laboratori vengono poi confermate dal CNI (laboratorio di riferimento). I risultati positivi delle analisi del CNI sono invece confermati dal Centro di riferimento OMS di Londra. Per motivi di sicurezza e di organizzazione, il numero dei laboratori designati deve restare contenuto. L’importante è che sia sufficiente per coprire il fabbisogno delle fasi 3, 4 e 5 nonché dell’inizio della fase 6 (almeno 500 campioni a settimana). Per i medici praticanti, l’accesso alla diagnostica e alla procedura di laboratorio è disciplinato da apposite disposizioni (cfr. capitolo 4.1, allegato 3). Inoltre, i laboratori sono soggetti all’obbligo di dichiarazione. L’informazione del pubblico in merito ai risultati positivi delle analisi è coordinata dall'UFSP insieme ai Cantoni competenti. Oltre alla conferma di nuovi sottotipo di virus mediante diagnosi di laboratorio, il CNI continua inoltre ad assicurare la tipizzazione dei comuni virus circolanti nel quadro del monitoraggio di routine. Messa a punto di uno strumento informatico per la ricerca dei contatti La ricerca dei contatti è fondamentale per impedire l'ulteriore diffusione del virus. Il capitolo 4.1 «Gestione dei contatti» illustra a grandi linee la procedura per l’identificazione delle persone entrate in contatto con un paziente colpito da un nuovo sottotipo di virus influenzale o per il quale sussiste un sospetto di contagio. Al fine di coordinare la gestione dei contatti a livello sovracantonale e di facilitare l’esecuzione delle misure correlate, l’UFSP metterà a disposizione dei servizi cantonali competenti uno strumento informatico che consentirà di soddisfare le esigenze pratiche legate all’attuazione. Tale strumento dovrà inoltre essere conforme ai requisiti previsti dal catalogo di misure per la lotta contro altri eventi di tipo B (eventi biologici) e, per garantirne la realizzazione e la gestione, occorrerà mettere a disposizione i mezzi necessari. Ampliamento del sistema di sorveglianza Sentinella Durante il periodo di allerta pandemica continua ad essere effettuato il monitoraggio di routine nel quadro del sistema di dichiarazione Sentinella. Al contempo, tuttavia, il sistema deve essere adeguato alle nuove esigenze legate alla pandemia (elaborazione di una quantità di dati fino a 10 volte superiore). Vanno soddisfatte le seguenti condizioni: − I medici che partecipano al sistema di dichiarazione volontario devono essere preparati a un possibile scenario pandemico. Occorre inoltre far sì che continuino a inoltrare le loro dichiarazioni anche durante la transizione dalle fasi 3, 4 e 5 (monitoraggio di routine Sentinella e dichiarazioni nel quadro del sistema obbligatorio) alla fase 6 (dichiarazione giornaliera di casi sospetti durante la pandemia); − La capacità di registrazione dei dati presso l'Ufficio federale dell'informatica e della telecomunicazione (UFIT) deve essere garantita durante la fase 6 (passando da una registrazione settimanale a una registrazione giornaliera); − Per la presentazione della situazione, e in particolare per le estrapolazioni relative all’intera Svizzera, occorre tenere conto del fatto che il denominatore «numero di consultazioni», normale durante il periodo interpandemico, aumenta enormemente durante una pandemia. L'estrapolazione deve per tanto essere effettuata di nuovo sulla base del rapporto tra il numero dei medici partecipanti al sistema e il numero complessivo dei medici che hanno in cura pazienti malati di influenza in Svizzera. La presentazione della situazione, in gran parte automatizzata, viene adeguata alla nuova estrapolazione già durante il periodo di allerta; − Nel quadro dell’estrapolazione durante la pandemia, l’UFSP amplia il numero di dichiaranti nel sistema Sentinella. A tal fine deve tenere conto dei centri verso cui gli ammalati sono indirizzati, a livello cantonale o locale, durante la fase 6. Eventuali ambulatori vanno considerati come unità appartenenti al sistema di dichiarazione Sentinella. Per quanto possibile, inoltre, nell’ambito del sistema Sentinella occorre continuare a sorvegliare Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 77 di 251 anche le altre malattie oggetto di dichiarazione, in particolare quelle dell'apparato respiratorio, nonché verificare regolarmente il fabbisogno di dati. Modellizzazione della mortalità in eccesso Il tasso di mortalità specifico per età costituisce un'importante base di dati per la stima delle ripercussioni del virus dell’influenza. Con la comparsa di un nuovo sottotipo di virus influenzale, inoltre, la mortalità sarà al centro dell’attenzione della popolazione e dei media. L’UST sta elaborando un modello per la descrizione della mortalità in eccesso. Attualmente, dati relativi alla statistica delle cause di morte dell’UST sono disponibili, nel migliore dei casi, solo dopo diversi mesi, troppo tardi per poter essere utilizzati prima e durante una pandemia. L’iscrizione dei decessi in un registro centrale di stato civile informatizzato, introdotta di recente, permette all’UST di aggiornare quotidianamente i dati sulla mortalità (senza indicazione delle cause di morte). Ciò rende possibile una modellizzazione della mortalità in eccesso, che, se messa in relazione temporale con l’ondata influenzale, permette a sua volta di stimare la mortalità dovuta all'influenza. I dati sulla mortalità in eccesso andranno comunicati automaticamente ogni settimana insieme ai casi sospetti d'influenza e dovranno essere corredati da un'interpretazione congiunta dell’UST e dell’UFSP. L’UST verifica se il sistema di dichiarazione è in grado di funzionare in caso di pandemia (capacità di garantire una registrazione centralizzata e veloce dei decessi in collaborazione con le unità di crisi cantonali e locali e tenendo conto delle possibili assenze). Dati ospedalieri nell’IIS L'arrivo di una pandemia determina un aumento dei casi negli ospedali (ospedalizzazioni e decessi). È pertanto necessario che, prima e durante la pandemia, questi ultimi comunichino i dati relativi alle loro capacità e all'assistenza fornita, indicando ad esempio le ospedalizzazioni per malattie polmonari con il totale generale delle entrate e delle uscite (anche decessi), la durata media delle ospedalizzazioni, il consumo di farmaci antivirali, l’impiego di mascherine, i posti letto disponibili e occupati, la disponibilità di respiratori e, eventualmente, il personale ammalato. Fino alla fase 5, e in collaborazione con i Cantoni, il servizio sanitario coordinato (SSC) include tutti gli ospedali pubblici nel sistema informativo IIS («Informazione e intervento nel servizio sanitario»), il quale, durante la pandemia, dovrà comunicare in tempo reale agli ospedali, ai medici che hanno deciso il ricovero dei pazienti nonché alle autorità cantonali (medici cantonali, cellule di crisi, servizio sanitario, polizia) e federali (UFSP, DDPS) i dati ospedalieri e informazioni quotidianamente aggiornate sull'evoluzione temporale della situazione. Il sistema deve essere testato durante il periodo di allerta pandemica. Sorveglianza delle chemioprofilassi e/o della vaccinazione L’ordinanza sulla pandemia di influenza (OPI) stabilisce come e con quale sistema è possibile rilevare in modo affidabile l’efficacia dei vaccini antinfluenzali e della chemioprofilassi nonché eventuali effetti collaterali nel corso della fase pandemica. Durante il periodo di allerta pandemica occorrerà eventualmente sviluppare un sistema di studio in collaborazione con i partner internazionali e con Swissmedic. L’attuale sorveglianza di routine fornisce all’occorrenza delle stime sul totale di persone che si sono ammalate nonostante il vaccino in relazione al totale dei malati registrati e consente anche di valutare a grandi linee, sulla base dei dati relativi alla copertura vaccinale, l'efficacia sul campo dei vaccini disponibili. Un apposito studio sul personale sanitario (in 1-2 grandi ospedali) fornirebbe informazioni dettagliate sulle cure preventive, consentendo di effettuare delle analisi sullo sviluppo di una resistenza nonché di adeguare rapidamente le raccomandazioni esistenti. Permetterebbe inoltre, a titolo complementare, di rilevare il numero dei casi di malattia tra il personale sanitario. Contributo all’indagine sieroepidemiologica Dopo la prima ondata pandemica, l’allestimento di una seroteca permetterà di valutare la situazione immunitaria per prepararsi alla seconda ondata. I risultati dell'indagine serviranno poi per pianificare il fabbisogno di assistenza sanitaria in vista dell'ondata o delle ondate successive. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 78 di 251 L’UFSP verifica se un’indagine sieroepidemiologica è prevista a livello internazionale e coordina le esigenze e il contributo della Svizzera in questo settore. L'eventuale allestimento di una seroteca prima dell'arrivo della pandemia consentirà di definire in tempo utile la preparazione di antigeni virali e di tecniche serologiche nonché la collaborazione a livello internazionale. Messa a punto di modelli predittivi Durante il periodo pandemico, la presentazione della situazione dovrà essere integrata con previsioni basate su modelli matematici, i quali permetteranno di calcolare con relativa tempestività, fondandosi sui parametri di sorveglianza, la durata e l’intensità di un’ondata pandemica che si sta delineando. All’inizio della pandemia, i calcoli basati su modelli forniscono delle previsioni che consentono di adeguare la pianificazione a breve termine dell'assistenza sanitaria. Inoltre, in caso di sovraccarico e di conseguente blocco del sistema di dichiarazione messo a punto nell’ambito della sorveglianza, questi modelli potrebbero fornire delle stime sul numero di casi. L’UFSP elabora un modello adeguato alla situazione svizzera, valutando in tale ambito la necessità di previsione, la qualità richiesta delle previsioni e i parametri di entrata necessari. La pubblicazione delle previsioni è coordinata con la stesura dei rapporti sul numero di casi. Fase 6 Strategia Durante la pandemia, la definizione delle priorità in materia di sorveglianza si basa sull’evoluzione naturale dell’ondata pandemica. All’inizio di una pandemia mondiale, occorre innanzitutto riconoscere precocemente i casi importati e rallentare la diffusione del virus in Svizzera come nelle precedenti fasi 4 e 5. Durante l’ondata pandemica è poi necessario trovare un equilibrio tra il fabbisogno di dati e la mole di lavoro per i medici dichiaranti, già completamente occupati a garantire l'assistenza sanitaria con una quantità di personale che potrebbe ridursi anche di un quarto rispetto alla norma. Con il supporto di modelli predittivi, il sistema di sorveglianza clinica fornisce informazioni sulla portata e sulla gravità dei casi di malattia tra la popolazione, come pure sul conseguente carico per il sistema di assistenza sanitaria. Il monitoraggio è integrato da studi riguardanti l’efficacia dei nuovi vaccini e della chemioprofilassi nonché gli effetti collaterali, i cui risultati vengono rapidamente messi a disposizione dei medici. Le indagini virologiche seguono la diffusione e lo sviluppo del virus. Dopo la prima ondata di pandemia, dovrà inoltre essere possibile stimare la percentuale delle persone immunizzate sulla popolazione totale, un dato importante in vista della pianificazione del fabbisogno di assistenza sanitaria per l’ondata o le ondate successive. Misure Sorveglianza e presentazione della situazione Il riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo di virus influenzale (dichiarazione obbligatoria) e la ricerca dei contatti sono i presupposti necessari per poter avviare tempestivamente misure di isolamento, quarantena e sorveglianza medica. Il limite di capacità del sistema basato sulle dichiarazioni obbligatorie è di circa 100 dichiarazioni di casi sospetti a settimana. Un simile numero di casi indica che il virus compare non solo all'interno di catene di trasmissione note, ma anche sotto forma di «epidemie comunitarie» (community outbreaks). In tal caso, cessa l’obbligo della prima dichiarazione da parte dei medici e vengono meno sia la ricerca dei contatti che le misure di isolamento. L'UFSP lo comunica alla popolazione, ricordando al contempo le norme generali di comportamento che vanno seguite. Il sistema di dichiarazione Sentinella registra le dichiarazioni giornaliere via Internet (o fax) di casi sospetti d’influenza. I medici devono essere preparati a far fronte all'alto numero di casi di influenza; anche la capacità di registrazione e l’elaborazione automatica (estrapolazione) devono essere Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 79 di 251 programmate per tale eventualità. Un gruppo selezionato di medici Sentinella continua inoltre a inviare campioni biologici al CNI per la tipizzazione del virus. Per quanto possibile, nel quadro del sistema di dichiarazione Sentinella si continuano a sorvegliare anche le malattie per le quali è stato precedentemente definito l’obbligo di dichiarazione (morbillo, parotite, rosolia, pertosse, polmonite e otite). Le maschere di registrazione (modulo fax) basate su Internet vengono adattate all’occorrenza (caratterizzazione, trattamento). L’amministrazione del sistema di dichiarazione verifica settimanalmente la fonte (o le fonti) dei dati. Occorre in particolare verificare l’ipotesi alla base dell’estrapolazione effettuata con il sistema Sentinella, ovvero la costanza del numero di dichiaranti durante l'ondata di pandemia. Il mancato inoltro di dichiarazioni è ammesso in caso di malattia dei medici che partecipano al sistema (un'eventualità che riguarda allo stesso modo tutti i medici della Svizzera). Se, tuttavia, singoli medici Sentinella rinunciano a effettuare dichiarazioni a causa dell’elevato carico di lavoro, il modello dell'estrapolazione deve essere adeguato di conseguenza. Per rendere meno dispendiosa l'operazione, i medici possono ad esempio limitarsi a dichiarare il totale giornaliero dei casi d’influenza trattati e fornire informazioni dettagliate soltanto in relazione a un campione casuale (~20%) dei propri pazienti. In caso di differenze rispetto ai modelli predittivi, l’UST verifica la presenza di eventuali ritardi nella dichiarazione dei decessi da parte dei Comuni. Se del caso, occorre rinunciare, d'intesa con l'UST, a rappresentare la mortalità in eccesso sulla base di dichiarazioni di morte aggiornate. La presentazione della situazione viene aggiornata quotidianamente su Internet ed è corredata da analisi della mortalità in eccesso (fonte di dati: UST) e dei dati ospedalieri (fonte di dati: IIS) nonché da previsioni elaborate con calcoli basati su modelli. Il CNI analizza i campioni biologici inviati dai medici Sentinella per individuare eventuali ceppi virali e, in qualità di centro di riferimento, continua a confermare, sempre in base a campioni, le analisi di altri laboratori. L’UFSP effettua accertamenti in merito alla partecipazione del CNI a un’eventuale indagine sieroepidemiologica. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 80 di 251 Presentazione della situazione (link) www.bag.admin.ch www.influenza.ch www.eiss.org www.bfs.admin.ch/ ÆSalute www.bvet.admin.ch Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 81 di 251 Riferimenti bibliografici CDC Death rates reference: Meltzer MI, Cox NJ, Fukuda K, 1999a. The economic impact of pandemic influenza in the United States: Implications for setting priorities for intervention. Emerg Infect Dis 1999:5(5). CDC high risk groups: Centers for Disease Control, USA. 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Ten things you need to know about pandemic influenza. 14 October 2005. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 82 di 251 Sorveglianza Allegato 1: Panoramica delle attività di sorveglianza e dei relativi prodotti nelle diverse fasi pandemiche Attività (responsabili) Periodo interpandemico Fasi 1/2 - Sorveglianza dell’attività influenzale - Sistemi di dichiarazione (Sentinella, annuale nel quadro della rete mondiale: sistema basato sulle dichiarazioni monitoraggio di routine Sentinella dei casi obbligatorie, CNI) sviluppati nel quadro clinici nonché tipizzazione e della rete nazionale (medici, laboratori, caratterizzazione dei virus circolanti IVI, UFV) e internazionale (OMS, OIE, nell’uomo e negli animali EISS, Grog) - Aggiornamento annuale della documentazione relativa alle dichiarazioni - Influenza stagionale: aggiornamento settimanale, nel bollettino e sul sito Internet, della situazione relativa ai casi sospetti Fase 3 Periodo di allerta pandemico Prodotti - Monitoraggio di routine come sopra, più: - Tutte le misure sopra riportate, più: - introduzione della dichiarazione - presentazione della situazione con obbligatoria per il nuovo sottotipo di virus un’accurata distinzione tra influenza influenzale (UFSP, Cantoni) stagionale, influenza animale e nuovo sottotipo di virus - ampliamento del monitoraggio sugli - documentazione per la dichiarazione del animali (UFV) nuovo sottotipo di virus influenzale - numero atteso di casi diinfluenza durante (criteri di dichiarazione, modulo, la pandemia, scenario procedura di laboratorio) - messa a punto di modelli predittivi per le - eventualmente, efficacia della ondate pandemiche (UFSP) vaccinazione stagionale contro - messa a punto di modelli relativi alla l’influenza mortalità in eccesso, con eventuale - numero atteso di casi di malattia, indicazione dell’ospedalizzazione (UST e ospedalizzazioni, decessi (scenario) UFSP) - messa a punto e rappresentazione della capacità ospedaliera, con eventuale indicazione delle ospedalizzazioni per influenza (SSC) - ampliamento del numero dei medici dichiaranti per la preparazione alla fase 6 (UFSP) - messa a punto di un’estrapolazione di dati numerici Sentinella compatibile con la pandemia (UFSP) - pianificazione di studi sull’efficacia dei vaccini (UFSP) - pianificazione di un’indagine sieroepidemiologica (UFSP) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 83 di 251 Periodo di allerta pandemica Fase 4 Attività (responsabili) Prodotti - Monitoraggio come sopra, più: - Tutte le misure sopra riportate, più: - adeguamento dei criteri di dichiarazione in - aggiornamento quotidiano dei dati secondo un metodo compatibile caso di sospetto di un nuovo sottotipo con la pandemia (UFSP) - ricerca dei contatti (UFSP, Cantoni, SSC) - numero delle persone (contatti) messe in isolamento - preparazione della dichiarazione - rappresentazione della capacità giornaliera nel sistema Sentinella (UFSP) ospedaliera, inclusi i casi di sovraffollamento - rappresentazione della mortalità in eccesso - lista dei contatti all’attenzione dei medici cantonali Fase 5 - Tutte le misure sopra riportate - Monitoraggio come sopra, più: - adeguamento dei criteri di dichiarazione in caso di sospetto di un nuovo sottotipo di virus (UFSP) - in caso di epidemia in Svizzera: dichiarazioni giornaliere nel sistema Sentinella Fase 6 - Tutte le misure sopra riportate, più: sospensione dell’obbligo di dichiarazione di nuovi sottotipi da parte dei medici e alla ricerca dei contatti (UFSP) Periodo pandemico modello predittivo con indicazione dell’evoluzione della pandemia (UFSP) - Tutte le misure sopra riportate, più: stima del numero di casi in base a estrapolazioni del sistema Sentinella e a modelli predittivi indicazioni sull’efficacia e sugli effetti collaterali dei vaccini e relative implicazioni per quanto riguarda l’adozione di misure esame critico del sistema di dichiarazione (UFSP, UST, SSC)) studio sull’efficacia dei vaccini (UFSP) Dopo l’ondata - Come durante il periodo pandemico, con sorveglianza di routine in vista di ondate successive - Attenzione focalizzata sui virus circolanti (CNI) - Presentazione settimanale della situazione, inclusi gli aggiornamenti basati su dichiarazioni inoltrate in ritardo - Raccomandazioni ai partner per il miglioramento del sistema - Valutazione della qualità degli strumenti di - Stima della proporzione di persone sorveglianza e di previsione (UFSP, UST) immunizzate in seguito al vaccino e alla malattia e stima della resistenza - Miglioramento del sistema (UFSP) agli antivirali - Stime sulla fine e sull’andamento futuro - Annuncio della fine della pandemia della pandemia (UFSP) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 84 di 251 4.1 Gestione dei contatti Durante i periodi di allerta pandemica, la gestione dei contatti può contribuire ad arrestare o a rallentare la trasmissione interumana del virus influenzale. Il presente capitolo illustra sia i metodi classici di gestione, come ad esempio la profilassi nei familiari di un paziente infetto, sia misure più dettagliate come la ricerca di persone venute a contatto con quest’ultimo e di cui non si conosce il nome. La gestione dei contatti è necessaria soltanto durante le fasi 4 e 5 previste dall’OMS. Dal punto di vista epidemiologico, invece, non ha più senso nella fase pandemica 6, in quanto a questo stadio non può più influenzare l’evoluzione della pandemia. Sia la preparazione che l’attuazione delle misure qui descritte richiedono molte risorse. Questo capitolo illustra a grandi linee, indicando le rispettive priorità, i lavori preparatori necessari e gli strumenti da elaborare per le singole misure. Il tipo e l’ampiezza delle misure di gestione dei contatti dipendono dalle condizioni più disparate, e in particolare dalle caratteristiche del nuovo sottotipo di virus influenzale (HxNy), come la letalità e la modalità di trasmissione. È pertanto impossibile stabilire in anticipo quali misure definitive adottare. L’obiettivo della seguente presentazione, che indica le misure sotto forma di piano a tre livelli, è quello di contribuire a mantenere un certo margine di manovra nelle decisioni. Obiettivo L’obiettivo della gestione dei contatti è quello di proteggere dalla malattia le persone entrate in contatto con soggetti infetti e di impedire la formazione di catene di trasmissione. Ipotesi Le ipotesi riportate qui di seguito sono tratte dal capitolo 5 (“Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale”) della parte I del Piano pandemico svizzero 2006. L’influenza si trasmette in prevalenza attraverso le vie respiratorie: (1) goccioline (> 5μm) di secrezioni respiratorie vengono trasmesse quando le persone infette parlano, tossiscono o starnutiscono; (2) il virus si può inoltre trasmettere in seguito al contatto con una superficie contaminata da goccioline di secrezioni respiratorie; (3) infine, non può essere esclusa una trasmissione attraverso gli aerosol (< 5μm). Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla tra 1 e 4 giorni. Le persone infette sono contagiose dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 7 giorni dopo quest’ultima (per un periodo di 5-7 giorni in media). Nei bambini e nelle persone immunodepresse, la fase contagiosa è invece più lunga e può durare fino a 21 giorni. Il presente documento si riferisce a una situazione in cui la pandemia ha origine al di fuori della Svizzera. Le misure qui descritte mirano pertanto ad assicurare la gestione dei contatti in caso di arrivo nel nostro Paese di soggetti malati durante le fasi 4 e 5 previste dell’OMS nonché di tutti gli altri casi che ne risultano eventualmente. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 85 di 251 Definizioni Caso indice Per caso indice si intende in questa sede la persona ai cui contatti si applicano le misure. Può trattarsi di un caso di infezione sospetto o confermato. Contatto I criteri per valutare se sono state soddisfatte le condizioni per l'esistenza di un contatto sono diversi. A seconda della situazione epidemiologica di partenza (p. es. adattamento del virus HxNy all’uomo, trasmissibilità e tipo di trasmissione), la definizione di “contatto” sarà più circoscritta o più estesa. Pertanto, in questa sede si rinuncia volutamente a formulare una definizione precisa. L’apposita lista di criteri (allegato 1) aiuterà di volta in volta a definire cosa si intende per «contatto». Isolamento, quarantena Il termine «isolamento» designa le misure volte a isolare le persone ammalate da quelle sane, mentre per «quarantena» si intendono le misure analoghe adottate su soggetti sani ma esposti all’infezione. Lista dei contatti Per «lista dei contatti» si intende l'elenco dei nomi delle persone conosciute venute a contatto con un soggetto infetto. Di norma, si tratta dei contatti ricordati dal caso indice o dai suoi familiari. La lista include ad esempio i nomi dei familiari, dei colleghi di lavoro o dei compagni di classe del caso indice. Situazioni di contatto (retracing) Sono considerate situazioni di contatto, ad esempio, la partecipazione a manifestazioni di massa o la permanenza in luoghi affollati, tra cui i mezzi pubblici. In tali situazioni di contatto, i nomi delle altre persone presenti non sono noti. L'attività volta a rintracciare tali persone è designata come retracing. Profilassi per centri concentrici su base geografica Il principio alla base di questa profilassi è quello di procedere per cerchi concentrici attorno al caso, concentrandosi sul luogo di residenza, di dimora e di lavoro del caso indice. Su tutto il territorio considerato vengono adottate misure di profilassi tra le persone al di fuori della cerchia di conoscenti del paziente. Fase 3 Strategia Nella fase 3, il virus è considerato non trasmissibile per contagio interumano. Le misure riportate qui di seguito vengono adottate esclusivamente a titolo precauzionale, secondo lo schema di flusso relativo all’influenza A H5N1 pubblicato al capitolo 5.5.1 (“Gestione dei casi sospetti nella fase 3”). Misure Tutte le persone che possono essere entrate in contatto con il nuovo sottotipo di virus influenzale toccando animali infetti o tramite contatti con persone malate devono monitorare attentamente il proprio stato di salute nei 7 giorni successivi all'esposizione e misurare ogni giorno la temperatura corporea. In caso di stati febbrili, con o senza disturbi respiratori, è necessario consultare il medico (per i relativi criteri cfr. il capitolo 5.5, allegato 1). Tutte le persone che sono entrate in contatto senza alcuna protezione con un'altra persona o con un animale in cui è stata confermata l’infezione vanno sottoposte a una profilassi con oseltamivir (Tamiflu®). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 86 di 251 Fasi 4 e 5 Livello 1: lista dei contatti Strategia La lista corrisponde alla gestione classica dei contatti, applicata ad esempio in Svizzera e in Canada durante la crisi SARS. In linea di massima si tratta di una misura indiscussa, ma la possibilità di attuarla e la sua eventuale estensione sono valutate caso per caso a seconda della situazione. Decisiva a tal fine è una reazione tempestiva. La gestione dei contatti si limita alle persone di cui si conosce il nome e delle quali si può redigere una lista. Tale lista costituisce il punto di partenza per l'informazione e la gestione delle persone considerate come contatti. Misure Compilazione della lista (allegato 3) L’Ufficio del Medico cantonale compila una lista dei contatti, ma può anche affidare tale compito al medico curante o all'ospedale in questione. La lista deve essere compilata immediatamente, in quanto più tardi il paziente potrebbe peggiorare e non essere più in grado di fornire informazioni. La compilazione della lista è di competenza del Medico cantonale del Cantone in cui si trova il luogo di domicilio del caso indice. Spetta a lui, inoltre, informare tutti i medici cantonali nel cui Cantone vive una persona entrata in contatto con il caso indice. In seguito, il Medico cantonale del Cantone del caso indice inserisce la lista nel sistema di ricerca dei contatti basato su Internet i . Indicazione e data del contatto con le persone iscritte nella lista Dopo aver consultato il collega del Cantone di residenza del caso indice, il Medico cantonale del Cantone di residenza del contatto decide quali persone dovranno essere contattate e informate e quali no. L’UFSP elabora appositi supporti decisionali e criteri (a partire dalla fase 4) non appena sono disponibili le necessarie conoscenze epidemiologiche e cliniche sul virus pandemico. Quando un caso è considerato sospetto in base ai criteri fissati nelle raccomandazioni dell’UFSP, si informano le persone entrate in contatto con il paziente e si avviano immediatamente le misure opportune, ancora prima di ricevere i risultati di laboratorio relativi al caso indice. Informazione delle persone iscritte nella lista Le persone iscritte nella lista dei contatti vengono contattate e informate dal Medico cantonale del loro Cantone di residenza mediante il sistema centralizzato di ricerca dei contatti basato su Internet. L’UFSP effettua un monitoraggio della gestione dei contatti e, se necessario, svolge una funzione di comunicazione e di coordinamento. Per quanto possibile, le persone entrate in contatto con il paziente vengono informate dal Medico cantonale. Tuttavia, qualora il numero dei contatti sia particolarmente elevato, tale compito può essere affidato a un organo ausiliario. Misure individuali sulle persone iscritte nella lista Tra le misure individuali da adottare sulle persone entrate in contatto con il paziente figura la profilassi antivirale, che può essere avviata in qualsiasi momento durante il periodo d’incubazione. Ciò può determinare, a seconda della situazione, un elevato fabbisogno di farmaci antivirali. Solo durante il periodo della SARS furono contati in media 100 contatti rilevanti per ogni paziente, sebbene la definizione di “contatto” fosse relativamente circoscritta (famiglia, personale sanitario e di assistenza, contatto ravvicinato < 1 m o con secrezioni corporee). È pertanto necessario garantire la pronta disponibilità di tali farmaci (cfr. il capitolo 6 «Farmaci antivirali». i Il sistema informatico «Contact tracing» è in fase di sviluppo. L’obiettivo di una simile piattaforma Internet ad accesso limitato è quello di garantire il coordinamento e la possibilità di una visione d’insieme della gestione dei contatti a livello sovracantonale. Vista la brevità del periodo di incubazione, si prevedono frequenti aggiornamenti, soprattutto quando si verificano molti casi in contemporanea o in rapida successione. La piattaforma dovrà offrire all’UFSP, ai medici cantonali e alle autorità coinvolte un sistema di organizzazione protetto molto più efficiente rispetto al telefono o alla posta elettronica. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 87 di 251 Le persone entrate in contatto con il paziente devono inoltre essere sorvegliate e messe in quarantena (allegato 2). Attuazione delle misure e feedback L’attuazione delle misure spetta al Cantone. Il loro inizio e la loro conclusione devono essere indicati in un apposito modulo dal medico di famiglia delle persone iscritte nella lista dei contatti o dal Medico cantonale. I necessari lavori preparatori per il livello 1 devono essere effettuati già nella fase 3, e ciò per garantire, non appena si verifica un caso, una gestione rapida, efficiente e coordinata dei contatti. Detti lavori comprendono in particolare la messa a punto del sistema di registrazione e di coordinamento basato su Internet, l’elaborazione di diagrammi di flusso e liste di criteri nonché la definizione di canali di comunicazione prestabiliti. Tali attività vengono svolte congiuntamente dai Cantoni e dalla Confederazione. Livello 2: situazioni di contatto (retracing) Strategia Le persone potenzialmente esposte durante le situazioni di contatto devono essere rintracciate (retracing) e sottoposte a misure individuali di profilassi. Vista la mancanza di esperienze al riguardo, non è possibile stabilire se, in caso di influenza, è possibile attuare tali misure anche su persone sconosciute e se questa soluzione risulta efficace. La procedura del retracing è tuttavia nota nell’ambito di altre malattie (malattia di Creutzfeldt-Jacob, legionellosi, rabbia, tubercolosi), dove è stato dimostrato che la sua attuazione è, in linea di principio, possibile. A tal fine è estremamente importante portare avanti una buona politica di informazione, se possibile già prima della comparsa dei primi casi. È difficile valutare se il retracing dei contatti è fattibile e opportuno anche nel caso dell’influenza. Ciò dipende senza dubbio dalla situazione epidemiologica a livello nazionale, dalla reazione psicologica della popolazione come pure dalle misure già adottate e dalle esperienze effettuate all’estero. Un importante criterio per stabilire se la procedura di retracing può essere attuata è il numero delle situazioni di contatto. L’attuabilità risulta infatti maggiore quando si verificano soltanto singoli casi importati (fase 4), mentre diminuisce in caso di catene di trasmissione in Svizzera (fase 5 o inizio della fase 6). L'attuazione del livello 2 comporta tuttavia due problemi: in primo luogo, è possibile che l’uso di farmaci antivirali favorisca lo sviluppo di resistenze, in particolare nel caso in cui circoli contemporaneamente anche l’influenza stagionale. Inoltre, le diverse fasi da seguire sono onerose e delicate, in quanto possono suscitare insicurezze e paure nella popolazione. Pertanto, le misure relative a questo livello dovrebbero essere adottate soltanto dopo la conferma di un caso sospetto. Misure Ricerca delle persone esposte Le persone che sono state inconsapevolmente esposte a una situazione di rischio possono essere informate soltanto tramite annunci diffusi sui media, come ad esempio giornali, radio e televisione, o su Internet. Le comunicazioni devono presentare la situazione con la massima precisione possibile e indicare in modo chiaro quali persone sono coinvolte e quali no. Alle persone coinvolte vengono fornite informazioni precise sul da farsi, sul numero telefonico da contattare (organo ausiliario) e sul sito Internet in cui trovare maggiori spiegazioni. Vengono inoltre istituite apposite linee telefoniche (hotline) per le persone non direttamente coinvolte e per i media. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 88 di 251 Misure individuali sulle persone esposte Le persone esposte sono esortate a contattare il proprio medico di famiglia per sottoporsi a una profilassi antivirale o ad altre misure (sorveglianza individuale e quarantena). Ai medici vengono indicati un sito Internet e un numero telefonico dove ottenere ulteriori informazioni. Quando si verifica una situazione di contatto, occorre in genere aspettare due giorni prima di avviare le misure sulle persone esposte. È pertanto possibile che durante tale periodo le persone contagiate abbiano già sviluppato dei sintomi della malattia. Di norma, sulle persone esposte che presentano sintomi corrispondenti ai criteri clinici, occorre iniziare un trattamento con farmaci antivirali (dose terapeutica) e predisporre una diagnosi di laboratorio. La persona esposta va trattata a sua volta come un “caso sospetto”, il che significa che deve essere avviata la gestione dei contatti della seconda generazione. Occorre tuttavia partire dal presupposto secondo cui non è mai possibile ritrovare tutte le persone potenzialmente esposte. Inoltre, alcune persone potrebbero fingere di essere coinvolte in una situazione di contatto per poter accedere, in tal modo, a farmaci antivirali altrimenti difficilmente ottenibili in Svizzera. È pressoché impossibile controllare se una situazione di contatto si sia effettivamente verificata. L’attuabilità delle misure del livello 2 dipende strettamente dalle capacità delle autorità. Tali misure sono possibili soltanto in presenza di una preparazione ottimale e di una reazione tempestiva. I lavori preparatori sono onerosi e consistono nella pianificazione dettagliata delle singole fasi. Si tratta in particolare di: − elaborare diagrammi di flusso (pianificazione del fattore tempo) − preparare il retracing attraverso i media (trattative, annunci ecc.) − mettere a punto di una strategia di comunicazione; − elaborare una strategia per la distribuzione dei farmaci antivirali − effettuare test laddove possibile − operare in accordo con l’OMS (sulla questione della resistenza). I lavori preparatori per il livello 2 devono essere avviati non appena i Cantoni hanno concluso, in collaborazione con la Confederazione, quelli relativi al livello 1. Livello 3: profilassi per cerchi concentrici su base geografica Strategia La profilassi per centri concentrici su base geografica deve essere presa in considerazione come integrazione o come alternativa al livello 2 sopra descritto. Contrariamente a quanto previsto nel livello 2, in questo caso le persone non vengono sottoposte a profilassi in seguito a situazioni di contatto, bensì in base al loro luogo di domicilio. Secondo criteri geografici, si traccia un “cerchio” attorno ai casi d’influenza e viene effettuata una profilassi antivirale su tutte le persone che si trovano al suo interno. In linea di principio, l’idea di frenare o di bloccare una pandemia influenzale emergente (in Asia) mediante una profilassi antivirale per cerchi concentrici attorno ai focolai epidemici è stata valutata in modo positivo dall’OMS. I presupposti su cui si basano i relativi modelli matematici sono una reazione tempestiva e un tasso di adesione (compliance) molto elevato tra la popolazione (almeno il 90% del gruppo target). Misure Attuazione La scelta del cerchio/dei cerchi si basa sul luogo di residenza, di domicilio e di lavoro del caso indice o, eventualmente, delle persone coinvolte nella catena di trasmissione. In questa sede vengono presi in considerazione criteri geografici. I due fattori più importanti sono un’adeguata informazione delle persone che vivono all’interno dell’area selezionata e la pronta disponibilità dei farmaci antivirali. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 89 di 251 Misure individuali sulle persone esposte La misura individuale consiste nella somministrazione di farmaci antivirali a scopo di profilassi. L’assunzione di tali farmaci deve avvenire su base volontaria ed essere limitata a un breve periodo (p. es. 10 giorni). Come il livello 2, anche la possibilità della profilassi per centri concentrici su base geografica (livello 3) deve essere discussa nel quadro della preparazione alla pandemia. Anche in questo caso, inoltre, il raggiungimento dell’obiettivo può essere garantito soltanto da una reazione tempestiva e preparata in modo ottimale. Fase 6 Dal punto di vista epidemiologico, nella fase pandemica 6 la gestione dei contatti non ha più senso, in quanto ormai non serve più ad arrestare la pandemia. Insieme alla Confederazione, i Cantoni hanno istituito un gruppo di lavoro che si occuperà dei lavori descritti a grandi linee nel presente documento e chiarirà le questioni ancora aperte. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 90 di 251 Riferimenti bibliografici Bell DM. Public health interventions and SARS spread, 2003. Emerg Infect Dis 2004; 10(11):1900-6. 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Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 91 di 251 Gestione dei contatti Allegato 1: Criteri per la definizione di “contatto” Criterio Caratteristiche Momento del contatto Infettività elevata ii (nel caso indice) Infettività media Infettività bassa Durata del contatto > 60 minuti iii 5 – 60 minuti < 5 minuti Tipo di contatto Assistenza, convivenza, intimità Conversazione iv Presenza nella stessa stanza Probabilità del contatto Sicuro Possibile (ad es. scuola, sport di squadra) Situazione di contatto (cfr. testo relativo al livello 2) Probabilità di malattia nel caso indice Caso possibile Caso probabile Caso confermato ii iii iv 1˚-3˚ (o 1˚-5˚) giorno di malattia (Control of Communicable Diseases Manual, APHA, 2004) Proposta tratta da: Australian Management Plan for Pandemic Influenza-Section 5, Annex 6: Infection Control. JAMA 2001; 285(6): 748-54. Faccia a faccia (a una distanza < 1 m): proposta tratta da: Svoboda T et al. Public health measures to control the spread of the SARS during the outbreak in Toronto. N Engl J Med 2004; 350(23): 2352-61. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 92 di 251 Gestione dei contatti Allegato 2: Sorveglianza a domicilio dello stato di salute delle persone esposte(quarantena) − Le persone che sono state a stretto contatto con un paziente in cui si sospetta o è confermata la presenza del virus HxNy devono essere messe in quarantena in casa per quattro giorni a partire dall’ultimo contatto oppure finché non possa essere esclusa un’infezione da HxNy. − La temperatura corporea deve essere misurata due volte al giorno, mettendo per iscritto i valori riscontrati. − La persona in quarantena deve essere contattata telefonicamente ogni giorno. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 93 di 251 Gestione dei contatti Allegato 3: Lista dei contatti Nome e indirizzo del caso indice _________________________________________________________________________________ Nome, indirizzo e telefono della persona esposta Età Momento e durata del contatto Tipo di contatto Professione della persona esposta/osservazioni particolari singolo ripetuto il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____ assistenza, convivenza, intimità conversazione stessa stanza altro singolo ripetuto il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____ assistenza, convivenza, intimità conversazione stessa stanza altro singolo ripetuto il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____ assistenza, convivenza, intimità conversazione stessa stanza altro singolo ripetuto il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____ assistenza, convivenza, intimità conversazione stessa stanza altro singolo ripetuto il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____ assistenza, convivenza, intimità conversazione stessa stanza altro singolo ripetuto il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____ assistenza, convivenza, intimità conversazione stessa stanza altro assistenza, convivenza, intimità conversazione stessa stanza altro singolo ripetuto il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____ Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 94 di 251 5 Misure di sanità pubblica 5.1 Raccomandazioni per gli ospedali e le strutture socio-sanitarie Una pandemia influenzale comporterebbe una situazione di sollecitazione estrema per il sistema sanitario svizzero. Per poter essere pronti ad affrontare una tale evenienza e a contenere le potenziali conseguenze, oltre alla Confederazione e ai Cantoni, anche gli ospedali devono organizzarsi e prendere disposizioni per far fronte all’emergenza. Obiettivi Questa lista di controllo è stata elaborata per supportare gli ospedali nella preparazione alla pandemia. Non si tratta di un vero e proprio piano pandemico per gli ospedali, bensì di un elenco di punti di cui gli ospedali dovrebbero tener conto nella loro pianificazione. È preferibile che ogni ospedale si occupi personalmente della pianificazione dettagliata delle misure da adottare, dato che dipendono da vari fattori quali le dimensioni della struttura, la specificità e le sue infrastrutture, il profilo dei pazienti, le particolarità locali e le direttive cantonali. Le raccomandazioni e i piani già elaborati o da rielaborare a livello nazionale sono menzionati separatamente in questa lista. La lista di controllo è strutturata in base alle fasi pandemiche definite dall’OMS (fasi 3 – 6) e indica le misure da adottare al momento in cui una fase si concretizza. La fase 3 prevede i lavori di preparazione alla pandemia, mentre le fasi 4 e 5 e soprattutto la fase 6 si concentrano sull’implementazione delle misure. Ipotesi Le ipotesi corrispondono alle ipotesi di lavoro formulate al capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale»), nella Parte I del Piano pandemico svizzero 2006. