Piano pandemico svizzero 2006 - Struttura Complessa Funzione

Piano pandemico
svizzero 2006
Strategie e misure di preparazione e risposta
a una pandemia influenzale
Sigla editoriale
© Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)
Editore: Ufficio federale della sanità pubblica
Data di pubblicazione: luglio 2006
Versione attualizzata: novembre 2006
Ulteriori informazioni: UFSP, Settore di direzione Sanità pubblica, Divisione Malattie trasmissibili
3003 Berna, telefono +41 (0)31 323 87 06, telefax +41 (0)31 323 87 95,
e-mail [email protected],
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La presente pubblicazione è disponibile sul sito internet dell’UFSP (www.bag.admin.ch) nelle lingue
tedesco, francese, italiano e inglese.
Immagini: archivio UFSP
Illustrazione di copertina: CDC, Cynthia Goldsmith
Direzione del progetto: Karim Boubaker
Gruppo di pilotaggio: P.-A. Raeber, D. Koch, H. Matter, A. Birrer, K. Boubaker
Testi/Redazione:
Coordinamento: Linda Nartey, Sandra Oesterreicher
Redazione: L. Amsler, A. Birrer, C. Benedetti, B. Cartier, E. Conne-Perréard, T. Eckert, P. Helbling,
E. Käslin, C. Kozma, V. Masserey, K. Mühlemann, L. Nartey, J. Oberreich, S. Oesterreicher, P.-A.
Raeber, J.-L. Richard, S. Szekeres, B. Toti, S. Walser, P. Zucs, J.-L. Zurcher
Correzione bozze: W. Wettstein
Traduzioni: Servizi linguistici UFSP
Tedesco: Monica Doessegger
Francese: Sophie Neuberg, Bernadette von Arx, Catherine Kugler
Italiano: Cinzia Corda Stalder, Franca Ferretti, Chantal Gianoni, Flavia Molinari, Caterina Palella,
Giovanna Planzi
Inglese: bmp translations ag, Basel
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 2 di 251
La vie d’un être humain est le bien le plus précieux
puisque tous les autres en dépendent…
CNE, luglio 2006
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 3 di 251
Prefazione
In occasione della 7a Conferenza europea sull’influenza e la sua prevenzione tenutasi a Berlino nel
1993, i Paesi sono stati invitati a prepararsi a una possibile pandemia di influenza. Sotto la direzione
dell'Ufficio federale della sanità pubblica, il Gruppo di lavoro Influenza ha immediatamente dato inizio
ai lavori e nel 2000 ha presentato una prima versione di un piano svizzero in caso di pandemia. Nel
2005 una serie di eventi importanti hanno reso necessaria la rielaborazione del documento: il
propagarsi dell'influenza aviaria dall'Asia all’Europa e all'Africa, l'appello lanciato dall'Organizzazione
mondiale della sanità (OMS) alla comunità internazionale di riesaminare le proprie misure di
preparazione a una pandemia e l'entrata in vigore, in Svizzera, dell'ordinanza sulla pandemia di
influenza. Dal 2005 le autorità federali e cantonali, in collaborazione con attori della sanità pubblica e
altri settori interessati, hanno intensificato i lavori di messa a punto dei provvedimenti di preparazione
e risposta a un'eventuale pandemia. Nel quadro di tali lavori è stato elaborato anche il presente Piano
pandemico svizzero 2006.
I provvedimenti raccomandati nel piano tengono conto delle attuali conoscenze scientifiche e
presuppongono una collaborazione interdisciplinare e partenariale, così come l'utilizzo delle strutture e
delle sinergie esistenti. Poiché non è possibile risolvere tutti i problemi legati a una pandemia entro i
confini nazionali, è necessario cooperare con altri Stati e organizzazioni internazionali.
Una pandemia di influenza può provocare in Svizzera e nel mondo una crisi dei sistemi sanitari e
trascinare tutti i settori della società in una grave situazione d'emergenza. Mediante provvedimenti
adeguati occorre identificare per tempo un nuovo virus pandemico, arrestarne la diffusione nella
natura e tra gli esseri umani e impedire così l'insorgere di una pandemia. Qualora ciò non fosse
possibile, è indispensabile adoperarsi per contenere al massimo l’impatto di un’eventuale pandemia.
Nel Piano pandemico svizzero 2006 sono definite le seguenti priorità strategiche: prevenire la
comparsa o l'introduzione di un virus pandemico in Svizzera, limitare le conseguenze di un'eventuale
pandemia mediante un'adeguata preparazione del sistema sanitario, garantire l'approvvigionamento di
vaccini e farmaci antivirali, assicurare il funzionamento dei settori essenziali per la collettività, garantire
l’informazione della popolazione e delle autorità, così come degli specialisti interessati e dei partner
internazionali.
Il piano si basa sui dati scientifici attualmente disponibili, sulle raccomandazioni dell'OMS e sulle
esperienze registrate con le pandemie del passato. L’obiettivo è di sensibilizzare tutti i settori
potenzialmente toccati da una pandemia sull'importanza delle misure di preparazione. Nel contempo,
il documento funge da base di riferimento per i piani operativi allestiti dai Cantoni, dagli ospedali e
dalle imprese.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 4 di 251
Strumento di lavoro dinamico, il piano deve regolarmente essere aggiornato e adattato alle nuove
conoscenze e situazioni, tanto più che i dati epidemiologici di una futura pandemia sono ancora
sconosciuti. In stretta collaborazione con la Confederazione e i Cantoni, il Gruppo di lavoro Influenza
provvederà affinché gli adeguamenti siano realizzati per tempo e corrispondano alle conoscenze
scientifiche più recenti.
Desideriamo esprimere i nostri sentiti ringraziamenti alle autorità cantonali e federali, ai membri del
Gruppo di lavoro Influenza, alla Commissione federale per le vaccinazioni, alla Commissione nazionale
d'etica e a tutte le istituzioni e persone che hanno partecipato ai lavori. Grazie alla loro preziosa
collaborazione, la Svizzera dispone ora di una base strategica comune e coordinabile sul piano
internazionale per poter rispondere a un'eventuale pandemia di influenza. Questi ringraziamenti si
accompagnano al sincero auspicio che l'umanità sia risparmiata il più a lungo possibile da una
pandemia.
Prof. Thomas Zeltner
Direttore dell'Ufficio federale
della sanità pubblica (UFSP)
Dr. Markus Dürr
Presidente della Conferenza
svizzera delle direttrici e dei
direttori cantonali della sanità
(CDS)
Prof. Robert Steffen
Presidente del Gruppo di lavoro
Influenza
Luglio 2006
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Piano pandemico svizzero 2006
Parte I: Introduzione
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Indice
1 Introduzione.......................................................................................................................................... 8
1.2 Il Piano pandemico svizzero 2006 in sintesi ...................................................................................... 8
2 Stato attuale delle conoscenze........................................................................................................... 10
2.1 Conoscenze generali ....................................................................................................................... 10
2.2 Conoscenze specifiche.................................................................................................................... 10
2.2.1 Microbiologia ................................................................................................................................ 10
2.3 Epidemiologia .................................................................................................................................. 11
2.3.1 Situazione internazionale .............................................................................................................. 11
2.3.2 Situazione nazionale ..................................................................................................................... 11
2.3.3 L’influenza: definizione e insorgenza............................................................................................ 12
3 Basi mediche ...................................................................................................................................... 14
4 Periodi pandemici e fasi secondo l’OMS; possibili scenari per la Svizzera ........................................ 16
5 Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una pandemia influenzale......................... 21
6 Conseguenze economiche di una pandemia influenzale.................................................................... 24
7 Principali basi legali vigenti in Svizzera ............................................................................................... 26
8 Riferimenti bibliografici ....................................................................................................................... 28
9 Link ..................................................................................................................................................... 29
10 Elenco delle abbreviazioni................................................................................................................. 30
11 Glossario........................................................................................................................................... 32
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1 Introduzione
Il presente Piano pandemico svizzero 2006 - Strategie e misure di preparazione e risposta a una
pandemia influenzale si fonda sui dati scientifici attualmente disponibili, sul piano di preparazione a
una possibile pandemia influenzale pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS; WHO
global Influenza preparedness plan, 5/2005) e sul Regolamento sanitario internazionale (RSI, 2005),
che entrerà in vigore in Svizzera il 15 giugno 2007. Per la sua elaborazione si è tenuto conto dei piani
pandemici allestiti da altri Paesi, delle conoscenze degli esperti, delle esperienze registrate con
pandemie d'influenza verificatesi in passato, delle esperienze più recenti (2006) maturate con casi di
influenza aviaria (influenza dei polli, H5N1), nonché di modelli matematici.
Il Piano pandemico svizzero 2006 è uno strumento di lavoro dinamico, periodicamente sottoposto a
verifica – e se necessario aggiornato nei contenuti - dal Gruppo di lavoro Influenza (GLI).
L’insorgere di una pandemia influenzale può provocare una crisi del sistema sanitario a livello
nazionale e internazionale e una situazione di emergenza che tocca tutti i settori sociali. Perché possa
trovarsi preparata a una simile situazione e reagire efficacemente e in modo coordinato, la Svizzera sta
esaminando i possibili scenari e pianificando per tempo, in collaborazione con tutti gli organi
competenti, le misure necessarie a fronteggiare un simile evento.
Le misure previste nel Piano pandemico svizzero 2006 devono contribuire alla rapida identificazione e
caratterizzazione di un nuovo sottotipo di virus influenzale e alla prevenzione della sua trasmissione
interumana. Se non è più possibile contenere la diffusione di una pandemia, l’obiettivo primario deve
allora essere quello di limitarne la morbilità e la mortalità nella popolazione.
Il Piano pandemico svizzero 2006, che fornisce le linee guida nazionali di risposta a una pandemia
influenzale, è stato redatto dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) di concerto con il Gruppo
di lavoro Influenza. Per i Cantoni, le imprese e le organizzazioni del settore pubblico e privato
costituisce il documento di riferimento per la preparazione dei piani operativi.
1.2 Il Piano pandemico svizzero 2006 in sintesi
Per potersi preparare a una pandemia di influenza è necessario riunire le conoscenze in materia,
elaborare ipotesi di lavoro e sviluppare possibili scenari. Tuttavia, all’insorgere di una pandemia può
presentarsi una situazione parzialmente o anche completamente diversa da quella ipotizzata, che non
può essere prevista sulla base delle conoscenze disponibili attualmente.
Il presente Piano pandemico svizzero 2006 è composto di tre parti, che comprendono i fondamenti
generali, l’elencazione delle ipotesi elaborate, la descrizione dei relativi scenari e l’insieme delle
raccomandazioni per la preparazione e la risposta a una pandemia influenzale.
La suddivisione in tre parti permette di strutturare le informazioni in modo più chiaro e di organizzarle
secondo i temi e gli aspetti che richiedono un intervento.
La parte I costituisce un’introduzione generale all’argomento. Oltre alle conoscenze attuali di base nel
settore della microbiologia, della medicina e dell’epidemiologia, nella prima parte sono illustrate le
ipotesi di lavoro, le fasi pandemiche secondo l’OMS e i possibili scenari di preparazione e risposta, in
Svizzera, a una pandemia influenzale. Sono inoltre esposte considerazioni sulle possibili conseguenze
economiche di una pandemia e le basi legali vigenti in Svizzera.
La parte I è destinata agli operatori della sanità pubblica che intendono conoscere i principi e le ipotesi
di lavoro su cui si fonda il presente piano.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 8 di 251
La parte II fornisce, per ognuna delle sei fasi pandemiche OMS e dei relativi scenari, una panoramica
degli obiettivi, delle strategie e delle misure di preparazione e risposta nei seguenti ambiti:
−
−
−
−
−
−
pianificazione e coordinamento
monitoraggio dell’influenza
misure del settore sanitario
impiego di antivirali e vaccini
comunicazione fra le autorità e la popolazione
competenze.
Questa parte è essenzialmente rivolta alle persone che operano nel settore della salute, della politica
e dell’economia, chiamate a pianificare, coordinare e attuare le misure che s’impongono nel quadro
della preparazione e risposta a un’eventuale pandemia.
Nella parte III sono presentati i lavori in corso (situazione nel giugno 2006) e le misure di preparazione
e risposta a una pandemia per alcuni temi centrali (monitoraggio dell’influenza, provvedimenti in
ambito sanitario, antivirali e vaccini) e per alcune questioni etiche e di comunicazione.
Questa parte è destinata alle persone incaricate di attuare precisi provvedimenti (p.es. i datori di lavoro
che nel capitolo 8 possono trovare informazioni sull’argomento «Pandemia e aziende»).
Il Piano pandemico svizzero 2006 si attiene alla definizione dell’OMS (WHO global Influenza
preparedness plan, 5/2005) che individua tre periodi pandemici e sei fasi:
− il periodo interpandemico (fasi 1 e 2)
− il periodo di allerta pandemico (fasi 3, 4, 5)
− il periodo pandemico (fase 6).
Per poter rappresentare il possibile andamento di una pandemia in Svizzera sono stati delineati tre
scenari per ciascuna delle fasi 3-5 e due scenari per la fase 6.
Il Piano pandemico svizzero 2006 può essere scaricato gratuitamente dal sito internet dell’UFSP
(www.bag.admin.ch). L’Ufficio provvederà a segnalare ai suoi partner e alle persone interessate gli
aggiornamenti attraverso gli abituali canali d’informazione.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 9 di 251
2 Stato attuale delle conoscenze
2.1 Conoscenze generali
L’influenza stagionale è una malattia infettiva acuta che si manifesta ogni anno con un’incidenza
diversa.
Si parla di epidemia quando si registra un numero insolitamente elevato di casi di infezione in una
popolazione, perlopiù limitati sul piano geografico. Una pandemia, invece, è caratterizzata da un
aumento massiccio dei casi di infezione, limitato nel tempo ma diffuso su scala mondiale. Nel XX
secolo, la Svizzera è stata colpita tre volte da una pandemia influenzale di dimensioni mondiali: nel
1918 dalla cosiddetta influenza «spagnola», nel 1957 dall’«asiatica» e nel 1968 dall’influenza «di Hong
Kong».
2.2 Conoscenze specifiche
2.2.1 Microbiologia
I virus influenzali appartengono al genere Orthomyxovirus e, sulla base delle loro caratteristiche
antigeniche, si suddividono nei tipi A, B e C, di cui però soltanto i tipi A e B sono epidemiologicamente
rilevanti per l’uomo. I virus influenzali sono racchiusi in un involucro (capside) e hanno un genoma a
RNA costituito di otto segmenti. Sulla loro superficie sono presenti le proteine emoagglutinina (H) e
neuroaminidasi (N) che svolgono un ruolo importante nella replicazione e nella diffusione del virus. Nei
virus influenzali A che infettano l’uomo sono stati descritti principalmente tre sottotipi
dell’emoagglutinina (H1, H2, H3) e due sottotipi della neuroaminidasi (N1 e N2). I virus influenzali di
tipo B hanno una minore variabilità e finora non sono stati classificati in sottotipi.
Particolari meccanismi molecolari, come i drift antigenici e gli shift antigenici, danno origine ai diversi
sottotipi.
Drift antigenico
Definizione: per «drift antigenico» (chiamato anche «deriva antigenica») s’intende una mutazione nel
genoma dei virus influenzali che provoca modifiche puntuali della proteina di superficie
(emoagglutinina, neuroaminidasi) e quindi delle caratteristiche antigeniche dei virus. Questi mutamenti
continui sono responsabili delle ondate stagionali di influenza, in quanto la popolazione non è
immunizzata contro il nuovo virus influenzale modificato, o lo è solo parzialmente.
È a causa del drift antigenico che ogni anno il vaccino antinfluenzale deve essere adattato alle
caratteristiche dei nuovi virus in circolazione. La sua composizione è stabilita da una commissione di
esperti dell’OMS sulla base di informazioni relative ai ceppi virali d’influenza circolanti su scala
mondiale.
Shift antigenico
Definizione: per «shift antigenico» (chiamato anche «spostamento antigenico») s’intende una modifica
del genoma di maggiore entità rispetto alla deriva antigenica. Tale modifica è provocata da un
rimescolamento delle caratteristiche antigeniche (proteina di superficie) di due ceppi virali di diversi
sottotipi e dà origine a un nuovo sottotipo. Durante lo spostamento antigenico possono subire
modifiche sia l’emoagglutinina sia la neuroaminidasi, sia entrambe contemporaneamente. Il fenomeno
dello shift antigenico è stato descritto per i virus dell’influenza A, ma non per quelli del tipo B e C. Lo
spostamento antigenico è fortemente associato all’insorgenza di pandemie.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 10 di 251
Nelle radicali mutazioni causate dallo shift antigenico possono di regola intervenire i seguenti due
fenomeni:
1) il cosiddetto «salto di specie», ossia quando la mutazione permette al virus di adattarsi a una
nuova specie (p.es. pandemia del 1918);
2) il riassortimento (scambio) di interi segmenti di genoma: fu il caso nel 1968, quando emerse un
nuovo sottotipo di virus composto di un virus umano A/H2N2 e di un virus aviario A/H3 con
sottotipo N sconosciuto; il virus che ne risultò (A/H3N2) diede origine alla pandemia di influenza
cosiddetta «di Hong Kong».
2.3 Epidemiologia
Secondo la definizione dell’OMS, l’epidemiologia studia la distribuzione spaziale e la frequenza delle
malattie, le loro variabili fisiologiche e le conseguenze sociali per la popolazione, così come i fattori
che influiscono su tale distribuzione.
Di seguito sono presentati alcuni dati e fatti relativi all’epidemiologia dell’influenza (significato,
insorgenza, caratteristiche).
2.3.1 Situazione internazionale
A livello mondiale, è dagli anni 1990 che ai Paesi viene chiesto di prepararsi a una nuova pandemia
influenzale. In Europa, l’incarico di elaborare piani d’azione nazionali e istituire partenariati è stato
conferito agli Stati in occasione della 7a Conferenza europea sull’influenza e la sua prevenzione
tenutasi a Berlino nel 1993. Nel 1999 l’OMS ha pubblicato un piano di risposta a una pandemia
influenzale e ha emanato direttive per la preparazione su scala nazionale e subnazionale. Il piano è
stato adeguato alle esigenze di una società moderna e globalizzata e agli sviluppi concreti registrati in
particolare con i virus aviari dal 1999 (cfr. di seguito il paragrafo sull’influenza aviaria). Nel 2005 è stato
presentato agli Stati membri nella sua nuova versione, per consentire loro di migliorare ulteriormente
le misure di preparazione.
Lo sviluppo del sottotipo di virus influenzale H5N1, la sua diffusione su scala mondiale nelle
popolazioni di uccelli selvatici, il passaggio del virus alle popolazioni avicole e la sua sporadica
trasmissione all’uomo hanno indotto l’OMS nel 2005 a dichiarare la fase pandemica 3 (corrispondente
alla prima fase del periodo di allerta pandemico), conformemente al suo nuovo piano di preparazione a
una pandemia di influenza.
2.3.2 Situazione nazionale
In Svizzera, il Dipartimento federale dell’interno (DFI) ha istituito nel 1995 il Gruppo di lavoro Influenza
(GLI), incaricandolo di dare seguito alle richieste scaturite nel quadro della 7a Conferenza europea
sull’influenza e la sua prevenzione tenutasi a Berlino nel 1993. Nell’aprile 2004 il GLI ha pubblicato il
primo piano pandemico nazionale, che è servito come documento di base per l’elaborazione del
presente Piano pandemico svizzero 2006.
Nel 2006 si sono registrati in Svizzera, per la prima volta dal 1930, singoli casi di influenza aviaria che
hanno colpito esclusivamente volatili selvatici ma non volatili da cortile. Finora non si sono verificati nel
Paese casi di trasmissione all’uomo di questo sottotipo di virus influenzale (H5N1).
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2.3.3 L’influenza: definizione e insorgenza
L’influenza stagionale
Ogni anno si verifica un’ondata di influenza stagionale le cui caratteristiche epidemiologiche
rispecchiano la variabilità delle caratteristiche antigeniche dei virus influenzali (drift antigenico). La
diffusione dei virus dipende, fra l’altro, dalla situazione immunitaria della popolazione.
L’influenza stagionale è una malattia respiratoria acuta che si manifesta soprattutto nei mesi invernali,
nell’emisfero nord della Terra, tra fine novembre e inizio aprile, con sintomi che colpiscono le vie
aeree superiori e/o inferiori e sintomi sistemici che comprendono febbre, mal di testa, dolori muscolari
e malessere generale. Nei gruppi a rischio (anziani, neonati e persone con patologie croniche e/o
immunodepresse) l’influenza è connessa a un’accresciuta morbilità e mortalità.
L’influenza aviaria (influenza dei polli o peste aviaria)
L’influenza non si manifesta soltanto nell’uomo, ma anche nel regno animale, fra vari mammiferi e
uccelli. Gli agenti patogeni responsabili dell’influenza aviaria (influenza dei polli) sono virus influenzali di
tipo A. L’influenza dei polli è riscontrata nelle specie di uccelli (soprattutto acquatici), perlopiù in una
forma meno patogena nota come «Low Pathogenic Avian Influenza» (LPAI).
La forma più severa, la «Highly Pathogenic Avian Influenza» (HPAI) o «peste aviaria classica», è una
delle malattie degli uccelli selvatici e del pollame maggiormente temute nell’economia avicola. È
presente a livello mondiale, è altamente contagiosa e negli uccelli ha un tasso di mortalità che può
raggiungere anche il 100 per cento. Nel 2004-2005 sono stati isolati virus HPAI-H5N1 in diversi uccelli
migratori: si può quindi dedurre che anche questa specie di volatili è fra i responsabili della diffusione
geografica dell’infezione. Nel 2006 sono stati scoperti in Svizzera, per la prima volta dal 1930, nuovi
casi di uccelli migratori infettati con un virus dell’influenza dei polli.
Vi sono evidenze di trasmissione all’uomo dei sottotipi H5, H7 e H9 dei virus dell’influenza aviaria A.
Dal 1997 diversi tipi di virus H5N1 originati da derive antigeniche hanno ripetutamente provocato
malattie nell’uomo. Nel periodo che va dall’inizio del 2003 a metà del 2006, l’OMS ha confermato un
totale di 225 casi di infezione da influenza A (H5N1) nell’uomo, di cui 128 con esito letale. Le infezioni
e i decessi sono avvenuti in dieci diversi Paesi (Egitto, Azerbaigian, Cina, Gibuti, Indonesia, Iraq,
Cambogia, Tailandia, Turchia e Vietnam).
In questi casi, oltre al sottotipo H5N1 (cfr. sopra), hanno avuto un ruolo diversi altri virus dell’influenza
aviaria, quali l’H9N2 e l’H7N3:
− H9N2: ha provocato a Hong Kong, nel 1999 e nel 2003, infezioni autolimitanti del tratto respiratorio
in alcuni bambini. Il virus H9N2 del 1999 presentava analogie con il virus H5N1 del 1997, ciò che
lascia supporre un riassortimento fra i due ceppi virali.
− Il sottotipo altamente patogeno H7N7 è comparso nel 2003 nei Paesi Bassi, in alcuni volatili da
cortile, e ha causato congiuntiviti soprattutto nelle persone venute direttamente a contatto con
animali infetti e nei loro familiari.
− H7N3: nel 2004 ha provocato in Canada congiuntiviti nelle persone venute a contatto con pollame
infetto.
Quest’incremento di casi di trasmissione dei virus dell’influenza aviaria dal pollame all’uomo ha fatto sì
che i lavori di allestimento dei piani internazionali e nazionali di preparazione a una pandemia fossero
accelerati e potenziati.
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Pandemia HxNy
«HxNy» designa un nuovo sottotipo di virus influenzale derivante da sottotipi virali esistenti o
suscettibili di svilupparsi a seguito dei meccanismi precedentemente descritti e in grado di scatenare
una pandemia. Un simile virus non era noto al momento della redazione del presente Piano
pandemico svizzero 2006. Il sottotipo virale H5N1 sembra possedere determinate caratteristiche che
potrebbero renderlo capace di svilupparsi in un virus pandemico. Tuttavia, non si può prevedere se
sarà effettivamente questo virus a provocare una pandemia influenzale.
Il presupposto per l’insorgenza di una pandemia è dato quando, dopo uno shift antigenico, si
registrano evidenze della comparsa di un sottotipo di virus influenzale nuovo o sconosciuto e quando
tale virus:
− è patogeno e virulento
− si trasmette da uomo a uomo, e
− colpisce persone che non sono immunizzate contro tale virus o che lo sono in misura insufficiente.
Caratteristiche dell’influenza
Influenza stagionale
Influenza pandemica
Periodo d’insorgenza
− ogni anno nei mesi invernali
− non prevedibile
− storicamente 2-3 volte ogni 100 anni
− indipendente dalle stagioni, più
probabile nei mesi invernali
Durata
− in Svizzera: ca. 10 settimane
(fine novembre-inizio aprile)
− una o più ondate
− in Svizzera la durata di un’ondata
pandemica è stimata a 8-12 settimane*
Gruppi a rischio di
complicanze
− non conosciuti
− neonati
(p.es. 1918 soprattutto giovani adulti)
− persone > 65 anni
− persone con patologie
croniche e/o immunodepresse
− 2-5% della popolazione in
Incidenza cumulativa
Svizzera
della malattia (tasso
d’attacco o attack rate)
− 25% della popolazione in Svizzera*
Tasso di mortalità
− 6-14 ogni 100 000 abitanti in
Svizzera
− 100 ogni 100 000 abitanti in Svizzera*
Modifica del genoma
drift antigenico
shift antigenico
*Le ipotesi corrispondono allo scenario peggiore («worst case»)
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3 Basi mediche
Nella tabella seguente sono riassunte le caratteristiche cliniche dell’influenza.
La tabella fornisce un quadro generale dell’influenza stagionale, aviaria e pandemica. Le caratteristiche
cliniche di una possibile influenza pandemica sono sconosciute e sono quindi formulate soltanto a
titolo ipotetico.
Influenza stagionale
Influenza aviaria
nell’uomo
Influenza pandemica
Sottotipo virale
H1N1, H3N2, H1N2
H5N1, H7N7, H9N2
HxNy
Trasmissione
interumana tramite:
− goccioline (droplets)
− contatto diretto
− forse contatto
indiretto o aerosol
dai volatili all’uomo
tramite:
− goccioline (droplets)
probabilmente tramite:
− goccioline (droplets)
− contatto diretto
− da non escludere:
aerosol
Possibilità diagnostiche
− sintomi clinici
− colture virali
− PCR (tipizzazione),
EIA, IF
− sintomi clinici
− PCR (tipizzazione),
EIA, IF
− sintomi clinici
− colture virali
− PCR (tipizzazione),
EIA, IF
Periodo d’incubazione
1-4 giorni, in media 2
giorni
2-5 giorni, evidenze fino sconosciuto,
a 8 giorni
ipotesi: 1-4 giorni
Periodo di contagiosità
da 1 giorno prima della sconosciuto
comparsa della malattia
fino a 5 giorni dopo, nei
bambini fino a 10 giorni
dopo
Sintomatologia clinica
febbre alta (> 38°C),
forte senso di
malessere e debolezza
generale, mialgie o
dolori generalizzati;
accessoriamente tosse,
rinite, artralgie
sconosciuta,
febbre > 38°C, tosse,
raffreddore, mal di gola, ipotesi: come per
l’influenza stagionale
dispnea, polmonite,
diarrea
Complicanze più frequenti
− polmoniti
− bronchiti
− otiti
− come nell’influenza
stagionale
− insufficienza
multiorgano
sconosciute,
probabilmente:
polmonite
sconosciuta
scenario «worst case»:
25% della popolazione
in Svizzera
sconosciuto,
case fatality ratio per
H5N1 > 50%
100 ogni 100 000
abitanti in Svizzera
2-5% della popolazione
Incidenza cumulativa della
malattia (tasso d’attacco o attack in Svizzera
rate)
Tasso di mortalità
6-14 ogni 100 000
abitanti in Svizzera
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sconosciuto,
ipotesi: da ca. 1 giorno
prima della comparsa
della malattia fino a 7
giorni dopo, in media 57 giorni, nei bambini
fino a 21 giorni
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Influenza stagionale
Influenza aviaria
nell’uomo
Influenza pandemica
Prevenzione: vaccino
vaccino trivalente di
composizione nuova
ogni anno
in fase di sviluppo
(monovalente)
− vaccino
prepandemico:
priming con il nuovo
sottotipo virale per
potenziare la reazione
al vaccino pandemico
imparentato
− vaccino pandemico
(probabilmente
monovalente):
sviluppo del vaccino
non appena è noto il
virus pandemico
Prevenzione: antivirali
possibile, secondo
l’indicazione:
− inibitori della
neuroaminidasi
− amantadina,
rimantadina*
− inibitori della
neuroaminidasi
− inibitori della
neuroaminidasi
− amantadina,
rimantadina*
Terapia: antivirali
possibile, secondo
l’indicazione:
− inibitori della
neuroaminidasi
− amantadina,
rimantadina*
− inibitori della
neuroaminidasi
− inibitori della
neuroaminidasi
− amantadina,
rimantadina*
Terapia: altro
terapia sintomatica,
antibiotici in caso di
infezioni secondarie
(polmonite)
terapia sintomatica,
antibiotici in caso di
infezioni secondarie
(polmonite)
terapia sintomatica,
antibiotici in caso di
infezioni secondarie
(polmonite)
* non autorizzato in Svizzera
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 15 di 251
4 Periodi pandemici e fasi secondo l’OMS, possibili scenari per la
Svizzera
Nel suo piano di preparazione a una pandemia influenzale (WHO global Influenza preparedness plan,
5/2005), l’OMS definisce tre periodi pandemici e sei fasi:
− il periodo interpandemico (fasi 1 e 2)
− il periodo di allerta pandemico (fasi 3, 4, 5)
− il periodo pandemico (fase 6).
Le fasi 1-6 comprendono l’intero decorso, dalla comparsa di un nuovo sottotipo di virus influenzale nel
regno animale fino alla diffusione della malattia nell’uomo.
L’OMS dichiara la fase che corrisponde al livello di rischio esistente non appena i relativi criteri sono
adempiuti, dopodiché i suoi Stati membri devono attivare i loro piani pandemici nazionali in base alla
fase dichiarata.
La dichiarazione di una fase ha la stessa valenza per tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dal
fatto se, o in che misura, un singolo Paese risulta colpito. Per tenere conto di queste situazioni nella
pianificazione e nell’attuazione degli opportuni provvedimenti, l’OMS ha raccomandato ai suoi Stati
membri di adeguare le fasi alle specificità nazionali e di suddividerle in possibili scenari. La Svizzera ha
così delineato tre scenari per ciascuna delle fasi 3, 4 e 5 e due scenari per la fase 6. Sono scenari
plausibili sulla scorta delle conoscenze attuali e delle conseguenti ipotesi riconosciute sul piano
internazionale, ma che non si verificheranno necessariamente. È ipotizzabile, ad esempio, che nella
fase 4 la Svizzera segua lo scenario 4.1 ma che, a seguito degli sviluppi a livello nazionale e
internazionale, passi poi direttamente allo scenario 5.3. Il passaggio da una fase all’altra, infatti, può
essere graduale o, al contrario, rapido.
Se in futuro le ipotesi dovessero essere modificate alla luce di nuove conoscenze, può anche darsi
che delineino nuovi scenari.
La classificazione in periodi pandemici, fasi e scenari riportata qui di seguito costituisce il punto di
partenza per la parte II del presente Piano pandemico svizzero 2006, nella quale, per ogni fase e
scenario, sono elencati i provvedimenti di preparazione e risposta nonché i servizi competenti per
l’attuazione.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 16 di 251
Periodo interpandemico
Fase 1
Descrizione: non è stato isolato nell’uomo nessun nuovo sottotipo di virus influenzale a livello
mondiale.
Obiettivo: aggiornare periodicamente, a livello globale, nazionale e subnazionale, i piani pandemici e
le misure di preparazione in base alle nuove conoscenze.
Strategia: in una simile situazione è necessario promuovere la vaccinazione antinfluenzale dei gruppi
a rischio e del personale medico e infermieristico.
Scenari per la Svizzera: nella fase 1 non sono previsti scenari particolari.
Fase 2
Descrizione: come la fase 1. Tuttavia, un nuovo sottotipo di virus influenzale circolante negli animali
rappresenta un rischio sostanziale di malattia per l’uomo.
Obiettivo: ridurre al minimo il rischio di trasmissione animale-uomo, individuare e notificare
rapidamente eventuali casi di trasmissione.
Strategia: come nella fase 1. La priorità va inoltre accordata alle misure per impedire l’introduzione
del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) nelle popolazioni animali a rischio e per evitare
l’infezione delle persone esposte (p.es. personale operante nella lotta alle epizoozie).
Scenari per la Svizzera: nella fase 2 non sono previsti scenari particolari.
Periodo di allerta pandemico
Fase 3
Descrizione: comparsa di casi isolati di infezione nell’uomo con un nuovo sottotipo di virus
influenzale, ma assenza di trasmissione interumana. In rari casi sono possibili eccezioni nelle persone
che vivono o lavorano a contatto ravvicinato con animalii (p.es. pollame infetto).
Obiettivo: caratterizzare rapidamente il nuovo sottotipo virale, individuare e notificare per tempo i casi
di infezione nell’uomo, adottare tempestivamente le opportune misure per i nuovi casi.
Strategia: se non è possibile evitare l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es.
H5N1) nelle popolazioni animali è necessario eliminare il virus per impedire l’infezione delle persone
esposte. È indispensabile individuare al più presto eventuali casi di infezione delle persone, qualora si
manifestino nonostante le precauzioni adottate, e istituire un adeguato sistema di gestione dei
contatti. A titolo di preparazione alle fasi seguenti occorre elaborare e prendere in esame una strategia
atta a garantire l’approvvigionamento di antivirali e vaccini.
i
Anche se fino a metà 2006 l’infezione ha interessato solo il pollame, nel presente documento si parla genericamente di
«animali» come di una possibile fonte di infezione, in quanto il piano pandemico ha valenza indipendentemente dal tipo di
vettore della malattia.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 17 di 251
Scenari per la Svizzera:
Scenario 3.1 La comparsa di casi isolati nell’uomo è limitata al Paese di origine dell’infezione, ma
l’epizoozia si diffonde in altri continenti (per l’influenza aviaria, situazione corrispondente a quella di
fine 2005).
Possibili ripercussioni: aumenta il rischio che gli animali possano importare il virus in un altro Paese;
possibile crollo delle importazioni e del consumo di prodotti animali (p.es. carne di pollame nel caso
del virus H5N1).
Obiettivo: impedire l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) nelle
popolazioni animali della Svizzera.
Scenario 3.2 Un nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) è isolato in animali morti o infetti
ritrovati in Svizzera o nei Paesi confinanti (per l’influenza aviaria, situazione corrispondente a quella
d’inizio 2006).
Possibili ripercussioni: variano a seconda del tipo di animali infettati dal virus (selvatici o da
allevamento); il commercio e le esportazioni sono a rischio; notevole risonanza mediatica, sia sul piano
nazionale che su quello internazionale; cresce la preoccupazione della popolazione.
Obiettivo: impedire la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) tra gli animali e
l’infezione delle persone.
Scenario 3.3 Un caso di infezione umana con il nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) è
accertato in Svizzera.
Possibili ripercussioni: il Cantone competente fornisce assistenza all’unico caso accertato (diagnosi,
isolamento, prevenzione); notevole risonanza mediatica sia sul piano nazionale che su quello
internazionale; cresce la preoccupazione della popolazione.
Obiettivo: evitare infezioni secondarie nella persona colpita; proteggere da un eventuale contagio le
persone che gravitano attorno all’ammalato e, in particolare, il personale medico.
Periodo di allerta pandemico
Fase 4
Descrizione: piccoli cluster di infezione con primi casi di trasmissione interumana a diffusione
chiaramente localizzata, ciò che fa supporre che il virus non si sia ancora ben adattato all’uomo.
Obiettivo: contenere la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) o ritardarla per
guadagnare tempo al fine di mettere in atto le misure di preparazione e trovare un vaccino.
Strategia: la priorità va data alle misure per evitare l’importazione del nuovo sottotipo di virus
influenzale (p.es. H5N1) tramite le persone o gli animali. Se ciò non fosse possibile, è necessario
tentare di interrompere la catena di trasmissione animale-uomo e interumana.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 18 di 251
Scenari per la Svizzera:
Scenario 4.1 Primo focolaio di trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es.
H5N1) registrato fuori della Svizzera.
Possibili ripercussioni: in questa situazione possono essere decretate limitazioni del traffico di confine
(p.es. traffico aereo con la regione colpita, viaggiatori di ritorno); manifestazioni internazionali possono
essere annullate (come nel caso della SARS); possibile aumento dei rientri di Svizzeri residenti
all’estero.
Obiettivo: impedire l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale; individuare rapidamente
eventuali viaggiatori entrati ammalati nel Paese al fine di contenere o ritardare la diffusione del virus.
Scenario 4.2 Focolai(o) di trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es.
H5N1) registrato/i fuori del continente o del Paese d’origine dell’infezione, ma non in Svizzera.
Possibili ripercussioni: limitazioni severe dei viaggi da e per i Paesi colpiti e dei flussi di traffico
internazionali.
Obiettivo: impedire l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale; individuare rapidamente
eventuali viaggiatori entrati ammalati nel Paese per contenere un’ulteriore diffusione dell’infezione;
adottare tutti i provvedimenti possibili per evitare la diffusione del virus in Svizzera.
Scenario 4.3 Focolaio di trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1)
in Svizzera.
Possibili ripercussioni: questa situazione può rappresentare un’emergenza. Alle frontiere e negli
aeroporti, il traffico dei viaggiatori può essere sottoposto a controlli in uscita e in entrata
(analogamente alla crisi provocata dalla SARS). Il personale medico può essere fortemente sollecitato,
risultando temporaneamente oberato. Anche settori non medici come l’economia, la diplomazia e la
sicurezza possono essere fortemente toccati.
Obiettivo: adottare tutti i provvedimenti possibili per rallentare l’insorgenza di una pandemia e
guadagnare tempo per poter mettere in atto le misure di preparazione e risposta.
Periodo di allerta pandemico
Fase 5
Descrizione: grandi cluster di trasmissione interumana a diffusione ancora localizzata, ciò che indica
che il virus migliora il suo adattamento all’uomo, ma non è ancora pienamente trasmissibile.
Obiettivo: intensificare al massimo gli sforzi per contenere o ritardare la diffusione del nuovo
sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) al fine di evitare una pandemia e di guadagnare tempo per le
contromisure.
Strategia: come nella fase 4.
Scenari per la Svizzera: gli scenari 5.1, 5.2 e 5.3 corrispondono a quelli per la fase 4 (4.1, 4.2, 4.3),
eccetto che nella fattispecie i focolai sono più grandi e le probabilità di una trasmissione interumana
sono in crescita.
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Periodo pandemico
Fase 6
Decrizione: trasmissione diffusa e prolungata del nuovo sottotipo di virus influenzale, che si è
trasformato in virus pandemico.
Obiettivo: ridurre al minimo l’impatto della pandemia.
Strategia: garantire per quanto possibile il normale funzionamento delle strutture sociali ed
economiche.
Scenari per la Svizzera: la strategia e la portata precisa delle misure necessarie in questa fase
dipenderanno perlopiù dalla maggiore o minore letalità del virus pandemico.
Scenario 6.1 Un virus pandemico si trasmette in modo continuo tra le persone su scala mondiale, ma
non ancora in Svizzera.
Possibili ripercussioni: come nelle fasi 4.1/4.2 e 5.1/5.2; necessità urgente di un vaccino contro il virus
pandemico.
Obiettivo: intensificare al massimo gli sforzi per rallentare la diffusione della pandemia e guadagnare
tempo per poter mettere in atto le necessarie misure di risposta.
Scenario 6.2 Un virus pandemico si trasmette in modo continuo nella popolazione su scala mondiale
e in Svizzera.
Possibili ripercussioni: il sistema sanitario è sollecitato in misura molto maggiore che non nel caso
dell’influenza stagionale, con conseguente possibile sovraccarico. La pandemia ha un notevole
impatto su tutti i settori della vita e della società. La situazione di crisi può portare a disordini sociali,
forme di mercato nero e focolai di violenza.
Obiettivo: è indispensabile mettere in atto tutto il possibile per arginare le conseguenze sanitarie ed
economiche della pandemia. I sistemi sanitari e le strutture sociali ed economiche di importanza vitale
devono essere salvaguardate e il loro funzionamento assicurato.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 20 di 251
5 Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione a una
pandemia influenzale
Per potersi preparare a una pandemia influenzale, della quale non è possibile prevedere con certezza
l’insorgenza, l’evoluzione e la portata, è indispensabile formulare ipotesi che siano basate sulle
conoscenze e le esperienze disponibili sinora e che tengano conto della situazione attuale del Paese.
Qui di seguito è elencata una serie di teorie riconosciute sul piano internazionale e allo stesso tempo
adeguate alle specificità svizzere. Le ipotesi corrispondono allo stato delle conoscenze del giugno
2006 e vengono aggiornate sul piano nazionale e internazionale non appena nuove informazioni sono
disponibili.
Ciò nonostante, nel caso di una pandemia la situazione reale può variare notevolmente, sia a livello
nazionale che internazionale, a causa delle caratteristiche epidemiologiche assunte dal virus
pandemico. Le misure di preparazione adottate dovrebbero tuttavia permettere di reagire il più
rapidamente ed efficacemente possibile alle nuove contingenze.
Ipotesi di lavoro e teorie
1.
Caratteristiche e origine del virus
1.1
1.2
Il virus pandemico è un nuovo sottotipo del virus influenzale A.
Il nuovo sottotipo di virus influenzale (p.es. H5N1) si trasmette sporadicamente a persone che
vengono a contatto con animali infetti (p.es. pollame), come nel caso di Hong Kong nel 1997,
dei Paesi Bassi nel 2003, della Cina e di altri Paesi asiatici dal 2004. Simili casi di trasmissione si
manifestano regolarmente laddove gli animali vivono a stretto contatto con le persone. Il
fenomeno non sfocia però necessariamente in una pandemia.
Nella fase iniziale, una pandemia o un virus pandemico può manifestarsi dovunque nel mondo,
anche in Svizzera. È tuttavia più probabile che una pandemia abbia origine in Asia, date le
condizioni di vita in quei Paesi.
I virus influenzali di tipo A sono presenti nel regno animale in una moltitudine di sottotipi virali
dai quali possono svilupparsi nuovi tipi pericolosi per l’uomo.
Indipendentemente dall’origine del nuovo sottotipo di virus influenzale isolato nell’uomo, il
potenziale di contagio interumano e la patogenicità del sottotipo non possono essere previsti in
anticipo ma richiedono accertamenti rapidi.
1.3
1.4
1.5
2.
Orizzonte temporale, evoluzione e durata di una pandemia
2.1
Una pandemia di influenza può insorgere in qualsiasi periodo dell’anno, ma è più probabile che
si manifesti nei mesi invernali.
Se un nuovo sottotipo di virus influenzale dovesse provocare focolai epidemici da qualche parte
nel mondo, è probabile che prima o poi il virus – a seconda della sua virulenza e dell’incidenza
cumulativa della malattia (tasso d’attacco o attack rate) – arrivi anche in Svizzera.
La globalizzazione (commerci e viaggi) aumenta il rischio che un nuovo sottotipo di virus
influenzale si diffonda rapidamente su scala mondiale. Non è tuttavia possibile valutare con
precisione questo rischio.
La diffusione di un nuovo sottotipo di virus influenzale dall’epicentro (ipotesi: Asia) alla Svizzera
è possibile in qualsiasi periodo dell’anno, ma si può supporre che un’ondata pandemica
richiederà da 3 a 6 mesi per raggiungere il Paese.
Se un’ondata pandemica raggiunge la Svizzera, si calcola che saranno necessarie da 2 a 3
settimane finché il virus si sarà diffuso in tutto il Paese.
Si stima che, dal momento in cui ha superato una determinata soglia (1,5 ILI/100 consultazioni
mediche, pari a ~105 ILI/100'000 abitanti/settimana; ILI=Influenza-like illness, sindrome
influenzale), un’ondata pandemica (ondata d’influenza) possa durare circa 12 settimane. Per le
piccole istituzioni (p.es. scuole), l’ondata potrebbe durare circa 2-3 settimane.
Sono possibili più ondate pandemiche; l’intervallo tra le ondate è sconosciuto.
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 21 di 251
3.
Caratteristiche di trasmissione
3.1
a)
L’influenza è trasmessa perlopiù attraverso le vie aeree:
tramite goccioline o droplets (> 5μm) di secrezioni delle vie respiratorie (quando persone infette
parlano, tossiscono o starnutiscono);
per contatto con una superficie contaminata da goccioline di secrezioni delle vie respiratorie;
non è esclusa una trasmissione attraverso aerosol (particelle del diametro < 5μm).
Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla fra 1 e 4 giorni (in media 2 giorni).
Le persone infette risultano di regola contagiose da 1 giorno prima della comparsa dei sintomi
fino a 7 giorni dopo (in media per 5-7 giorni); nei bambini e nelle persone immunodepresse la
fase contagiosa dura più a lungo (fino a 21 giorni).
La maggior parte delle persone è a rischio di contagio, ma non tutte vengono contagiate e non
tutte le persone infettate si ammalano. Per la Svizzera, gli scenari «worst case» prevedono
un’incidenza della malattia del 25 per cento (contro il 2-5% nel caso dell’influenza stagionale).
b)
c)
3.2
3.3
3.4
4.
Tassi d’incidenza, di complicanze, di ospedalizzazione e di letalità
4.1
Tra il virus all’origine dell’influenza stagionale e un virus pandemico vi sono probabilmente
grosse differenze a livello di propagazione, distribuzione secondo le classi di età e gravità della
malattia. Tali differenze possono essere osservate solo al momento della trasmissione
interumana. Per il presente documento si è partiti dal presupposto che l’incidenza cumulativa
della malattia (tasso d’attacco o attack rate) nei bambini in età scolastica fosse del 40-50 per
cento, quindi maggiore che negli adulti (25%).
Si stima che, generalmente, il decorso della malattia sarà più grave rispetto all’influenza
stagionale. Di conseguenza, molte più persone potranno presentare sintomi influenzali in
generale e polmonari in particolare, e potranno sviluppare complicanze secondarie.
A fini di pianificazione si presuppone che, in caso di pandemia, il 100 per cento delle persone
ammalate ricorrerà a prestazioni mediche. La pianificazione deve quindi permettere alle
strutture sanitarie di gestire un tasso di ospedalizzazione oscillante tra l’1,0 e il 2,5 per cento. Si
stima inoltre che il 15 per cento delle persone ricoverate dovrà essere trattato nei reparti di
cure intense (cfr. a questo proposito Piano pandemico nazionale 2006, parte III, capitolo 3
«Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemia»).
Rispetto alle fasi del periodo interpandemico, si verificherà un aumento della mortalità: secondo
le stime, lo 0,4 per cento delle persone colpite dalla malattia soccomberà alle complicanze
connesse alla pandemia influenzale.
Il numero di ospedalizzazioni e di decessi provocati da una pandemia può variare fino a un
fattore 10 a seconda delle caratteristiche del virus pandemico.
L’impatto di una pandemia di influenza sul sistema sanitario e sull’economia è notevole; a
seconda della sua intensità, l’ondata pandemica può provocare rapidamente un sovraccarico di
entrambi i settori.
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 22 di 251
5.
Assenteismo
5.1
Il tasso di assenteismo dal posto di lavoro dipende sia dall’incidenza della malattia nella relativa
classe di età, sia dalla necessità di assistere i familiari (p.es. bambini, nei casi di chiusura delle
scuole).
La chiusura delle scuole ha forti ripercussioni sulla presenza dei lavoratori al loro posto di
lavoro.
Secondo le stime, il 25 per cento dei lavoratori si assenta in media da 5 a 8 giorni dal lavoro, per
un periodo di 12 settimane circa (pari alla durata di un’eventuale ondata pandemica in Svizzera).
Secondo queste ipotesi, l’assenteismo potrebbe raggiungere un picco del 10 per cento (incluse
le assenze dovute alla necessità di assistere i familiari) - un tasso, questo, pari al doppio se non
al triplo di quello che si registra in una situazione di normalità.
Il vaccino prepandemico fornisce un’immunizzazione solo parziale contro il virus pandemico.
Se non sarà disponibile alcun vaccino (com’è prevedibile in una prima ondata pandemica) e se
non si adotteranno misure di prevenzione, il picco di assenteismo potrebbe anche essere
largamente superato soprattutto nel caso delle persone professionalmente esposte alla
malattia, come il personale infermieristico (in Gran Bretagna, nel 1957, l’assenteismo del
personale di cura raggiunse il 15%).
Tra i bambini, soprattutto fra quelli che vanno a scuola, una pandemia influenzale si diffonde
molto più rapidamente, motivo per cui può essere necessaria la chiusura delle scuole.
A livello scolastico e comunale, un ritorno alla normalità è possibile già dopo 4 settimane
dall’insorgenza di un’ondata pandemica.
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
5.7
5.8
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 23 di 251
6 Conseguenze economiche di una pandemia influenzale
Il presente capitolo è una sintesi dei più recenti studi di macroeconomia condotti dall’agenzia del
Congresso americano che si occupa di questioni di bilancio («Congressional Budget Office», CBO), dal
Ministero australiano delle finanze, da un istituto australiano indipendente di studi di politica
internazionale («Lowy Institute for International Policy», Sydneyii) e dall’istituto «Mapi Values» di
Bollington (Gran Bretagna). Quest’ultimo è il leader mondiale nello sviluppo, nella valutazione e
nell’analisi internazionale dei dati per la protezione dei pazienti. Nei primi due studi (CBO e Ministero
australiano delle finanze) sono analizzate le conseguenze macroeconomiche di una pandemia sul
piano nazionale, mentre nella ricerca del Lowy Institute le ripercussioni sono esaminate sia sul piano
mondiale che su quello regionale. Lo studio di Mapi Values è stato commissionato dall’Ufficio federale
della sanità pubblica (UFSP) per valutare i costi dell’influenza in Svizzera.
Tutti gli studi citati prendono come punto di partenza le epidemie d’influenza verificatesi in passato e
le esperienze registrate nel 2003 con l’epidemia di SARS.
È difficile prevedere la gravità di una pandemia, così come i suoi effetti sull’economia. Per quanto
riguarda le caratteristiche epidemiologiche della pandemia (incidenza, età dei gruppi di popolazione
colpiti ecc.), tra gli scenari elaborati dai singoli Paesi industrializzati non vi sono praticamente
differenze. In Svizzera ci si deve pertanto aspettare conseguenze analoghe a quelle che potrebbero
presentarsi nel resto dei Paesi occidentali che si preparano a una pandemia.
In termini economici, i costi provocati da una pandemia sono legati all’impiego di risorse materiali e di
personale. In questo contesto si può fare una distinzione fra costi diretti del sistema sanitario e costi
indiretti che sorgono al di fuori di esso.
I costi diretti del sistema sanitario provengono soprattutto dalla maggiore domanda di prestazioni
sanitarie durante la pandemia. Occorre prendere in considerazione anche i lavori di preparazione a
questa situazione, i cui costi, però, risultano comparativamente inferiori. Nello studio svizzero del
2001, i costi diretti in caso di pandemia sono stati stimati a 400 milioni di franchi, contro i 300 milioni
registrati mediamente per una stagione influenzale. In una situazione di pandemia, il sistema sanitario
è sollecitato al massimo: i costi diretti supplementari causati dall’influenza sono limitati dalle capacità
del sistema stesso. Le prestazioni per l’assistenza alle persone colpite dall’influenza sono perciò
fornite in parte a scapito delle prestazioni ordinarie, che sono rimandate fino a che la situazione non si
è normalizzata. Il fatto di ritardare l’erogazione di tali prestazioni fa sì che una parte della domanda
venga a mancare. L’effetto sui costi di tale «sostituzione di prestazioni» non è stato quantificato.
Nel caso di una pandemia influenzale, si stima che i costi indiretti siano molto più elevati dei costi
diretti. La maggior parte degli scenari prevede una riduzione di un terzo della forza lavoro per un
periodo di 2-3 settimane. A ciò si aggiungono le assenze per la cura dei familiari o per evitare i rischi di
esposizione e contagio. L’ordine di grandezza di queste assenze è stimato al 20 per cento circa
dell’intera forza lavoro, per 3 mesi circa.
Si ritiene che il calo della produttività interesserà tutti i settori dell’economia, compreso quello
sanitario. Alcuni settori saranno colpiti non solo da una penuria di forza lavoro, ma anche da un calo
della domanda di prodotti e prestazioni. Come ha dimostrato la crisi della SARS, l’insorgenza di una
pandemia influenzale porterebbe quasi immediatamente a un crollo del traffico viaggiatori. In una
situazione simile sarebbero evitati sia i viaggi lunghi sia i brevi spostamenti per il tempo libero. Il calo
della domanda in quest’ambito toccherebbe in particolare il settore dei trasporti, quello alberghiero e
della ristorazione, così come la cultura e lo sport. A seconda della portata della pandemia, si può
tuttavia prevedere una riduzione della domanda per la maggior parte dei beni di consumo e dei servizi,
ad eccezione naturalmente di quelli strettamente connessi all’influenza. Una pandemia si ripercuote
ii
http://www.lowyinstitute.org/OurPurpose.asp
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 24 di 251
anche sull’industria di esportazione, che potrebbe addirittura essere la prima a subirne le
conseguenze. Il calo dei consumi e degli investimenti dipende dalla fiducia soggettiva delle persone
come consumatori e delle aziende come investitori. Da esperienze precedenti si può supporre che la
riduzione degli investimenti possa provocare una fase recessiva anche prolungata.
Le conseguenze economiche si traducono in una diminuzione del prodotto interno lordo (PIL), che
corrisponde al valore di tutti i beni e i servizi prodotti da un’economia in un anno. Lo studio del
«Congressional Budget Office» descrive per gli Stati Uniti una variante meno grave, che ipotizza una
riduzione del PIL dell’1,5 per cento, e una variante più grave, che prevede una diminuzione del 5 per
cento nell’anno di pandemia. Per l’Europa, lo studio del Lowy Institute postula una riduzione situata fra
lo 0,7 e l’8 per cento. Lo studio del Ministero australiano, invece, tiene conto di un solo scenario grave
e prevede una diminuzione del PIL pari al 5 per cento. I valori più alti sono comparabili a quelli di una
delle recessioni verificatesi dal 1945, mentre quelli più bassi non raggiungono il livello a partire dal
quale si parla di recessione. Nello studio svizzero, per l’anno di pandemia sono stati calcolati costi
massimi di 2,3 miliardi di franchi. Secondo gli scenari degli altri Paesi e sulla base del PIL del 2004, le
perdite per la Svizzera si aggirerebbero tra i 2,5 e i 35 miliardi di franchi.
Secondo le caratteristiche epidemiologiche dell’influenza, la mortalità causata dalla pandemia
potrebbe a lungo termine avere un effetto negativo sul PIL. Se sono le persone in età lavorativa a
esserne maggiormente colpite, le ripercussioni saranno molto più gravi. È anche possibile che, a
medio termine, l’impatto sul PIL pro capite addirittura aumenti ulteriormente. Data l’assenza di dati in
proposito, non è possibile analizzare in modo attendibile gli effetti economici a lungo termine. Tali
effetti, tuttavia, sono generalmente considerati passeggeri.
Una parte delle ripercussioni economiche dipende dal fatto che le leggi del mercato (domanda e
offerta) sono profondamente alterate dalla situazione di pandemia. Attraverso una preparazione
ottimale e un’informazione trasparente, le autorità devono fare il possibile per mantenere intatta la
fiducia della popolazione nelle istituzioni e nelle misure messe in atto in un periodo di elevata
mortalità.
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7 Principali basi legali in Svizzera
Di seguito sono elencate unicamente le principali basi legali pertinenti in vigore in Svizzera. Per la
preparazione a una pandemia si tiene tuttavia conto anche di altre leggi, così come del Regolamento
sanitario internazionale (RSI; cfr. più sotto). I Cantoni dispongono di legislazioni proprie che non sono
trattate in questa sede.
La legge sulle epidemie (LEp; RS 818.101, legge federale del 18 dicembre 1970)iii è la base giuridica
che disciplina la lotta contro le malattie trasmissibili dell’uomo:
− «Per combattere le malattie trasmissibili dell’uomo, la Confederazione e i Cantoni, in virtù della
presente legge, prendono i provvedimenti necessari. Le autorità incaricate della esecuzione della
legge sono autorizzate a delegare determinati compiti e mansioni ufficiali a organizzazioni private di
utilità pubblica» (art. 1 cpv. 1).
− «L’Ufficio federale della sanità pubblica, fondandosi sulle dichiarazioni previste all’articolo 27,
pubblica rilevamenti settimanali, mensili e annuali» (art. 3 cpv. 1).
− «All’occorrenza, esso informa le autorità, il corpo medico e il pubblico mediante altre comunicazioni»
(art. 3 cpv. 2).
− «L’Ufficio federale pubblica direttive concernenti la lotta contro le malattie trasmissibili e
l’utilizzazione di agenti patogeni e le aggiorna secondo le nuove conoscenze scientifiche» (art. 3 cpv.
3).
− «Il Consiglio federale adotta provvedimenti allo scopo di assicurare, per la popolazione civile, una
sufficiente disponibilità dei prodotti immunobiologici più importanti» (art. 6).
− «Il Consiglio federale prende i necessari provvedimenti per prevenire l’introduzione dall’estero di
malattie trasmissibili. Esso può incaricare i Cantoni dell’esecuzione di singoli provvedimenti» (art. 7
cpv. 1 e 2).
L’ordinanza sulla pandemia di influenza (OPI)iv(«Ordinanza del 27 aprile 2005 sui provvedimenti per
lottare contro una pandemia di influenza»; RS 818.101.23) è entrata in vigore il 1° giugno 2005.
Quest’ordinanza del Consiglio federale elaborata dal Dipartimento federale dell’interno (DFI)
costituisce, insieme alla legge sulle epidemiev, la base legale per le misure da adottare nel caso di una
pandemia influenzale in Svizzera. Vi sono definite le responsabilità e le competenze che consentono al
Consiglio federale, di concerto con i Cantoni e altri partner interessati, di ordinare l’adozione di
provvedimenti atti a ridurre il più possibile le probabili conseguenze mediche, economiche e sociali nel
caso di una pandemia di influenzavi.
L’ordinanza dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV) (2/05) concernente misure provvisorie al
confine per la lotta contro la peste aviaria (RS 916.443.40) è stata emanata il 31 ottobre 2005vii.
Ulteriori riferimenti: bollettino UFSP («BAG-Bulletin») 41/05viii
− Ordinanza del 6 luglio 1983 dell’Ufficio federale dell’approvvigionamento economico del Paese
(UFAE) concernente la costituzione di scorte obbligatorie di medicamenti (RS 531.215.31) e
modifica del 18 aprile 2004.
Il Regolamento sanitario internazionale (RSI, 2005) entrerà in vigore il 15 giugno 2007 e sostituirà
la versione attualeix, una norma tecnica che disciplina il controllo di malattie come la peste, il colera e
la febbre gialla. Il nuovo RSI è applicabile a tutti gli eventi che possono costituire un pericolo per la
salute pubblica ed è lo strumento centrale del diritto internazionale pubblico per combattere le
iii
http://www.admin.ch/ch/i/rs/8/818.101.it.pdf
http://www.admin.ch/ch/i/rs/8/818.101.23.it.pdf
v
http://www.admin.ch/ch/i/rs/8/818.101.it.pdf
vi
http://www.admin.ch/ch/i/as/2005/2137.pdf
vii
http://www.admin.ch/ch/i/as/2005/4931.pdf
viii
http://www.bag.admin.ch/dienste/publika/bulletin/d/BU41_05d.pdf
ix
RS 0.818.102
iv
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 26 di 251
malattie infettive. Per altre malattie che minacciano la salute, per le quali esiste già una procedura
riconosciuta sul piano internazionale, il RSI definisce il ruolo sussidiario dell’OMS. Dato che
l’eventualità di una pandemia influenzale rappresenta una grossa minaccia sotto il profilo economico,
sociale e politico, le principali parti del RSI sono in vigore su base volontaria dal mese di maggio 2006
per decisione dell’Assemblea mondiale della sanità. La Parte III del Piano pandemico svizzero 2006
non rimanda tuttavia in modo particolare al RSI.
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 27 di 251
8 Riferimenti bibliografici
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infection – The Netherlands, 2003: 5.
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Congressional Budget Office, The Congress of the United States, A potential influenza pandemic:
Possible macroeconomic effects and policy issues, December 8, 2005
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Netherlands, 2003: Euro Surveill 2005; 10(12): 264-8
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WHO, WHO global influenza preparedness plan. November 2005.
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9 Link
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hlen/bip_gemaess_produktionsansatz.html
http://www.efv.admin.ch/f/finanzen/bundfina/pdf_v_04/Bufi2004_f.pdf
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 29 di 251
10 Elenco delle abbreviazioni
AA
Armeeapotheke (Farmacia dell’esercito)
CaF
Cancelleria federale
CC
Cellula di crisi
CdC
Conferenza dei Governi cantonali
CDS
Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità
CF
Consiglio federale
CFV
Commissione federale per le vaccinazioni
CNI
Centro nazionale Influenza
CRS
Croce Rossa Svizzera
CT
Cantoni
DDASS
Direction Départementale des Affaires Sanitaires et Sociales, France
(Direzione dipartimentale della sanità e della socialità, Francia)
DDPS
Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e
dello sport
DFAE
Dipartimento federale degli affari esteri
DFI
Dipartimento federale dell’interno
DGS
Direction Générale de la Santé, Paris (Direzione generale nazionale della
sanità, Parigi)
DRASS
Direction Régionale des Affaires Sanitaires et Sociales, France (Direzione
regionale della sanità e della socialità, Francia)
DSC
Direzione dello sviluppo e della cooperazione
ECDC
European Centre for Disease Prevention and Control (Centro europeo per
la prevenzione e il controllo delle malattie)
EIA
Enzyme ImmunoAssay
EISS
European Influenza Surveillance Scheme
EMPA
Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca
FFP
Filtering Face Piece
FMH
Federazione dei medici svizzeri
FNRM
Flughafennetzwerk für Reisemedizin (Rete di aeroporti per la medicina di
viaggio)
FNS
Fondo nazionale svizzero
GLI
Gruppo di lavoro Influenza
GSic
Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza
IES
Information und Einsatz im Sanitätsdienst (Informazione e intervento nel
sistema sanitario)
IF
Immunofluorescenza
ILI
Influenza-Like Illness (sindrome influenzale)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 30 di 251
Influenza HxNy
Designazione di un virus influenzale ancora sconosciuto ma
potenzialmente pandemico
INVS
Institut National de la Veille Sanitaire, Paris (Istituto nazionale di
sorveglianza sanitaria, Parigi)
IVI
Institut für Viruskrankheiten und Immunprophylaxe (Istituto di virologia e
immunoprofilassi)
LCH
Dachverband Schweizer Lehrerinnen und Lehrer (Associazione mantello
degli insegnanti svizzeri)
O
Ordinanza
OIE
Office International des Epizooties / World Organisation for Animal Health
(Agenzia internazionale per le epizoozie dell’Organizzazione mondiale per
la salute animale)
OMS (WHO)
Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organisation)
OPI
Ordinanza sulla pandemia di influenza
PCR
Polymerase Chain Reaction (reazione a catena della polimerasi)
PMI
Piccole e medie imprese
RSI (IHR)
Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulations)
SARS
Severe Acute Respiratory Syndrome (sindrome respiratoria acuta grave)
seco
Segreteria di Stato dell’economia
SKS
Stiftung für Konsumentenschutz (Fondazione per la protezione dei
consumatori)
SM crisi
Stato maggiore di crisi
SSC
Servizio sanitario coordinato
SSF
Società svizzera dei farmacisti
Suva
Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni
UE
Unione Europea
UFAE
Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese
UFSP
Ufficio federale della sanità pubblica
UFV
Ufficio federale di veterinaria
UST
Ufficio federale di statistica
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 31 di 251
11 Glossario
Di seguito sono spiegati i principali termini tecnici che ricorrono nel presente piano pandemico. Una
lista più dettagliata figura sulle pagine internet dell’UFSP dedicate all’influenza:
www.bag.admin.ch/influenza.
Abbattimento
Uccisione di animali nel quadro della lotta contro le
epizoozie
Aerosol
Particella liquida o solida in sospensione in un gas (aria)
Amantadina
Farmaco antivirale contro i virus influenzali del tipo A,
inibitore della proteina M2
Attack rate
Incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco)
Burden of disease
Impatto di una malattia, sotto il profilo sanitario, sociale
ed economico, su una singola persona o sulla società
Endemico
Che si manifesta in modo costante in un’area geografica
limitata (p.es. una malattia)
Epidemia
Sviluppo insolito di un’infezione in una popolazione,
perlopiù circoscritto a un’area geografica limitata
Genoma
Insieme del patrimonio ereditario
Gestione dei contatti
Provvedimento per individuare i soggetti che p.es. hanno
avuto contatti con persone colpite dall’influenza
H5N1
Agente patogeno dell’influenza aviaria / Sottotipo di virus
influenzale A
HxNy
Sottotipo sconosciuto di virus influenzale
Immunità
Resistenza di un organismo a un agente patogeno o a un
antigene
Infezione nosocomiale
Malattia infettiva contratta durante un ricovero in
ospedale o in un altro istituto di cura
Inibitore della neuroaminidasi
Farmaco che inibisce la fuoriuscita dei virus da una cellula
infetta e che ne impedisce la diffusione nell’organismo;
permette di attenuare i sintomi dell’influenza
Isolamento
Separazione delle persone malate o detenzione separata
degli animali
Letalità
Unità che misura il tasso di mortalità di una malattia
Morbilità
Probabilità di un individuo di contrarre una determinata
malattia in relazione a una determinata popolazione
Mortalità
Tasso che indica il numero di decessi a causa di una certa
malattia in una determinata popolazione sull’arco di un
preciso lasso di tempo
Oseltamivir (Tamiflu®)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza
Pandemia
Aumento importante, su scala mondiale e per un periodo
di tempo limitato, dei casi di infezione dovuti a una
determinata malattia
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 32 di 251
Periodo d’incubazione
Periodo fra la penetrazione dell’agente patogeno
nell’organismo e la comparsa dei sintomi della malattia
Quarantena
Separazione dei soggetti sani (ma esposti all’infezione) o
detenzione separata degli animali sani
Relenza® (Zanamivir)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza
Riassortimento
Scambio di DNA tra due o più virus all’interno della
stessa cellula ospite
Ricombinazione
Nuova combinazione (p.es. di virus)
Social distancing
Misura destinata a evitare i contatti sociali fra gli individui
per evitare la trasmissione di un agente patogeno
Tamiflu® (Oseltamivir)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza
Tasso di mutazione
Frequenza con la quale si manifestano mutazioni a livello
di DNA, p.es. in un virus
Zanamivir (Relenza®)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza (nome commerciale: Relenza®)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 33 di 251
Piano pandemico svizzero 2006
Parte II: Strategie e procedure nelle diverse fasi
Di seguito sono illustrate le misure di preparazione e di lotta alla pandemia per i tre periodi
(interpandemico, di allerta pandemico e pandemico) e le sei fasi, conformemente al capitolo 4 «Periodi
e fasi pandemiche secondo l'OMS e scenari per la Svizzera» della parte I del Piano pandemico
svizzero Influenza 2006:
−
−
−
−
−
−
−
−
Obiettivi
Strategia
Pianificazione e coordinamento
Monitoraggio dell'influenza
Misure sanitarie
Farmaci antivirali e vaccini
Comunicazione tra le autorità e la popolazione
Competenze
Le fasi da 1 a 6 comprendono la procedura da seguire dall’individuazione di un nuovo sottotipo di virus
influenzale negli animali fino alla diffusione su scala mondiale della malattia nell’uomo.
La rispettiva fase è dichiarata dall’OMS non appena è accertata l’esistenza dei criteri corrispondenti.
Con la dichiarazione della fase pandemica, ci si attende che gli Stati membri dell’OMS attivino le
necessarie contromisure a livello nazionale.
Una volta dichiarata, una fase vale per ogni Paese, indipendentemente dal fatto che l’infezione sia
presente o meno sul suo territorio e dalla sua gravità. Per tenere conto delle diverse situazioni nella
pianificazione e nell’attuazione delle misure appropriate, l'OMS ha raccomandato agli Stati membri di
adeguare le fasi alle contingenze nazionali e di suddividerle in vari scenari. La Svizzera ha suddiviso le
fasi 3, 4 e 5 in tre scenari ciascuna e la fase 6 in due scenari. Si tratta di scenari che, in base alle
conoscenze disponibili e alle rispettive previsioni internazionalmente riconosciute, risultano plausibili,
ma che non si concretizzeranno necessariamente. In altre parole, è ipotizzabile che nella fase 4 la
Svizzera si situi nello scenario 4.1 e che, a seconda degli sviluppi, si ritrovi direttamente nello scenario
5.3, in quanto il passaggio da una fase all’altra può avvenire in modo rapido o flessibile.
Se, con il passare del tempo, le nuove conoscenze richiederanno una modifica delle previsioni, non è
da escludere che anche gli scenari cambieranno di conseguenza.
Il successo e l’efficacia delle misure e delle raccomandazioni dipendono in ampia misura dal consenso
che raccoglieranno tra la popolazione e le categorie di persone coinvolte nonché dalla tempestività e
dalla portata della loro attuazione. Anche le caratteristiche epidemiologiche del virus pandemico
esercitano un influsso decisivo, anche se imprevedibile.
Nella seguente tabella, gli scenari che riguardano direttamente la Svizzera sono evidenziati in colore per una migliore visibilità.
I rimandi agli scenari si presentano come segue: p. es. fase 3.1 invece di fase 3, scenario 1.
Nella colonna «Competenze» sono riportati le autorità e i servizi responsabili delle rispettive misure, senza tenere
conto di linee gerarchiche e ordini cronologici.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 34 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
1
Misure
Competenze
Nessun nuovo sottotipo di virus
influenzale nell’uomo
Obiettivi dell’OMS
Gli obiettivi generali dell’OMS riguardano il
rafforzamento della preparazione a una pandemia a
livello mondiale, nazionale e regionale.
Strategie della
Svizzera
Le priorità risiedono nella promozione delle vaccinazioni
stagionali contro l'influenza tra i gruppi a rischio e il
personale medico e infermieristico (campagne di
vaccinazione contro l'influenza) nonché nel monitoraggio
delle malattie cliniche e dei virus in circolazione.
Monitoraggio e
valutazione
Il monitoraggio e la valutazione permanenti
dell’influenza stagionale consentono di
individuare le infezioni causate da un nuovo
ceppo influenzale, di identificare le potenziali
fonti animali e di soppesare i rischi di
trasmissione all'uomo.
¾ Centro nazionale per il RSI
Ufficio federale
della sanità
pubblica (UFSP)
¾ Approntamento dei mezzi necessari per
Cantoni
Ospedali
fronteggiare in modo rapido ed efficace i
casi di infezione in collaborazione con i
Cantoni
¾ Monitoraggio dell'attività influenzale
UFSP
stagionale in Svizzera mediante il sistema Centro nazionale
sentinella e lo scambio di informazioni
Influenza
sulla situazione epidemiologica con l’OMS
e il Sistema europeo di sorveglianza
dell’influenza (EISS)
¾ Monitoraggio dei virus influenzali
stagionali in Svizzera attraverso campioni
biologici raccolti dai medici sentinella
(striscio naso-faringeo). I virus influenzali
sono isolati dai campioni, tipizzati e
sottotipizzati. I nuovi ceppi virali sono poi
spediti al centro di riferimento di Londra.
¾ Segnalazione dell'influenza stagionale da
parte dei medici sentinella all’UFSP
¾ Valutazione regolare della situazione
epidemiologica dell’influenza
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Centro nazionale
Influenza
UFSP
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 35 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Monitoraggio dei virus influenzali nei suini Ufficio federale di
veterinaria (UFV)
Istituto di virologia
veterinaria
dell’Università di
Zurigo
e nei volatili
Prevenzione e
contenimento
¾ Aggiornamento del Piano pandemico
Gruppo di lavoro
Influenza
UFSP
¾ Elaborazione e pubblicazione delle
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
Commissione
federale per le
vaccinazioni (CFV)
raccomandazioni per la prevenzione
dell'influenza
¾ Raccomandazioni per la vaccinazione
UFSP
contro l’influenza (influenza stagionale)
Antivirali/
vaccino
¾ Registrazione e test dei nuovi antivirali e
Swissmedic
dei vaccini contro l'influenza e
monitoraggio degli stessi per individuare
eventuali effetti collaterali, interazioni e
resistenze
¾ Preparazione di un’omologazione
Swissmedic
accelerata dei vaccini in caso di pandemia
Sistema sanitario
¾ Pubblicazione e attuazione di
raccomandazioni per la vaccinazione
contro l’influenza stagionale
Comunicazione
Medici cantonali
Medici
Farmacisti
¾ Strategia di comunicazione:
− comunicazione specifica a determinati
gruppi bersaglio
− sensibilizzazione dei gruppi a rischio e
comunicazione educativa
UFV
Veterinari cantonali
¾ Contenuti della comunicazione:
UFSP
Medici cantonali
vaccinazione contro l’influenza,
prevenzione e raccomandazioni sulle
misure di igiene e di protezione.
¾ Mezzi di comunicazione: raccomandazioni
per la prevenzione dell’influenza; durante
la stagione influenzale: pubblicazione dei
risultati del monitoraggio (valutazione della
situazione) nel bollettino e nel sito
dell’UFSP; pubblicazione dei risultati della
tipizzazione dei virus influenzali in
circolazione nel sito internet
www.influenza.ch
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 36 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
2
Misure
Competenze
Nessun nuovo sottotipo di virus
influenzale nell’uomo. Tuttavia, un nuovo
sottotipo di virus influenzale circolante
negli animali rappresenta un rischio
sostanziale di malattia per l’essere
umano.
Obiettivi dell’OMS
Fondamentalmente, nella fase 2 valgono gli stessi
obiettivi generali dell’OMS della fase 1. Lo scopo è di
ridurre al minimo il rischio di trasmettere all’uomo il
sottotipo di virus influenzale in circolazione negli animali
nonché di individuare e segnalare immediatamente
eventuali contagi. Bisogna soprattutto evitare che
l'infezione si trasmetta alle persone esposte.
Strategie della
Svizzera
Valgono le stesse strategie e misure della fase 1, a cui
si aggiungono provvedimenti relativi al settore
veterinario, come le raccomandazioni per la protezione
del personale impegnato nella lotta alle epizoozie, ai
sensi della legge sulle epizoozie.
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
UFV
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 37 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
3
Casi isolati di infezione nell’uomo dovuti a
un nuovo sottotipo di virus influenzale. La
malattia non si trasmette da uomo a
uomo, ad eccezione di rari casi di contagio
per contatto ravvicinato.
Obiettivi dell’OMS
Competenze
Caratterizzare rapidamente il nuovo sottotipo di virus
influenzale, riconoscere e segnalare tempestivamente
altri casi di infezione e adottare senza indugio le misure
adeguate.
3.1
I casi di infezione nell'uomo sono isolati e
circoscritti al Paese d'origine (Svizzera
esclusa). Negli animali, invece, la malattia si
diffonde ad altri continentii.
Strategie della
Svizzera
Evitare l’introduzione del nuovo sottotipo di virus
influenzale in Svizzera (in particolare negli animali).
Pianificazione e
coordinamento
¾ Verifica del piano pandemico nazionale e
UFSP
cantonale e delle basi giuridiche (cantonali, Cantoni
nazionali e internazionali) in vista di
Ospedali
un'eventuale pandemia
Servizi sanitari
UFV
ecc.
¾ Elaborazione e pubblicazione di
raccomandazioni per la protezione del
personale impegnato nella lotta alle
epizoozie
UFV
UFSP
Suva (Insai)
¾ Elaborazione di piani pandemici da parte di Aziende
aziende pubbliche e private
¾ Preparazione dell’intervento dello stato
maggiore speciale per la pandemia
Monitoraggio e
valutazione
¾ Monitoraggio del virus influenzale in
Centro nazionale
circolazione (monitoraggio di routine, come Influenza
nelle fasi 1 e 2)
Istituto di virologia
e d’immunoprofilassi (IVI)
¾ Monitoraggio nel settore veterinario
(importazioni illegali, ricerca attiva del
nuovo sottotipo di virus influenzale)
i
Dipartimento
federale dell’interno
(DFI)
UFV
Dogane
IVI
Come nel caso della febbre aviaria fino alla fine del 2005.
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 38 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Obbligo di segnalare sospetti di infezione
Medici
Medici cantonali
UFSP
Centro nazionale
Influenza
UFV
Veterinari cantonali
Laboratori
dovuta al nuovo sottotipo di virus
influenzale (definizione di caso, criteri e
moduli per la segnalazione)
¾ Garantire le analisi di laboratorio per
accertare i casi sospetti di infezione dovuta
al nuovo sottotipo di virus influenzale
(capacità, metodologia e sicurezza), con
rete di contatti a livello internazionale
¾ Elaborazione di raccomandazioni per
viaggiatori e aeroporti
Prevenzione e
contenimento
¾ Elaborazione e pubblicazione di
UFSP
UFV
Centro nazionale
Influenza
Suva
UFSP
Rete aeroportuale
per la medicina di
viaggio (FNRM)
UFSP
raccomandazioni per la popolazione
¾ Attuazione delle raccomandazioni dell’UFV Cantoni
relative alle manifestazioni con animali
(mercati, fiere, esposizioni ecc.)
¾ Controlli delle importazioni
Antivirali/
vaccino
UFV
Antivirali
¾ Verifica dell’approvvigionamento di
antivirali (dalla produzione alla
distribuzione) in caso di pandemia
¾ Analisi degli studi clinici e dei dati
disponibili sull’efficacia e la sicurezza degli
antivirali
¾ Verifica della quantità e della costituzione
delle scorte in base alle conoscenze
epidemiologiche sulla sicurezza e
l'efficacia di farmaci vecchi e nuovi
¾ Impiego di antivirali nelle persone
sospettate di aver contratto il nuovo
sottotipo di virus influenzale e nella
profilassi pre- e post-esposizione con
rischio analogo.
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Ufficio federale per
l’approvvigionamento economico
del Paese (UFAE)
Cantoni
Swissmedic
Gruppo di lavoro
Influenza
Gruppo di lavoro
Influenza
UFSP
UFAE
Cantoni
Medici
Cantoni
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 39 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
Vaccino
¾ Verifica e se necessario estensione delle
indicazioni di vaccinazione stagionale (p.
es. a persone ad alto rischio di
esposizione, come quelle impegnate nella
lotta alle epizoozie)
UFSP
CFV
¾ Partecipazione allo sviluppo di un prototipo UFSP
di vaccino contro il nuovo sottotipo di virus
influenzale
¾ Gara d’appalto, organizzare
Confederazione
l’approvvigionamento e la distribuzione del UFSP
vaccino
¾ Messa a punto della strategia di
vaccinazione contro il nuovo sottotipo di
virus influenzale
Sistema sanitario
¾ Creazione di un gruppo di coordinamento
costituito da addetti del settore sanitario e
di altri settori coinvolti.
¾ Elaborazione degli scenari per
l’approntamento e la distribuzione di
farmaci e vaccino
UFSP
CFV
Gruppo di lavoro
Influenza
Cantoni
DFI
Comitato di
sicurezza del
Consiglio federale
(CSCF)
UFSP
Cantoni
¾ Concezione e svolgimento di simulazioni di Cantoni
Cancelleria federale
situazioni di crisi
¾ Raccomandazioni destinate al personale
medico sulla procedura da adottare in caso
di sintomatologia sospetta, sulla corretta
attuazione delle norme igieniche finalizzate
al controllo dell'infezione e sulla
prevenzione della trasmissione
nosocomiale
¾ Applicazione delle norme per la
biosicurezza nei laboratori, la
manipolazione di agenti patogeni e la
sicurezza nel trasporto
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
UFSP
Cantoni
Ospedali
Suva
Swissnoso
UFV
Laboratori di
medicina veterinaria
e umana
Suva
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 40 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Comunicazione
Misure
Competenze
¾ Strategia di comunicazione:
− comunicazione scientifica e
comunicazione del rischio sulla
situazione epidemiologica «epizoozia»
− comunicazione scientifica e
comunicazione del rischio sulla
situazione effettiva nell’uomo
− comunicazione degli eventi: coordinata
− comunicazione educativa (influenza,
epizoozia, pandemia)
−
UFSP
UFV
Cantoni
¾ Contenuti della comunicazione:
3.2
Strategie della
Svizzera
Pianificazione e
coordinamento
Monitoraggio e
valutazione
UFSP
informazioni sulla disponibilità e la
UFV
distribuzione di antivirali e del vaccino,
Cantoni
sulla qualità delle derrate alimentari, sulla
prevenzione, sui comportamenti da
adottare in materia di igiene e misure di
protezione
UFSP
¾ Mezzi di comunicazione:
raccomandazioni e informazioni scritte,
UFV
bollettino UFSP, media, siti internet,
Cantoni
hotline, volantini e manifesti per
viaggiatori, piattaforme di coordinamento
In Svizzera o nei Paesi confinanti è rinvenuto
un nuovo sottotipo di virus influenzale (p.
es. H5N1) in animali malati o morti.
Evitare la diffusione dell’infezione negli animali e
impedirne la trasmissione all’uomo
Come nella fase 3.1
Come nella fase 3.1, e in aggiunta:
¾ Aggiornamento della definizione di caso di UFSP
infezione dovuta al nuovo sottotipo di virus
influenzale
¾ Rafforzamento del monitoraggio degli
esseri umani e degli animali
Prevenzione e
contenimento
Cantoni
Come nella fase 3.1, e in aggiunta:
¾ Eliminazione del focolaio virale tra gli
animali
UFV
Cantoni
¾ Misure di medicina veterinaria per le
UFV
regioni colpite, p. es. istituzione di zone di
protezione e di sorveglianza
¾ Misure per la protezione del personale
UFSP
impegnato nella lotta alle epizoozie (igiene, UFV
equipaggiamento protettivo personale,
Cantoni
assunzione di antivirali dopo e
Suva
eventualmente prima dell’esposizione
ecc.)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 41 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Proseguimento della prevenzione contro
UFSP
l’influenza stagionale per ridurre al minimo Cantoni
i rischi di infezioni doppie, in particolare tra
il personale impegnato nella lotta alle
epizoozie
¾ Segnalazione all’Ufficio internazionale delle UFV
epizoozie (OIE)
Antivirali/
vaccino
Come nella fase 3.1
Sistema sanitario
Come nella fase 3.1, e in aggiunta:
¾ Aumento delle riserve e
approvvigionamento di dispositivi di
protezione individuale (guanti, grembiuli,
mascherine ecc.)
Confederazione
Cantoni
Ospedali
ecc.
Come 3.1
Comunicazione
3.3
In Svizzera si rileva un caso di infezione
nell’uomo dovuta al nuovo sottotipo di virus
influenzale (p. es. H5N1); caso importato, la
persona contagiata lavora a contatto con
animali da reddito
Strategie della
Svizzera
Evitare infezioni secondarie, protezione del personale
sanitario, impedire la trasmissione negli animali
Pianificazione e
coordinamento
¾ Verifica e sostegno dell’attivazione e
UFSP
dell'attuazione dei piani da parte di tutte le UFV
autorità e a tutti i livelli (nazionale,
Cantoni
cantonale e settore privato)
¾ Garantire il coordinamento delle misure
di protezione del personale impegnato
nella lotta alle epizoozie
UFV
Suva
¾ Garantire il trattamento e la cura dei malati, Cantoni
evitare l’esposizione e individuare i contatti Ospedali
(«contact tracing»)
Medici
Monitoraggio e
valutazione
Come nella fase 3.2, e in aggiunta:
¾ Obbligo di segnalazione: revisione dei
UFSP
criteri di segnalazione (definizione di caso)
per i casi sospetti di infezione riconducibile
al nuovo sottotipo di virus influenzale
¾ Scambio con i principali partner
internazionali (OMS, EISS) e segnalazione
dei nuovi casi all’OMS
Prevenzione e
contenimento
UFSP
Centro nazionale
Influenza
¾ Identificazione delle fonti di infezione
UFSP
Cantoni
Come nella fase 3.2, e in aggiunta: gestione
dei contatti
UFSP
Cantoni
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 42 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Antivirali/
vaccino
Misure
Competenze
Antivirali
¾ Attuazione degli schemi di trattamento
(antivirali inclusi) in presenza di nuovi casi
UFSP
Cantoni
Ospedali
Medici
Vaccino
¾ Attuazione della strategia di vaccinazione
UFSP
nell’essere umano (contro il nuovo
Cantoni
sottotipo di virus influenzale) non appena il Ospedali
vaccino è disponibile e conformemente
Medici
alle raccomandazioni della CFV e del
gruppo di lavoro Influenza
¾ Monitoraggio del vaccino e monitoraggio di Swissmedic
routine finché l’indicazione di vaccinazione
è circoscritta a piccoli gruppi
Sistema sanitario
¾ Assistenza medica dei malati
conformemente alle direttive
¾ Protezione delle persone esposte e del
personale medico (igiene, guanti,
mascherine, antivirali)
¾ Prevenzione della trasmissione
Ospedali
Medici
Ospedali
Medici
Suva
Ospedali
nosocomiale
¾ Aggiornamento e comunicazione regolari
della definizione di caso, algoritmi per
l'identificazione di persone infette,
gestione dei casi e controlli del personale
medico nelle strutture pubbliche e private
Comunicazione
UFSP
Cantoni
Ospedali
Come nella fase 3.1, e in aggiunta:
¾ Aggiornamento regolare degli sviluppi della UFSP
situazione nel Paese, all’attenzione
dell’OMS e di altri partner nazionali e
internazionali
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UFV
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 43 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
4
Piccoli focolai a trasmissione interumana
limitata. La diffusione chiaramente
localizzata fa supporre che il virus non si è
ancora ben adattato all’uomo.
¾ Dichiarazione del Consiglio federale
Obiettivi dell’OMS
Competenze
Debellare il virus o evitarne la diffusione per guadagnare
tempo, al fine di mettere in atto le misure di
preparazione e sviluppare il vaccino
4.1
Primo piccolo focolaio del nuovo sottotipo di
virus influenzale (p. es. H5N1) con
trasmissione interumana fuori dalla Svizzera.
Strategie della
Svizzera
Evitare l’introduzione dell'infezione, individuare
rapidamente eventuali malati giunti in Svizzera per
debellare il virus e identificare la catena di trasmissione
Pianificazione e
coordinamento
¾ Nuova valutazione del grado di
UFSP
preparazione della Svizzera (in base alla
checklist dell’OMS) e della funzionalità dei
sistemi di monitoraggio
¾ Coordinamento delle misure per evitare
una diffusione dell’infezione nell’essere
umano
¾ Valutazione dell'opportunità di intervento
UFSP
Cantoni
Rete aeroportuale
per la medicina di
viaggio (FNRM)
UE
OMS
DFI
dello stato maggiore speciale per la
pandemia
Monitoraggio e
valutazione
Come nella fase 3, e in aggiunta:
¾ Intensificazione del monitoraggio del
turismo, così come dei viaggi in Paesi
potenzialmente colpiti dal virus e degli
scambi commerciali con questi Paesi
¾ Attuazione del piano d’azione per gli
aeroporti (informazione, elenco
passeggeri, ev. controlli)
Prevenzione e
contenimento
UFSP
Dipartimento
federale degli affari
esteri (DFAE)
OMS
Dogane
UFSP
Aeroporti
Cantoni interessati
Come nella fase 3, e in aggiunta:
¾ Divieto di partecipare a manifestazioni per UFSP
le persone provenienti da Paesi toccati
(conformemente alle raccomandazioni
dell’OMS e dell’UE)
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DFAE
OMS
UE
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 44 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Limitazione dei viaggi verso le regioni
DFAE
colpite (conformemente alle
raccomandazioni dell’UFSP)
¾ Interruzione della catena di trasmissione
(gestione dei contatti, isolamento,
quarantena, antivirali)
UFSP
Cantoni
Servizio sanitario
coordinato (SSC)
¾ Istruzione della popolazione circa le misure UFSP
di protezione personali
Gruppo di lavoro
Influenza
Antivirali
/vaccino
Antivirali
Come nella fase 3.3
Vaccino
Come nella fase 3, e in aggiunta:
Medici
a) Vaccino stagionale: può scarseggiare, in
quanto le aziende si concentrano sulla
produzione del vaccino contro il nuovo
sottotipo virale. In caso di comparsa
dell'influenza stagionale in Svizzera, il
vaccino stagionale è quindi riservato ai
gruppi a rischio
Medici
b) Vaccino contro il nuovo sottotipo di virus
influenzale, secondo disponibilità,
specialmente per il personale sanitario.
Gruppo di lavoro
Influenza
UFSP
Cantoni
c) Vaccino pandemico: organizzazione
dell’approvvigionamento del vaccino e
distribuzione
Gruppo di lavoro
Influenza
Stato maggiore
speciale Pandemia
Sistema sanitario
Come nella fase 3
Comunicazione
Dichiarazione del Consiglio federale sulla
comunicazione della fase
Consiglio federale
¾ Strategia di comunicazione:
− comunicazione scientifica e
comunicazione del rischio centrate sui
comportamenti da adottare
− informazione su vasta scala a tutti i
gruppi bersaglio
− coerenza dei contenuti
− comunicazione attraverso i media e
internet (informazione di base capillare e
informazione approfondita per gruppi
specifici)
Confederazione
Cantoni
Stato maggiore
speciale pandemia
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 45 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Contenuti della comunicazione:
raccomandazioni sui comportamenti da
adottare a seconda dell’ambiente,
raccomandazioni sui contatti e la profilassi
di esposizione, informazioni sull’uso di
antivirali, sul vaccino e sulla qualità delle
derrate alimentari
Confederazione
Cantoni
Stato maggiore
speciale pandemia
UFSP
¾ Mezzi di comunicazione: siti internet,
hotline, media, schede informative, misure Cantoni
di comunicazione diretta, come inserzioni,
volantini, manifesti, spot radiofonici e
televisivi, opuscoli informativi e direttive,
video didattici
¾ Preparazione alla fase successiva
¾ Sensibilizzazione: informazione della
popolazione sulle misure e sulle possibili
restrizioni che saranno ordinate a seconda
degli sviluppi, per es. elenco delle priorità,
limitazione dei viaggi, penuria di beni di
prima necessità ecc.
4.2
Piccolo/i focolaio/focolai del nuovo sottotipo
di virus influenzale (p. es. H5N1) con
trasmissione interumana fuori dal Paese o
dal Continente d’origine, ma non in Svizzera
Strategie della
Svizzera
Evitare l’introduzione dell’infezione, individuare
rapidamente eventuali malati giunti nel Paese e
compiere tutti gli sforzi possibili per impedire la
diffusione dell’infezione alla Svizzera.
Pianificazione e
coordinamento
Come nella fase 4.1, e in aggiunta:
Monitoraggio e
valutazione
¾ Valutazione del rischio di pandemia
OMS
UFSP
¾ Verifica della possibilità della Svizzera di
prestare aiuto internazionale
Consiglio federale
Come nelle fasi 3 (3.1-3.2) e 4.1, e in
aggiunta:
¾ Obbligo di segnalazione: revisione dei
criteri di segnalazione (definizione di caso)
con algoritmi, qualora si sospettino
infezioni dovute al nuovo sottotipo di virus
influenzale
Prevenzione e
contenimento
UFSP con i Cantoni
Centro nazionale
Influenza
¾ Divieto di partecipare a manifestazioni per UFSP
le persone provenienti da Paesi toccati
(conformemente alle raccomandazioni
dell’OMS e dell’UE)
¾ Obbligo di autorizzazione per le
manifestazioni
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DFAE
OMS
UE
Cantoni
UFSP
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 46 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Interruzione della catena di trasmissione
UFSP
Cantoni
SSC
(gestione dei contatti, isolamento,
quarantena, antivirali)
¾ Istruzione della popolazione circa le misure UFSP
di protezione personali
Gruppo di lavoro
Influenza
Antivirali/vaccino
Antivirali
Come nella fase 4.1, e in aggiunta:
¾ Indicazioni definitive
Gruppo di lavoro
Influenza
Stato maggiore
speciale pandemia
¾ Preparazione alla distribuzione degli
antivirali per contenere l’infezione
UFSP
Cantoni
Vaccino
Come nella fase 4.1
Sistema sanitario
Come nella fase 3 (3.1-3.2)
Comunicazione
Come nella fase 4.1
4.3
Piccolo focolaio del nuovo sottotipo di virus
influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione
interumana in Svizzera
Strategie della
Svizzera
Compiere tutti gli sforzi possibili per evitare l’insorgere
di una pandemia
Pianificazione e
coordinamento
¾ Istituzione dello Stato maggiore speciale
per la pandemia ai sensi della OPI
DFI
¾ Attivazione dell’organizzazione per lo stato Cantoni
di crisi nelle zone o nel Cantone toccati
¾ Garantire la collaborazione con i Paesi
confinanti nello scambio di informazioni e
nel coordinamento della protezione in caso
di emergenza
UFSP
DFAE
Consiglio federale
Sistema europeo di
sorveglianza
dell'influenza (EISS)
OMS
European Centre
for Disease
Prevention and
Control (ECDC)
UE
¾ Garantire il trattamento e la cura dei malati Cantoni
Ospedali
Medici
Personale di cura
SSC
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 47 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Monitoraggio e
valutazione
Misure
Competenze
¾ Designazione di ospedali responsabili
dell’ammissione e del trattamento di
persone contagiate dal nuovo sottotipo di
virus influenzale
UFSP
Cantoni
¾ Obbligo di segnalazione: segnalare
all’UFSP i casi isolati e i cluster di casi
attribuibili al nuovo sottotipo di virus
influenzale
Medici
Cantoni
Centro nazionale
Influenza
¾ Caratterizzazione epidemiologica,
virologica e clinica, definizione di caso
(«outbreak investigation»), adeguamento
dei criteri di segnalazione
UFSP
Centro nazionale
Influenza
Gruppo di lavoro
Influenza
Cantoni
¾ Gestione dei contatti e individuazione delle Medici
persone esposte («contact tracing»)
Cantoni
UFSP
¾ Stima delle proporzioni della trasmissione OMS
interumana, della minaccia per la salute
della popolazione e dell’efficacia delle
misure di controllo
¾ Raccolta e scambio di ceppi virali e
informazioni, necessari per lo sviluppo e
l’adeguamento delle diagnosi e dei
prototipi di vaccino
Prevenzione e
contenimento
Gruppo di lavoro
Influenza
Centro nazionale
Influenza
Produttori dei
vaccini
¾ Eventualmente, realizzare ricerche cliniche UFSP, FNS
¾ Definizione di zone di sorveglianza
Cantoni
¾ Attuazione di misure per ridurre al minimo Cantoni
la morbilità e la mortalità
¾ Attuazione di misure per evitare la
trasmissione interumana nelle zone di
sorveglianza
Ospedali
Medici
Personale di cura
− Misure di protezione personali
Confederazione
Cantoni
− Limitazione dei contatti sociali («social
distancing»), p. es. chiusura di scuole,
divieto di manifestazioni
¾ Verifica dell’efficacia delle misure adottate UFSP
in collaborazione con l’OMS
¾ Ricerca attiva di persone malate nella
UFSP
popolazione(«active case finding»)
Antivirali/vaccino
Antivirali
¾ Distribuzione controllata di antivirali ai
Cantoni
Ospedali
malati, profilassi pre e post-esposizione
per le persone venute a contatto con
soggetti o animali infetti
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 48 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Predisposizione di un uso più ampio di
UFSP
UFAE
Cantoni
antivirali e relativa gestione nelle fasi
successive
¾ Impiego delle scorte nazionali di antivirali
per la gestione dei contatti
UFSP
Farmacia
dell’esercito
¾ Istituzione del monitoraggio degli antivirali UFSP
Swissmedic
Vaccino
Vaccino contro il nuovo sottotipo di virus
influenzale:
¾ Distribuzione del vaccino alle persone a
Cantoni
contatto con i primi malati per evitare che Medici
l’infezione si diffonda (profilassi a tappeto)
¾ Scambio delle conoscenze sul vaccino e
delle relative esperienze con la comunità
internazionale (attraverso l’OMS)
¾ Segnalazione di effetti indesiderati
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
Swissmedic
Swissmedic
¾ Raccomandazioni su come affrontare gli
UFSP
effetti indesiderati (in considerazione delle
disposizioni della OPI, sezione 4, art. 15)
Sistema sanitario
Come nella fase 3 (3.1-3.3)
¾ Individuazione di strategie alternative per
l’isolamento e la gestione dei casi
Comunicazione
Come nella fase 4.1
¾ Tono della comunicazione: appellativo
¾ Preparazione dell’opinione pubblica e dei
partner alla pandemia incombente e alle
sue conseguenze, tenendo conto
particolarmente delle paure della
popolazione
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UFSP
Cantoni
Gruppo di lavoro
Influenza
Consiglio federale
Cantoni
Stato maggiore
speciale pandemia
Servizi federali
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 49 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
5
Focolai epidemici in aumento, ma ancora
localizzabili. Il virus migliora il suo
adattamento all'uomo, anche se non è
ancora pienamente trasmissibile.
Obiettivi dell’OMS
Competenze
Mobilitazione di tutte le forze per contenere o ritardare
la diffusione, al fine di evitare se possibile una pandemia
e guadagnare tempo nell’attuazione delle contromisure.
5.1
Primo grande focolaio del nuovo sottotipo di
virus influenzale (p. es. H5N1) con
trasmissione interumana fuori dalla Svizzera.
Strategie della
Svizzera
Evitare l’introduzione dell’infezione, individuare
rapidamente eventuali malati giunti in Svizzera, per
evitare o rallentare la diffusione del virus.
Tutte le misure
Come nella fase 4.1
5.2
Focolaio/focolai maggiore/i del nuovo
sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1)
con trasmissione interumana fuori dal Paese
o dal Continente d’origine, ma non in
Svizzera.
Strategie della
Svizzera
Evitare l’introduzione dell’infezione, individuare
rapidamente eventuali malati giunti in Svizzera:
massimizzare gli sforzi per impedire la diffusione
dell’infezione alla Svizzera
Pianificazione e
coordinamento
Come nella fase 4.2, e in aggiunta:
¾ Garantire la disponibilità di tutti i sistemi e Confederazione
l’attuabilità delle misure previste
Monitoraggio e
valutazione
Cantoni
Come nella fase 4.2, e in aggiunta:
¾ Determinazione del rischio di pandemia
¾ Determinazione e monitoraggio delle
OMS
Confederazione
risorse pubbliche necessarie per superare Cantoni
una pandemia
Prevenzione e
contenimento
Come nella fase 4.2, e in aggiunta:
¾ Evitare che l’epidemia si diffonda ad atri
Paesi/regioni e individuazione immediata,
se ciò dovesse verificarsi
Antivirali/vaccino
OMS
UFSP
Antivirali
¾ Liberazione delle scorte nazionali di
Tamiflu®, se non avvenuto in precedenza
(fase 4)
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UFSP
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 50 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Liberazione delle scorte obbligatorie (se
UFAE
Consiglio federale
Depositario delle
scorte obbligatorie
(Roche)
necessario) in misura del 10% e
distribuzione contingentata ai Cantoni,
entrata in vigore dell’ordinanza con
possibilità di controllare e gestire la
distribuzione degli antivirali
¾ Inizio dell’incapsulamento della polvere di UFAE
Tamiflu® per utilizzazione successiva
Vaccino
Come nella fase 4.2
Sistema sanitario
Come nella fase 4.2
Comunicazione
Come nella fase 4.1, e in aggiunta:
¾ Evitare che le persone malate e i loro
familiari siano emarginati
¾ Adeguamento delle strategie di
comunicazione
5.3
UFSP
Confederazione
Cantoni
UFSP
Stato maggiore
speciale pandemia
Focolaio maggiore del nuovo sottotipo di
virus influenzale (p. es. H5N1) con
trasmissione interumana in Svizzera.
Strategie della
Svizzera
Compiere tutti gli sforzi possibili, per guadagnare tempo
e rallentare l’insorgere di una pandemia.
Pianificazione e
coordinamento
Come nella fase 4.3, e in aggiunta:
¾ Valutare l’eventualità di stanziamenti
supplementari
¾ Valutare l’eventualità di introdurre misure
d’emergenza
Confederazione
Cantoni
Confederazione
Cantoni
¾ Valutare la necessità di aiuti internazionali Confederazione
¾ Garantire l’assistenza dei malati
Cantoni
Ospedali
SSC
Monitoraggio e
valutazione
Come nella fase 4.3, e in aggiunta:
¾ Introduzione della segnalazione giornaliera UFSP
dei nuovi casi di malattia (obbligo di
segnalazione esteso)
Prevenzione e
contenimento
¾ Attuazione delle misure per ridurre al
minimo la morbilità e la mortalità,
utilizzazione del sistema IIS
(«Informazione e impiego nel servizio
sanitario»)
¾ Attuazione di misure per contenere la
trasmissione interumana nelle zone di
sorveglianza:
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Cantoni
Ospedali
Medici
Servizi sanitari
Personale di cura
Confederazione
Cantoni
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 51 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
− misure di protezione personali
− limitazione dei contatti sociali (chiusura
di scuole, divieto di organizzare
manifestazioni)
Antivirali/vaccino
Come nella fase 5.2
Vaccini
Come nella fase 4.3
Sistema sanitario
Come nelle fasi 4 e 5.2
Comunicazione
Come nella fase 4.1, e in aggiunta:
¾ Insistere sui comportamenti adeguati
¾ Tono della comunicazione: passaggio dal
tono appellativo a quello prescrittivo
¾ Preparazione alla fase 6
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Confederazione
Cantoni
Stato maggiore
speciale pandemia
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 52 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
6
La trasmissione dell’influenza pandemica
nella popolazione è diffusa e prolungata.
Obiettivi dell’OMS
Competenze
Ridurre al minimo i danni della pandemia e garantire il
funzionamento del sistema sanitario e delle attività
statali.
6.1
Trasmissione interumana duratura di un virus
pandemico su scala mondiale, ma non
ancora in Svizzera.
Strategie della
Svizzera
Compiere tutti gli sforzi possibili per rallentare la
propagazione della pandemia e per guadagnare tempo
nell’attuazione delle contromisure.
Pianificazione e
coordinamento
¾ Dichiarazione del Consiglio federale
Monitoraggio e
valutazione
Come nella fase 5, e in aggiunta:
¾ Aggiornamento costante della situazione
Consiglio federale
Confederazione
UFSP
CSCF
Prevenzione e
contenimento
Come nella fase 5
Antivirali/vaccino
¾ Monitoraggio della situazione complessiva UFSP (UFAE)
in Svizzera (disponibilità del vaccino e di
antivirali e raccomandazioni per un uso
ottimale)
¾ Stima del successo dei programmi di
vaccinazione e di trattamento svolti dai
Paesi toccati (incluse la sicurezza,
l’efficacia e le resistenze)
Sistema sanitario
Cantoni
UFSP
Swissmedic
Ospedali
¾ Mobilitazione di tutti i partner a tutti i livelli
del sistema sanitario
¾ Definizione di caso, protocolli e algoritmi
per la ricerca e la gestione dei casi
¾ Controllo dell’infezione in base alle
disposizioni dell’OMS, aggiornamento
costante delle direttive
UFSP
Cantoni
Ospedali
UFSP
Cantoni
Gruppo di lavoro
Influenza
Centro nazionale
Influenza
¾ Mantenimento della disponibilità del
personale medico a individuare nuovi
malati e nuovi focolai del virus
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 53 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Comunicazione
Misure
Competenze
− Comunicazione obiettiva, chiara e
regolare, centrata sui comportamenti da
adottare (misure di protezione)
Tono della comunicazione: prescrittivo
− (Per i dettagli si veda il capitolo
Comunicazione nella parte III)
6.2
Confederazione
Cantoni
Stato maggiore
speciale pandemia
Trasmissione interumana duratura di un virus
pandemico su scala mondiale, Svizzera
inclusa.
Strategie della
Svizzera
Contenere il più possibile le conseguenze sanitarie e
sociali della pandemia
Pianificazione e
coordinamento
¾ Accesso alle risorse nazionali, inclusi gli
antivirali e il vaccino pandemico (non
appena disponibile)
¾ Direzione e sostegno delle autorità
cantonali e comunali nella realizzazione e
nella valutazione delle misure previste
¾ Coordinamento delle misure
Consiglio federale
UFSP
UFAE
Cantoni
Farmacia
dell’esercito
DFI
CSCF
Confederazione
Cantoni
Comuni
¾ Valutare l’opportunità di introdurre misure Confederazione
Cantoni
d’emergenza
Monitoraggio e
valutazione
¾ Monitoraggio della morbilità e della
mortalità
¾ Sospensione dell’obbligo di segnalazione
per i medici e della gestione dei contatti
(limitazione della sorveglianza sentinella)
UFSP
Ufficio federale di
statistica (UST)
Cantoni
Informazione e
impiego nel
servizio sanitario
(IIS)
UFSP
Cantoni
¾ Monitoraggio delle caratteristiche
Cantoni
epidemiologiche, virologiche e cliniche e
UFSP
della diffusione geografica in base al luogo Centro nazionale
della prima manifestazione/ individuazione Influenza
(modello di previsione, decorso)
¾ Valutazione dell’efficacia delle misure
applicate
Prevenzione e
contenimento
Confederazione
Cantoni
¾ Misure per ridurre al minimo la morbilità e Cantoni
la mortalità
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Ospedali
ecc.
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 54 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Misure per contenere la trasmissione
Cantoni
Ospedali
interumana:
− limitazione dei contatti sociali (social
distancing)
− promozione delle misure di protezione
personali (igiene, mascherine, ecc.)
− attuazione dei piani pandemici negli
ospedali
Antivirali/vaccino
Antivirali
¾ Terapia per i malati
¾ Profilassi per il personale medico e
infermieristico esposto
Cantoni
Ospedali
UFSP
Cantoni
Ospedali
ecc.
Vaccino
Campagna di vaccinazione non appena è
disponibile il vaccino, secondo l’elenco delle
priorità
UFSP
Cantoni
¾ Profilassi in base all’elenco delle priorità, ai UFSP
nuovi dati (efficacia, sicurezza, resistenze)
e alle direttive dell’OMS
Sistema sanitario
¾ Entrata in vigore completa del piano
pandemico a livello nazionale, inclusi i
piani specifici alle aziende
Cantoni
Ospedali
Consiglio federale
UFSP
Cantoni
¾ Monitoraggio del sistema sanitario:
UFSP
assenze dal posto di lavoro, gruppi a
Cantoni
rischio, disponibilità di personale sanitario Ospedali
e di altre categorie professionali essenziali SSC
(ricorso a forza lavoro supplementare,
anche volontarie), disponibilità di materiale
medico, di farmaci e letti d'ospedale,
capacità dei cimiteri ecc.