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 95 di 251 Lista di controllo secondo le fasi definite dall’OMS Questa lista dovrebbe permettere agli ospedali e ad altri prestatori di cure di pianificare le misure da adottare nell’ambito del processo di preparazione e risposta a una pandemia influenzale. Attività Realizzazione (termine massimo) Fase 3 1. Cellula di crisi (CC) – Conduzione delle operazioni in circostanze straordinarie 9 9 9 9 9 9 9 9 Costituzione di una CC e pianificazione del suo funzionamento (membri, frequenza delle riunioni, ecc.) Elaborazione di un piano pandemico interno all’ospedale Elaborazione di un piano di coordinamento con le autorità: o sanitarie o responsabili del piano di catastrofe (interno all’ospedale e cantonale) o politiche Elaborazione di un concetto di comunicazione (interno ed esterno) per le varie fasi Elaborazione di un piano di mobilitazione dei locali (ammissione, coortaggio, cure intense, camera ardente, pronto soccorso) Valutazione del fabbisogno dei servizi tecnici (ventilazione, climatizzazione, acqua, elettricità, ossigeno, reti di comunicazione, smaltimento dei rifiuti, approvvigionamenti vari) Elaborazione di un piano di mobilitazione di risorse supplementari (assenteismo) Pianificazione dell’abbandono provvisorio di determinate attività a favore di attività vitali secondo le fasi dell’OMS (insegnamento, chirurgia elettiva, ricerca ecc.) F3 F3 F3 F3 F3 F3 F4 F3 F3 F4 2. Personale degli istituti di cura Dispositivi di protezione individuale o Valutazione e acquisto del materiale necessario per la protezione dalle infezioni in funzione della categoria professionale (dispositivi di protezione individuale) o Elaborazione delle raccomandazioni per l’uso dell’equipaggiamento di protezione e pianificazione di una formazione per le persone maggiormente esposte ai rischi 9 Profilassi antivirale o Coordinazione dell’approvvigionamento di antivirali per il trattamento profilattico del personale con le autorità (Cantoni/Confederazione) o Elaborazione di un piano di distribuzione dei farmaci antivirali e di monitoraggio degli effetti collaterali, elaborazione di un piano di individuazione precoce per il personale di cura 9 Vaccino contro il nuovo sottotipo di virus influenzale con potenziale pandemico o Elaborazione di un piano di distribuzione (identificazione delle categorie prioritarie cui erogare prioritariamente la vaccinazione, informazione a queste persone ecc.) 9 Elaborazione di un sistema di quantificazione dell’assenteismo 9 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch F4 F3 F4 F4 F4 F4 Piano pandemico svizzero 2006, pagina 96 di 251 Attività 9 Realizzazione (termine massimo) Elaborazione di un piano di lavoro per il personale curante delle strutture di coortaggio (orari di lavoro, pause, tempo libero, comportamento al di fuori del F3 lavoro, sostegno psicologico) 3. Pazienti 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 Elaborazione di scenari sul numero di pazienti attesi in funzione del tempo (modello di calcolo fornito dalle autorità sanitarie Elaborazione di un piano di selezione dei pazienti (triage): o fuori dal pronto soccorso (centro di triage antistante) o presso il pronto soccorso Elaborazione di algoritmi di selezione (adulto/bambino) Elaborazione di un sistema di registrazione dei casi durante il triage, delle ammissioni in coortaggio, delle ammissioni presso il reparto cure intense, dei letti disponibili, dei decessi, dei trasferimenti; pianificazione del processo di trasferimento di questi dati alle autorità sanitarie Direttiva per il trattamento (diagnosi, terapia, criterio di revoca delle misure d’isolamento, criterio per la dimissione dall’ospedale) Elaborazione di criteri (medici, etici) d’ammissione/esclusione/ uscita dalle cure intense Elaborazione di un algoritmo per il trattamento dei casi influenzali che si manifestano nei pazienti già ricoverati Elaborazione di un piano per le visite dei familiari (autorizzazione, sicurezza, informazione sotto forma di opuscoli ecc.) Garanzia permanente di un sostegno psicologico e religioso Valutazione della quantità di materiale necessario per i pazienti (mascherine, antivirali, antibiotici, altri medicamenti di uso corrente, disinfettanti, biancheria, ossigeno, materiale monouso) Pianificazione delle procedure di trasferimento/trasporto (interne/esterne) Pianificazione della gestione delle salme Pianificazione del trasporto dei pasti e della gestione delle stoviglie F4 F4 F4 F4 F4 F4 F5 F5 F4 F4 F3 F4 F4 F4 4. Materiale, locali e ambiente Valutazione del fabbisogno di: o materiali diversi (disinfettanti, lenzuola/biancheria, materiale di laboratorio e di radiologia, ecc.) o apparecchi (respiratori, saturimetri) o alimenti e bevande 9 Pianificazione delle procedure di pulizia e disinfezione del materiale e dei locali 9 Elaborazione dei pannelli d’indicazione che saranno utilizzati durante la fase di coortaggio per facilitare la circolazione delle persone all’interno e all’esterno dell’ospedale 9 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch F4 F4 F4 F4 F4 Piano pandemico svizzero 2006, pagina 97 di 251 Osservazioni Fasi 4 e 5 1. Cellula di crisi 9 Adeguamento della struttura e del funzionamento della CC alla nuova situazione (frequenza delle riunioni, ammissione di nuovi membri) 9 Coordinamento dell’implementazione delle misure 9 Comunicazione secondo il piano o Æ direzione dell’ospedale, personale, autorità cantonali 9 Preparazione della logistica per il triage (locali, personale, ecc.) 9 Trasferimento dei dati alle autorità (dichiarazione dei casi, numero di ammissioni, letti disponibili) 2. Personale degli istituti di cura 9 Trattamento di uno o più casi sospetti d’infezione da nuovo sottotipo di virus con trasmissione interumana confermata 9 Implementazione delle misure di prevenzione delle infezioni secondo la pianificazione 9 Acquisto dei farmaci antivirali (secondo il piano dell’UFSP) 9 Distribuzione della profilassi antivirale al personale a contatto con i casi di infezione sospetta o confermata (secondo le liste elaborate nella fase 3) 9 In caso di disponibilità di un vaccino contro il nuovo sottotipo di virus, vaccinazione del personale a contatto con i casi sospetti o confermati (secondo le liste elaborate nella fase 3) 9 Sostegno psicologico 3. Pazienti 9 Introduzione di un processo di selezione dei pazienti, concerne soltanto i casi possibili 9 Introduzione del coortaggio (secondo il piano elaborato nella fase 3) 9 Implementazione della direttiva per il trattamento (diagnosi, terapia, criterio di revoca delle misure d’isolamento, criterio per la dimissione dall’ospedale) 9 Implementazione delle raccomandazioni di prevenzione dell’infezione (mascherina per il paziente ecc.) 9 Partecipazione attiva alla gestione dei contatti in base alle raccomandazioni delle autorità sanitarie 9 Informazioni ai pazienti e alle famiglie 9 Implementazione delle procedure di trasferimento/trasporto (interne/esterne) 9 Implementazione delle procedure di gestione delle salme 4. Materiale, locali e ambiente 9 Controllo permanente degli stock disponibili e accertamento della loro sicurezza 9 Implementazione delle procedure di pulizia e di disinfezione del materiale e dei locali 9 Posizionamento dei pannelli indicativi per facilitare la circolazione delle persone all’intero e all’esterno dell’ospedale (coortaggio) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 98 di 251 Fase 6 1. Cellula di crisi 9 Garanzia di funzionamento della CC in qualsiasi circostanza 9 Accertamento del collegamento tra le autorità cantonali/federali e l’ospedale 9 Mobilitazione di risorse supplementari (assenteismo) 9 Gestione della penuria di mezzi, abbandono provvisorio di determinate attività secondo le liste elaborate nella fase 3 9 Coortaggio e, se necessario, mobilitazione di nuovi locali (cure intense, camere ardenti) 2. Personale degli istituti di cura 9 Implementazione delle misure di prevenzione delle infezioni secondo la pianificazione 9 Esclusione dal lavoro di persone che presentano sintomi influenzali 9 Adeguamento degli orari di lavoro in funzione delle esigenze e dell’organizzazione 9 Creazione di una hotline 9 Distribuzione della profilassi antivirale ai membri del personale di cura secondo le liste elaborate nella fase 3 9 Se il vaccino pandemico è disponibile, vaccinazione del personale secondo le liste delle priorità elaborate nella fase 3 9 Funzionamento della struttura di sostegno psicologico 3. Pazienti 9 Piena operatività (100%) del processo di triage, concerne tutti i pazienti ammessi 9 Implementazione della direttiva per il trattamento (diagnosi, terapia, criterio di revoca delle misure d’isolamento, criterio per la dimissione dall’ospedale) 9 Trasmissione dei dati alle autorità (dichiarazione dei casi, numero di ammissioni) 9 Implementazione dei criteri di ammissione/esclusione/uscita dalle cure intense 9 Implementazione delle raccomandazioni di prevenzione dell’infezione (mascherina per il paziente ecc.) 9 Informazioni ai pazienti e alle famiglie 9 Garanzia permanente di un sostegno psicologico e religioso 9 Implementazione delle procedure di trasferimento/trasporto (interne/esterne) 9 Implementazione del piano di gestione delle salme 4. Materiale, locali e ambiente 9 Controllo permanente degli stock disponibili e accertamento della loro sicurezza 9 Implementazione delle procedure di pulizia e di disinfezione del materiale e dei locali Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 99 di 251 5.2 Misure di profilassi personale Questo capitolo si occupa delle misure di profilassi personale, in particolare l’igiene delle mani e la limitazione volontaria dei contatti sociali che presentano un rischio potenziale di trasmissione del virus. Le raccomandazioni riguardanti l’uso della mascherina di protezione respiratoria e la protezione sul lavoro sono trattate in un capitolo separato (Piano pandemico svizzero 2006, capitolo 5.3 «Mascherine di protezione respiratoria» e capitolo 8 «Pandemia e aziende»). In questo documento viene definita come «caso sospetto d’influenza» qualsiasi persona affetta da un episodio febbrile (≥ 38°C) che insorge nel giro di poche ore, accompagnato da almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, disturbi respiratori, mal di gola. La definizione precisa di caso dovrà tuttavia tener conto delle caratteristiche del nuovo sottotipo di virus influenzale o di virus pandemico (virulenza, epidemiologia ecc.). Obiettivi Anche le misure di profilassi personale possono contribuire, a seconda della fase pandemica in corso, a impedire la trasmissione del nuovo sottotipo di virus influenzale dall’animale all’uomo e/o la sua trasmissione interumana, o perlomeno a ridurre il numero dei casi di trasmissione. A seconda della fase considerata, i gruppi target sono le persone a contatto con animali o persone ammalate o la popolazione in generale. La durata e l’estensione delle misure di profilassi personale dipendono dall’evoluzione delle fasi pandemiche. Ipotesi Le seguenti ipotesi sono estratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale»), nella parte I del Piano pandemico svizzero 2006. Le persone infette possono eliminare e trasmettere per via diretta o indiretta i virus influenzali dal giorno precedente la comparsa dei primi sintomi della malattia fino a 7 giorni dopo (in media per 5-7 giorni). Nei bambini e nelle persone immunodepresse, il periodo di contagio diretto e indiretto può prolungarsi anche fino a 21 giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Una trasmissione diretta si verifica quando le goccioline respiratorie (diametro ≥ 5 μm) emesse da una persona infetta con la tosse o gli starnuti colpiscono direttamente le mucose di una persona sana. Questo tipo di contaminazione presuppone una distanza tra le due persone non superiore al metro. Una trasmissione indiretta avviene invece quando una persona sana tocca oggetti contaminati con secrezioni respiratorie emesse da una persona infetta oppure stringe la mano di una persona infetta, poi si porta le dita alla bocca, al naso o agli occhi. Inoltre, non è esclusa una trasmissione attraverso aerosol (particelle infette in sospensione nell’aria di un diametro < 5 μm). Le misure qui descritte si basano sulle seguenti ipotesi specifiche: Non disponiamo di un vaccino durante la prima ondata pandemica. i I virus influenzali sopravvivono fino a 48 ore su superfici dure e lisce, fino a 12 ore sui tessili e sulla carta e fino a 5 minuti sulle mani. È stato dimostrato che i virus dell’influenza aviaria H5N1 ritrovati negli escrementi di uccelli erano ancora attivi dopo 35 giorni a una temperatura ambiente di 4°C e dopo 6 giorni a una temperatura di 37°C. i Conformemente alla decisione del Consiglio federale del 28 giugno 2006, bisogna disporre di un vaccino prepandemico per l’intera popolazione svizzera al fine di garantire un’immunità parziale contro il virus e migliorare l’efficacia del vaccino pandemico. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 100 di 251 Fase 3 Strategia La popolazione – e in particolare le categorie professionali a rischio – devono essere informate rapidamente e ripetutamente sul comportamento da adottare in presenza o a contatto con animali malati potenzialmente colpiti o deceduti a causa di un’infezione da nuovo sottotipo di virus influenzale (fase 3.2/3.3) e sul modo in cui le persone a stretto contatto con persone infette possono proteggersi da una trasmissione del virus (fase 3.3). Misure − Non toccare gli animali malati o morti (a seconda della situazione, può trattarsi di uccelli selvatici o di determinati animali domestici). Se il contatto con un animale malato o morto è inevitabile, utilizzare i guanti o un sacco di plastica per proteggersi. − Informare il veterinario cantonale della presenza di casi isolati o gruppi di animali ammalati o morti. − In caso di contatto a mani nude con un animale ammalato o morto, non portare assolutamente le mani al naso, alla bocca o agli occhi – né su sé stessi, né su altre persone – prima di averle lavate accuratamente con acqua calda e sapone o disinfettate con un prodotto specifico. − Non toccare gli escrementi (ad es. di uccelli) senza guanti. In caso di contatto, pulirsi con un po’ d’acqua. Dopo un contatto diretto, lavarsi accuratamente le mani con acqua calda e sapone o disinfettarle con un prodotto specifico. Per le persone a stretto contatto con ammalati, vanno applicate le misure di profilassi della fase 4 (vedi di seguito). Fasi 4 e 5 Strategia La popolazione deve essere informata in modo dettagliato sulle situazioni che presentano un rischio di contatto e sulle misure di profilassi personale. Nelle zone nelle quali si registrano casi isolati o focolai d’infezione, la profilassi deve essere diffusa con maggior intensità, accompagnata da altre misure. Misure Per le persone sane: − Evitare qualsiasi contatto stretto con persone con sospetta influenza. Se non è possibile (ad es. in famiglia, nella stessa economia domestica), perlomeno non utilizzare le stesse stoviglie, posate o asciugamani senza lavarli. − Indipendentemente da un’esposizione concreta, ma in particolare quando non è possibile evitare un contatto stretto con casi sospetti d’influenza (ad es. in famiglia, nella stessa economia domestica), disinfettarsi frequentemente e accuratamente le mani con un prodotto specifico (ad es. alcool) o lavarle con acqua calda e sapone. − Pulire accuratamente gli oggetti e le superfici domestiche che potrebbero essere state contaminate attraverso secrezioni respiratorie di persone con sospetta influenza. Utilizzare prodotti di pulizia contenenti alcool, candeggina (ipoclorito di sodio) o altri disinfettanti omologati il cui impiego è compatibile con le superfici da trattare. − Non stringere le mani di altre persone e non portare le mani al naso, alla bocca o agli occhi, né su sé stessi, né su altri. − Evitare, per quanto possibile, grandi assembramenti di persone (p. es. manifestazioni sportive, cinema, ristoranti, trasporti pubblici). − Prestare attenzione ad eventuali sintomi influenzali su sé stessi e sugli altri, ossia febbre ≥ 38°C accompagnata da almeno uno dei sintomi seguenti: tosse, disturbi respiratori, mal di gola; secondo l’epidemiologia, altri sintomi possono essere diarrea, dolori alle articolazioni e dolori muscolari. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 101 di 251 Per le persone con sospetta influenza: − Contattare immediatamente il medico di famiglia o eventualmente chiamare i numeri di telefono (hotline) raccomandati dai servizi sanitari per poter ottenere una diagnosi il più presto possibile. Non recarsi dal medico o all’ospedale senza prima aver esposto la situazione al telefono. − Rimanere in casa almeno 5-7 giorni dopo la comparsa dei sintomi (per i bambini: questo periodo può essere più lungo in funzione dell’epidemiologica del virus) e tenersi a distanza dalle altre persone (p. es. chiedere a un parente o a un vicino di casa in buona salute di fare la spesa). − Per i contatti inevitabili con persone in buona salute (p. es. in famiglia, nella stessa economia domestica): − utilizzare esclusivamente fazzoletti di carta per tossire, starnutire o soffiarsi il naso e gettarli immediatamente dopo l’uso in un secchio della spazzatura chiuso; − lavarsi spesso e accuratamente le mani con acqua calda e sapone oppure disinfettarle con un prodotto specifico, in particolare dopo aver messo la mano o un fazzoletto davanti al viso per tossire, starnutire o soffiarsi il naso. − Evitare di stringere la mano o di toccare il naso, la bocca o gli occhi di altre persone. Fase 6 Strategia Tutte le misure da adottare devono essere diffuse ripetutamente in tutta la Svizzera. Misure Vedi fasi 4 e 5 Inoltre, per tutta la popolazione: − Ridurre al minimo i contatti sociali che presentano un rischio di contagio (colloqui con clienti, visite a parenti o amici ecc.) e in particolare i contatti fisici (strette di mano, abbracci, baci ecc.). − Limitare allo stretto necessario gli acquisti e ridurre il numero delle uscite. − Rimandare qualsiasi viaggio non assolutamente indispensabile in Svizzera o all’estero. Riferimenti bibliografici Bean B, Moore BM, Sterner B, Peterson LR, Gerding DN, Balfour HH Jr. Survival of influenza viruses on environmental surfaces. J Infect Dis 1982; 146 (1); 47-51. WHO. Avian influenza («bird flu») – Fact sheet, 2006; 1-6. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 102 di 251 Misure di profilassi personale Allegato 1: Diffusione delle misure di profilassi Le campagne di informazione locali e regionali devono essere realizzate in accordo con il Medico cantonale competente. Canali Supporti cartacei − Opuscoli a tutti i nuclei familiari, eventualmente in altre lingue tramite la Polizia degli stranieri (UFSP, Cantoni) − Lettera del capo dell’esercito a tutti i soldati e riservisti (CF) − Manifesti in varie lingue negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni, alle fermate degli autobus, negli alberghi, nei trasporti pubblici, nei negozi, nelle farmacie e negli studi medici (UFSP, Cantoni) − Manifesti in lingua straniera nelle ambasciate e nei consolati svizzeri all’estero come pure nei centri culturali, nei luoghi di culto e nei negozi frequentati dagli stranieri (UFSP, Cantoni) Mass media − Inserzioni nei giornali (UFSP) − Informazione attraverso spot radiofonici/televisivi (UFSP) − Appelli radiofonici/televisivi del Consigliere federale responsabile o del Presidente della Confederazione (CF) Internet/SMS − Messaggi via e-mail ai dipendenti (datori di lavoro) e agli studenti (Università, Cantoni) − Domande e risposte sul sito Internet dell’UFSP e ampia diffusione dei link utili (UFSP) − Messaggi SMS agli utenti di cellulari (CF, UFSP) Contatti personali (Cantoni): − − − − Lezioni di sensibilizzazione nelle scuole Istruzioni negli asili nido Conferenze nelle case per anziani Informazione diretta ai senzatetto da parte degli operatori sociali Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 103 di 251 Misure di profilassi personale Allegato 2: Manifesto/Volantino per le fasi 4 e 5 (e 6), progetto INFLUENZA 2 : COME PROTEGGERE SÉ STESSI E GLI ALTRI Persone colpite dall’influenza I sintomi dell’influenza sono: − febbre ≥ 38°C e − tosse o mal di gola o disturbi respiratori. Se avete questi sintomi, rimanete a casa o lasciate il più presto possibile il vostro luogo di lavoro. Contattate il vostro medico o chiamate la hotline della vostra regione. Se tossite, starnutite o dovete soffiarvi il naso, utilizzate esclusivamente fazzoletti di carta. Dopo l’uso, gettateli immediatamente in un secchio della spazzatura chiuso. Non toccate il naso, la bocca né gli occhi di altre persone. Evitate qualsiasi stretta di mano. Lavatevi spesso e accuratamente le mani con acqua calda e sapone oppure disinfettatele con un prodotto specifico, in particolare dopo aver starnutito, tossito o esservi soffiati il naso. Persone sane Evitate il contatto con persone colpite dall’influenza. Se vivete con una persona colpita dall’influenza, non usate le sue stoviglie o posate e i suoi asciugamani. Pulite o disinfettate gli oggetti e le superfici che potrebbero essere contaminati da goccioline respiratorie (tosse), secrezioni nasali o saliva di persone con influenza. Non toccate naso, bocca e occhi, né vostri né di altri. Evitate qualsiasi stretta di mano. Lavatevi spesso e accuratamente le mani con acqua calda e sapone o utilizzate un disinfettante specifico. Evitate gli assembramenti di persone. (Inoltre, fase 6: riducete al minimo i contatti sociali che potrebbero presentare un rischio di contaminazione, e quindi anche i contatti con persone che vi sembrano sane. Limitate allo stretto necessario gli acquisti e riducete il numero di uscite. Rimandate qualsiasi viaggio non assolutamente indispensabile in Svizzera o all’estero.) 2 Dato che i non specialisti tendono a chiamare «influenza» qualsiasi patologia accompagnata da sintomi influenzali, nei messaggi destinati alla popolazione parleremo piuttosto di «persone colpite dall’influenza» o di «persone con influenza», mantenendo comunque sempre una netta distinzione con l’influenza stagionale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 104 di 251 5.3 Mascherine di protezione respiratoria L’efficacia protettiva delle mascherine contro le infezioni in generale non è dimostrata. Non sono infatti ancora disponibili test generalmente accettati eseguiti su germi vivi o morti. Tuttavia, le esperienze raccolte con la SARS fanno supporre che le mascherine di protezione respiratoria possano limitare la trasmissione dei virus. Per stabilire a chi raccomandare l’impiego di mascherine e in quali situazioni, occorre considerare i seguenti fattori determinanti per l'applicabilità di questa soluzione: potenziali vantaggi dal punto di vista epidemiologico; tipo, qualità, disponibilità, costi e distribuzione delle mascherine nonché durata e gravità della pandemia. Non da ultimo, si pone poi la questione dell’impatto psicologico che le mascherine assumono per la popolazione durante la pandemia. Esistono vari modelli di mascherine, che offrono diversi livelli di protezione. Il modo più semplice per proteggersi dai germi presenti nelle goccioline di secrezioni è quello di indossare mascherine chirurgiche, che possono ridurre la diffusione dei germi per via aerea. Il tipo di mascherina raccomandato è quello che può essere fissato al capo mediante un elastico, che garantisce facilità d’impiego e una buona stabilità. In particolare, si raccomanda di indossare esclusivamente mascherine chirurgiche (o con elastico) del tipo II o possibilmente del tipo II R (dove R indica una maggiore resistenza alla permeazione), che corrispondono allo standard europeo prEN14683. I requisiti fissati per questo tipo di mascherine sono un’efficienza di filtrazione batterica (Bacterial Filtration Efficiency – BFE) uguale o superiore al 98 per cento, una differenza di pressione inferiore a 5,0 mm acqua/cm2 e una resistenza a spruzzi con pressione uguale o superiore a 120 mm di Hg (in queste mascherine, la perdita totale di tenuta corrisponde di norma a quella delle mascherine FFP1). Dopo 2-3 ore, le mascherine chirurgiche si inumidiscono, perdendo in tal modo la loro efficacia. Secondo la norma europea EN149, le mascherine che garantiscono una maggiore protezione sono quelle appartenenti ai livelli FFP1, FFP2 e FFP3 (filtering face piece; negli USA, filtri N-95 e N-99). Tale classificazione dei filtri si basa sull’efficacia protettiva contro particelle di diverse dimensioni (al massimo 0,6 μm). Nelle mascherine FFP2, l’efficacia minima è pari al 95 per cento, mentre in quelle FFP3 al 99 per cento. L’effetto filtrante è dato da fibre con carica elettrostatica, la cui efficacia diminuisce con l’usura e in caso di umidità dell’aria superiore all’80 per cento. Le mascherine FFP si inumidiscono dopo circa 8 ore. Le mascherine FFP2 vengono impiegate tra l’altro per la prevenzione del contagio da tubercolosi. Durante l’epidemia di SARS sono stati inoltre riscontrati indizi di una possibile utilità delle mascherine FFP e delle mascherine chirurgiche. Ulteriori informazioni sui tipi di mascherine sono consultabili al capitolo 8 («Pandemia e aziende») della parte III del Piano pandemico svizzero 2006. Ipotesi Le ipotesi riportate qui di seguito sono tratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006. Il virus influenzale si trasmette in prevalenza attraverso le goccioline di secrezioni delle vie aeree. Il virus può inoltre essere trasmesso in caso di contatto mano-viso (infezione da contatto), qualora si tocchi una persona o una superficie contaminate da goccioline infette. La trasmissione attraverso l'aria non è invece stata dimostrata. Tuttavia, poiché finora non si conoscono né il potenziale virus pandemico né la sua modalità di trasmissione, questo tipo di propagazione (sotto forma di aerosol) non può essere escluso. A tale proposito ricordiamo che le presenti raccomandazioni si basano soltanto sui risultati provvisori attualmente disponibili. Affinché questi dati possano acquisire un fondamento scientifico, sono necessarie ulteriori ricerche. Nel limite del possibile le raccomandazioni dell’UFSP vengono di volta in volta adeguate alle più recenti conoscenze sulla modalità di diffusione del virus. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 105 di 251 Secondo l’OMS, l’impiego in luoghi pubblici di mascherine per proteggersi da un’infezione, e quindi prevenire la diffusione della pandemia, è inefficace. Tuttavia, lascia ai singoli Paesi la facoltà di decidere altrimenti. L’UFSP raccomanda di indossare mascherine in determinate situazioni come provvedimento supplementare di sanità pubblica. Obiettivi L’obiettivo è quello di ridurre i rischi di trasmissione. Le mascherine, indossate dalle persone ammalate e da quelle che sono in contatto con queste ultime, servono infatti sia a ridurre la concentrazione del virus nell’aria ambiente che a prevenire il contagio. Panoramica delle raccomandazioni Poiché per i diversi gruppi di persone (personale sanitario, popolazione sana ecc.) esiste un diverso rischio di contagio nelle singole fasi della pandemia, l’UFSP ha elaborato raccomandazioni differenziate per quanto riguarda l’impiego di mascherine. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 106 di 251 La seguente tabella fornisce una panoramica delle raccomandazioni, i cui dettagli sono riportati più in basso. Gruppo di persone Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6 Personale sanitario FFP2/3 FFP2/3 mascherina chir.* mascherina chir.* Persone ammalate FFP2 FFP2 mascherina chir. mascherina chir. Persona a contatto con la persona malata (domicilio) # # mascherina chir. mascherina chir. Popolazione sana - - - mascherina chir. * FFP2/3 durante i lavori in cui vengono generati aerosol # Poiché in questa fase le persone malate sono ricoverate all’ospedale, non si raccomanda alla persona a contatto con la persona malata l’uso della mascherina. Fase 3 Strategia La strategia prevede la protezione delle persone entrate in contatto con animali ammalati da un’eventuale trasmissione del virus per via aerea, la protezione del personale sanitario e delle persone che hanno avuto contatti con ammalati da una possibile trasmissione del virus nonché la protezione delle persone che hanno contratto il nuovo sottotipo di virus influenzale da una co-infezione da influenza stagionale. Raccomandazione La raccomandazione di indossare mascherine non è rivolta alla popolazione sana che non ha contatti con animali ammalati. In presenza di un animale ammalato, si raccomanda alle persone esposte (personale curante e allevatori) di indossare una mascherina FFP3 1 . Alle persone che hanno contratto un sottotipo di virus influenzale animale (ad es. H5N1), si raccomanda di indossare una maschera FFP2 senza valvola, qualora il loro stato di salute lo permetta. In caso di disturbi respiratori, dovrebbe essere utilizzata una mascherina chirurgica. Per il personale sanitario e per le persone entrate in contatto con il paziente è invece raccomandato l’impiego di una mascherina FFP2/3. 1 Per le raccomandazioni dettagliate si rimanda al capitolo 8 «Pandemia e aziende» allegato 2 parte III del Piano pandemico svizzero 2006. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 107 di 251 Fasi 4 e 5 Strategia La strategia prevede la protezione del personale sanitario e delle persone entrate in contatto con i pazienti da un’eventuale trasmissione del virus. Raccomandazione La raccomandazione di indossare mascherine non è rivolta alla popolazione sana. Nella fase 4 si raccomanda alle persone che hanno contratto il nuovo sottotipo di virus influenzale di portare una mascherina del tipo FFP2 senza valvola nella misura in cui le condizioni del paziente lo permettono. In caso di disturbi respiratori si raccomanda l’uso di mascherine chirurgiche. A partire dalla fase 5 si raccomanda alle persone malate di indossare una mascherina chirurgica. Se usate correttamente, le mascherine chirurgiche sono sufficienti per evitare che, attraverso goccioline infette, il virus si trasmetta al personale sanitario e alle persone entrate in contatto con i pazienti. Oltre alla profilassi antivirale (se necessaria), alle persone che hanno contatti con un paziente (personale sanitario, familiari) si raccomanda l’impiego di una mascherina FFP2/3. Questo è infatti il modo più efficace per contenere i focolai di infezione. Tuttavia, quando l’epidemia si diffonde sul territorio svizzero (fase 5) ed è ormai impossibile contenerla, questa misura (mascherine FFP2/3) non è più adatta (secondo le conoscenze aggiornate sul tipo di agente patogeno, come ad esempio contagiosità e infettività, sulla prevalenza della malattia, sulla morbilità e sulla mortalità delle persone infette nonché sulla disponibilità delle mascherine, cfr. fase 6). Fase 6 Oltre all'incerta efficacia delle mascherine, in caso di pandemia si pone anche il problema della loro fornitura a tutta la popolazione (fabbricanti e grandi distributori). In Svizzera, le mascherine chirurgiche e quelle di tipo FFP sono distribuite soltanto da poche ditte. Per poter coprire l’intero fabbisogno nel caso di una pandemia locale della durata di circa 6 settimane, sarebbero necessari 300 milioni di mascherine (al massimo), una quantità superiore alle capacità disponibili (2005). La possibilità di costituire delle riserve è limitata, in quanto le mascherine FFP possono essere conservate soltanto per tre anni (cfr. sopra). Questa limitazione non riguarda tuttavia le mascherine chirurgiche. La Confederazione sta valutando le varianti per predisporre e garantire una riserva d’emergenza di circa 20 milioni di mascherine chirurgiche, da impiegare in caso di grave carenza. Strategia La popolazione sana deve procurarsi autonomamente le mascherine chirurgiche. I datori di lavoro devono invece fornire le mascherine chirurgiche ai loro dipendenti. Anche le persone ammalate e quelle che sono in contatto con queste ultime devono procurarsi autonomamente le mascherine chirurgiche. Le mascherine chirurgiche e FFP2/3 per il personale sanitario devono invece essere fornite dai Cantoni. Raccomandazione Per la popolazione sana Poiché nel caso di una pandemia influenzale il rischio di contagio non è lo stesso ovunque, la raccomandazione di indossare mascherine chirurgiche non ha validità generale. Infatti, neanche una mascherina adeguata può escludere completamente il pericolo di infezione virale. In particolare, l’agente patogeno potrebbe essere trasmesso attraverso gli occhi e le mucose in seguito al contatto con le mani. Un’utilizzazione inappropriata delle mascherine, ad esempio a causa di istruzioni Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 108 di 251 insufficienti, rende questa eventualità ancora più probabile. Le maschere vanno inoltre cambiate con frequenza, perché possono inumidirsi e quindi perdere la loro efficacia (cfr. sopra). È poi indispensabile un adattamento ottimale della mascherina al viso, che può ad esempio risultare compromesso in presenza di barba. Agli uomini si raccomanda pertanto di radersi prima di indossare una mascherina. L’adattamento al viso è particolarmente difficile nei bambini, in quanto le mascherine erano state originariamente concepite per gli adulti. L’impiego di una mascherina chirurgica è tuttavia da considerare opportuno qualora un’esposizione in particolari luoghi pubblici non possa essere evitata (manifestazioni di massa, mezzi pubblici ecc.). Nei luoghi di lavoro e per determinati gruppi professionali esposti, si raccomanda inoltre ai datori di lavoro di mettere a disposizione le necessarie mascherine chirurgiche (cfr. anche cap. 8 “Pandemia e aziende”). Le mascherine chirurgiche non sono fornite gratuitamente alla popolazione sana e devono essere acquistate autonomamente dai singoli. Secondo le raccomandazioni dell’autorità sanitaria, i punti vendita designati sono le farmacie e i supermercati. Le persone con redditi bassi potrebbero ottenere le mascherine presso i Comuni e i servizi sociali. Per le persone ammalate Per evitare il contagio di altre persone attraverso la trasmissione di goccioline in caso di contatto diretto, si raccomanda alle persone ammalate di indossare mascherine chirurgiche durante l’intero periodo di contagiosità. Una mascherina chirurgica dovrebbe essere indossata anche da chi ha contatti con l’ammalato e dai familiari che lo assistono. Andrebbe inoltre evitato ogni contatto tra il paziente e altre persone. Anche i bambini ammalati, tranne quelli più piccoli e i neonati, devono indossare una mascherina chirurgica. Secondo le stime, per ogni paziente e per ogni persona che ha contatti con quest’ultimo sono necessarie 2 mascherine chirurgiche al giorno. Se si considera che la somministrazione di Tamiflu® può ridurre la durata media del periodo di contagiosità e se si presuppone una durata di 5 giorni, risulta un fabbisogno di 20 mascherine chirurgiche per ogni coppia paziente/contatto. Per il personale sanitario Al personale sanitario si raccomanda di indossare una mascherina chirurgica a ogni contatto con il paziente (in ambulatorio o entrando nella stanza in cui si trova l’ammalato). In caso di interventi particolari sul paziente o di lavori ad alto rischio – come ad esempio broncoscopie, intubazioni endotracheali, aspirazioni o terapie di nebulizzazione - possono formarsi aerosol contenenti virus. In questi casi è raccomandato l’impiego di mascherine di tipo FFP2/3. Gli ospedali devono istruire in modo adeguato il proprio personale sull’utilizzazione corretta delle mascherine FFP e verificarne l’adattamento al viso mediante un fit check 2 . A tutte le persone che hanno contatti ravvicinati con il paziente (fino a 1 m di distanza) si raccomanda inoltre di indossare occhiali protettivi. Spetta ai singoli Cantoni decidere in merito alla quantità di mascherine necessaria e alla loro distribuzione a ospedali, medici e personale infermieristico ambulatoriale. 2 Il “fit check” serve a verificare se, mentre si indossa la mascherina, è possibile avvertire il sapore di una sostanza test, come ad esempio il Bitrex o la saccarina. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 109 di 251 Riferimenti bibliografici Deutsches Institut für Normung e.V., Berlin, “Operationsmasken – Anforderungen und Prüfverfahren”, Deutsche Fassung prEN 14683. 2003; 1-15. Lange JH. Use of disposable face masks for public health protection against SARS. J Epidemiol Comm Health 2004; 85: 434. UFV. Empfehlungen zum Schutz des zur Bekämpfung der klassischen Geflügelpest eingesetzten Personals. 2005. U.S. Department of Health and Human Services. HHS Pandemic Influenza Plan. 2005; 233. World Health Organization. WHO global influenza preparedness plan. 2005; 42f. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 110 di 251 5.4 Social distancing Partendo dal principio che il virus influenzale si trasmette attraverso il contatto tra persone, le misure di prevenzione devono concentrarsi sulla riduzione dei contatti ravvicinati. Tali misure, volte a tutelare la salute pubblica, si applicano a due livelli: individuale e collettivo. I provvedimenti adottati sul piano collettivo, detti anche «social distancing» (distanziamento sociale), concernono soprattutto le manifestazioni e gli eventi di massa e le scuole, questo perché l’assembramento di persone favorisce la diffusione dell’influenza. Le limitazioni e i divieti sono volti a ridurre il carico di malattia («burden of disease»), ossia a rallentare la diffusione dell’infezione e a contenere l’ondata di pandemia (ridurre la morbidità, la mortalità e le ripercussioni sul sistema sanitario; guadagnare tempo in vista della messa a punto di un vaccino). Definizioni: Per «manifestazione» si intende qualsiasi riunione organizzata, pubblica o privata, alla quale partecipano più di 50 persone che di solito non convivono, non lavorano e non studiano insieme. Non sono considerati manifestazioni gli assembramenti legati in particolare al trasporto di persone, agli acquisti (ad eccezione di fiere, esposizioni o saloni occasionali), all’assistenza sanitaria, all’esercizio dei diritti politici e all’esercito. Per «scuola» si intende ogni istituzione pubblica o privata che si assume regolarmente la custodia, l’educazione o la formazione di bambini, giovani o adulti (asili nido, scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie, licei, scuole professionali, scuole universitarie e università). Le riunioni e i corsi brevi e saltuari a carattere scientifico (simposi, congressi, conferenze) sono considerati manifestazioni. L’ipotesi secondo cui le misure di social distancing permettono di rallentare la diffusione della pandemia influenzale non è suffragata da prove scientifiche e le conoscenze finora acquisite sono difficilmente applicabili a un’eventuale pandemia futura. Durante le tre pandemie del XX secolo i tentativi intrapresi per arginare la diffusione dell’influenza hanno avuto scarso successo: non appena si verifica il contagio effettivo e prolungato da uomo a uomo, è praticamente impossibile arginare l’infezione. Sembrano invece produrre buoni risultati le misure non mediche, attuate tempestivamente e combinate con altri provvedimenti. La finestra temporale per evitare una pandemia o rallentarne sensibilmente la diffusione si estende dalla fase 4 alla fase 5, mentre nella fase 6 i provvedimenti di social distancing servono piuttosto a limitare i danni (riduzione della portata della pandemia) che non a prevenire la diffusione dell’infezione a nuovi gruppi o nuove aree. Considerato che, per il loro comportamento e per fattori biologici, i bambini sono particolarmente esposti in caso di epidemia o pandemia e molto spesso sono vettori del virus influenzale, le scuole rivestono un ruolo determinante, come osservato negli Stati Uniti nel 1918 e nel 1957. La stessa osservazione è stata fatta anche in Gran Bretagna nel 1957 – ma non durante la pandemia del 1968. In una scuola, per quanto forte essa possa essere colpita, l’ondata pandemica può avere una durata relativamente breve (quattro settimane). Durante una pandemia la fascia d’età più colpita può variare da un’ondata all’altra o addirittura nel corso di una stessa ondata, come si è osservato per le epidemie di influenza stagionale che hanno interessato dapprima i bambini in età scolastica, poi quelli in età prescolastica e, infine, gli adulti. L’esperienza mostra che l’apertura o la chiusura delle scuole per le vacanze si ripercuote sul modo in cui l’influenza si trasmette durante una pandemia. Stando a singoli rapporti, la chiusura delle scuole consentirebbe di arginare l’insorgenza dell’influenza pandemica e stagionale. Secondo modelli matematici, questa misura può ridurre il carico di malattia globale, sopprattutto se coincide con l’insorgenza dell’infezione. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 111 di 251 L’efficacia dei provvedimenti di social distancing dipende da diversi fattori: il tipo di misure, la loro tempestività, le conseguenze, l’accettazione da parte della popolazione, la capacità di adeguarsi alle caratteristiche del nuovo sottotipo virale o del virus pandemico e le esperienze precedenti. Affinché possa produrre un effetto sinergico, il social distancing dovrebbe entrare in linea di conto solo se accompagnato da misure di contenimento. I provvedimenti raccomandati qui di seguito si fondano essenzialmente sulla legge sulle epidemie (LEp; RS 818.101), che all’art. 7 attribuisce alla Confederazione la competenza di adottare i provvedimenti necessari per prevenire l’introduzione dall’estero di malattie trasmissibili e di incaricare i Cantoni dell’esecuzione di singoli provvedimenti. A tenore dell’art. 21, i Cantoni possono inoltre ordinare provvedimenti al fine di prevenire la propagazione di malattie trasmissibili, segnatamente vietare o limitare assembramenti e riunioni e chiudere scuole. Obiettivi Prevenire l’introduzione di un nuovo sottotipo di virus influenzale o di un virus pandemico. Prevenirne o rallentarne la diffusione tra la popolazione. Ipotesi Le ipotesi seguenti sono tratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006: − Se un’ondata pandemica raggiunge la Svizzera, si calcola che saranno necessarie da 2 a 3 settimane finché il virus si sarà diffuso in tutto il Paese. − L’infezione si trasmette da uomo a uomo (distanza < 1 metro), perlopiù attraverso le vie aeree (goccioline o droplets di secrezioni delle vie respiratorie). Gli ambienti confinati e mal ventilati facilitano la trasmissione del virus. − Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla fra 1 e 4 giorni (in media 2 giorni). − Le persone infette risultano di regola contagiose da 1 giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 7 giorni dopo (in media per 5-7 giorni); nei bambini e nelle persone immunodepresse la fase contagiosa dura più a lungo (fino a 21 giorni). − Tra il virus all’origine dell’influenza stagionale e un virus pandemico vi sono probabilmente grosse differenze a livello di propagazione, distribuzione secondo le classi di età e gravità della malattia. Tali differenze possono essere osservate solo al momento della trasmissione interumana. Per il presente documento si è partiti dal presupposto che l’incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco o attack rate) nei bambini in età scolastica fosse del 40-50%, quindi maggiore che negli adulti (25%). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 112 di 251 Le misure descritte qui appresso si fondano sulle ipotesi seguenti: − Non verrà mai chiusa una frontiera internazionale. − Durante il periodo di allerta interpandemico (fase 4 o 5) è possibile fermare l’evoluzione della situazione ed evitare il passaggio alla fase pandemica. Una volta raggiunto lo stadio di pandemia, non è più possibile evitare la diffusione dell’infezione in Svizzera. − Durante la prima ondata non è disponibile un vaccino i in Svizzera. − I servizi essenziali di pubblica utilità rimangono in funzione a prescindere dalla portata della pandemia. Fase 3 Problematica Evitare l’introduzione di un nuovo sottotipo di virus influenzale animale tra le popolazioni animali svizzere; evitare l’esposizione della popolazione a un nuovo sottotipo di virus influenzale animale. Strategia Vietare il commercio di animali, in particolare di uccelli, o di determinati prodotti di origine animale. Misure Applicare il regolamento emanato dall’Ufficio federale di veterinaria alle esposizioni, alle fiere e ai concorsi con animali. Fase 4.1/ 5.1 Problematica La possibilità crescente di una trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale e la comparsa di diversi focolai (al di fuori dell’Europa) incrementano il rischio di introduzione di questo nuovo sottotipo. Strategia Evitare l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale attraverso gli animali e l’uomo; utilizzare le esperienze di contenimento maturate nei paesi contagiati per ottimizzare i provvedimenti previsti in Svizzera. Misure Come per la fase 3 e inoltre: vietare a persone provenienti da una regione o da un paese colpito dal nuovo sottotipo di virus influenzale (secondo l’elenco OMS) di partecipare a manifestazioni in Svizzera in veste di organizzatori, espositori, visitatori o altro. La partecipazione è tuttavia consentita ai cittadini che hanno lasciato il paese interessato 48 ore prima che fosse inserito nell’elenco dell’OMS. i Conformemente alla decisione del Consiglio federale del 28 giugno 2006, bisogna disporre di un vaccino prepandemico per l’intera popolazione svizzera al fine di garantire un’immunità parziale contro il virus e migliorare l’efficacia del vaccino pandemico. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 113 di 251 Fase 4.2/ 5.2 Problematica Come per il punto 4.1, ma ulteriore aumento del rischio di introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale. Strategia Come per la fase 4.1. Misure Come per la fase 4.1 e inoltre: − invitare gli organizzatori a rinunciare spontaneamente allo svolgimento di manifestazioni internazionali; − vincolare l’organizzazione e/o lo svolgimento di manifestazioni all’obbligo di un’autorizzazione emessa dalle autorità sanitarie del Cantone interessato (cfr. criteri di valutazione, allegato 1, e modulo di richiesta, allegato 2). La Confederazione (UFSP) fissa l’entrata in vigore di questa misura e provvede a informare esaurientemente la popolazione e gli organizzatori potenziali. I Cantoni divulgano queste informazioni e organizzano la procedura di autorizzazione; − le autorità sanitarie dei Cantoni indirettamente toccati da una manifestazione (transito o alto numero di partecipanti) devono essere informate dalle autorità sanitarie del Cantone che esamina la domanda. Se una manifestazione si svolge in diversi Cantoni, va inoltrata un’unica domanda alle autorità federali che decidono d’intesa con i Cantoni interessati. Le autorizzazioni per le manifestazioni a carattere internazionale – che si rivolgono anche a partecipanti e/o a un pubblico internazionale – possono essere rilasciate o respinte solo previa intesa con l’UFSP; − in virtù degli stessi criteri di valutazione applicati per le altre manifestazioni, le autorità sanitarie cantonali autorizzano o vietano globalmente le consuete funzioni religiose (inclusi matrimoni e funerali) nell’intero Cantone o in parte di esso per un determinato periodo (prorogabile); − a seconda della situazione epidemiologica, del carico di lavoro che grava sull’amministrazione pubblica e del clima di paura e insicurezza, le autorità cantonali possono disporre a titolo precauzionale un divieto generale di manifestazione sul loro territorio, prevedendo eventualmente disposizioni derogatorie. Tale provvedimento andrebbe deciso d’intesa con le autorità federali o stabilito da queste ultime a livello nazionale; − i Cantoni si riservano il diritto di revocare in qualsiasi momento l’autorizzazione rilasciata o, in casi estremi, di annullare la manifestazione. Gli organizzatori si assumono il rischio – segnatamente commerciale – legato all’organizzazione e all’eventuale annullamento di una manifestazione; − gli organizzatori sono tenuti a verificare con le autorità sanitarie cantonali i provvedimenti di protezione contro le infezioni da applicare se la manifestazione è autorizzata. − le autorità cantonali controllano l’osservanza della procedura di autorizzazione e il rispetto delle loro decisioni. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 114 di 251 Fase 4.3/ 5.3 Problematica Vengono segnalati in Svizzera i primi focolai del nuovo sottotipo di virus influenzale nell’uomo: si tratta di un sottotipo virale trasmissibile da uomo a uomo che si manifesta per la prima volta a livello mondiale, oppure di un sottotipo importato da una o più persone che lo hanno contratto all’estero. È necessario adottare molta rapidamente misure rigorose per contenere i primi focolai. Strategia Produrre il massimo sforzo al fine di contenere il nuovo sottotipo di virus influenzale ai focolai iniziali o di rallentarne la diffusione e guadagnare tempo per predisporre misure di lotta, limitando o vietando a persone ammalate o potenzialmente contagiate l’accesso a manifestazioni e scuole. Misure Manifestazioni Come per la fase 4.1/5.1 e inoltre: − le autorità sanitarie dei Cantoni contagiati fissano un divieto generale di manifestazione; − le autorità sanitarie dei Cantoni non contagiati assoggettano l’organizzazione di qualsiasi manifestazione all’obbligo di autorizzazione (cfr. criteri di valutazione, allegato 1). Chiedono agli organizzatori di rinunciare spontaneamente a qualsiasi manifestazione, al fine di evitare rischi sanitari e un carico eccessivo per le autorità sanitarie cantonali (vedi anche fasi da 4 a 5.2, autorizzazione). Se una manifestazione ha comunque luogo, occorre − raccomandare alle persone che vivono in una regione contagiata di non partecipare a manifestazioni in regioni non contagiate; − consigliare alle persone che presentano una sindrome influenzale e alle persone a loro vicine di non partecipare a manifestazioni; − invitare gli organizzatori a valutare a priori, con le autorità sanitarie cantonali, le misure di protezione contro le infezioni da applicare durante la manifestazione; − invitare i partecipanti a rispettare le raccomandazioni per la profilassi individuale. Scuole Le autorità cantonali chiudono le scuole non appena nel Cantone si manifestano i primi focolai del nuovo sottotipo di virus influenzale. In ogni caso, vanno chiusi anche gli asili nido, le scuole dell’infanzia e le scuole elementari. La chiusura delle scuole secondarie e professionali, dei licei, delle scuole universitarie e delle università dipende dall’epidemiologia dell’influenza in quel preciso momento. Le autorità dei Cantoni non contagiati valutano l’eventualità di una chiusura precauzionale delle scuole se in uno o più Cantoni limitrofi (o nella fascia di confine) si sono registrati casi di contagio (cfr. criteri di valutazione, allegato 1). Una volta decisa, la chiusura delle scuole si protrae fino al termine dell’ondata pandemica nel Cantone interessato (probabilmente circa 4 settimane), a meno che allievi e insegnanti non siano stati vaccinati nel frattempo. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 115 di 251 La procedura per le scuole internazionali, che sovente dispongono di un internato, va disciplinata caso per caso. Si potrebbe ad esempio vietare l’insegnamento come nelle altre scuole, lasciando tuttavia aperto l’internato. Un’altra possibilità potrebbe essere di rifiutare l’iscrizione di allievi provenienti da una regione contagiata (cfr. elenco OMS dei paesi contagiati) o di vietare il rientro dopo le vacanze trascorse in una regione contagiata. − − − − Misure a carattere generale Controllare la presentazione delle domande per l’autorizzazione di manifestazioni e verificare che vengano osservati il divieto di manifestazione e l’obbligo di chiusura delle scuole. Nei Cantoni in cui le scuole sono state chiuse vanno sconsigliate le attività di gruppo extrascolastiche e l’organizzazione da parte di genitori o aziende di un servizio di custodia collettiva dei bambini. Valutare come la popolazione accetta le prime misure di contenimento adottate in Svizzera e all’estero; verificare l’efficacia di tali misure in vista di un adeguamento delle raccomandazioni. Trasmettere rapidamente questi risultati all’UFSP, che a sua volta li trasmette alla comunità internazionale e all’OMS allo scopo di aggiornare le politiche nazionali e internazionali. Tenere conto dei nuovi consigli forniti dall’OMS. Fase 6 Problematica Il virus pandemico si trasmette in tutta la popolazione. In questo stadio si tratta di ridurre al minimo gli effetti della pandemia, ossia di fare in modo che essa venga rallentata e colpisca il minor numero possibile di persone. Strategia Come per la fase 4.3, ma con l’obiettivo di minimizzare i danni causati dalla pandemia anziché prevenirli. Ridurre la densità di incidenza (incidenza giornaliera) e l’incidenza cumulativa (per l’intera ondata pandemica). Stendere un verbale sulle esperienze raccolte per una futura ondata o per una futura pandemia. Misure Come per la fase 4.3/5.3 e inoltre: − Rivalutare costantemente le misure da adottare in caso di pandemia a seconda della situazione, in particolare quella epidemiologica, e delle prime valutazioni sull’efficacia delle misure di contenimento già applicate. − Non appena l’ondata pandemica è passata o gli allievi e gli insegnanti del Cantone sono stati vaccinati, le autorità sanitarie cantonali decretano d’intesa con l’UFSP la fine dell’ondata pandemica/della pandemia, abrogano le restrizioni cantonali alle manifestazioni e riaprono le scuole. − Verificare l’efficacia dei provvedimenti. − Attualizzare le raccomandazioni. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 116 di 251 Riferimenti bibliografici Ferguson NM, Cummings DA, Cauchemez S, Fraser C, Riley S, Meeyai A, Iamsirithaworn S, Burke DS. Strategies for containing an emerging influenza pandemic in Southeast Asia. Nature 2005; 437: 209-14. Frost WH. 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Statistical procedures for estimating the community probability of illness in family studies: rhinovirus and influenza. Int J Epidemiol 1984; 13: 99-106. Longini IM Jr., Nizam A, Xu S, Ungchusak K, Hanshaoworakul W, Cummings DA, Halloran ME. Containing pandemic influenza at the source. Science 2005; 309: 1083-7. National Health Service. Pandemic flu: UK influenza pandemic contingency plan. October 2005. 177 p. Semple AB, Davies JB, Disley PJ. Influenza in Liverpool. Lancet 1958; 1: 95-7. United States, Department of Health and Human Services. Pandemic influenza plan. November 2005. 396 p. Viboud C, Boelle PY, Cauchemez S, Lavenu A, Valleron AJ, Flahault A, Carrat F. Risk factors of influenza transmission in households. Br J Gen Pract 2004; 54: 684-9. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 117 di 251 Social distancing Allegato 1: criteri di valutazione per l’autorizzazione di manifestazioni e la chiusura delle scuole La decisione di autorizzare o vietare lo svolgimento di manifestazioni e di chiudere le scuole si fonda su una valutazione dei rischi nella situazione concreta. Occorre tenere conto in particolare dei criteri seguenti: Contesto epidemiologico nazionale e internazionale localizzazione, estensione e sviluppo dei focolai infettività/contagiosità, virulenza e letalità, modalità di trasmissione più importante fasce d’età/gruppi di popolazione particolarmente colpiti disponibilità in Svizzera di un vaccino prepandemico/pandemico e copertura vaccinale della popolazione (se non omogenea: per regione e gruppo target, in particolare ragazzi in età scolastica) − efficienza dei primi provvedimenti nazionali e internazionali − − − − Caratteristiche della manifestazione − − − − provenienza dei partecipanti numero di partecipanti durata della manifestazione tipologia degli ambienti (al chiuso/all’aperto) Caratteristiche della scuola e/o degli alunni − appartenenza degli allievi (o, a seconda dell’età, di una parte di essi) ai gruppi particolarmente esposti − bacino d’utenza della scuola − presenza di una mensa o di un internato con dormitori Eventuali altri misure come ad esempio l’uso di mascherine di protezione, il controllo della temperatura corporea o il ricorso alla profilassi antivirale non devono influenzare la decisione di autorizzare o vietare manifestazioni e di chiudere le scuole, dato che la loro efficacia per l’intera popolazione non è sufficientemente avvalorata da dati scientifici. Irrilevanti ai fini della decisione di chiudere le scuole sono inoltre il numero e la densità degli allievi per classe, i rilevamenti della temperatura e dell’umidità dell’aria come pure la ventilazione delle aule. Questi fattori sono difficilmente controllabili e rivestono probabilmente solo un’importanza secondaria. Oltre che della valutazione dei rischi per la salute pubblica, l’esame della domanda di autorizzazione deve tenere conto anche delle conseguenze sociali ed economiche del divieto di manifestazione. Ciò vale anche per la chiusura delle scuole che potrebbe comportare un aumento dell’assenteismo dei genitori, costretti a restare a casa per badare ai figli. Questa situazione potrebbe a sua volta ripercuotersi sulla prestazione di servizi essenziali, tra cui l’assistenza alle persone malate. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 118 di 251 Social distancing Allegato 2: modulo di richiesta per l’autorizzazione di manifestazioni in caso di pandemia o rischio di pandemia Vista l’attuale situazione di pandemia influenzale o di rischio pandemico, lo svolgimento di qualsiasi manifestazione è soggetto ad autorizzazione obbligatoria, che può essere richiesta con il presente modulo all’ufficio di sanità del Cantone interessato (luogo della manifestazione). Va rilevato che nei Cantoni in cui sono già stati rilevati focolai del virus (pre)pandemico vige il divieto generale di manifestazione. Per «manifestazione» si intende qualsiasi riunione organizzata, pubblica o privata, alla quale partecipano più di 50 persone. Fanno eccezione gli assembramenti legati alle consuete funzioni religiose, i raduni abituali nell’ambito dell’attività lavorativa, della formazione scolastica e universitaria di lunga durata, del trasporto di persone, degli acquisti (ad eccezione di fiere ecc.), della sanità, dell’esercizio di diritti politici, della diplomazia e dell’esercito. Descrizione e tipo della manifestazione _______________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ Data della manifestazione Inizio ___/___/20___ ore _____ Fine ___/___/20___ ore _____ Organizzatori Nome (comitato, associazione, società, club) _______________________________________________ Indirizzo completo _______________________________________________ Persona di contatto: Cognome, nome _______________________________________________ Indirizzo completo _______________________________________________ Telefono/cellulare Fax _______________________________________________ Email _______________________________________________ Luogo della manifestazione (indirizzo esatto, nel caso di manifestazioni itineranti indicare tutte le località/il percorso) ______________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ Numero di partecipanti attesi (sia «attivi» come espositori e sportivi sia «passivi» come visitatori e spettatori) Ubicazione La manifestazione si svolge: che all’aperto □ al chiuso (incl. capannoni) □ all’aperto □ sia al chiuso Provenienza dei partecipanti in % (stima) («attivi» e «passivi») 1. Regione ______ % 2. Cantone ______ % 3. Altri Cantoni ______ % 4. Altri Stati europei % 5. Asia ______ % 6. Altri continenti ______ % Osservazioni ________________________________________________________________________________ Luogo e data _______________________________ Firma __________________________________ Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 119 di 251 5.5 Gestione di casi sospetti In base agli sviluppi della situazione in Svizzera, il presente capitolo verrà adeguato alle caratteristiche del sottotipo prevalente del virus influenzale. 5.5.1 Gestione di casi sospetti nella fase 3 Lo schema di flusso qui riportato e i relativi allegati servono a facilitare la procedura da seguire all’interno e all’esterno degli ospedali in caso di sospetto di influenza aviaria (influenza A H5N1) nell’uomo. Le raccomandazioni sono state leggermente rielaborate rispetto alla precedente versione dell’ottobre 2005. In particolare, i criteri per la determinazione di casi sospetti (allegato 1) sono stati adeguati alla situazione attuale in Svizzera. Per il momento, il virus influenzale A H5N1 colpisce gli uccelli e il rischio per l’uomo è minimo. A livello mondiale, finora non è stata dimostrata alcuna trasmissione da uccelli selvatici a esseri umani. Pertanto, il rischio continua a essere limitato a quei Paesi in cui il virus è molto diffuso tra il pollame. La possibilità di singoli casi di infezione nell’uomo non può tuttavia essere del tutto esclusa neanche in Svizzera. Per tale motivo, occorre tenere conto dei seguenti criteri per la determinazione di casi sospetti di influenza aviaria, che altrimenti potrebbe essere scambiata per influenza stagionale o per un altro tipo di infezione. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 120 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 3 Allegato 1: Criteri per la determinazione di casi sospetti di influenza aviaria A H5N1 [assistenza medica di base] 1. Persone entrate in contatto con animali in Svizzera e nei Paesi limitrofi Sintomi clinici Sintomi influenzali con febbre ≥ 38°C e almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, disturbi respiratori, mal di gola, diarrea E Anamnesi in vista di una possibile esposizione almeno uno dei seguenti contatti negli ultimi 7 giorni: ⋅ contatto diretto (toccandolo) con un uccello selvatico morto o vivo nel quale è stata confermata in laboratorio (H5) la presenza del virus dell’influenza aviaria A H5N1 o sussiste un forte sospetto ⋅ contatto (< 1 m) con uccelli migratori morti o ammalati nei quali è stata confermata in laboratorio la presenza del virus dell’influenza aviaria A H5N1 o sussiste un forte sospetto ⋅ contatto diretto (toccandolo) con un mammifero nel quale è stata confermata in laboratorio la presenza del virus dell’influenza aviaria (H5). Vista la possibilità di trasmissione di goccioline tra animali vivi, secondo gli esperti può essere opportuno operare una distinzione tra uccelli vivi e morti O 2. Viaggiatori Sintomi clinici Sintomi influenzali con febbre ≥ 38°C e almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, disturbi respiratori, mal di gola, diarrea E Anamnesi di viaggio soggiorno, nei 7 giorni precedenti la comparsa dei sintomi, in un Paese o in una regione in cui l’influenza aviaria A (HPAI) del sottotipo H5N1, altamente patogena, è molto diffusa tra le popolazioni di animali, e in particolare tra il pollame (lista dei Paesi: www.bag.admin.ch/infekt/vogelgrippe/vogelgrippe/d/index.htm, www.who.int/csr/disease/avian_influenza/updates/en/ o www.bvet.admin.ch) E Anamnesi in vista di una possibile esposizione almeno uno dei seguenti contatti: ⋅ contatto (< 1 m) con pollame d’allevamento, uccelli acquatici o suini vivi o morti in qualsiasi situazione (anche in un mercato di volatili o suini) ⋅ contatto (< 1 m) con una persona nella quale è stata confermata la presenza del virus dell’influenza aviaria H5N1 ⋅ contatto (< 1 m) con un mammifero nel quale è stata confermata la presenza del virus H5 ⋅ contatto (< 1 m) con una persona che accusava inspiegabili disturbi respiratori ed è successivamente deceduta ⋅ contatto con strutture che, nelle ultime 6 settimane, hanno ospitato pollame d’allevamento morto o vivo oppure uccelli acquatici morti o vivi. O Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 121 di 251 3. Persone che lavorano in laboratori Sintomi clinici Sintomi influenzali con febbre ≥ 38°C e almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, disturbi respiratori, mal di gola, diarrea E Anamnesi in vista di una possibile esposizione lavoro, nei 7 giorni precedenti la comparsa dei sintomi, in un laboratorio con campioni del virus dell’influenza aviaria A-H5N1. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 122 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 3 Allegato 2: Misure per la prevenzione e il controllo dell’infezione in una persona con sospetta influenza aviaria A H5N1 nell’ambito della prima assistenza in ambulatorio [medici e ospedali] Attualmente (luglio 2006), il rischio di trasmissione interumana è estremamente ridotto. Tuttavia, tenuto conto della gravità dei disturbi respiratori, dell’elevatissimo tasso di mortalità e del rischio che il virus muti trasformandosi in un ceppo pandemico, è necessario integrare le misure precauzionali generali con misure supplementari di protezione e di isolamento onde evitare rischi di trasmissione tramite contatto, goccioline infette e aerosol. In presenza di situazioni corrispondenti ai criteri fissati per la determinazione di casi sospetti (allegato 1), il medico specialista responsabile deve adottare le misure riportate qui di seguito. Accettazione del paziente e anamnesi Non appena sorge il sospetto: sistemazione del paziente in un locale separato. Paziente: mascherina con filtro FFP2, qualora le condizioni di salute lo permettano. In caso di disturbi respiratori o in mancanza di mascherine del tipo suddetto, si raccomanda l’impiego di una mascherina chirurgica. Non utilizzare mascherine con valvola. Personale: mascherina con filtro FFP2/3. Misure precauzionali durante l’esame clinico e la diagnosi approfondita Paziente: mascherina con filtro FFP2 (cfr. sopra). Personale: tutto il personale che fornisce assistenza al paziente deve indossare: ⋅ mascherina con filtro FFP2/3; ⋅ occhiali protettivi; ⋅ guanti monouso non sterili: ⋅ camice monouso non sterile. Dopo aver tolto i guanti, disinfettare le mani. Trasporto di un paziente con sospetto di influenza aviaria nell’ospedale designato A prescindere dal tipo di veicolo (veicolo privato, ambulanza), occorre attenersi a quanto segue: ⋅ meno persone possibili nel veicolo, preferibilmente solo conducente e paziente; ⋅ paziente: mascherina con filtro FFP2 (cfr. sopra); ⋅ personale: mascherina con filtro FFP2/3, guanti non sterili, occhiali protettivi e camice non sterile. Dopo aver tolto i guanti, disinfettare le mani. Per motivi di sicurezza stradale, il conducente può limitarsi a indossare la mascherina; ⋅ tutte le persone che accompagnano il paziente devono indossare almeno una mascherina con filtro FFP2/3 o una mascherina chirurgica e disinfettare le mani dopo ogni contatto. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 123 di 251 Misure dopo il Le secrezioni e i liquidi provenienti dalle vie respiratorie vanno smaltiti come ricovero del paziente rifiuti infettivi e le superfici con cui il paziente è venuto a contatto devono essere disinfettate (www.sgsh.ch/). Tutte le persone che possono essere state esposte al virus influenzale A H5N1 devono monitorare attentamente il proprio stato di salute nei 7 giorni successivi all’esposizione e misurare la temperatura corporea una volta al giorno. In caso di stati febbrili e/o disturbi respiratori è necessario rivolgersi a un medico (cfr. i criteri indicati nell’allegato 1). Tutte le persone che, senza alcuna protezione, sono entrate in contatto con un caso confermato di influenza aviaria A H5N1 devono essere sottoposte a una profilassi con oseltamivir (Tamiflu®)(allegato 5). Vaccinazione del personale sanitario In genere, tutte le persone che lavorano in centri in cui viene fornita assistenza ai pazienti dovrebbero vaccinarsi ogni anno contro l’influenza stagionale (www.bag.admin.ch/infekt/publ/supplementa/d/suppl13_grippe.pdf). Allo stato attuale, detta vaccinazione serve a ridurre il rischio che un singolo individuo possa essere infettato contemporaneamente dal virus influenzale umano e da quello dell’influenza aviaria. Una tale combinazione potrebbe favorire la comparsa di un potenziale ceppo pandemico. La vaccinazione riduce inoltre la probabilità di contrarre l’influenza stagionale e, pertanto, la possibilità che sorgano falsi sospetti di H5N1. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 124 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 3 Allegato 3: Misure per la prevenzione e il controllo dell’infezione nell’assistenza ospedaliera a una persona con sospetto di influenza aviaria A H5N1 [ospedale designato] La lista degli ospedali “designati”, resa nota dai Cantoni, non è ancora stata completata al momento della pubblicazione del presente Piano pandemico svizzero 2006. Secondo l’algoritmo per la procedura in caso di sospetto di influenza aviaria, la selezione deve essere effettuata a livello cantonale. Il ricovero in ospedale può avvenire nei seguenti modi: ⋅ il paziente si reca di propria iniziativa al pronto soccorso: in questo caso, occorre adottare il più rapidamente possibile apposite misure di isolamento al fine di evitare una trasmissione dell’infezione tramite contatto, goccioline o aerosol; ⋅ il ricovero del paziente è deciso dal Medico cantonale/dall’UFSP/ dall’assistenza medica di base: in questo caso, vengono informati i responsabili dell’igiene ospedaliera. Prima dell’arrivo del paziente, è necessario predisporre le strutture necessarie per garantirne l’isolamento. Occorre inoltre informare dell’arrivo il personale medico e infermieristico coinvolto. Formalità di accettazione Le formalità di accettazione sono espletate dai familiari oppure dal paziente stesso nella stanza d’isolamento rispettando le misure stabilite per la prevenzione e il controllo dell’infezione. Esame clinico e diagnosi approfondita Paziente: mascherina con filtro FFP2, qualora le condizioni di salute del paziente lo permettano. In caso di disturbi respiratori o in mancanza di mascherine del tipo suddetto, si raccomanda l’impiego di una mascherina chirurgica. Non utilizzare mascherine con valvola. Personale: tutto il personale che fornisce assistenza al paziente deve indossare: ⋅ mascherina con filtro FFP2/3; ⋅ occhiali protettivi; ⋅ guanti monouso non sterili: ⋅ camice monouso non sterile. Dopo aver tolto i guanti, disinfettare le mani. Esame per determinare Cfr. allegato 4. la presenza del virus A Prima di inviare un campione biologico relativo a un paziente con sospetto di H5N1 influenza aviaria A H5N1 occorre informare il personale del laboratorio analisi. Misure di isolamento ⋅ Misure standard ⋅ Misure volte a prevenire la trasmissione del virus tramite contatto o goccioline (www.chuv.ch/swiss-noso/cd54a3.htm). Trasporto interno I trasporti interni devono essere evitati il più possibile e, in ogni caso, occorre informare i reparti interessati. ⋅ Paziente: mascherina con filtro FFP2 (cfr. sopra); ⋅ Personale: mascherina con filtro FFP2/3 e guanti non sterili. Dopo aver tolto i guanti, disinfettare le mani. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 125 di 251 Vaccinazione del personale sanitario In genere, tutte le persone che lavorano in centri in cui viene fornita assistenza ai pazienti dovrebbero vaccinarsi ogni anno contro l’influenza stagionale (www.bag.admin.ch/infekt/publ/supplementa/d/suppl13_grippe.pdf). Allo stato attuale, la vaccinazione serve a ridurre il rischio che un singolo individuo possa essere infettato contemporaneamente dal virus influenzale umano e da quello dell’influenza aviaria. Una tale combinazione potrebbe favorire la comparsa di un potenziale ceppo pandemico. La vaccinazione riduce inoltre la probabilità di contrarre l’influenza stagionale e, pertanto, la possibilità che sorgano falsi sospetti di H5N1. Profilassi del personale medico e infermieristico dopo un’esposizione Tutte le persone che possono essere state esposte al virus influenzale A H5N1 devono monitorare attentamente il proprio stato di salute nei 7 giorni successivi all’esposizione e misurare la temperatura corporea una volta al giorno. In caso di stati febbrili e/o disturbi respiratori è necessario rivolgersi a un medico (cfr. i criteri indicati nell’allegato 1). Tutte le persone che, senza alcuna protezione, sono entrate in contatto con un caso confermato di influenza aviaria A H5N1 devono essere sottoposte a una profilassi con oseltamivir (Tamiflu®)(allegato 5). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 126 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 3 Allegato 4: Raccomandazioni del Centro nazionale per l’influenza (CNI) relative al prelievo di campioni per la conferma dell’influenza aviaria A H5N1 in casi sospetti [ospedale designato] Per evitare il contagio e l’esposizione di altre persone è necessario attenersi alle disposizioni riportate qui di seguito. Misure relative al prelievo di ⋅ Il modulo per l’accertamento diagnostico di laboratorio deve campioni essere richiesto telefonicamente al CNI (indirizzo riportato più in basso) o scaricato dal sito Internet dell’UFSP (www.bag.admin.ch/infekt/vogelgrippe/d/form_virusnachw.pdf). ⋅ I contenitori per il trasporto delle provette di prelievo (mezzo di coltura) sono ottenibili presso il Medico cantonale o presso un centro ospedaliero designato da quest’ultimo. Le provette con il mezzo di coltura devono essere conservate a una temperatura di 4°C. ⋅ Onde evitare un’infezione, la persona che preleva il campione deve indossare una mascherina FFP2/3, guanti, occhiali protettivi e camice. ⋅ Prelievo di campioni − Tampone nasale e faringeo: utilizzare due tamponi: uno per il naso e uno per la faringe. Il primo prelievo deve essere effettuato nel nasofaringe (a 5-7 cm dall’apertura nasale), se possibile prelevando delle secrezioni, mentre il secondo nella faringe. − I due tamponi devono poi essere collocati nella stessa provetta che contiene il mezzo di trasporto per il virus (dopo il prelievo, chiudere bene la provetta). − Disinfettare la superficie esterna della provetta dopo il prelievo di un campione (con un disinfettante a base di alcool o con candeggina al 5%), quindi verificare se la provetta è ben chiusa. − Gettare i guanti e il materiale contaminato in un contenitore per rifiuti biologici e chiudere quest’ultimo, quindi disinfettare le mani (con un disinfettante contenente alcool). − Compilare il modulo con le informazioni necessarie per l’analisi del campione e per l’identificazione del paziente, conservarlo nell’apposita tasca esterna del sacchetto di plastica. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 127 di 251 Trasporto del campione Utilizzare l’imballaggio speciale fornito dal CNI. ⋅ Collocare ogni provetta contenente un campione in un involucro protettivo. ⋅ Mettere l’involucro protettivo con la provetta nel sacchetto di plastica in dotazione. ⋅ Inserire il modulo nell’apposita tasca esterna del sacchetto di plastica. ⋅ Collocare il sacchetto nel secondo biocontenitore, chiudibile ermeticamente, che contiene materiale assorbente. ⋅ Collocare tale biocontenitore nella scatola di cartone che sarà utilizzata per la spedizione. ⋅ Spedire il pacchetto, per corriere espresso, al laboratorio centrale di virologia di Ginevra, presso il CNI. ⋅ Informare il CNI dell’avvenuta spedizione del materiale da esaminare e comunicare l’ora di arrivo prevista. ⋅ Allegare a ogni campione un modulo con i dati necessari per l’analisi. Avvertenza In caso di sospetto di influenza aviaria A H5N1, non spedire mai un campione senza un’espressa dichiarazione al riguardo (pericolo di contaminazione del personale di laboratorio durante la coltivazione, normalmente effettuata per gli agenti patogeni dell’influenza stagionale). Analisi Il CNI effettua le seguenti analisi: ⋅ rilevamento di segmenti del genoma del virus dell’influenza A (H5N1) mediante RT-PCR nell’uomo (H5 e N1), con test parallelo volto a rilevare i virus influenzali A e B; ⋅ se il test dell’influenza A (H5N1) dà esito negativo: caratterizzazione dei virus influenzali con antisieri contro l’influenza A(H3), A(H1) e B. ⋅ Nei giorni lavorativi, i risultati sono disponibili entro 24 ore dalla ricezione del campione. In casi urgenti è possibile richiedere, tramite l’UFSP, un servizio di picchetto fino al mezzogiorno del sabato. Hinweis Test rapido Attualmente, l’impiego di un test rapido non è consigliato a causa dei seguenti fattori limitanti: ⋅ possibile reattività incrociata tra virus dell’influenza aviaria H5N1 e virus dell’influenza stagionale; ⋅ insufficiente sensibilità del metodo e problemi di sicurezza. Indirizzo del CNI: Centre national d'Influenza, Hôpital Cantonal de Genève, Rue Micheli-du-Crest 24, CH-1211 Genève 14, tel. ++41 (0)22 372 40 81 o ++41 (0) 22 372 40 91, fax ++41 (0)22 372 40 88 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 128 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 3 Allegato 5: Raccomandazioni per il trattamento di persone con sospetto di influenza aviaria A H5N1 Adulti Principio attivo Dose Durata oseltamivir 75 mg (Tamiflu®) 1 capsula 2 volte al giorno 5 giorni Tutte le persone che, senza alcuna protezione, sono entrate in contatto con un paziente nel quale è stata confermata la presenza del virus dell’influenza aviaria A H5N1 (contatto < 1 m). oseltamivir 75 mg (Tamiflu®) 1 capsula 1 volta al giorno 10 giorni Profilassi pre-esposizione Non opportuna per il momento Trattamento di un caso sospetto Se i criteri per la determinazione di casi sospetti sono soddisfatti, iniziare immediatamente il trattamento dopo aver prelevato campioni biologici secondo l’allegato 4. Profilassi dopo un’esposizione (personale sanitario e persone vicine) Bambini Principio attivo Trattamento di un caso sospetto oseltamivir Se i criteri per la determinazione di casi sospensione sospetti sono soddisfatti, orale1 12 mg/ml (Tamiflu®) iniziare immediatamente il trattamento dopo aver prelevato campioni biologici secondo l’allegato 4. Profilassi postesposizione (persone vicine) Dose Peso corporeo Dosaggio ≤15 kg 30 mg 2 volte al giorno da >15 kg a 23 kg 45 mg 2 volte al giorno da >23 kg a a 40 kg 60 mg 2 volte al giorno > 40 kg 75 mg 2 volte al giorno ≤15 kg 30 mg 1 volta al giorno da >15 kg a 23 kg Tutti i bambini (≥ 1 anno) oseltamivir che, senza alcuna sospensione protezione, sono entrati in orale1 12 mg/ml da >23 kg a 40 kg contatto con un paziente (Tamiflu®) nel quale è stata confermata la presenza del >40 kg virus dell’influenza aviaria A H5N1 (contatto < 1 m). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Durata 5 giorni 45 mg 1 volta al giorno 60 mg 1 volta al giorno 10 giorni 75 mg 1 volta al giorno Piano pandemico svizzero 2006, pagina 129 di 251 Bambini al di sotto dei 12 mesi Nei bambini con meno di 1 anno, la terapia e la profilassi dell’influenza con oseltamivir possono essere eseguite esclusivamente da specialisti previa ponderazione dei possibili rischi. Poiché la non pericolosità e l’efficacia dell’oseltamivir per la terapia antinfluenzale nei bambini con meno di 12 mesi non sono ancora state accertate, questo farmaco non è stato finora autorizzato in nessun Paese per bambini in questa fascia d’età. Nel corso di esperimenti condotti su animali somministrando una dose di oseltamivir almeno 500 volte superiore alla norma, sono stati osservati casi di morte e un aumento delle concentrazioni nel tessuto cerebrale soltanto in ratti giovanissimi [3]. Ne è stato dedotto che la terapia con oseltamivir è sicura solo dopo che la barriera ematoencefalica si è completamente sviluppata e, pertanto, a partire dal primo anno di vita. Nell'ambito di uno studio realizzato in Giappone, ad alcuni neonati è stato somministrato oseltamivir con un dosaggio di 2 mg/kg di peso corporeo 2 volte al giorno senza che insorgessero complicazioni, ma si dispone solo di pochi dati al riguardo [1, 2]. 1. Okamoto S, Kamiya I, Kishida K, Shimakawa T, Fukui T, Morimoto T. Experience with oseltamivir for infants younger than 1 year old in Japan. Pediatr Infect Dis J 2005; 24: 575-6. 2. Tamura D, Miura T, Kikuchi Y. Oseltamivir phosphate in infants under 1 year of age with influenza infection. Pediatr Int 2005; 47: 484. 3. Alert letter. [US Food and Drug Administration web site], December, 2003. 1 Per il dosaggio viene fornito in dotazione un dispenser graduato da 30 , 45 e 60 mg, da usare per la somministrazione orale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 130 di 251 5.5.2 Gestione di casi sospetti nella fase 6 Gestione medica di pazienti con influenza 1. Selezione in base ai sintomi influenzali Prima di un ricovero ordinario, ambulatoriale o urgente in ospedale, tutti i pazienti sono selezionati in base alla presenza di sintomi influenzali (cfr. il modulo «Selezione dei pazienti»). La selezione (o triage) si fonda sulla definizione ufficiale di caso e va adeguata alla situazione concreta. In base a tale selezione, gli accertamenti e il trattamento vengono effettuati come segue: - per i pazienti con sintomi influenzali, nelle stazioni di pronto soccorso per i casi di influenza; - per i pazienti senza sintomi influenzali, nelle cliniche e nei policlinici. 2. Valutazione iniziale e terapia nei pazienti con influenza La valutazione iniziale e l’inizio della terapia si svolgono nella stazione di pronto soccorso medico (documento «Accettazione del paziente»). La normale documentazione sull’anamnesi e sullo status dei pazienti, volta a ricostruire la storia clinica di questi ultimi, è sostituita da un modulo ad hoc (p. es. «InitManagement_Adult_incl. COPD»). L’accertamento standardizzato consente di valutare i seguenti fattori: - presenza della complicazione più frequente (polmonite) e di una malattia polmonare cronica (chronic obstructive pulmonary disease, COPD) esacerbata; - fattori di rischio che possono determinare un aumento della morbilità e della mortalità; - avvio di una terapia antivirale e/o antibiotica; - scelta di un trattamento ambulatoriale o ospedaliero. Il modulo si basa sulle direttive cliniche dei dipartimenti della salute britannico e canadese nonché sui punteggi e sulle linee guida riportati qui di seguito e valutati clinicamente. ATTENZIONE: il modulo può essere impiegato soltanto per pazienti che soddisfano i criteri per la determinazione di un’influenza pandemica. Nei pazienti con febbre in aplasia, le misure diagnostiche e terapeutiche vanno eseguite in base alle direttive riguardanti tale patologia. Poiché i criteri di base per determinare la presenza del virus influenzale non sono specifici, occorre prendere in considerazione per tutti i pazienti, in particolare per quelli immunodepressi, anche altre diagnosi differenziali diverse dall’influenza, svolgendo i necessari esami supplementari. 2.1. Radiografie toraciche L’anamnesi e i referti clinici, inclusa l’auscultazione, sono metodi con un grado di sensitività e di specificità troppo basso per poter consentire la diagnosi di una polmonite. Pertanto, su tutti i pazienti con un elevato rischio di aggravamento della malattia o con sospetto clinico di polmonite viene eseguita una radiografia toracica. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 131 di 251 2.2 Esami di laboratorio 2.2.1 Ematologia, chimica, coagulazione, emogas-analisi arteriosa Nei pazienti con almeno un fattore di rischio o con anamnesi positiva vengono determinati i seguenti parametri di laboratorio: - ematologia: Hb, Lc inclusa differenziazione, Tc; - chimica: CRP, Na, K, creatinina, urea, glucosio, ASAT, ALAT, y-GT, LDH, bilirubina; - coagulazione: INR; - emogas-analisi arteriosa: in caso di pulsossimetria patologica; - emocolture: in presenza di una polmonite per cui è necessario il ricovero in ospedale. 3.3.2 Diagnostica microbiologica Conferma dell’influenza: l’impiego e l’interpretazione di un test dell’influenza dipendono dalle caratteristiche dei test e dalla loro disponibilità della pandemia. È possibile che i test vengano utilizzati per l’adozione di misure epidemiologiche e per le decisioni terapeutiche. Esame dello sputo in caso di polmonite: le linee guida internazionali e le società scientifici non sono unanimi circa l’efficacia degli esami dello sputo con colorazione di Gram e/o della diagnosi degli agenti patogeni in caso di polmonite acquisita in comunità (community-acquired pneumonia, CAP). Il loro impiego in caso di pandemia è pertanto poco indicato. Emocolture: le emocolture sono impiegate soltanto per i pazienti con polmonite grave (≥ CURB 1). Una sola emocoltura è sufficiente (distribuita in due flaconi, uno aerobico e uno anaerobico). Una seconda coltura aumenterebbe infatti soltanto di poco la sensitività. 3.4 Trattamento ambulatoriale o ospedaliero della polmonite Per stimare i rischi legati alla terapia ambulatoriale e a quella ospedaliera (rispetto al fine score) viene utilizzato il punteggio CURB, di facile impiego. Combinando il punteggio CURB con informazioni supplementari relative alle comorbilità (immunosoppressione, insufficienza cardiaca, COPD, diabete mellito) e all’età, è possibile ottenere un buon livello di correlazione con la letalità della polmonite. Punteggio CURB, trattamento ospedaliero o ambulatoriale e letalità Punteggio Fattori supplementari Trattamento Letalità in % 0 - nessuna comorbilità* - età < 50 anni ambulatoriale 1 SaO2 < 92 / paO2 < 8 kPa ambulatoriale/ospedaliero, seconda della clinica 2 non rilevanti ospedaliero 8% 3o4 non rilevanti ospedaliero,terapia intensiva 34% 1% a 8% * Insufficienza cardiaca, diabete mellito, COPD, immunosoppressione Frequenza cardiaca > 120/min, versamento pleurico e/o infiltrati bilaterali o multilobari sono ulteriori fattori di rischio che potrebbero determinare un aumento della morbilità e vengono considerati nell’algoritmo di decisione per la scelta tra la terapia ambulatoriale e quella ospedaliera. Nei pazienti che devono essere ricoverati, le prescrizioni mediche sono effettuate prima del trasferimento al pronto soccorso, e anche la terapia antivirale e antibiotica viene iniziata prima del ricovero. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 132 di 251 3.5 Terapia antivirale in caso di influenza pandemica Il dosaggio e l’eventuale adeguamento della dose di oseltamivir, come pure le possibili alternative, sono descritti nel promemoria. Le raccomandazioni relative alla terapia antivirale vanno adeguate in funzione dell’efficacia e della disponibilità dell’oseltamivir e di altre sostanze antivirali. 3.6 Terapia antibiotica 3.6.1 Esacerbazione acuta della COPD L’utilità di una terapia antibiotica in caso di malattia polmonare ostruttiva cronica con esacerbazione acuta senza polmonite è correlata al quadro clinico di gravità dell’esacerbazione. La terapia può durare da 7 a 10 giorni, a seconda del quadro di gravità e della risposta clinica. 3.6.2 Polmonite La scelta dell’antibiotico in caso di polmonite dipende dal quadro di gravità della malattia e dalla disponibilità del farmaco in questione. La terapia antibiotica può durare da 7 a 14 giorni, a seconda del quadro di gravità e della risposta clinica. 4. Criteri per l’assistenza intensiva La Società Svizzera di Medicina Intensiva sta elaborando le corrispondenti direttive. 5. Criteri per la dimissione di pazienti ricoverati I criteri per la dimissione di pazienti ricoverati in ospedale sono definiti nel promemoria e si basano sulle linee guida canadesi e inglesi relative alle pandemie. Tali criteri devono essere di volta in volta adeguati in funzione della situazione dei posti letto. 6. Schede di dimissione ospedaliera Per semplificare le pratiche amministrative in sede di dimissione, i rapporti destinati ai medici incaricati dell’assistenza successiva vengono redatti sotto forma di schede di dimissione standardizzata sia per i pazienti ricoverati che per quelli trattati ambulatoriamente. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 133 di 251 Riferimenti bibliografici Bartlett et al. IDSA Guidelines for CAP in Adults. Clin Infect Dis 2000; 31: 347-82. Bartlett JG, Mundy LM. Community-acquired pneumonia. NEJM 1995; 333(24): 1618-24. British Thoracic Society. Guidelines for the Management of Community: Acquired Pneumonia in Adults. Thorax 2001; 56: 1-64. Clinical Care Guidelines and Tools, Canadian Pandemic Influenza Plan, Public Health Agency of Canada. www.phac-aspc.gc.ca/cpip-pclcpi/. Ewig S, Schlochtermeier M, Goke N, Niederman MS. Applying sputum as a diagnostic tool in pneumonia: Limited yield, minimal impact on treatment decisions. Chest 2002; 121(5): 1486-9. Guidance for Pandemic Influenza, Department of Health, England, 19. Oktober 2005: www.dh.gov.uk/Publications. Lentino JR, Lucks DA. Nonvalue of sputum culture in the management of lower respiratory tract infections. J Clin Microbiol 1987; 25(5): 758-62. Niederman MS, Bass JB, Campbell GD, Fein AM, Grossman RF, Mandell LA et al. Guidelines for the initial management of adults with community acquired pneumonia: Diagnosis, assessment of severity, and initial antimicrobial therapy. American Thoracic Society. Am Rev Respir Dis 1993; 148: 1418-26. Woodhead M, Blasi F, Ewig S, Huchon G, Leven M, Ortqvist A, Schaberg T, Torres A, van der Heijden G, Verheij TJM. Guidelines for the management of adult lower respiratory tract infections. Eur Respir J 2005; 26: 1138-80. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 134 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 6 Allegato 1: Selezione adulti Influenza pandemica: selezione adulti Data: ___________________ Definizione di caso: > 38˚C e/o sensazione di febbre più 2 dei seguenti sintomi: ? ? ? ? Il paziente ha una carta sanitaria valida? mialgia mal di testa mal di gola tosse sì no Nella stessa famiglia vi lebende sono persone che si die sono Im gleichen Haushalt Personen, in ammalate den influenza negli an ultimi 7 giorni? d lei tzten 7 Tagen Grippe erkrankt sind? Gültige Patientenkarte vorhanden? ja Personalien: ? sì nein: ? no: Dati personali: no sì Cognome Vorname Nome datnascita . Geb. di Data Strasse, Via, n. Nr. Postleitzahl, NPA, localitàWohnort Tel.Nr. Tel. Tel.Nr. Tel. familiari Angehörige Krankenkasse malattia Assicurazione Klasse ? generale Reparto Allgemein Halbprivat ato ? semipr privato ? Privat Hausarzt, Medico di Adresse famiglia, indirizzo Tel. familiar Angehöri i ge Ingresso tramite il servizio accettazione per pazienti con influenza Nessun ricovero regolare o esame ambulatoriale (il paziente esce). Trattamento solo al pronto soccorso centrale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Ricovero regolare tramite: ? accettazione centrale ? ostetricia / ginecologia ? pronto soccorso ? Ambulatorio / policlinico Piano pandemico svizzero 2006, pagina 135 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 6 Allegato 2: Gestione iniziale [adulti] 1. Anamnesi / storia clinica Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 136 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 6 Allegato 2: Gestione iniziale [adulti] 2. Ulteriori accertamenti Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 137 di 251 Gestione di casi sospetti nella fase 6 Allegato 3: Terapia antinfettiva in caso di influenza pandemica [adulti] Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 138 di 251 5.6 Misure negli aeroporti La Confederazione (UFSP) è responsabile dell’adozione di misure di sicurezza nell’area airside (lato aria) degli aeroporti di confine. Nell’ambito di tale competenza e in seguito alla crisi SARS, ha ulteriormente sviluppato e ampliato, per gli aeroporti con collegamenti internazionali di linea da e verso la Svizzera, la strategia aeroportuale del 1995, trasformandola nel Flughafennetzwerk für Reisemedizin (FNRM, rete aeroportuale per la salute dei viaggiatori). La nuova rete include i tre aeroporti nazionali di Basilea-Mulhouse, Ginevra-Cointrin e Zurigo-Kloten che effettuano collegamenti intercontinentali, come pure quelli di Berna-Belp, Sion-Sitten, San Gallo-Altenrhein e Lugano-Agno con collegamenti europei. L’aeroporto di Basilea-Mulhouse rappresenta un caso particolare. Infatti, sebbene si trovi in Francia e, pertanto, sia sottoposto alla legislazione francese, dal punto di vista del diritto doganale è gestito da entrambi i Paesi. Attualmente (2006), gli aeroporti svizzeri stanno adeguando la pianificazione dell’emergenza al mutato quadro giuridico, che include ora anche l’ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti e il nuovo Regolamento Sanitario Internazionale, approvato nel maggio del 2005 dall’International Health Assembly. Anche in tale ambito, l’aeroporto binazionale di Basilea-Mulhouse rappresenta un’eccezione: qui, infatti, la pianificazione dell’emergenza nel settore delle malattie infettive è di competenza della DRASS Alsace (per l’influenza H5N1, il processo relativo alla fase 3 è stato concluso nella primavera del 2006 con il coinvolgimento dei servizi sanitari basilesi) e l’autorizzazione per la distribuzione di manifesti e volantini deve essere richiesta presso la Préfecture du Haut-Rhin, in Francia. Al fine di semplificare l’attuazione dell’ordinanza, nel quadro della rete FNRM sono state approvate delle linee direttrici per l’adeguamento della pianificazione dell’emergenza nel settore delle malattie infettive (allegato 1), che subiranno probabilmente ulteriori modifiche in base alle direttive del Working Group on Passenger Health Issues der European Civil Aviation Conference (ECAC), attualmente in fase di discussione (allegato 2). Obiettivi L’obiettivo è quello di impedire la diffusione, tra le popolazioni di animali presenti in Svizzera, di un nuovo sottotipo di virus influenzale (ad es. H5N1 o, in termini generici, HxNy) mediante l’importazione di animali o di prodotti animali, nonché di evitare l’introduzione di un virus pandemico da parte di viaggiatori che lo hanno contratto in altri Paesi. Ipotesi Le ipotesi riportate qui di seguito sono tratte dal capitolo 5 (“Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale”) della parte I del Piano pandemico svizzero 2006. L’influenza si trasmette in prevalenza attraverso le vie respiratorie: a) tramite goccioline (> 5μm) di secrezioni respiratorie quando le persone infette parlano, tossiscono o starnutiscono; b) in seguito al contatto con una superficie contaminata da goccioline di secrezioni respiratorie; c) infine, non è esclusa una trasmissione attraverso gli aerosol (< 5μm). Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla tra 1 a 4 giorni. Le persone infette sono contagiose dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 7 giorni dopo (per un periodo di 5-7 giorni in media). Nei bambini e nelle persone immunodepresse, la fase contagiosa è invece più lunga e può durare fino a 21 giorni. Il presente documento si riferisce a una situazione in cui la pandemia ha origine al di fuori della Svizzera. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 139 di 251 Attuazione L’attuazione della nuova strategia è in gran parte conclusa e, alla stregua degli interventi nelle emergenze epidemiologiche, viene garantita dai medici del Servizio sanitario di confine impiegati dall’UFSP in collaborazione con le autorità sanitarie cantonali. La strategia comprende i seguenti moduli: Modulo 1: informazione dei passeggeri mediante manifesti e volantini Negli aeroporti nazionali di Basilea, Ginevra e Zurigo sono state designate delle apposite zone in cui collocare espositori con manifesti e volantini in modo tale che siano visibili dalla maggior parte dei viaggiatori in arrivo o in transito. Negli altri aeroporti, invece, per la fase 3 del piano pandemico multifase dell’OMS è stata ritenuta sufficiente l’affissione di manifesti. Per la fase 4/5 è comunque previsto, in tutti gli aeroporti, l’impiego di entrambi i supporti (manifesti e volantini) per informare i viaggiatori sulle misure comportamentali raccomandate. Per la SARS e per l’influenza aviaria H5N1 (in relazione ai periodi di allerta 3 e 4/5) erano già stati creati i testi dei manifesti e dei volantini, ciascuno dei quali accompagnato da un progetto grafico. Modulo 2: gestione dei contatti Nel settore del trasporto internazionale di passeggeri, per “gestione dei contatti” si intendono le informazioni, ottenute in base a schede di contatto o liste di passeggeri, volte a risalire ai contatti avvenuti tra i viaggiatori sani e uno o più viaggiatori affetti da una malattia infettiva rilevante. Le schede di contatto possono essere compilate a bordo dell’aereo o dopo l’atterraggio. Successivamente, vengono raccolte da una persona autorizzata dall’aeroporto, che provvede a garantire la conservazione sicura delle schede stesse, la loro trasmissione alle autorità sanitarie nonché la distruzione delle informazioni dopo al massimo un mese. Per definizione, il modulo 2 viene avviato soltanto a partire dalla fase 4 del piano pandemico multifase dell’OMS. Per la gestione dei contatti è stato creato un tagliando standard che, nell’arco di pochi giorni, può essere distribuito come scheda di contatto ai passeggeri in arrivo insieme a una scheda informativa specifica sugli agenti patogeni. Per la SARS esiste già una scheda di contatto in formato stampabile, mentre per l’influenza aviaria H5N1 è disponibile una bozza di testo relativa al periodo di allerta pandemica 4/5, che può essere stampato e distribuito velocemente insieme al tagliando standard. Modulo 3: screening medico mediante questionari sanitari Il modulo 3 prevede che, prima o dopo il viaggio, i passeggeri compilino un questionario sanitario specifico sulle malattie infettive (con i relativi agenti patogeni) e che, se le informazioni fornite lo richiedono, vengano successivamente sottoposti a un controllo medico da parte di personale qualificato (screening medico). In tale ambito occorre distinguere tra screening in entrata (entry screening) e screening in uscita (exit screening). Lo screening in entrata serve a controllare lo stato di salute dei passeggeri in arrivo, mentre con lo screening in uscita si attesta, mediante un apposito certificato, che i passeggeri in partenza sono sani. Poiché gli screening medici richiedono l’impiego di una grande quantità di personale, nell’aeroporto di Zurigo è stato pianificato e preparato, in collaborazione con il sottogruppo Sanità del DDPS, l’impiego sussidiario dell’esercito, che, se necessario, potrà fornire un supporto al personale civile per un periodo di sei settimane. Per la SARS esiste già un questionario sanitario che può essere stampato e distribuito agli aeroporti nell’arco di pochi giorni. Tale questionario, che rileva anche i dati personali, può essere usato come modello anche per altre malattie infettive dell’apparato respiratorio. Attenzione: il piano d’azione dell’OMS relativo alla pandemia influenzale non prevede screening in entrata, in quanto la loro utilità ai fini del contenimento della pandemia stessa non è stata dimostrata. Gli screening in uscita sono invece raccomandati a partire dalla fase 4, ma solo a determinate condizioni. Anche in questo caso, infatti, la loro efficacia è controversa. Ogni Stato viene comunque lasciato libero di eseguire screening in entrata come misura politicamente necessaria o per accrescere la fiducia nella popolazione. Poiché nel caso del presente piano pandemico si parte dal presupposto che la pandemia avrà origine al di fuori della Svizzera, la probabilità che vengano predisposti screening in uscita è alquanto esigua. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 140 di 251 Alla luce delle succitate raccomandazioni dell’OMS, delle attuali basi giuridiche svizzere e delle strutture federali del nostro Paese, prima di attuare il modulo 3 vanno chiarite le seguenti questioni ancora aperte: (1) Poiché la sua competenza si limita all’area airside (lato aria, ovvero il settore compreso tra il controllo passaporti e gli aerei), la Confederazione può disporre esclusivamente screening in entrata. Per garantire una registrazione efficiente dei passeggeri in partenza, un eventuale screening in uscita dovrebbe essere organizzato prima del controllo passaporti (landside, lato terra). Ciò significa che gli screening in uscita dovrebbero essere eseguiti dai Cantoni, ai quali compete l’esecuzione della legge sulle epidemie nell’area landside. Per evitare sovrapposizioni di competenze, i Cantoni potrebbero delegare tale compito alla Confederazione, la quale, in collaborazione con i gestori degli aeroporti, potrebbe occuparsi dell’organizzazione dello screening in entrata nell’area airside, possibilmente prima del controllo passaporti, e del coordinamento delle misure in tutti gli aeroporti. Finché resteranno in vigore le attuali disposizioni giuridiche, tuttavia, i relativi costi sarebbero a carico dei Cantoni. (2) Secondo le disposizioni giuridiche vigenti per l’area airside, gli aeroporti e le compagnie aeree possono essere obbligati, su ordine dell’UFSP, a consegnare le schede di contatto e i questionari sanitari compilati a una persona designata all’interno dell’aeroporto. Qualora a bordo non vi siano persone con sospetta influenza di tipo A (HxNy), ovvero nel caso in cui un eventuale pericolo di introduzione del virus dipenda esclusivamente dal fatto che il luogo di partenza è situato in un’area interessata da un’epidemia, tale misura può essere attuata soltanto dopo l’entrata in vigore di un’apposita ordinanza dipartimentale. Considerata l’eventualità che la situazione epidemiologica possa richiedere un intervento tempestivo, inoltre, tale ordinanza deve essere preparata con la dovuta accortezza. (3) In tale ambito occorre precisare che non esiste alcuna base giuridica che consenta di dirottare dei voli esclusivamente per motivi epidemiologici (un eventuale dirottamento deve essere richiesto dall’equipaggio). Di conseguenza, è possibile che, per ragioni di capacità, gli screening vengano effettuati soltanto in un aeroporto, il che non solo accrescerebbe l’insicurezza tra i viaggiatori ma, probabilmente, comporterebbe anche degli svantaggi economici per l’aeroporto in questione. (4) Le delegazioni estere in missione ufficiale in Svizzera (capi di Stato, ministri ecc.) e i familiari dei diplomatici non possono essere obbligati a fornire i propri dati personali e sanitari. Attualmente sono in vigore delle disposizioni informali secondo cui è necessario contattare il DFAE qualora le persone appartenenti alle suddette categorie siano oggetto di determinate misure al loro arrivo in Svizzera. I processi interdipartimentali e le basi giuridiche relative all’adozione di misure più approfondite devono tuttora essere chiariti. (5) I giudizi degli esperti circa l’impiego di telecamere a infrarossi per screening medici (thermal scanning, thermal imaging, thermal screening) alle frontiere sono alquanto controversi. Pertanto, nel piano d’azione dell’OMS, il thermal scanning è raccomandato esclusivamente per screening in uscita e solo a partire dalla fase 4. L’analisi dei dati relativi alle persone esaminate mediante thermal scanning durante la crisi SARS del 2003 (EID, Bell et al.) ha rivelato che tale metodo non consente di impedire l’introduzione di un’epidemia. Nel commento a tale analisi si giunge pertanto alla conclusione che, al massimo, l’unico screening in uscita ragionevole sarebbe quello effettuato mediante questionari sanitari. Poiché i risultati degli studi pubblicati finora su questo tema non sono applicabili alla situazione negli aeroporti e alle frontiere, l’UFSP ha commissionato all’EMPA uno studio volto all’elaborazione di raccomandazioni basate su dati concreti (evidence-based). I risultati saranno disponibili a partire dal novembre del 2006 e serviranno all’UFSP per la stesura di raccomandazioni destinate ai Cantoni. Tuttavia, basandosi sulle conoscenze attuali e alle raccomandazioni dell’OMS, l'UFSP non prende in considerazione l’impiego di tali sistemi nell’area airside. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 141 di 251 Fasi 3 Strategia Con l’affissione di manifesti e la distribuzione passiva di un volantino (dispenser, cfr. figura nell’allegato 3) vengono fornite informazioni e raccomandazioni generali a tutti i passeggeri in partenza dalla Svizzera o in transito nel nostro Paese. L’attuazione della strategia, avviata nel 2006, consente di raccogliere importanti esperienze pratiche per quanto riguarda la stampa, la consegna, la distribuzione e il rifornimento di volantini e manifesti. Misure − Approvazione e traduzione di testi per manifesti (D, E, F; cfr. allegato 4) e volantini (D, E, F, I, turco, arabo; cfr. allegato 5). Fusione delle raccomandazioni dell’UFSP e dell’UFV in un unico testo, ovvero lancio di una campagna d’informazione comune; − Concezione di una linea grafica che riprenda sia elementi della campagna dell’UFV sull’influenza aviaria, sia elementi della campagna dell’UFSP sulla SARS. Destinatari: passeggeri in partenza e in transito; − Distribuzione del volantino negli aeroporti nazionali di Basilea, Ginevra e Zurigo, negli stessi punti in cui era stato esposto, nell’autunno del 2005, il volantino dell’UFV. Affissione dei manifesti in tutti gli aeroporti della rete nelle aree di partenza e di transito nonché nelle dogane di entrata; − Comunicazione delle misure previste alla Federazione Svizzera delle Agenzie di Viaggi (SRV) e all’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG); − Negli aeroporti di Basilea e Ginevra, vicini alla frontiera: chiarificazione dei processi relativi alla gestione dei contatti, alla protezione dei lavoratori dalle malattie infettive e alla comunicazione con il pubblico in caso di evento, nonché intensificazione dei contatti con la Francia a livello regionale (DDASS, DRASS) e nazionale (DGS, InVS). Fasi 4 e 5 Strategia Mediante un volantino fronte-retro relativo sia agli arrivi che alle partenze, vengono fornite informazioni generali a tutti i passeggeri, inclusi quelli provenienti da snodi aeroportuali europei e asiatici. Il volantino viene distribuito al pubblico in modo passivo, ovvero attraverso appositi dispenser. È invece prevista una distribuzione attiva per i passeggeri diretti verso Paesi interessati dal virus. I passeggeri provenienti con voli diretti da zone interessate o che hanno viaggiato insieme a persone con (sospettata) influenza di tipo A (HxNy) vengono sottoposti a una specifica registrazione mediante schede di contatto. Misure − Approvazione e traduzione di un testo per manifesti (D, E, F) e volantini (un testo per l’arrivo e uno per la partenza; D, E, F, I e altre lingue in base alla valutazione della situazione epidemiologica). Decisione in merito agli aspetti della medicina umana da approfondire nella fase 4/5 (bozza del testo del volantino negli allegati 6 e 7). Destinatari: tutti i passeggeri; − Distribuzione del volantino in tutti gli aeroporti nazionali, ovvero a Basilea, Ginevra e Zurigo, nei punti in cui era stato esposto il volantino relativo alla fase 3. Inoltre, distribuzione attiva del volantino al check-in per i voli verso zone interessate dal virus e affissione dei manifesti nelle aree di partenza, di transito e di entrata; − Approvazione e traduzione di un testo informativo per la scheda di contatto (D, E, F e altre lingue in base alla valutazione della situazione epidemiologica). Integrazione della scheda informativa con il tagliando per la registrazione dei dati personali (disponibile in sei lingue: D, F, E, malese, cinese semplificato, cinese tradizionale). A seconda della situazione epidemiologica, armonizzazione delle diverse versioni linguistiche (bozza nell’allegato 8); − Concezione di una scheda di contatto basata sulla linea grafica elaborata per la campagna d’informazione relativa al virus H5N1; Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 142 di 251 − Distribuzione delle schede di contatto agli aeroporti per la registrazione dei dati personali di tutti i passeggeri che hanno viaggiato insieme a persone con (sospettata) influenza di tipo A (HxNy), o direttamente alle compagnie aeree che effettuano voli diretti dalle zone interessate dal virus. Approvazione di un testo che l’equipaggio può leggere ai passeggeri prima di distribuirlo (bozza nell’allegato 9); − Informazione sistematica della rete FNRM sulle misure previste e sulle raccomandazioni di viaggio in vigore. Coordinamento delle attività di comunicazione interna ed esterna, laddove necessario. Verifica dell’attuazione delle misure sul posto; − Comunicazione delle misure previste alla Federazione Svizzera delle Agenzie di Viaggi (SRV) e all’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG); − Contributo al coordinamento delle misure negli snodi aeroportuali europei mediante la costituzione di una rete e lo scambio di competenze. Fase 6 Strategia Nella fase 6, l’adozione di misure negli aeroporti è ragionevole soltanto nello stadio iniziale. La strategia da seguire è, altrimenti, quella prevista per la fase 4/5. Misure Le bozze di testo per i manifesti, i volantini e le schede di contatto non sono ancora disponibili. − Approvazione e traduzione di un testo per i manifesti (D, E, F) e i volantini (D, E, F, I e altre lingue in base alla valutazione della situazione epidemiologica). Probabilmente, a questo stadio le raccomandazioni di medicina veterinaria non saranno più valide. Destinatari: tutti i passeggeri; − Distribuzione del volantino a tutti gli aeroporti con collegamenti internazionali. Inoltre, distribuzione attiva del volantino al check-in per i voli verso zone interessate dal virus e affissione dei manifesti nelle aree di partenza, di transito e di entrata; − Approvazione e traduzione di un testo informativo per la scheda di contatto (D, E, F e altre lingue in base alla valutazione della situazione epidemiologica). Integrazione della scheda informativa con il tagliando per la registrazione dei dati personali; − Distribuzione delle schede di contatto agli aeroporti ai fini della registrazione dei dati personali di tutti i passeggeri che hanno viaggiato insieme a persone con (sospetto di) influenza A (HxNy), o direttamente alle compagnie aeree che effettuano voli diretti dalle zone interessate dal virus. Approvazione di un testo che l’equipaggio può leggere ai passeggeri prima di distribuirlo; − Adeguamento e traduzione (D, E, F e altre lingue in base alla valutazione della situazione epidemiologica), per l’influenza A (HxNy), del questionario elaborato per la SARS; − A partire dalla fase 5, distribuzione agli aeroporti di questionari sanitari per la registrazione dei dati sanitari e personali di tutti i passeggeri che hanno viaggiato insieme a persone con (sospetto di) influenza A (HxNy), o direttamente alle compagnie aeree che effettuano voli diretti dalle zone interessate dal virus; − Informazione sistematica della rete FNRM sulle misure previste e sulle raccomandazioni di viaggio in vigore. Coordinamento delle attività di comunicazione interna ed esterna, laddove necessario. Verifica dell’attuazione delle misure sul posto; − Comunicazione delle misure previste alla Federazione Svizzera delle Agenzie di Viaggi (SRV) e all’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG); − Contributo al coordinamento delle misure negli snodi aeroportuali europei mediante la costituzione di una rete e lo scambio di competenze; − Elaborazione di raccomandazioni di comportamento per le persone che si ammalano dopo l’arrivo in Svizzera; − Continuo aggiornamento della strategia aeroportuale in base alle strategie dell’UE e alle misure adottate a livello europeo nel settore sanitario. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 143 di 251 Riferimenti bibliografici European Civil Aviation Conference (ECAC), Working Group on Passenger Health Issues, May 10, 2006: Draft Guidelines for States (allegato 2). European Civil Aviation Conference (ECAC), Working Group on Passenger Health Issues, May 10, 2006: Draft Guidelines for Airport Preparedness (allegato 2). Ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti (RS 818.125.12; stato: 22 dicembre 2003). Ufficio federale della sanità pubblica, in collaborazione con la rete aeroportuale per la salute dei viaggiatori (FNRM): Linee direttrici per l’elaborazione di piani d’emergenza ai fini della gestione di casi di malattie infettive negli aeroporti internazionali della Svizzera; versione 13 del 20.7.2005 (allegato 1). WHA, Revised IHR, Annexe 1B: Core Capacitiy Requirements for Designated Airports, Ports and Ground Crossings. WHO, Global Influenza Preparedness Plan; ANNEX 1: Recommendations for non-pharmaceutical public health interventions. Bell DM, and World Health Organization Working Group on Prevention of International and Community Transmission of SARS. Public health interventions and SARS spread. Emerg Inf Dis 2004; 10 (11): 1900-6. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 144 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 1: Linee guida Linee guida per l’elaborazione di piani d’emergenza ai fini della gestione di casi di malattie infettive negli aeroporti internazionali della Svizzera Ufficio federale della sanità pubblica in collaborazione con la rete aeroportuale per la salute dei viaggiatori (FNRM)1; versione 13 Riassunto In seguito all’epidemia di SARS del 2003, le autorità sanitarie cantonali hanno chiesto all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) di stilare delle linee guida destinate ai membri della rete FNRM per l’elaborazione di piani d’emergenza ai fini della gestione di casi di malattie infettive negli aeroporti internazionali della Svizzera. I piani d’emergenza devono essere elaborati o adeguati dai gestori degli aeroporti in collaborazione con i medici aeroportuali del Servizio sanitario di confine e con le autorità sanitarie cantonali. Le linee guida forniscono dei punti di riferimento per determinare i requisiti che tali piani devono soddisfare, ma lasciano ai responsabili locali il compito di definirne concretamente i contenuti. L’obiettivo dei piani d’emergenza è quello di fornire un supporto decisionale ai gestori degli aeroporti in vista dell’eventuale arrivo in Svizzera di passeggeri con malattie infettive note o emergenti e della conseguente minaccia per la salute pubblica. Le linee guida servono a garantire, mediante l’attuazione delle misure previste, un’assistenza adeguata ai passeggeri nei quali si sospetta o è stata accertata la presenza di malattie contagiose. Quadro della situazione Secondo l’ordinanza del Dipartimento federale dell’interno (DFI) del 15 dicembre 2003 per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti2, in vigore dal 1˚ gennaio 2004, i gestori di aeroporti hanno l’obbligo di allestire un’infrastruttura e un’organizzazione di crisi appropriate. L’elaborazione dei relativi piani d’emergenza, inclusi gli schemi di allarme, costituisce un elemento importante di tale obbligo. I piani d’emergenza devono essere compatibili con le misure per il mantenimento e la tutela della salute pubblica previste dal nuovo Regolamento Sanitario Internazionale3 e basarsi sulle Best Practices4 internazionali elaborate in questo settore. Le presenti linee guida sono state approvate il 23 novembre 2004 dai membri della rete FNRM. 1 Michael Schwyn, Anne Witschi (Basilea); Martin Leibundgut, Samuel Ambühl (Berna); Luc Amiguet, Marc Niquille (Ginevra); Giorgio Marcionni, Ezio Walder (Lugano); Bernard Karrer, Nicolas Troillet (Sion); Sylvia Bucher, Markus Betschart (San Gallo); Rudolf Farner, Robert Steffen (Zurigo). 2 Ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 (RS 818.125.12) 3 World Health Organization/Intergovernmental working group on the revision of the international health regulations. International health regulations: working paper for regional consultations. Geneva, 12 January 2004. 4 Scottish Intercollegiate Guidelines Network. SIGN 50: a guideline developers’ handbook. www.sign.ac.uk/guidelines/fulltext/50/index.html. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 145 di 251 Requisiti dei piani d’emergenza I piani d’emergenza devono essere strutturati in modo da costituire un concreto supporto decisionale per i gestori degli aeroporti nel momento in cui questi ultimi devono decidere le misure da adottare per garantire la salute pubblica in presenza di passeggeri colpiti da malattie infettive note o emergenti, incluse quelle che possono diffondersi in seguito a catastrofi naturali (come ad esempio tsunami, terremoti, eruzioni vulcaniche ecc.). Inoltre, devono essere formulati in maniera tale da rendere possibili decisioni efficienti ed efficaci. La loro attuabilità dev’essere controllata periodicamente dopo la loro introduzione. I metodi più comuni per la valutazione di processi e piani d’emergenza sono le esercitazioni teoriche (tabletop exercises) e le simulazioni di emergenza (simulated real life exercises). Agli aeroporti con collegamenti intercontinentali si raccomanda di eseguire ogni due anni una valutazione mediante simulazioni di emergenza, e ciò nel quadro delle esercitazioni periodiche dell’International Civil Aviation Organization (sotto la vigilanza dell’Ufficio federale dell’aviazione civile) o come esercitazioni separate. Agli aeroporti che effettuano in prevalenza collegamenti su scala europea si raccomanda invece di eseguire la valutazione ogni due anni in base a esercitazioni teoriche o nel quadro di esercitazioni comuni con altri aeroporti. Inoltre, i responsabili della gestione dell’emergenza e i medici aeroportuali del Servizio sanitario di confine dovrebbero partecipare, in qualità di ospiti, alle simulazioni di emergenza effettuate negli aeroporti intercontinentali. Poiché i piani d’emergenza devono essere fondati sulle Best Practices internazionali, dovrebbero contenere anche delle direttive per il loro aggiornamento e la loro revisione su base regolare. La revisione dei piani dovrebbe essere eseguita a intervalli regolari (almeno ogni 2 anni) dai medici aeroportuali del Servizio sanitario di confine, dai gestori degli aeroporti e dalle autorità sanitarie cantonali, in collaborazione con l’UFSP, tenendo conto delle nuove conoscenze in ambito sanitario e giuridico. Ulteriori indicazioni per l’elaborazione di piani d’emergenza relativi agli aroporti sono ottenibili presso le organizzazioni dell’aviazione internazionale (ad es. ICAO) o sui relativi siti Internet. Requisiti relativi al contenuto dei piani Nel quadro di una strategia globale d’emergenza, l’UFSP raccomanda di disciplinare i seguenti settori e di suddividere i contenuti dei piani in base a un apposito indice. 1. Obiettivi e basi: in questa sezione vanno inseriti i rinvii alle basi legali e alle più recenti ordinanze5, 6. 2. Organizzazione d’emergenza in presenza di casi di malattie infettive (descrizione delle divergenze rispetto all’organizzazione di crisi di base); compiti e responsabilità fondamentali dei partner coinvolti. 3. Schema di allarme: lo schema definisce chi contatta chi, e in quale ordine, al fine di ottenere informazioni o aiuto per la preparazione o la gestione di un’emergenza sanitaria. Viene in particolare operata una distinzione: - tra i passeggeri già identificati come malati prima dell’atterraggio e quelli il cui stato di malattia è stato riconosciuto soltanto dopo l’atterraggio, e - tra i passeggeri che sostano nell’area airside e quelli che sostano nell’area landside dell’aeroporto. 4. Definizione e descrizione delle possibili emergenze di sanità pubblica legate a una sospetta introduzione di una malattia infettiva pericolosa: a) epidemia significativa all’estero con possibili ripercussioni sulla Svizzera (ad es. SARS, febbre gialla, febbre virale emorragica, colera, peste ecc.); b) uno o più passeggeri ammalatisi durante il volo o immediatamente dopo l’atterraggio e nei quali si sospetta una malattia infettiva pericolosa; 5 Ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti (RS 818.125.12). 6 Ordinanza del 17 giugno 1974 concernente il Servizio sanitario di confine (RS 818.125.1); modifica del 15 dicembre 2003. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 146 di 251 c) epidemia significativa in Svizzera (lo scenario e le corrispondenti raccomandazioni saranno elaborati in seguito). 5. Misure generali: a) predisposizione di un locale adeguato per la registrazione dei dati personali e l’effettuazione del controllo sanitario, ovvero per la prima selezione dei passeggeri (dimensioni, possibilità di separazione dei casi sospetti); b) predisposizione di un adeguato locale di sorveglianza in cui i passeggeri potenzialmente infetti o ammalati possono essere isolati prima del trasporto in ospedale o in un apposito centro di sorveglianza; c)istruzioni per garantire un trasporto sicuro e rapido dei passeggeri potenzialmente infetti o ammalati in un ospedale designato o in un apposito centro di sorveglianza; d)adozione di misure per le persone a bordo di un aereo in cui vengono trasportati in cabina animali potenzialmente infetti o ammalati (persone entrate in contatto con detti animali, personale di cabina, altri passeggeri); e) istruzioni per la comunicazione interna ed esterna (strategia di comunicazione dell’aeroporto in questione, collegamento con la strategia di comunicazione della rete FNRM); f) designazione di enti o persone responsabili per: − il reperimento delle liste di passeggeri delle compagnie aeree, l’organizzazione dei dati personali dei passeggeri al fine di risalire ai contatti e l’inoltro di tali dati all’UFSP; − predisposizione del locale per la selezione e l’organizzazione del materiale (requisiti minimi: guanti e apposite mascherine per il personale, mascherine adeguate per i passeggeri potenzialmente infetti o ammalati, lettino da visita, paravento, termometri nonché materiale da cancelleria per la compilazione delle schede di contatto e dei questionari sanitari); − predisposizione del locale di sorveglianza e organizzazione del materiale (requisiti minimi: tuta protettiva, guanti e apposite mascherine il personale, mascherine adeguate per i passeggeri potenzialmente infetti o ammalati, letto da campo o posto a sedere, coperte nonché materiale da cancelleria per la compilazione delle schede di contatto e dei questionari sanitari) − presa in consegna di animali potenzialmente infetti o ammalati che sono stati trasportati in cabina durante il volo, trasferimento presso il veterinario di confine e dichiarazione del caso all’Ufficio federale di veterinaria e all’UFSP; − dichiarazione di malattie rilevanti all’UFSP (dichiarazioni obbligatorie e informali, incluse quelle relative a zoonosi); − garanzia della comunicazione interna (direzione e personale dell’aeroporto) ed esterna (autorità sanitarie cantonali, FNRM, UFSP, media, pubblico). 6. Misure in caso di epidemia all’estero: a) istruzioni per l’informazione delle compagnie aeree; b) istruzioni per l’informazione dei passeggeri da parte del personale di cabina; c) designazione di enti o persone responsabili per: − la raccolta di informazioni e la presa in consegna di schede di contatto e questionari sanitari7; − l’inoltro delle informazioni e delle schede di contatto alle compagnie aeree, le quali, in caso d’impiego di schede di contatto, sono responsabili della loro distribuzione nonché della loro compilazione completa e della loro raccolta durante il volo; − presa in consegna delle schede di contatto ai gate e loro conservazione, in conformità alle disposizioni sulla protezione dei dati, in un locale chiudibile a chiave e con accesso limitato e controllato; 7 Le informazioni, le schede di contatto e i questionari sanitari vengono messi a disposizione dall’UFSP. Per “informazioni” si intendono dei volantini con un testo incisivo e una grafica piacevole, scritti in diverse lingue e distribuiti ai passeggeri durante il volo o nell’area airside mediante un apposito dispenser. Le “schede di contatto” sono invece dei moduli in varie lingue contenenti brevi informazioni per la registrazione dei dati personali. Grazie a tali dati è infatti possibile risalire ai passeggeri che, durante il viaggio, possono aver avuto contatti con persone ammalate, e ciò anche dopo che tali passeggeri hanno lasciato l’aeroporto. Per “questionario sanitario”, infine, si intende un modulo in diverse lingue contenente brevi informazioni per la registrazione dello stato di salute e dei dati personali dei passeggeri di un determinato volo. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 147 di 251 − trasmissione delle schede di contatto all’UFSP qualora quest’ultimo necessiti di determinate schede per risalire ai contatti dei pazienti o ne consenta la distruzione in quanto non più utilizzate; − raccolta, negli appositi locali di selezione e di sorveglianza, delle schede di contatto e dei questionari sanitari e loro inoltro all’UFSP o a un ente incaricato da quest’ultimo di risalire ai contatti e di analizzare i dati. 7. Misure in caso di sospetta introduzione di una malattia infettiva pericolosa: a) misure nel caso in cui uno o più passeggeri si ammalino durante il volo o immediatamente dopo l’atterraggio; b) misure applicabili alle persone non ammalate (entrate in contatto con soggetti infetti, personale di cabina, altri passeggeri) a bordo di un aereo che trasporta passeggeri ammalati; c) misure per la disinfezione degli aerei dopo emergenze sanitarie d’importanza internazionale (incluso il sospetto di febbre gialla, febbre virale emorragica, colera e peste). 8. Misure in caso di epidemia in Svizzera 9. Allegati: a) terminologia e abbreviazioni b) persone di contatto presso l’UFSP c) persone di contatto presso gli aeroporti appartenenti alla rete e presso il Servizio sanitario di confine d) persone di contatto presso le autorità e le istituzioni sanitarie locali e) ulteriori allegati (planimetria ecc.). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 148 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 2: ECAC Guidelines for States und ECAC Guidelines for Airport Preparedness Secondo le raccomandazioni della CONFÉRENCE EUROPÉENNE DE L’AVIATION CIVILE ECAC, riportiamo qui di seguito il documento originale. Al momento della pubblicazione del Piano pandemico svizzero 2006, il testo era disponibile soltanto in francese e in inglese; l’UFSP non prevede di tradurlo. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 149 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 150 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 151 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 152 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 153 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 154 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 155 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 156 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 157 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 158 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 159 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 160 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 161 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 162 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 163 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 164 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 165 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 166 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 167 di 251 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 168 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 3: Dispenser in cartone per i volantini 40 I volantini possono essere collocati nell’apposito dispenser, non suddiviso in comparti (aspetto da considerare in caso di volantini in diverse lingue). 100 40 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 169 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 4: Manifesto (misura attuata nella fase 3) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 170 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 5: Volantino (misura attuata nella fase 3) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 171 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 6: Volantino per i passeggeri in arrivo (bozza di testo per la fase 4/5) VIRUS INFLUENZALE HxNy Ai viaggiatori provenienti da regioni con trasmissione interumana del virus influenzale HxNy L’influenza HxNy, finora diffusasi principalmente come epizoozia (influenza aviaria H5N1), è stata trasmessa in rari casi anche all’uomo. Di recente si sono registrati alcuni contagi tra esseri umani. Tuttavia, il rischio che turisti o persone in viaggio per affari si ammalino fuori dalle regioni direttamente colpite è esiguo. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda di prestare attenzione ai seguenti sintomi nei 7 giorni successivi all’arrivo in Svizzera: febbre alta (oltre 38°C), accompagnata da tosse, disturbi respiratori, diarrea o mal di gola. In presenza dei suddetti sintomi influenzali: telefonare immediatamente a un medico informare il medico sul proprio percorso di viaggio. Al ritorno in Svizzera devono essere osservati il divieto d’importazione emanato dall’Ufficio federale di veterinaria (UFV) e le raccomandazioni per la protezione dei volatili svizzeri: non importare uccelli vivi, carne di volatili, uova o piume, evitare di visitare allevamenti di pollame nelle due settimane che seguono il rientro in Svizzera. Ulteriori informazioni: www.bag.admin.ch e www.who.int o hotline dell’UFSP per l’influenza: +41 (0)31 322 21 00. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 172 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 7: Volantino per i passeggeri in partenza, bozza di testo per la fase 4/5 VIRUS INFLUENZALE HxNy Ai viaggiatori verso regioni con trasmissione interumana del virus influenzale HxNy L’influenza HxNy, finora diffusasi principalmente come epizoozia (influenza aviaria H5N1), è stata trasmessa in rari casi anche all’uomo. Di recente si sono registrati alcuni contagi tra esseri umani. Tuttavia, il rischio che turisti o persone in viaggio per affari si ammalino fuori dalle regioni direttamente colpite è esiguo. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda di seguire le seguenti regole di comportamento durante il soggiorno in un Paese colpito: evitare le regioni in cui si riscontrano trasmissioni interumane, evitare contatti con persone che presentano una sintomatologia sospetta, telefonare a un medico locale in caso di febbre oltre i 38° C e disturbi respiratori, consumare unicamente cibi ben cotti, evitare qualsiasi contatto con volatili o uccelli acquatici. In vista del ritorno in Svizzera, occorre osservare il divieto d’importazione emanato dall’Ufficio federale di veterinaria (UFV): non importare uccelli vivi, carne di volatili, uova o piume. Lista delle regioni colpite e ulteriori informazioni: www.bag.admin.ch www.who.int o hotline dell’UFSP per l’influenza: +41 (0)31 322 21 00. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 173 di 251 e Misure negli aeroporti Allegato 8: Scheda di contatto con testo informativo (bozza per la fase 4/5) Informazioni ai viaggiatori provenienti da regioni con trasmissione interumana del virus influenzale HxHy Registrazione dei dati dei viaggiatori La registrazione e l’analisi dei dati personali e delle informazioni sullo stato di salute dei viaggiatori avvengono in base alla legge sulle epidemie (art. 7), all’ordinanza concernente il Servizio sanitario di confine (art. 1a) e all’ordinanza per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti (art. 2b, 2c). Come si trasmette l’influenza HxNy? L’influenza HxNy, finora diffusasi principalmente come epizoozia (influenza aviaria H5N1), è stata trasmessa in rari casi anche all’uomo. Di recente si sono registrati alcuni contagi tra esseri umani. Tuttavia, il rischio che turisti o persone in viaggio per affari si ammalino fuori dalle regioni direttamente colpite è esiguo. Perché si viene colpiti? Durante un soggiorno in regioni colpite dal nuovo virus influenzale è possibile entrare in contatto con animali o persone che hanno contratto l’influenza HxNy. Se nei 7 giorni successivi al contatto si avvertono sintomi influenzali con febbre alta (oltre 38°C) accompagnata da tosse, disturbi respiratori, diarrea o mal di gola, occorre telefonare immediatamente a un medico. Si prega inoltre di informare il medico sul proprio percorso di viaggio e di consegnargli la presente scheda informativa. Ulteriori informazioni Hotline dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP): +41 (0)31 322 21 00; Internet: http://www.bag.admin.ch/ Si prega di conservare la presente scheda informativa per 7 giorni Persönliche Daten/Données personnelles/Personal data/Dati personali Abreisedatum/Date de départ/Date of departure/Data di partenza: ………………………………… Flug-Nr./N° de vol/Flight number/N. di volo ………………………………………………………….….. Sitz-Nr./N° de siège/Seatnumber/N. di posto:……………………………………………..…………….. Name/Nom/Last name/Cognome: …………………………………………………………………..………… Vorname/Prénom/First name/Nome: ………..….…….…………..……………………………...…………… Geburtsdatum/Date de naissance/Date of birth /Data di nascita: ………………………………………… Ständige Adresse/Adresse du domicile/Home address/Residenza Strasse und Nr./Rue et n°/Street no./Via e n.: ……………………………………………………………… PLZ und Ort/Code postal et ville/Zip code and city/ NAP e località:………………………........................ Land/Pays/Country/Paese: ………………………… ……………………………………………..………….. Telefonnummer/Numéro de téléphone/Telephone number/Telefono: ………………………….……….. Mobilnummer/Numéro de mobile/mobile number/Cellulare: ……………………………….…………….. Kontaktadresse während der nächsten drei Wochen (falls nicht identisch mit der ständigen Adresse)/Adresse de contact durant les trois semaines à venir (si différente de l’adresse du domicile)/Contact address during the next three weeks (if different from home address)/Indirizzo di contatto per le prossime tre settimane (se diverso da quello di domicilio) Strasse und Nr./Rue et n°/Street no./Via e n.: …………………………………………………….……….. PLZ und Ort/Code postal et ville/Zip code and city/ NAP e località: ……………………………………… Land/Pays/Country/Paese: ……………… …………………………………….………………………………. Telefonnummer/Numéro de téléphone/Telephone number/Telefono: …………………………..…..…… Mobilnummer/Numéro de mobile/mobile number/Cellulare: ………………………………...…………….. Massnahme gestützt auf die Verordnung über den Grenzsanitätsdienst (Art. 1a) und die Verordnung des Eidgenössischen Departements des Innern zur Verhinderung der Einschleppung von neu auftretenden Infektionskrankheiten (Art. 2b). Mesure à prendre en vertu de l’Ordonnance sur le Service sanitaire de frontière (art. 1a) et de l’Ordonnance du Département fédéral de l’intérieur sur la prévention de l’introduction de nouvelles maladies infectieuses émergentes (art. 2b). Measure based on the Ordinance relating to the Border Health Services (Art. 1a) and on the Ordinance of the Swiss Federal Department of Home Affairs for the Prevention of the Introduction of Emerging Infectious Diseases (Art. 2b). Misura basata sull’ordinanza concernente il Servizio sanitario di confine (art. 1a) e sull’ordinanza del Dipartimento federale dell’interno per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti (art. 2b). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 174 di 251 Misure negli aeroporti Allegato 9: Testo per il personale di cabina (bozza per la fase 4/5) Announcement Text for Cabin Crew prior to Distribution of the Swiss Contact Tracing Card on Influenza A (HxNy) to Passengers Bound for Destinations in Switzerland ________________________________________________________________________________ Ladies and Gentlemen, According to the Swiss Law concerning the prevention of emerging infectious diseases, we are now going to distribute a flyer with information about influenza A (HxNy). On the same sheet, you will find a questionnaire issued by the Swiss Health Authorities. This questionnaire is important for your health. If a person on this aircraft is diagnosed with influenza A (HxNy) after the flight, the information provided will allow the Swiss authorities to contact you immediately for further advice. Please complete one questionnaire per person, also for the children traveling with you. If you feel insecure of how to complete the questionnaire, please don’t hesitate to contact a crew member. It is very important to answer all questions. Detach the questionnaire and keep the information part. The questionnaire will be collected by the crew shortly before landing. Keep the information part during the next 7 days. In case you fall ill, please contact your physician by phone, take along this information sheet and inform him about your trip. Thank you for your cooperation. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 175 di 251 6 Farmaci antivirali L’uso di farmaci antivirali è considerato un’importante misura farmacologica in caso di pandemia influenzale: con ogni probabilità, infatti, nei primi mesi di una pandemia non è disponibile nessun vaccino efficace contro il nuovo sottotipo di virus influenzale o le quantità di vaccino fabbricate a quel momento sono troppo scarse per vaccinare tempestivamente l’intera popolazione. I farmaci antivirali possono essere impiegati sia nella terapia che nella profilassi dell’influenza. Siccome l’azione degli antivirali non ha nessun influsso sull’immunizzazione mediante vaccini inattivati, è anche possibile combinarli con una vaccinazione (assicurando così una protezione durante lo sviluppo dell’immunità). Particolarmente importante è iniziare il trattamento con gli antivirali il più presto possibile. In caso di pandemia, la domanda di farmaci antivirali aumenta fortemente e supera i quantitativi prodotti normalmente. Per evitare esaurimenti delle scorte, la Confederazione adotta misure preventive volte a garantire la disponibilità di antivirali e la loro fornitura tempestiva alla popolazione in caso di pandemia. Ai sensi dell’ordinanza concernente la costituzione di scorte obbligatorie di medicamenti (RS 531.215.31), dal 1° aprile 2004 per gli inibitori della neuraminidasi vige l’obbligo di costituire scorte obbligatorie in vista di situazioni di penuria, segnatamente di una pandemia influenzale. In caso di pandemia, le scorte obbligatorie devono permettere di trattare a titolo terapeutico tutti i malati (25% della popolazione in base allo «scenario peggiore» dell’OMS) e a titolo profilattico il personale sanitario, in modo da assicurare l’assistenza sanitaria di base. Qui di seguito sono illustrati gli obiettivi e le ipotesi di lavoro nonché le strategie e le misure per ogni fase. La descrizione dei farmaci antivirali ammessi e delle loro indicazioni d’uso, una sintesi delle competenze nonché spiegazioni sulle scorte e sulla distribuzione dei farmaci in caso di bisogno figurano nell’allegato a questo capitolo. Sono illustrati anche alcuni aspetti relativi al finanziamento della terapia e della profilassi antivirali nelle varie fasi della pandemia. Obiettivi In tutte le fasi pandemiche, la terapia e la profilassi con farmaci antivirali perseguono i seguenti obiettivi: − riduzione del rischio individuale di ammalarsi (morbidità) − riduzione del numero di decessi (mortalità) − prevenzione della diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale nel periodo di allerta pandemico − protezione delle persone che occupano posizioni chiave nella risposta alla pandemia (profilassi) Per raggiungere questi obiettivi è necessario un piano di stoccaggio e distribuzione in funzione dei bisogni, che consenta di somministrare tempestivamente i farmaci antivirali. Ipotesi Le ipotesi seguenti sono estratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006: − Per la Svizzera, gli scenari «worst case» si basano su un tasso di attacco del 25% della popolazione. − Il nuovo sottotipo di virus influenzale può diffondersi in Svizzera partendo dall’epicentro dei primi focolai (ipotesi Asia) in qualsiasi stagione, ma presumibilmente ci vogliono da 3 a 6 mesi prima che un’ondata pandemica raggiunga la Svizzera. − Un’ondata pandemica dura da 8 a 12 settimane. − Il virus pandemico è sensibile al principio attivo oseltamivir (Tamiflu®) in dosi di 75 mg due volte al giorno per 5 giorni a titolo terapeutico e di 75 mg al giorno a titolo profilattico. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 176 di 251 − Il virus pandemico non sviluppa nessuna resistenza all’oseltamivir prima che la pandemia raggiunga la Svizzera. − Al momento della pandemia, il Tamiflu®/oseltamivir è un farmaco ben tollerato. Non sono noti effetti indesiderati, fattori di rischio o interazioni. − Dal punto di vista medico, il Tamiflu®/oseltamivir può essere impiegato a scopo profilattico per più di 6 settimane se necessario, benché secondo le informazioni degli esperti la sicurezza e l’efficacia siano dimostrate solo fino a una durata di 6 settimane (stato giugno 2006). − La durata della terapia e della profilassi può essere determinata in modo definitivo solo dopo che le caratteristiche del virus pandemico, per ora sconosciute, saranno note. − Le variazioni regionali del tasso di attacco sono minime. Qui di seguito è descritta la procedura generale di distribuzione dei farmaci antivirali alla popolazione nelle varie fasi pandemiche. Indicazioni dettagliate potranno essere formulate solo dopo che si conosceranno le caratteristiche del virus pandemico (virulenza, epidemiologia, ecc.). Le raccomandazioni applicabili, aggiornate man mano, figurano nell’allegato 4. Fase 3 Strategia In questa fase, i casi di infezione umana da nuovo sottotipo virale sono molto sporadici: si tratta di casi dovuti unicamente al contatto con animali infetti e di norma non trasmessi da uomo a uomo. La somministrazione terapeutica o profilattica di antivirali è indicata nelle seguenti situazioni: − trattamento di persone con sospetta o confermata infezione da un nuovo sottotipo di influenza; − profilassi post-esposizione per persone venute a contatto con una persona infetta da un nuovo sottotipo di influenza senza una protezione sufficiente; − profilassi post-esposizione per persone venute a contatto con un animale infetto da un nuovo sottotipo di influenza senza una protezione sufficiente; − profilassi pre-esposizione per il personale coinvolto nella lotta alle epizoozie. Misure I casi sospetti e confermati sono ospedalizzati sotto la vigilanza delle autorità sanitarie cantonali. Per il trattamento dei malati e la profilassi post-esposizione delle persone venute a contatto con persone o animali infetti si utilizzano le scorte di farmaci antivirali degli ospedali. Per la profilassi preesposizione del personale coinvolto nella lotta alle epizoozie si utilizzano invece le scorte dei servizi cantonali competenti. Per le raccomandazioni attuali dell’UFSP in merito alla procedura in caso di sospetto di infezione da un nuovo sottotipo di virus influenzale si rimanda al capitolo 5.5 («Gestione di casi sospetti ») del Piano pandemico svizzero 2006 e all’indirizzo http://www.bag.admin.ch/themen/medizin/00682/00684/01112/index.html?lang=fr. L’uso di antivirali per la terapia e la profilassi deve essere sorvegliato (monitoraggio dell’efficacia, degli effetti indesiderati, delle interazioni). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 177 di 251 Fase 4 Strategia Identificazione rapida di un focolaio infettivo riconducibile a una trasmissione da uomo a uomo. L’impiego di farmaci antivirali per il trattamento dei malati e segnatamente per la profilassi postesposizione delle persone esposte (gestione dei contatti) mira a interrompere la catena di trasmissione e a eliminare il focolaio infettivo. La somministrazione terapeutica o profilattica di farmaci antivirali è indicata nelle seguenti situazioni: − come nella fase pandemica 3 e in aggiunta: − trattamento di persone sospette di infezione da un nuovo sottotipo di influenza trasmissibile da uomo a uomo, una volta confermati i criteri; − profilassi post-esposizione di persone venute a contatto con persone sospette di infezione da un nuovo sottotipo di influenza trasmissibile da uomo a uomo (gestione dei contatti); − profilassi pre-esposizione del personale medico e paramedico esposto. Misure Se a livello mondiale si sviluppa un nuovo ceppo virale trasmissibile da uomo a uomo, può essere necessario distribuire una notevole quantità di Tamiflu® (da alcune centinaia ad alcune migliaia di confezioni) nel giro di brevissimo tempo in una regione forse (molto) limitata (alcuni Comuni, alcuni Cantoni), ad esempio per arginare un focolaio infettivo importato del nuovo sottotipo di virus influenzale e impedirne la diffusione (containment). La Confederazione (UFSP) assicura la fornitura di farmaci antivirali per la fase pandemica 4, costituendo presso la Farmacia dell’esercito una scorta centrale di circa 10 000 confezioni di un antivirale, che può essere mobilitata e trasportata nei Cantoni colpiti nel giro di alcune ore. L’accesso alle scorte d’emergenza è disciplinato dai piani pandemici cantonali e dall’UFSP. L’UFSP elabora, in collaborazione con la Società svizzera di malattie infettive (SSI), delle raccomandazioni per la terapia e la profilassi nella fase pandemica 4. Fase 5 Strategia Massimizzare gli sforzi per arginare o ritardare la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale, allo scopo di cercare di evitare una pandemia e guadagnare tempo per le contromisure. La somministrazione profilattica e terapeutica di farmaci antivirali si basa sugli stessi criteri della fase pandemica 4. Per il trattamento dei malati, la profilassi post-esposizione delle persone a contatto e la profilassi preesposizione del personale medico e paramedico coinvolto si utilizzano, se necessario, i farmaci antivirali delle scorte obbligatorie conformemente alle raccomandazioni e ai criteri dell’UFSP. Se ve ne sono ancora, vengono impiegati a tale scopo anche i farmaci della fase pandemica 4. Misure − L’UFSP elabora, in collaborazione con la Società svizzera di malattie infettive (SSI), delle raccomandazioni per la terapia e la profilassi nella fase pandemica 5. − Per consentire l’accesso alle scorte obbligatorie, quando si verifica o si delinea una situazione di penuria (segnalazione da parte del depositario delle scorte obbligatorie) il Consiglio federale deve porre in vigore un’ordinanza corrispondente. L’UFSP osserva l’evoluzione mondiale della pandemia e in caso di minaccia chiede all’UFAE di emanare l’ordinanza. Tale richiesta è considerata opportuna non appena si verifica la fase 5 della pandemia in un Paese europeo o mediterraneo o la fase 6 in qualsiasi paese nel mondo. Se le scorte obbligatorie sono liberate, si applicano contemporaneamente misure di controllo e di gestione. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 178 di 251 − Per la profilassi del personale medico e paramedico all’interno delle istituzioni, i Cantoni possono acquistare un determinato quantitativo di principio attivo (olsetamivir) dalle scorte obbligatorie. La Confederazione, infatti, attribuisce ai Cantoni contingenti di oseltamivir fosfato in polvere. Per il calcolo del contingente è determinante il numero di persone che lavorano presso le istituzioni. − Distribuzione dei farmaci antivirali delle scorte ai Cantoni: spetta alla Confederazione liberare tempestivamente le scorte obbligatorie e attribuire i contingenti ai Cantoni. Ogni Cantone può ottenere al massimo la quantità di antivirali sufficiente per trattare il 25% della popolazione residente. I farmaci sono distribuiti ai Cantoni in più forniture parziali, cominciando con una prima consegna di 1/10 della quantità attribuita al momento della liberazione delle scorte obbligatorie (sufficiente per trattare il 2,5% della popolazione). − Le scorte obbligatorie di farmaci antivirali corrispondono al fabbisogno necessario al trattamento del 25% della popolazione e alla profilassi di 250 000 operatori sanitari più una riserva del 10% circa, che la Confederazione può utilizzare per compensare variazioni regionali dei bisogni nei Cantoni. − Distribuzione dei farmaci antivirali all’interno dei Cantoni: dopo la liberazione del contingente da parte della Confederazione, i Cantoni devono provvedere a una distribuzione in funzione dei bisogni. Spetta ai Cantoni disciplinare la distribuzione dei farmaci ai fornitori. Già prima della pandemia stabiliscono come intendono impostare la distribuzione all’interno del Cantone. Sostanzialmente entrano in considerazione due varianti (vedi anche allegato 5 ): a) distribuzione attraverso i normali canali del mercato (farmacie, studi medici) b) distribuzione attraverso ambulatori specializzati istituiti ad hoc in caso di pandemia: i Cantoni creano dei centri, i cosiddetti ambulatori specializzati per la cura dell’influenza, a cui possono rivolgersi i malati con sospetto di influenza. Solo i medici di questi centri sono autorizzati a prescrivere e fornire antivirali. Prescrizioni o disposizioni dettagliate concernenti i canali di distribuzione e la gestione del flusso di farmaci figurano nei piani pandemici cantonali. Fase 6 Strategia Impiego di farmaci antivirali per il trattamento dei malati e la profilassi del personale medico e paramedico. La gestione dei contatti è adattata in base alla situazione epidemiologica. L’UFSP elabora, in collaborazione con la Società svizzera di malattie infettive (SSI), delle raccomandazioni per la terapia e la profilassi nella fase pandemica 6. La distribuzione dei farmaci antivirali si basa sulle stesse strategie della fase 5. Finanziamento I farmaci antivirali (compresa la prescrizione medica) per il trattamento dei malati e la profilassi preesposizione o post-esposizione sono finanziati attraverso i sistemi assicurativi esistenti (legge sull’assicurazione contro gli infortuni LAINF/legge sull’assicurazione malattie LAMal). Ciò presuppone che il Tamiflu® sia inserito nell’elenco delle specialità (ES) con un’indicazione corrispondente. L’UFSP prevede una decisione in tal senso. I vari sistemi assicurativi intervengono come segue: - Profilassi pre-esposizione: per le persone che vengono a contatto con malattie infettive e agenti patogeni nell’ambito della loro attività professionale in ospedali, laboratori, istituti di ricerca e simili e le persone che possono ammalarsi attraverso contatti professionali con animali, i costi sono a carico del datore di lavoro (sistema LAINF). Per i lavoratori indipendenti e le altre persone, i costi sono assunti dagli assicuratori malattie (sistema LAMal). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 179 di 251 - Profilassi post-esposizione: per le persone che vengono a contatto con malattie infettive e agenti patogeni nell’ambito della loro attività professionale in ospedali, laboratori, istituti di ricerca e simili e le persone che possono contagiarsi attraverso contatti professionali con animali, i costi sono a carico dell’assicurazione contro gli infortuni se sussiste un pericolo concreto o un sospetto motivato di infezione in seguito a esposizione diretta al rischio di contagio nell’ambito dell’attività professionale (sistema LAINF). Se questa condizione non è soddisfatta e per le altre categorie di persone, i costi sono assunti dagli assicuratori malattie (sistema LAMal). - Terapia: i costi del trattamento terapeutico con farmaci antivirali sono assunti dagli assicuratori malattie (sistema LAMal). Sono fatte salve eventuali prestazioni obbligatorie a carico dell’assicurazione contro gli infortuni nei casi in cui la malattia è qualificata come malattia professionale (sistema LAINF). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 180 di 251 Farmaci antivirali Allegato 1: Farmaci antivirali disponibili Sono disponibili tre tipi di principi attivi antivirali che inibiscono la riproduzione dei virus influenzali in varie fasi: i due inibitori della neuraminidasi zanamivir e oseltamivir, l’amantadina e la rimantadina nonché la ribavirina. Quest’ultima non è tuttavia impiegata per combattere l’influenza, benché in vitro sia osservabile un’inibizione della replicazione dei virus. 1 Inibitori della neuraminidasi I due inibitori della neuraminidasi ammessi in Svizzera, l’oseltamivir (Tamiflu®) e lo zanamivir (Relenza®), agiscono contro i virus dell’influenza A e B in modo simile. Entrambi possono essere impiegati per la profilassi pre-esposizione e post-esposizione. Per ottenere il massimo beneficio devono essere somministrati il più presto possibile, idealmente entro 36 ore dalla comparsa dei primi sintomi. Gli inibitori della neuraminidasi bloccano l’enzima neuraminidasi virale, impedendo la distruzione dei recettori virali sulla superficie della cellula ospite. I nuovi virus formati dalla cellula ospite restano così attaccati ai recettori e non possono diffondersi ulteriormente. Diminuisce quindi la quantità di virus liberati, che potrebbero infettare altre cellule. Gli inibitori della neuraminidasi riducono la durata e l’intensità della malattia e frenano l’eliminazione virale. Sotto la loro azione diminuisce anche il tasso di complicazioni. Siccome non influenzano la risposta immunitaria contro la vaccinazione antinfluenzale, gli inibitori della neuraminidasi possono essere somministrati a titolo profilattico anche dopo la vaccinazione, allo scopo di proteggere da un’infezione influenzale fino al momento in cui si sviluppa l’immunità indotta dalla vaccinazione. Benché, in base alle esperienze fatte finora, contro gli inibitori della neuraminidasi i virus dell’influenza A sviluppino meno resistenze che non contro l’amantadina, in alcuni casi sono stati rilevati virus resistenti all’oseltamivir. Studi su bambini malati di influenza stagionale in Giappone hanno inoltre rivelato che nei bambini si sviluppano agenti resistenti più rapidamente che negli adulti. Sono necessarie altre indagini per chiarire il rischio di sviluppo di resistenze – considerando anche il rischio di resistenza incrociata allo zanamivir, teoricamente possibile. Oseltamivir L’oseltamivir è un profarmaco trasformato nel metabolita attivo oseltamivir carbossilato solo nell’epitelio intestinale e/o nel fegato. In commercio si trovano due forme orali di oseltamivir: capsule (10 capsule di Tamiflu® da 75 mg) per adulti e bambini a partire da 13 anni nonché una sospensione (sospensione di Tamiflu® da 52 ml con 12 mg/ml) per bambini a partire da un anno. Nausea e vomito sono gli effetti collaterali osservati più spesso rispetto al placebo. Questi sintomi, di natura temporanea, si sono manifestati dopo l’assunzione della prima dose. Per il momento non sono disponibili dati che dimostrino l’efficacia del Tamiflu® su persone affette da asma, malattie croniche delle vie respiratorie, immunosoppressione e altre malattie croniche. 1 La ribavirina ha un’azione inibitoria sulle fasi dell’espressione genica e della replicazione. È incorporata nel genoma virale in forma fosforilata come analogo della base. Il meccanismo di azione non è ancora stato chiarito esattamente. La ribavirina non agisce solo contro i virus dell’influenza, ma inibisce la riproduzione di tutti i virus RNA. Il farmaco è impiegato per trattare alcune gravi infezioni respiratorie virali per le quali non vi sono possibilità di trattamento alternative. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 181 di 251 Zanamivir Lo zanamivir (Relenza®) è usato come inalante (orale) sotto forma di diskhaler (disco con 20 o 28 dosi da 5 mg di zanamivir l’una).È ammesso per la terapia su bambini a partire da 5 anni e per la profilassi a partire da 12 anni. Gli effetti collaterali dello zanamivir sono simili a quelli indotti dal placebo. Finora non è stato pubblicato nessuno studio sull’impiego di Relenza® su pazienti affetti da gravi forme di asma, malattie croniche delle vie respiratorie, immunosoppressione e altre malattie croniche gravi e nella terapia di bambini minori di 5 anni nonché nella profilassi di bambini minori di 12 anni. Su pazienti affetti da asma o da malattia polmonare cronica ostruttiva (COPD) bisogna soppesare accuratamente rischi e benefici. È necessario in particolare segnalare al paziente il rischio di broncospasmo e mettergli a disposizione un broncodilatatore ad azione rapida. Amantadina e rimantadina L’amantadina e la rimantadina, efficaci contro i virus dell’influenza A, agiscono in base allo stesso meccanismo. In Svizzera è ammessa unicamente l’amantadina cloridrato (Symmetrel®). L’amantadina e la rimantadina agiscono sulla proteina M2 dei virus dell’influenza A: bloccando questa proteina, impediscono che, una volta penetrato nella cellula, il virus vi liberi il suo genoma. Per quanto riguarda l’impiego profilattico di farmaci contenenti amantadina, vari studi hanno evidenziato una riduzione degli attacchi da virus dell’influenza A compresa tra il 70 e il 90%. La somministrazione dell’amantadina entro 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi d’influenza può inoltre attenuare sensibilmente l’intensità dei sintomi e la durata della febbre. Non è noto tuttavia se questa terapia sia in grado di abbassare anche il tasso di complicazioni in seguito a un’infezione da influenza A nelle persone che presentano fattori di rischio. Gli effetti collaterali dell’amantadina riguardano il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale e si risolvono nel giro di 1 o 2 giorni dall’interruzione del trattamento. Il trattamento antivirale con amantadina e rimantadina può provocare lo sviluppo di virus dell’influenza A resistenti ai farmaci. L’eliminazione di virus resistenti è osservabile nelle persone trattate entro 2-5 giorni dall’inizio del trattamento. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 182 di 251 Pro e contro dei farmaci antivirali Amantadina (Symmetrel®) Oseltamivir (Tamiflu®) Zanamivir (Relenza®) Pro ⋅ Impiegata da più di 30 anni nella terapia e nella profilassi dell’influenza (i rischi sono noti) ⋅ Prezzo basso ⋅ Ampio spettro d’azione contro i virus dell’influenza A eB ⋅ Possibilità di terapia e profilassi ⋅ Basso potenziale di sviluppo di resistenze ⋅ Somministrazione orale ⋅ Pochi effetti collaterali, impiego sicuro ⋅ Terapia e profilassi nei bambini a partire da 1 anno ⋅ Ampio spettro d’azione contro i virus dell’influenza AeB ⋅ Possibilità di terapia e profilassi ⋅ Basso potenziale di sviluppo di resistenze ⋅ Pochi effetti collaterali, impiego sicuro ⋅ Nessun bisogno di adattare le dosi in caso di insufficienza renale o epatica e su pazienti anziani Contro ⋅ Spettro d’azione limitato: ⋅ Nessuna terapia su bambini con meno di 1 anno efficace solo contro i virus dell’influenza A ⋅ In commercio da relativamente poco tempo ⋅ Alto rischio di sviluppo di virus resistenti già dopo ⋅ Prezzo elevato un breve trattamento (2– 3 giorni) ⋅ Effetti collaterali e interazioni indesiderabili ⋅ Ammesso per la terapia e la profilassi su bambini solo a partire da 5 anni ⋅ Somministrabile solo per inalazione ⋅ Inadatto in caso di gravi forme di asma o malattie croniche delle vie respiratorie ⋅ Autorizzato nei bambini per l’uso terapeutico a partire da 5 anni e per l’uso profilattico a partire da 12 anni ⋅ In commercio da relativamente poco tempo ⋅ Prezzo elevato Principali indicazioni sull’uso dei farmaci antivirali Terapia I farmaci antivirali sono destinati al trattamento di soggetti per i quali sussistono motivati sospetti di infezione da un nuovo sottotipo di virus influenzale potenzialmente pandemico o già considerato pandemico. Profilassi post-esposizione (PEP) I farmaci antivirali per la profilassi sono destinati ai soggetti venuti a contatto senza una protezione sufficiente con persone che presentano un’infezione sospetta o confermata da un nuovo sottotipo di virus influenzale, conformemente alle raccomandazioni dell’OMS per le singole fasi pandemiche. Profilassi pre-esposizione Il personale medico e paramedico venuto a contatto con pazienti affetti da influenza deve essere protetto con una profilassi pre-esposizione sotto forma di antivirali finché risulta immune al virus. Secondo le raccomandazioni dell’UFSP e dell’UFV deve beneficiare di una profilassi pre-esposizione anche il personale coinvolto nella lotta alle epizoozie. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 183 di 251 Farmaci antivirali Allegato 2: Tamiflu® Scorte e distribuzione di Tamiflu® Dei tre preparati contro i virus influenzali ammessi attualmente in Svizzera, la Confederazione ha optato per il Tamiflu® o il principio attivo oseltamivir fosfato per la profilassi e la terapia nelle fasi pandemiche da 3 a 6. Il Symmetrel® è stato scartato perché agisce solo contro l’influenza A e oltretutto sono già noti vari ceppi virali con resistenze contro il principio attivo amantadina. Quanto al Relenza®, i volumi in vendita sono troppo piccoli per costituire le scorte obbligatorie. Per assicurare la disponibilità di scorte sufficienti di Tamiflu®, la Confederazione ordina tre forme di stoccaggio: 1. scorte negli ospedali e presso i servizi cantonali responsabili della lotta alle epizoozie (servizi veterinari) 2. scorte di emergenza 3. scorte obbligatorie (ai sensi della legge sull’approvvigionamento del Paese) di Tamiflu® o del principio attivo oseltamivir fosfato Le confezioni di farmaci antivirali che si trovano nei normali canali di distribuzione (fabbricanti, distributori, grossisti, medici, farmacie) o in possesso di pazienti non sono considerate, poiché sono troppo difficili da rilevare e le quantità sono soggette a continue variazioni. Distribuzione Nelle varie fasi della pandemia si utilizzano i tre tipi di scorte: Fase 3: scorte degli ospedali e dei servizi veterinari Fase 4: scorte degli ospedali e dei servizi veterinari nonché scorte di emergenza Fase 5: scorte degli ospedali e dei servizi veterinari nonché scorte di emergenza; se necessario anche farmaci delle scorte obbligatorie Fase 6: per la terapia capsule di Tamiflu® delle scorte obbligatorie; per la profilassi del personale medico e paramedico nelle istituzioni una soluzione acquosa di oseltamivir fosfato, preparata attingendo alle scorte obbligatorie 1. Scorte negli ospedali e presso i servizi cantonali responsabili della lotta alle epizoozie (servizi veterinari) Nel Bollettino UFSP 37/2005, gli ospedali sono invitati a costituire scorte di Tamiflu® sufficienti per 1-5 pazienti, il personale sanitario e le persone venute a stretto contatto con questi pazienti, per un totale di 10 confezioni per paziente (in ogni ospedale dovrebbero quindi essere disponibili da 10 a 50 confezioni). Il 27 settembre 2005, l’UFSP e l’UFV hanno sollecitato i servizi cantonali competenti per la lotta alle epizoozie a chiarire e organizzare la disponibilità e la fornitura di Tamiflu® d’intesa con i Medici cantonali. 2. Scorte di emergenza Oltre alle scorte obbligatorie, la Confederazione (UFSP) intende acquistare una riserva di circa 10 000 confezioni di Tamiflu® disponibile rapidamente (scorte di emergenza) e stoccarla a livello centrale, in modo da poterla mobilitare molto in fretta in caso di bisogno, ancora prima della liberazione delle scorte obbligatorie. Ciò potrebbe essere necessario per contrastare la diffusione di un virus pandemico importato in Svizzera (containment). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 184 di 251 Farmaci antivirali Allegato 2: Tamiflu® 3. Scorte obbligatorie Le scorte obbligatorie comprendono da un lato capsule di Tamiflu® (sfuse, non ancora blisterate e imballate) e dall’altro il principio attivo oseltamivir fosfato in polvere. Le scorte totali corrispondono all’incirca a 30 milioni di dosi di oseltamivir a 75 mg e sono sufficienti per il trattamento di 2 milioni di persone con 2 dosi al giorno durante 5 giorni e per la profilassi di 250 000 persone con 1 dose al giorno durante circa 40 giorni. Le scorte obbligatorie, di proprietà del depositario delle scorte obbligatorie, sono tenute separatamente dagli altri prodotti. Una parte del principio attivo in polvere serve come materiale di partenza per la produzione di altre capsule di Tamiflu®. Il resto è utilizzato per preparare una soluzione da bere, destinata esclusivamente alla profilassi nelle istituzioni. Una volta liberate le scorte obbligatorie, le capsule stoccate sono blisterate e imballate. I Cantoni hanno diritto a una determinata quantità di oseltamivir in polvere, da impiegare per la profilassi del personale medico e paramedico nelle istituzioni. La quantità è calcolata in base al numero di persone occupate nel settore sanitario cantonale. Vi è la possibilità di chiedere alla Farmacia dell’esercito di trasformare questa polvere in una soluzione acquosa da bere. Nella fase 5 sono utilizzate capsule di Tamiflu® per tutti i gruppi bersaglio eccetto i bambini – sia per l’uso profilattico che per quello terapeutico. Nella fase 6 vengono utilizzate, in caso di penuria, capsule prelevate dalle scorte obbligatorie sia per la terapia che per un’eventuale profilassi ambulatoriale. Per la profilassi del personale medico e paramedico nelle istituzioni è possibile produrre una soluzione acquosa (da bere) con le riserve di oseltamivir. È previsto un graduale incremento della quota di capsule di Tamiflu® nelle scorte obbligatorie rispetto alle riserve di principio attivo. Entro l’aprile 2007, la metà delle scorte dovrà essere disponibile sotto forma di capsule. Forma pediatrica Le dosi terapeutiche destinate ai bambini sono comprese nelle scorte obbligatorie. È quindi possibile, in linea di massima, trattare i bambini attingendo alle scorte obbligatorie. Tuttavia, non è possibile includere nelle scorte obbligatorie la sospensione di Tamiflu® ammessa in Svizzera per i bambini, perché la domanda è troppo bassa e il prodotto ha una durata di conservazione troppo breve (2 anni contro i 5 anni delle capsule). La soluzione acquosa di oseltamivir impiegata per la profilassi del personale medico e paramedico è poco adatta per i bambini a causa del suo sapore. Per i pazienti pediatrici per i quali le capsule di Tamiflu® sono inadatte il «Gruppo di lavoro antivirali in forma pediatrica» sta elaborando linee guida per una forma farmaceutica adatta ai bambini, che possa essere prodotta con semplici mezzi partendo dal principio attivo o dalle capsule. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 185 di 251 Farmaci antivirali Allegato 3: Responsabilità e competenze Responsabilità Le responsabilità sono ripartite tra la Confederazione e i Cantoni. La Confederazione ha il compito di: − prevedere, in vista di una pandemia, sufficienti scorte di farmaci antivirali in forme farmaceutiche adatte, sia per il trattamento della popolazione malata che per la profilassi del personale medico e paramedico − liberare tempestivamente e sorvegliare le scorte di farmaci antivirali (UFAE: scorte obbligatorie; UFSP: scorte di emergenza) − in caso di pandemia, mettere tempestivamente a disposizione sufficienti farmaci antivirali pronti per la consegna e per l’uso, in particolare se le riserve di antivirali sono stoccate in una forma non pronta per la consegna (sotto forma di principio attivo, semilavorato o prodotto non imballato) − garantire ai Cantoni l’accesso alla quota di farmaci antivirali assegnata loro in più forniture parziali (per il trattamento del 25% della popolazione residente) − prevedere una riserva destinata a compensare variazioni regionali dei bisogni; a tal fine la Confederazione può utilizzare la parte delle scorte obbligatorie la cui destinazione non è ancora stata definita (10% delle scorte obbligatorie); la Confederazione può impiegare questa riserva in modo flessibile, quando un Cantone è in grado di dimostrare un fabbisogno che supera la quota assegnatagli − predisporre le misure e gli accertamenti necessari per disporre per tempo di forme farmaceutiche alternative qualora non fossero disponibili prodotti a sufficienza pronti all’uso. I Cantoni hanno il compito di: − definire i canali di distribuzione sul territorio cantonale prima della pandemia; − vigilare sull’impiego corretto degli inibitori della neuraminidasi; − informare i servizi federali competenti in merito all’evoluzione e allo stato della terapia antivirale; − integrare il loro dispositivo nei piani pandemici cantonali. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 186 di 251 Sintesi: competenze nelle varie fasi pandemiche FASE 3 FASE 4 FASE 5 FASE 6 1. COMPITO Definizione dei gruppi a rischio, elaborazione di UFSP raccomandazioni per la terapia e la profilassi preesposizione e post-esposizione COMPETENZA 5 (M) 5 (M) 5 (M) 5 (M) 2. Raccomandazioni per la protezione del personale coinvolto nella lotta all’influenza aviaria classica UFSP, UFV 5 (M) 5 (M)1 5 (M)1 5 (M) 1 3. Raccomandazioni per la costituzione di scorte negli ospedali UFSP 5 (M) 4. Raccomandazioni per la costituzione di scorte presso i servizi veterinari cantonali UFV/UFSP 5 (M) 5. Costituzione di scorte negli ospedali Ospedali 5 (M) 6. Costituzione di scorte presso i servizi veterinari cantonali Cantoni 5 (M) 7. Acquisto delle scorte di emergenza UFSP 5 (M) 8. Stoccaggio delle scorte di emergenza Farmacia dell’esercito 5 (M) 5 (M) 5 (M)2 5 (M) 2 9. Liberazione delle scorte di emergenza UFSP/DFI 5 (CH) 5 (CH) 2 5 (CH) 2 10. Coordinamento del containment (informazione, contact tracing, compilazione di elenchi ecc.) Medici cantonali 5 (CH) 5 (CH) 11. Trasporto dei farmaci delle scorte di emergenza ai servizi cantonali Farmacia dell’esercito 5 (CH) 5 (CH) 2 12. Distribuzione dei farmaci delle scorte di emergenza ai pazienti e alle persone esposte durante le fasi 4 e 5 Medici cantonali 5 (CH) 5 (CH) 5 (CH) 2 13. Domanda di liberazione delle scorte obbligatorie UFSP/ all’UFAE depositario delle scorte obbligatorie 5 (UE) 5 (M) 14. Domanda di liberazione delle scorte obbligatorie UFAE al Consiglio federale 5 (UE) 5 (M) 15. Entrata in vigore dell’ordinanza concernente la gestione degli inibitori della neuraminidasi Consiglio federale 5 (UE) 5 (M) 16. Fissazione della quantità di farmaci assegnati a ogni Cantone (contingente cantonale) UFAE 5 (UE) 5 (M) 17. Liberazione dei contingenti assegnati ai Cantoni per la terapia UFAE 5 (UE) 5 (M) 18. Trasformazione dell’oseltamivir in polvere in Tamiflu® per il trattamento dei malati e la profilassi Depositario delle scorte obbligatorie 5 (UE) 5 (M) 19. Controllo e assicurazione di una distribuzione secondo i bisogni all’interno del Cantone Cantoni 5 (CH) 5 (CH) 20. Monitoraggio delle scorte obbligatorie UFAE 5 (CH) 5 (CH) 21. Coordinamento della produzione della soluzione di oseltamivir per la profilassi negli ospedali Farmacia dell’esercito 5 (CH) 22. Distribuzione della soluzione acquosa per uso profilattico alle istituzioni dei Cantoni Cantoni 5 (CH) 23. Indicazioni individuali e assistenza ai pazienti Medici 5 (CH) 5 (CH) 5 (CH) 5 (CH) M: Valido non appena si verificano casi della fase pandemica corrispondente da qualche parte nel mondo, al di fuori della Svizzera UE: Valido quando si verificano casi della fase pandemica corrispondente in un Paese europeo o mediterraneo, al di fuori della Svizzera CH: Valido quando si verificano casi della fase pandemica corrispondente in Svizzera 1 2 In presenza di un altro virus con potenziale pandemico oltre al virus pandemico Nel caso in cui le scorte non siano ancora esaurite. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 187 di 251 Farmaci antivirali Allegato 4: Panoramica sull’impiego di farmaci antivirali in varie fasi pandemiche Fase 3 Terapia Gruppi bersaglio ⋅ In caso di sospetto di infezione da nuovo sottotipo di virus influenzale ⋅ In caso di infezione confermata da nuovo sottotipo di virus influenzale Profilassi ⋅ Soggetti venuti a contatto con una persona infetta da un nuovo sottotipo di influenza senza una protezione sufficiente ⋅ Soggetti venuti a contatto con un animale infetto da un nuovo sottotipo di influenza senza una protezione sufficiente ⋅ Personale coinvolto nella lotta alle epizoozie ⋅ In questa fase non è consigliata la profilassi pre-esposizione del personale medico e paramedico Fonti Scorte negli ospedali secondo le raccomandazioni dell’UFSP ⋅ Scorte negli ospedali secondo le raccomandazioni dell’UFSP ⋅ Scorte presso i servizi cantonali responsabili della risposta alle epizoozie secondo le raccomandazioni dell’UFSP/UFV Distribuzione Ospedali (i pazienti sono tutti ospedalizzati) Normali canali di distribuzione: ⋅ ospedali ⋅ farmacie ⋅ medici dispensatori ⋅ servizi veterinari cantonali Preparato Capsule di Tamiflu® da 75 mg Capsule di Tamiflu® da 75 mg Prescrizione ⋅ Medici degli ospedali ⋅ Medici degli ospedali ⋅ Medici indipendenti Assunzione dei costi A carico della LAMal ⋅ Lavoratori dipendenti esposti: a carico della LAINF (a carico della LAINF in caso di relazione causale dimostrata tra la malattia e il ⋅ Lavoratori indipendenti venuti a rischio professionale) contatto con malati: a carico della LAMal Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 188 di 251 Fase 4 Terapia Gruppi bersaglio Come nella fase 3 e in aggiunta: ⋅ persone sospette di infezione da nuovo sottotipo di virus influenzale, trasmissibile da uomo a uomo, una volta confermati i criteri Profilassi Come nella fase 3 e in aggiunta: ⋅ soggetti venuti a contatto con persone sospette di infezione da nuovo sottotipo di virus influenzale, trasmissibile da uomo a uomo (gestione dei contatti) ⋅ personale medico e paramedico esposto Fonti secondo il principio di sussidiarietà ⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino a esaurimento delle scorte) ⋅ Scorte di emergenza ⋅ Scorte negli ospedali (pazienti ospedalizzati) ⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino a esaurimento delle scorte) ⋅ Scorte di emergenza ⋅ Scorte negli ospedali (personale degli ospedali) Distribuzione ⋅ Ospedali ⋅ In base a una notifica di caso e per ordine dell’UFSP, la Farmacia dell’esercito fornisce ai Cantoni la quantità necessaria di Tamiflu® prelevandola dalle scorte di emergenza. I Cantoni assicurano l’ulteriore distribuzione. ⋅ Ospedali ⋅ In base a una notifica di caso la Farmacia dell’esercito fornisce ai Cantoni la quantità necessaria di Tamiflu® prelevandola dalle scorte di emergenza. I Cantoni assicurano l’ulteriore distribuzione (containment). Preparato ⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg ⋅ Sospensione di Tamiflu® per bambini (12 mg/ml) ⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg ⋅ Sospensione di Tamiflu® per bambini (12 mg/ml) Prescrizione ⋅ Medici degli ospedali ⋅ Medici indipendenti ⋅ Medici degli ospedali ⋅ Medici cantonali ⋅ Medici indipendenti Assunzione dei costi A carico della LAMal ⋅ Lavoratori dipendenti esposti: a carico della LAINF (a carico della LAINF in caso di relazione causale dimostrata tra la malattia e il ⋅ Lavoratori indipendenti venuti a rischio professionale) contatto con malati: a carico della LAMal Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 189 di 251 Fase 5 Terapia Profilassi Gruppi bersaglio Come nella fase 4 Come nella fase 4 Fonti secondo il principio di sussidiarietà ⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino a esaurimento delle scorte) ⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino a esaurimento delle scorte) ⋅ Scorte negli ospedali (pazienti ospedalizzati) ⋅ Scorte negli ospedali (personale degli ospedali) ⋅ Scorte di emergenza ⋅ Scorte obbligatorie ⋅ Scorte di emergenza ⋅ Scorte obbligatorie Settore ospedaliero Ospedali Settore ospedaliero Ospedali Settore ambulatoriale Settore ambulatoriale Variante canali di distribuzione normali Variante canali di distribuzione normali ⋅ Farmacie ⋅ Medici dispensatori ⋅ Farmacie ⋅ Medici Variante ambulatori specializzati (non appena operativi) Variante ambulatori specializzati Distribuzione ⋅ Medici degli ambulatori specializzati per la cura dell’influenza ⋅ Ambulatori specializzati per la cura dell’influenza Preparato ⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg ⋅ Oseltamivir in forma pediatrica Settore ospedaliero ⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg Settore ambulatoriale ⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg Prescrizione Settore ospedaliero Medici degli ospedali Settore ambulatoriale Medici cantonali (ricette collettive) Variante canali di distribuzione normali ⋅ Medici indipendenti Variante ambulatori specializzati ⋅ Medici degli ambulatori specializzati per la cura dell’influenza Assunzione dei costi A carico della LAMal Tutti i gruppi colpiti: a carico della LAMal (a carico della LAINF in caso di relazione causale dimostrata tra la malattia e il rischio professionale) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 190 di 251 Fase 6 Trattamento Gruppi bersaglio Profilassi* ⋅ Malati infetti dal virus pandemico ⋅ Sospetto di infezione dal virus pandemico ⋅ Personale medico e paramedico esposto Fonti secondo il principio di sussidiarietà ⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino a esaurimento delle scorte) ⋅ Scorte obbligatorie Distribuzione Settore ospedaliero Ospedali Settore ambulatoriale Settore ospedaliero Ospedali Settore ambulatoriale Variante canali di distribuzione normali Variante canali di distribuzione normali ⋅ Nessuna gestione dei contatti ⋅ Scorte negli ospedali (pazienti ospedalizzati) ⋅ Scorte di emergenza ⋅ Scorte obbligatorie (capsule di Tamiflu®) ⋅ Farmacie ⋅ Medici dispensatori ⋅ Farmacie ⋅ Medici dispensatori Variante ambulatori specializzati Preparato ⋅ Medici degli ambulatori specializzati per la cura dell’influenza Variante ambulatori specializzati ⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg ⋅ Oseltamivir in forma pediatrica Settore ospedaliero ⋅ Soluzione di oseltamivir da bere (15 mg/ml) ⋅ Ambulatori specializzati per la cura dell’influenza Settore ambulatoriale ⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg Prescrizione Settore ospedaliero ⋅ Medici degli ospedali Settore ambulatoriale Medici cantonali (ricette collettive) Variante canali di distribuzione normali ⋅ Medici indipendenti Variante ambulatori specializzati ⋅ Medici degli ambulatori specializzati per la cura dell’influenza Assunzione dei costi A carico della LAMal (a carico della LAINF in caso di relazione causale dimostrata tra la malattia e il rischio professionale) Tutti i gruppi colpiti: a carico della LAMal *In caso di pandemia, l’UFSP emana delle raccomandazioni indicando quali gruppi di persone devono essere sottoposti alla profilassi e a partire da quando. Le raccomandazioni sono elaborate a breve termine, allo scopo di rispondere alle condizioni reali, dipendono dall’intensità, dall’evoluzione e dalla durata della pandemia e tengono conto delle quantità di farmaci disponibili. Nella tabella sono considerati sia il settore ambulatoriale (p. es. gli studi medici) che quello ospedaliero (p. es. gli ospedali), indipendentemente dalle raccomandazioni dell’UFSP. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 191 di 251 Farmaci antivirali Allegato 5: Canali di distribuzione dei farmaci antivirali * Produzione di una soluzione orale con le riserve di polvere Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 192 di 251 7 Vaccini Il presente capitolo è suddiviso in quattro sottocapitoli, uno per ogni tipo di vaccino: contro l'influenza stagionale, contro un nuovo sottotipo di virus influenzale con potenziale pandemico (vaccino prepandemico), contro l’influenza pandemica (vaccino pandemico) e contro le infezioni da pneumococchi (vaccino antipneumococcico). Alcuni aspetti della vaccinazione di massa con il vaccino prepandemico e quello pandemico vengono elaborati in appositi gruppi di lavoro e saranno comunicati separatamente, ovvero: − il finanziamento della vaccinazione; − la sorveglianza degli effetti collaterali e il relativo indennizzo. 7.1 Vaccino contro l’influenza stagionale Il vaccino contro l’influenza stagionale è un vaccino trivalente la cui composizione viene adattata ogni anno in funzione dei ceppi virali influenzali identificati per la stagione successiva. È composto da un ceppo dell’influenza B e da due ceppi dell’influenza A. Il più delle volte, da un anno all’altro si susseguono ceppi virali dello stesso sottotipo (H1N1 dal 1977 e H3N2 dal 1968) che hanno subito mutazioni nel corso della stagione precedente. Pertanto, se si sono verificate delle mutazioni, il vaccino elaborato per una determinata stagione è inefficace contro il virus della stagione successiva, oppure conferisce soltanto una protezione parziale. Tuttavia, le persone che in passato sono state esposte a un virus dello stesso sottotipo o che si sono vaccinate contro quest’ultimo presentano una migliore risposta immunitaria al vaccino grazie all’induzione di una memoria immunologia (priming). Il vaccino stagionale non protegge né da sottotipi di virus influenzale diversi da quelli da cui è composto né da eventuali nuovi virus influenzali con potenziale pandemico (p. es. l’H5N1, responsabile nel 20052006 di un’epizoozia diffusa). Il vaccino antinfluenzale è prodotto inoculando i ceppi vaccinali (virus modificati in laboratorio) in uova di gallina embrionale, dove si moltiplicano. Si procede poi alla raccolta del liquido allantoideo infettato, e i virus vengono purificati, inattivati e trattati in modo da produrre un vaccino. Quest’ultimo può essere di diversi tipi: (1) «a subunità», ovvero costituito essenzialmente da emoagglutinina e neuraminidasi purificate, (2) «split«, comprendente tra l’altro l’emoagglutinina e la neuraminidasi del virus frammentato, o (3) «a virus intero», contenente tutti gli antigeni virali. Questo metodo di produzione richiede un grande numero di uova (con 1 uovo si possono produrre 3 dosi di vaccino monovalente da 15 μg o 1 dose di vaccino trivalente) e diversi mesi di tempo (tra febbraio e luglio per l’emisfero Nord). Poiché la composizione cambia da un anno all’altro, il vaccino non viene stoccato e se ne produce ogni anno soltanto il numero di dosi che corrisponde alla domanda approssimativa dell'anno precedente per i gruppi di popolazione ai quali viene raccomandato e fornito. Sono attualmente in fase di sviluppo nuovi metodi di fabbricazione (in particolare su colture cellulari) e nuove formulazioni (in particolare con adiuvante). Si sta inoltre registrando un forte aumento delle capacità produttive a livello mondiale in vista della fabbricazione dei vaccini necessari in caso di pandemia. Obiettivi − Ridurre il rischio di complicazioni legate al virus influenzale nelle persone vulnerabili vaccinando le persone a rischio, ovvero anziani o soggetti con disturbi cardio-vascolari, polmonari o metabolici cronici, insufficienza renale, emoglobinopatia o immunosoppressione. − Ridurre il rischio di trasmissione dell’influenza ai suddetti gruppi di persone vulnerabili vaccinando i familiari e il personale sanitario operativo. − Proteggere dall'influenza tutti coloro che lo desiderano. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 193 di 251 Nel periodo di allerta pandemica: − ridurre il rischio di falso allarme in caso di sintomi influenzali in soggetti potenzialmente esposti a un virus influenzale animale durante un'epizoozia; − evitare che i soggetti esposti a un virus influenzale animale durante un'epizoozia siano infettati contemporaneamente dal virus umano e da quello animale (rischio di riassortimento tra i due virus). Ipotesi Il riassortimento tra un virus influenzale animale e un virus influenzale umano che infettano una stessa persona contemporaneamente può contribuire a generare un virus trasmissibile da persona a persona. Questo rischio può essere ridotto vaccinando contro l'influenza stagionale le persone potenzialmente esposte al virus animale. Fasi 1 e 2 Problematica In genere, il numero delle dosi di vaccino antinfluenzale stagionale prodotte ogni anno e, di conseguenza, le capacità delle ditte produttrici corrispondono esattamente alla domanda dell'anno prima. Se la domanda cresce all'improvviso è impossibile aumentare in modo rapido il numero delle dosi e, nell’eventualità di una pandemia, le ditte produttrici non sono in grado di soddisfare il fabbisogno dell’intera popolazione. Il rischio di una carenza di vaccini antinfluenzali può quindi presentarsi ogni anno. Strategia L’aumento della copertura vaccinale contro l’influenza stagionale nel periodo interpandemico migliora la protezione dei gruppi a rischio e contribuisce ad ampliare, a livello mondiale, le capacità di produzione del vaccino in caso di pandemia. Misure Le raccomandazioni, basate sul supplemento XIII del raccoglitore «Malattie infettive» dell’UFSP, sono pubblicate annualmente nel Bollettino dell’UFSP (nel 2006, Bollettino 37/06). Insieme ai suoi partner cantonali e al personale medico, l'UFSP conduce ogni anno una campagna promozionale a favore della vaccinazione dei gruppi di popolazione a rischio. Sempre ogni anno, discute con i produttori del vaccino affinché adeguino il numero di dosi destinate alla Svizzera in funzione della domanda prevista. Fase 3 Problematica Ogni stato influenzale in una persona a stretto contatto con animali infettati (o potenzialmente infettati) da un virus influenzale aviario altamente patogeno può far sospettare una trasmissione del virus animale all’essere umano, con tutte le misure e le preoccupazioni che ne derivano. D'altra parte, in un soggetto già infettato dal virus influenzale umano, il riassortimento tra il virus animale e quello umano può favorire l’adattamento del virus animale all’uomo. Strategia Per evitare la trasmissione di virus influenzali aviari dagli animali agli esseri umani, si raccomanda l’adozione di misure precauzionali diverse dalla vaccinazione. È inoltre raccomandata la vaccinazione contro l'influenza stagionale ai professionisti che hanno contatti frequenti con specie animali (pollame e uccelli selvatici) che potrebbero essere infettate da un nuovo sottotipo di virus influenzale altamente patogeno e potenzialmente pandemico. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 194 di 251 Misure Nella fase d'allerta 3, la vaccinazione stagionale (tra metà ottobre e metà novembre) è raccomandata per i seguenti gruppi di persone: − gruppi a rischio di complicazioni e personale sanitario (supplemento XIII); − professionisti che hanno contatti diretti con animali che potrebbero essere infettati dal virus epizootico (pollame e uccelli selvatici) (Bollettino UFSP 37/06): − personale incaricato del controllo delle epizoozie − personale dei macelli a contatto con animali sensibili (pollame) − veterinari e loro collaboratori − allevatori di specie sensibili (pollame) − persone che hanno contatti ravvicinati e frequenti con le specie animali selvatiche o di allevamento sensibili (p. es. ornitologi, tassidermisti, guardiani della selvaggina, guardacaccia, doganieri a contatto diretto con il pollame vivo importato) − personale di laboratorio che, ai fini della sorveglianza, lavora con campioni di secrezioni respiratorie umane o animali. Fasi 4 e 5 Problematica Dal momento in cui viene identificato un nuovo sottotipo di virus influenzale a trasmissione interumana, le ditte produttrici concentrano le loro capacità produttive sulla fabbricazione di un vaccino contro questo nuovo sottotipo (vaccino pandemico). Finché il nuovo virus non avrà raggiunto la Svizzera occorrerà proteggere le persone a rischio contro l'influenza stagionale, tenendo tuttavia conto del fatto che non si disporrà di un numero sufficiente di vaccini. Strategia Il vaccino antinfluenzale stagionale va somministrato in primo luogo alle persone a rischio. Misure Il vaccino antinfluenzale stagionale è riservato in primo luogo alle persone a rischio di complicazioni secondo le raccomandazioni dell’UFSP (supplemento XIII) e al personale sanitario. Non è più giustificata la vaccinazione delle persone che, per motivi professionali, sono a stretto contatto con animali. Fase 6 Non appena inizia la produzione del vaccino pandemico viene interrotta quella del vaccino contro l’influenza stagionale umana. Le capacità disponibili sono infatti completamente sfruttate per la produzione del vaccino pandemico. Una volta che il virus pandemico è entrato in Svizzera, il vaccino stagionale non è più indicato. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 195 di 251 7.2 Vaccino prepandemico (contro un nuovo sottotipo di virus influenzale con potenziale pandemico) Quando un nuovo sottotipo di virus influenzale animale altamente patogeno è responsabile di un’epizoozia diffusa (come l’H5N1) con casi isolati di infezione negli esseri umani, aumenta notevolmente il rischio d’insorgenza di un virus pandemico in seguito a mutazioni o a un riassortimento con un virus influenzale stagionale umano. Per proteggere la popolazione vengono sviluppati dei vaccini contro il virus di origine animale, in particolare se quest’ultimo inizia a trasmettersi con maggiore facilità all’uomo. Tali vaccini sono prodotti in base alle esperienze effettuate con i vaccini contro l'influenza stagionale e seguendo gli stessi principi di fabbricazione. Per il loro sviluppo sono indispensabili, tra l'altro, le seguenti condizioni: − livello di biosicurezza adeguato (il virus altamente patogeno deve essere analizzato in condizioni tali da evitare eventuali rischi di contaminazione del personale o dell'ambiente); − sviluppo di ceppi vaccinali (il virus H5N1 non può essere coltivato in uova embrionate perché le ucciderebbe. Occorre dunque utilizzare un virus geneticamente modificato che si moltiplichi con facilità nelle uova fecondate e che esprima gli antigeni H5 e N1); − test su esseri umani per determinare le formulazioni ottimali (dosaggio, adiuvanti), l’immunità antivirale indotta e gli eventuali effetti indesiderati. Le esperienze passate hanno evidenziato come fossero necessarie delle dosi più elevate di antigene oppure formulazioni particolari per indurre nell'essere umano dei tassi sufficienti di anticorpi contro un simile virus animale. Degli studi hanno dimostrato che, per il virus H5N1, l’utilizzazione di nuovi adiuvanti non solo permetteva di ridurre notevolmente i dosaggi di antigeni, ma poteva proteggere anche da ceppi virali imparentati. Gli attuali vaccini prepandemici sono pertanto dei vaccini contro il virus dell'influenza aviaria (H5N1) dotati di un adiuvante che migliora la risposta immunitaria riducendo la quantità di antigene necessaria per ogni dose e proteggendo anche da ceppi virali affini (varianti o riassortanti). I vaccini prepandemici sono utili anche per lo sviluppo di quelli pandemici. Questi ultimi potranno infatti essere prodotti allo stesso modo sostituendo soltanto il ceppo vaccinale con quello esattamente corrispondente al virus pandemico e accorciando così i tempi. La Confederazione ha deciso di acquistare, nel corso della fase 3, un vaccino prepandemico in quantità sufficiente per tutta la popolazione. Obiettivi − Conferire alla popolazione una protezione parziale contro un virus pandemico derivante dal virus dell’influenza aviaria; ridurre la morbilità e la mortalità legate al virus pandemico; migliorare la risposta al vaccino pandemico (priming) in modo che sia sufficiente una sola dose. − Proteggere le persone entrate in contatto con gli animali infettati dal virus dell’influenza aviaria, e in particolare determinati gruppi professionali. Si terrà conto del rapporto tra i benefici auspicati e gli eventuali rischi legati a una vaccinazione di cui si conoscono solo parzialmente l’efficacia e il profilo di sicurezza, effettuando anche un confronto con i rischi derivanti dallo sviluppo di una pandemia. Ipotesi Una dose di vaccino prepandemico con adiuvante conferisce una protezione parziale contro il virus pandemico e migliora la risposta a un vaccino pandemico (priming). Due dosi a qualche settimana di distanza l’una dall’altra aumentano la protezione, ad esempio nelle persone che esercitano professioni ad alto rischio di esposizione al virus e di contagio. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 196 di 251 Fase 3 Problematica Il vaccino è in fase di sviluppo e se ne stanno valutando le caratteristiche. Non è commercializzato tramite i canali abituali, bensì viene sottoposto a una procedura di autorizzazione da parte di Swissmedic. Strategia L’approvvigionamento, lo stoccaggio e la distribuzione ai Cantoni sono organizzati a livello federale. La vaccinazione dei gruppi a rischio è pianificata tenendo conto sia del rapporto tra benefici e rischi che delle altre misure preventive applicabili, d’intesa con le commissioni di esperti. Misure Approvvigionamento e distribuzione − La Confederazione acquista 8 milioni di dosi di vaccino prepandemico, che vengono stoccate in Svizzera non appena sono disponibili. − La Farmacia dell’esercito è incaricata dello stoccaggio, della distribuzione ai Cantoni, della gestione e del controllo delle riserve a livello nazionale. − Ogni Cantone definisce nel proprio Piano d'azione cantonale le disposizioni relative alla distribuzione e alla somministrazione del vaccino. Gruppi target per il vaccino prepandemico nella fase 3 − In collaborazione con la Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) e con il Gruppo di lavoro Influenza, nonché d’intesa con Swissmedic, l’UFSP elabora raccomandazioni specifiche in funzione della situazione e dei dati disponibili. − Ogni persona vaccinata deve essere registrata e monitorata per verificare la tolleranza al vaccino e la sicurezza vaccinale. Fase 3.1 Assenza di casi animali in Svizzera Una vaccinazione può essere prevista, nel quadro di uno studio clinico, per i professionisti a contatto con determinate specie animali che è possibile toccare (p. es. pollame), come pure per il personale sanitario in prima linea (ospedali designati) responsabile dell’assistenza a persone potenzialmente infettate dal virus animale e per il personale d’intervento nei Paesi colpiti. Fase 3.2 Influenza altamente patogena in animali in Svizzera Nelle regioni colpite, una vaccinazione può essere prevista: − per le persone che lavorano a contatto diretto con gli animali che possono essere infettati dal virus epizootico: − personale incaricato del controllo delle epizoozie − personale dei macelli a contatto con animali vivi di specie sensibili − veterinari e loro collaboratori − allevatori delle specie sensibili − persone che hanno contatti ravvicinati e frequenti con le specie animali selvatiche o di allevamento sensibili; − personale di laboratorio che analizza i prelievi effettuati su animali che possono essere infettati dal virus; − personale sanitario in prima linea responsabile dell’assistenza a persone potenzialmente infettate dal virus animale (ospedali designati). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 197 di 251 Fase 3.3 Casi umani del nuovo sottotipo di influenza con potenziale pandemico in Svizzera Oltre che per le persone indicate al punto 3.2, una vaccinazione può essere prevista: − per il personale sanitario responsabile della cura di persone colpite dal virus influenzale animale (ospedali designati); − per le persone vicine ai pazienti infettati dal virus influenzale animale (persone che vivono sotto lo stesso tetto). Informazione della popolazione L'informazione a livello nazionale viene garantita in base alla strategia di comunicazione (capitolo 9 della parte III del Piano pandemico svizzero 2006) e in collaborazione con i Cantoni. La Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) prepara, insieme all'UFSP, una scheda tecnica sul vaccino, la quale indica sia le limitazioni d’impiego che le procedure da seguire in caso di effetti collaterali e viene costantemente aggiornata in base alle ultime conoscenze scientifiche. Fasi 4 - 6 Problematica Un nuovo sottotipo di influenza (di origine animale) si trasmette da persona a persona in alcune regioni circoscritte del mondo. In un primo momento l'evoluzione verso una pandemia non è inevitabile. Il ceppo a trasmissione interumana viene isolato e caratterizzato, e il potenziale protettivo del vaccino prepandemico contro tale ceppo è determinato in laboratorio. Possono poi verificarsi due situazioni: o l'evoluzione verso una pandemia viene confermata ma non si ha la certezza di una protezione incrociata da parte del vaccino oppure, al contrario, è confermata la protezione incrociata ma resta ancora incerta l'evoluzione verso una pandemia. La vaccinazione della popolazione deve poter essere eseguita in modo abbastanza rapido. Tuttavia, quando si decide di effettuarla, occorre tenere conto delle incertezze legate non solo al possibile sviluppo di una pandemia ma anche al vaccino, la cui efficacia e il cui profilo di sicurezza sono stati stabiliti unicamente nel quadro di studi controllati. Strategia Se 1) la protezione contro il ceppo a trasmissione interumana è confermata e se 2) la pandemia è inevitabile, il vaccino prepandemico è raccomandato per tutta la popolazione, che deve poter essere vaccinata prima che la pandemia raggiunga la Svizzera (fase 6). Tuttavia, poiché l'obiettivo è quello di ridurre la morbilità e la mortalità e non di evitare che la pandemia colpisca il Paese, la vaccinazione non è obbligatoria. In assenza delle due condizioni suddette, la vaccinazione è rivolta in un primo momento alle persone ad alto rischio di esposizione e di contagio e a basso rischio di effetti indesiderati (giovani adulti in buona salute). La strategia viene sistematicamente e accuratamente (ri)esaminata e adattata all'evoluzione della situazione nei diversi Paesi e nel mondo e alle nuove conoscenze sul vaccino. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 198 di 251 Misure Decisione Basandosi sulle dichiarazioni delle autorità sanitarie internazionali (OMS, ECDC) in merito all’evoluzione della minaccia di pandemia, le autorità federali competenti, d'intesa con i gruppi di esperti, decidono di raccomandare la vaccinazione prepandemica per tutta la popolazione. Il Consiglio federale ne informa le autorità cantonali. Approvvigionamento Il vaccino prepandemico è ordinato dai Cantoni presso la Farmacia dell’esercito secondo modalità logistiche prestabilite. La distribuzione del vaccino sul territorio dei singoli Cantoni è organizzata secondo i Piani d’azione cantonali e in modo tale da rispettare la catena del freddo. Al momento della vaccinazione di massa, i cantoni hanno l’incarico di mettere a disposizione il materiale necessario (siringhe, aghi, dissinfetiante, ecc.). Vaccinazione di massa La vaccinazione di massa è organizzata secondo i Piani d’azione cantonali e in collaborazione con i Comuni. Si prevede di vaccinare tutta la popolazione (1 dose di vaccino prepandemico) nell’arco di circa quattro settimane e di somministrare una seconda dose (sotto forma di vaccino pandemico) dopo qualche settimana. L'esercito elabora per i Cantoni un apposito manuale con raccomandazioni relative ai seguenti punti: − centri di vaccinazione (e loro numero): predisporre locali sufficientemente ampi e dotati di servizi igienici, refrigeratori per la conservazione dei vaccini, lettini e posti a sedere (p. es. scuole, sale comunali o piazze d'armi) nonché soluzioni specifiche per le persone ricoverate in istituti e per quelle con mobilità ridotta; − personale dei centri: oltre ai medici e agli infermieri vaccinatori, prevedere anche ausiliari responsabili dei compiti amministrativi, dell’accettazione, dell’informazione e della registrazione delle persone da vaccinare nonché del mantenimento dell’ordine. È inoltre raccomandata la presenza di un medico durante le vaccinazioni (tranne in caso di vaccinazione a domicilio); − materiale di cancelleria e di iniezione: per la definizione del materiale necessario, tenere conto del fatto che il vaccino sarà consegnato in flaconi multidose da 10 dosi e dovrà pertanto essere ricostituito, con conseguente impiego di siringhe e aghi. Predisporre inoltre materiale di rianimazione (in particolare adrenalina) per l’eventualità di effetti collaterali (shock anafilattico) e contenitori adeguati per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti; − sala vaccinazioni: organizzarla in modo tale da agevolare la circolazione delle persone (indicazione degli orari di appuntamento, cartelli informativi sulle controindicazioni, selezione dei pazienti all’ingresso ecc.); − registri: registrare i dati concernenti le persone vaccinate (in particolare il numero del lotto di vaccino); − certificato: rilasciare un certificato di vaccinazione alle persone vaccinate. Vaccinazione di gruppi ad alto rischio di esposizione e di contagio, eventualmente prima che si verifichino le condizioni per una vaccinazione di massa: − personale sanitario in prima linea responsabile della cura delle prime persone infettate (ospedali designati); − personale sanitario operativo a contatto con malati; − persone con funzioni pubbliche indispensabili che implicano inevitabilmente contatti sociali. Per i suddetti gruppi ad alto rischio di esposizione e di contagio sono da prevedere due dosi di vaccino prepandemico a quattro settimane di distanza l’una dall’altra. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 199 di 251 7.3 Vaccino contro l’influenza pandemica Un vaccino contro l’influenza pandemica non può essere prodotto prima di conoscere il ceppo virale pandemico. È quindi probabile che per la sua preparazione siano necessari più di sei mesi. Per lo sviluppo di questo tipo di vaccino si tiene conto delle esperienze effettuate con i vaccini contro l'influenza stagionale e contro l'influenza aviaria, seguendo gli stessi principi di fabbricazione. Sono tuttavia in corso numerose attività di ricerca volte a risolvere le questioni legate alle quantità da produrre e ai tempi di produzione: fabbricazione su colture cellulari invece che su uova, riduzione della durata di produzione, razionalizzazione dell'impiego di antigeni, utilizzazione di adiuvanti, vaccino «universale» contro tutti i sottotipi di influenza A e così via. L'efficacia vaccinale dipenderà da diversi fattori: età, condizioni di salute/immunocompetenza, eventuale immunità parziale pregressa (vaccinazione prepandemica), formulazione vaccinale (dose di antigene, adiuvante), numero di dosi ecc. Si prevede inoltre che il vaccino servirà più a evitare complicazioni, ospedalizzazioni o decessi che a prevenire l’infezione. È probabile che, per indurre un’immunità sufficiente in una popolazione senza immunità pregressa, sia necessario somministrare due dosi a qualche settimana di distanza l'una dall'altra. Potrebbe invece bastare una sola dose del vaccino pandemico nel caso in cui sia stato precedentemente somministrato un vaccino prepandemico simile che ha conferito una protezione incrociata parziale (cfr. sottocapitolo 7.2). Per lo sviluppo di un'immunità protettiva dopo la vaccinazione sono necessarie circa due settimane. Sebbene l’obiettivo sia la copertura dell'intera popolazione, il vaccino pandemico non sarà subito disponibile in quantità sufficienti per tutti. La domanda mondiale sarà infatti elevata e la capacità di produzione limitata. Viene pertanto elaborata una strategia preliminare di distribuzione secondo un ordine di priorità che dipenderà dalle caratteristiche, ancora sconosciute, della pandemia. Obiettivi Ridurre la morbilità e la mortalità dovute al virus pandemico. Limitare la diffusione dell’epidemia e ridurne le ripercussioni sanitarie, economiche e sociali. Garantire il mantenimento della capacità lavorativa dei professionisti indispensabili per la cura delle malattie (influenza e altre patologie), per la vaccinazione della popolazione e per il funzionamento di infrastrutture vitali. Una volta passata la prima ondata pandemica, proteggere la popolazione in vista di una seconda ondata. Ipotesi Dal momento dell’identificazione di un ceppo facilmente trasmissibile da persona a persona (fase 5 o 6), occorrerà aspettare almeno sei mesi prima che sia disponibile un vaccino contro il virus pandemico. Se il virus pandemico è imparentato con un virus animale contro cui è stato sviluppato un vaccino per uso umano (vaccino prepandemico) stoccato durante la fase 3 e distribuito a partire dalla fase 4-5, la popolazione è parzialmente immune contro il virus pandemico. Ciò riduce le complicazioni legate a tale virus (ospedalizzazioni, decessi) e aumenta la protezione conferita dal vaccino pandemico. Se invece il virus pandemico è molto diverso dal ceppo vaccinale contenuto nel vaccino prepandemico, la popolazione non è immunizzata (popolazione «vergine»). In Svizzera si prevedono casi di influenza pandemica già prima dell'inizio della distribuzione del relativo vaccino. La vaccinazione sarà pertanto avviata dopo l'attuazione di misure di prevenzione di altro tipo (p. es. limitazione dei contatti sociali e somministrazione di farmaci). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 200 di 251 Fase 6 Problematica Non appena disponibile, il vaccino contro l'influenza pandemica deve poter essere distribuito il più rapidamente possibile a coloro che ne hanno più bisogno, al fine di ridurre le ripercussioni sanitarie, economiche e sociali della pandemia. Poiché la produzione aumenterà progressivamente e il vaccino pandemico non sarà quindi subito disponibile per tutta la popolazione, è prevista una distribuzione per ordine di priorità in funzione delle caratteristiche dell’epidemia. La vaccinazione inizierà probabilmente in un contesto caratterizzato dalla presenza di un virus già in circolazione e da infrastrutture sanitarie fortemente sollecitate per garantire l’assistenza ai malati. Se il vaccino prepandemico non conferisce una protezione incrociata contro il virus pandemico, oppure se non è stato distribuito, occorre prevedere due dosi di vaccino pandemico a quattro settimane di distanza l'una dall'altra. Strategia Approvvigionamento a livello nazionale: la Confederazione stipula contratti con uno o più produttori di vaccini a partire dalla fase 3. Distribuzione: la Farmacia dell’esercito è incaricata dello stoccaggio e della distribuzione ai Cantoni, come pure della gestione e del controllo delle riserve. Vaccinazione di massa: i Cantoni distribuiscono il vaccino alla popolazione secondo i Piani d'azione cantonali. Misure Distribuzione Per gruppi di popolazione, tenendo conto dei seguenti fattori: − rischio di gravità / complicazioni / decesso − probabilità di esposizione / contagio − caratteristiche del virus (virulenza, trasmissione) − probabilità di risposta al vaccino − profilo di sicurezza del vaccino − disponibilità di possibili alternative alla vaccinazione − eventuale copertura conferita dal vaccino prepandemico − ruolo sociale e professionale. Definizione delle priorità La CFV e il Gruppo di lavoro Influenza propongono i gruppi prioritari e l’ordine di priorità alla cellula di crisi del DFI, tenendo conto delle raccomandazioni dell’OMS in funzione dei dati epidemiologici raccolti all'inizio della pandemia e di criteri etici (cfr. capitolo 10 della parte III del Piano pandemico svizzero 2006). A seconda della situazione occorrerà prevedere una distribuzione per cerchi concentrici attorno al primo caso (o ai primi casi) se il vaccino è già disponibile, oppure definire le priorità in base alle aree geografiche. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 201 di 251 Possibili gruppi prioritari, definiti in modo tale da ridurre il più possibile la morbilità e la mortalità: − personale sanitario operativo (a contatto con i pazienti) incaricato di assistere i malati e, pertanto, a rischio di esposizione e di contagio. Poiché il funzionamento degli istituti di cura deve essere garantito, è incluso anche il personale inserviente di tali istituti; − persone a maggior rischio di decesso in seguito all’influenza pandemica (le cui caratteristiche saranno note soltanto dopo l’inizio dell’epidemia stessa): può trattarsi di pazienti con malattie croniche, cardio-respiratorie, metaboliche, renali o immunologiche, oppure di persone con più di 65 anni, donne incinte, lattanti e bambini al di sotto dei 2 anni, ma anche di giovani adulti o di bambini normalmente in buona salute; − persone che vivono sotto lo stesso tetto e/o che si occupano dei soggetti vulnerabili (pazienti immunodepressi, lattanti, bambini al di sotto dei 2 anni e persone a maggior rischio di decesso in seguito all’influenza pandemica); − persone con funzioni pubbliche indispensabili per il mantenimento dei servizi essenziali (approvvigionamento di beni e infrastrutture vitali, sicurezza, comunicazioni, decisioni politiche e di sanità pubblica) e che implicano inevitabilmente contatti sociali; − altre persone: la vaccinazione dei bambini in età scolare, che possono rappresentare un'importante fonte di trasmissione, potrà ad esempio esercitare l'impatto più incisivo sul tasso d'attacco e sulla mortalità nell'intera popolazione. Approvvigionamento I Cantoni ordinano il vaccino presso la Farmacia dell'esercito in funzione della popolazione cantonale e secondo modalità logistiche prestabilite. Le dosi di vaccino vengono ripartite tra i Cantoni in base alla decisione della cellula di crisi del DFI, tenendo conto delle priorità fissate e della disponibilità del vaccino stesso. La distribuzione del vaccino sul territorio cantonale è definita nei Piani d’azione cantonali e viene effettuata rispettando la catena del freddo. Vaccinazioni La vaccinazione è definita nei Piani d'azione cantonali in collaborazione con i Comuni. I seguenti punti saranno considerati: − centri di vaccinazione (e loro numero): scegliere ubicazioni vicine per evitare spostamenti e grosse concentrazioni di persone (scuole, sale comunali, piazze d'armi, luoghi di lavoro, strutture di assistenza a domicilio, istituzioni mediche e sociali, centri diurni ecc.) e separare i locali per le vaccinazioni da quelli per la cura dei malati (gli ambulatori medici e i policlinici non sono i luoghi più indicati, a meno che non vengano soddisfatte determinate condizioni come, ad esempio, la definizione di un orario riservato alle vaccinazioni). Prevedere delle sale di vaccinazione con luoghi sicuri per lo stoccaggio dei vaccini, servizi igienici, lettini, posti a sedere, frigoriferi ecc.; − personale dei centri: oltre a medici e infermieri, studenti di medicina, allievi infermieri, medici o infermieri in pensione ecc., prevedere il reclutamento e la formazione di persone che normalmente non si occupano della somministrazione di vaccini (farmacisti, aiuto infermieri, personale sanitario dell’esercito ecc.), come pure la presenza di ausiliari responsabili dei compiti amministrativi, dell’accettazione, dell’informazione e della registrazione delle persone da vaccinare nonché del mantenimento dell’ordine. Il personale vaccinatore è immunizzato (vaccinato o guarito dal virus) e si protegge; − materiale di cancelleria e di iniezione: per la definizione del materiale necessario, tenere conto del fatto che il vaccino potrebbe essere consegnato in flaconi multidose e dovrà pertanto essere ricostituito, con conseguente impiego di siringhe e aghi. Predisporre inoltre materiale di rianimazione (in particolare adrenalina) per l’eventualità di effetti collaterali (shock anafilattico) e contenitori adeguati per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti; Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 202 di 251 − sala vaccinazioni: organizzarla in modo tale da agevolare la circolazione delle persone (indicazione degli orari di appuntamento, cartelli informativi su indicazioni e controindicazioni, selezione dei pazienti all’ingresso); − registri: registrare i dati concernenti le persone vaccinate (in particolare il numero del lotto di vaccino); − verifica: controllare l’appartenenza ai gruppi prioritari (a tal fine può essere richiesta la collaborazione dei medici curanti) e le condizioni di salute; − certificato: rilasciare alle persone vaccinate un certificato di vaccinazione. È prevista la somministrazione di una seconda dose di vaccino. Informazione Nell’ambito della vaccinazione in caso di pandemia, l’informazione svolge un ruolo importante. La popolazione svizzera viene informata dalle autorità federali (capitolo 9 della parte III del Piano pandemico svizzero 2006). La CFV e il Gruppo di lavoro Influenza, in collaborazione con l’UFSP, preparano delle schede tecniche sul vaccino (caratteristiche, effetti previsti, potenziali effetti indesiderati, controindicazioni ecc.). L'informazione sulle modalità d'accesso al vaccino è di competenza dei Cantoni e figura nei Piani d’azione cantonali. A livello federale e cantonale (e anche comunale) vengono attivate delle linee telefoniche d’emergenza per rispondere alle domande dei cittadini. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 203 di 251 7.4 Vaccino antipneumococcico Le sovrainfezioni batteriche (in particolare polmoniti) sono frequenti complicazioni dell'influenza. Incidono sia sulla morbilità che sulla mortalità e sono spesso causate da pneumococchi. Attualmente esistono due vaccini antipneumococcici: un vaccino polisaccaridico 23-valente, che è inefficace sui bambini al di sotto dei due anni, non conferisce una memoria immunologica a lungo termine ma include 23 sierotipi, e uno coniugato 7-valente, sviluppato specificamente per i lattanti e i bambini piccoli, che conferisce una memoria immunologia e include i 7 sierotipi più frequenti nei bambini dei Paesi occidentali. Il vaccino coniugato risulta molto efficace per la prevenzione delle infezioni invasive (meningite, setticemia, polmonite) causate da pneumococchi (sierotipi inclusi nel vaccino) nei bambini piccoli. Si tratta di una vaccinazione complementare attualmente raccomandata a tutti i bambini al di sotto dei 2 anni per garantire loro una protezione ottimale. L’efficacia del vaccino polisaccaridico contro le polmoniti non è ancora stata dimostrata al di fuori di determinati gruppi a rischio ben definiti (p. es. soggetti splenectomizzati o pneumopatici cronici). Le sovrainfezioni pneumococciche possono essere curate con antibiotici, ma in tal caso occorre tenere conto della possibilità di una resistenza farmacologica o di effetti collaterali. Il rischio di sovrainfezione batterica può comunque essere ridotto in modo significativo con un trattamento antivirale precoce dell’infezione influenzale (mediante inibitori della neuraminidasi). Obiettivi Prevenire le complicazioni batteriche dell’influenza e contribuire a ridurre la morbilità, la mortalità e, in particolare, il tasso di ospedalizzazione e il fabbisogno di antibiotici. Strategia Aumentare, già nel periodo interpandemico, la protezione contro le infezioni pneumococciche nelle persone vulnerabili, in particolare lattanti e bambini piccoli (vaccinazioni complementari). Misure Favorire una copertura vaccinale costante delle persone per le quali i suddetti vaccini sono raccomandati (supplemento XVII del raccoglitore «Malattie infettive» dell’UFSP): neonati prematuri, lattanti e bambini al di sotto dei 2 anni normalmente in buona salute (vaccino coniugato), nonché persone con malattie cardio-polmonari croniche, insufficienza renale cronica, deficienze immunitarie, anemia falciforme o soggetti di età superiore a 64 anni (vaccino polisaccaridico). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 204 di 251 Riferimenti bibliografici Avian influenza A (H5N1) infection in humans. NEJM 2005; 353: 1374-85. CDC guidelines for large-scale influenza vaccination clinic planning. Daems R et al. Anticipating crisis: towards a pandemic flu vaccination strategy through alignment of public health and industrial policy. Vaccine 2005;23:5732-42. H5N1 avian influenza: first steps towards development of a human vaccine. Wkly Epidemiol Rec. 2005; 80: 277-8. Infections invasives à méningocoques dans le canton de Fribourg: raisons et déroulement de la vaccination en Gruyère en février 2001. Rev méd. de la suisse romande 2001; 121:569-72. Koivula I et al. Clinical efficacy of pneumococcal vaccine in the elderly: a randomized, single-blind population-based trial. Am J Med 1997; 103: 281-90. Monto AS. Vaccines and antiviral drugs in pandemic preparedness. Emerging Infectious Diseases 2006; 12: 55-60. O'Brien KL et al. Severe pneumococcal pneumonia in previously healthy children: the role of preceding influenza infection. Clin Infect Dis 2000; 30: 784-9. Oxford JS, Manuguerra C, Kistner O, et al. A new european perspective of influenza pandemic planning with a particular focus on the role of mammalian cell culture vaccines. Vaccine 2005; 23: 5440-9. Palese P. Making better influenza vaccines? Emerging Infectious Diseases 2006; 12: 61-65. Stephenson I et al. Cross-reactivity to highly pathogenic avian influenza H5N1 viruses after vaccination with nonadjuvanted and MF59-adjuvanted influenza A/Duck/Singapore/97 (H5N3) vaccine: a potential priming strategy. JID 2005;191:1210-5. UFSP. Recommandations pour la vaccination anti-pneumococcique avec le vaccin polyosidique 23valent. Bulletin 2000; 42: 824-5. UFSP. Vaccination contre les pneumocoques chez les enfants de moins de 5 ans. Classeur Maladies infectieuses. Supplément XVII. UFSP. Vaccination contre la grippe. Classeur Maladies infectieuses. Supplément XIII. United States Department of Health and Human services. Pandemics and pandemic scares in the 20th century. WHO guidelines on the use of vaccines during influenza pandemics. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 205 di 251 8 Pandemia e aziende Una pandemia influenzale può avere gravi ripercussioni per le aziende. I datori di lavoro devono quindi prepararsi tempestivamente e accuratamente all’eventualità di una pandemia, tenendo conto del suo impatto economico e assumendosi le responsabilità sancite dalla legge per garantire il benessere e la salute dei dipendenti. In questo documento, l’UFSP e i suoi partner (Suva, seco, esperti degli ispettorati cantonali del lavoro, Suissepro) formulano delle raccomandazioni volte a sostenere e guidare le aziende nella preparazione e nella pianificazione delle misure da adottare in caso di pandemia influenzale. I piani pandemici delle aziende dovrebbero essere strutturati in base alle fasi pandemiche dell’OMS e tenere conto delle peculiarità aziendali. Queste raccomandazioni si basano sulla legge sulle epidemie (LEp, RS 818.101), sull’ordinanza sulla pandemia di influenza (OPI), sul codice delle obbligazioni (CO), sulla legge sul lavoro (LL), sulla legge sull’assicurazione contro gli infortuni (LAINF) e sull’ordinanza sulla protezione dei lavoratori dal pericolo derivante da microorganismi (OPLM). Per legge, il datore di lavoro è tenuto a proteggere i propri lavoratori analizzando ogni pericolo di esposizione a microrganismi e valutando il rischio correlato nonché a proteggere la loro salute adottando tutte le misure necessarie secondo esperienza, applicabili in base allo stato della tecnica e adeguate alle condizioni dell’azienda. I lavoratori sono invece tenuti ad osservare le istruzioni del datore di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro e protezione della salute e a rispettare le norme di sicurezza generalmente riconosciute. Devono in particolare utilizzare i dispositivi di protezione individuale ed evitare di compromettere l’efficacia delle attrezzature di sicurezza. In materia di protezione della salute, il datore di lavoro deve avvalersi della partecipazione dei lavoratori. A loro volta, i lavoratori sono tenuti a sostenere il datore di lavoro nell’attuazione delle prescrizioni concernenti la protezione della salute. È inoltre indispensabile che i responsabili delle aziende siano sempre al corrente delle raccomandazioni emanate dalle autorità sanitarie competenti, e cioè l’UFSP e i servizi medici cantonali, e le attuino in base a un’analisi dei rischi specifica per l’azienda. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 206 di 251 Obiettivo 1) Valutazione dei rischi e pianificazione delle misure in base alla situazione 2) Minimizzazione del rischio di infezione sul posto di lavoro per trasmissione da animale a uomo o trasmissione da uomo a uomo 3) Mantenimento dell’infrastruttura sociale ed economica, in particolare dei servizi pubblici. Ipotesi Le seguenti ipotesi sono estratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006: − Prima o poi, a seconda della sua virulenza, un nuovo sottotipo di virus influenzale arriverà in Svizzera. Il rischio è acuito dai viaggi e dagli scambi commerciali. Un’ondata pandemica impiegherà presumibilmente da 3 a 6 mesi per raggiungere la Svizzera, si diffonderà sull’intero territorio entro 2 o 3 settimane e durerà circa 12 settimane. Sono possibili più ondate pandemiche. L’intervallo tra le varie ondate non è noto. − Benché la maggior parte delle persone sia a rischio di contagio, non tutti saranno infettati e non tutte le persone infette svilupperanno i sintomi della malattia. Si stima che in Svizzera nel corso della prima ondata pandemica si ammalerà il 25% della popolazione (influenza stagionale: 2-5%), di cui il 2,5% dovrà essere ospedalizzato e lo 0,4% morità a seguito dell’infezione. Le cifre relative ai ricoveri in ospedale e ai decessi possono variare fino a un fattore 10 a seconda delle caratteristiche del virus pandemico. − Una pandemia influenzale avrà forti ripercussioni sul sistema sanitario e sulla società e si farà sentire più o meno rapidamente a seconda della sua intensità. La durata delle assenze dal lavoro dipenderà sia dal tasso di attacco del personale che dalla necessità di assistere familiari malati e occuparsi dei figli che restano a casa a causa della chiusura delle scuole. Si stima che durante una fase della durata di 3-4 mesi il 25% dei lavoratori resterà assente dal lavoro in media da 5 a 8 giorni. Calcoli delle assenze effettuati su modelli forniscono picchi puntuali del 10%, da due a tre volte superiori rispetto ai periodi normali. Nel caso delle persone esposte, come il personale sanitario, questi picchi potranno essere addirittura superati. Fasi 1 e 2 Strategia Le aziende analizzano il rischio professionale di infezione dei loro dipendenti per ogni fase pandemica definita dall’OMS e pianificano misure di protezione adeguate. Occorre pianificare tempestivamente anche la gestione di eventuali maggiori assenze dal lavoro per malattia o di altre misure come p. es. la chiusura delle scuole o altro. Tutte le misure sono volte principalmente a proteggere i collaboratori dal nuovo sottotipo di virus influenzale (in particolare nelle aziende con un maggior rischio di esposizione in caso di introduzione del nuovo virus influenzale in Svizzera) e a garantire l’attività dell’azienda. Misure Ogni azienda deve istituire un gruppo di pianificazione in caso di pandemia (le piccole aziende devono designare almeno un incaricato della sicurezza), che analizzi tempestivamente i rischi professionali di infezione e di esposizione per ciascuna delle potenziali fasi pandemiche definite dall’OMS, pianifichi misure di protezione, quantifichi le risorse necessarie e stabilisca il momento dell’acquisto del materiale corrispondente. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 207 di 251 I contenuti dettagliati della pianificazione figurano nella lista di controllo (allegato 1). La pianificazione deve tener conto anche delle fasi pandemiche successive (fasi da 3 a 6). Il gruppo di pianificazione (rispettivamente l’incaricato della sicurezza) valuta se il personale o una parte del personale rientra nel gruppo che secondo le raccomandazioni di vaccinazione dovrebbe essere vaccinato contro l’influenza stagionale. Il gruppo di pianificazione (rispettivamente l’incaricato della sicurezza) verifica come mantenere importanti funzioni aziendali anche in caso di assenze più frequenti del personale. Ulteriori raccomandazioni per le aziende con un maggior rischio di esposizione nella fase 2 figurano negli allegati da 2 a 5, che si riferiscono a: − collaboratori di aziende di allevamento avicolo e del settore veterinario, compreso il personale coinvolto nella lotta alle epizoozie (allegato 2); − collaboratori di laboratori diagnostici microbiologici che manipolano campioni sospetti (allegato 3); − personale potenzialmente a contatto con pollame o prodotti avicoli provenienti da regioni colpite (allegato 4); − personale potenzialmente a contatto con escrementi di pollame o uccelli selvatici (allegato 5). Fase 3 Strategia Le aziende che non presentano un maggior rischio di esposizione colmano eventuali lacune nella pianificazione. Le aziende che presentano un rischio di esposizione maggiore in caso di importazione del nuovo sottotipo di virus influenzale adottano misure per proteggere i loro dipendenti dal contagio. Misure Al più tardi in questa fase, il gruppo di pianificazione di lotta contro una pandemia in seno all’azienda deve completare la pianificazione e assicurarsi che ogni collaboratore sia informato in merito al contenuto della pianificazione specifica dell’azienda e capisca il proprio ruolo. Ulteriori raccomandazioni per le aziende con un maggior rischio di esposizione nella fase 3 figurano negli allegati da 2 a 6 e si riferiscono a: − collaboratori di aziende di allevamento avicolo e del settore veterinario, compreso il personale coinvolto nella lotta alle epizoozie (allegato 2); − collaboratori di laboratori diagnostici microbiologici che manipolano campioni sospetti (allegato 3); − personale potenzialmente a contatto con pollame o prodotti avicoli provenienti da regioni colpite (allegato 4); − personale potenzialmente a contatto con escrementi di pollame o uccelli selvatici (allegato 5); − collaboratori del settore sanitario (allegato 6). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 208 di 251 Fasi 4 e 5 Strategia Le aziende adottano misure adeguate per proteggere i collaboratori potenzialmente esposti da un contagio dal nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. in caso di viaggi di servizio, contatti con animali malati), prestando particolare attenzione all’identificazione precoce dei collaboratori già malati. Misure Per le persone particolarmente esposte valutare la possibilità di anticipare misure di protezione adeguate della fase 6. I collaboratori che avvertono sintomi di influenza (febbre ≥ 38°C accompagnata da almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, dispnea, mal di gola) devono evitare di andare al lavoro o lasciare il posto di lavoro immediatamente. In entrambi i casi bisogna avvertire telefonicamente il superiore e consultare un medico (sempre telefonicamente) da casa. Il ritorno al lavoro è possibile non prima di cinque giorni dopo la scomparsa dei sintomi. Pulire accuratamente (ad esempio con un detergente a base di alcol) o disinfettare (con ipoclorito di sodio [candeggina], un disinfettante per superfici contenente alcol o un altro disinfettante per superfici omologato adatto) gli oggetti e le superfici sul posto di lavoro dei collaboratori che presentano una sintomatologia sospetta. Informare dei casi di malattia i colleghi che lavorano nello stesso locale e le altre persone che lavorano a stretto contatto con i collaboratori con sospetta influenza e raccomandare loro di prestare attenzione a eventuali sintomi influenzali. Negli allegati da 2 a 6 figurano ulteriori raccomandazioni per le aziende con un maggior rischio di esposizione (come nella fase 3). Fase 6 Strategia Le aziende sono preparate al peggio: tutte le misure per isolare i collaboratori malati da quelli sani, ridurre al minimo le altre possibilità di contagio e assicurare l’attività dell’azienda sono in vigore. Misure generali Le aziende devono promuovere tra i propri dipendenti le misure di comportamento personale per proteggersi dalla trasmissione del nuovo sottotipo di virus influenzale raccomandate nella parte III, capitolo 5.2 («Misure di profilassi personale») e nel capitolo 5.3 («Mascherine di protezione respiratoria») del Piano pandemico svizzero 2006. I responsabili dei gruppi di pianificazione devono seguire l’evoluzione della pandemia e gli aggiornamenti delle raccomandazioni delle autorità sanitarie nonché comunicare immediatamente ai dipendenti le modifiche che li riguardano. La decisione di utilizzare dispositivi di protezione individuale, in particolare di indossare una mascherina di protezione, deve essere presa sulla base di un’analisi dei rischi legati alle singole attività, tenendo conto delle corrispondenti raccomandazioni dell’UFSP destinate al pubblico. Attualmente si deve partire dal presupposto che per le situazioni con contatto personale diretto in ambito extraprofessionale nella fase 6 sarà raccomandato l’uso di mascherine chirurgiche. Le raccomandazioni generali di prevenzione del contagio extraprofessionale, ad esempio sui trasporti pubblici, si applicano per analogia agli ambiti professionali (vedi sotto). Se tuttavia l’analisi dei rischi dell’attività professionale rivela un maggior rischio di infezione rispetto al settore extraprofessionale, malgrado le misure tecniche e organizzative, è necessario optare per mascherine di protezione respiratoria che offrano una maggior protezione (almeno FFP2), tenendo conto delle conoscenze attuali in merito alla gravità della malattia e della disponibilità di mascherine. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 209 di 251 In linea di massima, il tipo e il numero di mascherine necessarie nonché il potenziale gruppo di utenti vanno stabiliti in anticipo. Si calcolano approssimativamente da 3 a 4 mascherine chirurgiche per giorno di lavoro di otto ore per ogni lavoratore a contatto diretto con i clienti (meno di 1m di distanza per almeno 3 minuti). Ulteriori informazioni sulle mascherine di protezione respiratoria e sulle vaccinazioni figurano nei capitoli 5.3 e 7, parte III del Piano pandemico svizzero 2006. Istruire i collaboratori con la massima precisione su come attuare le misure ordinate. Informare i partner commerciali e i clienti in merito alle misure di protezione ordinate. Misure speciali Lavoro in uffici «open space» − Se lo spazio è esiguo, cercare di crearne di più sopprimendo temporaneamente singole postazioni di lavoro − Tra postazioni di lavoro contigue erigere semplici barriere (p. es. con fogli di plastica) per prevenire la trasmissione di goccioline (mentre si parla, si starnuta o si tossisce) Lavoro a diretto contatto con i clienti (sportello, vendita, servizio esterno ecc.) − Limitare o trasferire queste attività (alternative possibili: citofoni, linee telefoniche speciali, Internet, clienti dei taxi solo sui sedili posteriori, rinuncia all’uso della porta anteriore degli autobus ecc.) − Se non vi sono altre soluzioni tecniche, erigere semplici barriere (p. es. di plexiglas o con fogli di plastica all’altezza del volto o del busto) per prevenire la trasmissione di goccioline Riunioni, incontri − Rinunciare a riunioni, incontri e corsi di aggiornamento − Trasmettere le informazioni facendo ricorso per quanto possibile ai media elettronici invece ad incontri − Per gli incontri irrinunciabili adottare misure organizzative, tecniche e personali per ridurre il pericolo di contagio (sala di riunione più grande possibile, limitazione del numero di partecipanti allo stretto necessario, dispositivi di protezione individuale ecc.) Mense − Chiudere le mense per l’intera durata della pandemia − Consigliare ai collaboratori che normalmente frequentano la mensa di portarsi i pasti da casa e consumarlo individualmente Posta aziendale − Incaricare un’unica persona (designare anche un sostituto) di distribuire la posta in entrata, evitando di farla ritirare da varie persone in un punto centrale − Depositare la posta in uscita nel luogo stabilito evitando contatti personali − La persona incaricata di distribuire la posta deve lavarsi o disinfettarsi le mani ogni ora Pulizia dei locali − Una volta al giorno pulire tutte le maniglie, le strutture e gli apparecchi utilizzati in comune nonché i bagni (tutte le superfici, i lavandini, la rubinetteria e soprattutto l’asse e il coperchio del WC e il pulsante dello scarico), disinfettandoli mediante sfregamento o strofinamento Climatizzatori − Esaminare anticipatamente il tipo e il funzionamento degli impianti, chiarendo in particolare se sono possibili modifiche delle impostazioni per mantenerli accesi senza pericolo − Verificare quali climatizzatori possono o devono essere spenti in caso di pandemia Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 210 di 251 Ulteriori informazioni relative a collaboratori con sintomatologia sospetta, aziende con maggior rischio di esposizione, mascherine di protezione respiratoria e vaccinazioni Per le misure relative ai collaboratori con sintomatologia sospetta si rimanda alle raccomandazioni per le fasi 4 e 5. Per le aziende con un maggior rischio di esposizione si rimanda agli allegati da 2 a 6. Per l’uso di mascherine di protezione respiratoria e le vaccinazioni si rimanda alla parte III, capitoli 5.3 e 7 del Piano pandemico svizzero 2006. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 211 di 251 Riferimenti bibliografici Ufficio federale di veterinaria (UFV). Vogelgrippe – Schweizer Geflügelhaltende spielen zentrale Rolle bei der Vorbeugung. Tipps für Rassegeflügel-Züchterinnen und Kleinbetriebe (stato febbraio 2006). Ufficio federale di veterinaria (UFV). Vogelgrippe – Schweizer Geflügelhaltende spielen zentrale Rolle bei der Vorbeugung. Tipps für Grossbetriebe (stato febbraio 2006). Centers for Disease Control and Prevention, USA, dicembre 2005. Empfehlung spezieller Massnahmen zum Schutz der Beschäftigten vor Infektionen durch den Erreger der klassischen Geflügelpest. Beschluss Nr. 608 des Ausschusses für Biologische Arbeitsstoffe (ABAS). Public Health Guidance for Community-Level Preparedness and Response to Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS) Version 2; 8 gennaio 2004. Robert Koch-Institut. Empfehlungen des Robert Koch-Instituts für Hygienemassnahmen bei Patienten mit Verdacht auf bzw. nachgewiesener Influenza (stato luglio 2005). Robert Koch-Institut. Empfehlungen des Robert Koch-Instituts zur Prophylaxe für und zum Management von gefährdeten Personen durch aviäre Influenza (z.B. Influenzavirus A[H5N1] oder A[H7N7]). Stellungnahme der EFBS zur Abfallentsorgung in Laboratorien der medizinisch-mikrobiologischen Diagnostik, novembre 2001. Swiss-NOSO, Das Schwere Akute Respiratorische Syndrom (SARS); Massnahmen im Spital, Band 12, N° 2, 2005. Swiss-NOSO, Isolierungs- und Vorsichtsmassnahmen zur Prävention von Infektionskrankheiten im Spital, Band 5, N°4, 1998. Tubercolosi sul luogo di lavoro, bollettino d’informazione Suva; n. di ordinazione 2869/35. Ordinanza sull’utilizzazione di organismi in sistemi chiusi (OIConf; RS 814.912), 1999. Ordinanza sulla protezione dei lavoratori dal pericolo derivante da microorganismi (OPLM; RS 832.321), 1999. WHO laboratory biosafety guidelines for handling specimens suspected of containing avian influenza A virus (stato gennaio 2005). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 212 di 251 Pandemia e aziende Allegato 1: Lista di controllo per l’elaborazione di un piano d’azione aziendale in caso di minaccia di pandemia influenzale N. Misure Termine Respon Eseguito sabile Data Visto Osservazioni Preparazione alle ripercussioni di una pandemia sull’attività dell’azienda 1 Designazione di un coordinatore e/o gruppo di lavoro incaricato di elaborare un piano d’azione in caso di pandemia. Definizione esatta dei ruoli, delle responsabilità e delle supplenze all’interno del gruppo di lavoro. Coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. 2 Designazione dei responsabili in seno alla direzione e dei loro sostituti incaricati di porre in vigore/revocare il piano d’azione e di decidere l’adattamento a breve termine dell’attività in base all’analisi dei rischi (sospensione di processi di produzione/servizi, anche all’estero) 3 Identificazione degli elementi chiave indispensabili per assicurare l’attività dell’azienda (persone, posti di lavoro, attività, scorte di materiale) 4 Designazione, informazione e istruzione dei sostituti per funzioni importanti (collaboratori di un altro settore, pensionati ecc.), ad esempio reclutamento rapido di specialisti del settore sanitario non più attivi (eventualmente congiuntamente al medico cantonale, alla federazione cantonale dei medici, all’associazione professionale del personale sanitario) 5 Definizione delle modalità di ricezione delle informazioni delle autorità sanitarie (autorità cantonali, UFSP) in merito all’epidemia, alla sua evoluzione e alle misure immediate 6 Elaborazione di un piano di comunicazione all’interno dell’azienda, che stabilisca i canali e i processi d’informazione (designazione delle persone chiave e dei loro sostituti) 7 Stima e valutazione dell’impatto di una pandemia sul traffico viaggiatori (nazionale o internazionale) all’interno e all’esterno dell’azienda (cfr. punto 19) 8 Elaborazione di scenari sul potenziale influsso di una pandemia sulla domanda di prodotti o servizi (ad esempio a causa della limitazione dei contatti personali o di restrizioni dovute a misure igieniche) 9 Valutazione dell’impatto economico di una pandemia sull’azienda e sulla produzione/servizi 10 Verifica periodica ed eventuale adattamento delle misure decise Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 213 di 251 N. Misure Termine Respon Eseguito sabile Data Osservazioni Visto Pianificazione dell’acquisto di materiale e delle misure tecniche di protezione 11 Pianificazione di una scorta adeguata di dispositivi di protezione e dei canali di distribuzione per tutti i collaboratori (ad esempio igiene delle mani [sufficienti lavandini con dosatori di sapone, disinfettanti, asciugamani di carta], mascherine di protezione, occhiali di protezione, indumenti di protezione ecc.), comprese le regole di smaltimento dopo l‘uso 12 Pianificazione e/o acquisto e installazione di una tecnologia di comunicazione per i contatti all’interno dell’azienda e con i clienti allo scopo di ridurre al minimo i contatti personali diretti (ad esempio collegamenti telefonici, fax, Internet e Intranet supplementari, acquisto di cellulari supplementari) 13 Valutazione del bisogno di barriere (plexiglas/fogli di plastica) all’altezza del volto/busto per prevenire la trasmissione diretta di goccioline mentre si parla, si starnuta o si tossisce nei settori con frequenti contatti con i clienti (cassa, sportello, taxi) nella fase 6 della pandemia 14 Pianificazione delle misure di spegnimento della ventilazione tecnica (climatizzatore) per evitare la trasmissione di germi da un locale all’altro nella fase 6 della pandemia Pianificazione delle conseguenze di una pandemia per i lavoratori e i clienti (compresi pazienti/studenti/allievi) 15 Adozione di regole di comportamento vincolanti per evitare la trasmissione del virus durante il lavoro (misure d’igiene personale, protezione respiratoria, comportamento in caso di sintomi d’influenza) 16 Elaborazione di raccomandazioni di comportamento in caso di contatti diretti tra i lavoratori e con i clienti (ad esempio strette di mano, manifestazioni/riunioni, distribuzione della posta, servizio allo sportello ecc.) 17 Pianificazione di orari e forme di lavoro flessibili (ad esempio telelavoro) 18 Elaborazione di misure di limitazione dei viaggi di lavoro in generale e in particolare verso e all’interno di regioni a rischio. Pianificazione dell’evacuazione e del monitoraggio del personale in regioni a rischio (vedi raccomandazioni di viaggio dell’UFSP) 19 Formulazione di linee guida di comportamento per le persone che hanno avuto contatti con soggetti malati, presentano una sintomatologia sospetta o si ammalano durante il lavoro (sorveglianza dell’infezione [misura della febbre, visita medica], rientro a casa) 20 Pianificazione e designazione dei medici e dei servizi d’emergenza da contattare 21 Se esiste un servizio medico e/o sanitario aziendale, definizione dei suoi compiti in caso di pandemia Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 214 di 251 N. Misure 22 Promozione della vaccinazione contro l’influenza stagionale tra i dipendenti 23 Verifica della necessità di misure speciali per specifici gruppi di persone con handicap o problemi di salute (sia tra i lavoratori che tra i clienti) 24 Elaborazione di un piano di gestione delle assenze (in caso di malattia del lavoratore, cura di un familiare malato, misure di quarantena, chiusura di scuole, interruzione dei trasporti pubblici ecc.) 25 Elaborazione di direttive straordinarie in materia di assenze. Misure di agevolazione della ripresa del lavoro dopo la malattia 26 Pianificazione dei contatti con i lavoratori assenti (notizie sullo stato di salute, pianificazione della ripresa del lavoro) Termine Respon Eseguito sabile Data Visto Osservazioni Informazione e istruzione dei lavoratori 27 Informazioni ai lavoratori sul piano d’azione aziendale, sui tempi di attuazione nonché sull’accesso alle informazioni ufficiali delle autorità in merito alla pandemia 28 Informazione precoce e adeguata per prevenire timori e voci 29 Pianificazione di una piattaforma d’informazione (hotline o sito Intranet/Internet) per i lavoratori e i clienti (rispettivamente pazienti/studenti/allievi) 30 Informazioni comprensibili ai collaboratori di lingua straniera o provenienti da altre culture Coordinamento con le autorità sanitarie 31 Garantire che i responsabili dell’azienda s’informino continuamente sulle raccomandazioni delle autorità sanitarie competenti, e cioè l’UFSP e i servizi medici cantonali, e le mettano in pratica – dopo un’analisi dei rischi all’interno dell’azienda. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 215 di 251 Pandemia e aziende Allegato 2: Collaboratori di aziende di allevamento e del settore veterinario, compresa la lotta alle epizoozie L’importazione del nuovo sottotipo di virus influenzale in Svizzera attraverso animali infetti e di conseguenza la comparsa di animali infetti nelle aziende di allevamento svizzere (ad esempio allevamenti avicoli) è ipotizzabile a partire dal periodo interpandemico (fase 2) e soprattutto dal periodo di allerta pandemico (fase 3). In tal caso, le aree colpite devono essere chiuse dal personale incaricato della lotta alle epizoozie. Si raccomanda di procedere ad abbattimenti di massa e successivamente di pulire e disinfettare le aziende. Il contatto diretto con animali infetti può causare un contagio nell’uomo. Secondo le indicazioni dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV) per prevenire l’importazione e la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale è quindi estremamente importante proteggere efficacemente il personale esposto. Le seguenti raccomandazioni si basano sulle pubblicazioni dell’Istituto Robert Koch (RKI) e del comitato per i materiali biologici del Bundesanstalt für Arbeitsschutz und Arbeitsmedizin (BAuA) di Berlino (Germania) nonché dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV). Campo d’applicazione Le presenti raccomandazioni sono applicabili a: - attività a contatto con animali malati o sospetti di malattia; - attività a contatto con liquidi corporei ed escrementi di animali malati o sospetti di malattia; - permanenza in allevamento di animali con almeno un caso di malattia accertata da un laboratorio diagnostico. Esempi di attività con contatti a rischio di contagio: - allevamento; - medicina veterinaria, segnatamente nell’ambito di animali malati o sospetti di malattia; - abbattimento di animali; - smaltimento di carcasse; - lavori di pulizia e disinfezione degli ambienti contaminati. Misure Misure tecniche Evitare nei limiti del possibile o ridurre al minimo la formazione di polvere o aerosol, ad esempio inumidendo il materiale o gli animali abbattuti. Meccanizzare, nei limiti del possibile, la raccolta e lo smaltimento degli animali abbattuti o del materiale contaminato. Trasportare gli animali abbattuti o il materiale contaminato in contenitori chiusi ermeticamente. In caso di formazione di polvere o aerosol durante il carico e lo scarico, utilizzare dispositivi di protezione individuale (vedi sotto). Misure organizzative Limitare allo stretto necessario il numero di collaboratori coinvolti nell’abbattimento di animali nonché nei lavori di pulizia e disinfezione. Sorvegliare l’accesso ai settori contaminati. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 216 di 251 Estendere le misure di protezione previste al trasporto (compresi il carico e lo scarico) e allo smaltimento (p. es. incenerimento) degli animali. Informare in dettaglio i collaboratori sui pericoli e sulle misure di protezione nonché sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro presenza. Dispositivi di protezione individuale (DPI) Per accedere ai settori di detenzione di animali utilizzare indumenti speciali nonché dispositivi di protezione individuale, in particolare: - indumenti da lavoro coprenti (tute, tute monouso) - un cappuccio che copra completamente i capelli - opportuni stivali disinfettabili (ad esempio di gomma) - guanti impermeabili disinfettabili - preferibilmente un respiratore con filtro antiparticelle TM2P o TM3P oppure una cuffia di protezione delle vie respiratorie TH2P o TH3P o una mascherina FFP3 (se possibile munita di valvola di espirazione) 1 - occhiali di protezione a mascherina aderenti. Togliere i dispositivi di protezione individuale prima di uscire dai settori di detenzione di animali e riporli in contenitori a tenuta stagna soggetti a disinfezione e smaltimento corretti, per evitare di mettere in pericolo terzi e diffondere virus. Una volta tolti i dispositivi di protezione individuale, disinfettare le mani. Misure di medicina del lavoro Profilassi pre-esposizione con farmaci antivirali (vedi capitolo 6, parte III del Piano pandemico svizzero 2006) In seguito a contatti diretti non protetti con animali malati o con casi sospetti di malattia, liquidi corporei o escrementi di questi animali o indumenti di protezione contaminati procedere a una profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore, salvo per le persone sottoposte a una profilassi pre-esposizione. Una profilassi post-esposizione è necessaria anche in caso di esposizione a polveri/aerosol o escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati sull’efficacia delle misure di protezione, salvo per le persone sottoposte a una profilassi pre-esposizione. A seconda dell’attività considerare la possibilità di una vaccinazione con il vaccino contro l’influenza stagionale. Pur non proteggendo contro le infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, questa vaccinazione può impedire le infezioni dai virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il rischio di doppia infezione e sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo. Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini») Apparecchi di protezione delle vie respiratorie a ventilazione assistita: Gli elmetti o le cuffie con ventilazione assistita e filtro antiparticelle offrono una maggior azione protettiva rispetto alle semimaschere filtranti. Sono suddivisi nelle classi TH1P, TH2P e TH3P, a seconda della loro azione protettiva, e soddisfano la norma EN12942. Un’azione protettiva ancora superiore è offerta dalle maschere con ventilazione assistita e filtro antiparticelle del tipo TM1P, TM2P o TM3P secondo la norma EN12941. 1 Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 217 di 251 Pandemia e aziende Allegato 3: Manipolazione di campioni clinici umani o animali sospetti per influenza pandemica A partire dal periodo interpandemico (fase 2) e soprattutto a partire dal periodo di allerta pandemico (fase 3), i collaboratori dei laboratori diagnostici microbiologici analizzano campioni sospetti prelevati da animali e, sempre più spesso, da persone per stabilire l’eventuale presenza del nuovo sottotipo di virus influenzale. Il personale di laboratorio sottostà all’ordinanza sull’utilizzazione di organismi in sistemi chiusi (OIConf, RS 814.912) e all’ordinanza sulla protezione dei lavoratori dal pericolo derivante da microorganismi (OPLM, RS 832.321). Le seguenti raccomandazioni si basano inoltre sugli opuscoli della Suva concernenti la prevenzione delle malattie professionali nei laboratori diagnostici microbiologici, negli istituti di patologia anatomica e nei laboratori istologici nonché sulle direttive dell’OMS relative alla manipolazione di campioni in caso di sospetto di virus dell’influenza aviaria A (ad esempio H5N1). Campo d’applicazione Le presenti raccomandazioni sono applicabili a qualsiasi manipolazione diagnostica di campioni non inattivati in cui si sospetta la presenza di virus influenzali altamente patogeni, indipendentemente dalla loro provenienza (settore umano, veterinario o ambientale), e segnatamente di: − qualsiasi nuovo sottotipo di virus influenzale umano (HxNy), − qualsiasi virus dell’influenza aviaria A altamente patogeno (HPAI; ad esempio H5N1, H7N7), − i virus influenzali di origine animale in grado di infettare l’uomo data la loro affinità con ceppi umani. Le attività diagnostiche comprendono tra l’altro: − l’analisi diagnostica mirata volta a identificare i virus influenzali menzionati sopra − altre analisi, come l’ematologia o la chimica clinica − il trasporto e lo stoccaggio di campioni. Misure Misure tecniche e personali Le seguenti attività possono essere svolte solo in laboratori della classe di sicurezza 3: − moltiplicazione di virus in vitro o in vivo − replicazione di virus in colture cellulari o conservazione di cellule isolate − coltura e concentrazione di virus Durante la manipolazione di campioni sospetti, evitare la formazione di spruzzi e aerosol. Svolgere le attività nei limiti del possibile su un banco di lavoro di sicurezza della classe II. Le manipolazioni durante le quali non è esclusa la formazione di spruzzi, goccioline o aerosol devono essere svolte su un banco di lavoro di sicurezza. Tra queste figurano tra l’altro il carico e lo scarico di provette per centrifughe, l’agitazione (vortex), la miscelazione, i trattamenti a ultrasuoni, l’apertura di contenitori eventualmente in pressione o depressione o altro. All’esterno del banco di lavoro di sicurezza, ridurre al minimo il rischio di esposizione accidentale. Per la centrifugazione di campioni non inattivati utilizzare unicamente rotori e provette per centrifughe che possono essere chiusi ermeticamente. Limitare inoltre la presenza di persone nei pressi delle centrifughe. Dopo ogni contaminazione con materiale biologico e alla fine di ogni giorno di lavoro disinfettare le superfici con un prodotto adeguato. Smaltire i rifiuti conformemente al parere della Commissione federale per la sicurezza biologica. Si raccomanda di inattivare i rifiuti (compresi i campioni) e i materiali contaminati sul posto. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 218 di 251 In laboratorio indossare camici con allacciatura dietro con polsini, guanti monouso e occhiali di protezione (dispositivi di protezione individuale, DPI). Se per determinati motivi, attività con possibile formazione di aerosol non possono essere svolte su un banco di lavoro di sicurezza della classe II, completare i DPI standard con opportuni dispositivi supplementari (mascherina FFP2/3, schermo facciale ecc.). Togliere i dispositivi di protezione prima di uscire dal laboratorio. Il personale di laboratorio deve lavare e disinfettare regolarmente le mani, in particolare dopo aver tolto i guanti e prima di uscire dal laboratorio. Misure organizzative Rispettare rigorosamente i principi di buona prassi microbiologica secondo l’allegato 3 dell’OPLM. I campioni clinici di essere umani e uccelli o mammiferi non possono essere manipolati nello stesso laboratorio («golden rule» dell’OMS). Informare in dettaglio i collaboratori sui pericoli e sulle misure di protezione nonché sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro presenza. Misure di medicina del lavoro In seguito a contatti diretti non protetti con campioni contaminati o sospetti o in caso di contatto con indumenti di protezione contaminati, considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore. Considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione anche in caso di esposizione a polveri/aerosol o escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati sull’efficacia delle misure di protezione. A seconda dell’attività considerare la possibilità di una vaccinazione con il vaccino contro l’influenza stagionale. Pur non proteggendo dalle infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, questa vaccinazione può impedire le infezioni dai virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il rischio di doppia infezione e sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo. Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini») Imballaggio, caratterizzazione e trasporto di campioni clinici in Svizzera: Campioni diagnostici (diagnostica primaria e di conferma) − Questi campioni sono attribuiti al numero UN 3373 (norma P650): gli imballaggi devono quindi essere abbastanza stabili da resistere alle pressioni e agli urti durante il trasporto (test di caduta da un’altezza di 1.2 m) e composti da tre strati: − i campioni e i ceppi isolati devono essere tenuti in uno o più contenitori primari a tenuta stagna, decontaminati esternamente e di capacità non superiore a 500 ml o 500 g; − i contenitori primari sono inseriti in un imballaggio secondario, anch’esso a tenuta stagna; − l’ultimo imballaggio esterno deve essere resistente agli urti e riportare le seguenti indicazioni: 1. gli indirizzi del mittente e del destinatario; 2. l’indicazione: «Campione diagnostico imballato secondo la norma P650». Il numero UN 3373 non deve necessariamente figurare. − Collocare tra il contenitore primario e l’imballaggio secondario materiale assorbente sufficiente per assorbire l’intero contenuto del contenitore primario in caso di fuoriuscita. − Il contenitore primario e l’imballaggio secondario devono essere in grado di resistere almeno a una pressione interna che comporti una differenza di pressione di 95 kPa senza perdite del contenuto. − Il contenuto dell’imballaggio esterno non deve superare 4 kg. − Si raccomanda di utilizzare imballaggi con la designazione «certificato UN», disponibili presso la maggior parte delle imprese di trasporto. − È possibile la spedizione postale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 219 di 251 Colture di virus e ceppi di riferimento − Le colture di virus e i ceppi di riferimento devono essere trasportati come materiale infettivo potenzialmente pericoloso per l’uomo (classe 6.2; numero UN 2814, eventualmente con l’indicazione «Virus influenzali altamente patogeni») e non come campioni diagnostici. Il sistema d’imballaggio a tre strati è analogo a quello descritto sopra, ma deve rispettare la norma P620, più severa: − test di caduta da un’altezza di 9 m e test di perforazione; − imballaggio della classe 6.2 esterna con certificato UN; − caratterizzazione supplementare dell’imballaggio esterno: simbolo biohazard, numero UN 2814 unitamente a una descrizione del contenuto e all’indicazione della temperatura di stoccaggio. − Attualmente, la posta non trasporta materiale infettivo delle categorie UN 2814 (patogeno per l’uomo) e 2900 (patogeno per gli animali). La spedizione di colture di virus o ceppi di riferimento deve quindi essere effettuata da un’impresa di trasporto autorizzata. − Il trasporto con veicoli privati non è consentito per gli organismi dei gruppi 3 e 4. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 220 di 251 Pandemia e aziende Allegato 4: Personale potenzialmente a contatto con pollame o prodotti avicoli importati A partire dal periodo interpandemico (fase 2), per determinate aziende (dogane, commercio di pollame, aeroporti, ecc.) e per i loro dipendenti è sostanzialmente ipotizzabile un contatto con animali infetti provenienti dall’estero. Nel periodo di allerta pandemico (fase 3), le importazioni di pollame o prodotti avicoli da regioni colpite dall’epidemia sono soggette a severe restrizioni. Il pericolo di contatto diretto con il nuovo sottotipo di virus influenzale per i collaboratori delle imprese di commercio corrispondenti o delle dogane, ad esempio, è quindi fortemente ridotto, ma non escluso del tutto. Le misure di protezione dei collaboratori da un contagio vanno stabilite a seconda della valutazione dei rischi specifica per l’azienda. Il rischio è maggiore in caso di formazione di aerosol o polvere. Per i prodotti imballati, il rischio di contatto diretto con il virus è trascurabile. Raccomandazioni Misure tecniche Assicurare una ventilazione sufficiente dei locali in cui si manipolano pollame o prodotti avicoli. Non utilizzare locali angusti o mal ventilati per queste attività. Verificare la possibilità di barriere fisiche (protezione contro gli spruzzi/goccioline) per le singole fasi di lavoro. Ridurre al minimo la formazione di polvere e aerosol mediante misure tecniche (ad esempio divieto di pulizia con getto ad alta pressione, nessuna pulizia a secco, inumidire i pavimenti e il materiale con un getto a bassa pressione [doccia] prima della pulizia). Misure organizzative Informare i collaboratori in merito al risultato della valutazione dei rischi e istruirli su come attuare le misure di protezione stabilite. Raccomandare ai collaboratori di lavare le mani regolarmente, in particolare dopo le attività a rischio di contagio. Ridurre eventualmente allo stretto necessario il numero di persone coinvolte in determinate attività. Informare in dettaglio i collaboratori sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro presenza. Misure di protezione personale Durante le attività a rischio di contagio, utilizzare indumenti di protezione adatti (indumenti monouso o indumenti di protezione facilmente lavabili e disinfettabili), che riducano al minimo il rischio di trasmissione del virus. Adattare il tipo di indumenti di protezione al grado di sporcizia nonché al potenziale di sviluppo di polvere e aerosol. In caso di contatto diretto con pollame o prodotti avicoli indossare guanti di protezione adatti. Dopo aver tolto i guanti, lavare e disinfettare le mani (ad esempio con un disinfettante per le mani contenente alcol). In caso di possibile contatto diretto con pollame o prodotti avicoli infetti, indossare di norma una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2. Durante le attività con forte sviluppo di polvere o aerosol, inevitabile nonostante le misure tecniche, indossare una mascherina FFP3. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 221 di 251 Misure di medicina del lavoro In seguito a contatti diretti non protetti con animali malati o sospetti di malattia, liquidi corporei o escrementi di questi animali o con indumenti di protezione contaminati, considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale, conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore. Considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione anche in caso di esposizione a polveri/aerosol o escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati sull’efficacia delle misure di protezione. A seconda dell’attività, considerare la possibilità di una vaccinazione con il vaccino contro l’influenza stagionale. Pur non proteggendo contro le infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, questa vaccinazione può impedire le infezioni dai virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il rischio di doppia infezione e sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo. Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini») Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 222 di 251 Pandemia e aziende Allegato 5: Personale potenzialmente a contatto con escrementi di uccelli selvatici infetti Dal periodo interpandemico (fase 2) e con maggior frequenza a partire dal periodo di allerta pandemico (fase 3) non è esclusa la presenza in Svizzera o nella fascia di confine di uccelli selvatici infetti che diffondono il nuovo sottotipo di virus influenzale attraverso le deiezioni. Se si rispettano norme igieniche di base, il rischio d’infezione per l’uomo in caso di contatto diretto con gli escrementi di questi uccelli è basso. Vi sono persone che possono tuttavia essere sottoposte a un maggior rischio di esposizione durante la loro attività, p. es. i collaboratori di imprese di manutenzione e pulizia di edifici o di aziende che svolgono lavori di manutenzione e riparazione su impianti sporchi di deiezioni di uccelli. Le misure di protezione dei collaboratori dal contagio vanno stabilite a seconda della valutazione dei rischi specifica per l’azienda. Misure Misure tecniche Assicurare una ventilazione naturale o artificiale sufficiente negli ambienti chiusi, che devono essere puliti da deiezioni di uccelli. Ridurre al minimo la formazione di polvere e aerosol mediante misure tecniche. Misure organizzative Informare i collaboratori in merito al risultato della valutazione dei rischi e istruirli su come attuare le misure di protezione stabilite. Raccomandare ai collaboratori di lavare le mani regolarmente, in particolare dopo le attività a rischio di contagio. Ridurre eventualmente allo stretto necessario il numero di persone coinvolte in determinate attività. Informare in dettaglio i collaboratori sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro presenza. Misure di protezione personale Durante le attività a rischio di contagio, utilizzare indumenti di protezione adatti (indumenti monouso o indumenti di protezione facilmente lavabili e disinfettabili), che riducano al minimo il rischio di trasmissione del virus. Adattare il tipo di indumenti di protezione al grado di sporcizia e al potenziale di sviluppo di polvere e aerosol. In caso di contatto diretto con escrementi di uccelli indossare guanti di protezione adatti. Dopo aver tolto i guanti, lavare e disinfettare le mani (ad esempio con un disinfettante per le mani contenente alcol). Durante i lavori di pulizia che precedono lavori di manutenzione e riparazione, indossare di norma una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2. Durante le attività con forte sviluppo di polvere o aerosol, inevitabile malgrado le misure tecniche (ad esempio in caso di impiego di pulitori ad alta pressione), indossare un apparecchio con filtro antiparticelle e ventilazione TM2P o TM3P oppure una cuffia di protezione delle vie respiratorie TH2P o TH3P o almeno una mascherina FFP3 (possibilmente munita di valvola di espirazione). In caso di forte sviluppo di aerosol o polvere nonché di rischio di spruzzi, indossare occhiali di protezione a mascherina adatti. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 223 di 251 Misure di medicina del lavoro In seguito a contatti diretti non protetti con escrementi di uccelli o indumenti di protezione contaminati, considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore. Considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione anche in caso di esposizione a polveri/aerosol o escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati sull’efficacia delle misure di protezione. A seconda dell’attività considerare la possibilità di farsi vaccinare con il vaccino stagionale. Pur non proteggendo contro le infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, la vaccinazione può impedire le infezioni da virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il rischio di doppia infezione e sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo. Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini») Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 224 di 251 Pandemia e aziende Allegato 6: Collaboratori del settore sanitario Vedi anche capitolo 5.1 «Raccomandazioni per gli ospedali e le strutture socio-sanitarie» Le aziende del settore sanitario svolgono un ruolo fondamentale nell’assistenza alle persone che si ammalano in seguito a un contagio dal nuovo sottotipo di virus influenzale. In caso di pandemia, sono sottoposte a sollecitazione estreme. A lungo andare, è possibile far fronte alla situazione solo adottando tutte le misure necessarie, tecnicamente possibili e proporzionate per evitare la trasmissione dell’agente patogeno dai pazienti al personale e viceversa. Le presenti raccomandazioni destinate alle aziende del settore sanitario si basano su pubblicazioni internazionali nonché sull’esperienza maturata nella cura di pazienti affetti da SARS e da tubercolosi. Misure di prima assistenza ambulatoriale a persone con sospetta infezione da un nuovo sottotipo di virus influenzale Va data la massima priorità all’identificazione precoce dei pazienti con sintomi d’influenza, in modo da poter adottare immediatamente misure di protezione degli altri pazienti e del personale. Misure tecniche Ricoverare il paziente in un locale separato, se possibile. Se questo locale non dispone di un impianto di ventilazione indipendente, spegnere l’intero impianto di ventilazione. Nelle fasi 4 e 5 verificare la possibilità di erigere barriere fisiche nell’area di ricezione dei pazienti (prevenzione della trasmissione di goccioline mentre si parla, si starnuta o si tossisce ad esempio con fogli di plexiglas o plastica all’altezza del volto o del busto). Nella fase 6, queste barriere sono obbligatorie. Misure organizzative Informare i collaboratori in merito al risultato della valutazione dei rischi e istruirli su come attuare le misure di protezione stabilite. Informare in dettaglio i collaboratori sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro presenza. Limitare allo stretto necessario il numero di persone a contatto con i pazienti. Raccomandare al personale di lavare e disinfettare le mani adeguatamente. Raccomandare ai pazienti di rispettare particolari misure d’igiene, tra cui: − coprire il naso e la bocca con un fazzoletto di carta quando si tossisce o si starnuta e gettare il fazzoletto in un contenitore impermeabile; − lavare e disinfettare accuratamente le mani dopo ogni contatto con secrezioni (tosse, starnuto o uso di fazzoletti di carta). Dopo ogni contatto con i pazienti, disinfettare tutte le superfici accessibili e gli oggetti con un disinfettante efficace contro i virus (ipoclorito di sodio [candeggina], disinfettante contenente alcol o altro disinfettante per superfici omologato) mediante sfregamento o strofinamento. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 225 di 251 Dispositivi di protezione individuale Pazienti Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone i pazienti devono indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se il loro stato lo permette. In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica. Nelle fasi da 4 a 6, si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Personale Nelle fasi da 3 a 4, in caso di contatto diretto con i pazienti (accoglienza, anamnesi, esami clinici e ulteriore diagnostica) il personale deve indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2/3. Nelle fasi da 5 a 6 si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Durante le attività sul paziente che comportano la formazione di aerosol, il personale deve indossare una mascherina FFP2/3. L’uso di apparecchi filtranti (apparecchio con filtro antiparticelle e ventilazione TM2P o TM3P oppure cuffia di protezione delle vie respiratorie TH2P o TH3P) può essere una valida alternativa dato il maggiore comfort e la riduzione del rischio di fughe, p. es. in presenza di barba. A seconda della situazione e dell’attività (analisi dei rischi), completare i dispositivi di protezione individuale con guanti monouso, camice o occhiali di protezione a mascherina. Dopo aver tolto i guanti e prima di uscire dal locale, lavare o disinfettare le mani. Disinfettare i dispositivi di protezione individuale dopo l’uso o smaltirli in opportuni contenitori a tenuta stagna. Misure di medicina del lavoro Vaccinare il personale contro l’influenza stagionale. In seguito a contatti diretti non protetti con pazienti malati o sospetti di infezione o con indumenti di protezione contaminati, considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore. Trasporto in ospedale di persone sospette di infezione da un nuovo virus influenzale Ridurre al minimo il numero di accompagnatori nel veicolo di trasporto dei pazienti, idealmente limitandosi all’autista. Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone il paziente deve indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se il suo stato lo permette. In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica. Nelle fasi da 4 a 6, per i pazienti si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Nelle fasi da 3 a 4, gli accompagnatori devono indossare una mascherina di protezione respiratoria FFP2/3, guanti non sterili, occhiali di protezione e un camice. Nelle fasi da 5 a 6, al personale si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Per motivi di sicurezza della circolazione, l’autista si limiterà all’uso di una mascherina di protezione respiratoria. Se la cabina di guida è separata dall’abitacolo, l’autista può rinunciare alla mascherina durante la guida. Immediatamente dopo il trasporto disinfettare tutte le superfici accessibili e gli oggetti con un disinfettante adatto (ipoclorito di sodio [candeggina], disinfettante contenente alcol o altro disinfettante per superfici omologato) mediante sfregamento o strofinamento. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 226 di 251 Misure di assistenza ospedaliera a persone con sospetta infezione da un nuovo virus influenzale Nelle fasi da 3 a 5 aumenta la probabilità che pazienti si rivolgano di propria iniziativa a studi medici e pronto soccorsi degli ospedali perché sospettano un’infezione da un nuovo virus influenzale. Nella fase 6 ciò avverrà quotidianamente. In questi casi sono fondamentali un esame rapido per evitare i contatti con il personale e altri pazienti e l’adozione di misure di isolamento per prevenire la trasmissione dell’infezione. Invitare i pazienti con sintomi di influenza (ad esempio mediante un’informazione corrispondente all’ingresso) a indossare le mascherine messe a disposizione (vedi supplemento «Mascherine di protezione respiratoria») e, se possibile, a farsi annunciare da un accompagnatore, in modo da evitare inutili contatti personali. Se il medico che visita il paziente per primo ordina di ricoverarlo, attivare le strutture predisposte nell’ambito della pianificazione preliminare e informare i responsabili e il personale coinvolto. Nei limiti del possibile, far annunciare il paziente da un accompagnatore o dal personale sanitario, dopo che è stato isolato. Tutte le misure devono essere coordinate con il personale specializzato in igiene ospedaliera. Per maggiori dettagli si rimanda alla pubblicazione corrispondente della SwissNoso. In caso di conferma del sospetto di infezione da un nuovo virus influenzale e ospedalizzazione, adottare le seguenti misure di sicurezza: Misure tecniche Isolare immediatamente i pazienti con sospetta o confermata infezione. Le camere dei pazienti devono soddisfare una serie di condizioni: Se possibile, ricoverare i pazienti in camere d’isolamento. Le camere o i settori d’isolamento devono disporre di una ventilazione tecnica che soddisfi i seguenti requisiti: − la ventilazione tecnica deve garantire almeno sei ricambi dell’aria all’ora; l’ideale è da 9 a 12 ricambi dell’aria; − il locale d’isolamento deve presentare una depressione permanente rispetto ai locali adiacenti, di modo che la corrente d’aria circoli sempre dall’ambiente circostante verso il locale d’isolamento; verificare periodicamente la depressione del locale d’isolamento, ad esempio con delle fialette fumogene; − convogliare l’aria di scarico del locale d’isolamento verso l’esterno, in un punto senza pericoli; si raccomanda di filtrare l’aria con un filtro HEPA o un filtro della classe H; − se eccezionalmente è impossibile o solo parzialmente possibile scaricare l’aria verso l’esterno, impedire una contaminazione dell’impianto di ventilazione e degli altri settori in modo affidabile; − è consigliabile allestire un’anticamera con funzione di chiusa. Se il numero di pazienti supera la capacità d’isolamento è possibile raggrupparli in camere a più letti. Può anche essere necessario e opportuno trasformare in stazioni di isolamento interi reparti o piani (fase 6). Se non sono disponibili camere d’isolamento, separare le camere singole o a più letti con malati d’influenza dall’impianto di climatizzazione generale. In tal caso assicurare una frequente ventilazione naturale dei locali. Misure organizzative Contrassegnare le camere d’isolamento. Segnalare chiaramente le misure di protezione necessarie per il personale e i visitatori. Raccomandare al personale un’adeguata pulizia e disinfezione delle mani. Disciplinare chiaramente e limitare al minimo l’accesso alle camere d’isolamento (personale e visitatori). Informare i visitatori sulle misure di protezione e sorvegliare l’uso dei dispositivi di Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 227 di 251 protezione individuale. Per i minori, le persone immunodepresse e gli anziani, l’accesso deve essere autorizzato dal personale specializzato in materia di igiene ospedaliera. In presenza di un’anticamera, assicurarsi che le due porte non siano mai aperte contemporaneamente. Raccomandare ai pazienti particolari misure d’igiene (respiratory hygiene/cough etiquette), tra cui: a) coprire il naso e la bocca quando si tossisce o starnuta; b) raccogliere le secrezioni delle vie respiratorie con un fazzoletto di carta; gettare i fazzoletti di carta in opportuni contenitori impermeabili; c) lavare e disinfettare accuratamente le mani dopo ogni contatto con le secrezioni respiratorie (tosse, starnuto o uso di fazzoletti di carta). Durante il periodo d’isolamento limitare la permanenza del paziente fuori dalla camera d’isolamento (solo per interventi diagnostici e terapeutici irrinunciabili). Nella fase pandemica 3, durante la permanenza fuori dalla camera di isolamento il paziente deve indossare una mascherina FFP2 (senza valvola di espirazione). In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica. Nelle fasi da 4 a 6, si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno, come contagiosità e infettività, prevalenza della malattia, morbidità e mortalità delle persone infette, e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Prima di uscire dalla camera d’isolamento, inoltre, il paziente deve lavare e disinfettare le mani. Limitare il contatto con altre persone, evitare quello con altri pazienti. Pulizia e disinfezione delle camere d’isolamento − Dopo ogni contatto con i pazienti o almeno una volta al giorno disinfettare tutte le superfici accessibili e gli oggetti con un disinfettante adatto (ipoclorito di sodio [candeggina], disinfettante contenente alcol o altro disinfettante per superfici omologato) mediante sfregamento o strofinamento. − Smaltire la biancheria dell’ospedale con le indicazioni corrispondenti. − Pulire e disinfettare la camera d’isolamento al termine dell’isolamento in base al piano d’igiene dell’ospedale. Dispositivi di protezione individuale Pazienti Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone i pazienti devono indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se le loro condizioni lo permettono. In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica. Nelle fasi da 4 a 6, si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Personale Nelle fasi da 3 a 4, in caso di contatto diretto con i pazienti (accoglienza, anamnesi, esami clinici e ulteriore diagnostica) il personale deve indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2/3. Nelle fasi da 5 a 6 si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Durante le attività sul paziente con formazione di aerosol, il personale deve indossare una mascherina FFP2/3. L’uso di apparecchi filtranti (apparecchio con filtro antiparticelle e ventilazione TM2P o TM3P oppure cuffia di protezione delle vie respiratorie TH2P o TH3P) può essere una valida alternativa dato il maggiore comfort e la riduzione del rischio di fughe, p. es. in presenza di barba. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 228 di 251 A seconda della situazione e dell’attività (analisi dei rischi) completare i dispositivi di protezione individuale. Nel settore d’isolamento è obbligatorio l’uso di: a) occhiali di protezione a mascherina; b) guanti monouso (dopo aver tolto i guanti e prima di lasciare il locale lavare e disinfettare adeguatamente le mani); c) camice adatto, eventualmente monouso. Disinfettare i dispositivi di protezione individuale dopo l’uso o smaltirli in opportuni contenitori a tenuta stagna. Trasporto di pazienti Limitare al minimo i trasporti fuori dalla camera d’isolamento. Informare i responsabili del luogo di destinazione prima di ogni trasporto. Prima del trasporto vestire il paziente con indumenti puliti e cambiare il letto. Disinfettare il telaio del letto. Limitare il contatto con altre persone, evitare quello con altri pazienti. Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone il paziente deve indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se le sue condizioni lo permettono. In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica. Nelle fasi da 4 a 6, per i pazienti si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria). Il personale accompagnatore deve usare dispositivi di protezione individuale conformemente al capitolo «Misure di profilassi personale». Misure di medicina del lavoro Informare i collaboratori sull’importanza di chiamare immediatamente un medico in presenza di sintomi di una possibile infezione da un nuovo virus influenzale – se i disturbi compaiono entro 7 giorni dall’esposizione. Questi disturbi sono febbre oltre i 38°C e uno dei seguenti sintomi: tosse, dispnea, mal di gola. Ridurre al minimo i contatti diretti con altre persone. Il parere immediato di un medico è importante per prevenire l’aggravarsi della malattia, attraverso una diagnosi precoce e l’avvio di un trattamento antivirale. Profilassi antivirale (vedi capitolo 6 «Farmaci antivirali») Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini») Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 229 di 251 Pandemia e aziende Allegato 7: Supplemento «Mascherine di protezione respiratoria» Raccomandazioni relative all’impiego di mascherine Devono essere rispettati i seguenti punti: La mascherina di protezione respiratoria è consegnata a titolo personale. In caso di impiego accurato (evitare di sporcare l’interno nel toglierla) la mascherina può essere utilizzata più volte dalla stessa persona. La mascherina di protezione respiratoria deve aderire bene. Adattarla e controllare la stabilità: nasello, elastici, bordi. La barba può compromettere l’azione protettiva delle semimascherine con filtro antiparticelle. Si raccomanda quindi di radersi. In generale, la durata totale d’uso delle mascherine di protezione respiratoria con filtro antiparticelle non deve superare 8 ore e la durata totale d’uso delle mascherine chirurgiche non deve superare 2-3 ore. Sostituire la mascherina di protezione respiratoria in caso di: − durata totale d’uso superiore a 8 ore per le mascherine con filtro antiparticelle (rispettivamente 2-3 ore per le mascherine chirurgiche); − contatto diretto della mascherina con secrezioni contaminate; − difetti visibili della mascherina; − aumento della resistenza respiratoria a causa dell’umidità. Le mascherine di protezione respiratoria vanno tenute in un luogo pulito, al riparo dalla polvere e dall’umidità (ad esempio nell’anticamera delle camere d’isolamento). L’uso corretto delle mascherine di protezione respiratoria va spiegato e verificato. Il momento ottimale per l’acquisto delle mascherine dipende da un lato dalla durata di conservazione limitata delle mascherine/filtri, dall’altro dalla stima della probabilità che si verifichino le varie fasi pandemiche. A tal fine, consultare regolarmente le informazioni attuali delle autorità competenti (Confederazione e Cantoni). In merito alla conservabilità delle mascherine rivolgersi al fabbricante. In linea di massima, il numero di persone da proteggere nonché il tipo e il numero di mascherine necessarie devono essere calcolati con antecedenza. Il numero di mascherine necessarie dipende dal numero di collaboratori esposti, dalla durata d’uso delle mascherine (vedi sopra) e dalla presunta durata di esposizione nelle varie fasi pandemiche (vedi introduzione). Per ulteriori informazioni vedi capitolo 5.3 («Mascherine di protezione respiratoria») nella parte III del Piano pandemico svizzero 2006. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 230 di 251 9 Comunicazione Per una comunicazione funzionale ai bisogni è essenziale una relazione di partenariato con tutti i gruppi bersaglio coinvolti – segnatamente una buona collaborazione tra la Confederazione, i Cantoni e i vari moltiplicatori. I contenuti (obiettivo, strategia e attuazione), la procedura (sequenze e tempi) e la struttura (organizzazione) della comunicazione variano da una fase all’altra. In ogni fase, la comunicazione prepara anche la fase successiva. Gruppi bersaglio Politica: organi legislativi e esecutivi della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni, conferenze intercantonali (CdC, CDS, ecc.), partiti politici, associazioni, organizzazioni non governative (ONG) Amministrazioni pubbliche della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni, associazioni intercantonali e organi consultivi (Dipartimenti federali, Cancelleria federale, UFSP, UFV, UFAE, DSC, seco, Swissmedic, Suva, direzioni cantonali, servizio sanitario coordinato SSC, associazioni dei medici cantonali, dei veterinari cantonali, dei farmacisti cantonali ecc.) Stato maggiore speciale Pandemia ai sensi dell’ordinanza sulla pandemia di influenza OPI (rappresentanti dei principali servizi coinvolti della Confederazione, dei Cantoni nonché dei moltiplicatori e degli specialisti) Moltiplicatori e specialisti: FMH, associazioni di medici specialisti, SSF, Associazione svizzera dei droghieri, santésuisse, ospedali, CRS, Cura Viva, Centro nazionale influenza, associazioni degli allevatori, scuole universitarie ecc. Partner internazionali: OMS, UE, ECDC, Paesi limitrofi, corpo diplomatico ecc. Gruppi specifici: − associazioni: economiesuisse, Unione padronale, Unione svizzera delle arti e mestieri, Unione svizzera dei dettaglianti, SKS, sorvegliante dei prezzi, LCH, Federazione svizzera delle agenzie di viaggio, Svizzera Turismo, Società Svizzera Albergatori, sindacati, Unione svizzera dei contadini, Interpharma, industria alimentare − imprese: imprese farmaceutiche, fornitori di servizi finanziari, dettaglianti, PMI, società di trasporto, agenzie di viaggio, compagnie aeree, gruppi che operano a livello globale, ecc. Popolazione (tutte le regioni linguistiche, stranieri) Media: media audiovisivi, quotidiani, settimanali, pubblicazioni di associazioni e media specializzati Gruppi etnici: organizzazioni di stranieri Altri: organizzatori di grandi manifestazioni Strategia La strategia di comunicazione fa leva sulla comunicazione indiretta mediante moltiplicatori/intermediari. Le prestazioni di comunicazione durante una fase pandemica vanno considerate anche un «investimento» per la fase successiva. In altre parole, nella fase 3 si prepara già la fase 4, nella fase 4 la fase 5 e nella fase 5 la fase 6. Ogni prestazione comunicativa rappresenta la base per altre attività di comunicazione. La comunicazione è «costruita» dal basso verso l’alto: più sono solide le fondamenta e più stabili saranno i piani superiori. Principi della comunicazione La popolazione conosce le principali raccomandazioni di comportamento e la responsabilità individuale è rafforzata in modo da indurre il singolo a tutelare la propria salute e quella degli altri. La comunicazione dell’UFSP è obiettiva e trasparente, il che la rende credibile. L’UFSP comunica ciò che sa, ma anche ciò che (ancora) non sa. La comunicazione si propone di combattere le speculazioni e le voci e consente agli interessati di interpretare correttamente la situazione. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 231 di 251 L’UFSP non partecipa pubblicamente alle controversie tra esperti, ma cerca soluzioni di compromesso con gli ambienti specializzati coinvolti. La comunicazione tiene in debita considerazione la dimensione emotiva (paura/insicurezza), che assume un ruolo importante in ogni fase della pandemia. I messaggi fondamentali e specifici di ogni fase sono formulati e verificati dal punto di vista dell’efficacia. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 232 di 251 Fasi 1/2 Attori principali Pubblica amministrazione: Uffici federali responsabili (UFSP, UFV) in collaborazione con i veterinari/medici cantonali Moltiplicatori: organizzazioni e istituzioni specializzate Gruppi specifici e diretti interessati: gruppi a rischio e detentori di animali Altri attori coinvolti Organizzazioni internazionali Strategia di Comunicazione scientifica specifica per i gruppi bersaglio sull’influenza comunicazio stagionale (situazione epidemiologica) e sulla situazione epizootica sotto la ne responsabilità dell’UFV, comprese raccomandazioni di comportamento (ad es. in materia di igiene) Sensibilizzazione e mobilitazione dei gruppi a rischio alla vaccinazione contro l’influenza stagionale (responsabilità UFSP) Informazione continua e coordinata della popolazione sull’influenza stagionale, sull’influenza aviaria e sulla pandemia – comunicazione educativa («educational communication») Messaggi Tra gli animali circolano virus influenzali. Questi virus non rappresentano un rischio per la salute umana. Sfide Sensibilizzazione per la fase successiva secondo il piano pandemico dell’OMS Promozione di un cambiamento di atteggiamento nei confronti di possibili misure di protezione previste nelle fasi successive Estensione della vaccinazione contro l’influenza ad altri gruppi specifici (se opportuno dal punto di vista medico) Mezzi di Moltiplicatori: bollettino, opuscoli, sito web, raccomandazioni di comportamento comunicazio Pubblico/pubblici settoriali: comunicati stampa, sito web, schede informative, ne opuscoli, raccomandazioni, hotline, spot televisivi, radio, altro (dopo la campagna di prevenzione dell’influenza) Servizi di informazion e UFSP, UFV Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 233 di 251 Fase 3 Attori principali Politica: Consiglio federale, parlamentari, CSSS-N, CSSS-S, partiti politici (attivamente) Amministrazione: CF, UFAE, SG DFI, UFV, Commissione federale per le vaccinazioni, seco, Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, Organo direttivo in materia di sicurezza, SM GSic (Stato maggiore della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza), DDPS (medico in capo dell’esercito), Cancelleria federale, Swissmedic, DFAE, DSC, Suva Cantoni: CDS, medici cantonali, veterinari cantonali, farmacisti cantonali, servizi sanitari cantonali, CDPE (scuole) Attori sanitari (Public Health): SSF, FMH, Collegio di medicina di base, associazioni di specialisti, droghieri, santésuisse, ospedali, Cura Viva, CRS, Centro nazionale influenza, medici di frontiera, tutti gli IMSP Partner internazionali: OMS, UE, ECDC, Paesi limitrofi, diplomatici, DFAE, DSC Detentori di animali: allevatori di pollame professionali, allevatori di pollame dilettanti/bio Associazioni: Unione padronale, economiesuisse, Unione svizzera delle arti e mestieri, Unione svizzera dei dettaglianti, SKS, sorvegliante dei prezzi, LCH, Federazione svizzera delle agenzie di viaggio, Svizzera Turismo, Società Svizzera Albergatori, sindacati Aziende: dettaglianti (Migros, Coop, Denner ecc.), fornitori di servizi finanziari, imprese farmaceutiche, PMI, società di trasporto, agenzie di viaggio, gruppi che operano a livello globale (Nestlé, IBM ecc.) Popolazione Media: quotidiani, media audiovisivi, settimanali, pubblicazioni di associazioni e media specializzati Strategia di Comunicazione scientifica competente e comprensibile sull’epizoozia e sui comunicazio rischi (responsabilità UFV), comprese raccomandazioni sul comportamento da ne adottare in presenza di animali malati o morti (destinatari: moltiplicatori, largo pubblico, gruppi specifici, diretti interessati) Comunicazione scientifica competente e comprensibile sulla situazione attuale e sui rischi per l’uomo, compresa la preparazione a un possibile peggioramento della situazione (responsabilità UFSP) (destinatari: moltiplicatori, largo pubblico, gruppi specifici, diretti interessati) Comunicazione sui nuovi eventi: UFV, UFSP e Cantoni congiuntamente Comunicazione continua e coordinata, intesa anche come comunicazione educativa («educational communication»), comprese raccomandazioni di comportamento Messaggi Si sono verificati casi isolati di infezione nell’uomo con un nuovo sottotipo di virus influenzale senza trasmissione da uomo a uomo, eccettuati casi molto rari di trasmissione dovuti a contatti ravvicinati con la fonte. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 234 di 251 Sfide Primo animale colpito (selvatico/da reddito/domestico) in Svizzera o in un Paese limitrofo Primo sottotipo di virus influenzale (HxNy) sull’uomo in Svizzera o in un Paese limitrofo (contagio all’estero) Trasmissione da animale a uomo in Svizzera o in un Paese limitrofo Mezzi di Diretti interessati: informazioni e raccomandazioni, bollettino, articoli sulla stampa comunicazio specializzata, hotline, sito web, raccomandazioni di comportamento ne Moltiplicatori: informazioni e raccomandazioni, bollettino, hotline, sito web, raccomandazioni di comportamento, piattaforme di coordinamento Largo pubblico/gruppi specifici: informazione ai media, sito web, schede informative, hotline, lettere/e-mail alla popolazione, raccomandazioni di comportamento, volantini e manifesti per i viaggiatori Servizi di informazion e UFSP, UFV Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 235 di 251 Fasi 4/5 Attori principali Legislativo: Parlamento (Confederazione e Cantoni) Esecutivo: Consiglio federale e governi cantonali Stato maggiore speciale Pandemia (rappresentanti di tutti i dipartimenti e servizi federali coinvolti nonché della CF e dei Cantoni) Amministrazione: servizi federali responsabili nonché CF in collaborazione con le istituzioni cantonali (veterinari/medici/farmacisti cantonali), servizio sanitario coordinato Organizzazioni internazionali: OMS Moltiplicatori/specialisti: organizzazioni e istituzioni specializzate Popolazione Media Gruppi specifici: lavoratori e datori di lavoro, commercio al dettaglio, turismo, aviazione, scuole, trasporti pubblici, altre infrastrutture centrali ecc. Diretti interessati: malati e loro familiari, detentori di animali (professionisti/dilettanti), istituzioni (ospedali, medici di famiglia, farmacisti, servizi di cure a domicilio) Strategia di Comunicazione scientifica obiettiva e comprensibile sulla situazione e sui rischi comunicazio per l’uomo, centrata chiaramente sui comportamenti da adottare. ne Contemporaneamente preparare all’eventualità di misure che incidono profondamente sulla vita quotidiana (UFSP in collaborazione con i Cantoni) (destinatari: moltiplicatori, largo pubblico, gruppi specifici, diretti interessati) Informazione densa e esauriente a tutti i gruppi bersaglio garantendo contenuti coerenti Crescente focalizzazione sulla comunicazione diretta (mass media) e interattiva (online) Informazione di base capillare e al contempo informazione dettagliata approfondita e specifica per ogni gruppo bersaglio, centrata sui comportamenti da adottare Tono: obiettivo, informativo, descrittivo; durante lo scenario 4.3: appellativo Intensità: la comunicazione si basa sugli investimenti realizzati durante le fasi precedenti. Il punto di partenza è un pubblico ben informato, che dispone di conoscenze di base in materia di influenza stagionale/pandemica, sintomi e trattamento, prevenzione e protezione Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 236 di 251 Messaggi Scenari 4.1/4.2/5.1/5.2 Non esiste alcun pericolo per la popolazione svizzera. La protezione della popolazione svizzera è garantita dalle misure già adottate. L’UFSP informa regolarmente ed è in contatto permanente con l’OMS. Normalità Scenario 4.3/5.3 La protezione della popolazione svizzera è garantita dalle misure già adottate. Sfide È necessario attenersi alle raccomandazioni e alle istruzioni delle autorità. Processi di apprendimento per la fase pandemica 6 Plurilinguismo e diversità culturale Esaurimento delle scorte in generale Stigmatizzazione e discriminazione dei malati e dei loro familiari Solidarietà con i malati malgrado le misure di social distancing Mezzi di Largo pubblico/gruppi specifici: comunicati stampa, sito web (E-News/SMS), comunicazio schede informative, hotline, lettere/e-mail alla popolazione, misure di ne comunicazione diretta (manifesti, pieghevoli, volantini, spot radiofonici e televisivi) – anche sotto forma di modelli per i Cantoni e i Comuni, video educativi, unità pedagogiche, relazioni standard Moltiplicatori: informazioni e raccomandazioni, bollettino, hotline, sito web, video educativi, inserzioni, volantini Diretti interessati: informazioni e raccomandazioni, bollettino, articoli sulla stampa specializzata e non, manifesti, volantini, hotline, sito web Servizi di informazion e UFSP, UFV e altri Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 237 di 251 Fase 6 Attori principali Legislativo: Parlamento (Confederazione e Cantoni) Esecutivo: Consiglio federale e governi cantonali Stato maggiore speciale Pandemia (rappresentanti di tutti i dipartimenti e i servizi federali coinvolti nonché della CF e dei Cantoni) Amministrazione: servizi federali responsabili nonché CF in collaborazione con le istituzioni cantonali (veterinari/medici/farmacisti cantonali), servizio sanitario coordinato Organizzazioni internazionali: OMS Moltiplicatori/specialisti: organizzazioni e istituzioni specializzate Popolazione Media Gruppi specifici: lavoratori e datori di lavoro, commercio al dettaglio, turismo, aviazione, scuole, trasporti pubblici, altre infrastrutture centrali ecc. Diretti interessati: malati e loro familiari, detentori di animali (professionisti/dilettanti), istituzioni (ospedali, medici di famiglia, farmacisti, servizi di cure a domicilio) Turisti che temporaneamente non possono più lasciare la Svizzera Comuni colpiti Strategia di Comunicazione obiettiva, comprensibile, ripetuta e appellativa, centrata comunicazio chiaramente sui comportamenti da adottare (misure di protezione) ne Coordinamento centrale della comunicazione (coerenza), esecuzione decentrata (autorità regionali) Informazione di base capillare e al contempo informazione dettagliata approfondita, specifica per ogni gruppo bersaglio, centrata sui comportamenti da adottare; garanzia di una comunicazione coordinata e coerente a tutti i livelli del sistema (Confederazione, Cantoni, Comuni) Informazione densa e ampia rivolta a tutti i gruppi bersaglio e assicurazione di contenuti coerenti nonché di un’operatività rapida e su scala nazionale (a livello tecnico e di contenuti) dei principali mezzi di informazione. In questa sede va presa in considerazione la diversità culturale. Crescente focalizzazione sulla comunicazione diretta e interattiva Tono: obiettivo, appellativo e prescrittivo, credibile, rassicurante Intensità: la comunicazione si basa sugli investimenti realizzati durante le fasi precedenti (cfr. capitolo «Introduzione»). Il punto di partenza è un pubblico ben informato, che dispone di conoscenze di base in materia di pandemia, prevenzione e protezione dalle malattie trasmissibili. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 238 di 251 Messaggi La situazione è seria, ma sotto controllo. Il Consiglio federale ha istituito uno Stato maggiore speciale Pandemia dotandolo di tutti i mezzi necessari. La protezione della popolazione svizzera è garantita. Tutte le misure importanti e necessarie sono state adottate. La popolazione è esortata ad attenersi scrupolosamente alle istruzioni e ai divieti delle autorità. L’assistenza medica è garantita. L’UFSP informa regolarmente ed è in contatto permanente con l’OMS. Sfide Insicurezza diffusa (panico) «Scenario peggiore»: il funzionamento dell’economia e dell’infrastruttura è perturbato Esaurimento delle scorte Stigmatizzazione e discriminazione Esaurimento/reclutamento del personale coinvolto nella risposta alla pandemia Mezzi di Largo pubblico/gruppi specifici: comunicati stampa, sito web (Forum/Ecomunicazio News/SMS), schede informative, hotline, lettere/e-mail alla popolazione, misure di ne comunicazione diretta (manifesti, volantini, pieghevoli, spot radiofonici e televisivi) – anche sotto forma di modelli per i Cantoni e i Comuni, video educativi, unità pedagogiche, relazioni standard Moltiplicatori: informazioni e raccomandazioni, bollettino, hotline, sito web, video educativi, inserzioni, pieghevoli/volantini Diretti interessati: informazioni e raccomandazioni, bollettino, articoli sulla stampa specializzata, manifesti, volantini, hotline, sito web Servizi di informazion e UFSP, UFV e altri Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 239 di 251 Comunicazione nella fase 6 tra un’ondata e l’altra Attori principali Legislativo: Parlamento (Confederazione e Cantoni) Esecutivo: Consiglio federale e governi cantonali Stato maggiore speciale Pandemia (rappresentanti di tutti i dipartimenti e i servizi federali coinvolti nonché della CF e dei Cantoni) Amministrazione: servizi federali responsabili nonché CF in collaborazione con le istituzioni cantonali (veterinari/medici/farmacisti cantonali), servizio sanitario coordinato Organizzazioni internazionali: OMS Moltiplicatori/specialisti: organizzazioni e istituzioni specializzate Popolazione Media Gruppi specifici (lavoratori e datori di lavoro, commercio al dettaglio, turismo, aviazione, scuole, trasporti pubblici, altre infrastrutture centrali ecc.) Diretti interessati: malati e i loro familiari, detentori di animali (professionisti/dilettanti), istituzioni (ospedali, medici di famiglia, farmacisti, servizi di cure a domicilio) Strategia di Comunicazione obiettiva, comprensibile e regolare centrata chiaramente sui comunicazio comportamenti da adottare (misure di protezione) ne Coordinamento centrale della comunicazione (coerenza), esecuzione decentrata (autorità regionali) Informazione di base capillare e al contempo informazione dettagliata approfondita, specifica per ogni gruppo bersaglio, centrata sui comportamenti da adottare; garanzia di una comunicazione coordinata e coerente a tutti i livelli del sistema (Confederazione, Cantoni, Comuni) Informazione densa e ampia rivolta a tutti i gruppi bersaglio e garanzia di contenuti coerenti Focalizzazione sulla comunicazione diretta e interattiva Tono: obiettivo; appellativo e prescrittivo; credibile; rassicurante Intensità: la comunicazione si basa sugli investimenti realizzati durante le fasi precedenti (cfr. capitolo «Introduzione»). La base è un pubblico ben informato, che dispone di conoscenze di base in materia di pandemia, prevenzione e protezione dalle malattie trasmissibili. Nella fase pandemica 6, tra un’ondata e l’altra, la pandemia influenzale rappresenta un problema sanitario e sociale. Alla comunicazione devono quindi partecipare anche altri attori, tra cui la seco. È auspicabile un rapido ritorno alla normalità, allo scopo di compensare i deficit (approvvigionamento, infrastruttura ecc.) apparsi durante la prima ondata e assicurando al contempo una preparazione ottimale alla seconda ondata. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 240 di 251 Messaggi La situazione è seria, ma sotto controllo. Il Consiglio federale ha istituito uno Stato maggiore speciale Pandemia dotandolo di tutti i mezzi necessari. La protezione della popolazione svizzera è garantita. Tutte le misure importanti e necessarie sono state adottate. La popolazione è esortata ad attenersi scrupolosamente alle istruzioni e ai divieti delle autorità. L’assistenza medica è garantita. L’UFSP informa regolarmente ed è in contatto permanente con l’OMS. Sfide Insicurezza diffusa (panico) «Scenario peggiore»: il funzionamento dell’economia e dell’infrastruttura è perturbato. Esaurimento delle scorte Stigmatizzazione e discriminazione Esaurimento/reclutamento del personale coinvolto nella risposta alla pandemia Mezzi di Pubblico/pubblici settoriali: comunicati stampa, sito web hotline, misure di comunicazio comunicazione diretta (manifesti, spot radiofonici e televisivi) ne Moltiplicatori: lettere, bollettino, hotline, sito web Diretti interessati: bollettino, manifesti, hotline, sito web Servizi di informazion e UFSP, UFV e altri Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 241 di 251 Comunicazione nel periodo postpandemico Nella fase postpandemica, la responsabilità spetta al Consiglio federale e allo Stato maggiore speciale Pandemia. L’UFSP si pronuncia principalmente sulla situazione sanitaria in generale e sull’assistenza medica in particolare. Gli obiettivi fondamentali della comunicazione sono un ritorno alla normalità e la gestione delle sofferenze. La comunicazione punta sulla trasmissione di messaggi positivi e costruttivi e ringrazia la popolazione del suo impegno. Lascia spazio all’elaborazione del dolore (ad esempio giornata di lutto nazionale). Cerca di motivare e incoraggiare la popolazione a tornare alla normalità e al lavoro. Il tono è obiettivo, empatico e motivante al tempo stesso. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 242 di 251 10 Questioni etiche i Questo capitolo illustra i problemi etici che si pongono in relazione alla distribuzione di mezzi limitati per prevenire e curare una una pandemia influenzale. Si propone inoltre di individuare e di motivare i principi da applicare nell’eventualità di misure di razionamento. Per vagliare questi principi, sui quali potranno appoggiarsi le modalità concrete di distribuzione, occorre seguire un approccio che non si limiti ai soli aspetti procedurali (processo decisionale), ma che inglobi anche una riflessione di fondo sui contenuti. Quest’approccio si concentra sull’obiettivo di preservare la vita umana e di minimizzare il numero di vittime: occorre fare in modo che l’influenza causi la morte del minor numero possibile di persone. Innanzitutto va fatta una distinzione tra prevenzione (che si fonda principalmente sulla vaccinazione e su altre misure quali la quarantena) e trattamento (con farmaci antivirali, cure di medicina intensiva, cure infermieristiche ecc.). L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha identificato varie fasi pandemiche successive, ognuna delle quali solleva questioni etiche specifiche. Già nelle prime fasi di diffusione dell'influenza vanno adottate misure sia di prevenzione (per i soggetti ancora sani) che di trattamento (per i soggetti malati). Il documento formula riflessioni di fondo rilevanti per la pianificazione della prevenzione di una pandemia. La gestione dei casi individuali va lasciata al medico impegnato sul campo (ad es. nel pronto soccorso di un ospedale) che, nelle sue decisioni, è tenuto a rispettare i principi etici fondamentali della medicina così come le norme etiche generali. 1 Protezione della vita 1. L’influenza – in particolare l’influenza pandemica – è una malattia potenzialmente mortale che può colpire ampie fasce della popolazione. I mezzi per prevenirla e curarla hanno quindi un'importanza vitale per tutti coloro che hanno contratto o che potrebbero contrarre l’infezione. Poiché la vita umana è il bene più prezioso in assoluto da cui dipendono tutti gli altri, la sua protezione ha la massima priorità. In questo senso, è necessario adottare tutte le disposizioni opportune per garantirla anche nella pratica. 2. In caso di penuria di mezzi per il trattamento e la prevenzione dell’influenza occorre fare tutto il possibile per mettere a disposizione mezzi supplementari. Se necessario, si dovranno stornare investimenti da altri settori meno prioritari. La ridistribuzione di risorse per evitare situazioni critiche si ripercuote sulle attività dello Stato, sui compiti dell’amministrazione e delle autorità nonché sulle istituzioni del sistema sanitario. I criteri di selezione dei pazienti (triage) e di pianificazione del trattamento vanno concretizzati a livello regionale e non per ogni singolo ospedale o istituzione. In ciascun ospedale è consigliabile pianificare in anticipo una riorganizzazione sistematica dell’assistenza medico-infermieristica per poter ritardare, se necessario, le cure meno urgenti e aumentare la capacità di risposta. 2 Valori etici La protezione della vita e la solidarietà costituiscono i valori etici fondamentali che entrano in gioco quando si verifica una pandemia influenzale. La protezione della vita è l’obiettivo cui mirano la pianificazione della previdenza e le misure adottate per fronteggiare l’epidemia; la solidarietà sottintende coesione, sostegno alle persone bisognose d’aiuto e unione delle forze per scongiurare la minaccia. Vi sono altri valori importanti quali la libertà individuale, la proporzionalità, la privacy, l'equità e la fiducia. − Libertà individuale: la limitazione della libertà individuale è giustificata solo se non si possono ottenere gli stessi risultati con misure che non la pregiudicano. i Questo capitolo è stato redatto dalla Commissione nazionale d’etica per la medicina (CNE). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 243 di 251 − Proporzionalità: l’incidenza delle misure adottate dev’essere direttamente proporzionale al rischio sanitario e ai benefici attesi. − Privacy: le questioni private e personali possono essere rivelate solo se ciò si rende necessario per motivi di sanità pubblica, evitando qualsiasi stigmatizzazione. − Equità: i mezzi destinati alla prevenzione e alla cura dei pazienti devono essere equamente distribuiti. Ciò significa tra l’altro che i privilegi o gli svantaggi sociali non devono influenzare la distribuzione delle risorse. − Fiducia: la fiducia presuppone che la popolazione confidi nella buona volontà e nella competenza dei responsabili. La fiducia non è «cieca», bensì risulta dalla fondatezza etica e dalla trasparenza delle decisioni adottate. 3 Solidarietà collettiva 1. Nel caso di una pandemia potenzialmente pericolosa per la salute umana vi è il rischio che la paura, il trauma e l'istinto di sopravvivenza intacchino il senso di solidarietà. In situazione di crisi, le autorità devono fare in modo di preservare la solidarietà tra gli individui e i gruppi sociali. Spetta infatti allo Stato preservare la vita di tutti i membri della collettività. 2. Una comunicazione aperta, franca e pertinente permette di creare le premesse affinché l’individuo dimostri solidarietà anche al di fuori della cerchia dei familiari e amici. Ciò significa anche informare il pubblico su aspetti quali la penuria di medicinali o di vaccini, la mancanza di esperienza sugli eventuali effetti collaterali e le conseguenze tardive nonché il margine di manovra limitato delle autorità. Questa attività di informazione deve partire dal presupposto secondo cui i membri della collettività vogliono nel limite del possibile sostenersi a vicenda e non dall’ipotesi contraria, ossia che il senso di solidarietà faccia difetto a priori. 3. L’informazione va concepita nell’ottica di creare un clima di fiducia e di solidarietà. Per raggiungere quest’obiettivo occorre che le decisioni prese siano trasparenti e capaci di creare un consenso sociale. Il timore che una determinata informazione possa inquietare la popolazione o metterla in allarme non è un motivo sufficiente per sottacerla. 4. D’altro canto, vanno prese disposizioni per garantire la distribuzione regolare delle risorse. Bisogna infatti prevedere che in una situazione di minaccia per la vita umana non tutti i membri della collettività sono disposti a rispettare volontariamente le restrizioni fissate. 4 Distribuzione per quanto possibile equa 1. Il principio di equità o di imparzialità sottintende che quando c’è in gioco la vita o la salute ogni individuo è uguale all’altro. La vita di ciascuno – che sia giovane o vecchio, ricco o povero, uomo o donna, stimato o marginalizzato – ha la stessa dignità e lo stesso valore a prescindere dalla religione, dalle opinioni politiche e dalla considerazione di cui gode. Di conseguenza ognuno, quando è malato, ha lo stesso diritto alle cure e all'assistenza sanitaria e non è lecito accordare un trattamento privilegiato a certi malati per motivi di capacità finanziaria, prestigio, posizione sociale o quant'altro. 2. Mancando le risorse per curare adeguatamente tutti i malati, non è più possibile prendere una decisione davvero equa, visto che il concetto di equità implica che bisognerebbe trattare tutti i malati in funzione delle loro necessità. Occorre allora cercare la soluzione meno ingiusta possibile. Pertanto, le decisioni dovranno essere adottate tenendo conto di un duplice obiettivo: − contenere l’infezione (in modo che venga colpito il minor numero possibile di persone) e − salvare il maggior numero possibile di pazienti contagiati. 3. Le persone colpite dall’influenza e gli altri pazienti bisognosi di cure intensive devono essere messi sullo stesso piano e curati secondo gli stessi criteri. I pazienti affetti da influenza non devono essere né privilegiati né svantaggiati. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 244 di 251 5 Principi per la distribuzione equa delle risorse limitate ai fini della prevenzione e del trattamento dell’infezione 1. Nell’allocazione delle risorse non si tratta di valutare quanto vale la vita delle persone, bensì di distribuire le risorse sapendo che non tutti potranno essere curati allo stesso modo. Le regole e la prassi non devono rimettere in discussione l'uguaglianza tra gli individui. Il principio di base deve garantire a ognuno pari opportunità di accesso alle cure. Le disuguaglianze si giustificano unicamente se permettono di contenere più efficacemente la diffusione dell’infezione o di salvare un maggior numero di vite umane. Anche l’efficacia della prevenzione è un valore etico, perché mira a salvare il maggior numero di persone. 2. In situazione di penuria, bisogna dapprima escludere qualsiasi uso inutile delle risorse limitate (p. es. non tenere una scorta di vaccini o di farmaci, non più somministrare Tamiflu per casi di raffreddore). Parallelamente, tutte le risorse disponibili devono essere mobilitate per incrementare l'offerta. 3. Il razionamento deve rispondere a criteri che garantiscono la ragionevolezza delle decisioni adottate. I criteri decisionali devono essere verificabili dal punto di vista dell’adeguatezza delle misure. Gli elementi fondamentali di questo processo sono: − trasparenza delle misure adottate: le misure devono essere spiegate e motivate − benefici per la salute: le misure devono poggiare sullo stato attuale delle conoscenze scientifiche − applicabilità: le misure devono permettere di raggiungere il maggior numero di persone − adattabilità: le decisioni prese devono poter essere riviste e adattate in funzione delle esperienze accumulate e delle nuove conoscenze. 5.1 Principi di distribuzione dei mezzi di prevenzione limitati I principi di distribuzione dei vaccini e le altre misure di prevenzione mirano a limitare il più possibile il numero di persone colpite dall’influenza. La questione della distribuzione delle risorse si pone in modo diverso a seconda della quantità di vaccino disponibile. Se si dispone di una quantità sufficiente, bisogna decidere chi va vaccinato in via prioritaria. Se invece non si dispone di una quantità sufficiente di vaccino, è necessario definire criteri di distribuzione. I principi etici applicabili a tal fine sono i seguenti: 1. Per prima cosa, occorre applicare misure profilattiche per coloro che hanno contatti frequenti con molte persone e che presentano un rischio elevato di contrarre l’infezione e di diffondere la malattia una volta contagiati. Questo principio permette di ottenere il maggiore effetto preventivo possibile con quantità di vaccino relativamente contenute. Non è possibile determinare in anticipo quali saranno i gruppi direttamente interessati. Questo dipende infatti dalla quantità di vaccino disponibile (ossia dalla percentuale di popolazione che può essere vaccinata), dalla portata e dai tempi del rifornimento di vaccini. Dalle esperienze maturate con l’influenza «comune» risulta che questo gruppo comprende ad esempio i bambini e gli adolescenti in età scolastica, ma anche gli operatori sanitari che sono a contatto diretto con i pazienti. Devono far parte di questa prima categoria anche le persone che occupano funzioni chiave necessarie al mantenimento dell’ordine pubblico e delle strutture di prevenzione messe in atto (p. es. unità di polizia). Per una parte di esse, poi, sottoporsi alle misure di profilassi è un obbligo. 2. Nel secondo gruppo vi sono le persone che presentano il rischio maggiore di decesso legato alla pandemia, ossia coloro che sarebbero più minacciati in caso di contagio. Si tratta dei gruppi a rischio, ad esempio dei malati cronici. 3. Nel terzo gruppo troviamo le persone indispensabili al mantenimento dei servizi di pubblica utilità (servizio pubblico). In questa sede va fatta una distinzione tra persone che svolgono compiti per i quali è necessaria una specializzazione e persone le cui mansioni possono essere svolte da altri (p. es. raccolta dei rifiuti). Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 245 di 251 4. Il resto della popolazione fa parte del quarto gruppo. L’attribuzione definitiva ai singoli gruppi dovrebbe spettare a un organismo specifico in base alla situazione concreta, alla dinamica epidemiologica e alla quantità disponibile e prevedibile di vaccino. Profilassi con farmaci antivirali È improbabile che quando si verificheranno i primi casi di pandemia in Svizzera vi saranno sufficienti quantitativi di vaccino. Potrebbe essere necessario utilizzare una parte degli antivirali a scopo profilattico. In tal caso, i farmaci dovranno essere consegnati alle persone che curano pazienti contagiati o che sono in contatto con essi. Nella misura in cui la scorta di farmaci lo permette, il trattamento profilattico potrebbe anche essere offerto alle persone che non sono esposte direttamente al virus, a condizione di non mettere in pericolo la protezione generale della popolazione (p. es. favorendo l’apparizione di un virus resistente). La distribuzione dei farmaci antivirali deve rispettare i principi menzionati al punto precedente. La ripartizione delle scorte di antivirali tra uso profilattico e uso terapeutico dovrà tener conto della situazione epidemiologica. 5.2 Principi di distribuzione dei mezzi terapeutici limitati I principi di distribuzione dei farmaci, delle unità di trattamento, dei respiratori, dei posti letto e di altri mezzi terapeutici mirano a salvare il maggior numero possibile di persone contagiate dal virus. I principi di distribuzione dei mezzi terapeutici seguono una logica diversa da quella applicata alla profilassi, in quanto la malattia si diffonde e il numero di persone da trattare aumenta costantemente. La mancanza di mezzi terapeutici si fa sentire progressivamente con il propagarsi della pandemia. In un primo tempo vengono prese tutte le misure per aumentare le capacità terapeutiche, ad esempio riorganizzando gli ospedali o mobilitando ausiliari, unità di trattamento provvisorie e scorte di medicinali. 1. In una prima fase vengono trattate tutte le persone che hanno bisogno di cure. I pazienti vengono curati per ordine d’arrivo o perché sono già in cura per un’altra malattia. Questa fase dura fino a quando il numero di persone che necessita di cure supera le capacità terapeutiche supplementari. 2. La seconda fase ha inizio quando le capacità terapeutiche sono esaurite ed è necessario rifiutare le cure ad una parte dei malati. In questa fase, le capacità limitate di trattamento sono riservate ai malati che versano in condizioni preoccupanti. 3. La terza e ultima fase corrisponde a quello che la medicina di guerra e di catastrofe chiama «triage» o selezione dei pazienti. Durante questa fase le risorse terapeutiche limitate sono già attribuite alle persone in pericolo. Quando non è più possibile curare tutti i malati, si trattano prioritariamente quelli per i quali il trattamento offre le migliori chance di sopravvivenza. Inversamente, si rinuncerà a trattare, se possibile, solo le persone che non possono più essere aiutate. I pazienti con prognosi infausta ricevono cure palliative anziché cure mediche intensive. Nelle cure fornite ai pazienti non bisogna privilegiare le persone che, per ragioni «politiche», sono particolarmente importanti per la società. Tuttavia, anche se ad un determinato momento i mezzi terapeutici non sono (ancora) limitati (respiratori, posti letto ecc.) e sono disponibili scorte (p. es. di medicinali), una gestione prudente delle riserve può rendere necessario un razionamento anticipato prima ancora dell'esaurimento dei mezzi terapeutici disponibili. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 246 di 251 6 Riflessioni complementari 1. Sarebbe troppo approssimativo e, in ultima analisi, aleatorio e non sistematico fissare un ordine di priorità nella distribuzione dei mezzi profilattici e terapeutici fondato esclusivamente sulle professioni o su categorie generali di persone senza prendere in considerazione dei principi menzionati ai punti 4.1 e 4.2 per la prevenzione e la terapia. Ciò porterebbe a una distribuzione non ottimale delle risorse, favorevole probabilmente ai gruppi prioritari e svantaggiosa per gli altri. 2. L’interpretazione e l’attuazione dei principi di distribuzione devono essere precisate in funzione delle fasi pandemiche e adattate alle circostanze concrete. A tal fine andrebbero previsti organi ad hoc che dispongano delle necessarie conoscenze, competenze e capacità. 3. Gli operatori sanitari che sono a contatto con persone contagiate - in particolare i medici, il personale infermieristico e gli operatori che garantiscono il buon funzionamento dell’assistenza sanitaria – hanno il dovere deontologico di continuare il proprio lavoro durante la pandemia. Pertanto queste persone hanno il diritto prioritario di farsi vaccinare. D’altro canto, la società deve non solo garantire loro una protezione ottimale e condizioni di vita appropriate (compresi i mezzi finanziari) ma anche assumersi la responsabilità per le conseguenze che potrebbero derivare da tale obbligo deontologico (malattia, invalidità o decesso). 4. L’obbligo di partecipare alle cure sanitarie in caso di pandemia e i dilemmi etici che ne possono risultare devono essere discussi all’interno delle associazioni professionali e di categoria. Lo scopo del dibattito dev’essere quello di chiarire a titolo prospettico le modalità di adempimento di tale obbligo professionale. Occorre inoltre dibattere sul dovere morale del personale medicoinfermieristico di farsi vaccinare in caso di pandemia. 5. Considerata l’importanza fondamentale che riveste la motivazione del personale medicoinfermieristico nei periodi di crisi, può rivelarsi controproducente trasformare in un obbligo legale il dovere morale di partecipare al trattamento e di farsi vaccinare. Chi rifiutasse la vaccinazione non dovrebbe tuttavia entrare in contatto diretto con i pazienti contagiati. 6. Le misure limitative della libertà (p. es. la quarantena) sono legittime se si dimostrano utili, appropriate e necessarie. L'introduzione di tali misure dev'essere accompagnata da spiegazioni sulla loro pertinenza e necessità, sui benefici attesi e sulle conseguenze di un’eventuale inosservanza. Le condizioni di vita delle persone toccate da tali misure (alimentazione, assistenza medica ecc.) devono essere garantite. 7. I malati o le persone con sintomatologia sospetta vanno tutelate da un’eventuale stigmatizzazione e hanno diritto al rispetto del segreto professionale. Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 247 di 251 11 Elenco delle abbreviazioni AA Armeeapotheke (Farmacia dell’esercito) CaF Cancelleria federale CC Cellula di crisi CdC Conferenza dei Governi cantonali CDS Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità CF Consiglio federale CFV Commissione federale per le vaccinazioni CNI Centro nazionale Influenza CRS Croce Rossa Svizzera CT Cantoni DDASS Direction Départementale des Affaires Sanitaires et Sociales, France (Direzione dipartimentale della sanità e della socialità, Francia) DDPS Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport DFAE Dipartimento federale degli affari esteri DFI Dipartimento federale dell’interno DGS Direction Générale de la Santé, Paris (Direzione generale nazionale della sanità, Parigi) DRASS Direction Régionale des Affaires Sanitaires et Sociales, France (Direzione regionale della sanità e della socialità, Francia) DSC Direzione dello sviluppo e della cooperazione ECDC European Centre for Disease Prevention and Control (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) EIA Enzyme ImmunoAssay EISS European Influenza Surveillance Scheme EMPA Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca FFP Filtering Face Piece FMH Federazione dei medici svizzeri FNRM Flughafennetzwerk für Reisemedizin (Rete di aeroporti per la medicina di viaggio) FNS Fondo nazionale svizzero GLI Gruppo di lavoro Influenza GSic Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza IES Information und Einsatz im Sanitätsdienst (Informazione e intervento nel sistema sanitario) IF Immunofluorescenza ILI Influenza-Like Illness (sindrome influenzale) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 248 di 251 Influenza HxNy Designazione di un virus influenzale ancora sconosciuto ma potenzialmente pandemico INVS Institut National de la Veille Sanitaire, Paris (Istituto nazionale di sorveglianza sanitaria, Parigi) IVI Institut für Viruskrankheiten und Immunprophylaxe (Istituto di virologia e immunoprofilassi) LCH Dachverband Schweizer Lehrerinnen und Lehrer (Associazione mantello degli insegnanti svizzeri) O Ordinanza OIE Office International des Epizooties / World Organisation for Animal Health (Agenzia internazionale per le epizoozie dell’Organizzazione mondiale per la salute animale) OMS (WHO) Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organisation) OPI Ordinanza sulla pandemia di influenza PCR Polymerase Chain Reaction (reazione a catena della polimerasi) PMI Piccole e medie imprese RSI (IHR) Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulations) SARS Severe Acute Respiratory Syndrome (sindrome respiratoria acuta grave) seco Segreteria di Stato dell’economia SKS Stiftung für Konsumentenschutz (Fondazione per la protezione dei consumatori) SM crisi Stato maggiore di crisi SSC Servizio sanitario coordinato SSF Società svizzera dei farmacisti Suva Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni UE Unione Europea UFAE Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese UFSP Ufficio federale della sanità pubblica UFV Ufficio federale di veterinaria UST Ufficio federale di statistica Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 249 di 251 12 Glossario Di seguito sono spiegati i principali termini tecnici che ricorrono nel presente piano pandemico. Una lista più dettagliata figura sulle pagine internet dell’UFSP dedicate all’influenza: www.bag.admin.ch/influenza. Abbattimento Uccisione di animali nel quadro della lotta contro le epizoozie Aerosol Particella liquida o solida in sospensione in un gas (aria) Amantadina Farmaco antivirale contro i virus influenzali del tipo A, inibitore della proteina M2 Attack rate Incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco) Burden of disease Impatto di una malattia, sotto il profilo sanitario, sociale ed economico, su una singola persona o sulla società Endemico Che si manifesta in modo costante in un’area geografica limitata (p.es. una malattia) Epidemia Sviluppo insolito di un’infezione in una popolazione, perlopiù circoscritto a un’area geografica limitata Genoma Insieme del patrimonio ereditario Gestione dei contatti Provvedimento per individuare i soggetti che p.es. hanno avuto contatti con persone colpite dall’influenza H5N1 Agente patogeno dell’influenza aviaria / Sottotipo di virus influenzale A HxNy Sottotipo sconosciuto di virus influenzale Immunità Resistenza di un organismo a un agente patogeno o a un antigene Infezione nosocomiale Malattia infettiva contratta durante un ricovero in ospedale o in un altro istituto di cura Inibitore della neuroaminidasi Farmaco che inibisce la fuoriuscita dei virus da una cellula infetta e che ne impedisce la diffusione nell’organismo; permette di attenuare i sintomi dell’influenza Isolamento Separazione delle persone malate o detenzione separata degli animali Letalità Unità che misura il tasso di mortalità di una malattia Morbilità Probabilità di un individuo di contrarre una determinata malattia in relazione a una determinata popolazione Mortalità Tasso che indica il numero di decessi a causa di una certa malattia in una determinata popolazione sull’arco di un preciso lasso di tempo Oseltamivir (Tamiflu®) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza Pandemia Aumento importante, su scala mondiale e per un periodo di tempo limitato, dei casi di infezione dovuti a una determinata malattia Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 250 di 251 Periodo d’incubazione Periodo fra la penetrazione dell’agente patogeno nell’organismo e la comparsa dei sintomi della malattia Quarantena Separazione dei soggetti sani (ma esposti all’infezione) o detenzione separata degli animali sani Relenza® (Zanamivir) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza Riassortimento Scambio di DNA tra due o più virus all’interno della stessa cellula ospite Ricombinazione Nuova combinazione (p.es. di virus) Social distancing Misura destinata a evitare i contatti sociali fra gli individui per evitare la trasmissione di un agente patogeno Tamiflu® (Oseltamivir) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza Tasso di mutazione Frequenza con la quale si manifestano mutazioni a livello di DNA, p.es. in un virus Zanamivir (Relenza®) Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il virus dell’influenza (nome commerciale: Relenza®) Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch Piano pandemico svizzero 2006, pagina 251 di 251