¾ Garantire un sistema di assistenza per i
collaboratori di tutti i servizi sanitari
¾ Assistenza sociale e psicologica per il
personale sanitario, per i soggetti e i
Comuni coinvolti
¾ Rilevazione di dati sull’efficacia e la
Cantoni
Ospedali
Comuni
Cantoni
sicurezza degli interventi medici e
comunicazione dei risultati alla comunità
internazionale
Comunicazione
Come nella fase 6.1
(Per i dettagli si veda il capitolo
Comunicazione nella parte III)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 55 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Verificare l’esigenza di risorse
Confederazione
Cantoni
Ospedali
Tra
un’ondata e
l’altra
Pianificazione e
coordinamento
supplementari per affrontare l'ondata
successiva
¾ Comunicazione della sospensione
Consiglio federale
provvisoria delle misure/dello stato
d'emergenza
¾ Sostegno al ripristino dei servizi
essenziali e al recupero dei collaboratori
Cantoni
Ospedali
¾ Trattamento delle conseguenze psichiche Cantoni
¾ Riconoscimento della collaborazione di
Consiglio federale
tutti, e in particolare della popolazione,
nella lotta alla pandemia
¾ Valutare la possibilità di prestare aiuto ad
Consiglio federale
altri Paesi
¾ Revisione del Piano pandemico nazionale
Monitoraggio e
valutazione
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
¾ Stima delle risorse necessarie per possibili Confederazione
Cantoni
ondate successive
¾ Individuazione dei metodi di monitoraggio UFSP
e controllo più efficaci per possibili ondate Gruppo di lavoro
successive
Influenza
¾ Rapporto all’attenzione di partner
UFSP
internazionali sulla situazione aggiornata e
sulle esperienze maturate
¾ Aumento del grado d’allerta per
individuare l’inizio di una nuova ondata
Prevenzione e
contenimento
Verifica dell’efficacia delle misure
Aziende
Gruppo di lavoro
Influenza
¾ Adeguamento di direttive, protocolli e
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
algoritmi alle ultime conoscenze
Antivirali/vaccino
UFSP
Cantoni
Centro nazionale
Influenza
Ospedali
¾ Valutazione dell’efficacia e della sicurezza
degli antivirali nonché delle resistenze
¾ Eventuale aggiornamento delle
raccomandazioni
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UFSP
Swissmedic
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 56 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Verifica della disponibilità di vaccino e di
UFSP
UFAE
antivirali per una o più ondate successive
¾ Eventuale lancio di una campagna di
vaccinazione
¾ Proseguimento del programma di
vaccinazione per l'influenza pandemica in
base all’elenco delle priorità e alla
disponibilità del vaccino
Sistema sanitario
Medici cantonali
Centri di
vaccinazione
designati
Medici
¾ Garantire fasi di recupero per i
Ospedali
collaboratori dopo periodi di intenso lavoro Cantoni
¾ Sostegno alla messa a punto dei servizi
essenziali
Ospedali
Cantoni
Confederazione
¾ Rinnovo delle scorte di farmaci e materiale Ospedali
Cantoni
Confederazione
¾ Adeguamento di definizioni di caso,
protocolli e algoritmi
¾ Revisione e adeguamento della
pianificazione in vista di nuove ondate
Comunicazione
UFSP
Cantoni
Gruppo di lavoro
Influenza
UFSP
Cantoni
Gruppo di lavoro
Influenza
Come nella fase 6, e in aggiunta:
Confederazione
Cantoni
per la preparazione all'ondata successiva, Stato maggiore
misure di protezione, gestione dei contatti, speciale pandemia
approvvigionamento di farmaci, uso del
vaccino
¾ Situazione aggiornata, raccomandazioni
¾ Valutazione delle attività di comunicazione Confederazione
Cantoni
durante la pandemia
¾ Normalizzazione delle attività quotidiane,
copertura delle lacune
¾ Motivazione e incoraggiamento della
popolazione a riprendere la vita di tutti i
giorni
¾ Ringraziamento alla popolazione per la
prudenza e il senso di responsabilità
dimostrati
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Confederazione
Cantoni
Confederazione
Cantoni
Confederazione
Cantoni
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 57 di 251
Fasi e
scenari per
la Svizzera
Misure
Competenze
¾ Comunicazione della sospensione delle
Consiglio federale
Fine della
pandemia
Pianificazione e
coordinamento
misure/dello stato d'emergenza
¾ Sostegno al ripristino dei servizi essenziali Cantoni
e al recupero dei collaboratori
¾ Trattamento delle conseguenze psichiche Ospedali
Medici
Cantoni
Comuni
¾ Riconoscimento della collaborazione di
Consiglio federale
tutti i gruppi della popolazione nella lotta
alla pandemia
¾ Valutare la possibilità di fornire aiuto ad
Consiglio federale
altri Paesi
¾ Revisione del Piano pandemico nazionale
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
¾ Redazione di un rapporto finale ai sensi
Confederazione
Cantoni
della OPI
Monitoraggio e
valutazione
¾ Monitoraggio di routine
UFSP
¾ Insegnamenti tratti e miglioramento del
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
sistema
¾ Rapporto all’attenzione dei partner
UFSP
internazionali
Prevenzione e
contenimento
¾ Valutazione dell’efficacia delle misure
adottate
UFSP
Gruppo di lavoro
Influenza
¾ Adeguamento di direttive, protocolli e
Antivirali/vaccino
UFSP
Gruppo di lavoro
algoritmi alle ultime conoscenze e
Influenza
esperienze
¾ Valutazione dell’efficacia e della sicurezza UFSP
Gruppo di lavoro
degli antivirali nonché delle resistenze
Influenza
Centro nazionale
Influenza
Swissmedic
UFSP
¾ Eventuale aggiornamento delle
raccomandazioni
¾ Integrazione del virus pandemico nel
vaccino stagionale
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OMS
Centro nazionale
Influenza
Produttori dei
vaccini
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 58 di 251
Sistema sanitario
¾ Garantire fasi di recupero per i
Ospedali
collaboratori dopo periodi di intenso lavoro Cantoni
¾ Sostegno al ripristino dei servizi essenziali Confederazione
Cantoni
¾ Rinnovo delle scorte di farmaci e materiale Ospedali
Cantoni
Confederazione
¾ Adeguamento di definizioni di caso,
protocolli e algoritmi
¾ Proseguimento del programma di
vaccinazione per l'influenza pandemica a
seconda della disponibilità del vaccino
Comunicazione
¾ Strategia di comunicazione: informazione
capillare per rassicurare, ritorno alla
normalità
(Per i dettagli, si veda il capitolo
Comunicazione nella parte III)
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UFSP
Cantoni
Ospedali
UFSP
Cantoni
Confederazione
Cantoni
Stato maggiore
speciale pandemia
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Piano pandemico svizzero 2006
Parte III: Temi
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 60 di 251
Indice della parte III
1
Introduzione...................................................................................................................................62
2
Periodi e fasi pandemiche secondo l’OMS e scenari per la Svizzera............................................63
3
Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemia..........................................................68
4
Sorveglianza ..................................................................................................................................74
4.1
Gestione dei contatti .....................................................................................................................85
5
Misure di sanità pubblica...............................................................................................................95
5.1
Raccomanadazioni per gli ospedali e le strutture socio-sanitarie ..................................................95
5.2
Misure di profilassi personale......................................................................................................100
5.3
Mascherine di protezione respiratoria .........................................................................................105
5.4
Social distancing..........................................................................................................................111
5.5
Gestione dei casi sospetti ..........................................................................................................120
5.5.1 Gestione dei casi sospetti nella fase 3........................................................................................120
5.5.2 Gestione dei casi sospetti nella fase 6........................................................................................131
5.6
Misure negli aeroporti .................................................................................................................139
6
Farmaci antivirali..........................................................................................................................176
7
Vaccini .........................................................................................................................................193
8
Pandemia e aziende ....................................................................................................................206
9
Comunicazione ............................................................................................................................231
10
Questioni etiche ..........................................................................................................................243
11
Abbreviazioni ...............................................................................................................................248
12
Glossario......................................................................................................................................250
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 61 di 251
1 Introduzione
La parte III del Piano pandemico svizzero 2006 presenta in modo più dettagliato le tematiche e le
misure per lottare contro una pandemia. Qui di seguito sono riportate alcune ipotesi di ordine generale
applicabili a tutti i settori.
Gli obiettivi delle misure descritte per ciascuna fase corrispondono agli obiettivi generali formulati
negli scenari (Parte II del Piano pandemico svizzero 2006). Si tratta in particolare di impedire
l’introduzione di un virus nella popolazione animale in Svizzera, impedire la trasmissione all’uomo (fase
3), eradicare un nuovo sottotipo di virus influenzale che presenta un potenziale pandemico o impedire
la propagazione del virus (fase 4), contenere e ritardare la propagazione (fase 5) e, infine, ridurre i
danni causati da una pandemia (fase 6).
Alcuni capitoli descrivono raccomandazioni o misure concrete, altri indicano le tappe che possono o
devono essere seguite dai gruppi di interesse nelle fasi successive della pianificazione.
Per maggiore chiarezza, è stato ripreso il capitolo «Periodi pandemici e fasi secondo l’OMS, possibili
scenari per la Svizzera» della Parte I del presente piano.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 62 di 251
2 Periodi e fasi pandemiche secondo l'OMS e scenari per la Svizzera
Nel suo Piano di preparazione a una pandemia influenzale (WHO global Influenza preparedness plan,
5/2005), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce tre periodi pandemici articolati in sei
fasi:
− il periodo interpandemico (fasi 1 e 2);
− il periodo di allerta pandemico (fasi 3, 4, 5);
− il periodo pandemico (fase 6).
Le fasi da 1 a 6 contemplano la procedura da seguire dall’individuazione di un nuovo sottotipo di virus
influenzale negli animali fino alla diffusione della malattia nell’essere umano su scala mondiale.
La rispettiva fase è dichiarata dall’OMS non appena è accertata l’esistenza dei criteri corrispondenti.
Con la dichiarazione della fase pandemica ci si attende che gli Stati membri dell’OMS attivino le
necessarie contromisure a livello nazionale.
Una volta dichiarata, una fase vale per ogni Paese, indipendentemente dal fatto che l’infezione sia
presente o meno sul suo territorio e dalla sua gravità. Per tenere conto delle diverse situazioni nella
pianificazione e nell’attuazione delle misure appropriate, l'OMS ha raccomandato agli Stati membri di
adeguare le fasi alle contingenze nazionali e di suddividerle in vari scenari. La Svizzera ha suddiviso le
fasi 3, 4 e 5 in tre scenari ciascuna e la fase 6 in due scenari. Si tratta di scenari che in base alle
conoscenze attuali e alle rispettive previsioni internazionalmente riconosciute risultano plausibili, ma
che non si concretizzeranno necessariamente. È ipotizzabile che nella fase 4 la Svizzera si situi nello
scenario 4.1 e che, a seconda degli sviluppi nazionali e internazionali, si ritrovi direttamente nello
scenario 5.3, in quanto il passaggio da una fase all’altra può avvenire in modo rapido e flessibile.
Se, con il passare del tempo, le nuove conoscenze richiederanno una modifica delle previsioni, non è
da escludere che anche gli scenari cambieranno di conseguenza.
La ripartizione dei periodi, delle fasi e degli scenari della pandemia, illustrata nelle prossime pagine,
costituisce la base della Parte II del Piano pandemico svizzero 2006, in cui sono descritte le misure di
preparazione e di lotta ed elencati i servizi competenti.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 63 di 251
Periodo interpandemico
Fase 1
Descrizione: nessun nuovo sottotipo di virus influenzale nell’uomo su scala mondiale.
Obiettivo: aggiornare periodicamente i piani e la preparazione a una pandemia influenzale a livello
mondiale, nazionale e regionale, in base alle ultime conoscenze acquisite.
Strategia: in questa situazione è prioritario promuovere le vaccinazioni stagionali contro l'influenza tra
i gruppi a rischio e il personale medico.
Scenari per la Svizzera: nella fase 1 non sono previsti scenari speciali.
Fase 2
Descrizione: come nella fase 1. Tuttavia, un nuovo sottotipo di virus influenzale circolante negli
animali rappresenta un rischio sostanziale di malattia per l’essere umano.
Obiettivo: ridurre al minimo il rischio di trasmissione all’uomo, individuare e segnalare
immediatamente eventuali contagi.
Strategia: come nella fase 1, con due priorità supplementari: impedire che il nuovo sottotipo di virus
influenzale (p. es. H5N1) si introduca tra la popolazione animale a rischio ed evitare che le persone
esposte, p. es. personale impegnato nella lotta alle epizoozie, siano contagiate.
Scenari per la Svizzera: nella fase 2 non sono previsti scenari speciali.
Periodo di allerta pandemico
Fase 3
Descrizione: casi isolati d'infezione nell’uomo dovuti a un nuovo sottotipo di virus influenzale. La
malattia non si trasmette da uomo a uomo. Tutt’al più può verificarsi qualche raro caso di contagio tra
persone che vivono o lavorano a stretto contatto con gli animali i (per es. volatili malati).
Obiettivo: caratterizzare rapidamente il nuovo sottotipo di virus influenzale, riconoscere e segnalare
tempestivamente eventuali altri casi di infezione nell’uomo e adottare senza indugio le misure
adeguate.
Strategia: se non è possibile evitare che il nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1)
s’introduca nelle popolazioni animali, è necessario eliminarlo in modo da evitare che le persone
esposte si ammalino. Gli eventuali casi di malattia nell’uomo devono essere individuati il più presto
possibile. In simili circostanze, occorre gestire adeguatamente i contatti tra le persone. In vista del
passaggio alle fasi successive, bisogna mettere a punto una strategia per l’approvvigionamento di
farmaci e vaccini antivirali e accertarsi che sia realmente attuata.
i
Benché fino alla metà del 2006 siano stati infettati solo i volatili, in questo documento si parla di «animali» come possibile
fonte diinfezione, in quanto il Piano pandemico 2006 è valido a prescindere dall’animale responsabile della trasmissione del
virus.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 64 di 251
Scenari per la Svizzera:
Scenario 3.1: i casi d'infezione nell’uomo restano circoscritti al Paese d'origine, mentre negli animali
la malattia si diffonde ad altri continenti (come nel caso della febbre aviaria alla fine del 2005).
Possibili conseguenze: il rischio dell’introduzione del virus attraverso gli animali aumenta.
L’importazione e il consumo di prodotti animali (p. es. carne di pollo nel caso dell'H5N1) possono
diffondere l’infezione.
Obiettivo: evitare di introdurre il nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) nelle popolazioni
animali in Svizzera.
Scenario 3.2: in Svizzera - o nei Paesi confinanti - è rinvenuto un nuovo sottotipo di virus influenzale
(p. es. H5N1) in animali malati o morti (come nel caso della febbre aviaria all'inizio del 2006).
Possibili conseguenze: le conseguenze possono essere molto diverse, a seconda che siano
contaminati animali da reddito o animali selvatici. Le esportazioni e gli scambi commerciali in genere
sono a rischio. L'eco mediatica a livello nazionale e internazionale è notevole e la popolazione è
preoccupata.
Obiettivo: contenere la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) tra gli animali
ed evitare che l’infezione si trasmetta all'uomo.
Scenario 3.3: in Svizzera si rileva un caso di infezione nell’uomo dovuta al nuovo sottotipo di virus
influenzale (p. es. H5N1).
Possibili conseguenze: nel singolo caso, il Cantone competente deve mettere in atto le contromisure
necessarie (diagnosi, isolamento, prevenzione). L'eco mediatica a livello nazionale e internazionale è
notevole e l’allarme tra la popolazione cresce.
Obiettivo: evitare infezioni secondarie tra i malati. Proteggere dal contagio le persone a contatto con i
malati e in particolare il personale medico.
Periodo di allerta pandemico
Fase 4
Descrizione: piccolo numero di focolai virali e primi casi di trasmissione interumana. La diffusione è
chiaramente localizzata e fa supporre che il virus non si sia ancora ben adattato all’uomo.
Obiettivo: contenere o per lo meno ritardare la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p.
es. H5N1) per guadagnare tempo al fine di mettere in atto le misure di preparazione e sviluppare il
vaccino.
Strategia: bisogna evitare prima di tutto l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es.
H5N1) attraverso persone e animali. Se ciò non è possibile, occorre tentare di interrompere la catena
di trasmissione da animale a uomo e da uomo a uomo.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 65 di 251
Scenari per la Svizzera:
Scenario 4.1: primo focolaio del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione
interumana fuori dalla Svizzera.
Possibili conseguenze: limitazione del traffico di confine, p. es. dei voli in provenienza dalle regioni
colpite. Lo svolgimento di manifestazioni internazionali è compromesso (p. es. SARS) e i rientri di
Svizzeri residenti all'estero aumentano.
Obiettivo: evitare l’introduzione dell’infezione. Individuare rapidamente eventuali malati giunti in
Svizzera per evitare o rallentare la diffusione del virus.
Scenario 4.2: focolaio/focolai del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione
interumana fuori dal Paese o dal Continente d’origine, ma non in Svizzera.
Possibili conseguenze: notevole perturbazione dei viaggi da e verso i Paesi colpiti e del traffico
internazionale.
Obiettivo: evitare l’introduzione dell’infezione. Individuare rapidamente eventuali malati giunti nel
Paese, e attuare gli sforzi necessari per impedire la diffusione dell'infezione alla Svizzera; contenere
un’ulteriore diffusione del virus causata dall’ingresso di persone malate sul territorio nazionale.
Scenario 4.3: focolaio del nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. H5N1) con trasmissione
interumana in Svizzera.
Possibili conseguenze: situazione d’emergenza. I controlli dei cittadini in entrata e in uscita
(analogamente a quanto avvenuto in occasione della crisi di SARS) possono condizionare il traffico alle
frontiere e agli aeroporti. Il personale medico è fortemente sollecitato e temporaneamente oberato.
L’infezione può colpire duramente anche settori non medici, come l'economia, la diplomazia, la
sicurezza.
Obiettivo: compiere tutti gli sforzi possibili per guadagnare tempo e rallentare l’insorgere di una
pandemia.
Periodo di allerta pandemico
Fase 5
Descrizione: focolai epidemici in aumento, ma ancora localizzabili. Il virus migliora il suo adattamento
all'uomo, anche se non è ancora pienamente trasmissibile.
Obiettivo: contenere o ritardare con tutte le forze la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale
(p. es. H5N1) per evitare la pandemia e guadagnare tempo nell’attuazione delle contromisure.
Strategia: come nella fase 4.
Scenari per la Svizzera: gli scenari 5.1, 5.2, 5.3 equivalgono agli scenari della fase 4 (4.1, 4.2, 4.3).
Ad essi si aggiunge il fatto che si tratta di focolai più diffusi e che la probabilità di trasmissione
interumana aumenta.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 66 di 251
Periodo pandemico
Fase 6
Descrizione: trasmissione diffusa e prolungata del nuovo sottotipo di virus influenzale che si è
trasformato in virus pandemico.
Obiettivo: ridurre al minimo le conseguenze della pandemia.
Strategia: garantire per quanto possibile il normale funzionamento delle attività sociali ed
economiche.
Scenari per la Svizzera: la strategia precisa e la dimensione delle misure necessarie per gli scenari
della fase 6 saranno stabilite in funzione della letalità del virus pandemico.
Scenario 6.1: trasmissione interumana duratura di un virus pandemico su scala mondiale, ma non
ancora in Svizzera.
Possibili conseguenze: come negli scenari 4.1/4.2 e 5.1/5.2. Urgente richiesta di un vaccino
pandemico.
Obiettivo: compiere tutti gli sforzi possibili per rallentare la propagazione della pandemia e per
guadagnare tempo nell’attuazione delle contromisure.
Scenario 6.2: trasmissione interumana duratura di un virus pandemico su scala mondiale, Svizzera
inclusa.
Possibili conseguenze: il sistema sanitario è nettamente più sollecitato rispetto alle epidemie di
influenza stagionale, con il rischio di sovraccarico. Non solo il sistema sanitario ma tutti i settori vitali e
sociali sono fortemente colpiti. Questa situazione di crisi può creare disordini, favorire la diffusione di
mercati sommersi e di atti di violenza.
Obiettivo: unire gli sforzi per contenere al massimo le conseguenze sanitarie ed economiche della
pandemia e garantire il funzionamento dei sistemi sanitari e delle strutture sociali ed economiche
d’importanza vitale.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 67 di 251
3 Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemia
Per facilitare la preparazione a una situazione di pandemia, nel dicembre del 2005 l'UFSP ha distribuito
ai Cantoni il documento Excel Planungsgrundlage Influenza-Pandemie Kantone / Base de
planification pour les cantons en vue d’une pandémie de grippe (base di pianificazione per i
Cantoni in vista di una pandemia influenzale), uno strumento che consente di calcolare su base
unitaria il numero dei pazienti, delle ospedalizzazioni e dei decessi per ogni Cantone (o in riferimento a
un’altra popolazione di base). Accanto a questo modello statico di pianificazione, l’UFSP sta
sviluppando in collaborazione con partner esterni un modello dinamico, il quale, una volta individuate
le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche del virus pandemico, permetterà di rappresentare
l’evoluzione e le ripercussioni di una pandemia.
Fonti utilizzate
I dati numerici necessari per la preparazione a una pandemia sono reperibili in vari piani pandemici
nazionali nonché nel piano della Commissione europea. Su Internet si trovano inoltre diversi modelli
statici di pianificazione, come ad esempio il FluAid Model (Meltzer, 1999) dei Centers for Disease
Control (CDC) statunitensi. In questo modello è possibile inserire liberamente dei parametri relativi alla
popolazione di base oppure impiegare parametri standard. Il calcolo è effettuato automaticamente e,
senza un’indicazione completa dei parametri utilizzati, risulta incomprensibile ai non addetti ai lavori.
Inoltre, il modello non mostra l’evoluzione dell'ondata di pandemia. Tuttavia, in ogni pianificazione
preventiva la grandezza dei parametri riveste un ruolo decisivo. Le ipotesi devono basarsi sulle
esperienze e sulle conoscenze acquisite in relazione a pandemie precedenti, in modo da consentire,
attraverso la trasposizione dei dati nella situazione attuale, di definire un quadro realistico delle
caratteristiche di una possibile pandemia influenzale.
Base di pianificazione per i Cantoni in vista di una pandemia influenzale
Il calcolo rappresenta il cosiddetto scenario do-nothing, ovvero viene ipotizzato uno scenario senza
interventi (senza farmaci antivirali, vaccinazioni o provvedimenti di sanità pubblica quali la chiusura
delle scuole).
I dati numerici relativi ai letti d’ospedale e ai posti di terapia intensiva nei Cantoni rappresentano inoltre
uno scenario di fabbisogno, indipendentemente dalle capacità disponibili.
Solo dal momento in cui il virus pandemico si diffonde, e nel migliore dei casi entro alcune settimane,
è possibile fornire indicazioni sul tipo e sulle caratteristiche del virus come pure sul tasso d’attacco
della malattia fra la popolazione e sulla sua letalità. Tali parametri possono poi essere integrati in
modelli predittivi. Fino a quel momento, tuttavia, per la pianificazione è necessario basarsi sui valori
empirici relativi a pandemie precedenti. I parametri utilizzati qui di seguito presentano pertanto un
certo margine d’incertezza, anche se corrispondono comunque a uno scenario worst-case (ovvero
riferito al peggiore dei casi) realisticamente ipotizzabile. Si è volutamente rinunciato a definire un
campo con valori minimi e massimi e a elaborare uno scenario worst-case apocalittico. Ai fini della
pianificazione è infatti più sensato effettuare i calcoli in base a valori realistici e altamente probabili.
I parametri del modello (cfr. tabella 1) sono stimati in base alle seguenti ipotesi:
Tasso d’attacco (incidenza cumulativa, attack rate)
L’OMS calcola che, durante le epidemie stagionali d'influenza, dal 2 al 5 per cento della popolazione è
colpito da infezioni delle vie respiratorie superiori. Una parte della popolazione presenta inoltre
un’infezione subclinica. Queste persone sviluppano degli anticorpi contro la malattia e, sebbene il
rischio sia basso, possono contagiare i soggetti predisposti, senza tuttavia contrarre esse stesse la
malattia. Ciò è accaduto anche nel corso di pandemie precedenti. Durante le tre ondate della
pandemia del 1918/19, in Svizzera si è ammalato complessivamente circa un quarto della popolazione.
L’esperienza dimostra che i casi di malattia all’interno di una popolazione possono essere distribuiti in
modo molto disomogeneo in base alla classe d'età, alla presenza di malattie preesistenti e alla
frequenza dei contatti con altre persone. Il tasso d’attacco tra i bambini in età scolare può ad esempio
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 68 di 251
essere doppio rispetto a quello registrato nel resto della popolazione. Nel piano pandemico della
Commissione europea viene considerato, ai fini della pianificazione, un tasso d’attacco complessivo
del 30 per cento, mentre la Health Protection Agency britannica ipotizza un 25 per cento.
Anche il piano pandemico dell'UFSP si fonda su un tasso d'attacco tra la popolazione pari al 25 per
cento, che corrisponde a circa due milioni di residenti in Svizzera.
Ospedalizzazioni
Nel periodo 1996–2005, in Svizzera, dallo 0,4 allo 0,8 per cento delle persone colpite dalla «normale»
influenza stagionale è stato ricoverato in ospedale. Tra i pazienti con più di 65 anni, il tasso di
ospedalizzazione ha raggiunto livelli compresi tra l'1,8 e il 4,8 per cento. La distribuzione dei casi gravi
tra le classi d’età, tipica delle epidemie di influenza stagionali, può tuttavia variare fortemente durante
le pandemie influenzali. Durante le pandemie «lievi» del 1957 e del 1968 è stato ospedalizzato,
nell’arco di un anno, circa l'1 per cento delle persone ammalate. Tuttavia, alla luce delle condizioni di
salute, il ricovero in ospedale sarebbe stato necessario anche per altri pazienti. Sebbene non siano
disponibili dati precisi sulle ospedalizzazioni durante la pandemia del 1918/19, dall’elevato tasso di
mortalità si può dedurre che il tasso di ospedalizzazione sia stato molto superiore all’1 per cento del
totale degli ammalati.
Nel piano pandemico dell’Unione europea viene considerato, ai fini della pianificazione, un tasso di
ospedalizzazione dell'1 per cento, mentre l’OMS calcola per i Paesi ad alto reddito (high-income
countries) un tasso di ospedalizzazione tra la popolazione ammalata compreso fra lo 0,64 e il 2,2 per
cento. Singoli Paesi prevedono invece tassi più elevati (cfr. tabella 1). L’efficacia degli interventi medici
e di sanità pubblica adottati non potrà essere valutata finché l'ondata di pandemia non arriverà in
Svizzera. È possibile, ad esempio, che siano state sviluppate delle resistenze diffuse contro i farmaci
antivirali. Per tale ragione, in mancanza di interventi efficaci, per il suo scenario di fabbisogno l’UFSP
ritiene adeguato un tasso di ospedalizzazione pari al 2,5 per cento di tutte le persone ammalate,
calcolato in relazione al numero stimato degli ammalati e dei decessi (cfr. più in basso).
L'UFSP raccomanda pertanto ai Cantoni, come pianificazione minima, di prepararsi a un tasso di
ospedalizzazione pari all’1 per cento di tutte le persone ammalate (nell'arco di tre mesi), e ciò in
presenza di un tasso d’attacco del 25 per cento (in uno scenario worst-case).
Al contempo, i Cantoni dovrebbero tenere pronti degli appositi piani che, in caso di escalation della
pandemia, indichino come gestire un tasso di ospedalizzazione pari al 2,5 per cento di tutte le
persone ammalate nel caso in cui si sviluppasse una pandemia con un virus «aggressivo» o qualora
determinati interventi medici dovessero rivelarsi insufficienti.
Pazienti in terapia intensiva
La Commissione europea e i CDC statunitensi partono dal presupposto che il 15 per cento delle
persone ospedalizzate sarà colpito dall'influenza in modo talmente forte da rendere necessaria una
terapia intensiva. Non si dispone pressoché di alcun dato sul fabbisogno di cure intensive durante le
passate pandemie. Tuttavia, può essere utile stimarne l’ordine di grandezza in base al numero dei
decessi e dei fatti medici legati all'influenza. Anche l’UFSP presuppone un 15 per cento di ammalati
bisognosi di una terapia intensiva.
Letalità (case fatality ratio)
Nel piano pandemico della Commissione europea, come pure in quello dei National Health Services
britannici, si indica una letalità compresa tra lo 0,37 e il 2,5 per cento di tutte le persone ammalate. Ai
fini della pianificazione, viene considerata come base la letalità effettiva dello 0,37 per cento registrata
durante l’influenza del 1957.
In Svizzera, la letalità dell’influenza stagionale è compresa tra lo 0,3 e l'1 per cento (in anni
eccezionali). L'UFSP propone pertanto di ipotizzare, ai fini della pianificazione, una letalità complessiva
pari allo 0,4 per cento delle persone ammalate, un tasso leggermente superiore a quello che si
registra nel nostro Paese in seguito all'influenza stagionale.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 69 di 251
Durata della pandemia
In base alle esperienze effettuate durante le precedenti pandemie, occorre prevedere diverse ondate
influenzali. Ciò è dovuto alle mutazioni permanenti nel genoma dei virus dell'influenza, che danno
origine a varianti leggermente modificate. L'entità e la durata delle ondate successive sono influenzate
dal tasso di infezione durante la prima ondata, dalle caratteristiche del virus e dagli interventi effettuati
(terapia, vaccinazione, distanziamento sociale ecc.).
Le ondate successive non vengono considerate. Si presuppone un’ondata della durata di 12
settimane, durante la quale si ammala al massimo il 25 per cento della popolazione.
Distribuzione dei casi
Nel modello qui utilizzato viene rappresentata anche la distribuzione settimanale dei dati numerici
durante le 12 settimane di durata ipotizzate. Le informazioni sono tratte dal piano pandemico francese
elaborato dall’Institut de veille sanitarie. A tale proposito va osservato che non tutte le persone colpite
dall'influenza si ammaleranno nello stesso momento. All'inizio e alla fine della pandemia, ad esempio,
i casi di malattia saranno pochi. Con un tasso d'attacco complessivo del 25 per cento e una durata
della malattia pari a 7 giorni, il picco dei casi d'influenza verrebbe raggiunto nella quinta settimana,
quando si ammalerebbe contemporaneamente circa il 6 per cento della popolazione.
Nota: il tasso di assenteismo dal lavoro sarà tuttavia più alto dei tassi d'attacco settimanali. Questo
perché, da un lato, la convalescenza può durare anche molti giorni e, dall’altro, una parte della
popolazione attiva resterà a casa a causa della chiusura delle scuole, dell'annullamento di
manifestazioni e di interruzioni delle attività aziendali, come pure per curare e accudire familiari malati.
Durante la settimana caratterizzata dal picco dell’influenza, il tasso di assenteismo dal lavoro può
pertanto superare il 10 per cento. Anche per le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva si
suppone una durata media di 7 giorni.
Prospettive
L’UFSP sviluppa inoltre, in collaborazione con partner esterni, un modello dinamico che consente di
rappresentare con maggiore precisione l’evoluzione della pandemia e gli effetti degli interventi. A tal
fine possono essere impiegati i parametri provvisori (basati su osservazioni relative a pandemie
precedenti), ma, per la preparazione alla fase 3 prevista dall’OMS, è preferibile fondarsi su calcoli
semplici e trasparenti.
Non appena saranno note le caratteristiche del nuovo virus pandemico (ad es. periodo d’incubazione,
tasso d’attacco, letalità, distribuzione tra le classi d’età ed effetto su persone con malattie
preesistenti), sulla base di tale modello si potranno determinare i dati numerici necessari per la
pianificazione del fabbisogno.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 70 di 251
Tabella 1: Panoramica dei valori attesi (ultimo aggiornamento: giugno 2006)
Morbilità,
Tasso di
Tasso di cure
Letalità
tasso d’attacco ospedalizza-zione
intensive
(case fatality
(attack rate)
Æ % di
(ICU-rate)
ratio)
Æ % di ammalati
ospedalizzazioni/ Æ % di persone Æ % di decessi/
tra la popolazione,
ammalati
bisognose di
ammalati
tasso cumulativo
cure intensive/
ospedalizzazioni
Mortalità
(death rate)
Æ numero di
decessi/
100'000 abitanti
Dati osservati:
Influenza stagionale
(Dati CH Sentinella)
Pandemia 1968
Pandemia 1957
Pandemia 1918/19
2-5% (CH)
11-49%
(USA, a seconda
della classe d’età)
10-42%
(USA, a seconda
della classe d’età)
fino al 25% (CH,
durante 3 ondate)
0.4 – 0.8%
(CH in totale)
1.8 – 4.8% (CH,
>65enni)
0,58%
~0.3% (CH)
0,15% (nel mondo,
con una morbilità
del 20%)
0,37% (nel mondo,
con una morbilità
del 20%)
3,6%
0,94%
nessun dato
6-14 (CH)
5-18 (USA)
50 – 58 (CH, solo
>65enni)
12 (CH)
29 (CH)
560 (CH, solo nel
1918)
Dati ipotetici sul fabbisogno: piani pandemici1)
OMS
25%
Piano pandemico
dell’Unione europea
Francia 2005
30%
Francia 2006
Germania
Paesi Bassi
(non-intervention
scenario)
Gran Bretagna
(Pandemic
Contingency Plan)
Irlanda
Canada
USA
Messico
Giappone
Australia
Nuova Zelanda
CDC FluAid (modello
Meltzer)
25%
15 - 35%
15 / 30 / 50%
30%
(10 – 50%)
0.64 – 2.2% (high-income countries)
1%
0,49% (conservative scenario)
15%
2-15%
(a seconda della
classe d’età e di
rischio)
2,4 – 11,1%
1,5%
1,6 – 4,0%
25%
0,2 – 1,2% = dati
relativi all’influenza
stagionale come
minimo assoluto per
la pianificazione in
vista di una pandemia
10 – 45%
0,36 – 1,45%
15 – 35%
0,96% mean number
(0,3 – 3%)
Riferimento al modello FluAid dei CDC
10 – 50%
10%
25%
8,3%
25%
1,2 – 3%
40%
25%
1,27%
(con parametri
standard)
0,37%
115 (conservative
scenario)
111
0,5-2%
(a seconda della
classe d’età e di
rischio)
12,5-50
(a seconda della
classe d’età e di
rischio)
0,4%
0,6 – 1,9%
60 - 200
169 - 556
0,37 – 0,55%
92,5
0,10 – 1,29%
34 - 179
Riferimento al modello FluAid dei CDC
1%
100 - 500
nessun dato
0,26 – 0,89%
2%
0,31%
(con parametri
standard)
66 - 223
825
77
(con parametri
standard)
15%
0,4%
100
6'938 pazienti in
terapia intensiva
7'400
decessi
7'400
decessi
Pianificazione UFSP
Parametro
25%
Dati assoluti CH
1'850'000 ammalati
(=7,4 mln di abitanti)
2,5%
(mind. 1.0%)
46'250
ospedalizzazioni
1) Si tratta di una raccolta (non esaustiva e in parte calcolata indirettamente a partire da diversi parametri) di dati numerici riportati in
altri piani pandemici (ultimo aggiornamento: giugno 2006). Tali dati servono come punti di riferimento per determinare l'ordine di
grandezza della pandemia influenzale.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 71 di 251
Situazione (link)
www.bag.admin.ch
www.influenza.ch
www.eiss.org
www.bfs.admin.ch/ ÆSalute
www.bvet.admin.ch
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 72 di 251
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 73 di 251
4 Sorveglianza
Dal 1987 l’UFSP effettua un monitoraggio di routine dell’influenza stagionale in base ai seguenti dati:
(1) segnalazioni settimanali di sintomatologie sospette da parte di medici che partecipano al sistema di
dichiarazione svizzero Sentinella, (2) conferma e tipizzazione dei virus influenzali circolanti da parte del
Centro nazionale per l’influenza (CNI) di Ginevra e (3) dichiarazione di virus confermati in laboratorio
nel quadro del sistema basato sulle dichiarazioni obbligatorie delle malattie trasmissibili. La
sorveglianza dell'influenza stagionale viene inoltre completata con (4) dati sulle ospedalizzazioni e sulla
mortalità rilevati dall'Ufficio federale di statistica (UST) nonché supportata da una rete di diversi altri
partner nazionali e stranieri che forniscono dati primari (FMH, Santésuisse), nella quale è integrata
(Ufficio federale di veterinaria UFV, World Organisation for Animal Health OIE, European Influenza
Surveillance Scheme EISS, Organizzazione Mondiale della Sanità OMS).
Obiettivi
L’ampliamento della sorveglianza in base alle strutture e ai collegamenti già esistenti dovrà fornire
degli strumenti affidabili anche per la pianificazione strategica e la presa di decisioni nelle diverse fasi
pandemiche. Il sistema di sorveglianza è stato concepito per rilevare il numero di casi e non
l’evoluzione della malattia.
Nel periodo di allerta pandemica, il sistema basato sulle dichiarazioni obbligatorie per i nuovi sottotipi
del virus dell’influenza A dovrà consentire di riconoscere precocemente le persone malate al fine di
impedire l’ulteriore diffusione del virus con l'aiuto di una ricerca attiva dei contatti (contact tracing).
Bisognerà inoltre adeguare il sistema già ampiamente automatizzato alla nuova domanda, che
secondo le previsioni sarà più massiccia e differenziata, e predisporlo per il trattamento di quantità
inusuali di casi come pure alle rapidi variazioni delle fonti o delle strutture di dati.
Per favorire la pianificazione a breve termine dell'assistenza medica, durante il periodo pandemico la
presentazione della situazione dovrà essere integrata con previsioni basate su modelli. All’occorrenza,
il monitoraggio andrà completato con studi volti ad analizzare, durante la pandemia, l'efficacia e gli
effetti collaterali dei vaccini e degli antivirali, la comparsa di virus resistenti e la contaminazione della
popolazione.
Lo scopo del capitolo «Sorveglianza» è quello di valutare in modo critico l’idoneità dei prodotti e
l'attuale capacità di sorveglianza dell’influenza nonché di avviare, in base alle esigenze legate alle
diverse fasi della pandemia, le ulteriori misure di cui si sta delineando la necessità. La tabella allegata
al presente capitolo fornisce una panoramica delle attività di sorveglianza nelle singole fasi
pandemiche.
Ipotesi
I valori necessari per la modellizzazione di un'ondata pandemica e per la pianificazione della capacità di
sorveglianza sono riportati nella terza parte del Piano pandemico svizzero 2006, al capitolo 3
(«Strumento di pianificazione per prepararsi a una pandemica»).
Fasi 1/2
Strategia
I rapporti relativi all'attività influenzale stagionale devono servire a sensibilizzare la popolazione e a
promuovere la vaccinazione dei gruppi a rischio (malati cronici, persone immunodepresse ecc.) e dei
soggetti a contatto con essi (personale infermieristico e medico). Permettono inoltre, grazie al
riconoscimento precoce dell’ondata influenzale, di effettuare pianificazioni a breve termine delle
capacità disponibili nel settore sanitario in particolare, ma anche nell'industria, nell'artigianato e nei
servizi pubblici. La tipizzazione dei virus effettuata dal CNI consente di: (1) stimare il livello di
protezione garantito dall’attuale vaccinazione stagionale, (2) integrare nelle raccomandazioni dell’OMS
relative alla composizione del vaccino per l'anno successivo la distribuzione di frequenza dei virus
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 74 di 251
circolanti e, nel caso di un'eventuale scoperta di un caso di trasmissione animale-uomo, (3) effettuare
un’analisi sul posto e avviare una verifica delle raccomandazioni per gli allevatori di pollame e suini.
Misure
Monitoraggio di routine
Il sistema di dichiarazione Sentinella registra le prime consultazioni per sospetto d'influenza (influenzalike illness, ILI) nel quadro dell’assistenza medica di base. Dal 1987, partecipano a titolo volontario e
gratuito a questo sistema da 150 a 250 tra medici generici, internisti e pediatri con ambulatori di
medicina generale. Le dichiarazioni dei casi sospetti di influenza, compresi tra 3 000 e 10 000 per ogni
pandemia, vengono effettuate in forma anonima mediante appositi moduli inviati settimanalmente
all’UFSP per posta o via Internet. Da diversi anni, oltre al sospetto d’influenza e ai decessi dovuti a
quest'ultima vengono registrati anche i casi di morbillo, parotite, rosolia, pertosse, polmonite e otite.
Per avere un valore di riferimento (denominatore) viene inoltre dichiarato il numero complessivo dei
contatti tra medici e pazienti.
I medici Sentinella dichiarano come casi sospetti d’influenza tutti i contatti diretti, in ambulatorio o
durante una visita a domicilio, con pazienti che presentano i seguenti sintomi (definizione di caso):
febbre >38°C, forte sensazione di malessere e di debolezza, mialgie o dolori diffusi, talvolta con tosse,
rinite e/o artralgie. Nella dichiarazione vengono indicati anche l'anno di nascita e il sesso del paziente
nonché altre variabili (complicazione, ospedalizzazione, stato vaccinale, terapia antivirale, terapia
antibiotica, decesso).
Nei rapporti sono elencati i casi sospetti d’influenza registrati settimanalmente nell’ambito delle
diverse consultazioni. Secondo un’estrapolazione delle dichiarazioni effettuate con il sistema
Sentinella, in Svizzera sul totale delle consultazioni di medici con ambulatorio di medicina generale il
numero stimato delle consultazioni per influenza su tutto il territorio nazionale si situa tra 100 000 e
300 000 all’anno (fonte: Santésuisse).
Nel quadro del sistema basato sulle dichiarazioni obbligatorie, tutti i laboratori di diagnostica medica
devono dichiarare settimanalmente i casi confermati di virus influenzali. Tali dichiarazioni vanno ad
aggiungersi al numero di casi sospetti registrati con il sistema Sentinella. L’obbligo di dichiarazione
prevede inoltre che i medici praticanti comunichino ogni epidemia di malattie soggette a dichiarazione,
in particolare all’interno di istituzioni (asili, scuole, case di cura, ospedali ecc.), incluso l’aumento dei
casi d'influenza confermati e sospetti. Le dichiarazioni obbligatorie vengono inoltrate al Medico
cantonale e all'UFSP.
Il CNI per l’influenza è responsabile della caratterizzazione antigenica dei virus influenzali circolanti.
Ogni anno riceve complessivamente circa 800 campioni biologici per l’isolamento e la tipizzazione del
virus da circa 60 ambulatori appartenenti al sistema di dichiarazione Sentinella e distribuiti su tutto il
territorio svizzero. Inoltra poi una selezione rappresentativa degli isolati del virus al Centro di
riferimento OMS di Londra ed effettua scambi con altri centri nazionali appartenenti a diverse reti
(EISS, Groupe Européen de Grippe Grog). Ciò gli consente di gestire e curare una raccolta di ceppi
virali di riferimento, di procedere a confronti metodologici trasversali e di standardizzare le procedure
di laboratorio.
La sorveglianza di virus influenzali di origine animale è effettuata congiuntamente dal CNI, dall'UFV e
dall’Istituto di virologia e immunoprofilassi (IVI) di Mittelhäusern.
L’UST registra i decessi (da 400 a 1000 all’anno secondo la statistica delle cause di morte) e le
ospedalizzazioni (da 1000 a 5 000 all’anno secondo la statistica medica degli ospedali) imputabili
all’influenza. In tal modo fornisce un importante contributo all'analisi epidemiologica dell'attività
influenzale, sebbene i dati vengano pubblicati con notevole ritardo.
L’annotazione dei decessi in un registro centrale di stato civile, introdotta di recente, permette all’UST
di aggiornare quotidianamente i dati relativi alla mortalità (senza indicazione delle cause di morte). È
così possibile effettuare una stima della mortalità in eccesso dovuta a un’epidemia di influenza.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 75 di 251
Continuo ampliamento del sistema
Nel sistema Sentinella, le dichiarazioni giornaliere via Internet stanno progressivamente sostituendo
quelle settimanali per posta. L'UST sta elaborando un modello per la descrizione della mortalità in
eccesso. I dati relativi a quest’ultima dovranno essere pubblicati settimanalmente insieme ai casi
sospetti d’influenza.
Fasi 3, 4, 5
Strategia
Durante il periodo di allerta pandemica, la priorità nell'ambito della sorveglianza va data al
riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo di virus influenzale con potenziale pandemico, in
modo da circoscriverne la diffusione (fasi 3 e 4) o almeno ritardarla (fase 5, inizio della fase 6). Affinché
il sistema esistente possa funzionare, è tuttavia necessario integrare il monitoraggio di routine con un
obbligo di dichiarazione per il nuovo sottotipo di virus, in combinazione con un'efficiente diagnostica di
laboratorio. La sorveglianza di vettori animali viene potenziata nella fase 3 per proteggere sia la
produzione nazionale di pollame (e di suini) che gli allevatori.
Il periodo di allerta è utilizzato per ottimizzare il monitoraggio di routine e le relative strutture già
esistenti in vista della pandemia e per coinvolgere ulteriori partner e ampliare le fonti di dati. Ciò
include anche la preparazione e la messa a punto di modelli predittivi.
Misure
Sorveglianza di vettori animali (pollame, uccelli migratori e ornamentali)
L’UFV rafforza la sorveglianza dei virus influenzali in uccelli e mammiferi. Occorre in particolare
impedire, in collaborazione con le autorità doganali, l’importazione di uccelli e di prodotti avicoli
(piume, uova e carne) da zone in cui sono stati documentati casi di animali infettati. Inoltre,
congiuntamente alla Stazione ornitologica svizzera di Sempach e all’Istituto di virologia e
immunoprofilassi (IVI) di Mittelhäusern, vengono effettuati dei controlli a campione sugli uccelli
migratori al fine di rilevare l'eventuale presenza dei nuovi sottotipi di virus. Una particolare attenzione
è rivolta in tale ambito all’aumento della mortalità nel pollame e tra gli uccelli selvatici, soprattutto
acquatici.
Riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo (HxNy) di virus influenzale nell’uomo
Dal 2006 è obbligatorio dichiarare i nuovi sottotipi dell’influenza A (HxNy). I medici praticanti e i
laboratori svolgono un ruolo importante per il riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo di
virus influenzale.
I medici praticanti (dall’1/10/2006 solo i medici ospedalieri) dichiarano i casi sospetti secondo i relativi
criteri pubblicati dall'UFSP (cfr. capitolo 4, allegato 1). L’obiettivi dei criteri di dichiarazione è quello di
consentire di distinguere, nel modo più chiaro possibile, il sospetto di infezione causata da un nuovo
sottotipo di virus influenzale dal sospetto di influenza stagionale. I laboratori dichiarano le eventuali
conferme del nuovo sottotipo di virus influenzale.
I medici e i laboratori inoltrano telefonicamente le dichiarazioni al Medico cantonale competente e, in
assenza di quest’ultimo, all’UFSP (ordinanza del DFI concernente le dichiarazioni di medici e laboratori;
RS 818.141.11). A tal fine, l’UFSP organizza un servizio di picchetto e ne comunica il numero di
telefono conformemente alle disposizioni del Regolamento sanitario internazionale (RSI).
Ampliamento della capacità diagnostica di laboratorio
Il CNI adegua continuamente la metodologia per l’identificazione di nuovi sottotipi di virus influenzali e
di eventuali virus mutanti e ricombinanti. In tale ambito, opera in costante contatto con servizi esteri
specializzati (soprattutto EISS e OMS) per poter ottenere informazioni e avere accesso a nuovi test e
reagenti. Finora, il Centro ha avuto una capacità sufficiente per effettuare circa 800 isolamenti di virus
durante le stagioni influenzali annuali. I risultati delle analisi sono disponibili nell’arco di 1 o 2
settimane. Se necessario, la presentazione della situazione viene aggiornata quotidianamente.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 76 di 251
Il CNI aumenterà inoltre la propria capacità di trattamento dei campioni (ad es. adottando tecniche
esclusivamente molecolari).
Durante il periodo di allerta pandemica, il CNI, che funge da centro di riferimento per la Svizzera,
trasmette le proprie competenze diagnostiche a diversi laboratori designati dall'UFSP d'intesa con i
Cantoni. Le analisi effettuate da tali laboratori vengono poi confermate dal CNI (laboratorio di
riferimento). I risultati positivi delle analisi del CNI sono invece confermati dal Centro di riferimento
OMS di Londra. Per motivi di sicurezza e di organizzazione, il numero dei laboratori designati deve
restare contenuto. L’importante è che sia sufficiente per coprire il fabbisogno delle fasi 3, 4 e 5
nonché dell’inizio della fase 6 (almeno 500 campioni a settimana). Per i medici praticanti, l’accesso alla
diagnostica e alla procedura di laboratorio è disciplinato da apposite disposizioni (cfr. capitolo 4.1,
allegato 3). Inoltre, i laboratori sono soggetti all’obbligo di dichiarazione. L’informazione del pubblico in
merito ai risultati positivi delle analisi è coordinata dall'UFSP insieme ai Cantoni competenti.
Oltre alla conferma di nuovi sottotipo di virus mediante diagnosi di laboratorio, il CNI continua inoltre
ad assicurare la tipizzazione dei comuni virus circolanti nel quadro del monitoraggio di routine.
Messa a punto di uno strumento informatico per la ricerca dei contatti
La ricerca dei contatti è fondamentale per impedire l'ulteriore diffusione del virus. Il capitolo 4.1
«Gestione dei contatti» illustra a grandi linee la procedura per l’identificazione delle persone entrate in
contatto con un paziente colpito da un nuovo sottotipo di virus influenzale o per il quale sussiste un
sospetto di contagio.
Al fine di coordinare la gestione dei contatti a livello sovracantonale e di facilitare l’esecuzione delle
misure correlate, l’UFSP metterà a disposizione dei servizi cantonali competenti uno strumento
informatico che consentirà di soddisfare le esigenze pratiche legate all’attuazione. Tale strumento
dovrà inoltre essere conforme ai requisiti previsti dal catalogo di misure per la lotta contro altri eventi
di tipo B (eventi biologici) e, per garantirne la realizzazione e la gestione, occorrerà mettere a
disposizione i mezzi necessari.
Ampliamento del sistema di sorveglianza Sentinella
Durante il periodo di allerta pandemica continua ad essere effettuato il monitoraggio di routine nel
quadro del sistema di dichiarazione Sentinella. Al contempo, tuttavia, il sistema deve essere adeguato
alle nuove esigenze legate alla pandemia (elaborazione di una quantità di dati fino a 10 volte
superiore).
Vanno soddisfatte le seguenti condizioni:
− I medici che partecipano al sistema di dichiarazione volontario devono essere preparati a un
possibile scenario pandemico. Occorre inoltre far sì che continuino a inoltrare le loro dichiarazioni
anche durante la transizione dalle fasi 3, 4 e 5 (monitoraggio di routine Sentinella e dichiarazioni nel
quadro del sistema obbligatorio) alla fase 6 (dichiarazione giornaliera di casi sospetti durante la
pandemia);
− La capacità di registrazione dei dati presso l'Ufficio federale dell'informatica e della
telecomunicazione (UFIT) deve essere garantita durante la fase 6 (passando da una registrazione
settimanale a una registrazione giornaliera);
− Per la presentazione della situazione, e in particolare per le estrapolazioni relative all’intera Svizzera,
occorre tenere conto del fatto che il denominatore «numero di consultazioni», normale durante il
periodo interpandemico, aumenta enormemente durante una pandemia. L'estrapolazione deve per
tanto essere effettuata di nuovo sulla base del rapporto tra il numero dei medici partecipanti al
sistema e il numero complessivo dei medici che hanno in cura pazienti malati di influenza in
Svizzera. La presentazione della situazione, in gran parte automatizzata, viene adeguata alla nuova
estrapolazione già durante il periodo di allerta;
− Nel quadro dell’estrapolazione durante la pandemia, l’UFSP amplia il numero di dichiaranti nel
sistema Sentinella. A tal fine deve tenere conto dei centri verso cui gli ammalati sono indirizzati, a
livello cantonale o locale, durante la fase 6. Eventuali ambulatori vanno considerati come unità
appartenenti al sistema di dichiarazione Sentinella.
Per quanto possibile, inoltre, nell’ambito del sistema Sentinella occorre continuare a sorvegliare
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 77 di 251
anche le altre malattie oggetto di dichiarazione, in particolare quelle dell'apparato respiratorio,
nonché verificare regolarmente il fabbisogno di dati.
Modellizzazione della mortalità in eccesso
Il tasso di mortalità specifico per età costituisce un'importante base di dati per la stima delle
ripercussioni del virus dell’influenza. Con la comparsa di un nuovo sottotipo di virus influenzale, inoltre,
la mortalità sarà al centro dell’attenzione della popolazione e dei media.
L’UST sta elaborando un modello per la descrizione della mortalità in eccesso. Attualmente, dati
relativi alla statistica delle cause di morte dell’UST sono disponibili, nel migliore dei casi, solo dopo
diversi mesi, troppo tardi per poter essere utilizzati prima e durante una pandemia. L’iscrizione dei
decessi in un registro centrale di stato civile informatizzato, introdotta di recente, permette all’UST di
aggiornare quotidianamente i dati sulla mortalità (senza indicazione delle cause di morte). Ciò rende
possibile una modellizzazione della mortalità in eccesso, che, se messa in relazione temporale con
l’ondata influenzale, permette a sua volta di stimare la mortalità dovuta all'influenza. I dati sulla
mortalità in eccesso andranno comunicati automaticamente ogni settimana insieme ai casi sospetti
d'influenza e dovranno essere corredati da un'interpretazione congiunta dell’UST e dell’UFSP.
L’UST verifica se il sistema di dichiarazione è in grado di funzionare in caso di pandemia (capacità di
garantire una registrazione centralizzata e veloce dei decessi in collaborazione con le unità di crisi
cantonali e locali e tenendo conto delle possibili assenze).
Dati ospedalieri nell’IIS
L'arrivo di una pandemia determina un aumento dei casi negli ospedali (ospedalizzazioni e decessi).
È pertanto necessario che, prima e durante la pandemia, questi ultimi comunichino i dati relativi alle
loro capacità e all'assistenza fornita, indicando ad esempio le ospedalizzazioni per malattie polmonari
con il totale generale delle entrate e delle uscite (anche decessi), la durata media delle
ospedalizzazioni, il consumo di farmaci antivirali, l’impiego di mascherine, i posti letto disponibili e
occupati, la disponibilità di respiratori e, eventualmente, il personale ammalato.
Fino alla fase 5, e in collaborazione con i Cantoni, il servizio sanitario coordinato (SSC) include tutti gli
ospedali pubblici nel sistema informativo IIS («Informazione e intervento nel servizio sanitario»), il
quale, durante la pandemia, dovrà comunicare in tempo reale agli ospedali, ai medici che hanno deciso
il ricovero dei pazienti nonché alle autorità cantonali (medici cantonali, cellule di crisi, servizio sanitario,
polizia) e federali (UFSP, DDPS) i dati ospedalieri e informazioni quotidianamente aggiornate
sull'evoluzione temporale della situazione. Il sistema deve essere testato durante il periodo di allerta
pandemica.
Sorveglianza delle chemioprofilassi e/o della vaccinazione
L’ordinanza sulla pandemia di influenza (OPI) stabilisce come e con quale sistema è possibile rilevare
in modo affidabile l’efficacia dei vaccini antinfluenzali e della chemioprofilassi nonché eventuali effetti
collaterali nel corso della fase pandemica. Durante il periodo di allerta pandemica occorrerà
eventualmente sviluppare un sistema di studio in collaborazione con i partner internazionali e con
Swissmedic.
L’attuale sorveglianza di routine fornisce all’occorrenza delle stime sul totale di persone che si sono
ammalate nonostante il vaccino in relazione al totale dei malati registrati e consente anche di valutare
a grandi linee, sulla base dei dati relativi alla copertura vaccinale, l'efficacia sul campo dei vaccini
disponibili. Un apposito studio sul personale sanitario (in 1-2 grandi ospedali) fornirebbe informazioni
dettagliate sulle cure preventive, consentendo di effettuare delle analisi sullo sviluppo di una
resistenza nonché di adeguare rapidamente le raccomandazioni esistenti. Permetterebbe inoltre, a
titolo complementare, di rilevare il numero dei casi di malattia tra il personale sanitario.
Contributo all’indagine sieroepidemiologica
Dopo la prima ondata pandemica, l’allestimento di una seroteca permetterà di valutare la situazione
immunitaria per prepararsi alla seconda ondata. I risultati dell'indagine serviranno poi per pianificare il
fabbisogno di assistenza sanitaria in vista dell'ondata o delle ondate successive.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 78 di 251
L’UFSP verifica se un’indagine sieroepidemiologica è prevista a livello internazionale e coordina le
esigenze e il contributo della Svizzera in questo settore. L'eventuale allestimento di una seroteca
prima dell'arrivo della pandemia consentirà di definire in tempo utile la preparazione di antigeni virali e
di tecniche serologiche nonché la collaborazione a livello internazionale.
Messa a punto di modelli predittivi
Durante il periodo pandemico, la presentazione della situazione dovrà essere integrata con previsioni
basate su modelli matematici, i quali permetteranno di calcolare con relativa tempestività, fondandosi
sui parametri di sorveglianza, la durata e l’intensità di un’ondata pandemica che si sta delineando.
All’inizio della pandemia, i calcoli basati su modelli forniscono delle previsioni che consentono di
adeguare la pianificazione a breve termine dell'assistenza sanitaria. Inoltre, in caso di sovraccarico e di
conseguente blocco del sistema di dichiarazione messo a punto nell’ambito della sorveglianza, questi
modelli potrebbero fornire delle stime sul numero di casi.
L’UFSP elabora un modello adeguato alla situazione svizzera, valutando in tale ambito la necessità di
previsione, la qualità richiesta delle previsioni e i parametri di entrata necessari. La pubblicazione delle
previsioni è coordinata con la stesura dei rapporti sul numero di casi.
Fase 6
Strategia
Durante la pandemia, la definizione delle priorità in materia di sorveglianza si basa sull’evoluzione
naturale dell’ondata pandemica.
All’inizio di una pandemia mondiale, occorre innanzitutto riconoscere precocemente i casi importati e
rallentare la diffusione del virus in Svizzera come nelle precedenti fasi 4 e 5.
Durante l’ondata pandemica è poi necessario trovare un equilibrio tra il fabbisogno di dati e la mole di
lavoro per i medici dichiaranti, già completamente occupati a garantire l'assistenza sanitaria con una
quantità di personale che potrebbe ridursi anche di un quarto rispetto alla norma. Con il supporto di
modelli predittivi, il sistema di sorveglianza clinica fornisce informazioni sulla portata e sulla gravità dei
casi di malattia tra la popolazione, come pure sul conseguente carico per il sistema di assistenza
sanitaria.
Il monitoraggio è integrato da studi riguardanti l’efficacia dei nuovi vaccini e della chemioprofilassi
nonché gli effetti collaterali, i cui risultati vengono rapidamente messi a disposizione dei medici. Le
indagini virologiche seguono la diffusione e lo sviluppo del virus. Dopo la prima ondata di pandemia,
dovrà inoltre essere possibile stimare la percentuale delle persone immunizzate sulla popolazione
totale, un dato importante in vista della pianificazione del fabbisogno di assistenza sanitaria per
l’ondata o le ondate successive.
Misure
Sorveglianza e presentazione della situazione
Il riconoscimento precoce di casi di un nuovo sottotipo di virus influenzale (dichiarazione obbligatoria)
e la ricerca dei contatti sono i presupposti necessari per poter avviare tempestivamente misure di
isolamento, quarantena e sorveglianza medica. Il limite di capacità del sistema basato sulle
dichiarazioni obbligatorie è di circa 100 dichiarazioni di casi sospetti a settimana. Un simile numero
di casi indica che il virus compare non solo all'interno di catene di trasmissione note, ma anche sotto
forma di «epidemie comunitarie» (community outbreaks). In tal caso, cessa l’obbligo della prima
dichiarazione da parte dei medici e vengono meno sia la ricerca dei contatti che le misure di
isolamento. L'UFSP lo comunica alla popolazione, ricordando al contempo le norme generali di
comportamento che vanno seguite.
Il sistema di dichiarazione Sentinella registra le dichiarazioni giornaliere via Internet (o fax) di casi
sospetti d’influenza. I medici devono essere preparati a far fronte all'alto numero di casi di influenza;
anche la capacità di registrazione e l’elaborazione automatica (estrapolazione) devono essere
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 79 di 251
programmate per tale eventualità. Un gruppo selezionato di medici Sentinella continua inoltre a inviare
campioni biologici al CNI per la tipizzazione del virus. Per quanto possibile, nel quadro del sistema di
dichiarazione Sentinella si continuano a sorvegliare anche le malattie per le quali è stato
precedentemente definito l’obbligo di dichiarazione (morbillo, parotite, rosolia, pertosse, polmonite e
otite). Le maschere di registrazione (modulo fax) basate su Internet vengono adattate all’occorrenza
(caratterizzazione, trattamento).
L’amministrazione del sistema di dichiarazione verifica settimanalmente la fonte (o le fonti) dei dati.
Occorre in particolare verificare l’ipotesi alla base dell’estrapolazione effettuata con il sistema
Sentinella, ovvero la costanza del numero di dichiaranti durante l'ondata di pandemia. Il mancato
inoltro di dichiarazioni è ammesso in caso di malattia dei medici che partecipano al sistema
(un'eventualità che riguarda allo stesso modo tutti i medici della Svizzera). Se, tuttavia, singoli medici
Sentinella rinunciano a effettuare dichiarazioni a causa dell’elevato carico di lavoro, il modello
dell'estrapolazione deve essere adeguato di conseguenza. Per rendere meno dispendiosa
l'operazione, i medici possono ad esempio limitarsi a dichiarare il totale giornaliero dei casi d’influenza
trattati e fornire informazioni dettagliate soltanto in relazione a un campione casuale (~20%) dei propri
pazienti. In caso di differenze rispetto ai modelli predittivi, l’UST verifica la presenza di eventuali ritardi
nella dichiarazione dei decessi da parte dei Comuni. Se del caso, occorre rinunciare, d'intesa con
l'UST, a rappresentare la mortalità in eccesso sulla base di dichiarazioni di morte aggiornate.
La presentazione della situazione viene aggiornata quotidianamente su Internet ed è corredata
da analisi della mortalità in eccesso (fonte di dati: UST) e dei dati ospedalieri (fonte di dati: IIS)
nonché da previsioni elaborate con calcoli basati su modelli.
Il CNI analizza i campioni biologici inviati dai medici Sentinella per individuare eventuali ceppi virali e, in
qualità di centro di riferimento, continua a confermare, sempre in base a campioni, le analisi di altri
laboratori. L’UFSP effettua accertamenti in merito alla partecipazione del CNI a un’eventuale indagine
sieroepidemiologica.
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Presentazione della situazione (link)
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www.influenza.ch
www.eiss.org
www.bfs.admin.ch/ ÆSalute
www.bvet.admin.ch
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 81 di 251
Riferimenti bibliografici
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 82 di 251
Sorveglianza
Allegato 1: Panoramica delle attività di sorveglianza e dei relativi
prodotti nelle diverse fasi pandemiche
Attività (responsabili)
Periodo interpandemico
Fasi 1/2
- Sorveglianza dell’attività influenzale
- Sistemi di dichiarazione (Sentinella,
annuale nel quadro della rete mondiale:
sistema basato sulle dichiarazioni
monitoraggio di routine Sentinella dei casi obbligatorie, CNI) sviluppati nel quadro
clinici nonché tipizzazione e
della rete nazionale (medici, laboratori,
caratterizzazione dei virus circolanti
IVI, UFV) e internazionale (OMS, OIE,
nell’uomo e negli animali
EISS, Grog)
- Aggiornamento annuale della
documentazione relativa alle
dichiarazioni
- Influenza stagionale: aggiornamento
settimanale, nel bollettino e sul sito
Internet, della situazione relativa ai casi
sospetti
Fase 3
Periodo di allerta pandemico
Prodotti
- Monitoraggio di routine come sopra, più:
- Tutte le misure sopra riportate, più:
- introduzione della dichiarazione
- presentazione della situazione con
obbligatoria per il nuovo sottotipo di virus
un’accurata distinzione tra influenza
influenzale (UFSP, Cantoni)
stagionale, influenza animale e nuovo
sottotipo di virus
- ampliamento del monitoraggio sugli
- documentazione per la dichiarazione del
animali (UFV)
nuovo sottotipo di virus influenzale
- numero atteso di casi diinfluenza durante
(criteri di dichiarazione, modulo,
la pandemia, scenario
procedura di laboratorio)
- messa a punto di modelli predittivi per le
- eventualmente, efficacia della
ondate pandemiche (UFSP)
vaccinazione stagionale contro
- messa a punto di modelli relativi alla
l’influenza
mortalità in eccesso, con eventuale
- numero atteso di casi di malattia,
indicazione dell’ospedalizzazione (UST e
ospedalizzazioni, decessi (scenario)
UFSP)
- messa a punto e rappresentazione della
capacità ospedaliera, con eventuale
indicazione delle ospedalizzazioni per
influenza (SSC)
- ampliamento del numero dei medici
dichiaranti per la preparazione alla fase 6
(UFSP)
- messa a punto di un’estrapolazione di
dati numerici Sentinella compatibile con
la pandemia (UFSP)
- pianificazione di studi sull’efficacia dei
vaccini (UFSP)
- pianificazione di un’indagine
sieroepidemiologica (UFSP)
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Periodo di allerta pandemica
Fase 4
Attività (responsabili)
Prodotti
- Monitoraggio come sopra, più:
- Tutte le misure sopra riportate, più:
- adeguamento dei criteri di dichiarazione in - aggiornamento quotidiano dei dati
secondo un metodo compatibile
caso di sospetto di un nuovo sottotipo
con la pandemia
(UFSP)
- ricerca dei contatti (UFSP, Cantoni, SSC) - numero delle persone (contatti)
messe in isolamento
- preparazione della dichiarazione
- rappresentazione della capacità
giornaliera nel sistema Sentinella (UFSP)
ospedaliera, inclusi i casi di
sovraffollamento
- rappresentazione della mortalità in
eccesso
- lista dei contatti all’attenzione dei
medici cantonali
Fase 5
- Tutte le misure sopra riportate
- Monitoraggio come sopra, più:
- adeguamento dei criteri di dichiarazione in
caso di sospetto di un nuovo sottotipo di
virus (UFSP)
- in caso di epidemia in Svizzera:
dichiarazioni giornaliere nel sistema
Sentinella
Fase 6
- Tutte le misure sopra riportate, più:
sospensione dell’obbligo di
dichiarazione di nuovi sottotipi da parte
dei medici e alla ricerca dei contatti
(UFSP)
Periodo pandemico
modello predittivo con indicazione
dell’evoluzione della pandemia (UFSP)
- Tutte le misure sopra riportate, più:
stima del numero di casi in
base a estrapolazioni del sistema
Sentinella e a modelli predittivi
indicazioni sull’efficacia e
sugli effetti collaterali dei vaccini e
relative implicazioni per quanto
riguarda l’adozione di misure
esame critico del sistema di
dichiarazione (UFSP, UST, SSC))
studio sull’efficacia dei vaccini
(UFSP)
Dopo
l’ondata
- Come durante il periodo pandemico, con
sorveglianza di routine in vista di ondate
successive
- Attenzione focalizzata sui virus circolanti
(CNI)
- Presentazione settimanale della
situazione, inclusi gli aggiornamenti
basati su dichiarazioni inoltrate in
ritardo
- Raccomandazioni ai partner per il
miglioramento del sistema
- Valutazione della qualità degli strumenti di
- Stima della proporzione di persone
sorveglianza e di previsione (UFSP, UST)
immunizzate in seguito al vaccino e
alla malattia e stima della resistenza
- Miglioramento del sistema (UFSP)
agli antivirali
- Stime sulla fine e sull’andamento futuro
- Annuncio della fine della pandemia
della pandemia (UFSP)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 84 di 251
4.1 Gestione dei contatti
Durante i periodi di allerta pandemica, la gestione dei contatti può contribuire ad arrestare o a
rallentare la trasmissione interumana del virus influenzale. Il presente capitolo illustra sia i metodi
classici di gestione, come ad esempio la profilassi nei familiari di un paziente infetto, sia misure più
dettagliate come la ricerca di persone venute a contatto con quest’ultimo e di cui non si conosce il
nome.
La gestione dei contatti è necessaria soltanto durante le fasi 4 e 5 previste dall’OMS. Dal punto di
vista epidemiologico, invece, non ha più senso nella fase pandemica 6, in quanto a questo stadio non
può più influenzare l’evoluzione della pandemia.
Sia la preparazione che l’attuazione delle misure qui descritte richiedono molte risorse. Questo
capitolo illustra a grandi linee, indicando le rispettive priorità, i lavori preparatori necessari e gli
strumenti da elaborare per le singole misure.
Il tipo e l’ampiezza delle misure di gestione dei contatti dipendono dalle condizioni più disparate, e in
particolare dalle caratteristiche del nuovo sottotipo di virus influenzale (HxNy), come la letalità e la
modalità di trasmissione. È pertanto impossibile stabilire in anticipo quali misure definitive adottare.
L’obiettivo della seguente presentazione, che indica le misure sotto forma di piano a tre livelli, è quello
di contribuire a mantenere un certo margine di manovra nelle decisioni.
Obiettivo
L’obiettivo della gestione dei contatti è quello di proteggere dalla malattia le persone entrate in
contatto con soggetti infetti e di impedire la formazione di catene di trasmissione.
Ipotesi
Le ipotesi riportate qui di seguito sono tratte dal capitolo 5 (“Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della
preparazione a una pandemia influenzale”) della parte I del Piano pandemico svizzero 2006.
L’influenza si trasmette in prevalenza attraverso le vie respiratorie: (1) goccioline (> 5μm) di secrezioni
respiratorie vengono trasmesse quando le persone infette parlano, tossiscono o starnutiscono; (2) il
virus si può inoltre trasmettere in seguito al contatto con una superficie contaminata da goccioline di
secrezioni respiratorie; (3) infine, non può essere esclusa una trasmissione attraverso gli aerosol (<
5μm).
Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla tra 1 e 4 giorni.
Le persone infette sono contagiose dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 7 giorni dopo
quest’ultima (per un periodo di 5-7 giorni in media). Nei bambini e nelle persone immunodepresse, la
fase contagiosa è invece più lunga e può durare fino a 21 giorni.
Il presente documento si riferisce a una situazione in cui la pandemia ha origine al di fuori della
Svizzera. Le misure qui descritte mirano pertanto ad assicurare la gestione dei contatti in caso di arrivo
nel nostro Paese di soggetti malati durante le fasi 4 e 5 previste dell’OMS nonché di tutti gli altri casi
che ne risultano eventualmente.
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Definizioni
Caso indice
Per caso indice si intende in questa sede la persona ai cui contatti si applicano le misure. Può trattarsi
di un caso di infezione sospetto o confermato.
Contatto
I criteri per valutare se sono state soddisfatte le condizioni per l'esistenza di un contatto sono diversi.
A seconda della situazione epidemiologica di partenza (p. es. adattamento del virus HxNy all’uomo,
trasmissibilità e tipo di trasmissione), la definizione di “contatto” sarà più circoscritta o più estesa.
Pertanto, in questa sede si rinuncia volutamente a formulare una definizione precisa. L’apposita lista di
criteri (allegato 1) aiuterà di volta in volta a definire cosa si intende per «contatto».
Isolamento, quarantena
Il termine «isolamento» designa le misure volte a isolare le persone ammalate da quelle sane, mentre
per «quarantena» si intendono le misure analoghe adottate su soggetti sani ma esposti all’infezione.
Lista dei contatti
Per «lista dei contatti» si intende l'elenco dei nomi delle persone conosciute venute a contatto con un
soggetto infetto. Di norma, si tratta dei contatti ricordati dal caso indice o dai suoi familiari. La lista
include ad esempio i nomi dei familiari, dei colleghi di lavoro o dei compagni di classe del caso indice.
Situazioni di contatto (retracing)
Sono considerate situazioni di contatto, ad esempio, la partecipazione a manifestazioni di massa o la
permanenza in luoghi affollati, tra cui i mezzi pubblici. In tali situazioni di contatto, i nomi delle altre
persone presenti non sono noti. L'attività volta a rintracciare tali persone è designata come retracing.
Profilassi per centri concentrici su base geografica
Il principio alla base di questa profilassi è quello di procedere per cerchi concentrici attorno al caso,
concentrandosi sul luogo di residenza, di dimora e di lavoro del caso indice. Su tutto il territorio
considerato vengono adottate misure di profilassi tra le persone al di fuori della cerchia di conoscenti
del paziente.
Fase 3
Strategia
Nella fase 3, il virus è considerato non trasmissibile per contagio interumano. Le misure riportate qui
di seguito vengono adottate esclusivamente a titolo precauzionale, secondo lo schema di flusso
relativo all’influenza A H5N1 pubblicato al capitolo 5.5.1 (“Gestione dei casi sospetti nella fase 3”).
Misure
Tutte le persone che possono essere entrate in contatto con il nuovo sottotipo di virus influenzale
toccando animali infetti o tramite contatti con persone malate devono monitorare attentamente il
proprio stato di salute nei 7 giorni successivi all'esposizione e misurare ogni giorno la temperatura
corporea. In caso di stati febbrili, con o senza disturbi respiratori, è necessario consultare il medico
(per i relativi criteri cfr. il capitolo 5.5, allegato 1).
Tutte le persone che sono entrate in contatto senza alcuna protezione con un'altra persona o con un
animale in cui è stata confermata l’infezione vanno sottoposte a una profilassi con oseltamivir
(Tamiflu®).
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Fasi 4 e 5
Livello 1: lista dei contatti
Strategia
La lista corrisponde alla gestione classica dei contatti, applicata ad esempio in Svizzera e in Canada
durante la crisi SARS. In linea di massima si tratta di una misura indiscussa, ma la possibilità di attuarla
e la sua eventuale estensione sono valutate caso per caso a seconda della situazione. Decisiva a tal
fine è una reazione tempestiva.
La gestione dei contatti si limita alle persone di cui si conosce il nome e delle quali si può redigere una
lista. Tale lista costituisce il punto di partenza per l'informazione e la gestione delle persone
considerate come contatti.
Misure
Compilazione della lista (allegato 3)
L’Ufficio del Medico cantonale compila una lista dei contatti, ma può anche affidare tale compito al
medico curante o all'ospedale in questione. La lista deve essere compilata immediatamente, in
quanto più tardi il paziente potrebbe peggiorare e non essere più in grado di fornire informazioni. La
compilazione della lista è di competenza del Medico cantonale del Cantone in cui si trova il luogo di
domicilio del caso indice. Spetta a lui, inoltre, informare tutti i medici cantonali nel cui Cantone vive
una persona entrata in contatto con il caso indice.
In seguito, il Medico cantonale del Cantone del caso indice inserisce la lista nel sistema di ricerca dei
contatti basato su Internet i .
Indicazione e data del contatto con le persone iscritte nella lista
Dopo aver consultato il collega del Cantone di residenza del caso indice, il Medico cantonale del
Cantone di residenza del contatto decide quali persone dovranno essere contattate e informate e quali
no. L’UFSP elabora appositi supporti decisionali e criteri (a partire dalla fase 4) non appena sono
disponibili le necessarie conoscenze epidemiologiche e cliniche sul virus pandemico.
Quando un caso è considerato sospetto in base ai criteri fissati nelle raccomandazioni dell’UFSP, si
informano le persone entrate in contatto con il paziente e si avviano immediatamente le misure
opportune, ancora prima di ricevere i risultati di laboratorio relativi al caso indice.
Informazione delle persone iscritte nella lista
Le persone iscritte nella lista dei contatti vengono contattate e informate dal Medico cantonale del
loro Cantone di residenza mediante il sistema centralizzato di ricerca dei contatti basato su Internet.
L’UFSP effettua un monitoraggio della gestione dei contatti e, se necessario, svolge una funzione di
comunicazione e di coordinamento. Per quanto possibile, le persone entrate in contatto con il paziente
vengono informate dal Medico cantonale. Tuttavia, qualora il numero dei contatti sia particolarmente
elevato, tale compito può essere affidato a un organo ausiliario.
Misure individuali sulle persone iscritte nella lista
Tra le misure individuali da adottare sulle persone entrate in contatto con il paziente figura la profilassi
antivirale, che può essere avviata in qualsiasi momento durante il periodo d’incubazione. Ciò può
determinare, a seconda della situazione, un elevato fabbisogno di farmaci antivirali. Solo durante il
periodo della SARS furono contati in media 100 contatti rilevanti per ogni paziente, sebbene la
definizione di “contatto” fosse relativamente circoscritta (famiglia, personale sanitario e di assistenza,
contatto ravvicinato < 1 m o con secrezioni corporee). È pertanto necessario garantire la pronta
disponibilità di tali farmaci (cfr. il capitolo 6 «Farmaci antivirali».
i
Il sistema informatico «Contact tracing» è in fase di sviluppo. L’obiettivo di una simile piattaforma Internet ad accesso
limitato è quello di garantire il coordinamento e la possibilità di una visione d’insieme della gestione dei contatti a livello
sovracantonale. Vista la brevità del periodo di incubazione, si prevedono frequenti aggiornamenti, soprattutto quando si
verificano molti casi in contemporanea o in rapida successione. La piattaforma dovrà offrire all’UFSP, ai medici cantonali e alle
autorità coinvolte un sistema di organizzazione protetto molto più efficiente rispetto al telefono o alla posta elettronica.
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Le persone entrate in contatto con il paziente devono inoltre essere sorvegliate e messe in
quarantena (allegato 2).
Attuazione delle misure e feedback
L’attuazione delle misure spetta al Cantone.
Il loro inizio e la loro conclusione devono essere indicati in un apposito modulo dal medico di famiglia
delle persone iscritte nella lista dei contatti o dal Medico cantonale.
I necessari lavori preparatori per il livello 1 devono essere effettuati già nella fase 3, e ciò per
garantire, non appena si verifica un caso, una gestione rapida, efficiente e coordinata dei contatti.
Detti lavori comprendono in particolare la messa a punto del sistema di registrazione e di
coordinamento basato su Internet, l’elaborazione di diagrammi di flusso e liste di criteri nonché la
definizione di canali di comunicazione prestabiliti. Tali attività vengono svolte congiuntamente dai
Cantoni e dalla Confederazione.
Livello 2: situazioni di contatto (retracing)
Strategia
Le persone potenzialmente esposte durante le situazioni di contatto devono essere rintracciate
(retracing) e sottoposte a misure individuali di profilassi.
Vista la mancanza di esperienze al riguardo, non è possibile stabilire se, in caso di influenza, è
possibile attuare tali misure anche su persone sconosciute e se questa soluzione risulta efficace. La
procedura del retracing è tuttavia nota nell’ambito di altre malattie (malattia di Creutzfeldt-Jacob,
legionellosi, rabbia, tubercolosi), dove è stato dimostrato che la sua attuazione è, in linea di principio,
possibile. A tal fine è estremamente importante portare avanti una buona politica di informazione, se
possibile già prima della comparsa dei primi casi.
È difficile valutare se il retracing dei contatti è fattibile e opportuno anche nel caso dell’influenza. Ciò
dipende senza dubbio dalla situazione epidemiologica a livello nazionale, dalla reazione psicologica
della popolazione come pure dalle misure già adottate e dalle esperienze effettuate all’estero. Un
importante criterio per stabilire se la procedura di retracing può essere attuata è il numero delle
situazioni di contatto. L’attuabilità risulta infatti maggiore quando si verificano soltanto singoli casi
importati (fase 4), mentre diminuisce in caso di catene di trasmissione in Svizzera (fase 5 o inizio della
fase 6).
L'attuazione del livello 2 comporta tuttavia due problemi: in primo luogo, è possibile che l’uso di
farmaci antivirali favorisca lo sviluppo di resistenze, in particolare nel caso in cui circoli
contemporaneamente anche l’influenza stagionale.
Inoltre, le diverse fasi da seguire sono onerose e delicate, in quanto possono suscitare insicurezze e
paure nella popolazione. Pertanto, le misure relative a questo livello dovrebbero essere adottate
soltanto dopo la conferma di un caso sospetto.
Misure
Ricerca delle persone esposte
Le persone che sono state inconsapevolmente esposte a una situazione di rischio possono essere
informate soltanto tramite annunci diffusi sui media, come ad esempio giornali, radio e televisione, o
su Internet. Le comunicazioni devono presentare la situazione con la massima precisione possibile e
indicare in modo chiaro quali persone sono coinvolte e quali no. Alle persone coinvolte vengono
fornite informazioni precise sul da farsi, sul numero telefonico da contattare (organo ausiliario) e sul
sito Internet in cui trovare maggiori spiegazioni. Vengono inoltre istituite apposite linee telefoniche
(hotline) per le persone non direttamente coinvolte e per i media.
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Misure individuali sulle persone esposte
Le persone esposte sono esortate a contattare il proprio medico di famiglia per sottoporsi a una
profilassi antivirale o ad altre misure (sorveglianza individuale e quarantena). Ai medici vengono indicati
un sito Internet e un numero telefonico dove ottenere ulteriori informazioni.
Quando si verifica una situazione di contatto, occorre in genere aspettare due giorni prima di avviare le
misure sulle persone esposte. È pertanto possibile che durante tale periodo le persone contagiate
abbiano già sviluppato dei sintomi della malattia. Di norma, sulle persone esposte che presentano
sintomi corrispondenti ai criteri clinici, occorre iniziare un trattamento con farmaci antivirali (dose
terapeutica) e predisporre una diagnosi di laboratorio. La persona esposta va trattata a sua volta come
un “caso sospetto”, il che significa che deve essere avviata la gestione dei contatti della seconda
generazione.
Occorre tuttavia partire dal presupposto secondo cui non è mai possibile ritrovare tutte le persone
potenzialmente esposte. Inoltre, alcune persone potrebbero fingere di essere coinvolte in una
situazione di contatto per poter accedere, in tal modo, a farmaci antivirali altrimenti difficilmente
ottenibili in Svizzera. È pressoché impossibile controllare se una situazione di contatto si sia
effettivamente verificata.
L’attuabilità delle misure del livello 2 dipende strettamente dalle capacità delle autorità. Tali misure
sono possibili soltanto in presenza di una preparazione ottimale e di una reazione tempestiva.
I lavori preparatori sono onerosi e consistono nella pianificazione dettagliata delle singole fasi. Si tratta
in particolare di:
−
elaborare diagrammi di flusso (pianificazione del fattore tempo)
−
preparare il retracing attraverso i media (trattative, annunci ecc.)
−
mettere a punto di una strategia di comunicazione;
−
elaborare una strategia per la distribuzione dei farmaci antivirali
−
effettuare test laddove possibile
−
operare in accordo con l’OMS (sulla questione della resistenza).
I lavori preparatori per il livello 2 devono essere avviati non appena i Cantoni hanno concluso, in
collaborazione con la Confederazione, quelli relativi al livello 1.
Livello 3: profilassi per cerchi concentrici su base geografica
Strategia
La profilassi per centri concentrici su base geografica deve essere presa in considerazione come
integrazione o come alternativa al livello 2 sopra descritto.
Contrariamente a quanto previsto nel livello 2, in questo caso le persone non vengono sottoposte a
profilassi in seguito a situazioni di contatto, bensì in base al loro luogo di domicilio. Secondo criteri
geografici, si traccia un “cerchio” attorno ai casi d’influenza e viene effettuata una profilassi antivirale
su tutte le persone che si trovano al suo interno.
In linea di principio, l’idea di frenare o di bloccare una pandemia influenzale emergente (in Asia)
mediante una profilassi antivirale per cerchi concentrici attorno ai focolai epidemici è stata valutata in
modo positivo dall’OMS. I presupposti su cui si basano i relativi modelli matematici sono una reazione
tempestiva e un tasso di adesione (compliance) molto elevato tra la popolazione (almeno il 90% del
gruppo target).
Misure
Attuazione
La scelta del cerchio/dei cerchi si basa sul luogo di residenza, di domicilio e di lavoro del caso indice o,
eventualmente, delle persone coinvolte nella catena di trasmissione. In questa sede vengono presi in
considerazione criteri geografici. I due fattori più importanti sono un’adeguata informazione delle
persone che vivono all’interno dell’area selezionata e la pronta disponibilità dei farmaci antivirali.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 89 di 251
Misure individuali sulle persone esposte
La misura individuale consiste nella somministrazione di farmaci antivirali a scopo di profilassi.
L’assunzione di tali farmaci deve avvenire su base volontaria ed essere limitata a un breve periodo (p.
es. 10 giorni).
Come il livello 2, anche la possibilità della profilassi per centri concentrici su base geografica (livello 3)
deve essere discussa nel quadro della preparazione alla pandemia. Anche in questo caso, inoltre, il
raggiungimento dell’obiettivo può essere garantito soltanto da una reazione tempestiva e preparata in
modo ottimale.
Fase 6
Dal punto di vista epidemiologico, nella fase pandemica 6 la gestione dei contatti non ha più senso, in
quanto ormai non serve più ad arrestare la pandemia.
Insieme alla Confederazione, i Cantoni hanno istituito un gruppo di lavoro che si occuperà dei lavori
descritti a grandi linee nel presente documento e chiarirà le questioni ancora aperte.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 90 di 251
Riferimenti bibliografici
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Lloyd-Smith JO, Galvani AP, Getz WM. Curtailing transmission of severe acute respiratory syndrome
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pandemic influenza at the source. Science 2005; 309 (5737): 1083-7.
Svoboda T, Henry B, Shulman L, Kennedy E, Rea E, Ng W et al. Public health measures to control the
spread of the severe acute respiratory syndrome during the outbreak in Toronto. NEJM 2004; 350
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Oxford JS. Effectiveness of oseltamivir in preventing influenza in household contacts: a randomized
controlled trial. ACP J Club 2001 Sep-Oct; 135(2): 43.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 91 di 251
Gestione dei contatti
Allegato 1: Criteri per la definizione di “contatto”
Criterio
Caratteristiche
Momento del contatto
Infettività elevata ii (nel caso indice)
Infettività media
Infettività bassa
Durata del contatto
> 60 minuti iii
5 – 60 minuti
< 5 minuti
Tipo di contatto
Assistenza, convivenza, intimità
Conversazione iv
Presenza nella stessa stanza
Probabilità del contatto
Sicuro
Possibile (ad es. scuola, sport di squadra)
Situazione di contatto (cfr. testo relativo al livello 2)
Probabilità di malattia nel caso indice
Caso possibile
Caso probabile
Caso confermato
ii
iii
iv
1˚-3˚ (o 1˚-5˚) giorno di malattia (Control of Communicable Diseases Manual, APHA, 2004)
Proposta tratta da: Australian Management Plan for Pandemic Influenza-Section 5, Annex 6: Infection Control. JAMA 2001;
285(6): 748-54.
Faccia a faccia (a una distanza < 1 m): proposta tratta da: Svoboda T et al. Public health measures to control the spread of the
SARS during the outbreak in Toronto. N Engl J Med 2004; 350(23): 2352-61.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 92 di 251
Gestione dei contatti
Allegato 2: Sorveglianza a domicilio dello stato di salute delle
persone esposte(quarantena)
− Le persone che sono state a stretto contatto con un paziente in cui si
sospetta o è confermata la presenza del virus HxNy devono essere messe
in quarantena in casa per quattro giorni a partire dall’ultimo contatto oppure
finché non possa essere esclusa un’infezione da HxNy.
− La temperatura corporea deve essere misurata due volte al giorno,
mettendo per iscritto i valori riscontrati.
− La persona in quarantena deve essere contattata telefonicamente ogni
giorno.
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Gestione dei contatti
Allegato 3: Lista dei contatti
Nome e indirizzo del caso indice _________________________________________________________________________________
Nome, indirizzo e telefono della
persona esposta
Età
Momento e durata del contatto
Tipo di contatto
Professione della persona
esposta/osservazioni particolari
singolo
ripetuto
il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____
assistenza, convivenza, intimità
conversazione
stessa stanza altro
singolo
ripetuto
il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____
assistenza, convivenza, intimità
conversazione
stessa stanza altro
singolo
ripetuto
il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____
assistenza, convivenza, intimità
conversazione
stessa stanza altro
singolo
ripetuto
il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____
assistenza, convivenza, intimità
conversazione
stessa stanza altro
singolo
ripetuto
il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____
assistenza, convivenza, intimità
conversazione
stessa stanza altro
singolo
ripetuto
il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____
assistenza, convivenza, intimità
conversazione
stessa stanza altro
assistenza, convivenza, intimità
conversazione
stessa stanza altro
singolo
ripetuto
il/dal__/__/__ ore_____al __/__/__ ore_____
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 94 di 251
5 Misure di sanità pubblica
5.1 Raccomandazioni per gli ospedali e le strutture socio-sanitarie
Una pandemia influenzale comporterebbe una situazione di sollecitazione estrema per il sistema
sanitario svizzero. Per poter essere pronti ad affrontare una tale evenienza e a contenere le potenziali
conseguenze, oltre alla Confederazione e ai Cantoni, anche gli ospedali devono organizzarsi e
prendere disposizioni per far fronte all’emergenza.
Obiettivi
Questa lista di controllo è stata elaborata per supportare gli ospedali nella preparazione alla pandemia.
Non si tratta di un vero e proprio piano pandemico per gli ospedali, bensì di un elenco di punti di cui gli
ospedali dovrebbero tener conto nella loro pianificazione. È preferibile che ogni ospedale si occupi
personalmente della pianificazione dettagliata delle misure da adottare, dato che dipendono da vari
fattori quali le dimensioni della struttura, la specificità e le sue infrastrutture, il profilo dei pazienti, le
particolarità locali e le direttive cantonali. Le raccomandazioni e i piani già elaborati o da rielaborare a
livello nazionale sono menzionati separatamente in questa lista.
La lista di controllo è strutturata in base alle fasi pandemiche definite dall’OMS (fasi 3 – 6) e indica le
misure da adottare al momento in cui una fase si concretizza. La fase 3 prevede i lavori di
preparazione alla pandemia, mentre le fasi 4 e 5 e soprattutto la fase 6 si concentrano
sull’implementazione delle misure.
Ipotesi
Le ipotesi corrispondono alle ipotesi di lavoro formulate al capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel
quadro della preparazione a una pandemia influenzale»), nella Parte I del Piano pandemico svizzero
2006.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 95 di 251
Lista di controllo secondo le fasi definite dall’OMS
Questa lista dovrebbe permettere agli ospedali e ad altri prestatori di cure di pianificare le misure da
adottare nell’ambito del processo di preparazione e risposta a una pandemia influenzale.
Attività
Realizzazione
(termine
massimo)
Fase 3
1. Cellula di crisi (CC) – Conduzione delle operazioni in circostanze
straordinarie
9
9
9
9
9
9
9
9
Costituzione di una CC e pianificazione del suo funzionamento (membri,
frequenza delle riunioni, ecc.)
Elaborazione di un piano pandemico interno all’ospedale
Elaborazione di un piano di coordinamento con le autorità:
o sanitarie
o responsabili del piano di catastrofe (interno all’ospedale e cantonale)
o politiche
Elaborazione di un concetto di comunicazione (interno ed esterno) per le varie
fasi
Elaborazione di un piano di mobilitazione dei locali (ammissione, coortaggio,
cure intense, camera ardente, pronto soccorso)
Valutazione del fabbisogno dei servizi tecnici (ventilazione, climatizzazione,
acqua, elettricità, ossigeno, reti di comunicazione, smaltimento dei rifiuti,
approvvigionamenti vari)
Elaborazione di un piano di mobilitazione di risorse supplementari
(assenteismo)
Pianificazione dell’abbandono provvisorio di determinate attività a favore di
attività vitali secondo le fasi dell’OMS (insegnamento, chirurgia elettiva,
ricerca ecc.)
F3
F3
F3
F3
F3
F3
F4
F3
F3
F4
2. Personale degli istituti di cura
Dispositivi di protezione individuale
o Valutazione e acquisto del materiale necessario per la protezione dalle
infezioni in funzione della categoria professionale (dispositivi di protezione
individuale)
o Elaborazione delle raccomandazioni per l’uso dell’equipaggiamento di
protezione e pianificazione di una formazione per le persone
maggiormente esposte ai rischi
9 Profilassi antivirale
o Coordinazione dell’approvvigionamento di antivirali per il trattamento
profilattico del personale con le autorità (Cantoni/Confederazione)
o Elaborazione di un piano di distribuzione dei farmaci antivirali e di
monitoraggio degli effetti collaterali, elaborazione di un piano di
individuazione precoce per il personale di cura
9 Vaccino contro il nuovo sottotipo di virus influenzale con potenziale
pandemico
o Elaborazione di un piano di distribuzione (identificazione delle categorie
prioritarie cui erogare prioritariamente la vaccinazione, informazione a
queste persone ecc.)
9 Elaborazione di un sistema di quantificazione dell’assenteismo
9
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F4
F3
F4
F4
F4
F4
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 96 di 251
Attività
9
Realizzazione
(termine
massimo)
Elaborazione di un piano di lavoro per il personale curante delle strutture di
coortaggio (orari di lavoro, pause, tempo libero, comportamento al di fuori del F3
lavoro, sostegno psicologico)
3. Pazienti
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
Elaborazione di scenari sul numero di pazienti attesi in funzione del tempo
(modello di calcolo fornito dalle autorità sanitarie
Elaborazione di un piano di selezione dei pazienti (triage):
o fuori dal pronto soccorso (centro di triage antistante)
o presso il pronto soccorso
Elaborazione di algoritmi di selezione (adulto/bambino)
Elaborazione di un sistema di registrazione dei casi durante il triage, delle
ammissioni in coortaggio, delle ammissioni presso il reparto cure intense, dei
letti disponibili, dei decessi, dei trasferimenti; pianificazione del processo di
trasferimento di questi dati alle autorità sanitarie
Direttiva per il trattamento (diagnosi, terapia, criterio di revoca delle misure
d’isolamento, criterio per la dimissione dall’ospedale)
Elaborazione di criteri (medici, etici) d’ammissione/esclusione/ uscita dalle
cure intense
Elaborazione di un algoritmo per il trattamento dei casi influenzali che si
manifestano nei pazienti già ricoverati
Elaborazione di un piano per le visite dei familiari (autorizzazione, sicurezza,
informazione sotto forma di opuscoli ecc.)
Garanzia permanente di un sostegno psicologico e religioso
Valutazione della quantità di materiale necessario per i pazienti (mascherine,
antivirali, antibiotici, altri medicamenti di uso corrente, disinfettanti,
biancheria, ossigeno, materiale monouso)
Pianificazione delle procedure di trasferimento/trasporto (interne/esterne)
Pianificazione della gestione delle salme
Pianificazione del trasporto dei pasti e della gestione delle stoviglie
F4
F4
F4
F4
F4
F4
F5
F5
F4
F4
F3
F4
F4
F4
4. Materiale, locali e ambiente
Valutazione del fabbisogno di:
o materiali diversi (disinfettanti, lenzuola/biancheria, materiale di laboratorio
e di radiologia, ecc.)
o apparecchi (respiratori, saturimetri)
o alimenti e bevande
9 Pianificazione delle procedure di pulizia e disinfezione del materiale e dei
locali
9 Elaborazione dei pannelli d’indicazione che saranno utilizzati durante la fase di
coortaggio per facilitare la circolazione delle persone all’interno e all’esterno
dell’ospedale
9
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F4
F4
F4
F4
F4
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 97 di 251
Osservazioni
Fasi 4 e 5
1. Cellula di crisi
9 Adeguamento della struttura e del funzionamento della CC alla nuova
situazione (frequenza delle riunioni, ammissione di nuovi membri)
9 Coordinamento dell’implementazione delle misure
9 Comunicazione secondo il piano
o Æ direzione dell’ospedale, personale, autorità cantonali
9 Preparazione della logistica per il triage (locali, personale, ecc.)
9 Trasferimento dei dati alle autorità (dichiarazione dei casi, numero di
ammissioni, letti disponibili)
2. Personale degli istituti di cura
9 Trattamento di uno o più casi sospetti d’infezione da nuovo sottotipo di
virus con trasmissione interumana confermata
9 Implementazione delle misure di prevenzione delle infezioni secondo la
pianificazione
9 Acquisto dei farmaci antivirali (secondo il piano dell’UFSP)
9 Distribuzione della profilassi antivirale al personale a contatto con i casi di
infezione sospetta o confermata (secondo le liste elaborate nella fase 3)
9 In caso di disponibilità di un vaccino contro il nuovo sottotipo di virus,
vaccinazione del personale a contatto con i casi sospetti o confermati
(secondo le liste elaborate nella fase 3)
9 Sostegno psicologico
3. Pazienti
9 Introduzione di un processo di selezione dei pazienti, concerne soltanto i
casi possibili
9 Introduzione del coortaggio (secondo il piano elaborato nella fase 3)
9 Implementazione della direttiva per il trattamento (diagnosi, terapia, criterio
di revoca delle misure d’isolamento, criterio per la dimissione
dall’ospedale)
9 Implementazione delle raccomandazioni di prevenzione dell’infezione
(mascherina per il paziente ecc.)
9 Partecipazione attiva alla gestione dei contatti in base alle raccomandazioni
delle autorità sanitarie
9 Informazioni ai pazienti e alle famiglie
9 Implementazione delle procedure di trasferimento/trasporto
(interne/esterne)
9
Implementazione delle procedure di gestione delle salme
4. Materiale, locali e ambiente
9 Controllo permanente degli stock disponibili e accertamento della loro
sicurezza
9 Implementazione delle procedure di pulizia e di disinfezione del materiale e
dei locali
9 Posizionamento dei pannelli indicativi per facilitare la circolazione delle
persone all’intero e all’esterno dell’ospedale (coortaggio)
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Fase 6
1. Cellula di crisi
9 Garanzia di funzionamento della CC in qualsiasi circostanza
9 Accertamento del collegamento tra le autorità cantonali/federali e
l’ospedale
9 Mobilitazione di risorse supplementari (assenteismo)
9 Gestione della penuria di mezzi, abbandono provvisorio di determinate
attività secondo le liste elaborate nella fase 3
9 Coortaggio e, se necessario, mobilitazione di nuovi locali (cure intense,
camere ardenti)
2. Personale degli istituti di cura
9 Implementazione delle misure di prevenzione delle infezioni secondo la
pianificazione
9 Esclusione dal lavoro di persone che presentano sintomi influenzali
9 Adeguamento degli orari di lavoro in funzione delle esigenze e
dell’organizzazione
9 Creazione di una hotline
9 Distribuzione della profilassi antivirale ai membri del personale di cura
secondo le liste elaborate nella fase 3
9 Se il vaccino pandemico è disponibile, vaccinazione del personale secondo
le liste delle priorità elaborate nella fase 3
9 Funzionamento della struttura di sostegno psicologico
3. Pazienti
9 Piena operatività (100%) del processo di triage, concerne tutti i pazienti
ammessi
9 Implementazione della direttiva per il trattamento (diagnosi, terapia, criterio
di revoca delle misure d’isolamento, criterio per la dimissione
dall’ospedale)
9 Trasmissione dei dati alle autorità (dichiarazione dei casi, numero di
ammissioni)
9 Implementazione dei criteri di ammissione/esclusione/uscita dalle cure
intense
9 Implementazione delle raccomandazioni di prevenzione dell’infezione
(mascherina per il paziente ecc.)
9 Informazioni ai pazienti e alle famiglie
9 Garanzia permanente di un sostegno psicologico e religioso
9 Implementazione delle procedure di trasferimento/trasporto
(interne/esterne)
9 Implementazione del piano di gestione delle salme
4. Materiale, locali e ambiente
9 Controllo permanente degli stock disponibili e accertamento della loro
sicurezza
9 Implementazione delle procedure di pulizia e di disinfezione del materiale e
dei locali
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5.2 Misure di profilassi personale
Questo capitolo si occupa delle misure di profilassi personale, in particolare l’igiene delle mani e la
limitazione volontaria dei contatti sociali che presentano un rischio potenziale di trasmissione del virus.
Le raccomandazioni riguardanti l’uso della mascherina di protezione respiratoria e la protezione sul
lavoro sono trattate in un capitolo separato (Piano pandemico svizzero 2006, capitolo 5.3 «Mascherine
di protezione respiratoria» e capitolo 8 «Pandemia e aziende»).
In questo documento viene definita come «caso sospetto d’influenza» qualsiasi persona affetta da un
episodio febbrile (≥ 38°C) che insorge nel giro di poche ore, accompagnato da almeno uno dei
seguenti sintomi: tosse, disturbi respiratori, mal di gola. La definizione precisa di caso dovrà tuttavia
tener conto delle caratteristiche del nuovo sottotipo di virus influenzale o di virus pandemico
(virulenza, epidemiologia ecc.).
Obiettivi
Anche le misure di profilassi personale possono contribuire, a seconda della fase pandemica in corso,
a impedire la trasmissione del nuovo sottotipo di virus influenzale dall’animale all’uomo e/o la sua
trasmissione interumana, o perlomeno a ridurre il numero dei casi di trasmissione. A seconda della
fase considerata, i gruppi target sono le persone a contatto con animali o persone ammalate o la
popolazione in generale. La durata e l’estensione delle misure di profilassi personale dipendono
dall’evoluzione delle fasi pandemiche.
Ipotesi
Le seguenti ipotesi sono estratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della
preparazione a una pandemia influenzale»), nella parte I del Piano pandemico svizzero 2006.
Le persone infette possono eliminare e trasmettere per via diretta o indiretta i virus influenzali dal
giorno precedente la comparsa dei primi sintomi della malattia fino a 7 giorni dopo (in media per 5-7
giorni). Nei bambini e nelle persone immunodepresse, il periodo di contagio diretto e indiretto può
prolungarsi anche fino a 21 giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Una trasmissione diretta si verifica
quando le goccioline respiratorie (diametro ≥ 5 μm) emesse da una persona infetta con la tosse o gli
starnuti colpiscono direttamente le mucose di una persona sana. Questo tipo di contaminazione
presuppone una distanza tra le due persone non superiore al metro. Una trasmissione indiretta
avviene invece quando una persona sana tocca oggetti contaminati con secrezioni respiratorie
emesse da una persona infetta oppure stringe la mano di una persona infetta, poi si porta le dita alla
bocca, al naso o agli occhi. Inoltre, non è esclusa una trasmissione attraverso aerosol (particelle infette
in sospensione nell’aria di un diametro < 5 μm).
Le misure qui descritte si basano sulle seguenti ipotesi specifiche:
Non disponiamo di un vaccino durante la prima ondata pandemica. i
I virus influenzali sopravvivono fino a 48 ore su superfici dure e lisce, fino a 12 ore sui tessili e sulla
carta e fino a 5 minuti sulle mani. È stato dimostrato che i virus dell’influenza aviaria H5N1 ritrovati
negli escrementi di uccelli erano ancora attivi dopo 35 giorni a una temperatura ambiente di 4°C e
dopo 6 giorni a una temperatura di 37°C.
i
Conformemente alla decisione del Consiglio federale del 28 giugno 2006, bisogna disporre di un vaccino prepandemico per
l’intera popolazione svizzera al fine di garantire un’immunità parziale contro il virus e migliorare l’efficacia del vaccino
pandemico.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 100 di 251
Fase 3
Strategia
La popolazione – e in particolare le categorie professionali a rischio – devono essere informate
rapidamente e ripetutamente sul comportamento da adottare in presenza o a contatto con animali
malati potenzialmente colpiti o deceduti a causa di un’infezione da nuovo sottotipo di virus influenzale
(fase 3.2/3.3) e sul modo in cui le persone a stretto contatto con persone infette possono proteggersi
da una trasmissione del virus (fase 3.3).
Misure
− Non toccare gli animali malati o morti (a seconda della situazione, può trattarsi di uccelli selvatici o di
determinati animali domestici). Se il contatto con un animale malato o morto è inevitabile, utilizzare i
guanti o un sacco di plastica per proteggersi.
− Informare il veterinario cantonale della presenza di casi isolati o gruppi di animali ammalati o morti.
− In caso di contatto a mani nude con un animale ammalato o morto, non portare assolutamente le
mani al naso, alla bocca o agli occhi – né su sé stessi, né su altre persone – prima di averle lavate
accuratamente con acqua calda e sapone o disinfettate con un prodotto specifico.
− Non toccare gli escrementi (ad es. di uccelli) senza guanti. In caso di contatto, pulirsi con un po’
d’acqua. Dopo un contatto diretto, lavarsi accuratamente le mani con acqua calda e sapone o
disinfettarle con un prodotto specifico.
Per le persone a stretto contatto con ammalati, vanno applicate le misure di profilassi della fase 4
(vedi di seguito).
Fasi 4 e 5
Strategia
La popolazione deve essere informata in modo dettagliato sulle situazioni che presentano un rischio di
contatto e sulle misure di profilassi personale. Nelle zone nelle quali si registrano casi isolati o focolai
d’infezione, la profilassi deve essere diffusa con maggior intensità, accompagnata da altre misure.
Misure
Per le persone sane:
− Evitare qualsiasi contatto stretto con persone con sospetta influenza. Se non è possibile (ad es. in
famiglia, nella stessa economia domestica), perlomeno non utilizzare le stesse stoviglie, posate o
asciugamani senza lavarli.
− Indipendentemente da un’esposizione concreta, ma in particolare quando non è possibile evitare un
contatto stretto con casi sospetti d’influenza (ad es. in famiglia, nella stessa economia domestica),
disinfettarsi frequentemente e accuratamente le mani con un prodotto specifico (ad es. alcool) o
lavarle con acqua calda e sapone.
− Pulire accuratamente gli oggetti e le superfici domestiche che potrebbero essere state contaminate
attraverso secrezioni respiratorie di persone con sospetta influenza. Utilizzare prodotti di pulizia
contenenti alcool, candeggina (ipoclorito di sodio) o altri disinfettanti omologati il cui impiego è
compatibile con le superfici da trattare.
− Non stringere le mani di altre persone e non portare le mani al naso, alla bocca o agli occhi, né su sé
stessi, né su altri.
− Evitare, per quanto possibile, grandi assembramenti di persone (p. es. manifestazioni sportive,
cinema, ristoranti, trasporti pubblici).
− Prestare attenzione ad eventuali sintomi influenzali su sé stessi e sugli altri, ossia febbre ≥ 38°C
accompagnata da almeno uno dei sintomi seguenti: tosse, disturbi respiratori, mal di gola; secondo
l’epidemiologia, altri sintomi possono essere diarrea, dolori alle articolazioni e dolori muscolari.
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Per le persone con sospetta influenza:
− Contattare immediatamente il medico di famiglia o eventualmente chiamare i numeri di telefono
(hotline) raccomandati dai servizi sanitari per poter ottenere una diagnosi il più presto possibile. Non
recarsi dal medico o all’ospedale senza prima aver esposto la situazione al telefono.
− Rimanere in casa almeno 5-7 giorni dopo la comparsa dei sintomi (per i bambini: questo periodo può
essere più lungo in funzione dell’epidemiologica del virus) e tenersi a distanza dalle altre persone (p.
es. chiedere a un parente o a un vicino di casa in buona salute di fare la spesa).
− Per i contatti inevitabili con persone in buona salute (p. es. in famiglia, nella stessa economia
domestica):
− utilizzare esclusivamente fazzoletti di carta per tossire, starnutire o soffiarsi il naso e gettarli
immediatamente dopo l’uso in un secchio della spazzatura chiuso;
− lavarsi spesso e accuratamente le mani con acqua calda e sapone oppure disinfettarle con un
prodotto specifico, in particolare dopo aver messo la mano o un fazzoletto davanti al viso per
tossire, starnutire o soffiarsi il naso.
− Evitare di stringere la mano o di toccare il naso, la bocca o gli occhi di altre persone.
Fase 6
Strategia
Tutte le misure da adottare devono essere diffuse ripetutamente in tutta la Svizzera.
Misure
Vedi fasi 4 e 5
Inoltre, per tutta la popolazione:
− Ridurre al minimo i contatti sociali che presentano un rischio di contagio (colloqui con clienti, visite a
parenti o amici ecc.) e in particolare i contatti fisici (strette di mano, abbracci, baci ecc.).
− Limitare allo stretto necessario gli acquisti e ridurre il numero delle uscite.
− Rimandare qualsiasi viaggio non assolutamente indispensabile in Svizzera o all’estero.
Riferimenti bibliografici
Bean B, Moore BM, Sterner B, Peterson LR, Gerding DN, Balfour HH Jr. Survival of influenza viruses
on environmental surfaces. J Infect Dis 1982; 146 (1); 47-51.
WHO. Avian influenza («bird flu») – Fact sheet, 2006; 1-6.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 102 di 251
Misure di profilassi personale
Allegato 1: Diffusione delle misure di profilassi
Le campagne di informazione locali e regionali devono essere realizzate in accordo con il Medico
cantonale competente.
Canali
Supporti cartacei
− Opuscoli a tutti i nuclei familiari, eventualmente in altre lingue tramite la Polizia degli stranieri (UFSP,
Cantoni)
− Lettera del capo dell’esercito a tutti i soldati e riservisti (CF)
− Manifesti in varie lingue negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni, alle fermate degli autobus, negli
alberghi, nei trasporti pubblici, nei negozi, nelle farmacie e negli studi medici (UFSP, Cantoni)
− Manifesti in lingua straniera nelle ambasciate e nei consolati svizzeri all’estero come pure nei centri
culturali, nei luoghi di culto e nei negozi frequentati dagli stranieri (UFSP, Cantoni)
Mass media
− Inserzioni nei giornali (UFSP)
− Informazione attraverso spot radiofonici/televisivi (UFSP)
− Appelli radiofonici/televisivi del Consigliere federale responsabile o del Presidente della
Confederazione (CF)
Internet/SMS
− Messaggi via e-mail ai dipendenti (datori di lavoro) e agli studenti (Università, Cantoni)
− Domande e risposte sul sito Internet dell’UFSP e ampia diffusione dei link utili (UFSP)
− Messaggi SMS agli utenti di cellulari (CF, UFSP)
Contatti personali (Cantoni):
−
−
−
−
Lezioni di sensibilizzazione nelle scuole
Istruzioni negli asili nido
Conferenze nelle case per anziani
Informazione diretta ai senzatetto da parte degli operatori sociali
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Misure di profilassi personale
Allegato 2: Manifesto/Volantino per le fasi 4 e 5 (e 6), progetto
INFLUENZA 2 : COME PROTEGGERE SÉ STESSI E GLI ALTRI
Persone colpite dall’influenza
I sintomi dell’influenza sono:
− febbre ≥ 38°C
e
− tosse o mal di gola o disturbi respiratori.
Se avete questi sintomi, rimanete a casa o lasciate il più presto possibile il vostro luogo di lavoro.
Contattate il vostro medico o chiamate la hotline della vostra regione.
Se tossite, starnutite o dovete soffiarvi il naso, utilizzate esclusivamente fazzoletti di carta. Dopo l’uso,
gettateli immediatamente in un secchio della spazzatura chiuso.
Non toccate il naso, la bocca né gli occhi di altre persone. Evitate qualsiasi stretta di mano.
Lavatevi spesso e accuratamente le mani con acqua calda e sapone oppure disinfettatele con un
prodotto specifico, in particolare dopo aver starnutito, tossito o esservi soffiati il naso.
Persone sane
Evitate il contatto con persone colpite dall’influenza. Se vivete con una persona colpita dall’influenza,
non usate le sue stoviglie o posate e i suoi asciugamani. Pulite o disinfettate gli oggetti e le superfici
che potrebbero essere contaminati da goccioline respiratorie (tosse), secrezioni nasali o saliva di
persone con influenza.
Non toccate naso, bocca e occhi, né vostri né di altri. Evitate qualsiasi stretta di mano.
Lavatevi spesso e accuratamente le mani con acqua calda e sapone o utilizzate un disinfettante
specifico.
Evitate gli assembramenti di persone. (Inoltre, fase 6: riducete al minimo i contatti sociali che
potrebbero presentare un rischio di contaminazione, e quindi anche i contatti con persone che vi
sembrano sane. Limitate allo stretto necessario gli acquisti e riducete il numero di uscite. Rimandate
qualsiasi viaggio non assolutamente indispensabile in Svizzera o all’estero.)
2
Dato che i non specialisti tendono a chiamare «influenza» qualsiasi patologia accompagnata da sintomi influenzali, nei
messaggi destinati alla popolazione parleremo piuttosto di «persone colpite dall’influenza» o di «persone con influenza»,
mantenendo comunque sempre una netta distinzione con l’influenza stagionale.
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5.3 Mascherine di protezione respiratoria
L’efficacia protettiva delle mascherine contro le infezioni in generale non è dimostrata. Non sono
infatti ancora disponibili test generalmente accettati eseguiti su germi vivi o morti. Tuttavia, le
esperienze raccolte con la SARS fanno supporre che le mascherine di protezione respiratoria possano
limitare la trasmissione dei virus.
Per stabilire a chi raccomandare l’impiego di mascherine e in quali situazioni, occorre considerare i
seguenti fattori determinanti per l'applicabilità di questa soluzione: potenziali vantaggi dal punto di
vista epidemiologico; tipo, qualità, disponibilità, costi e distribuzione delle mascherine nonché durata e
gravità della pandemia. Non da ultimo, si pone poi la questione dell’impatto psicologico che le
mascherine assumono per la popolazione durante la pandemia.
Esistono vari modelli di mascherine, che offrono diversi livelli di protezione. Il modo più semplice per
proteggersi dai germi presenti nelle goccioline di secrezioni è quello di indossare mascherine
chirurgiche, che possono ridurre la diffusione dei germi per via aerea. Il tipo di mascherina
raccomandato è quello che può essere fissato al capo mediante un elastico, che garantisce facilità
d’impiego e una buona stabilità. In particolare, si raccomanda di indossare esclusivamente mascherine
chirurgiche (o con elastico) del tipo II o possibilmente del tipo II R (dove R indica una maggiore
resistenza alla permeazione), che corrispondono allo standard europeo prEN14683. I requisiti fissati
per questo tipo di mascherine sono un’efficienza di filtrazione batterica (Bacterial Filtration Efficiency –
BFE) uguale o superiore al 98 per cento, una differenza di pressione inferiore a 5,0 mm acqua/cm2 e
una resistenza a spruzzi con pressione uguale o superiore a 120 mm di Hg (in queste mascherine, la
perdita totale di tenuta corrisponde di norma a quella delle mascherine FFP1). Dopo 2-3 ore, le
mascherine chirurgiche si inumidiscono, perdendo in tal modo la loro efficacia.
Secondo la norma europea EN149, le mascherine che garantiscono una maggiore protezione sono
quelle appartenenti ai livelli FFP1, FFP2 e FFP3 (filtering face piece; negli USA, filtri N-95 e N-99). Tale
classificazione dei filtri si basa sull’efficacia protettiva contro particelle di diverse dimensioni (al
massimo 0,6 μm). Nelle mascherine FFP2, l’efficacia minima è pari al 95 per cento, mentre in quelle
FFP3 al 99 per cento. L’effetto filtrante è dato da fibre con carica elettrostatica, la cui efficacia
diminuisce con l’usura e in caso di umidità dell’aria superiore all’80 per cento. Le mascherine FFP si
inumidiscono dopo circa 8 ore.
Le mascherine FFP2 vengono impiegate tra l’altro per la prevenzione del contagio da tubercolosi.
Durante l’epidemia di SARS sono stati inoltre riscontrati indizi di una possibile utilità delle mascherine
FFP e delle mascherine chirurgiche.
Ulteriori informazioni sui tipi di mascherine sono consultabili al capitolo 8 («Pandemia e aziende») della
parte III del Piano pandemico svizzero 2006.
Ipotesi
Le ipotesi riportate qui di seguito sono tratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della
preparazione a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006.
Il virus influenzale si trasmette in prevalenza attraverso le goccioline di secrezioni delle vie aeree. Il
virus può inoltre essere trasmesso in caso di contatto mano-viso (infezione da contatto), qualora si
tocchi una persona o una superficie contaminate da goccioline infette. La trasmissione attraverso l'aria
non è invece stata dimostrata. Tuttavia, poiché finora non si conoscono né il potenziale virus
pandemico né la sua modalità di trasmissione, questo tipo di propagazione (sotto forma di aerosol)
non può essere escluso. A tale proposito ricordiamo che le presenti raccomandazioni si basano
soltanto sui risultati provvisori attualmente disponibili. Affinché questi dati possano acquisire un
fondamento scientifico, sono necessarie ulteriori ricerche. Nel limite del possibile le raccomandazioni
dell’UFSP vengono di volta in volta adeguate alle più recenti conoscenze sulla modalità di diffusione
del virus.
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Secondo l’OMS, l’impiego in luoghi pubblici di mascherine per proteggersi da un’infezione, e quindi
prevenire la diffusione della pandemia, è inefficace. Tuttavia, lascia ai singoli Paesi la facoltà di
decidere altrimenti. L’UFSP raccomanda di indossare mascherine in determinate situazioni come
provvedimento supplementare di sanità pubblica.
Obiettivi
L’obiettivo è quello di ridurre i rischi di trasmissione. Le mascherine, indossate dalle persone
ammalate e da quelle che sono in contatto con queste ultime, servono infatti sia a ridurre la
concentrazione del virus nell’aria ambiente che a prevenire il contagio.
Panoramica delle raccomandazioni
Poiché per i diversi gruppi di persone (personale sanitario, popolazione sana ecc.) esiste un diverso
rischio di contagio nelle singole fasi della pandemia, l’UFSP ha elaborato raccomandazioni differenziate
per quanto riguarda l’impiego di mascherine.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 106 di 251
La seguente tabella fornisce una panoramica delle raccomandazioni, i cui dettagli sono riportati più in
basso.
Gruppo di persone
Fase 3
Fase 4
Fase 5
Fase 6
Personale sanitario
FFP2/3
FFP2/3
mascherina
chir.*
mascherina
chir.*
Persone ammalate
FFP2
FFP2
mascherina chir. mascherina chir.
Persona a contatto con la
persona malata (domicilio)
#
#
mascherina chir. mascherina chir.
Popolazione sana
-
-
-
mascherina chir.
* FFP2/3 durante i lavori in cui vengono generati aerosol
# Poiché in questa fase le persone malate sono ricoverate all’ospedale, non si raccomanda alla
persona a contatto con la persona malata l’uso della mascherina.
Fase 3
Strategia
La strategia prevede la protezione delle persone entrate in contatto con animali ammalati da
un’eventuale trasmissione del virus per via aerea, la protezione del personale sanitario e delle persone
che hanno avuto contatti con ammalati da una possibile trasmissione del virus nonché la protezione
delle persone che hanno contratto il nuovo sottotipo di virus influenzale da una co-infezione da
influenza stagionale.
Raccomandazione
La raccomandazione di indossare mascherine non è rivolta alla popolazione sana che non ha contatti
con animali ammalati.
In presenza di un animale ammalato, si raccomanda alle persone esposte (personale curante e
allevatori) di indossare una mascherina FFP3 1 .
Alle persone che hanno contratto un sottotipo di virus influenzale animale (ad es. H5N1), si
raccomanda di indossare una maschera FFP2 senza valvola, qualora il loro stato di salute lo permetta.
In caso di disturbi respiratori, dovrebbe essere utilizzata una mascherina chirurgica. Per il personale
sanitario e per le persone entrate in contatto con il paziente è invece raccomandato l’impiego di una
mascherina FFP2/3.
1
Per le raccomandazioni dettagliate si rimanda al capitolo 8 «Pandemia e aziende» allegato 2 parte III del Piano pandemico
svizzero 2006.
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Fasi 4 e 5
Strategia
La strategia prevede la protezione del personale sanitario e delle persone entrate in contatto con i
pazienti da un’eventuale trasmissione del virus.
Raccomandazione
La raccomandazione di indossare mascherine non è rivolta alla popolazione sana.
Nella fase 4 si raccomanda alle persone che hanno contratto il nuovo sottotipo di virus influenzale di
portare una mascherina del tipo FFP2 senza valvola nella misura in cui le condizioni del paziente lo
permettono. In caso di disturbi respiratori si raccomanda l’uso di mascherine chirurgiche.
A partire dalla fase 5 si raccomanda alle persone malate di indossare una mascherina chirurgica. Se
usate correttamente, le mascherine chirurgiche sono sufficienti per evitare che, attraverso goccioline
infette, il virus si trasmetta al personale sanitario e alle persone entrate in contatto con i pazienti. Oltre
alla profilassi antivirale (se necessaria), alle persone che hanno contatti con un paziente (personale
sanitario, familiari) si raccomanda l’impiego di una mascherina FFP2/3. Questo è infatti il modo più
efficace per contenere i focolai di infezione. Tuttavia, quando l’epidemia si diffonde sul territorio
svizzero (fase 5) ed è ormai impossibile contenerla, questa misura (mascherine FFP2/3) non è più
adatta (secondo le conoscenze aggiornate sul tipo di agente patogeno, come ad esempio contagiosità
e infettività, sulla prevalenza della malattia, sulla morbilità e sulla mortalità delle persone infette
nonché sulla disponibilità delle mascherine, cfr. fase 6).
Fase 6
Oltre all'incerta efficacia delle mascherine, in caso di pandemia si pone anche il problema della loro
fornitura a tutta la popolazione (fabbricanti e grandi distributori). In Svizzera, le mascherine chirurgiche
e quelle di tipo FFP sono distribuite soltanto da poche ditte. Per poter coprire l’intero fabbisogno nel
caso di una pandemia locale della durata di circa 6 settimane, sarebbero necessari 300 milioni di
mascherine (al massimo), una quantità superiore alle capacità disponibili (2005).
La possibilità di costituire delle riserve è limitata, in quanto le mascherine FFP possono essere
conservate soltanto per tre anni (cfr. sopra). Questa limitazione non riguarda tuttavia le mascherine
chirurgiche.
La Confederazione sta valutando le varianti per predisporre e garantire una riserva d’emergenza di
circa 20 milioni di mascherine chirurgiche, da impiegare in caso di grave carenza.
Strategia
La popolazione sana deve procurarsi autonomamente le mascherine chirurgiche.
I datori di lavoro devono invece fornire le mascherine chirurgiche ai loro dipendenti.
Anche le persone ammalate e quelle che sono in contatto con queste ultime devono procurarsi
autonomamente le mascherine chirurgiche.
Le mascherine chirurgiche e FFP2/3 per il personale sanitario devono invece essere fornite dai
Cantoni.
Raccomandazione
Per la popolazione sana
Poiché nel caso di una pandemia influenzale il rischio di contagio non è lo stesso ovunque, la
raccomandazione di indossare mascherine chirurgiche non ha validità generale. Infatti, neanche una
mascherina adeguata può escludere completamente il pericolo di infezione virale. In particolare,
l’agente patogeno potrebbe essere trasmesso attraverso gli occhi e le mucose in seguito al contatto
con le mani. Un’utilizzazione inappropriata delle mascherine, ad esempio a causa di istruzioni
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 108 di 251
insufficienti, rende questa eventualità ancora più probabile. Le maschere vanno inoltre cambiate con
frequenza, perché possono inumidirsi e quindi perdere la loro efficacia (cfr. sopra). È poi indispensabile
un adattamento ottimale della mascherina al viso, che può ad esempio risultare compromesso in
presenza di barba. Agli uomini si raccomanda pertanto di radersi prima di indossare una mascherina.
L’adattamento al viso è particolarmente difficile nei bambini, in quanto le mascherine erano state
originariamente concepite per gli adulti.
L’impiego di una mascherina chirurgica è tuttavia da considerare opportuno qualora un’esposizione in
particolari luoghi pubblici non possa essere evitata (manifestazioni di massa, mezzi pubblici ecc.). Nei
luoghi di lavoro e per determinati gruppi professionali esposti, si raccomanda inoltre ai datori di lavoro
di mettere a disposizione le necessarie mascherine chirurgiche (cfr. anche cap. 8 “Pandemia e
aziende”).
Le mascherine chirurgiche non sono fornite gratuitamente alla popolazione sana e devono essere
acquistate autonomamente dai singoli. Secondo le raccomandazioni dell’autorità sanitaria, i punti
vendita designati sono le farmacie e i supermercati. Le persone con redditi bassi potrebbero ottenere
le mascherine presso i Comuni e i servizi sociali.
Per le persone ammalate
Per evitare il contagio di altre persone attraverso la trasmissione di goccioline in caso di contatto
diretto, si raccomanda alle persone ammalate di indossare mascherine chirurgiche durante l’intero
periodo di contagiosità.
Una mascherina chirurgica dovrebbe essere indossata anche da chi ha contatti con l’ammalato e dai
familiari che lo assistono. Andrebbe inoltre evitato ogni contatto tra il paziente e altre persone. Anche i
bambini ammalati, tranne quelli più piccoli e i neonati, devono indossare una mascherina chirurgica.
Secondo le stime, per ogni paziente e per ogni persona che ha contatti con quest’ultimo sono
necessarie 2 mascherine chirurgiche al giorno. Se si considera che la somministrazione di Tamiflu®
può ridurre la durata media del periodo di contagiosità e se si presuppone una durata di 5 giorni, risulta
un fabbisogno di 20 mascherine chirurgiche per ogni coppia paziente/contatto.
Per il personale sanitario
Al personale sanitario si raccomanda di indossare una mascherina chirurgica a ogni contatto con il
paziente (in ambulatorio o entrando nella stanza in cui si trova l’ammalato). In caso di interventi
particolari sul paziente o di lavori ad alto rischio – come ad esempio broncoscopie, intubazioni
endotracheali, aspirazioni o terapie di nebulizzazione - possono formarsi aerosol contenenti virus. In
questi casi è raccomandato l’impiego di mascherine di tipo FFP2/3.
Gli ospedali devono istruire in modo adeguato il proprio personale sull’utilizzazione corretta delle
mascherine FFP e verificarne l’adattamento al viso mediante un fit check 2 . A tutte le persone che
hanno contatti ravvicinati con il paziente (fino a 1 m di distanza) si raccomanda inoltre di indossare
occhiali protettivi.
Spetta ai singoli Cantoni decidere in merito alla quantità di mascherine necessaria e alla loro
distribuzione a ospedali, medici e personale infermieristico ambulatoriale.
2
Il “fit check” serve a verificare se, mentre si indossa la mascherina, è possibile avvertire il sapore di una sostanza test, come
ad esempio il Bitrex o la saccarina.
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Riferimenti bibliografici
Deutsches Institut für Normung e.V., Berlin, “Operationsmasken – Anforderungen und
Prüfverfahren”, Deutsche Fassung prEN 14683. 2003; 1-15.
Lange JH. Use of disposable face masks for public health protection against SARS. J Epidemiol
Comm Health 2004; 85: 434.
UFV. Empfehlungen zum Schutz des zur Bekämpfung der klassischen Geflügelpest eingesetzten
Personals. 2005.
U.S. Department of Health and Human Services. HHS Pandemic Influenza Plan. 2005; 233.
World Health Organization. WHO global influenza preparedness plan. 2005; 42f.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 110 di 251
5.4 Social distancing
Partendo dal principio che il virus influenzale si trasmette attraverso il contatto tra persone, le misure
di prevenzione devono concentrarsi sulla riduzione dei contatti ravvicinati.
Tali misure, volte a tutelare la salute pubblica, si applicano a due livelli: individuale e collettivo. I
provvedimenti adottati sul piano collettivo, detti anche «social distancing» (distanziamento sociale),
concernono soprattutto le manifestazioni e gli eventi di massa e le scuole, questo perché
l’assembramento di persone favorisce la diffusione dell’influenza. Le limitazioni e i divieti sono volti a
ridurre il carico di malattia («burden of disease»), ossia a rallentare la diffusione dell’infezione e a
contenere l’ondata di pandemia (ridurre la morbidità, la mortalità e le ripercussioni sul sistema
sanitario; guadagnare tempo in vista della messa a punto di un vaccino).
Definizioni:
Per «manifestazione» si intende qualsiasi riunione organizzata, pubblica o privata, alla quale
partecipano più di 50 persone che di solito non convivono, non lavorano e non studiano
insieme. Non sono considerati manifestazioni gli assembramenti legati in particolare al trasporto di
persone, agli acquisti (ad eccezione di fiere, esposizioni o saloni occasionali), all’assistenza sanitaria,
all’esercizio dei diritti politici e all’esercito.
Per «scuola» si intende ogni istituzione pubblica o privata che si assume regolarmente la
custodia, l’educazione o la formazione di bambini, giovani o adulti (asili nido, scuole
dell’infanzia, scuole primarie e secondarie, licei, scuole professionali, scuole universitarie e
università). Le riunioni e i corsi brevi e saltuari a carattere scientifico (simposi, congressi, conferenze)
sono considerati manifestazioni.
L’ipotesi secondo cui le misure di social distancing permettono di rallentare la diffusione della
pandemia influenzale non è suffragata da prove scientifiche e le conoscenze finora acquisite sono
difficilmente applicabili a un’eventuale pandemia futura. Durante le tre pandemie del XX secolo i
tentativi intrapresi per arginare la diffusione dell’influenza hanno avuto scarso successo: non appena si
verifica il contagio effettivo e prolungato da uomo a uomo, è praticamente impossibile arginare
l’infezione. Sembrano invece produrre buoni risultati le misure non mediche, attuate tempestivamente
e combinate con altri provvedimenti. La finestra temporale per evitare una pandemia o
rallentarne sensibilmente la diffusione si estende dalla fase 4 alla fase 5, mentre nella fase 6 i
provvedimenti di social distancing servono piuttosto a limitare i danni (riduzione della portata della
pandemia) che non a prevenire la diffusione dell’infezione a nuovi gruppi o nuove aree.
Considerato che, per il loro comportamento e per fattori biologici, i bambini sono particolarmente
esposti in caso di epidemia o pandemia e molto spesso sono vettori del virus influenzale, le scuole
rivestono un ruolo determinante, come osservato negli Stati Uniti nel 1918 e nel 1957. La stessa
osservazione è stata fatta anche in Gran Bretagna nel 1957 – ma non durante la pandemia del 1968. In
una scuola, per quanto forte essa possa essere colpita, l’ondata pandemica può avere una durata
relativamente breve (quattro settimane). Durante una pandemia la fascia d’età più colpita può variare
da un’ondata all’altra o addirittura nel corso di una stessa ondata, come si è osservato per le epidemie
di influenza stagionale che hanno interessato dapprima i bambini in età scolastica, poi quelli in età
prescolastica e, infine, gli adulti.
L’esperienza mostra che l’apertura o la chiusura delle scuole per le vacanze si ripercuote sul modo in
cui l’influenza si trasmette durante una pandemia. Stando a singoli rapporti, la chiusura delle scuole
consentirebbe di arginare l’insorgenza dell’influenza pandemica e stagionale. Secondo modelli
matematici, questa misura può ridurre il carico di malattia globale, sopprattutto se coincide con
l’insorgenza dell’infezione.
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L’efficacia dei provvedimenti di social distancing dipende da diversi fattori: il tipo di misure, la loro
tempestività, le conseguenze, l’accettazione da parte della popolazione, la capacità di adeguarsi alle
caratteristiche del nuovo sottotipo virale o del virus pandemico e le esperienze precedenti. Affinché
possa produrre un effetto sinergico, il social distancing dovrebbe entrare in linea di conto solo se
accompagnato da misure di contenimento.
I provvedimenti raccomandati qui di seguito si fondano essenzialmente sulla legge sulle epidemie
(LEp; RS 818.101), che all’art. 7 attribuisce alla Confederazione la competenza di adottare i
provvedimenti necessari per prevenire l’introduzione dall’estero di malattie trasmissibili e di incaricare
i Cantoni dell’esecuzione di singoli provvedimenti. A tenore dell’art. 21, i Cantoni possono inoltre
ordinare provvedimenti al fine di prevenire la propagazione di malattie trasmissibili, segnatamente
vietare o limitare assembramenti e riunioni e chiudere scuole.
Obiettivi
Prevenire l’introduzione di un nuovo sottotipo di virus influenzale o di un virus pandemico. Prevenirne
o rallentarne la diffusione tra la popolazione.
Ipotesi
Le ipotesi seguenti sono tratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della preparazione
a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006:
− Se un’ondata pandemica raggiunge la Svizzera, si calcola che saranno necessarie da 2 a 3 settimane
finché il virus si sarà diffuso in tutto il Paese.
− L’infezione si trasmette da uomo a uomo (distanza < 1 metro), perlopiù attraverso le vie aeree
(goccioline o droplets di secrezioni delle vie respiratorie). Gli ambienti confinati e mal ventilati
facilitano la trasmissione del virus.
− Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla fra 1 e 4 giorni (in media 2 giorni).
− Le persone infette risultano di regola contagiose da 1 giorno prima della comparsa dei sintomi fino a
7 giorni dopo (in media per 5-7 giorni); nei bambini e nelle persone immunodepresse la fase
contagiosa dura più a lungo (fino a 21 giorni).
− Tra il virus all’origine dell’influenza stagionale e un virus pandemico vi sono probabilmente grosse
differenze a livello di propagazione, distribuzione secondo le classi di età e gravità della malattia. Tali
differenze possono essere osservate solo al momento della trasmissione interumana. Per il
presente documento si è partiti dal presupposto che l’incidenza cumulativa della malattia (tasso
d’attacco o attack rate) nei bambini in età scolastica fosse del 40-50%, quindi maggiore che negli
adulti (25%).
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Le misure descritte qui appresso si fondano sulle ipotesi seguenti:
− Non verrà mai chiusa una frontiera internazionale.
− Durante il periodo di allerta interpandemico (fase 4 o 5) è possibile fermare l’evoluzione della
situazione ed evitare il passaggio alla fase pandemica. Una volta raggiunto lo stadio di pandemia,
non è più possibile evitare la diffusione dell’infezione in Svizzera.
− Durante la prima ondata non è disponibile un vaccino i in Svizzera.
− I servizi essenziali di pubblica utilità rimangono in funzione a prescindere dalla portata della
pandemia.
Fase 3
Problematica
Evitare l’introduzione di un nuovo sottotipo di virus influenzale animale tra le popolazioni animali
svizzere; evitare l’esposizione della popolazione a un nuovo sottotipo di virus influenzale animale.
Strategia
Vietare il commercio di animali, in particolare di uccelli, o di determinati prodotti di origine animale.
Misure
Applicare il regolamento emanato dall’Ufficio federale di veterinaria alle esposizioni, alle fiere e ai
concorsi con animali.
Fase 4.1/ 5.1
Problematica
La possibilità crescente di una trasmissione interumana del nuovo sottotipo di virus influenzale e la
comparsa di diversi focolai (al di fuori dell’Europa) incrementano il rischio di introduzione di questo
nuovo sottotipo.
Strategia
Evitare l’introduzione del nuovo sottotipo di virus influenzale attraverso gli animali e l’uomo; utilizzare
le esperienze di contenimento maturate nei paesi contagiati per ottimizzare i provvedimenti previsti in
Svizzera.
Misure
Come per la fase 3 e inoltre:
vietare a persone provenienti da una regione o da un paese colpito dal nuovo sottotipo di virus
influenzale (secondo l’elenco OMS) di partecipare a manifestazioni in Svizzera in veste di organizzatori,
espositori, visitatori o altro. La partecipazione è tuttavia consentita ai cittadini che hanno lasciato il
paese interessato 48 ore prima che fosse inserito nell’elenco dell’OMS.
i
Conformemente alla decisione del Consiglio federale del 28 giugno 2006, bisogna disporre di un vaccino prepandemico per
l’intera popolazione svizzera al fine di garantire un’immunità parziale contro il virus e migliorare l’efficacia del vaccino
pandemico.
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Fase 4.2/ 5.2
Problematica
Come per il punto 4.1, ma ulteriore aumento del rischio di introduzione del nuovo sottotipo di virus
influenzale.
Strategia
Come per la fase 4.1.
Misure
Come per la fase 4.1 e inoltre:
− invitare gli organizzatori a rinunciare spontaneamente allo svolgimento di manifestazioni
internazionali;
− vincolare l’organizzazione e/o lo svolgimento di manifestazioni all’obbligo di un’autorizzazione
emessa dalle autorità sanitarie del Cantone interessato (cfr. criteri di valutazione, allegato 1, e
modulo di richiesta, allegato 2). La Confederazione (UFSP) fissa l’entrata in vigore di questa misura e
provvede a informare esaurientemente la popolazione e gli organizzatori potenziali. I Cantoni
divulgano queste informazioni e organizzano la procedura di autorizzazione;
− le autorità sanitarie dei Cantoni indirettamente toccati da una manifestazione (transito o alto numero
di partecipanti) devono essere informate dalle autorità sanitarie del Cantone che esamina la
domanda. Se una manifestazione si svolge in diversi Cantoni, va inoltrata un’unica domanda alle
autorità federali che decidono d’intesa con i Cantoni interessati. Le autorizzazioni per le
manifestazioni a carattere internazionale – che si rivolgono anche a partecipanti e/o a un pubblico
internazionale – possono essere rilasciate o respinte solo previa intesa con l’UFSP;
− in virtù degli stessi criteri di valutazione applicati per le altre manifestazioni, le autorità sanitarie
cantonali autorizzano o vietano globalmente le consuete funzioni religiose (inclusi matrimoni e
funerali) nell’intero Cantone o in parte di esso per un determinato periodo (prorogabile);
− a seconda della situazione epidemiologica, del carico di lavoro che grava sull’amministrazione
pubblica e del clima di paura e insicurezza, le autorità cantonali possono disporre a titolo
precauzionale un divieto generale di manifestazione sul loro territorio, prevedendo eventualmente
disposizioni derogatorie. Tale provvedimento andrebbe deciso d’intesa con le autorità federali o
stabilito da queste ultime a livello nazionale;
− i Cantoni si riservano il diritto di revocare in qualsiasi momento l’autorizzazione rilasciata o, in casi
estremi, di annullare la manifestazione. Gli organizzatori si assumono il rischio – segnatamente
commerciale – legato all’organizzazione e all’eventuale annullamento di una manifestazione;
− gli organizzatori sono tenuti a verificare con le autorità sanitarie cantonali i provvedimenti di
protezione contro le infezioni da applicare se la manifestazione è autorizzata.
− le autorità cantonali controllano l’osservanza della procedura di autorizzazione e il rispetto delle loro
decisioni.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 114 di 251
Fase 4.3/ 5.3
Problematica
Vengono segnalati in Svizzera i primi focolai del nuovo sottotipo di virus influenzale nell’uomo: si tratta
di un sottotipo virale trasmissibile da uomo a uomo che si manifesta per la prima volta a livello
mondiale, oppure di un sottotipo importato da una o più persone che lo hanno contratto all’estero. È
necessario adottare molta rapidamente misure rigorose per contenere i primi focolai.
Strategia
Produrre il massimo sforzo al fine di contenere il nuovo sottotipo di virus influenzale ai focolai iniziali o
di rallentarne la diffusione e guadagnare tempo per predisporre misure di lotta, limitando o vietando a
persone ammalate o potenzialmente contagiate l’accesso a manifestazioni e scuole.
Misure
Manifestazioni
Come per la fase 4.1/5.1 e inoltre:
− le autorità sanitarie dei Cantoni contagiati fissano un divieto generale di manifestazione;
− le autorità sanitarie dei Cantoni non contagiati assoggettano l’organizzazione di qualsiasi
manifestazione all’obbligo di autorizzazione (cfr. criteri di valutazione, allegato 1). Chiedono agli
organizzatori di rinunciare spontaneamente a qualsiasi manifestazione, al fine di evitare rischi
sanitari e un carico eccessivo per le autorità sanitarie cantonali (vedi anche fasi da 4 a 5.2,
autorizzazione).
Se una manifestazione ha comunque luogo, occorre
− raccomandare alle persone che vivono in una regione contagiata di non partecipare a
manifestazioni in regioni non contagiate;
− consigliare alle persone che presentano una sindrome influenzale e alle persone a loro vicine di
non partecipare a manifestazioni;
− invitare gli organizzatori a valutare a priori, con le autorità sanitarie cantonali, le misure di
protezione contro le infezioni da applicare durante la manifestazione;
− invitare i partecipanti a rispettare le raccomandazioni per la profilassi individuale.
Scuole
Le autorità cantonali chiudono le scuole non appena nel Cantone si manifestano i primi focolai
del nuovo sottotipo di virus influenzale. In ogni caso, vanno chiusi anche gli asili nido, le scuole
dell’infanzia e le scuole elementari. La chiusura delle scuole secondarie e professionali, dei licei, delle
scuole universitarie e delle università dipende dall’epidemiologia dell’influenza in quel preciso
momento.
Le autorità dei Cantoni non contagiati valutano l’eventualità di una chiusura precauzionale delle
scuole se in uno o più Cantoni limitrofi (o nella fascia di confine) si sono registrati casi di contagio (cfr.
criteri di valutazione, allegato 1).
Una volta decisa, la chiusura delle scuole si protrae fino al termine dell’ondata pandemica nel Cantone
interessato (probabilmente circa 4 settimane), a meno che allievi e insegnanti non siano stati vaccinati
nel frattempo.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 115 di 251
La procedura per le scuole internazionali, che sovente dispongono di un internato, va disciplinata caso
per caso. Si potrebbe ad esempio vietare l’insegnamento come nelle altre scuole, lasciando tuttavia
aperto l’internato. Un’altra possibilità potrebbe essere di rifiutare l’iscrizione di allievi provenienti da
una regione contagiata (cfr. elenco OMS dei paesi contagiati) o di vietare il rientro dopo le vacanze
trascorse in una regione contagiata.
−
−
−
−
Misure a carattere generale
Controllare la presentazione delle domande per l’autorizzazione di manifestazioni e verificare che
vengano osservati il divieto di manifestazione e l’obbligo di chiusura delle scuole.
Nei Cantoni in cui le scuole sono state chiuse vanno sconsigliate le attività di gruppo
extrascolastiche e l’organizzazione da parte di genitori o aziende di un servizio di custodia collettiva
dei bambini.
Valutare come la popolazione accetta le prime misure di contenimento adottate in Svizzera e
all’estero; verificare l’efficacia di tali misure in vista di un adeguamento delle raccomandazioni.
Trasmettere rapidamente questi risultati all’UFSP, che a sua volta li trasmette alla comunità
internazionale e all’OMS allo scopo di aggiornare le politiche nazionali e internazionali. Tenere conto
dei nuovi consigli forniti dall’OMS.
Fase 6
Problematica
Il virus pandemico si trasmette in tutta la popolazione. In questo stadio si tratta di ridurre al minimo gli
effetti della pandemia, ossia di fare in modo che essa venga rallentata e colpisca il minor numero
possibile di persone.
Strategia
Come per la fase 4.3, ma con l’obiettivo di minimizzare i danni causati dalla pandemia anziché
prevenirli.
Ridurre la densità di incidenza (incidenza giornaliera) e l’incidenza cumulativa (per l’intera ondata
pandemica).
Stendere un verbale sulle esperienze raccolte per una futura ondata o per una futura pandemia.
Misure
Come per la fase 4.3/5.3 e inoltre:
− Rivalutare costantemente le misure da adottare in caso di pandemia a seconda della situazione, in
particolare quella epidemiologica, e delle prime valutazioni sull’efficacia delle misure di
contenimento già applicate.
− Non appena l’ondata pandemica è passata o gli allievi e gli insegnanti del Cantone sono stati
vaccinati, le autorità sanitarie cantonali decretano d’intesa con l’UFSP la fine dell’ondata
pandemica/della pandemia, abrogano le restrizioni cantonali alle manifestazioni e riaprono le scuole.
− Verificare l’efficacia dei provvedimenti.
− Attualizzare le raccomandazioni.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 116 di 251
Riferimenti bibliografici
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 117 di 251
Social distancing
Allegato 1: criteri di valutazione per l’autorizzazione di manifestazioni e
la chiusura delle scuole
La decisione di autorizzare o vietare lo svolgimento di manifestazioni e di chiudere le scuole si fonda
su una valutazione dei rischi nella situazione concreta. Occorre tenere conto in particolare dei criteri
seguenti:
Contesto epidemiologico nazionale e internazionale
localizzazione, estensione e sviluppo dei focolai
infettività/contagiosità, virulenza e letalità, modalità di trasmissione più importante
fasce d’età/gruppi di popolazione particolarmente colpiti
disponibilità in Svizzera di un vaccino prepandemico/pandemico e copertura vaccinale della
popolazione
(se non omogenea: per regione e gruppo target, in particolare ragazzi in età scolastica)
− efficienza dei primi provvedimenti nazionali e internazionali
−
−
−
−
Caratteristiche della manifestazione
−
−
−
−
provenienza dei partecipanti
numero di partecipanti
durata della manifestazione
tipologia degli ambienti (al chiuso/all’aperto)
Caratteristiche della scuola e/o degli alunni
− appartenenza degli allievi (o, a seconda dell’età, di una parte di essi) ai gruppi particolarmente
esposti
− bacino d’utenza della scuola
− presenza di una mensa o di un internato con dormitori
Eventuali altri misure come ad esempio l’uso di mascherine di protezione, il controllo della
temperatura corporea o il ricorso alla profilassi antivirale non devono influenzare la decisione di
autorizzare o vietare manifestazioni e di chiudere le scuole, dato che la loro efficacia per l’intera
popolazione non è sufficientemente avvalorata da dati scientifici. Irrilevanti ai fini della decisione di
chiudere le scuole sono inoltre il numero e la densità degli allievi per classe, i rilevamenti della
temperatura e dell’umidità dell’aria come pure la ventilazione delle aule. Questi fattori sono
difficilmente controllabili e rivestono probabilmente solo un’importanza secondaria.
Oltre che della valutazione dei rischi per la salute pubblica, l’esame della domanda di autorizzazione
deve tenere conto anche delle conseguenze sociali ed economiche del divieto di manifestazione. Ciò
vale anche per la chiusura delle scuole che potrebbe comportare un aumento dell’assenteismo dei
genitori, costretti a restare a casa per badare ai figli. Questa situazione potrebbe a sua volta
ripercuotersi sulla prestazione di servizi essenziali, tra cui l’assistenza alle persone malate.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 118 di 251
Social distancing
Allegato 2: modulo di richiesta per l’autorizzazione di manifestazioni in
caso di pandemia o rischio di pandemia
Vista l’attuale situazione di pandemia influenzale o di rischio pandemico, lo svolgimento di qualsiasi
manifestazione è soggetto ad autorizzazione obbligatoria, che può essere richiesta con il presente modulo
all’ufficio di sanità del Cantone interessato (luogo della manifestazione). Va rilevato che nei Cantoni in
cui sono già stati rilevati focolai del virus (pre)pandemico vige il divieto generale di manifestazione.
Per «manifestazione» si intende qualsiasi riunione organizzata, pubblica o privata, alla quale partecipano
più di 50 persone. Fanno eccezione gli assembramenti legati alle consuete funzioni religiose, i raduni
abituali nell’ambito dell’attività lavorativa, della formazione scolastica e universitaria di lunga durata, del
trasporto di persone, degli acquisti (ad eccezione di fiere ecc.), della sanità, dell’esercizio di diritti politici,
della diplomazia e dell’esercito.
Descrizione e tipo della manifestazione _______________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
Data della manifestazione
Inizio ___/___/20___ ore _____
Fine ___/___/20___ ore _____
Organizzatori
Nome (comitato, associazione, società, club)
_______________________________________________
Indirizzo completo
_______________________________________________
Persona di contatto:
Cognome, nome
_______________________________________________
Indirizzo completo
_______________________________________________
Telefono/cellulare
Fax
_______________________________________________
Email
_______________________________________________
Luogo della manifestazione (indirizzo esatto, nel caso di manifestazioni itineranti indicare tutte le
località/il percorso)
______________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
Numero di partecipanti attesi (sia «attivi» come espositori e sportivi sia «passivi» come visitatori e
spettatori)
Ubicazione
La manifestazione si svolge:
che all’aperto □
al chiuso (incl. capannoni) □
all’aperto □ sia al chiuso
Provenienza dei partecipanti in % (stima) («attivi» e «passivi»)
1. Regione
______ %
2. Cantone
______ %
3. Altri Cantoni
______ %
4. Altri Stati europei
%
5. Asia
______ %
6. Altri continenti
______ %
Osservazioni ________________________________________________________________________________
Luogo e data _______________________________
Firma __________________________________
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5.5 Gestione di casi sospetti
In base agli sviluppi della situazione in Svizzera, il presente capitolo verrà adeguato alle caratteristiche
del sottotipo prevalente del virus influenzale.
5.5.1 Gestione di casi sospetti nella fase 3
Lo schema di flusso qui riportato e i relativi allegati servono a facilitare la procedura da seguire
all’interno e all’esterno degli ospedali in caso di sospetto di influenza aviaria (influenza A H5N1)
nell’uomo. Le raccomandazioni sono state leggermente rielaborate rispetto alla precedente versione
dell’ottobre 2005. In particolare, i criteri per la determinazione di casi sospetti (allegato 1) sono stati
adeguati alla situazione attuale in Svizzera. Per il momento, il virus influenzale A H5N1 colpisce gli
uccelli e il rischio per l’uomo è minimo. A livello mondiale, finora non è stata dimostrata alcuna
trasmissione da uccelli selvatici a esseri umani. Pertanto, il rischio continua a essere limitato a quei
Paesi in cui il virus è molto diffuso tra il pollame. La possibilità di singoli casi di infezione nell’uomo
non può tuttavia essere del tutto esclusa neanche in Svizzera. Per tale motivo, occorre tenere conto
dei seguenti criteri per la determinazione di casi sospetti di influenza aviaria, che altrimenti potrebbe
essere scambiata per influenza stagionale o per un altro tipo di infezione.
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Gestione di casi sospetti nella fase 3
Allegato 1: Criteri per la determinazione di casi sospetti di influenza
aviaria A H5N1 [assistenza medica di base]
1. Persone entrate in contatto con animali in Svizzera e nei Paesi limitrofi
Sintomi clinici
Sintomi influenzali con febbre ≥ 38°C e almeno uno dei seguenti sintomi:
tosse, disturbi respiratori, mal di gola, diarrea
E
Anamnesi in vista di
una possibile
esposizione
almeno uno dei seguenti contatti negli ultimi 7 giorni:
⋅ contatto diretto (toccandolo) con un uccello selvatico morto o vivo nel quale
è stata confermata in laboratorio (H5) la presenza del virus dell’influenza
aviaria A H5N1 o sussiste un forte sospetto
⋅ contatto (< 1 m) con uccelli migratori morti o ammalati nei quali è stata
confermata in laboratorio la presenza del virus dell’influenza aviaria A
H5N1 o sussiste un forte sospetto
⋅ contatto diretto (toccandolo) con un mammifero nel quale è stata
confermata in laboratorio la presenza del virus dell’influenza aviaria (H5).
Vista la possibilità di trasmissione di goccioline tra animali vivi, secondo gli esperti può essere
opportuno operare una distinzione tra uccelli vivi e morti
O
2. Viaggiatori
Sintomi clinici
Sintomi influenzali con febbre ≥ 38°C e almeno uno dei seguenti sintomi:
tosse, disturbi respiratori, mal di gola, diarrea
E
Anamnesi di viaggio
soggiorno, nei 7 giorni precedenti la comparsa dei sintomi, in un Paese o in
una regione in cui l’influenza aviaria A (HPAI) del sottotipo H5N1, altamente
patogena, è molto diffusa tra le popolazioni di animali, e in particolare tra il
pollame (lista dei Paesi:
www.bag.admin.ch/infekt/vogelgrippe/vogelgrippe/d/index.htm,
www.who.int/csr/disease/avian_influenza/updates/en/ o
www.bvet.admin.ch)
E
Anamnesi in vista di
una possibile
esposizione
almeno uno dei seguenti contatti:
⋅ contatto (< 1 m) con pollame d’allevamento, uccelli acquatici o suini vivi o
morti in qualsiasi situazione (anche in un mercato di volatili o suini)
⋅ contatto (< 1 m) con una persona nella quale è stata confermata la presenza
del virus dell’influenza aviaria H5N1
⋅ contatto (< 1 m) con un mammifero nel quale è stata confermata la
presenza del virus H5
⋅ contatto (< 1 m) con una persona che accusava inspiegabili disturbi
respiratori ed è successivamente deceduta
⋅ contatto con strutture che, nelle ultime 6 settimane, hanno ospitato pollame
d’allevamento morto o vivo oppure uccelli acquatici morti o vivi.
O
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3. Persone che lavorano in laboratori
Sintomi clinici
Sintomi influenzali con febbre ≥ 38°C e almeno uno dei seguenti sintomi:
tosse, disturbi respiratori, mal di gola, diarrea
E
Anamnesi in vista di
una possibile
esposizione
lavoro, nei 7 giorni precedenti la comparsa dei sintomi, in un laboratorio con
campioni del virus dell’influenza aviaria A-H5N1.
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Gestione di casi sospetti nella fase 3
Allegato 2: Misure per la prevenzione e il controllo dell’infezione in
una persona con sospetta influenza aviaria A H5N1 nell’ambito
della prima assistenza in ambulatorio [medici e ospedali]
Attualmente (luglio 2006), il rischio di trasmissione interumana è estremamente ridotto. Tuttavia,
tenuto conto della gravità dei disturbi respiratori, dell’elevatissimo tasso di mortalità e del rischio
che il virus muti trasformandosi in un ceppo pandemico, è necessario integrare le misure
precauzionali generali con misure supplementari di protezione e di isolamento onde evitare rischi di
trasmissione tramite contatto, goccioline infette e aerosol.
In presenza di situazioni corrispondenti ai criteri fissati per la determinazione di casi sospetti (allegato
1), il medico specialista responsabile deve adottare le misure riportate qui di seguito.
Accettazione del
paziente e anamnesi
Non appena sorge il sospetto: sistemazione del paziente in un locale separato.
Paziente: mascherina con filtro FFP2, qualora le condizioni di salute lo
permettano. In caso di disturbi respiratori o in mancanza di mascherine del tipo
suddetto, si raccomanda l’impiego di una mascherina chirurgica. Non utilizzare
mascherine con valvola.
Personale: mascherina con filtro FFP2/3.
Misure precauzionali
durante l’esame
clinico e la diagnosi
approfondita
Paziente: mascherina con filtro FFP2 (cfr. sopra).
Personale: tutto il personale che fornisce assistenza al paziente deve
indossare:
⋅ mascherina con filtro FFP2/3;
⋅ occhiali protettivi;
⋅ guanti monouso non sterili:
⋅ camice monouso non sterile.
Dopo aver tolto i guanti, disinfettare le mani.
Trasporto di un
paziente con
sospetto di influenza
aviaria nell’ospedale
designato
A prescindere dal tipo di veicolo (veicolo privato, ambulanza), occorre attenersi
a quanto segue:
⋅ meno persone possibili nel veicolo, preferibilmente solo conducente e
paziente;
⋅ paziente: mascherina con filtro FFP2 (cfr. sopra);
⋅ personale: mascherina con filtro FFP2/3, guanti non sterili, occhiali protettivi
e camice non sterile. Dopo aver tolto i guanti, disinfettare le mani. Per motivi
di sicurezza stradale, il conducente può limitarsi a indossare la mascherina;
⋅ tutte le persone che accompagnano il paziente devono indossare almeno
una mascherina con filtro FFP2/3 o una mascherina chirurgica e disinfettare
le mani dopo ogni contatto.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 123 di 251
Misure dopo il
Le secrezioni e i liquidi provenienti dalle vie respiratorie vanno smaltiti come
ricovero del paziente rifiuti infettivi e le superfici con cui il paziente è venuto a contatto devono
essere disinfettate (www.sgsh.ch/).
Tutte le persone che possono essere state esposte al virus influenzale A
H5N1 devono monitorare attentamente il proprio stato di salute nei 7 giorni
successivi all’esposizione e misurare la temperatura corporea una volta al
giorno. In caso di stati febbrili e/o disturbi respiratori è necessario rivolgersi a
un medico (cfr. i criteri indicati nell’allegato 1).
Tutte le persone che, senza alcuna protezione, sono entrate in contatto con un
caso confermato di influenza aviaria A H5N1 devono essere sottoposte a una
profilassi con oseltamivir (Tamiflu®)(allegato 5).
Vaccinazione del
personale sanitario
In genere, tutte le persone che lavorano in centri in cui viene fornita assistenza
ai pazienti dovrebbero vaccinarsi ogni anno contro l’influenza stagionale
(www.bag.admin.ch/infekt/publ/supplementa/d/suppl13_grippe.pdf).
Allo stato attuale, detta vaccinazione serve a ridurre il rischio che un singolo
individuo possa essere infettato contemporaneamente dal virus influenzale
umano e da quello dell’influenza aviaria. Una tale combinazione potrebbe
favorire la comparsa di un potenziale ceppo pandemico. La vaccinazione riduce
inoltre la probabilità di contrarre l’influenza stagionale e, pertanto, la possibilità
che sorgano falsi sospetti di H5N1.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 124 di 251
Gestione di casi sospetti nella fase 3
Allegato 3: Misure per la prevenzione e il controllo dell’infezione
nell’assistenza ospedaliera a una persona con sospetto di influenza
aviaria A H5N1 [ospedale designato]
La lista degli ospedali “designati”, resa nota dai Cantoni, non è ancora stata completata al momento
della pubblicazione del presente Piano pandemico svizzero 2006. Secondo l’algoritmo per la procedura
in caso di sospetto di influenza aviaria, la selezione deve essere effettuata a livello cantonale.
Il ricovero in ospedale può avvenire nei seguenti modi:
⋅ il paziente si reca di propria iniziativa al pronto soccorso: in questo caso, occorre adottare il più
rapidamente possibile apposite misure di isolamento al fine di evitare una trasmissione dell’infezione
tramite contatto, goccioline o aerosol;
⋅ il ricovero del paziente è deciso dal Medico cantonale/dall’UFSP/ dall’assistenza medica di base: in
questo caso, vengono informati i responsabili dell’igiene ospedaliera. Prima dell’arrivo del paziente, è
necessario predisporre le strutture necessarie per garantirne l’isolamento. Occorre inoltre informare
dell’arrivo il personale medico e infermieristico coinvolto.
Formalità di
accettazione
Le formalità di accettazione sono espletate dai familiari oppure dal paziente
stesso nella stanza d’isolamento rispettando le misure stabilite per la
prevenzione e il controllo dell’infezione.
Esame clinico e
diagnosi approfondita
Paziente: mascherina con filtro FFP2, qualora le condizioni di salute del
paziente lo permettano. In caso di disturbi respiratori o in mancanza di
mascherine del tipo suddetto, si raccomanda l’impiego di una mascherina
chirurgica. Non utilizzare mascherine con valvola.
Personale: tutto il personale che fornisce assistenza al paziente deve
indossare:
⋅ mascherina con filtro FFP2/3;
⋅ occhiali protettivi;
⋅ guanti monouso non sterili:
⋅ camice monouso non sterile.
Dopo aver tolto i guanti, disinfettare le mani.
Esame per determinare Cfr. allegato 4.
la presenza del virus A Prima di inviare un campione biologico relativo a un paziente con sospetto di
H5N1
influenza aviaria A H5N1 occorre informare il personale del laboratorio analisi.
Misure di isolamento
⋅ Misure standard
⋅ Misure volte a prevenire la trasmissione del virus tramite contatto o
goccioline (www.chuv.ch/swiss-noso/cd54a3.htm).
Trasporto interno
I trasporti interni devono essere evitati il più possibile e, in ogni caso, occorre
informare i reparti interessati.
⋅ Paziente: mascherina con filtro FFP2 (cfr. sopra);
⋅ Personale: mascherina con filtro FFP2/3 e guanti non sterili. Dopo aver tolto
i guanti, disinfettare le mani.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 125 di 251
Vaccinazione del
personale sanitario
In genere, tutte le persone che lavorano in centri in cui viene fornita
assistenza ai pazienti dovrebbero vaccinarsi ogni anno contro l’influenza
stagionale
(www.bag.admin.ch/infekt/publ/supplementa/d/suppl13_grippe.pdf).
Allo stato attuale, la vaccinazione serve a ridurre il rischio che un singolo
individuo possa essere infettato contemporaneamente dal virus influenzale
umano e da quello dell’influenza aviaria. Una tale combinazione potrebbe
favorire la comparsa di un potenziale ceppo pandemico. La vaccinazione
riduce inoltre la probabilità di contrarre l’influenza stagionale e, pertanto, la
possibilità che sorgano falsi sospetti di H5N1.
Profilassi del personale
medico e
infermieristico dopo
un’esposizione
Tutte le persone che possono essere state esposte al virus influenzale A
H5N1 devono monitorare attentamente il proprio stato di salute nei 7 giorni
successivi all’esposizione e misurare la temperatura corporea una volta al
giorno. In caso di stati febbrili e/o disturbi respiratori è necessario rivolgersi a
un medico (cfr. i criteri indicati nell’allegato 1).
Tutte le persone che, senza alcuna protezione, sono entrate in contatto con
un caso confermato di influenza aviaria A H5N1 devono essere sottoposte a
una profilassi con oseltamivir (Tamiflu®)(allegato 5).
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Gestione di casi sospetti nella fase 3
Allegato 4: Raccomandazioni del Centro nazionale per l’influenza
(CNI) relative al prelievo di campioni per la conferma dell’influenza
aviaria A H5N1 in casi sospetti [ospedale designato]
Per evitare il contagio e l’esposizione di altre persone è necessario attenersi alle disposizioni riportate
qui di seguito.
Misure relative al prelievo di ⋅ Il modulo per l’accertamento diagnostico di laboratorio deve
campioni
essere richiesto telefonicamente al CNI (indirizzo riportato più in
basso) o scaricato dal sito Internet dell’UFSP
(www.bag.admin.ch/infekt/vogelgrippe/d/form_virusnachw.pdf).
⋅ I contenitori per il trasporto delle provette di prelievo (mezzo di
coltura) sono ottenibili presso il Medico cantonale o presso un centro
ospedaliero designato da quest’ultimo. Le provette con il mezzo di
coltura devono essere conservate a una temperatura di 4°C.
⋅ Onde evitare un’infezione, la persona che preleva il campione deve
indossare una mascherina FFP2/3, guanti, occhiali protettivi e camice.
⋅ Prelievo di campioni
− Tampone nasale e faringeo: utilizzare due tamponi: uno per il naso e
uno per la faringe. Il primo prelievo deve essere effettuato nel
nasofaringe (a 5-7 cm dall’apertura nasale), se possibile prelevando
delle secrezioni, mentre il secondo nella faringe.
− I due tamponi devono poi essere collocati nella stessa provetta che
contiene il mezzo di trasporto per il virus (dopo il prelievo, chiudere
bene la provetta).
− Disinfettare la superficie esterna della provetta dopo il prelievo di un
campione (con un disinfettante a base di alcool o con candeggina al
5%), quindi verificare se la provetta è ben chiusa.
− Gettare i guanti e il materiale contaminato in un contenitore per
rifiuti biologici e chiudere quest’ultimo, quindi disinfettare le mani
(con un disinfettante contenente alcool).
− Compilare il modulo con le informazioni necessarie per l’analisi del
campione e per l’identificazione del paziente, conservarlo
nell’apposita tasca esterna del sacchetto di plastica.
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Trasporto del campione
Utilizzare l’imballaggio speciale fornito dal CNI.
⋅ Collocare ogni provetta contenente un campione in un involucro
protettivo.
⋅ Mettere l’involucro protettivo con la provetta nel sacchetto di plastica
in dotazione.
⋅ Inserire il modulo nell’apposita tasca esterna del sacchetto di plastica.
⋅ Collocare il sacchetto nel secondo biocontenitore, chiudibile
ermeticamente, che contiene materiale assorbente.
⋅ Collocare tale biocontenitore nella scatola di cartone che sarà
utilizzata per la spedizione.
⋅ Spedire il pacchetto, per corriere espresso, al laboratorio centrale di
virologia di Ginevra, presso il CNI.
⋅ Informare il CNI dell’avvenuta spedizione del materiale da esaminare
e comunicare l’ora di arrivo prevista.
⋅ Allegare a ogni campione un modulo con i dati necessari per l’analisi.
Avvertenza
In caso di sospetto di influenza aviaria A H5N1, non spedire mai un
campione senza un’espressa dichiarazione al riguardo (pericolo di
contaminazione del personale di laboratorio durante la coltivazione,
normalmente effettuata per gli agenti patogeni dell’influenza
stagionale).
Analisi
Il CNI effettua le seguenti analisi:
⋅ rilevamento di segmenti del genoma del virus dell’influenza A (H5N1)
mediante RT-PCR nell’uomo (H5 e N1), con test parallelo volto a
rilevare i virus influenzali A e B;
⋅ se il test dell’influenza A (H5N1) dà esito negativo: caratterizzazione
dei virus influenzali con antisieri contro l’influenza A(H3), A(H1) e B.
⋅ Nei giorni lavorativi, i risultati sono disponibili entro 24 ore dalla
ricezione del campione. In casi urgenti è possibile richiedere, tramite
l’UFSP, un servizio di picchetto fino al mezzogiorno del sabato.
Hinweis
Test rapido
Attualmente, l’impiego di un test rapido non è consigliato a causa dei
seguenti fattori limitanti:
⋅ possibile reattività incrociata tra virus dell’influenza aviaria H5N1 e
virus dell’influenza stagionale;
⋅ insufficiente sensibilità del metodo e problemi di sicurezza.
Indirizzo del CNI: Centre national d'Influenza, Hôpital Cantonal de Genève, Rue Micheli-du-Crest 24,
CH-1211 Genève 14, tel. ++41 (0)22 372 40 81 o ++41 (0) 22 372 40 91, fax ++41 (0)22 372 40 88
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Gestione di casi sospetti nella fase 3
Allegato 5: Raccomandazioni per il trattamento di persone con
sospetto di influenza aviaria A H5N1
Adulti
Principio attivo
Dose
Durata
oseltamivir 75 mg
(Tamiflu®)
1 capsula
2 volte al
giorno
5 giorni
Tutte le persone che, senza alcuna protezione, sono
entrate in contatto con un paziente nel quale è stata
confermata la presenza del virus dell’influenza aviaria A
H5N1 (contatto < 1 m).
oseltamivir 75 mg
(Tamiflu®)
1 capsula
1 volta al
giorno
10 giorni
Profilassi pre-esposizione
Non opportuna per il momento
Trattamento di un caso sospetto
Se i criteri per la determinazione di casi sospetti sono
soddisfatti, iniziare immediatamente il trattamento dopo
aver prelevato campioni biologici secondo l’allegato 4.
Profilassi dopo un’esposizione (personale sanitario e
persone vicine)
Bambini
Principio attivo
Trattamento di un caso
sospetto
oseltamivir
Se i criteri per la
determinazione di casi
sospensione
sospetti sono soddisfatti,
orale1 12 mg/ml
(Tamiflu®)
iniziare immediatamente il
trattamento dopo aver
prelevato campioni biologici
secondo l’allegato 4.
Profilassi postesposizione (persone
vicine)
Dose
Peso corporeo
Dosaggio
≤15 kg
30 mg 2 volte al
giorno
da >15 kg a 23 kg
45 mg 2 volte al
giorno
da >23 kg a
a 40 kg
60 mg 2 volte al
giorno
> 40 kg
75 mg 2 volte al
giorno
≤15 kg
30 mg 1 volta al
giorno
da >15 kg a 23 kg
Tutti i bambini (≥ 1 anno)
oseltamivir
che, senza alcuna
sospensione
protezione, sono entrati in orale1 12 mg/ml da >23 kg a 40 kg
contatto con un paziente
(Tamiflu®)
nel quale è stata
confermata la presenza del
>40 kg
virus dell’influenza aviaria A
H5N1 (contatto < 1 m).
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Durata
5 giorni
45 mg 1 volta al
giorno
60 mg 1 volta al
giorno
10 giorni
75 mg 1 volta al
giorno
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 129 di 251
Bambini al di sotto dei 12 mesi
Nei bambini con meno di 1 anno, la terapia e la profilassi dell’influenza con oseltamivir possono
essere eseguite esclusivamente da specialisti previa ponderazione dei possibili rischi.
Poiché la non pericolosità e l’efficacia dell’oseltamivir per la terapia antinfluenzale nei bambini con
meno di 12 mesi non sono ancora state accertate, questo farmaco non è stato finora autorizzato in
nessun Paese per bambini in questa fascia d’età. Nel corso di esperimenti condotti su animali
somministrando una dose di oseltamivir almeno 500 volte superiore alla norma, sono stati osservati
casi di morte e un aumento delle concentrazioni nel tessuto cerebrale soltanto in ratti giovanissimi
[3]. Ne è stato dedotto che la terapia con oseltamivir è sicura solo dopo che la barriera
ematoencefalica si è completamente sviluppata e, pertanto, a partire dal primo anno di vita.
Nell'ambito di uno studio realizzato in Giappone, ad alcuni neonati è stato somministrato oseltamivir
con un dosaggio di 2 mg/kg di peso corporeo 2 volte al giorno senza che insorgessero complicazioni,
ma si dispone solo di pochi dati al riguardo [1, 2].
1. Okamoto S, Kamiya I, Kishida K, Shimakawa T, Fukui T, Morimoto T. Experience with oseltamivir for infants
younger than 1 year old in Japan. Pediatr Infect Dis J 2005; 24: 575-6.
2. Tamura D, Miura T, Kikuchi Y. Oseltamivir phosphate in infants under 1 year of age with influenza infection.
Pediatr Int 2005; 47: 484.
3. Alert letter. [US Food and Drug Administration web site], December, 2003.
1
Per il dosaggio viene fornito in dotazione un dispenser graduato da 30 , 45 e 60 mg, da usare per la somministrazione orale.
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5.5.2 Gestione di casi sospetti nella fase 6
Gestione medica di pazienti con influenza
1. Selezione in base ai sintomi influenzali
Prima di un ricovero ordinario, ambulatoriale o urgente in ospedale, tutti i pazienti sono selezionati in
base alla presenza di sintomi influenzali (cfr. il modulo «Selezione dei pazienti»). La selezione (o triage)
si fonda sulla definizione ufficiale di caso e va adeguata alla situazione concreta.
In base a tale selezione, gli accertamenti e il trattamento vengono effettuati come segue:
- per i pazienti con sintomi influenzali, nelle stazioni di pronto soccorso per i casi di influenza;
- per i pazienti senza sintomi influenzali, nelle cliniche e nei policlinici.
2. Valutazione iniziale e terapia nei pazienti con influenza
La valutazione iniziale e l’inizio della terapia si svolgono nella stazione di pronto soccorso medico
(documento «Accettazione del paziente»).
La normale documentazione sull’anamnesi e sullo status dei pazienti, volta a ricostruire la storia clinica
di questi ultimi, è sostituita da un modulo ad hoc (p. es. «InitManagement_Adult_incl. COPD»).
L’accertamento standardizzato consente di valutare i seguenti fattori:
- presenza della complicazione più frequente (polmonite) e di una malattia polmonare cronica (chronic
obstructive pulmonary disease, COPD) esacerbata;
- fattori di rischio che possono determinare un aumento della morbilità e della mortalità;
- avvio di una terapia antivirale e/o antibiotica;
- scelta di un trattamento ambulatoriale o ospedaliero.
Il modulo si basa sulle direttive cliniche dei dipartimenti della salute britannico e canadese nonché sui
punteggi e sulle linee guida riportati qui di seguito e valutati clinicamente.
ATTENZIONE: il modulo può essere impiegato soltanto per pazienti che soddisfano i criteri per la
determinazione di un’influenza pandemica. Nei pazienti con febbre in aplasia, le misure diagnostiche e
terapeutiche vanno eseguite in base alle direttive riguardanti tale patologia. Poiché i criteri di base per
determinare la presenza del virus influenzale non sono specifici, occorre prendere in considerazione
per tutti i pazienti, in particolare per quelli immunodepressi, anche altre diagnosi differenziali diverse
dall’influenza, svolgendo i necessari esami supplementari.
2.1. Radiografie toraciche
L’anamnesi e i referti clinici, inclusa l’auscultazione, sono metodi con un grado di sensitività e di
specificità troppo basso per poter consentire la diagnosi di una polmonite.
Pertanto, su tutti i pazienti con un elevato rischio di aggravamento della malattia o con sospetto clinico
di polmonite viene eseguita una radiografia toracica.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 131 di 251
2.2 Esami di laboratorio
2.2.1 Ematologia, chimica, coagulazione, emogas-analisi arteriosa
Nei pazienti con almeno un fattore di rischio o con anamnesi positiva vengono determinati i seguenti
parametri di laboratorio:
- ematologia: Hb, Lc inclusa differenziazione, Tc;
- chimica:
CRP, Na, K, creatinina, urea, glucosio, ASAT, ALAT, y-GT, LDH, bilirubina;
- coagulazione: INR;
- emogas-analisi arteriosa: in caso di pulsossimetria patologica;
- emocolture: in presenza di una polmonite per cui è necessario il ricovero in ospedale.
3.3.2 Diagnostica microbiologica
Conferma dell’influenza: l’impiego e l’interpretazione di un test dell’influenza dipendono dalle
caratteristiche dei test e dalla loro disponibilità della pandemia. È possibile che i test vengano utilizzati
per l’adozione di misure epidemiologiche e per le decisioni terapeutiche.
Esame dello sputo in caso di polmonite: le linee guida internazionali e le società scientifici non sono
unanimi circa l’efficacia degli esami dello sputo con colorazione di Gram e/o della diagnosi degli agenti
patogeni in caso di polmonite acquisita in comunità (community-acquired pneumonia, CAP). Il loro
impiego in caso di pandemia è pertanto poco indicato.
Emocolture: le emocolture sono impiegate soltanto per i pazienti con polmonite grave (≥ CURB 1).
Una sola emocoltura è sufficiente (distribuita in due flaconi, uno aerobico e uno anaerobico). Una
seconda coltura aumenterebbe infatti soltanto di poco la sensitività.
3.4 Trattamento ambulatoriale o ospedaliero della polmonite
Per stimare i rischi legati alla terapia ambulatoriale e a quella ospedaliera (rispetto al fine score) viene
utilizzato il punteggio CURB, di facile impiego.
Combinando il punteggio CURB con informazioni supplementari relative alle comorbilità
(immunosoppressione, insufficienza cardiaca, COPD, diabete mellito) e all’età, è possibile ottenere un
buon livello di correlazione con la letalità della polmonite.
Punteggio CURB, trattamento ospedaliero o ambulatoriale e letalità
Punteggio
Fattori supplementari
Trattamento
Letalità in %
0
- nessuna comorbilità*
- età < 50 anni
ambulatoriale
1
SaO2 < 92 / paO2 < 8 kPa
ambulatoriale/ospedaliero,
seconda della clinica
2
non rilevanti
ospedaliero
8%
3o4
non rilevanti
ospedaliero,terapia intensiva
34%
1%
a
8%
* Insufficienza cardiaca, diabete mellito, COPD, immunosoppressione
Frequenza cardiaca > 120/min, versamento pleurico e/o infiltrati bilaterali o multilobari sono ulteriori
fattori di rischio che potrebbero determinare un aumento della morbilità e vengono considerati
nell’algoritmo di decisione per la scelta tra la terapia ambulatoriale e quella ospedaliera.
Nei pazienti che devono essere ricoverati, le prescrizioni mediche sono effettuate prima del
trasferimento al pronto soccorso, e anche la terapia antivirale e antibiotica viene iniziata prima del
ricovero.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 132 di 251
3.5 Terapia antivirale in caso di influenza pandemica
Il dosaggio e l’eventuale adeguamento della dose di oseltamivir, come pure le possibili alternative,
sono descritti nel promemoria.
Le raccomandazioni relative alla terapia antivirale vanno adeguate in funzione dell’efficacia e della
disponibilità dell’oseltamivir e di altre sostanze antivirali.
3.6 Terapia antibiotica
3.6.1 Esacerbazione acuta della COPD
L’utilità di una terapia antibiotica in caso di malattia polmonare ostruttiva cronica con esacerbazione
acuta senza polmonite è correlata al quadro clinico di gravità dell’esacerbazione. La terapia può durare
da 7 a 10 giorni, a seconda del quadro di gravità e della risposta clinica.
3.6.2 Polmonite
La scelta dell’antibiotico in caso di polmonite dipende dal quadro di gravità della malattia e dalla
disponibilità del farmaco in questione.
La terapia antibiotica può durare da 7 a 14 giorni, a seconda del quadro di gravità e della risposta
clinica.
4. Criteri per l’assistenza intensiva
La Società Svizzera di Medicina Intensiva sta elaborando le corrispondenti direttive.
5. Criteri per la dimissione di pazienti ricoverati
I criteri per la dimissione di pazienti ricoverati in ospedale sono definiti nel promemoria e si basano
sulle linee guida canadesi e inglesi relative alle pandemie.
Tali criteri devono essere di volta in volta adeguati in funzione della situazione dei posti letto.
6. Schede di dimissione ospedaliera
Per semplificare le pratiche amministrative in sede di dimissione, i rapporti destinati ai medici
incaricati dell’assistenza successiva vengono redatti sotto forma di schede di dimissione
standardizzata sia per i pazienti ricoverati che per quelli trattati ambulatoriamente.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 133 di 251
Riferimenti bibliografici
Bartlett et al. IDSA Guidelines for CAP in Adults. Clin Infect Dis 2000; 31: 347-82.
Bartlett JG, Mundy LM. Community-acquired pneumonia. NEJM 1995; 333(24): 1618-24.
British Thoracic Society. Guidelines for the Management of Community: Acquired Pneumonia in
Adults. Thorax 2001; 56: 1-64.
Clinical Care Guidelines and Tools, Canadian Pandemic Influenza Plan, Public Health Agency of
Canada. www.phac-aspc.gc.ca/cpip-pclcpi/.
Ewig S, Schlochtermeier M, Goke N, Niederman MS. Applying sputum as a diagnostic tool in
pneumonia: Limited yield, minimal impact on treatment decisions. Chest 2002; 121(5): 1486-9.
Guidance for Pandemic Influenza, Department of Health, England, 19. Oktober 2005:
www.dh.gov.uk/Publications.
Lentino JR, Lucks DA. Nonvalue of sputum culture in the management of lower respiratory tract
infections. J Clin Microbiol 1987; 25(5): 758-62.
Niederman MS, Bass JB, Campbell GD, Fein AM, Grossman RF, Mandell LA et al. Guidelines for the
initial management of adults with community acquired pneumonia: Diagnosis, assessment of
severity, and initial antimicrobial therapy. American Thoracic Society. Am Rev Respir Dis 1993;
148: 1418-26.
Woodhead M, Blasi F, Ewig S, Huchon G, Leven M, Ortqvist A, Schaberg T, Torres A, van der Heijden
G, Verheij TJM. Guidelines for the management of adult lower respiratory tract infections. Eur Respir
J 2005; 26: 1138-80.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 134 di 251
Gestione di casi sospetti nella fase 6
Allegato 1: Selezione adulti
Influenza pandemica: selezione adulti
Data: ___________________
Definizione di caso: > 38˚C e/o sensazione di febbre
più
2 dei seguenti sintomi:
?
?
?
?
Il paziente ha una carta
sanitaria valida?
mialgia
mal di testa
mal di gola
tosse
sì
no
Nella
stessa famiglia
vi lebende
sono persone
che si die
sono
Im gleichen
Haushalt
Personen,
in ammalate
den
influenza
negli an
ultimi
7 giorni?
d
lei tzten
7 Tagen
Grippe
erkrankt sind?
Gültige Patientenkarte vorhanden?
ja
Personalien:
? sì
nein:
? no:
Dati
personali:
no
sì
Cognome
Vorname
Nome
datnascita
.
Geb. di
Data
Strasse,
Via,
n. Nr.
Postleitzahl,
NPA,
localitàWohnort
Tel.Nr.
Tel.
Tel.Nr.
Tel.
familiari
Angehörige
Krankenkasse malattia
Assicurazione
Klasse ? generale
Reparto
Allgemein
Halbprivat
ato
? semipr
privato
? Privat
Hausarzt,
Medico
di Adresse
famiglia, indirizzo
Tel. familiar
Angehöri
i ge
Ingresso tramite il servizio accettazione
per pazienti con influenza
Nessun ricovero regolare o
esame ambulatoriale (il
paziente esce). Trattamento
solo al pronto soccorso
centrale.
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Ricovero regolare tramite:
? accettazione centrale
? ostetricia / ginecologia
? pronto soccorso
? Ambulatorio / policlinico
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 135 di 251
Gestione di casi sospetti nella fase 6
Allegato 2: Gestione iniziale [adulti]
1. Anamnesi / storia clinica
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Gestione di casi sospetti nella fase 6
Allegato 2: Gestione iniziale [adulti]
2. Ulteriori accertamenti
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 137 di 251
Gestione di casi sospetti nella fase 6
Allegato 3: Terapia antinfettiva in caso di influenza pandemica [adulti]
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 138 di 251
5.6 Misure negli aeroporti
La Confederazione (UFSP) è responsabile dell’adozione di misure di sicurezza nell’area airside (lato
aria) degli aeroporti di confine. Nell’ambito di tale competenza e in seguito alla crisi SARS, ha
ulteriormente sviluppato e ampliato, per gli aeroporti con collegamenti internazionali di linea da e
verso la Svizzera, la strategia aeroportuale del 1995, trasformandola nel Flughafennetzwerk für
Reisemedizin (FNRM, rete aeroportuale per la salute dei viaggiatori). La nuova rete include i tre
aeroporti nazionali di Basilea-Mulhouse, Ginevra-Cointrin e Zurigo-Kloten che effettuano collegamenti
intercontinentali, come pure quelli di Berna-Belp, Sion-Sitten, San Gallo-Altenrhein e Lugano-Agno con
collegamenti europei. L’aeroporto di Basilea-Mulhouse rappresenta un caso particolare. Infatti,
sebbene si trovi in Francia e, pertanto, sia sottoposto alla legislazione francese, dal punto di vista del
diritto doganale è gestito da entrambi i Paesi.
Attualmente (2006), gli aeroporti svizzeri stanno adeguando la pianificazione dell’emergenza al mutato
quadro giuridico, che include ora anche l’ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 per impedire
l'introduzione di malattie infettive emergenti e il nuovo Regolamento Sanitario Internazionale,
approvato nel maggio del 2005 dall’International Health Assembly. Anche in tale ambito, l’aeroporto
binazionale di Basilea-Mulhouse rappresenta un’eccezione: qui, infatti, la pianificazione dell’emergenza
nel settore delle malattie infettive è di competenza della DRASS Alsace (per l’influenza H5N1, il
processo relativo alla fase 3 è stato concluso nella primavera del 2006 con il coinvolgimento dei servizi
sanitari basilesi) e l’autorizzazione per la distribuzione di manifesti e volantini deve essere richiesta
presso la Préfecture du Haut-Rhin, in Francia.
Al fine di semplificare l’attuazione dell’ordinanza, nel quadro della rete FNRM sono state approvate
delle linee direttrici per l’adeguamento della pianificazione dell’emergenza nel settore delle malattie
infettive (allegato 1), che subiranno probabilmente ulteriori modifiche in base alle direttive del Working
Group on Passenger Health Issues der European Civil Aviation Conference (ECAC), attualmente in
fase di discussione (allegato 2).
Obiettivi
L’obiettivo è quello di impedire la diffusione, tra le popolazioni di animali presenti in Svizzera, di un
nuovo sottotipo di virus influenzale (ad es. H5N1 o, in termini generici, HxNy) mediante l’importazione
di animali o di prodotti animali, nonché di evitare l’introduzione di un virus pandemico da parte di
viaggiatori che lo hanno contratto in altri Paesi.
Ipotesi
Le ipotesi riportate qui di seguito sono tratte dal capitolo 5 (“Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della
preparazione a una pandemia influenzale”) della parte I del Piano pandemico svizzero 2006.
L’influenza si trasmette in prevalenza attraverso le vie respiratorie:
a) tramite goccioline (> 5μm) di secrezioni respiratorie quando
le persone infette parlano, tossiscono o starnutiscono;
b) in seguito al contatto con una superficie contaminata da goccioline di secrezioni respiratorie;
c) infine, non è esclusa una trasmissione attraverso gli aerosol (< 5μm).
Il periodo d’incubazione dell’influenza oscilla tra 1 a 4 giorni.
Le persone infette sono contagiose dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 7 giorni dopo
(per un periodo di 5-7 giorni in media). Nei bambini e nelle persone immunodepresse, la fase
contagiosa è invece più lunga e può durare fino a 21 giorni.
Il presente documento si riferisce a una situazione in cui la pandemia ha origine al di fuori della
Svizzera.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 139 di 251
Attuazione
L’attuazione della nuova strategia è in gran parte conclusa e, alla stregua degli interventi nelle
emergenze epidemiologiche, viene garantita dai medici del Servizio sanitario di confine impiegati
dall’UFSP in collaborazione con le autorità sanitarie cantonali. La strategia comprende i seguenti
moduli:
Modulo 1: informazione dei passeggeri mediante manifesti e volantini
Negli aeroporti nazionali di Basilea, Ginevra e Zurigo sono state designate delle apposite zone in cui
collocare espositori con manifesti e volantini in modo tale che siano visibili dalla maggior parte dei
viaggiatori in arrivo o in transito. Negli altri aeroporti, invece, per la fase 3 del piano pandemico
multifase dell’OMS è stata ritenuta sufficiente l’affissione di manifesti. Per la fase 4/5 è comunque
previsto, in tutti gli aeroporti, l’impiego di entrambi i supporti (manifesti e volantini) per informare i
viaggiatori sulle misure comportamentali raccomandate. Per la SARS e per l’influenza aviaria H5N1 (in
relazione ai periodi di allerta 3 e 4/5) erano già stati creati i testi dei manifesti e dei volantini, ciascuno
dei quali accompagnato da un progetto grafico.
Modulo 2: gestione dei contatti
Nel settore del trasporto internazionale di passeggeri, per “gestione dei contatti” si intendono le
informazioni, ottenute in base a schede di contatto o liste di passeggeri, volte a risalire ai contatti
avvenuti tra i viaggiatori sani e uno o più viaggiatori affetti da una malattia infettiva rilevante. Le
schede di contatto possono essere compilate a bordo dell’aereo o dopo l’atterraggio.
Successivamente, vengono raccolte da una persona autorizzata dall’aeroporto, che provvede a
garantire la conservazione sicura delle schede stesse, la loro trasmissione alle autorità sanitarie
nonché la distruzione delle informazioni dopo al massimo un mese. Per definizione, il modulo 2 viene
avviato soltanto a partire dalla fase 4 del piano pandemico multifase dell’OMS.
Per la gestione dei contatti è stato creato un tagliando standard che, nell’arco di pochi giorni, può
essere distribuito come scheda di contatto ai passeggeri in arrivo insieme a una scheda informativa
specifica sugli agenti patogeni. Per la SARS esiste già una scheda di contatto in formato stampabile,
mentre per l’influenza aviaria H5N1 è disponibile una bozza di testo relativa al periodo di allerta
pandemica 4/5, che può essere stampato e distribuito velocemente insieme al tagliando standard.
Modulo 3: screening medico mediante questionari sanitari
Il modulo 3 prevede che, prima o dopo il viaggio, i passeggeri compilino un questionario sanitario
specifico sulle malattie infettive (con i relativi agenti patogeni) e che, se le informazioni fornite lo
richiedono, vengano successivamente sottoposti a un controllo medico da parte di personale
qualificato (screening medico). In tale ambito occorre distinguere tra screening in entrata (entry
screening) e screening in uscita (exit screening). Lo screening in entrata serve a controllare lo stato di
salute dei passeggeri in arrivo, mentre con lo screening in uscita si attesta, mediante un apposito
certificato, che i passeggeri in partenza sono sani. Poiché gli screening medici richiedono l’impiego di
una grande quantità di personale, nell’aeroporto di Zurigo è stato pianificato e preparato, in
collaborazione con il sottogruppo Sanità del DDPS, l’impiego sussidiario dell’esercito, che, se
necessario, potrà fornire un supporto al personale civile per un periodo di sei settimane.
Per la SARS esiste già un questionario sanitario che può essere stampato e distribuito agli aeroporti
nell’arco di pochi giorni. Tale questionario, che rileva anche i dati personali, può essere usato come
modello anche per altre malattie infettive dell’apparato respiratorio.
Attenzione: il piano d’azione dell’OMS relativo alla pandemia influenzale non prevede screening in
entrata, in quanto la loro utilità ai fini del contenimento della pandemia stessa non è stata dimostrata.
Gli screening in uscita sono invece raccomandati a partire dalla fase 4, ma solo a determinate
condizioni. Anche in questo caso, infatti, la loro efficacia è controversa. Ogni Stato viene comunque
lasciato libero di eseguire screening in entrata come misura politicamente necessaria o per accrescere
la fiducia nella popolazione. Poiché nel caso del presente piano pandemico si parte dal presupposto
che la pandemia avrà origine al di fuori della Svizzera, la probabilità che vengano predisposti screening
in uscita è alquanto esigua.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 140 di 251
Alla luce delle succitate raccomandazioni dell’OMS, delle attuali basi giuridiche svizzere e delle
strutture federali del nostro Paese, prima di attuare il modulo 3 vanno chiarite le seguenti questioni
ancora aperte:
(1) Poiché la sua competenza si limita all’area airside (lato aria, ovvero il settore compreso tra il
controllo passaporti e gli aerei), la Confederazione può disporre esclusivamente screening in
entrata. Per garantire una registrazione efficiente dei passeggeri in partenza, un eventuale
screening in uscita dovrebbe essere organizzato prima del controllo passaporti (landside, lato
terra). Ciò significa che gli screening in uscita dovrebbero essere eseguiti dai Cantoni, ai quali
compete l’esecuzione della legge sulle epidemie nell’area landside. Per evitare sovrapposizioni di
competenze, i Cantoni potrebbero delegare tale compito alla Confederazione, la quale, in
collaborazione con i gestori degli aeroporti, potrebbe occuparsi dell’organizzazione dello screening
in entrata nell’area airside, possibilmente prima del controllo passaporti, e del coordinamento delle
misure in tutti gli aeroporti. Finché resteranno in vigore le attuali disposizioni giuridiche, tuttavia, i
relativi costi sarebbero a carico dei Cantoni.
(2) Secondo le disposizioni giuridiche vigenti per l’area airside, gli aeroporti e le compagnie aeree
possono essere obbligati, su ordine dell’UFSP, a consegnare le schede di contatto e i questionari
sanitari compilati a una persona designata all’interno dell’aeroporto. Qualora a bordo non vi siano
persone con sospetta influenza di tipo A (HxNy), ovvero nel caso in cui un eventuale pericolo di
introduzione del virus dipenda esclusivamente dal fatto che il luogo di partenza è situato in un’area
interessata da un’epidemia, tale misura può essere attuata soltanto dopo l’entrata in vigore di
un’apposita ordinanza dipartimentale. Considerata l’eventualità che la situazione epidemiologica
possa richiedere un intervento tempestivo, inoltre, tale ordinanza deve essere preparata con la
dovuta accortezza.
(3) In tale ambito occorre precisare che non esiste alcuna base giuridica che consenta di dirottare dei
voli esclusivamente per motivi epidemiologici (un eventuale dirottamento deve essere richiesto
dall’equipaggio). Di conseguenza, è possibile che, per ragioni di capacità, gli screening vengano
effettuati soltanto in un aeroporto, il che non solo accrescerebbe l’insicurezza tra i viaggiatori ma,
probabilmente, comporterebbe anche degli svantaggi economici per l’aeroporto in questione.
(4) Le delegazioni estere in missione ufficiale in Svizzera (capi di Stato, ministri ecc.) e i familiari dei
diplomatici non possono essere obbligati a fornire i propri dati personali e sanitari. Attualmente
sono in vigore delle disposizioni informali secondo cui è necessario contattare il DFAE qualora le
persone appartenenti alle suddette categorie siano oggetto di determinate misure al loro arrivo in
Svizzera. I processi interdipartimentali e le basi giuridiche relative all’adozione di misure più
approfondite devono tuttora essere chiariti.
(5) I giudizi degli esperti circa l’impiego di telecamere a infrarossi per screening medici (thermal
scanning, thermal imaging, thermal screening) alle frontiere sono alquanto controversi. Pertanto,
nel piano d’azione dell’OMS, il thermal scanning è raccomandato esclusivamente per screening in
uscita e solo a partire dalla fase 4. L’analisi dei dati relativi alle persone esaminate mediante
thermal scanning durante la crisi SARS del 2003 (EID, Bell et al.) ha rivelato che tale metodo non
consente di impedire l’introduzione di un’epidemia. Nel commento a tale analisi si giunge pertanto
alla conclusione che, al massimo, l’unico screening in uscita ragionevole sarebbe quello effettuato
mediante questionari sanitari. Poiché i risultati degli studi pubblicati finora su questo tema non
sono applicabili alla situazione negli aeroporti e alle frontiere, l’UFSP ha commissionato all’EMPA
uno studio volto all’elaborazione di raccomandazioni basate su dati concreti (evidence-based). I
risultati saranno disponibili a partire dal novembre del 2006 e serviranno all’UFSP per la stesura di
raccomandazioni destinate ai Cantoni. Tuttavia, basandosi sulle conoscenze attuali e alle raccomandazioni dell’OMS, l'UFSP non prende in considerazione l’impiego di tali sistemi nell’area airside.
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Fasi 3
Strategia
Con l’affissione di manifesti e la distribuzione passiva di un volantino (dispenser, cfr. figura
nell’allegato 3) vengono fornite informazioni e raccomandazioni generali a tutti i passeggeri in partenza
dalla Svizzera o in transito nel nostro Paese. L’attuazione della strategia, avviata nel 2006, consente di
raccogliere importanti esperienze pratiche per quanto riguarda la stampa, la consegna, la distribuzione
e il rifornimento di volantini e manifesti.
Misure
− Approvazione e traduzione di testi per manifesti (D, E, F; cfr. allegato 4) e volantini (D, E, F, I, turco,
arabo; cfr. allegato 5). Fusione delle raccomandazioni dell’UFSP e dell’UFV in un unico testo, ovvero
lancio di una campagna d’informazione comune;
− Concezione di una linea grafica che riprenda sia elementi della campagna dell’UFV sull’influenza
aviaria, sia elementi della campagna dell’UFSP sulla SARS. Destinatari: passeggeri in partenza e in
transito;
− Distribuzione del volantino negli aeroporti nazionali di Basilea, Ginevra e Zurigo, negli stessi punti in
cui era stato esposto, nell’autunno del 2005, il volantino dell’UFV. Affissione dei manifesti in tutti gli
aeroporti della rete nelle aree di partenza e di transito nonché nelle dogane di entrata;
− Comunicazione delle misure previste alla Federazione Svizzera delle Agenzie di Viaggi (SRV) e
all’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG);
− Negli aeroporti di Basilea e Ginevra, vicini alla frontiera: chiarificazione dei processi relativi alla
gestione dei contatti, alla protezione dei lavoratori dalle malattie infettive e alla comunicazione con il
pubblico in caso di evento, nonché intensificazione dei contatti con la Francia a livello regionale
(DDASS, DRASS) e nazionale (DGS, InVS).
Fasi 4 e 5
Strategia
Mediante un volantino fronte-retro relativo sia agli arrivi che alle partenze, vengono fornite
informazioni generali a tutti i passeggeri, inclusi quelli provenienti da snodi aeroportuali europei e
asiatici. Il volantino viene distribuito al pubblico in modo passivo, ovvero attraverso appositi dispenser.
È invece prevista una distribuzione attiva per i passeggeri diretti verso Paesi interessati dal virus. I
passeggeri provenienti con voli diretti da zone interessate o che hanno viaggiato insieme a persone
con (sospettata) influenza di tipo A (HxNy) vengono sottoposti a una specifica registrazione mediante
schede di contatto.
Misure
− Approvazione e traduzione di un testo per manifesti (D, E, F) e volantini (un testo per l’arrivo e uno
per la partenza; D, E, F, I e altre lingue in base alla valutazione della situazione epidemiologica).
Decisione in merito agli aspetti della medicina umana da approfondire nella fase 4/5 (bozza del testo
del volantino negli allegati 6 e 7). Destinatari: tutti i passeggeri;
− Distribuzione del volantino in tutti gli aeroporti nazionali, ovvero a Basilea, Ginevra e Zurigo, nei punti
in cui era stato esposto il volantino relativo alla fase 3. Inoltre, distribuzione attiva del volantino al
check-in per i voli verso zone interessate dal virus e affissione dei manifesti nelle aree di partenza, di
transito e di entrata;
− Approvazione e traduzione di un testo informativo per la scheda di contatto (D, E, F e altre lingue in
base alla valutazione della situazione epidemiologica). Integrazione della scheda informativa con il
tagliando per la registrazione dei dati personali (disponibile in sei lingue: D, F, E, malese, cinese
semplificato, cinese tradizionale). A seconda della situazione epidemiologica, armonizzazione delle
diverse versioni linguistiche (bozza nell’allegato 8);
− Concezione di una scheda di contatto basata sulla linea grafica elaborata per la campagna
d’informazione relativa al virus H5N1;
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− Distribuzione delle schede di contatto agli aeroporti per la registrazione dei dati personali di tutti i
passeggeri che hanno viaggiato insieme a persone con (sospettata) influenza di tipo A (HxNy), o
direttamente alle compagnie aeree che effettuano voli diretti dalle zone interessate dal virus.
Approvazione di un testo che l’equipaggio può leggere ai passeggeri prima di distribuirlo (bozza
nell’allegato 9);
− Informazione sistematica della rete FNRM sulle misure previste e sulle raccomandazioni di viaggio
in vigore. Coordinamento delle attività di comunicazione interna ed esterna, laddove necessario.
Verifica dell’attuazione delle misure sul posto;
− Comunicazione delle misure previste alla Federazione Svizzera delle Agenzie di Viaggi (SRV) e
all’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG);
− Contributo al coordinamento delle misure negli snodi aeroportuali europei mediante la costituzione
di una rete e lo scambio di competenze.
Fase 6
Strategia
Nella fase 6, l’adozione di misure negli aeroporti è ragionevole soltanto nello stadio iniziale. La
strategia da seguire è, altrimenti, quella prevista per la fase 4/5.
Misure
Le bozze di testo per i manifesti, i volantini e le schede di contatto non sono ancora disponibili.
− Approvazione e traduzione di un testo per i manifesti (D, E, F) e i volantini (D, E, F, I e altre lingue in
base alla valutazione della situazione epidemiologica). Probabilmente, a questo stadio le
raccomandazioni di medicina veterinaria non saranno più valide. Destinatari: tutti i passeggeri;
− Distribuzione del volantino a tutti gli aeroporti con collegamenti internazionali. Inoltre, distribuzione
attiva del volantino al check-in per i voli verso zone interessate dal virus e affissione dei manifesti
nelle aree di partenza, di transito e di entrata;
− Approvazione e traduzione di un testo informativo per la scheda di contatto (D, E, F e altre lingue in
base alla valutazione della situazione epidemiologica). Integrazione della scheda informativa con il
tagliando per la registrazione dei dati personali;
− Distribuzione delle schede di contatto agli aeroporti ai fini della registrazione dei dati personali di tutti
i passeggeri che hanno viaggiato insieme a persone con (sospetto di) influenza A (HxNy), o
direttamente alle compagnie aeree che effettuano voli diretti dalle zone interessate dal virus.
Approvazione di un testo che l’equipaggio può leggere ai passeggeri prima di distribuirlo;
− Adeguamento e traduzione (D, E, F e altre lingue in base alla valutazione della situazione
epidemiologica), per l’influenza A (HxNy), del questionario elaborato per la SARS;
− A partire dalla fase 5, distribuzione agli aeroporti di questionari sanitari per la registrazione dei dati
sanitari e personali di tutti i passeggeri che hanno viaggiato insieme a persone con (sospetto di)
influenza A (HxNy), o direttamente alle compagnie aeree che effettuano voli diretti dalle zone
interessate dal virus;
− Informazione sistematica della rete FNRM sulle misure previste e sulle raccomandazioni di viaggio
in vigore. Coordinamento delle attività di comunicazione interna ed esterna, laddove necessario.
Verifica dell’attuazione delle misure sul posto;
− Comunicazione delle misure previste alla Federazione Svizzera delle Agenzie di Viaggi (SRV) e
all’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG);
− Contributo al coordinamento delle misure negli snodi aeroportuali europei mediante la costituzione
di una rete e lo scambio di competenze;
− Elaborazione di raccomandazioni di comportamento per le persone che si ammalano dopo l’arrivo in
Svizzera;
− Continuo aggiornamento della strategia aeroportuale in base alle strategie dell’UE e alle misure
adottate a livello europeo nel settore sanitario.
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Riferimenti bibliografici
European Civil Aviation Conference (ECAC), Working Group on Passenger Health Issues, May 10,
2006: Draft Guidelines for States (allegato 2).
European Civil Aviation Conference (ECAC), Working Group on Passenger Health Issues, May 10,
2006: Draft Guidelines for Airport Preparedness (allegato 2).
Ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti
(RS 818.125.12; stato: 22 dicembre 2003).
Ufficio federale della sanità pubblica, in collaborazione con la rete aeroportuale per la salute dei
viaggiatori (FNRM): Linee direttrici per l’elaborazione di piani d’emergenza ai fini della gestione di casi
di malattie infettive negli aeroporti internazionali della Svizzera; versione 13 del 20.7.2005 (allegato 1).
WHA, Revised IHR, Annexe 1B: Core Capacitiy Requirements for Designated Airports, Ports and
Ground Crossings.
WHO, Global Influenza Preparedness Plan; ANNEX 1: Recommendations for non-pharmaceutical
public health interventions.
Bell DM, and World Health Organization Working Group on Prevention of International and
Community Transmission of SARS. Public health interventions and SARS spread. Emerg Inf Dis 2004;
10 (11): 1900-6.
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Misure negli aeroporti
Allegato 1: Linee guida
Linee guida per l’elaborazione di piani d’emergenza ai fini della gestione di casi di malattie
infettive negli aeroporti internazionali della Svizzera
Ufficio federale della sanità pubblica in collaborazione con la rete aeroportuale per la salute dei
viaggiatori (FNRM)1; versione 13
Riassunto
In seguito all’epidemia di SARS del 2003, le autorità sanitarie cantonali hanno chiesto all’Ufficio
federale della sanità pubblica (UFSP) di stilare delle linee guida destinate ai membri della rete FNRM
per l’elaborazione di piani d’emergenza ai fini della gestione di casi di malattie infettive negli aeroporti
internazionali della Svizzera.
I piani d’emergenza devono essere elaborati o adeguati dai gestori degli aeroporti in collaborazione
con i medici aeroportuali del Servizio sanitario di confine e con le autorità sanitarie cantonali. Le linee
guida forniscono dei punti di riferimento per determinare i requisiti che tali piani devono soddisfare,
ma lasciano ai responsabili locali il compito di definirne concretamente i contenuti. L’obiettivo dei piani
d’emergenza è quello di fornire un supporto decisionale ai gestori degli aeroporti in vista
dell’eventuale arrivo in Svizzera di passeggeri con malattie infettive note o emergenti e della
conseguente minaccia per la salute pubblica. Le linee guida servono a garantire, mediante l’attuazione
delle misure previste, un’assistenza adeguata ai passeggeri nei quali si sospetta o è stata accertata la
presenza di malattie contagiose.
Quadro della situazione
Secondo l’ordinanza del Dipartimento federale dell’interno (DFI) del 15 dicembre 2003 per impedire
l'introduzione di malattie infettive emergenti2, in vigore dal 1˚ gennaio 2004, i gestori di aeroporti
hanno l’obbligo di allestire un’infrastruttura e un’organizzazione di crisi appropriate. L’elaborazione dei
relativi piani d’emergenza, inclusi gli schemi di allarme, costituisce un elemento importante di tale
obbligo. I piani d’emergenza devono essere compatibili con le misure per il mantenimento e la tutela
della salute pubblica previste dal nuovo Regolamento Sanitario Internazionale3 e basarsi sulle Best
Practices4 internazionali elaborate in questo settore.
Le presenti linee guida sono state approvate il 23 novembre 2004 dai membri della rete FNRM.
1 Michael Schwyn, Anne Witschi (Basilea); Martin Leibundgut, Samuel Ambühl (Berna); Luc Amiguet, Marc Niquille (Ginevra);
Giorgio Marcionni, Ezio Walder (Lugano); Bernard Karrer, Nicolas Troillet (Sion); Sylvia Bucher, Markus Betschart (San Gallo);
Rudolf Farner, Robert Steffen (Zurigo).
2 Ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 (RS 818.125.12)
3 World Health Organization/Intergovernmental working group on the revision of the international health regulations.
International health regulations: working paper for regional consultations. Geneva, 12 January 2004.
4 Scottish Intercollegiate Guidelines Network. SIGN 50: a guideline developers’ handbook.
www.sign.ac.uk/guidelines/fulltext/50/index.html.
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Requisiti dei piani d’emergenza
I piani d’emergenza devono essere strutturati in modo da costituire un concreto supporto decisionale
per i gestori degli aeroporti nel momento in cui questi ultimi devono decidere le misure da adottare
per garantire la salute pubblica in presenza di passeggeri colpiti da malattie infettive note o emergenti,
incluse quelle che possono diffondersi in seguito a catastrofi naturali (come ad esempio tsunami,
terremoti, eruzioni vulcaniche ecc.). Inoltre, devono essere formulati in maniera tale da rendere
possibili decisioni efficienti ed efficaci.
La loro attuabilità dev’essere controllata periodicamente dopo la loro introduzione. I metodi più
comuni per la valutazione di processi e piani d’emergenza sono le esercitazioni teoriche (tabletop
exercises) e le simulazioni di emergenza (simulated real life exercises). Agli aeroporti con collegamenti
intercontinentali si raccomanda di eseguire ogni due anni una valutazione mediante simulazioni di
emergenza, e ciò nel quadro delle esercitazioni periodiche dell’International Civil Aviation Organization
(sotto la vigilanza dell’Ufficio federale dell’aviazione civile) o come esercitazioni separate. Agli
aeroporti che effettuano in prevalenza collegamenti su scala europea si raccomanda invece di
eseguire la valutazione ogni due anni in base a esercitazioni teoriche o nel quadro di esercitazioni
comuni con altri aeroporti. Inoltre, i responsabili della gestione dell’emergenza e i medici aeroportuali
del Servizio sanitario di confine dovrebbero partecipare, in qualità di ospiti, alle simulazioni di
emergenza effettuate negli aeroporti intercontinentali.
Poiché i piani d’emergenza devono essere fondati sulle Best Practices internazionali, dovrebbero
contenere anche delle direttive per il loro aggiornamento e la loro revisione su base regolare. La
revisione dei piani dovrebbe essere eseguita a intervalli regolari (almeno ogni 2 anni) dai medici
aeroportuali del Servizio sanitario di confine, dai gestori degli aeroporti e dalle autorità sanitarie
cantonali, in collaborazione con l’UFSP, tenendo conto delle nuove conoscenze in ambito sanitario e
giuridico.
Ulteriori indicazioni per l’elaborazione di piani d’emergenza relativi agli aroporti sono ottenibili presso le
organizzazioni dell’aviazione internazionale (ad es. ICAO) o sui relativi siti Internet.
Requisiti relativi al contenuto dei piani
Nel quadro di una strategia globale d’emergenza, l’UFSP raccomanda di disciplinare i seguenti settori
e
di
suddividere
i
contenuti
dei
piani
in
base
a
un
apposito
indice.
1. Obiettivi e basi: in questa sezione vanno inseriti i rinvii alle
basi legali e alle più recenti ordinanze5, 6.
2. Organizzazione d’emergenza in presenza di casi di malattie
infettive (descrizione delle divergenze rispetto all’organizzazione di
crisi di base); compiti e responsabilità fondamentali dei partner
coinvolti.
3. Schema di allarme: lo schema definisce chi contatta chi, e in quale
ordine, al fine di ottenere informazioni o aiuto per la preparazione o la gestione di un’emergenza
sanitaria. Viene in particolare operata una distinzione:
- tra i passeggeri già identificati come malati prima dell’atterraggio e quelli il cui stato di malattia
è
stato
riconosciuto
soltanto
dopo
l’atterraggio,
e
- tra i passeggeri che sostano nell’area airside e quelli che sostano nell’area landside
dell’aeroporto.
4. Definizione e descrizione delle possibili emergenze di sanità pubblica legate a una sospetta
introduzione di una malattia infettiva pericolosa:
a) epidemia significativa all’estero con possibili ripercussioni sulla Svizzera (ad es. SARS, febbre
gialla, febbre virale emorragica, colera, peste ecc.);
b) uno o più passeggeri ammalatisi durante il volo o immediatamente dopo l’atterraggio e nei quali
si sospetta una malattia infettiva pericolosa;
5 Ordinanza del DFI del 15 dicembre 2003 per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti (RS 818.125.12).
6 Ordinanza del 17 giugno 1974 concernente il Servizio sanitario di confine (RS 818.125.1); modifica del 15 dicembre 2003.
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c) epidemia significativa in Svizzera (lo scenario e le corrispondenti raccomandazioni saranno
elaborati in seguito).
5. Misure generali:
a) predisposizione di un locale adeguato per la registrazione dei dati personali e l’effettuazione del
controllo sanitario, ovvero per la prima selezione dei passeggeri (dimensioni, possibilità di
separazione dei casi sospetti);
b) predisposizione di un adeguato locale di sorveglianza in cui i passeggeri potenzialmente infetti o
ammalati possono essere isolati prima del trasporto in ospedale o in un apposito centro di
sorveglianza;
c)istruzioni per garantire un trasporto sicuro e rapido dei passeggeri potenzialmente infetti o
ammalati in un ospedale designato o in un apposito centro di sorveglianza;
d)adozione di misure per le persone a bordo di un aereo in cui vengono trasportati in cabina animali
potenzialmente infetti o ammalati (persone entrate in contatto con detti animali, personale di
cabina, altri passeggeri);
e) istruzioni per la comunicazione interna ed esterna (strategia di comunicazione dell’aeroporto in
questione, collegamento con la strategia di comunicazione della rete FNRM);
f) designazione di enti o persone responsabili per:
− il reperimento delle liste di passeggeri delle compagnie aeree, l’organizzazione dei dati
personali dei passeggeri al fine di risalire ai contatti e l’inoltro di tali dati all’UFSP;
− predisposizione del locale per la selezione e l’organizzazione del materiale (requisiti minimi:
guanti e apposite mascherine per il personale, mascherine adeguate per i passeggeri
potenzialmente infetti o ammalati, lettino da visita, paravento, termometri nonché materiale da
cancelleria per la compilazione delle schede di contatto e dei questionari sanitari);
− predisposizione del locale di sorveglianza e organizzazione del materiale (requisiti minimi: tuta
protettiva, guanti e apposite mascherine il personale, mascherine adeguate per i passeggeri
potenzialmente infetti o ammalati, letto da campo o posto a sedere, coperte nonché materiale
da cancelleria per la compilazione delle schede di contatto e dei questionari sanitari)
− presa in consegna di animali potenzialmente infetti o ammalati che sono stati trasportati in
cabina durante il volo, trasferimento presso il veterinario di confine e dichiarazione del caso
all’Ufficio federale di veterinaria e all’UFSP;
− dichiarazione di malattie rilevanti all’UFSP (dichiarazioni obbligatorie e informali, incluse quelle
relative a zoonosi);
− garanzia della comunicazione interna (direzione e personale dell’aeroporto) ed esterna (autorità
sanitarie cantonali, FNRM, UFSP, media, pubblico).
6. Misure in caso di epidemia all’estero:
a) istruzioni per l’informazione delle compagnie aeree;
b) istruzioni per l’informazione dei passeggeri da parte del personale di cabina;
c) designazione di enti o persone responsabili per:
− la raccolta di informazioni e la presa in consegna di schede di contatto e questionari sanitari7;
− l’inoltro delle informazioni e delle schede di contatto alle compagnie aeree, le quali, in caso
d’impiego di schede di contatto, sono responsabili della loro distribuzione nonché della loro
compilazione completa e della loro raccolta durante il volo;
− presa in consegna delle schede di contatto ai gate e loro conservazione, in conformità alle
disposizioni sulla protezione dei dati, in un locale chiudibile a chiave e con accesso limitato e
controllato;
7 Le informazioni, le schede di contatto e i questionari sanitari vengono messi a disposizione dall’UFSP. Per “informazioni” si
intendono dei volantini con un testo incisivo e una grafica piacevole, scritti in diverse lingue e distribuiti ai passeggeri durante
il volo o nell’area airside mediante un apposito dispenser. Le “schede di contatto” sono invece dei moduli in varie lingue
contenenti brevi informazioni per la registrazione dei dati personali. Grazie a tali dati è infatti possibile risalire ai passeggeri
che, durante il viaggio, possono aver avuto contatti con persone ammalate, e ciò anche dopo che tali passeggeri hanno
lasciato l’aeroporto. Per “questionario sanitario”, infine, si intende un modulo in diverse lingue contenente brevi informazioni
per la registrazione dello stato di salute e dei dati personali dei passeggeri di un determinato volo.
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− trasmissione delle schede di contatto all’UFSP qualora quest’ultimo necessiti di determinate
schede per risalire ai contatti dei pazienti o ne consenta la distruzione in quanto non più
utilizzate;
− raccolta, negli appositi locali di selezione e di sorveglianza, delle schede di contatto e dei
questionari sanitari e loro inoltro all’UFSP o a un ente incaricato da quest’ultimo di risalire ai
contatti e di analizzare i dati.
7. Misure in caso di sospetta introduzione di una malattia infettiva pericolosa:
a) misure nel caso in cui uno o più passeggeri si ammalino durante il volo o immediatamente dopo
l’atterraggio;
b) misure applicabili alle persone non ammalate (entrate in contatto con soggetti infetti, personale
di cabina, altri passeggeri) a bordo di un aereo che trasporta passeggeri ammalati;
c) misure per la disinfezione degli aerei dopo emergenze sanitarie d’importanza internazionale
(incluso il sospetto di febbre gialla, febbre virale emorragica, colera e peste).
8. Misure in caso di epidemia in Svizzera
9. Allegati:
a) terminologia e abbreviazioni
b) persone di contatto presso l’UFSP
c) persone di contatto presso gli aeroporti appartenenti alla rete e presso il Servizio sanitario di
confine
d) persone di contatto presso le autorità e le istituzioni sanitarie locali
e) ulteriori allegati (planimetria ecc.).
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Misure negli aeroporti
Allegato 2: ECAC Guidelines for States und ECAC Guidelines for
Airport Preparedness
Secondo le raccomandazioni della CONFÉRENCE EUROPÉENNE DE L’AVIATION CIVILE ECAC,
riportiamo qui di seguito il documento originale. Al momento della pubblicazione del Piano pandemico
svizzero 2006, il testo era disponibile soltanto in francese e in inglese; l’UFSP non prevede di tradurlo.
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Misure negli aeroporti
Allegato 3: Dispenser in cartone per i volantini
40
I volantini possono
essere collocati
nell’apposito
dispenser, non
suddiviso in comparti
(aspetto da
considerare in caso di
volantini in diverse
lingue).
100
40
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Misure negli aeroporti
Allegato 4: Manifesto (misura attuata nella fase 3)
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Misure negli aeroporti
Allegato 5: Volantino (misura attuata nella fase 3)
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Misure negli aeroporti
Allegato 6:
Volantino per i passeggeri in arrivo (bozza di testo per la fase 4/5)
VIRUS INFLUENZALE
HxNy
Ai viaggiatori provenienti da regioni con trasmissione
interumana del virus influenzale HxNy
L’influenza HxNy, finora diffusasi principalmente come epizoozia (influenza
aviaria H5N1), è stata trasmessa in rari casi anche all’uomo. Di recente si sono
registrati alcuni contagi tra esseri umani. Tuttavia, il rischio che turisti o persone
in viaggio per affari si ammalino fuori dalle regioni direttamente colpite è esiguo.
L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda di prestare attenzione
ai seguenti sintomi nei 7 giorni successivi all’arrivo in Svizzera:
ˆ febbre alta (oltre 38°C), accompagnata da
ˆ tosse, disturbi respiratori, diarrea o mal di gola.
In presenza dei suddetti sintomi influenzali:
ˆ telefonare immediatamente a un medico
ˆ informare il medico sul proprio percorso di viaggio.
Al ritorno in Svizzera devono essere osservati il divieto d’importazione emanato
dall’Ufficio federale di veterinaria (UFV) e le raccomandazioni per la protezione dei
volatili svizzeri:
ˆ non importare uccelli vivi, carne di volatili, uova o piume,
ˆ evitare di visitare allevamenti di pollame nelle due settimane che
seguono il rientro in Svizzera.
Ulteriori informazioni: www.bag.admin.ch e www.who.int o hotline dell’UFSP
per l’influenza: +41 (0)31 322 21 00.
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Misure negli aeroporti
Allegato 7: Volantino per i passeggeri in partenza, bozza di testo
per la fase 4/5
VIRUS INFLUENZALE
HxNy
Ai viaggiatori verso regioni con trasmissione interumana
del virus influenzale HxNy
L’influenza HxNy, finora diffusasi principalmente come epizoozia (influenza
aviaria H5N1), è stata trasmessa in rari casi anche all’uomo. Di recente si sono
registrati alcuni contagi tra esseri umani. Tuttavia, il rischio che turisti o persone
in viaggio per affari si ammalino fuori dalle regioni direttamente colpite è esiguo.
L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda di seguire le seguenti
regole di comportamento durante il soggiorno in un Paese colpito:
ˆ evitare le regioni in cui si riscontrano trasmissioni interumane,
ˆ evitare contatti con persone che presentano una sintomatologia
sospetta,
ˆ telefonare a un medico locale in caso di febbre oltre i 38° C e disturbi
respiratori,
ˆ consumare unicamente cibi ben cotti,
ˆ evitare qualsiasi contatto con volatili o uccelli acquatici.
In vista del ritorno in Svizzera, occorre osservare il divieto d’importazione emanato
dall’Ufficio federale di veterinaria (UFV):
ˆ non
importare
uccelli
vivi,
carne
di
volatili,
uova
o
piume.
Lista delle regioni colpite e ulteriori informazioni: www.bag.admin.ch
www.who.int o hotline dell’UFSP per l’influenza: +41 (0)31 322 21 00.
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 173 di 251
e
Misure negli aeroporti
Allegato 8: Scheda di contatto con testo informativo (bozza per la fase 4/5)
Informazioni ai viaggiatori provenienti da regioni con
trasmissione interumana del virus influenzale HxHy
Registrazione dei dati dei viaggiatori
La registrazione e l’analisi dei dati personali e delle informazioni sullo stato di salute dei
viaggiatori avvengono in base alla legge sulle epidemie (art. 7), all’ordinanza concernente il
Servizio sanitario di confine (art. 1a) e all’ordinanza per impedire l'introduzione di malattie
infettive emergenti (art. 2b, 2c).
Come si trasmette l’influenza HxNy?
L’influenza HxNy, finora diffusasi principalmente come epizoozia (influenza aviaria H5N1), è
stata trasmessa in rari casi anche all’uomo. Di recente si sono registrati alcuni contagi tra
esseri umani. Tuttavia, il rischio che turisti o persone in viaggio per affari si ammalino fuori
dalle regioni direttamente colpite è esiguo.
Perché si viene colpiti?
Durante un soggiorno in regioni colpite dal nuovo virus influenzale è possibile entrare in
contatto con animali o persone che hanno contratto l’influenza HxNy. Se nei 7 giorni
successivi al contatto si avvertono sintomi influenzali con febbre alta (oltre 38°C)
accompagnata da tosse, disturbi respiratori, diarrea o mal di gola, occorre telefonare
immediatamente a un medico. Si prega inoltre di informare il medico sul proprio percorso di
viaggio e di consegnargli la presente scheda informativa.
Ulteriori informazioni
Hotline dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP): +41 (0)31 322 21 00;
Internet: http://www.bag.admin.ch/
Si prega di conservare la presente scheda informativa per
7 giorni
Persönliche Daten/Données personnelles/Personal data/Dati
personali
Abreisedatum/Date de départ/Date of departure/Data di partenza: …………………………………
Flug-Nr./N° de vol/Flight number/N. di volo ………………………………………………………….…..
Sitz-Nr./N° de siège/Seatnumber/N. di posto:……………………………………………..……………..
Name/Nom/Last name/Cognome: …………………………………………………………………..…………
Vorname/Prénom/First name/Nome: ………..….…….…………..……………………………...……………
Geburtsdatum/Date de naissance/Date of birth /Data di nascita: …………………………………………
Ständige Adresse/Adresse du domicile/Home address/Residenza
Strasse und Nr./Rue et n°/Street no./Via e n.: ………………………………………………………………
PLZ und Ort/Code postal et ville/Zip code and city/ NAP e località:………………………........................
Land/Pays/Country/Paese: ………………………… ……………………………………………..…………..
Telefonnummer/Numéro de téléphone/Telephone number/Telefono: ………………………….………..
Mobilnummer/Numéro de mobile/mobile number/Cellulare: ……………………………….……………..
Kontaktadresse während der nächsten drei Wochen (falls nicht identisch mit der ständigen
Adresse)/Adresse de contact durant les trois semaines à venir (si différente de l’adresse du
domicile)/Contact address during the next three weeks
(if different from home address)/Indirizzo di contatto per le prossime tre settimane (se diverso da
quello di domicilio)
Strasse und Nr./Rue et n°/Street no./Via e n.: …………………………………………………….………..
PLZ und Ort/Code postal et ville/Zip code and city/ NAP e località: ………………………………………
Land/Pays/Country/Paese: ……………… …………………………………….……………………………….
Telefonnummer/Numéro de téléphone/Telephone number/Telefono: …………………………..…..……
Mobilnummer/Numéro de mobile/mobile number/Cellulare: ………………………………...……………..
Massnahme gestützt auf die Verordnung über den Grenzsanitätsdienst (Art. 1a) und die Verordnung des
Eidgenössischen Departements des Innern zur Verhinderung der Einschleppung von neu auftretenden
Infektionskrankheiten (Art. 2b).
Mesure à prendre en vertu de l’Ordonnance sur le Service sanitaire de frontière (art. 1a) et de l’Ordonnance du
Département fédéral de l’intérieur sur la prévention de l’introduction de nouvelles maladies infectieuses émergentes
(art. 2b).
Measure based on the Ordinance relating to the Border Health Services (Art. 1a) and on the Ordinance of the Swiss
Federal Department of Home Affairs for the Prevention of the Introduction of Emerging Infectious Diseases (Art. 2b).
Misura basata sull’ordinanza concernente il Servizio sanitario di confine (art. 1a) e sull’ordinanza del Dipartimento
federale dell’interno per impedire l'introduzione di malattie infettive emergenti (art. 2b).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 174 di 251
Misure negli aeroporti
Allegato 9: Testo per il personale di cabina (bozza
per la fase 4/5)
Announcement Text for Cabin Crew prior to Distribution of the Swiss Contact Tracing
Card on Influenza A (HxNy) to Passengers Bound for Destinations in Switzerland
________________________________________________________________________________
Ladies and Gentlemen,
According to the Swiss Law concerning the prevention of emerging infectious
diseases, we are now going to distribute a flyer with information about influenza A
(HxNy). On the same sheet, you will find a questionnaire issued by the Swiss Health
Authorities.
This questionnaire is important for your health. If a person on this aircraft is diagnosed
with influenza A (HxNy) after the flight, the information provided will allow the Swiss
authorities to contact you immediately for further advice.
Please complete one questionnaire per person, also for the children traveling with you.
If you feel insecure of how to complete the questionnaire, please don’t hesitate to contact a
crew member. It is very important to answer all questions.
Detach the questionnaire and keep the information part. The questionnaire will be
collected by the crew shortly before landing.
Keep the information part during the next 7 days. In case you fall ill, please contact your
physician by phone, take along this information sheet and inform him about your trip.
Thank you for your cooperation.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 175 di 251
6 Farmaci antivirali
L’uso di farmaci antivirali è considerato un’importante misura farmacologica in caso di pandemia
influenzale: con ogni probabilità, infatti, nei primi mesi di una pandemia non è disponibile nessun
vaccino efficace contro il nuovo sottotipo di virus influenzale o le quantità di vaccino fabbricate a quel
momento sono troppo scarse per vaccinare tempestivamente l’intera popolazione. I farmaci antivirali
possono essere impiegati sia nella terapia che nella profilassi dell’influenza. Siccome l’azione degli
antivirali non ha nessun influsso sull’immunizzazione mediante vaccini inattivati, è anche possibile
combinarli con una vaccinazione (assicurando così una protezione durante lo sviluppo dell’immunità).
Particolarmente importante è iniziare il trattamento con gli antivirali il più presto possibile.
In caso di pandemia, la domanda di farmaci antivirali aumenta fortemente e supera i quantitativi
prodotti normalmente. Per evitare esaurimenti delle scorte, la Confederazione adotta misure
preventive volte a garantire la disponibilità di antivirali e la loro fornitura tempestiva alla popolazione in
caso di pandemia.
Ai sensi dell’ordinanza concernente la costituzione di scorte obbligatorie di medicamenti (RS
531.215.31), dal 1° aprile 2004 per gli inibitori della neuraminidasi vige l’obbligo di costituire scorte
obbligatorie in vista di situazioni di penuria, segnatamente di una pandemia influenzale. In caso di
pandemia, le scorte obbligatorie devono permettere di trattare a titolo terapeutico tutti i malati (25%
della popolazione in base allo «scenario peggiore» dell’OMS) e a titolo profilattico il personale
sanitario, in modo da assicurare l’assistenza sanitaria di base.
Qui di seguito sono illustrati gli obiettivi e le ipotesi di lavoro nonché le strategie e le misure per ogni
fase. La descrizione dei farmaci antivirali ammessi e delle loro indicazioni d’uso, una sintesi delle
competenze nonché spiegazioni sulle scorte e sulla distribuzione dei farmaci in caso di bisogno
figurano nell’allegato a questo capitolo.
Sono illustrati anche alcuni aspetti relativi al finanziamento della terapia e della profilassi antivirali nelle
varie fasi della pandemia.
Obiettivi
In tutte le fasi pandemiche, la terapia e la profilassi con farmaci antivirali perseguono i seguenti
obiettivi:
− riduzione del rischio individuale di ammalarsi (morbidità)
− riduzione del numero di decessi (mortalità)
− prevenzione della diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale nel periodo di allerta pandemico
− protezione delle persone che occupano posizioni chiave nella risposta alla pandemia (profilassi)
Per raggiungere questi obiettivi è necessario un piano di stoccaggio e distribuzione in funzione dei
bisogni, che consenta di somministrare tempestivamente i farmaci antivirali.
Ipotesi
Le ipotesi seguenti sono estratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della
preparazione a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006:
− Per la Svizzera, gli scenari «worst case» si basano su un tasso di attacco del 25% della popolazione.
− Il nuovo sottotipo di virus influenzale può diffondersi in Svizzera partendo dall’epicentro dei primi
focolai (ipotesi Asia) in qualsiasi stagione, ma presumibilmente ci vogliono da 3 a 6 mesi prima che
un’ondata pandemica raggiunga la Svizzera.
− Un’ondata pandemica dura da 8 a 12 settimane.
− Il virus pandemico è sensibile al principio attivo oseltamivir (Tamiflu®) in dosi di 75 mg due volte al
giorno per 5 giorni a titolo terapeutico e di 75 mg al giorno a titolo profilattico.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 176 di 251
− Il virus pandemico non sviluppa nessuna resistenza all’oseltamivir prima che la pandemia raggiunga
la Svizzera.
− Al momento della pandemia, il Tamiflu®/oseltamivir è un farmaco ben tollerato. Non sono noti effetti
indesiderati, fattori di rischio o interazioni.
− Dal punto di vista medico, il Tamiflu®/oseltamivir può essere impiegato a scopo profilattico per più di
6 settimane se necessario, benché secondo le informazioni degli esperti la sicurezza e l’efficacia
siano dimostrate solo fino a una durata di 6 settimane (stato giugno 2006).
− La durata della terapia e della profilassi può essere determinata in modo definitivo solo dopo che le
caratteristiche del virus pandemico, per ora sconosciute, saranno note.
− Le variazioni regionali del tasso di attacco sono minime.
Qui di seguito è descritta la procedura generale di distribuzione dei farmaci antivirali alla popolazione
nelle varie fasi pandemiche.
Indicazioni dettagliate potranno essere formulate solo dopo che si conosceranno le caratteristiche del
virus pandemico (virulenza, epidemiologia, ecc.). Le raccomandazioni applicabili, aggiornate man
mano, figurano nell’allegato 4.
Fase 3
Strategia
In questa fase, i casi di infezione umana da nuovo sottotipo virale sono molto sporadici: si tratta di casi
dovuti unicamente al contatto con animali infetti e di norma non trasmessi da uomo a uomo.
La somministrazione terapeutica o profilattica di antivirali è indicata nelle seguenti situazioni:
− trattamento di persone con sospetta o confermata infezione da un nuovo sottotipo di influenza;
− profilassi post-esposizione per persone venute a contatto con una persona infetta da un nuovo
sottotipo di influenza senza una protezione sufficiente;
− profilassi post-esposizione per persone venute a contatto con un animale infetto da un nuovo
sottotipo di influenza senza una protezione sufficiente;
− profilassi pre-esposizione per il personale coinvolto nella lotta alle epizoozie.
Misure
I casi sospetti e confermati sono ospedalizzati sotto la vigilanza delle autorità sanitarie cantonali.
Per il trattamento dei malati e la profilassi post-esposizione delle persone venute a contatto con
persone o animali infetti si utilizzano le scorte di farmaci antivirali degli ospedali. Per la profilassi preesposizione del personale coinvolto nella lotta alle epizoozie si utilizzano invece le scorte dei servizi
cantonali competenti.
Per le raccomandazioni attuali dell’UFSP in merito alla procedura in caso di sospetto di infezione da un
nuovo sottotipo di virus influenzale si rimanda al capitolo 5.5 («Gestione di casi sospetti ») del Piano
pandemico svizzero 2006 e all’indirizzo
http://www.bag.admin.ch/themen/medizin/00682/00684/01112/index.html?lang=fr.
L’uso di antivirali per la terapia e la profilassi deve essere sorvegliato (monitoraggio dell’efficacia, degli
effetti indesiderati, delle interazioni).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 177 di 251
Fase 4
Strategia
Identificazione rapida di un focolaio infettivo riconducibile a una trasmissione da uomo a uomo.
L’impiego di farmaci antivirali per il trattamento dei malati e segnatamente per la profilassi postesposizione delle persone esposte (gestione dei contatti) mira a interrompere la catena di
trasmissione e a eliminare il focolaio infettivo.
La somministrazione terapeutica o profilattica di farmaci antivirali è indicata nelle seguenti situazioni:
− come nella fase pandemica 3 e in aggiunta:
− trattamento di persone sospette di infezione da un nuovo sottotipo di influenza trasmissibile da
uomo a uomo, una volta confermati i criteri;
− profilassi post-esposizione di persone venute a contatto con persone sospette di infezione da un
nuovo sottotipo di influenza trasmissibile da uomo a uomo (gestione dei contatti);
− profilassi pre-esposizione del personale medico e paramedico esposto.
Misure
Se a livello mondiale si sviluppa un nuovo ceppo virale trasmissibile da uomo a uomo, può essere
necessario distribuire una notevole quantità di Tamiflu® (da alcune centinaia ad alcune migliaia di
confezioni) nel giro di brevissimo tempo in una regione forse (molto) limitata (alcuni Comuni, alcuni
Cantoni), ad esempio per arginare un focolaio infettivo importato del nuovo sottotipo di virus
influenzale e impedirne la diffusione (containment).
La Confederazione (UFSP) assicura la fornitura di farmaci antivirali per la fase pandemica 4,
costituendo presso la Farmacia dell’esercito una scorta centrale di circa 10 000 confezioni di un
antivirale, che può essere mobilitata e trasportata nei Cantoni colpiti nel giro di alcune ore. L’accesso
alle scorte d’emergenza è disciplinato dai piani pandemici cantonali e dall’UFSP.
L’UFSP elabora, in collaborazione con la Società svizzera di malattie infettive (SSI), delle
raccomandazioni per la terapia e la profilassi nella fase pandemica 4.
Fase 5
Strategia
Massimizzare gli sforzi per arginare o ritardare la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale, allo
scopo di cercare di evitare una pandemia e guadagnare tempo per le contromisure. La
somministrazione profilattica e terapeutica di farmaci antivirali si basa sugli stessi criteri della fase
pandemica 4.
Per il trattamento dei malati, la profilassi post-esposizione delle persone a contatto e la profilassi preesposizione del personale medico e paramedico coinvolto si utilizzano, se necessario, i farmaci
antivirali delle scorte obbligatorie conformemente alle raccomandazioni e ai criteri dell’UFSP. Se ve ne
sono ancora, vengono impiegati a tale scopo anche i farmaci della fase pandemica 4.
Misure
− L’UFSP elabora, in collaborazione con la Società svizzera di malattie infettive (SSI), delle
raccomandazioni per la terapia e la profilassi nella fase pandemica 5.
− Per consentire l’accesso alle scorte obbligatorie, quando si verifica o si delinea una situazione di
penuria (segnalazione da parte del depositario delle scorte obbligatorie) il Consiglio federale deve
porre in vigore un’ordinanza corrispondente. L’UFSP osserva l’evoluzione mondiale della pandemia e
in caso di minaccia chiede all’UFAE di emanare l’ordinanza. Tale richiesta è considerata opportuna
non appena si verifica la fase 5 della pandemia in un Paese europeo o mediterraneo o la fase 6 in
qualsiasi paese nel mondo. Se le scorte obbligatorie sono liberate, si applicano
contemporaneamente misure di controllo e di gestione.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 178 di 251
− Per la profilassi del personale medico e paramedico all’interno delle istituzioni, i Cantoni possono
acquistare un determinato quantitativo di principio attivo (olsetamivir) dalle scorte obbligatorie. La
Confederazione, infatti, attribuisce ai Cantoni contingenti di oseltamivir fosfato in polvere. Per il
calcolo del contingente è determinante il numero di persone che lavorano presso le istituzioni.
− Distribuzione dei farmaci antivirali delle scorte ai Cantoni: spetta alla Confederazione liberare
tempestivamente le scorte obbligatorie e attribuire i contingenti ai Cantoni. Ogni Cantone può
ottenere al massimo la quantità di antivirali sufficiente per trattare il 25% della popolazione
residente. I farmaci sono distribuiti ai Cantoni in più forniture parziali, cominciando con una prima
consegna di 1/10 della quantità attribuita al momento della liberazione delle scorte obbligatorie
(sufficiente per trattare il 2,5% della popolazione).
− Le scorte obbligatorie di farmaci antivirali corrispondono al fabbisogno necessario al trattamento del
25% della popolazione e alla profilassi di 250 000 operatori sanitari più una riserva del 10% circa,
che la Confederazione può utilizzare per compensare variazioni regionali dei bisogni nei Cantoni.
− Distribuzione dei farmaci antivirali all’interno dei Cantoni: dopo la liberazione del contingente da
parte della Confederazione, i Cantoni devono provvedere a una distribuzione in funzione dei bisogni.
Spetta ai Cantoni disciplinare la distribuzione dei farmaci ai fornitori. Già prima della pandemia
stabiliscono come intendono impostare la distribuzione all’interno del Cantone. Sostanzialmente
entrano in considerazione due varianti (vedi anche allegato 5 ):
a) distribuzione attraverso i normali canali del mercato (farmacie, studi medici)
b) distribuzione attraverso ambulatori specializzati istituiti ad hoc in caso di pandemia: i Cantoni
creano dei centri, i cosiddetti ambulatori specializzati per la cura dell’influenza, a cui possono
rivolgersi i malati con sospetto di influenza. Solo i medici di questi centri sono autorizzati a
prescrivere e fornire antivirali. Prescrizioni o disposizioni dettagliate concernenti i canali di
distribuzione e la gestione del flusso di farmaci figurano nei piani pandemici cantonali.
Fase 6
Strategia
Impiego di farmaci antivirali per il trattamento dei malati e la profilassi del personale medico e
paramedico. La gestione dei contatti è adattata in base alla situazione epidemiologica.
L’UFSP elabora, in collaborazione con la Società svizzera di malattie infettive (SSI), delle
raccomandazioni per la terapia e la profilassi nella fase pandemica 6.
La distribuzione dei farmaci antivirali si basa sulle stesse strategie della fase 5.
Finanziamento
I farmaci antivirali (compresa la prescrizione medica) per il trattamento dei malati e la profilassi preesposizione o post-esposizione sono finanziati attraverso i sistemi assicurativi esistenti (legge
sull’assicurazione contro gli infortuni LAINF/legge sull’assicurazione malattie LAMal). Ciò presuppone
che il Tamiflu® sia inserito nell’elenco delle specialità (ES) con un’indicazione corrispondente. L’UFSP
prevede una decisione in tal senso. I vari sistemi assicurativi intervengono come segue:
- Profilassi pre-esposizione: per le persone che vengono a contatto con malattie infettive e agenti
patogeni nell’ambito della loro attività professionale in ospedali, laboratori, istituti di ricerca e simili e le
persone che possono ammalarsi attraverso contatti professionali con animali, i costi sono a carico del
datore di lavoro (sistema LAINF). Per i lavoratori indipendenti e le altre persone, i costi sono assunti
dagli assicuratori malattie (sistema LAMal).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 179 di 251
- Profilassi post-esposizione: per le persone che vengono a contatto con malattie infettive e agenti
patogeni nell’ambito della loro attività professionale in ospedali, laboratori, istituti di ricerca e simili e le
persone che possono contagiarsi attraverso contatti professionali con animali, i costi sono a carico
dell’assicurazione contro gli infortuni se sussiste un pericolo concreto o un sospetto motivato di
infezione in seguito a esposizione diretta al rischio di contagio nell’ambito dell’attività professionale
(sistema LAINF). Se questa condizione non è soddisfatta e per le altre categorie di persone, i costi
sono assunti dagli assicuratori malattie (sistema LAMal).
- Terapia: i costi del trattamento terapeutico con farmaci antivirali sono assunti dagli assicuratori
malattie (sistema LAMal). Sono fatte salve eventuali prestazioni obbligatorie a carico dell’assicurazione
contro gli infortuni nei casi in cui la malattia è qualificata come malattia professionale (sistema LAINF).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 180 di 251
Farmaci antivirali
Allegato 1: Farmaci antivirali disponibili
Sono disponibili tre tipi di principi attivi antivirali che inibiscono la riproduzione dei virus influenzali in
varie fasi: i due inibitori della neuraminidasi zanamivir e oseltamivir, l’amantadina e la rimantadina
nonché la ribavirina. Quest’ultima non è tuttavia impiegata per combattere l’influenza, benché in vitro
sia osservabile un’inibizione della replicazione dei virus. 1
Inibitori della neuraminidasi
I due inibitori della neuraminidasi ammessi in Svizzera, l’oseltamivir (Tamiflu®) e lo zanamivir
(Relenza®), agiscono contro i virus dell’influenza A e B in modo simile. Entrambi possono essere
impiegati per la profilassi pre-esposizione e post-esposizione. Per ottenere il massimo beneficio
devono essere somministrati il più presto possibile, idealmente entro 36 ore dalla comparsa dei primi
sintomi.
Gli inibitori della neuraminidasi bloccano l’enzima neuraminidasi virale, impedendo la distruzione dei
recettori virali sulla superficie della cellula ospite. I nuovi virus formati dalla cellula ospite restano così
attaccati ai recettori e non possono diffondersi ulteriormente. Diminuisce quindi la quantità di virus
liberati, che potrebbero infettare altre cellule.
Gli inibitori della neuraminidasi riducono la durata e l’intensità della malattia e frenano l’eliminazione
virale. Sotto la loro azione diminuisce anche il tasso di complicazioni.
Siccome non influenzano la risposta immunitaria contro la vaccinazione antinfluenzale, gli inibitori della
neuraminidasi possono essere somministrati a titolo profilattico anche dopo la vaccinazione, allo
scopo di proteggere da un’infezione influenzale fino al momento in cui si sviluppa l’immunità indotta
dalla vaccinazione.
Benché, in base alle esperienze fatte finora, contro gli inibitori della neuraminidasi i virus dell’influenza
A sviluppino meno resistenze che non contro l’amantadina, in alcuni casi sono stati rilevati virus
resistenti all’oseltamivir. Studi su bambini malati di influenza stagionale in Giappone hanno inoltre
rivelato che nei bambini si sviluppano agenti resistenti più rapidamente che negli adulti. Sono
necessarie altre indagini per chiarire il rischio di sviluppo di resistenze – considerando anche il rischio
di resistenza incrociata allo zanamivir, teoricamente possibile.
Oseltamivir
L’oseltamivir è un profarmaco trasformato nel metabolita attivo oseltamivir carbossilato solo
nell’epitelio intestinale e/o nel fegato. In commercio si trovano due forme orali di oseltamivir: capsule
(10 capsule di Tamiflu® da 75 mg) per adulti e bambini a partire da 13 anni nonché una sospensione
(sospensione di Tamiflu® da 52 ml con 12 mg/ml) per bambini a partire da un anno.
Nausea e vomito sono gli effetti collaterali osservati più spesso rispetto al placebo. Questi sintomi, di
natura temporanea, si sono manifestati dopo l’assunzione della prima dose. Per il momento non sono
disponibili dati che dimostrino l’efficacia del Tamiflu® su persone affette da asma, malattie croniche
delle vie respiratorie, immunosoppressione e altre malattie croniche.
1
La ribavirina ha un’azione inibitoria sulle fasi dell’espressione genica e della replicazione. È incorporata nel genoma virale in
forma fosforilata come analogo della base. Il meccanismo di azione non è ancora stato chiarito esattamente. La ribavirina non
agisce solo contro i virus dell’influenza, ma inibisce la riproduzione di tutti i virus RNA. Il farmaco è impiegato per trattare alcune
gravi infezioni respiratorie virali per le quali non vi sono possibilità di trattamento alternative.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 181 di 251
Zanamivir
Lo zanamivir (Relenza®) è usato come inalante (orale) sotto forma di diskhaler (disco con 20 o 28 dosi
da 5 mg di zanamivir l’una).È ammesso per la terapia su bambini a partire da 5 anni e per la profilassi a
partire da 12 anni.
Gli effetti collaterali dello zanamivir sono simili a quelli indotti dal placebo. Finora non è stato
pubblicato nessuno studio sull’impiego di Relenza® su pazienti affetti da gravi forme di asma, malattie
croniche delle vie respiratorie, immunosoppressione e altre malattie croniche gravi e nella terapia di
bambini minori di 5 anni nonché nella profilassi di bambini minori di 12 anni.
Su pazienti affetti da asma o da malattia polmonare cronica ostruttiva (COPD) bisogna soppesare
accuratamente rischi e benefici. È necessario in particolare segnalare al paziente il rischio di
broncospasmo e mettergli a disposizione un broncodilatatore ad azione rapida.
Amantadina e rimantadina
L’amantadina e la rimantadina, efficaci contro i virus dell’influenza A, agiscono in base allo stesso
meccanismo. In Svizzera è ammessa unicamente l’amantadina cloridrato (Symmetrel®).
L’amantadina e la rimantadina agiscono sulla proteina M2 dei virus dell’influenza A: bloccando questa
proteina, impediscono che, una volta penetrato nella cellula, il virus vi liberi il suo genoma.
Per quanto riguarda l’impiego profilattico di farmaci contenenti amantadina, vari studi hanno
evidenziato una riduzione degli attacchi da virus dell’influenza A compresa tra il 70 e il 90%. La
somministrazione dell’amantadina entro 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi d’influenza può
inoltre attenuare sensibilmente l’intensità dei sintomi e la durata della febbre. Non è noto tuttavia se
questa terapia sia in grado di abbassare anche il tasso di complicazioni in seguito a un’infezione da
influenza A nelle persone che presentano fattori di rischio.
Gli effetti collaterali dell’amantadina riguardano il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale
e si risolvono nel giro di 1 o 2 giorni dall’interruzione del trattamento. Il trattamento antivirale con
amantadina e rimantadina può provocare lo sviluppo di virus dell’influenza A resistenti ai farmaci.
L’eliminazione di virus resistenti è osservabile nelle persone trattate entro 2-5 giorni dall’inizio del
trattamento.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 182 di 251
Pro e contro dei farmaci antivirali
Amantadina
(Symmetrel®)
Oseltamivir (Tamiflu®)
Zanamivir (Relenza®)
Pro
⋅ Impiegata da più di 30
anni nella terapia e nella
profilassi dell’influenza (i
rischi sono noti)
⋅ Prezzo basso
⋅ Ampio spettro d’azione
contro i virus dell’influenza A
eB
⋅ Possibilità di terapia e
profilassi
⋅ Basso potenziale di sviluppo
di resistenze
⋅ Somministrazione orale
⋅ Pochi effetti collaterali,
impiego sicuro
⋅ Terapia e profilassi nei
bambini a partire da 1 anno
⋅ Ampio spettro d’azione
contro i virus dell’influenza
AeB
⋅ Possibilità di terapia e
profilassi
⋅ Basso potenziale di
sviluppo di resistenze
⋅ Pochi effetti collaterali,
impiego sicuro
⋅ Nessun bisogno di
adattare le dosi in caso di
insufficienza renale o
epatica e su pazienti
anziani
Contro
⋅ Spettro d’azione limitato: ⋅ Nessuna terapia su bambini
con meno di 1 anno
efficace solo contro i
virus dell’influenza A
⋅ In commercio da
relativamente poco tempo
⋅ Alto rischio di sviluppo di
virus resistenti già dopo ⋅ Prezzo elevato
un breve trattamento (2–
3 giorni)
⋅ Effetti collaterali e
interazioni indesiderabili
⋅ Ammesso per la terapia
e la profilassi su bambini
solo a partire da 5 anni
⋅ Somministrabile solo per
inalazione
⋅ Inadatto in caso di gravi
forme di asma o malattie
croniche delle vie
respiratorie
⋅ Autorizzato nei bambini
per l’uso terapeutico a
partire da 5 anni e per
l’uso profilattico a partire
da 12 anni
⋅ In commercio da
relativamente poco tempo
⋅ Prezzo elevato
Principali indicazioni sull’uso dei farmaci antivirali
Terapia
I farmaci antivirali sono destinati al trattamento di soggetti per i quali sussistono motivati sospetti di
infezione da un nuovo sottotipo di virus influenzale potenzialmente pandemico o già considerato
pandemico.
Profilassi post-esposizione (PEP)
I farmaci antivirali per la profilassi sono destinati ai soggetti venuti a contatto senza una protezione
sufficiente con persone che presentano un’infezione sospetta o confermata da un nuovo sottotipo di
virus influenzale, conformemente alle raccomandazioni dell’OMS per le singole fasi pandemiche.
Profilassi pre-esposizione
Il personale medico e paramedico venuto a contatto con pazienti affetti da influenza deve essere
protetto con una profilassi pre-esposizione sotto forma di antivirali finché risulta immune al virus.
Secondo le raccomandazioni dell’UFSP e dell’UFV deve beneficiare di una profilassi pre-esposizione
anche il personale coinvolto nella lotta alle epizoozie.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 183 di 251
Farmaci antivirali
Allegato 2: Tamiflu®
Scorte e distribuzione di Tamiflu®
Dei tre preparati contro i virus influenzali ammessi attualmente in Svizzera, la Confederazione ha
optato per il Tamiflu® o il principio attivo oseltamivir fosfato per la profilassi e la terapia nelle fasi
pandemiche da 3 a 6. Il Symmetrel® è stato scartato perché agisce solo contro l’influenza A e
oltretutto sono già noti vari ceppi virali con resistenze contro il principio attivo amantadina. Quanto al
Relenza®, i volumi in vendita sono troppo piccoli per costituire le scorte obbligatorie.
Per assicurare la disponibilità di scorte sufficienti di Tamiflu®, la Confederazione ordina tre forme di
stoccaggio:
1. scorte negli ospedali e presso i servizi cantonali responsabili della lotta alle epizoozie (servizi
veterinari)
2. scorte di emergenza
3. scorte obbligatorie (ai sensi della legge sull’approvvigionamento del Paese) di Tamiflu® o del
principio attivo oseltamivir fosfato
Le confezioni di farmaci antivirali che si trovano nei normali canali di distribuzione (fabbricanti,
distributori, grossisti, medici, farmacie) o in possesso di pazienti non sono considerate, poiché sono
troppo difficili da rilevare e le quantità sono soggette a continue variazioni.
Distribuzione
Nelle varie fasi della pandemia si utilizzano i tre tipi di scorte:
Fase 3: scorte degli ospedali e dei servizi veterinari
Fase 4: scorte degli ospedali e dei servizi veterinari nonché scorte di emergenza
Fase 5: scorte degli ospedali e dei servizi veterinari nonché scorte di emergenza; se necessario anche
farmaci delle scorte obbligatorie
Fase 6: per la terapia capsule di Tamiflu® delle scorte obbligatorie; per la profilassi del personale
medico e paramedico nelle istituzioni una soluzione acquosa di oseltamivir fosfato, preparata
attingendo alle scorte obbligatorie
1. Scorte negli ospedali e presso i servizi cantonali responsabili della lotta alle epizoozie
(servizi veterinari)
Nel Bollettino UFSP 37/2005, gli ospedali sono invitati a costituire scorte di Tamiflu® sufficienti per 1-5
pazienti, il personale sanitario e le persone venute a stretto contatto con questi pazienti, per un totale
di 10 confezioni per paziente (in ogni ospedale dovrebbero quindi essere disponibili da 10 a 50
confezioni).
Il 27 settembre 2005, l’UFSP e l’UFV hanno sollecitato i servizi cantonali competenti per la lotta alle
epizoozie a chiarire e organizzare la disponibilità e la fornitura di Tamiflu® d’intesa con i Medici
cantonali.
2. Scorte di emergenza
Oltre alle scorte obbligatorie, la Confederazione (UFSP) intende acquistare una riserva di circa 10 000
confezioni di Tamiflu® disponibile rapidamente (scorte di emergenza) e stoccarla a livello centrale, in
modo da poterla mobilitare molto in fretta in caso di bisogno, ancora prima della liberazione delle
scorte obbligatorie. Ciò potrebbe essere necessario per contrastare la diffusione di un virus
pandemico importato in Svizzera (containment).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 184 di 251
Farmaci antivirali
Allegato 2: Tamiflu®
3. Scorte obbligatorie
Le scorte obbligatorie comprendono da un lato capsule di Tamiflu® (sfuse, non ancora blisterate e
imballate) e dall’altro il principio attivo oseltamivir fosfato in polvere. Le scorte totali corrispondono
all’incirca a 30 milioni di dosi di oseltamivir a 75 mg e sono sufficienti per il trattamento di 2 milioni di
persone con 2 dosi al giorno durante 5 giorni e per la profilassi di 250 000 persone con 1 dose al
giorno durante circa 40 giorni.
Le scorte obbligatorie, di proprietà del depositario delle scorte obbligatorie, sono tenute
separatamente dagli altri prodotti.
Una parte del principio attivo in polvere serve come materiale di partenza per la produzione di altre
capsule di Tamiflu®. Il resto è utilizzato per preparare una soluzione da bere, destinata esclusivamente
alla profilassi nelle istituzioni.
Una volta liberate le scorte obbligatorie, le capsule stoccate sono blisterate e imballate.
I Cantoni hanno diritto a una determinata quantità di oseltamivir in polvere, da impiegare per la
profilassi del personale medico e paramedico nelle istituzioni. La quantità è calcolata in base al
numero di persone occupate nel settore sanitario cantonale. Vi è la possibilità di chiedere alla
Farmacia dell’esercito di trasformare questa polvere in una soluzione acquosa da bere.
Nella fase 5 sono utilizzate capsule di Tamiflu® per tutti i gruppi bersaglio eccetto i bambini – sia per
l’uso profilattico che per quello terapeutico.
Nella fase 6 vengono utilizzate, in caso di penuria, capsule prelevate dalle scorte obbligatorie sia per la
terapia che per un’eventuale profilassi ambulatoriale. Per la profilassi del personale medico e
paramedico nelle istituzioni è possibile produrre una soluzione acquosa (da bere) con le riserve di
oseltamivir.
È previsto un graduale incremento della quota di capsule di Tamiflu® nelle scorte obbligatorie rispetto
alle riserve di principio attivo. Entro l’aprile 2007, la metà delle scorte dovrà essere disponibile sotto
forma di capsule.
Forma pediatrica
Le dosi terapeutiche destinate ai bambini sono comprese nelle scorte obbligatorie. È quindi possibile,
in linea di massima, trattare i bambini attingendo alle scorte obbligatorie.
Tuttavia, non è possibile includere nelle scorte obbligatorie la sospensione di Tamiflu® ammessa in
Svizzera per i bambini, perché la domanda è troppo bassa e il prodotto ha una durata di conservazione
troppo breve (2 anni contro i 5 anni delle capsule). La soluzione acquosa di oseltamivir impiegata per la
profilassi del personale medico e paramedico è poco adatta per i bambini a causa del suo sapore.
Per i pazienti pediatrici per i quali le capsule di Tamiflu® sono inadatte il «Gruppo di lavoro antivirali in
forma pediatrica» sta elaborando linee guida per una forma farmaceutica adatta ai bambini, che possa
essere prodotta con semplici mezzi partendo dal principio attivo o dalle capsule.
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Farmaci antivirali
Allegato 3: Responsabilità e competenze
Responsabilità
Le responsabilità sono ripartite tra la Confederazione e i Cantoni.
La Confederazione ha il compito di:
− prevedere, in vista di una pandemia, sufficienti scorte di farmaci antivirali in forme farmaceutiche
adatte, sia per il trattamento della popolazione malata che per la profilassi del personale medico e
paramedico
− liberare tempestivamente e sorvegliare le scorte di farmaci antivirali
(UFAE: scorte obbligatorie; UFSP: scorte di emergenza)
− in caso di pandemia, mettere tempestivamente a disposizione sufficienti farmaci antivirali pronti per
la consegna e per l’uso, in particolare se le riserve di antivirali sono stoccate in una forma non pronta
per la consegna (sotto forma di principio attivo, semilavorato o prodotto non imballato)
− garantire ai Cantoni l’accesso alla quota di farmaci antivirali assegnata loro in più forniture parziali
(per il trattamento del 25% della popolazione residente)
− prevedere una riserva destinata a compensare variazioni regionali dei bisogni; a tal fine la
Confederazione può utilizzare la parte delle scorte obbligatorie la cui destinazione non è ancora stata
definita (10% delle scorte obbligatorie); la Confederazione può impiegare questa riserva in modo
flessibile, quando un Cantone è in grado di dimostrare un fabbisogno che supera la quota
assegnatagli
− predisporre le misure e gli accertamenti necessari per disporre per tempo di forme farmaceutiche
alternative qualora non fossero disponibili prodotti a sufficienza pronti all’uso.
I Cantoni hanno il compito di:
− definire i canali di distribuzione sul territorio cantonale prima della pandemia;
− vigilare sull’impiego corretto degli inibitori della neuraminidasi;
− informare i servizi federali competenti in merito all’evoluzione e allo stato della terapia antivirale;
− integrare il loro dispositivo nei piani pandemici cantonali.
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Sintesi: competenze nelle varie fasi pandemiche
FASE 3
FASE 4
FASE 5
FASE 6
1.
COMPITO
Definizione dei gruppi a rischio, elaborazione di UFSP
raccomandazioni per la terapia e la profilassi preesposizione e post-esposizione
COMPETENZA
5 (M)
5 (M)
5 (M)
5 (M)
2.
Raccomandazioni per la protezione del
personale coinvolto nella lotta all’influenza
aviaria classica
UFSP, UFV
5 (M)
5 (M)1
5 (M)1
5 (M) 1
3.
Raccomandazioni per la costituzione di scorte
negli ospedali
UFSP
5 (M)
4.
Raccomandazioni per la costituzione di scorte
presso i servizi veterinari cantonali
UFV/UFSP
5 (M)
5.
Costituzione di scorte negli ospedali
Ospedali
5 (M)
6.
Costituzione di scorte presso i servizi veterinari
cantonali
Cantoni
5 (M)
7.
Acquisto delle scorte di emergenza
UFSP
5 (M)
8.
Stoccaggio delle scorte di emergenza
Farmacia
dell’esercito
5 (M)
5 (M)
5 (M)2
5 (M) 2
9.
Liberazione delle scorte di emergenza
UFSP/DFI
5 (CH)
5 (CH) 2
5 (CH) 2
10. Coordinamento del containment (informazione,
contact tracing, compilazione di elenchi ecc.)
Medici cantonali
5 (CH)
5 (CH)
11. Trasporto dei farmaci delle scorte di emergenza
ai servizi cantonali
Farmacia
dell’esercito
5 (CH)
5 (CH) 2
12. Distribuzione dei farmaci delle scorte di
emergenza ai pazienti e alle persone esposte
durante le fasi 4 e 5
Medici cantonali
5 (CH)
5 (CH)
5 (CH) 2
13. Domanda di liberazione delle scorte obbligatorie UFSP/
all’UFAE
depositario delle
scorte
obbligatorie
5 (UE)
5 (M)
14. Domanda di liberazione delle scorte obbligatorie UFAE
al Consiglio federale
5 (UE)
5 (M)
15. Entrata in vigore dell’ordinanza concernente la
gestione degli inibitori della neuraminidasi
Consiglio
federale
5 (UE)
5 (M)
16. Fissazione della quantità di farmaci assegnati a
ogni Cantone (contingente cantonale)
UFAE
5 (UE)
5 (M)
17. Liberazione dei contingenti assegnati ai Cantoni
per la terapia
UFAE
5 (UE)
5 (M)
18. Trasformazione dell’oseltamivir in polvere in
Tamiflu® per il trattamento dei malati e la
profilassi
Depositario delle
scorte
obbligatorie
5 (UE)
5 (M)
19. Controllo e assicurazione di una distribuzione
secondo i bisogni all’interno del Cantone
Cantoni
5 (CH)
5 (CH)
20. Monitoraggio delle scorte obbligatorie
UFAE
5 (CH)
5 (CH)
21. Coordinamento della produzione della soluzione
di oseltamivir per la profilassi negli ospedali
Farmacia
dell’esercito
5 (CH)
22. Distribuzione della soluzione acquosa per uso
profilattico alle istituzioni dei Cantoni
Cantoni
5 (CH)
23. Indicazioni individuali e assistenza ai pazienti
Medici
5 (CH)
5 (CH)
5 (CH)
5 (CH)
M: Valido non appena si verificano casi della fase pandemica corrispondente da qualche parte nel mondo, al di fuori della Svizzera
UE: Valido quando si verificano casi della fase pandemica corrispondente in un Paese europeo o mediterraneo, al di fuori della
Svizzera
CH: Valido quando si verificano casi della fase pandemica corrispondente in Svizzera
1
2
In presenza di un altro virus con potenziale pandemico oltre al virus pandemico
Nel caso in cui le scorte non siano ancora esaurite.
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Farmaci antivirali
Allegato 4: Panoramica sull’impiego di farmaci antivirali in varie fasi
pandemiche
Fase 3
Terapia
Gruppi bersaglio ⋅ In caso di sospetto di infezione da
nuovo sottotipo di virus influenzale
⋅ In caso di infezione confermata da
nuovo sottotipo di virus influenzale
Profilassi
⋅ Soggetti venuti a contatto con una
persona infetta da un nuovo sottotipo
di influenza senza una protezione
sufficiente
⋅ Soggetti venuti a contatto con un
animale infetto da un nuovo sottotipo
di influenza senza una protezione
sufficiente
⋅ Personale coinvolto nella lotta alle
epizoozie
⋅ In questa fase non è consigliata la
profilassi pre-esposizione del
personale medico e paramedico
Fonti
Scorte negli ospedali secondo le
raccomandazioni dell’UFSP
⋅ Scorte negli ospedali secondo le
raccomandazioni dell’UFSP
⋅ Scorte presso i servizi cantonali
responsabili della risposta alle
epizoozie secondo le raccomandazioni
dell’UFSP/UFV
Distribuzione
Ospedali (i pazienti sono tutti
ospedalizzati)
Normali canali di distribuzione:
⋅ ospedali
⋅ farmacie
⋅ medici dispensatori
⋅ servizi veterinari cantonali
Preparato
Capsule di Tamiflu® da 75 mg
Capsule di Tamiflu® da 75 mg
Prescrizione
⋅ Medici degli ospedali
⋅ Medici degli ospedali
⋅ Medici indipendenti
Assunzione dei
costi
A carico della LAMal
⋅ Lavoratori dipendenti esposti: a carico
della LAINF
(a carico della LAINF in caso di relazione
causale dimostrata tra la malattia e il
⋅ Lavoratori indipendenti venuti a
rischio professionale)
contatto con malati: a carico della
LAMal
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Fase 4
Terapia
Gruppi bersaglio Come nella fase 3 e in aggiunta:
⋅ persone sospette di infezione da
nuovo sottotipo di virus influenzale,
trasmissibile da uomo a uomo, una
volta confermati i criteri
Profilassi
Come nella fase 3 e in aggiunta:
⋅ soggetti venuti a contatto con
persone sospette di infezione da
nuovo sottotipo di virus influenzale,
trasmissibile da uomo a uomo
(gestione dei contatti)
⋅ personale medico e paramedico
esposto
Fonti
secondo il
principio di
sussidiarietà
⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino
a esaurimento delle scorte)
⋅ Scorte di emergenza
⋅ Scorte negli ospedali (pazienti
ospedalizzati)
⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino
a esaurimento delle scorte)
⋅ Scorte di emergenza
⋅ Scorte negli ospedali (personale degli
ospedali)
Distribuzione
⋅ Ospedali
⋅ In base a una notifica di caso e per
ordine dell’UFSP, la Farmacia
dell’esercito fornisce ai Cantoni la
quantità necessaria di Tamiflu®
prelevandola dalle scorte di
emergenza. I Cantoni assicurano
l’ulteriore distribuzione.
⋅ Ospedali
⋅ In base a una notifica di caso la
Farmacia dell’esercito fornisce ai
Cantoni la quantità necessaria di
Tamiflu® prelevandola dalle scorte di
emergenza. I Cantoni assicurano
l’ulteriore distribuzione (containment).
Preparato
⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg
⋅ Sospensione di Tamiflu® per bambini
(12 mg/ml)
⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg
⋅ Sospensione di Tamiflu® per bambini
(12 mg/ml)
Prescrizione
⋅ Medici degli ospedali
⋅ Medici indipendenti
⋅ Medici degli ospedali
⋅ Medici cantonali
⋅ Medici indipendenti
Assunzione dei
costi
A carico della LAMal
⋅ Lavoratori dipendenti esposti: a carico
della LAINF
(a carico della LAINF in caso di relazione
causale dimostrata tra la malattia e il
⋅ Lavoratori indipendenti venuti a
rischio professionale)
contatto con malati: a carico della
LAMal
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 189 di 251
Fase 5
Terapia
Profilassi
Gruppi bersaglio Come nella fase 4
Come nella fase 4
Fonti
secondo il
principio di
sussidiarietà
⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino
a esaurimento delle scorte)
⋅ Confezioni ancora in circolazione (fino
a esaurimento delle scorte)
⋅ Scorte negli ospedali (pazienti
ospedalizzati)
⋅ Scorte negli ospedali (personale degli
ospedali)
⋅ Scorte di emergenza
⋅ Scorte obbligatorie
⋅ Scorte di emergenza
⋅ Scorte obbligatorie
Settore ospedaliero
Ospedali
Settore ospedaliero
Ospedali
Settore ambulatoriale
Settore ambulatoriale
Variante canali di distribuzione normali
Variante canali di distribuzione normali
⋅ Farmacie
⋅ Medici dispensatori
⋅ Farmacie
⋅ Medici
Variante ambulatori specializzati (non
appena operativi)
Variante ambulatori specializzati
Distribuzione
⋅ Medici degli ambulatori specializzati
per la cura dell’influenza
⋅ Ambulatori specializzati per la cura
dell’influenza
Preparato
⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg
⋅ Oseltamivir in forma pediatrica
Settore ospedaliero
⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg
Settore ambulatoriale
⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg
Prescrizione
Settore ospedaliero
Medici degli ospedali
Settore ambulatoriale
Medici cantonali (ricette collettive)
Variante canali di distribuzione normali
⋅ Medici indipendenti
Variante ambulatori specializzati
⋅ Medici degli ambulatori specializzati
per la cura dell’influenza
Assunzione dei
costi
A carico della LAMal
Tutti i gruppi colpiti: a carico della LAMal
(a carico della LAINF in caso di relazione
causale dimostrata tra la malattia e il
rischio professionale)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 190 di 251
Fase 6
Trattamento
Gruppi bersaglio
Profilassi*
⋅ Malati infetti dal virus pandemico
⋅ Sospetto di infezione dal virus
pandemico
⋅ Personale medico e paramedico
esposto
Fonti
secondo il principio di
sussidiarietà
⋅ Confezioni ancora in circolazione
(fino a esaurimento delle scorte)
⋅ Scorte obbligatorie
Distribuzione
Settore ospedaliero
Ospedali
Settore ambulatoriale
Settore ospedaliero
Ospedali
Settore ambulatoriale
Variante canali di distribuzione normali
Variante canali di distribuzione
normali
⋅ Nessuna gestione dei contatti
⋅ Scorte negli ospedali (pazienti
ospedalizzati)
⋅ Scorte di emergenza
⋅ Scorte obbligatorie (capsule di
Tamiflu®)
⋅ Farmacie
⋅ Medici dispensatori
⋅ Farmacie
⋅ Medici dispensatori
Variante ambulatori specializzati
Preparato
⋅ Medici degli ambulatori specializzati
per la cura dell’influenza
Variante ambulatori specializzati
⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg
⋅ Oseltamivir in forma pediatrica
Settore ospedaliero
⋅ Soluzione di oseltamivir da bere
(15 mg/ml)
⋅ Ambulatori specializzati per la
cura dell’influenza
Settore ambulatoriale
⋅ Capsule di Tamiflu® da 75 mg
Prescrizione
Settore ospedaliero
⋅ Medici degli ospedali
Settore ambulatoriale
Medici cantonali (ricette collettive)
Variante canali di distribuzione normali
⋅ Medici indipendenti
Variante ambulatori specializzati
⋅ Medici degli ambulatori specializzati
per la cura dell’influenza
Assunzione dei costi
A carico della LAMal
(a carico della LAINF in caso di
relazione causale dimostrata tra la
malattia e il rischio professionale)
Tutti i gruppi colpiti: a carico della
LAMal
*In caso di pandemia, l’UFSP emana delle raccomandazioni indicando quali gruppi di persone devono
essere sottoposti alla profilassi e a partire da quando. Le raccomandazioni sono elaborate a breve
termine, allo scopo di rispondere alle condizioni reali, dipendono dall’intensità, dall’evoluzione e dalla
durata della pandemia e tengono conto delle quantità di farmaci disponibili. Nella tabella sono
considerati sia il settore ambulatoriale (p. es. gli studi medici) che quello ospedaliero (p. es. gli
ospedali), indipendentemente dalle raccomandazioni dell’UFSP.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 191 di 251
Farmaci antivirali
Allegato 5: Canali di distribuzione dei farmaci antivirali
* Produzione di una soluzione orale con le riserve di polvere
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 192 di 251
7 Vaccini
Il presente capitolo è suddiviso in quattro sottocapitoli, uno per ogni tipo di vaccino: contro l'influenza
stagionale, contro un nuovo sottotipo di virus influenzale con potenziale pandemico (vaccino
prepandemico), contro l’influenza pandemica (vaccino pandemico) e contro le infezioni da
pneumococchi (vaccino antipneumococcico).
Alcuni aspetti della vaccinazione di massa con il vaccino prepandemico e quello pandemico vengono
elaborati in appositi gruppi di lavoro e saranno comunicati separatamente, ovvero:
− il finanziamento della vaccinazione;
− la sorveglianza degli effetti collaterali e il relativo indennizzo.
7.1 Vaccino contro l’influenza stagionale
Il vaccino contro l’influenza stagionale è un vaccino trivalente la cui composizione viene adattata ogni
anno in funzione dei ceppi virali influenzali identificati per la stagione successiva. È composto da un
ceppo dell’influenza B e da due ceppi dell’influenza A. Il più delle volte, da un anno all’altro si
susseguono ceppi virali dello stesso sottotipo (H1N1 dal 1977 e H3N2 dal 1968) che hanno subito
mutazioni nel corso della stagione precedente. Pertanto, se si sono verificate delle mutazioni, il
vaccino elaborato per una determinata stagione è inefficace contro il virus della stagione successiva,
oppure conferisce soltanto una protezione parziale. Tuttavia, le persone che in passato sono state
esposte a un virus dello stesso sottotipo o che si sono vaccinate contro quest’ultimo presentano una
migliore risposta immunitaria al vaccino grazie all’induzione di una memoria immunologia (priming). Il
vaccino stagionale non protegge né da sottotipi di virus influenzale diversi da quelli da cui è composto
né da eventuali nuovi virus influenzali con potenziale pandemico (p. es. l’H5N1, responsabile nel 20052006 di un’epizoozia diffusa).
Il vaccino antinfluenzale è prodotto inoculando i ceppi vaccinali (virus modificati in laboratorio) in uova
di gallina embrionale, dove si moltiplicano. Si procede poi alla raccolta del liquido allantoideo infettato,
e i virus vengono purificati, inattivati e trattati in modo da produrre un vaccino. Quest’ultimo può
essere di diversi tipi: (1) «a subunità», ovvero costituito essenzialmente da emoagglutinina e
neuraminidasi purificate, (2) «split«, comprendente tra l’altro l’emoagglutinina e la neuraminidasi del
virus frammentato, o (3) «a virus intero», contenente tutti gli antigeni virali. Questo metodo di
produzione richiede un grande numero di uova (con 1 uovo si possono produrre 3 dosi di vaccino
monovalente da 15 μg o 1 dose di vaccino trivalente) e diversi mesi di tempo (tra febbraio e luglio per
l’emisfero Nord). Poiché la composizione cambia da un anno all’altro, il vaccino non viene stoccato e
se ne produce ogni anno soltanto il numero di dosi che corrisponde alla domanda approssimativa
dell'anno precedente per i gruppi di popolazione ai quali viene raccomandato e fornito.
Sono attualmente in fase di sviluppo nuovi metodi di fabbricazione (in particolare su colture cellulari) e
nuove formulazioni (in particolare con adiuvante). Si sta inoltre registrando un forte aumento delle
capacità produttive a livello mondiale in vista della fabbricazione dei vaccini necessari in caso di
pandemia.
Obiettivi
− Ridurre il rischio di complicazioni legate al virus influenzale nelle persone vulnerabili vaccinando le
persone a rischio, ovvero anziani o soggetti con disturbi cardio-vascolari, polmonari o metabolici
cronici, insufficienza renale, emoglobinopatia o immunosoppressione.
− Ridurre il rischio di trasmissione dell’influenza ai suddetti gruppi di persone vulnerabili vaccinando i
familiari e il personale sanitario operativo.
− Proteggere dall'influenza tutti coloro che lo desiderano.
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Nel periodo di allerta pandemica:
− ridurre il rischio di falso allarme in caso di sintomi influenzali in soggetti potenzialmente esposti a un
virus influenzale animale durante un'epizoozia;
− evitare che i soggetti esposti a un virus influenzale animale durante un'epizoozia siano infettati
contemporaneamente dal virus umano e da quello animale (rischio di riassortimento tra i due virus).
Ipotesi
Il riassortimento tra un virus influenzale animale e un virus influenzale umano che infettano una stessa
persona contemporaneamente può contribuire a generare un virus trasmissibile da persona a persona.
Questo rischio può essere ridotto vaccinando contro l'influenza stagionale le persone potenzialmente
esposte al virus animale.
Fasi 1 e 2
Problematica
In genere, il numero delle dosi di vaccino antinfluenzale stagionale prodotte ogni anno e, di
conseguenza, le capacità delle ditte produttrici corrispondono esattamente alla domanda dell'anno
prima. Se la domanda cresce all'improvviso è impossibile aumentare in modo rapido il numero delle
dosi e, nell’eventualità di una pandemia, le ditte produttrici non sono in grado di soddisfare il
fabbisogno dell’intera popolazione. Il rischio di una carenza di vaccini antinfluenzali può quindi
presentarsi ogni anno.
Strategia
L’aumento della copertura vaccinale contro l’influenza stagionale nel periodo interpandemico migliora
la protezione dei gruppi a rischio e contribuisce ad ampliare, a livello mondiale, le capacità di
produzione del vaccino in caso di pandemia.
Misure
Le raccomandazioni, basate sul supplemento XIII del raccoglitore «Malattie infettive» dell’UFSP, sono
pubblicate annualmente nel Bollettino dell’UFSP (nel 2006, Bollettino 37/06).
Insieme ai suoi partner cantonali e al personale medico, l'UFSP conduce ogni anno una campagna
promozionale a favore della vaccinazione dei gruppi di popolazione a rischio. Sempre ogni anno,
discute con i produttori del vaccino affinché adeguino il numero di dosi destinate alla Svizzera in
funzione della domanda prevista.
Fase 3
Problematica
Ogni stato influenzale in una persona a stretto contatto con animali infettati (o potenzialmente
infettati) da un virus influenzale aviario altamente patogeno può far sospettare una trasmissione del
virus animale all’essere umano, con tutte le misure e le preoccupazioni che ne derivano.
D'altra parte, in un soggetto già infettato dal virus influenzale umano, il riassortimento tra il virus
animale e quello umano può favorire l’adattamento del virus animale all’uomo.
Strategia
Per evitare la trasmissione di virus influenzali aviari dagli animali agli esseri umani, si raccomanda
l’adozione di misure precauzionali diverse dalla vaccinazione.
È inoltre raccomandata la vaccinazione contro l'influenza stagionale ai professionisti che hanno
contatti frequenti con specie animali (pollame e uccelli selvatici) che potrebbero essere infettate da un
nuovo sottotipo di virus influenzale altamente patogeno e potenzialmente pandemico.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 194 di 251
Misure
Nella fase d'allerta 3, la vaccinazione stagionale (tra metà ottobre e metà novembre) è raccomandata
per i seguenti gruppi di persone:
− gruppi a rischio di complicazioni e personale sanitario (supplemento XIII);
− professionisti che hanno contatti diretti con animali che potrebbero essere infettati dal virus
epizootico (pollame e uccelli selvatici) (Bollettino UFSP 37/06):
−
personale incaricato del controllo delle epizoozie
−
personale dei macelli a contatto con animali sensibili (pollame)
−
veterinari e loro collaboratori
−
allevatori di specie sensibili (pollame)
−
persone che hanno contatti ravvicinati e frequenti con le specie animali selvatiche o di
allevamento sensibili (p. es. ornitologi, tassidermisti, guardiani della selvaggina,
guardacaccia, doganieri a contatto diretto con il pollame vivo importato)
− personale di laboratorio che, ai fini della sorveglianza, lavora con campioni di secrezioni respiratorie
umane o animali.
Fasi 4 e 5
Problematica
Dal momento in cui viene identificato un nuovo sottotipo di virus influenzale a trasmissione
interumana, le ditte produttrici concentrano le loro capacità produttive sulla fabbricazione di un vaccino
contro questo nuovo sottotipo (vaccino pandemico). Finché il nuovo virus non avrà raggiunto la
Svizzera occorrerà proteggere le persone a rischio contro l'influenza stagionale, tenendo tuttavia conto
del fatto che non si disporrà di un numero sufficiente di vaccini.
Strategia
Il vaccino antinfluenzale stagionale va somministrato in primo luogo alle persone a rischio.
Misure
Il vaccino antinfluenzale stagionale è riservato in primo luogo alle persone a rischio di complicazioni
secondo le raccomandazioni dell’UFSP (supplemento XIII) e al personale sanitario. Non è più
giustificata la vaccinazione delle persone che, per motivi professionali, sono a stretto contatto con
animali.
Fase 6
Non appena inizia la produzione del vaccino pandemico viene interrotta quella del vaccino contro
l’influenza stagionale umana. Le capacità disponibili sono infatti completamente sfruttate per la
produzione del vaccino pandemico.
Una volta che il virus pandemico è entrato in Svizzera, il vaccino stagionale non è più indicato.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 195 di 251
7.2 Vaccino prepandemico (contro un nuovo sottotipo di virus
influenzale con potenziale pandemico)
Quando un nuovo sottotipo di virus influenzale animale altamente patogeno è responsabile di
un’epizoozia diffusa (come l’H5N1) con casi isolati di infezione negli esseri umani, aumenta
notevolmente il rischio d’insorgenza di un virus pandemico in seguito a mutazioni o a un
riassortimento con un virus influenzale stagionale umano. Per proteggere la popolazione vengono
sviluppati dei vaccini contro il virus di origine animale, in particolare se quest’ultimo inizia a
trasmettersi con maggiore facilità all’uomo. Tali vaccini sono prodotti in base alle esperienze
effettuate con i vaccini contro l'influenza stagionale e seguendo gli stessi principi di fabbricazione. Per
il loro sviluppo sono indispensabili, tra l'altro, le seguenti condizioni:
− livello di biosicurezza adeguato (il virus altamente patogeno deve essere analizzato in condizioni tali
da evitare eventuali rischi di contaminazione del personale o dell'ambiente);
− sviluppo di ceppi vaccinali (il virus H5N1 non può essere coltivato in uova embrionate perché le
ucciderebbe. Occorre dunque utilizzare un virus geneticamente modificato che si moltiplichi con
facilità nelle uova fecondate e che esprima gli antigeni H5 e N1);
− test su esseri umani per determinare le formulazioni ottimali (dosaggio, adiuvanti), l’immunità
antivirale indotta e gli eventuali effetti indesiderati.
Le esperienze passate hanno evidenziato come fossero necessarie delle dosi più elevate di antigene
oppure formulazioni particolari per indurre nell'essere umano dei tassi sufficienti di anticorpi contro un
simile virus animale. Degli studi hanno dimostrato che, per il virus H5N1, l’utilizzazione di nuovi
adiuvanti non solo permetteva di ridurre notevolmente i dosaggi di antigeni, ma poteva proteggere
anche da ceppi virali imparentati.
Gli attuali vaccini prepandemici sono pertanto dei vaccini contro il virus dell'influenza aviaria (H5N1)
dotati di un adiuvante che migliora la risposta immunitaria riducendo la quantità di antigene necessaria
per ogni dose e proteggendo anche da ceppi virali affini (varianti o riassortanti).
I vaccini prepandemici sono utili anche per lo sviluppo di quelli pandemici. Questi ultimi potranno
infatti essere prodotti allo stesso modo sostituendo soltanto il ceppo vaccinale con quello
esattamente corrispondente al virus pandemico e accorciando così i tempi.
La Confederazione ha deciso di acquistare, nel corso della fase 3, un vaccino prepandemico in
quantità sufficiente per tutta la popolazione.
Obiettivi
− Conferire alla popolazione una protezione parziale contro un virus pandemico derivante dal virus
dell’influenza aviaria; ridurre la morbilità e la mortalità legate al virus pandemico; migliorare la
risposta al vaccino pandemico (priming) in modo che sia sufficiente una sola dose.
− Proteggere le persone entrate in contatto con gli animali infettati dal virus dell’influenza aviaria, e in
particolare determinati gruppi professionali.
Si terrà conto del rapporto tra i benefici auspicati e gli eventuali rischi legati a una vaccinazione di cui si
conoscono solo parzialmente l’efficacia e il profilo di sicurezza, effettuando anche un confronto con i
rischi derivanti dallo sviluppo di una pandemia.
Ipotesi
Una dose di vaccino prepandemico con adiuvante conferisce una protezione parziale contro il virus
pandemico e migliora la risposta a un vaccino pandemico (priming).
Due dosi a qualche settimana di distanza l’una dall’altra aumentano la protezione, ad esempio nelle
persone che esercitano professioni ad alto rischio di esposizione al virus e di contagio.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 196 di 251
Fase 3
Problematica
Il vaccino è in fase di sviluppo e se ne stanno valutando le caratteristiche. Non è commercializzato
tramite i canali abituali, bensì viene sottoposto a una procedura di autorizzazione da parte di
Swissmedic.
Strategia
L’approvvigionamento, lo stoccaggio e la distribuzione ai Cantoni sono organizzati a livello federale.
La vaccinazione dei gruppi a rischio è pianificata tenendo conto sia del rapporto tra benefici e rischi
che delle altre misure preventive applicabili, d’intesa con le commissioni di esperti.
Misure
Approvvigionamento e distribuzione
− La Confederazione acquista 8 milioni di dosi di vaccino prepandemico, che vengono stoccate in
Svizzera non appena sono disponibili.
− La Farmacia dell’esercito è incaricata dello stoccaggio, della distribuzione ai Cantoni, della gestione e
del controllo delle riserve a livello nazionale.
− Ogni Cantone definisce nel proprio Piano d'azione cantonale le disposizioni relative alla distribuzione
e alla somministrazione del vaccino.
Gruppi target per il vaccino prepandemico nella fase 3
− In collaborazione con la Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) e con il Gruppo di lavoro
Influenza, nonché d’intesa con Swissmedic, l’UFSP elabora raccomandazioni specifiche in funzione
della situazione e dei dati disponibili.
− Ogni persona vaccinata deve essere registrata e monitorata per verificare la tolleranza al vaccino e la
sicurezza vaccinale.
Fase 3.1 Assenza di casi animali in Svizzera
Una vaccinazione può essere prevista, nel quadro di uno studio clinico, per i professionisti a contatto
con determinate specie animali che è possibile toccare (p. es. pollame), come pure per il personale
sanitario in prima linea (ospedali designati) responsabile dell’assistenza a persone potenzialmente
infettate dal virus animale e per il personale d’intervento nei Paesi colpiti.
Fase 3.2 Influenza altamente patogena in animali in Svizzera
Nelle regioni colpite, una vaccinazione può essere prevista:
− per le persone che lavorano a contatto diretto con gli animali che possono essere infettati dal virus
epizootico:
−
personale incaricato del controllo delle epizoozie
−
personale dei macelli a contatto con animali vivi di specie sensibili
−
veterinari e loro collaboratori
−
allevatori delle specie sensibili
−
persone che hanno contatti ravvicinati e frequenti con le specie animali selvatiche o di
allevamento sensibili;
− personale di laboratorio che analizza i prelievi effettuati su animali che possono essere infettati dal
virus;
− personale sanitario in prima linea responsabile dell’assistenza a persone potenzialmente infettate dal
virus animale (ospedali designati).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 197 di 251
Fase 3.3 Casi umani del nuovo sottotipo di influenza con potenziale pandemico in Svizzera
Oltre che per le persone indicate al punto 3.2, una vaccinazione può essere prevista:
− per il personale sanitario responsabile della cura di persone colpite dal virus influenzale animale
(ospedali designati);
− per le persone vicine ai pazienti infettati dal virus influenzale animale (persone che vivono sotto lo
stesso tetto).
Informazione della popolazione
L'informazione a livello nazionale viene garantita in base alla strategia di comunicazione (capitolo 9
della parte III del Piano pandemico svizzero 2006) e in collaborazione con i Cantoni.
La Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) prepara, insieme all'UFSP, una scheda tecnica sul
vaccino, la quale indica sia le limitazioni d’impiego che le procedure da seguire in caso di effetti
collaterali e viene costantemente aggiornata in base alle ultime conoscenze scientifiche.
Fasi 4 - 6
Problematica
Un nuovo sottotipo di influenza (di origine animale) si trasmette da persona a persona in alcune regioni
circoscritte del mondo. In un primo momento l'evoluzione verso una pandemia non è inevitabile. Il
ceppo a trasmissione interumana viene isolato e caratterizzato, e il potenziale protettivo del vaccino
prepandemico contro tale ceppo è determinato in laboratorio. Possono poi verificarsi due situazioni: o
l'evoluzione verso una pandemia viene confermata ma non si ha la certezza di una protezione
incrociata da parte del vaccino oppure, al contrario, è confermata la protezione incrociata ma resta
ancora incerta l'evoluzione verso una pandemia. La vaccinazione della popolazione deve poter essere
eseguita in modo abbastanza rapido. Tuttavia, quando si decide di effettuarla, occorre tenere conto
delle incertezze legate non solo al possibile sviluppo di una pandemia ma anche al vaccino, la cui
efficacia e il cui profilo di sicurezza sono stati stabiliti unicamente nel quadro di studi controllati.
Strategia
Se 1) la protezione contro il ceppo a trasmissione interumana è confermata e se 2) la pandemia è
inevitabile, il vaccino prepandemico è raccomandato per tutta la popolazione, che deve poter essere
vaccinata prima che la pandemia raggiunga la Svizzera (fase 6). Tuttavia, poiché l'obiettivo è quello di
ridurre la morbilità e la mortalità e non di evitare che la pandemia colpisca il Paese, la vaccinazione non
è obbligatoria.
In assenza delle due condizioni suddette, la vaccinazione è rivolta in un primo momento alle persone
ad alto rischio di esposizione e di contagio e a basso rischio di effetti indesiderati (giovani adulti in
buona salute).
La strategia viene sistematicamente e accuratamente (ri)esaminata e adattata all'evoluzione della
situazione nei diversi Paesi e nel mondo e alle nuove conoscenze sul vaccino.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 198 di 251
Misure
Decisione
Basandosi sulle dichiarazioni delle autorità sanitarie internazionali (OMS, ECDC) in merito
all’evoluzione della minaccia di pandemia, le autorità federali competenti, d'intesa con i gruppi di
esperti, decidono di raccomandare la vaccinazione prepandemica per tutta la popolazione.
Il Consiglio federale ne informa le autorità cantonali.
Approvvigionamento
Il vaccino prepandemico è ordinato dai Cantoni presso la Farmacia dell’esercito secondo modalità
logistiche prestabilite.
La distribuzione del vaccino sul territorio dei singoli Cantoni è organizzata secondo i Piani d’azione
cantonali e in modo tale da rispettare la catena del freddo.
Al momento della vaccinazione di massa, i cantoni hanno l’incarico di mettere a disposizione il
materiale necessario (siringhe, aghi, dissinfetiante, ecc.).
Vaccinazione di massa
La vaccinazione di massa è organizzata secondo i Piani d’azione cantonali e in collaborazione con i
Comuni. Si prevede di vaccinare tutta la popolazione (1 dose di vaccino prepandemico) nell’arco di
circa quattro settimane e di somministrare una seconda dose (sotto forma di vaccino pandemico)
dopo qualche settimana. L'esercito elabora per i Cantoni un apposito manuale con raccomandazioni
relative ai seguenti punti:
− centri di vaccinazione (e loro numero): predisporre locali sufficientemente ampi e dotati di servizi
igienici, refrigeratori per la conservazione dei vaccini, lettini e posti a sedere (p. es. scuole, sale
comunali o piazze d'armi) nonché soluzioni specifiche per le persone ricoverate in istituti e per
quelle con mobilità ridotta;
− personale dei centri: oltre ai medici e agli infermieri vaccinatori, prevedere anche ausiliari
responsabili dei compiti amministrativi, dell’accettazione, dell’informazione e della registrazione
delle persone da vaccinare nonché del mantenimento dell’ordine. È inoltre raccomandata la
presenza di un medico durante le vaccinazioni (tranne in caso di vaccinazione a domicilio);
− materiale di cancelleria e di iniezione: per la definizione del materiale necessario, tenere conto del
fatto che il vaccino sarà consegnato in flaconi multidose da 10 dosi e dovrà pertanto essere
ricostituito, con conseguente impiego di siringhe e aghi. Predisporre inoltre materiale di
rianimazione (in particolare adrenalina) per l’eventualità di effetti collaterali (shock anafilattico) e
contenitori adeguati per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti;
− sala vaccinazioni: organizzarla in modo tale da agevolare la circolazione delle persone (indicazione
degli orari di appuntamento, cartelli informativi sulle controindicazioni, selezione dei pazienti
all’ingresso ecc.);
− registri: registrare i dati concernenti le persone vaccinate (in particolare il numero del lotto di
vaccino);
− certificato: rilasciare un certificato di vaccinazione alle persone vaccinate.
Vaccinazione di gruppi ad alto rischio di esposizione e di contagio, eventualmente prima che si
verifichino le condizioni per una vaccinazione di massa:
− personale sanitario in prima linea responsabile della cura delle prime persone infettate (ospedali
designati);
− personale sanitario operativo a contatto con malati;
− persone con funzioni pubbliche indispensabili che implicano inevitabilmente contatti sociali.
Per i suddetti gruppi ad alto rischio di esposizione e di contagio sono da prevedere due dosi di vaccino
prepandemico a quattro settimane di distanza l’una dall’altra.
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7.3 Vaccino contro l’influenza pandemica
Un vaccino contro l’influenza pandemica non può essere prodotto prima di conoscere il ceppo virale
pandemico. È quindi probabile che per la sua preparazione siano necessari più di sei mesi. Per lo
sviluppo di questo tipo di vaccino si tiene conto delle esperienze effettuate con i vaccini contro
l'influenza stagionale e contro l'influenza aviaria, seguendo gli stessi principi di fabbricazione. Sono
tuttavia in corso numerose attività di ricerca volte a risolvere le questioni legate alle quantità da
produrre e ai tempi di produzione: fabbricazione su colture cellulari invece che su uova, riduzione della
durata di produzione, razionalizzazione dell'impiego di antigeni, utilizzazione di adiuvanti, vaccino
«universale» contro tutti i sottotipi di influenza A e così via.
L'efficacia vaccinale dipenderà da diversi fattori: età, condizioni di salute/immunocompetenza,
eventuale immunità parziale pregressa (vaccinazione prepandemica), formulazione vaccinale (dose di
antigene, adiuvante), numero di dosi ecc. Si prevede inoltre che il vaccino servirà più a evitare
complicazioni, ospedalizzazioni o decessi che a prevenire l’infezione. È probabile che, per indurre
un’immunità sufficiente in una popolazione senza immunità pregressa, sia necessario somministrare
due dosi a qualche settimana di distanza l'una dall'altra. Potrebbe invece bastare una sola dose del
vaccino pandemico nel caso in cui sia stato precedentemente somministrato un vaccino
prepandemico simile che ha conferito una protezione incrociata parziale (cfr. sottocapitolo 7.2). Per lo
sviluppo di un'immunità protettiva dopo la vaccinazione sono necessarie circa due settimane.
Sebbene l’obiettivo sia la copertura dell'intera popolazione, il vaccino pandemico non sarà subito
disponibile in quantità sufficienti per tutti. La domanda mondiale sarà infatti elevata e la capacità di
produzione limitata. Viene pertanto elaborata una strategia preliminare di distribuzione secondo un
ordine di priorità che dipenderà dalle caratteristiche, ancora sconosciute, della pandemia.
Obiettivi
Ridurre la morbilità e la mortalità dovute al virus pandemico.
Limitare la diffusione dell’epidemia e ridurne le ripercussioni sanitarie, economiche e sociali.
Garantire il mantenimento della capacità lavorativa dei professionisti indispensabili per la cura delle
malattie (influenza e altre patologie), per la vaccinazione della popolazione e per il funzionamento di
infrastrutture vitali.
Una volta passata la prima ondata pandemica, proteggere la popolazione in vista di una seconda
ondata.
Ipotesi
Dal momento dell’identificazione di un ceppo facilmente trasmissibile da persona a persona (fase 5 o
6), occorrerà aspettare almeno sei mesi prima che sia disponibile un vaccino contro il virus
pandemico.
Se il virus pandemico è imparentato con un virus animale contro cui è stato sviluppato un vaccino per
uso umano (vaccino prepandemico) stoccato durante la fase 3 e distribuito a partire dalla fase 4-5, la
popolazione è parzialmente immune contro il virus pandemico. Ciò riduce le complicazioni legate a tale
virus (ospedalizzazioni, decessi) e aumenta la protezione conferita dal vaccino pandemico. Se invece il
virus pandemico è molto diverso dal ceppo vaccinale contenuto nel vaccino prepandemico, la
popolazione non è immunizzata (popolazione «vergine»).
In Svizzera si prevedono casi di influenza pandemica già prima dell'inizio della distribuzione del relativo
vaccino. La vaccinazione sarà pertanto avviata dopo l'attuazione di misure di prevenzione di altro tipo
(p. es. limitazione dei contatti sociali e somministrazione di farmaci).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 200 di 251
Fase 6
Problematica
Non appena disponibile, il vaccino contro l'influenza pandemica deve poter essere distribuito il più
rapidamente possibile a coloro che ne hanno più bisogno, al fine di ridurre le ripercussioni sanitarie,
economiche e sociali della pandemia.
Poiché la produzione aumenterà progressivamente e il vaccino pandemico non sarà quindi subito
disponibile per tutta la popolazione, è prevista una distribuzione per ordine di priorità in funzione delle
caratteristiche dell’epidemia.
La vaccinazione inizierà probabilmente in un contesto caratterizzato dalla presenza di un virus già in
circolazione e da infrastrutture sanitarie fortemente sollecitate per garantire l’assistenza ai malati.
Se il vaccino prepandemico non conferisce una protezione incrociata contro il virus pandemico, oppure
se non è stato distribuito, occorre prevedere due dosi di vaccino pandemico a quattro settimane di
distanza l'una dall'altra.
Strategia
Approvvigionamento a livello nazionale: la Confederazione stipula contratti con uno o più produttori di
vaccini a partire dalla fase 3.
Distribuzione: la Farmacia dell’esercito è incaricata dello stoccaggio e della distribuzione ai Cantoni,
come pure della gestione e del controllo delle riserve.
Vaccinazione di massa: i Cantoni distribuiscono il vaccino alla popolazione secondo i Piani d'azione
cantonali.
Misure
Distribuzione
Per gruppi di popolazione, tenendo conto dei seguenti fattori:
− rischio di gravità / complicazioni / decesso
− probabilità di esposizione / contagio
− caratteristiche del virus (virulenza, trasmissione)
− probabilità di risposta al vaccino
− profilo di sicurezza del vaccino
− disponibilità di possibili alternative alla vaccinazione
− eventuale copertura conferita dal vaccino prepandemico
− ruolo sociale e professionale.
Definizione delle priorità
La CFV e il Gruppo di lavoro Influenza propongono i gruppi prioritari e l’ordine di priorità alla cellula di
crisi del DFI, tenendo conto delle raccomandazioni dell’OMS in funzione dei dati epidemiologici
raccolti all'inizio della pandemia e di criteri etici (cfr. capitolo 10 della parte III del Piano pandemico
svizzero 2006).
A seconda della situazione occorrerà prevedere una distribuzione per cerchi concentrici attorno al
primo caso (o ai primi casi) se il vaccino è già disponibile, oppure definire le priorità in base alle aree
geografiche.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 201 di 251
Possibili gruppi prioritari, definiti in modo tale da ridurre il più possibile la morbilità e la mortalità:
− personale sanitario operativo (a contatto con i pazienti) incaricato di assistere i malati e, pertanto, a
rischio di esposizione e di contagio. Poiché il funzionamento degli istituti di cura deve essere
garantito, è incluso anche il personale inserviente di tali istituti;
− persone a maggior rischio di decesso in seguito all’influenza pandemica (le cui caratteristiche
saranno note soltanto dopo l’inizio dell’epidemia stessa): può trattarsi di pazienti con malattie
croniche, cardio-respiratorie, metaboliche, renali o immunologiche, oppure di persone con più di 65
anni, donne incinte, lattanti e bambini al di sotto dei 2 anni, ma anche di giovani adulti o di bambini
normalmente in buona salute;
− persone che vivono sotto lo stesso tetto e/o che si occupano dei soggetti vulnerabili (pazienti
immunodepressi, lattanti, bambini al di sotto dei 2 anni e persone a maggior rischio di decesso in
seguito all’influenza pandemica);
− persone con funzioni pubbliche indispensabili per il mantenimento dei servizi essenziali
(approvvigionamento di beni e infrastrutture vitali, sicurezza, comunicazioni, decisioni politiche e di
sanità pubblica) e che implicano inevitabilmente contatti sociali;
− altre persone: la vaccinazione dei bambini in età scolare, che possono rappresentare un'importante
fonte di trasmissione, potrà ad esempio esercitare l'impatto più incisivo sul tasso d'attacco e sulla
mortalità nell'intera popolazione.
Approvvigionamento
I Cantoni ordinano il vaccino presso la Farmacia dell'esercito in funzione della popolazione cantonale e
secondo modalità logistiche prestabilite.
Le dosi di vaccino vengono ripartite tra i Cantoni in base alla decisione della cellula di crisi del DFI,
tenendo conto delle priorità fissate e della disponibilità del vaccino stesso.
La distribuzione del vaccino sul territorio cantonale è definita nei Piani d’azione cantonali e viene
effettuata rispettando la catena del freddo.
Vaccinazioni
La vaccinazione è definita nei Piani d'azione cantonali in collaborazione con i Comuni. I seguenti punti
saranno considerati:
− centri di vaccinazione (e loro numero): scegliere ubicazioni vicine per evitare spostamenti e grosse
concentrazioni di persone (scuole, sale comunali, piazze d'armi, luoghi di lavoro, strutture di
assistenza a domicilio, istituzioni mediche e sociali, centri diurni ecc.) e separare i locali per le
vaccinazioni da quelli per la cura dei malati (gli ambulatori medici e i policlinici non sono i luoghi più
indicati, a meno che non vengano soddisfatte determinate condizioni come, ad esempio, la
definizione di un orario riservato alle vaccinazioni). Prevedere delle sale di vaccinazione con luoghi
sicuri per lo stoccaggio dei vaccini, servizi igienici, lettini, posti a sedere, frigoriferi ecc.;
− personale dei centri: oltre a medici e infermieri, studenti di medicina, allievi infermieri, medici o
infermieri in pensione ecc., prevedere il reclutamento e la formazione di persone che normalmente
non si occupano della somministrazione di vaccini (farmacisti, aiuto infermieri, personale sanitario
dell’esercito ecc.), come pure la presenza di ausiliari responsabili dei compiti amministrativi,
dell’accettazione, dell’informazione e della registrazione delle persone da vaccinare nonché del
mantenimento dell’ordine. Il personale vaccinatore è immunizzato (vaccinato o guarito dal virus) e si
protegge;
− materiale di cancelleria e di iniezione: per la definizione del materiale necessario, tenere conto del
fatto che il vaccino potrebbe essere consegnato in flaconi multidose e dovrà pertanto essere
ricostituito, con conseguente impiego di siringhe e aghi. Predisporre inoltre materiale di
rianimazione (in particolare adrenalina) per l’eventualità di effetti collaterali (shock anafilattico) e
contenitori adeguati per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti;
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 202 di 251
− sala vaccinazioni: organizzarla in modo tale da agevolare la circolazione delle persone (indicazione
degli orari di appuntamento, cartelli informativi su indicazioni e controindicazioni, selezione dei
pazienti all’ingresso);
− registri: registrare i dati concernenti le persone vaccinate (in particolare il numero del lotto di
vaccino);
− verifica: controllare l’appartenenza ai gruppi prioritari (a tal fine può essere richiesta la collaborazione
dei medici curanti) e le condizioni di salute;
− certificato: rilasciare alle persone vaccinate un certificato di vaccinazione.
È prevista la somministrazione di una seconda dose di vaccino.
Informazione
Nell’ambito della vaccinazione in caso di pandemia, l’informazione svolge un ruolo importante. La
popolazione svizzera viene informata dalle autorità federali (capitolo 9 della parte III del Piano
pandemico svizzero 2006).
La CFV e il Gruppo di lavoro Influenza, in collaborazione con l’UFSP, preparano delle schede tecniche
sul vaccino (caratteristiche, effetti previsti, potenziali effetti indesiderati, controindicazioni ecc.).
L'informazione sulle modalità d'accesso al vaccino è di competenza dei Cantoni e figura nei Piani
d’azione cantonali.
A livello federale e cantonale (e anche comunale) vengono attivate delle linee telefoniche
d’emergenza per rispondere alle domande dei cittadini.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 203 di 251
7.4 Vaccino antipneumococcico
Le sovrainfezioni batteriche (in particolare polmoniti) sono frequenti complicazioni dell'influenza.
Incidono sia sulla morbilità che sulla mortalità e sono spesso causate da pneumococchi. Attualmente
esistono due vaccini antipneumococcici: un vaccino polisaccaridico 23-valente, che è inefficace sui
bambini al di sotto dei due anni, non conferisce una memoria immunologica a lungo termine ma
include 23 sierotipi, e uno coniugato 7-valente, sviluppato specificamente per i lattanti e i bambini
piccoli, che conferisce una memoria immunologia e include i 7 sierotipi più frequenti nei bambini dei
Paesi occidentali.
Il vaccino coniugato risulta molto efficace per la prevenzione delle infezioni invasive (meningite,
setticemia, polmonite) causate da pneumococchi (sierotipi inclusi nel vaccino) nei bambini piccoli.
Si tratta di una vaccinazione complementare attualmente raccomandata a tutti i bambini al di sotto dei
2 anni per garantire loro una protezione ottimale.
L’efficacia del vaccino polisaccaridico contro le polmoniti non è ancora stata dimostrata al di fuori di
determinati gruppi a rischio ben definiti (p. es. soggetti splenectomizzati o pneumopatici cronici).
Le sovrainfezioni pneumococciche possono essere curate con antibiotici, ma in tal caso occorre
tenere conto della possibilità di una resistenza farmacologica o di effetti collaterali.
Il rischio di sovrainfezione batterica può comunque essere ridotto in modo significativo con un
trattamento antivirale precoce dell’infezione influenzale (mediante inibitori della neuraminidasi).
Obiettivi
Prevenire le complicazioni batteriche dell’influenza e contribuire a ridurre la morbilità, la mortalità e, in
particolare, il tasso di ospedalizzazione e il fabbisogno di antibiotici.
Strategia
Aumentare, già nel periodo interpandemico, la protezione contro le infezioni pneumococciche nelle
persone vulnerabili, in particolare lattanti e bambini piccoli (vaccinazioni complementari).
Misure
Favorire una copertura vaccinale costante delle persone per le quali i suddetti vaccini sono
raccomandati (supplemento XVII del raccoglitore «Malattie infettive» dell’UFSP): neonati prematuri,
lattanti e bambini al di sotto dei 2 anni normalmente in buona salute (vaccino coniugato), nonché
persone con malattie cardio-polmonari croniche, insufficienza renale cronica, deficienze immunitarie,
anemia falciforme o soggetti di età superiore a 64 anni (vaccino polisaccaridico).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 204 di 251
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 205 di 251
8 Pandemia e aziende
Una pandemia influenzale può avere gravi ripercussioni per le aziende. I datori di lavoro devono quindi
prepararsi tempestivamente e accuratamente all’eventualità di una pandemia, tenendo conto del suo
impatto economico e assumendosi le responsabilità sancite dalla legge per garantire il benessere e la
salute dei dipendenti.
In questo documento, l’UFSP e i suoi partner (Suva, seco, esperti degli ispettorati cantonali del lavoro,
Suissepro) formulano delle raccomandazioni volte a sostenere e guidare le aziende nella preparazione
e nella pianificazione delle misure da adottare in caso di pandemia influenzale. I piani pandemici delle
aziende dovrebbero essere strutturati in base alle fasi pandemiche dell’OMS e tenere conto delle
peculiarità aziendali.
Queste raccomandazioni si basano sulla legge sulle epidemie (LEp, RS 818.101), sull’ordinanza sulla
pandemia di influenza (OPI), sul codice delle obbligazioni (CO), sulla legge sul lavoro (LL), sulla legge
sull’assicurazione contro gli infortuni (LAINF) e sull’ordinanza sulla protezione dei lavoratori dal pericolo
derivante da microorganismi (OPLM).
Per legge, il datore di lavoro è tenuto a proteggere i propri lavoratori analizzando ogni pericolo di
esposizione a microrganismi e valutando il rischio correlato nonché a proteggere la loro salute
adottando tutte le misure necessarie secondo esperienza, applicabili in base allo stato della tecnica e
adeguate alle condizioni dell’azienda.
I lavoratori sono invece tenuti ad osservare le istruzioni del datore di lavoro in materia di sicurezza sul
lavoro e protezione della salute e a rispettare le norme di sicurezza generalmente riconosciute.
Devono in particolare utilizzare i dispositivi di protezione individuale ed evitare di compromettere
l’efficacia delle attrezzature di sicurezza.
In materia di protezione della salute, il datore di lavoro deve avvalersi della partecipazione dei
lavoratori. A loro volta, i lavoratori sono tenuti a sostenere il datore di lavoro nell’attuazione delle
prescrizioni concernenti la protezione della salute. È inoltre indispensabile che i responsabili delle
aziende siano sempre al corrente delle raccomandazioni emanate dalle autorità sanitarie competenti, e
cioè l’UFSP e i servizi medici cantonali, e le attuino in base a un’analisi dei rischi specifica per
l’azienda.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 206 di 251
Obiettivo
1) Valutazione dei rischi e pianificazione delle misure in base alla situazione
2) Minimizzazione del rischio di infezione sul posto di lavoro per trasmissione da animale a uomo o
trasmissione da uomo a uomo
3) Mantenimento dell’infrastruttura sociale ed economica, in particolare dei servizi pubblici.
Ipotesi
Le seguenti ipotesi sono estratte dal capitolo 5 («Ipotesi di lavoro e teorie nel quadro della
preparazione a una pandemia influenzale») della parte I del Piano pandemico svizzero 2006:
− Prima o poi, a seconda della sua virulenza, un nuovo sottotipo di virus influenzale arriverà in
Svizzera. Il rischio è acuito dai viaggi e dagli scambi commerciali. Un’ondata pandemica impiegherà
presumibilmente da 3 a 6 mesi per raggiungere la Svizzera, si diffonderà sull’intero territorio entro 2
o 3 settimane e durerà circa 12 settimane. Sono possibili più ondate pandemiche. L’intervallo tra le
varie ondate non è noto.
− Benché la maggior parte delle persone sia a rischio di contagio, non tutti saranno infettati e non
tutte le persone infette svilupperanno i sintomi della malattia. Si stima che in Svizzera nel corso della
prima ondata pandemica si ammalerà il 25% della popolazione (influenza stagionale: 2-5%), di cui il
2,5% dovrà essere ospedalizzato e lo 0,4% morità a seguito dell’infezione. Le cifre relative ai
ricoveri in ospedale e ai decessi possono variare fino a un fattore 10 a seconda delle caratteristiche
del virus pandemico.
− Una pandemia influenzale avrà forti ripercussioni sul sistema sanitario e sulla società e si farà sentire
più o meno rapidamente a seconda della sua intensità. La durata delle assenze dal lavoro dipenderà
sia dal tasso di attacco del personale che dalla necessità di assistere familiari malati e occuparsi dei
figli che restano a casa a causa della chiusura delle scuole. Si stima che durante una fase della
durata di 3-4 mesi il 25% dei lavoratori resterà assente dal lavoro in media da 5 a 8 giorni. Calcoli
delle assenze effettuati su modelli forniscono picchi puntuali del 10%, da due a tre volte superiori
rispetto ai periodi normali. Nel caso delle persone esposte, come il personale sanitario, questi picchi
potranno essere addirittura superati.
Fasi 1 e 2
Strategia
Le aziende analizzano il rischio professionale di infezione dei loro dipendenti per ogni fase pandemica
definita dall’OMS e pianificano misure di protezione adeguate. Occorre pianificare tempestivamente
anche la gestione di eventuali maggiori assenze dal lavoro per malattia o di altre misure come p. es. la
chiusura delle scuole o altro.
Tutte le misure sono volte principalmente a proteggere i collaboratori dal nuovo sottotipo di virus
influenzale (in particolare nelle aziende con un maggior rischio di esposizione in caso di introduzione
del nuovo virus influenzale in Svizzera) e a garantire l’attività dell’azienda.
Misure
Ogni azienda deve istituire un gruppo di pianificazione in caso di pandemia (le piccole aziende devono
designare almeno un incaricato della sicurezza), che analizzi tempestivamente i rischi professionali di
infezione e di esposizione per ciascuna delle potenziali fasi pandemiche definite dall’OMS, pianifichi
misure di protezione, quantifichi le risorse necessarie e stabilisca il momento dell’acquisto del
materiale corrispondente.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 207 di 251
I contenuti dettagliati della pianificazione figurano nella lista di controllo (allegato 1). La
pianificazione deve tener conto anche delle fasi pandemiche successive (fasi da 3 a 6).
Il gruppo di pianificazione (rispettivamente l’incaricato della sicurezza) valuta se il personale o una
parte del personale rientra nel gruppo che secondo le raccomandazioni di vaccinazione dovrebbe
essere vaccinato contro l’influenza stagionale.
Il gruppo di pianificazione (rispettivamente l’incaricato della sicurezza) verifica come mantenere
importanti funzioni aziendali anche in caso di assenze più frequenti del personale.
Ulteriori raccomandazioni per le aziende con un maggior rischio di esposizione nella fase 2 figurano
negli allegati da 2 a 5, che si riferiscono a:
− collaboratori di aziende di allevamento avicolo e del settore veterinario, compreso il personale
coinvolto nella lotta alle epizoozie (allegato 2);
− collaboratori di laboratori diagnostici microbiologici che manipolano campioni sospetti (allegato 3);
− personale potenzialmente a contatto con pollame o prodotti avicoli provenienti da regioni colpite
(allegato 4);
− personale potenzialmente a contatto con escrementi di pollame o uccelli selvatici (allegato 5).
Fase 3
Strategia
Le aziende che non presentano un maggior rischio di esposizione colmano eventuali lacune nella
pianificazione. Le aziende che presentano un rischio di esposizione maggiore in caso di importazione
del nuovo sottotipo di virus influenzale adottano misure per proteggere i loro dipendenti dal contagio.
Misure
Al più tardi in questa fase, il gruppo di pianificazione di lotta contro una pandemia in seno all’azienda
deve completare la pianificazione e assicurarsi che ogni collaboratore sia informato in merito al
contenuto della pianificazione specifica dell’azienda e capisca il proprio ruolo.
Ulteriori raccomandazioni per le aziende con un maggior rischio di esposizione nella fase 3 figurano
negli allegati da 2 a 6 e si riferiscono a:
− collaboratori di aziende di allevamento avicolo e del settore veterinario, compreso il personale
coinvolto nella lotta alle epizoozie (allegato 2);
− collaboratori di laboratori diagnostici microbiologici che manipolano campioni sospetti (allegato 3);
− personale potenzialmente a contatto con pollame o prodotti avicoli provenienti da regioni colpite
(allegato 4);
− personale potenzialmente a contatto con escrementi di pollame o uccelli selvatici (allegato 5);
− collaboratori del settore sanitario (allegato 6).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 208 di 251
Fasi 4 e 5
Strategia
Le aziende adottano misure adeguate per proteggere i collaboratori potenzialmente esposti da un
contagio dal nuovo sottotipo di virus influenzale (p. es. in caso di viaggi di servizio, contatti con animali
malati), prestando particolare attenzione all’identificazione precoce dei collaboratori già malati.
Misure
Per le persone particolarmente esposte valutare la possibilità di anticipare misure di protezione
adeguate della fase 6.
I collaboratori che avvertono sintomi di influenza (febbre ≥ 38°C accompagnata da almeno uno dei
seguenti sintomi: tosse, dispnea, mal di gola) devono evitare di andare al lavoro o lasciare il posto di
lavoro immediatamente. In entrambi i casi bisogna avvertire telefonicamente il superiore e consultare
un medico (sempre telefonicamente) da casa. Il ritorno al lavoro è possibile non prima di cinque giorni
dopo la scomparsa dei sintomi.
Pulire accuratamente (ad esempio con un detergente a base di alcol) o disinfettare (con ipoclorito di
sodio [candeggina], un disinfettante per superfici contenente alcol o un altro disinfettante per superfici
omologato adatto) gli oggetti e le superfici sul posto di lavoro dei collaboratori che presentano una
sintomatologia sospetta.
Informare dei casi di malattia i colleghi che lavorano nello stesso locale e le altre persone che lavorano
a stretto contatto con i collaboratori con sospetta influenza e raccomandare loro di prestare attenzione
a eventuali sintomi influenzali.
Negli allegati da 2 a 6 figurano ulteriori raccomandazioni per le aziende con un maggior rischio di
esposizione (come nella fase 3).
Fase 6
Strategia
Le aziende sono preparate al peggio: tutte le misure per isolare i collaboratori malati da quelli sani,
ridurre al minimo le altre possibilità di contagio e assicurare l’attività dell’azienda sono in vigore.
Misure generali
Le aziende devono promuovere tra i propri dipendenti le misure di comportamento personale per
proteggersi dalla trasmissione del nuovo sottotipo di virus influenzale raccomandate nella parte III,
capitolo 5.2 («Misure di profilassi personale») e nel capitolo 5.3 («Mascherine di protezione
respiratoria») del Piano pandemico svizzero 2006.
I responsabili dei gruppi di pianificazione devono seguire l’evoluzione della pandemia e gli
aggiornamenti delle raccomandazioni delle autorità sanitarie nonché comunicare immediatamente ai
dipendenti le modifiche che li riguardano.
La decisione di utilizzare dispositivi di protezione individuale, in particolare di indossare una
mascherina di protezione, deve essere presa sulla base di un’analisi dei rischi legati alle singole
attività, tenendo conto delle corrispondenti raccomandazioni dell’UFSP destinate al pubblico.
Attualmente si deve partire dal presupposto che per le situazioni con contatto personale diretto in
ambito extraprofessionale nella fase 6 sarà raccomandato l’uso di mascherine chirurgiche. Le
raccomandazioni generali di prevenzione del contagio extraprofessionale, ad esempio sui trasporti
pubblici, si applicano per analogia agli ambiti professionali (vedi sotto). Se tuttavia l’analisi dei rischi
dell’attività professionale rivela un maggior rischio di infezione rispetto al settore extraprofessionale,
malgrado le misure tecniche e organizzative, è necessario optare per mascherine di protezione
respiratoria che offrano una maggior protezione (almeno FFP2), tenendo conto delle conoscenze
attuali in merito alla gravità della malattia e della disponibilità di mascherine.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 209 di 251
In linea di massima, il tipo e il numero di mascherine necessarie nonché il potenziale gruppo di utenti
vanno stabiliti in anticipo. Si calcolano approssimativamente da 3 a 4 mascherine chirurgiche per
giorno di lavoro di otto ore per ogni lavoratore a contatto diretto con i clienti (meno di 1m di distanza
per almeno 3 minuti).
Ulteriori informazioni sulle mascherine di protezione respiratoria e sulle vaccinazioni figurano nei
capitoli 5.3 e 7, parte III del Piano pandemico svizzero 2006.
Istruire i collaboratori con la massima precisione su come attuare le misure ordinate.
Informare i partner commerciali e i clienti in merito alle misure di protezione ordinate.
Misure speciali
Lavoro in uffici «open space»
− Se lo spazio è esiguo, cercare di crearne di più sopprimendo temporaneamente singole postazioni di
lavoro
− Tra postazioni di lavoro contigue erigere semplici barriere (p. es. con fogli di plastica) per prevenire la
trasmissione di goccioline (mentre si parla, si starnuta o si tossisce)
Lavoro a diretto contatto con i clienti (sportello, vendita, servizio esterno ecc.)
− Limitare o trasferire queste attività (alternative possibili: citofoni, linee telefoniche speciali, Internet,
clienti dei taxi solo sui sedili posteriori, rinuncia all’uso della porta anteriore degli autobus ecc.)
− Se non vi sono altre soluzioni tecniche, erigere semplici barriere (p. es. di plexiglas o con fogli di
plastica all’altezza del volto o del busto) per prevenire la trasmissione di goccioline
Riunioni, incontri
− Rinunciare a riunioni, incontri e corsi di aggiornamento
− Trasmettere le informazioni facendo ricorso per quanto possibile ai media elettronici invece ad
incontri
− Per gli incontri irrinunciabili adottare misure organizzative, tecniche e personali per ridurre il pericolo
di contagio (sala di riunione più grande possibile, limitazione del numero di partecipanti allo stretto
necessario, dispositivi di protezione individuale ecc.)
Mense
− Chiudere le mense per l’intera durata della pandemia
− Consigliare ai collaboratori che normalmente frequentano la mensa di portarsi i pasti da casa e
consumarlo individualmente
Posta aziendale
− Incaricare un’unica persona (designare anche un sostituto) di distribuire la posta in entrata, evitando
di farla ritirare da varie persone in un punto centrale
− Depositare la posta in uscita nel luogo stabilito evitando contatti personali
− La persona incaricata di distribuire la posta deve lavarsi o disinfettarsi le mani ogni ora
Pulizia dei locali
− Una volta al giorno pulire tutte le maniglie, le strutture e gli apparecchi utilizzati in comune nonché i
bagni (tutte le superfici, i lavandini, la rubinetteria e soprattutto l’asse e il coperchio del WC e il
pulsante dello scarico), disinfettandoli mediante sfregamento o strofinamento
Climatizzatori
− Esaminare anticipatamente il tipo e il funzionamento degli impianti, chiarendo in particolare se sono
possibili modifiche delle impostazioni per mantenerli accesi senza pericolo
− Verificare quali climatizzatori possono o devono essere spenti in caso di pandemia
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 210 di 251
Ulteriori informazioni relative a collaboratori con sintomatologia sospetta, aziende con
maggior rischio di esposizione, mascherine di protezione respiratoria e vaccinazioni
Per le misure relative ai collaboratori con sintomatologia sospetta si rimanda alle raccomandazioni per
le fasi 4 e 5.
Per le aziende con un maggior rischio di esposizione si rimanda agli allegati da 2 a 6.
Per l’uso di mascherine di protezione respiratoria e le vaccinazioni si rimanda alla parte III, capitoli 5.3
e 7 del Piano pandemico svizzero 2006.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 211 di 251
Riferimenti bibliografici
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bei der Vorbeugung. Tipps für Rassegeflügel-Züchterinnen und Kleinbetriebe (stato febbraio 2006).
Ufficio federale di veterinaria (UFV). Vogelgrippe – Schweizer Geflügelhaltende spielen zentrale Rolle
bei der Vorbeugung. Tipps für Grossbetriebe (stato febbraio 2006).
Centers for Disease Control and Prevention, USA, dicembre 2005.
Empfehlung spezieller Massnahmen zum Schutz der Beschäftigten vor Infektionen durch den Erreger
der klassischen Geflügelpest. Beschluss Nr. 608 des Ausschusses für Biologische Arbeitsstoffe
(ABAS).
Public Health Guidance for Community-Level Preparedness and Response to Severe Acute
Respiratory Syndrome (SARS) Version 2; 8 gennaio 2004.
Robert Koch-Institut. Empfehlungen des Robert Koch-Instituts für Hygienemassnahmen bei Patienten
mit Verdacht auf bzw. nachgewiesener Influenza (stato luglio 2005).
Robert Koch-Institut. Empfehlungen des Robert Koch-Instituts zur Prophylaxe für und zum
Management von gefährdeten Personen durch aviäre Influenza (z.B. Influenzavirus A[H5N1] oder
A[H7N7]).
Stellungnahme der EFBS zur Abfallentsorgung in Laboratorien der medizinisch-mikrobiologischen
Diagnostik, novembre 2001.
Swiss-NOSO, Das Schwere Akute Respiratorische Syndrom (SARS); Massnahmen im Spital, Band 12,
N° 2, 2005.
Swiss-NOSO, Isolierungs- und Vorsichtsmassnahmen zur Prävention von Infektionskrankheiten im
Spital, Band 5, N°4, 1998.
Tubercolosi sul luogo di lavoro, bollettino d’informazione Suva; n. di ordinazione 2869/35.
Ordinanza sull’utilizzazione di organismi in sistemi chiusi (OIConf; RS 814.912), 1999.
Ordinanza sulla protezione dei lavoratori dal pericolo derivante da microorganismi (OPLM; RS
832.321), 1999.
WHO laboratory biosafety guidelines for handling specimens suspected of containing avian influenza
A virus (stato gennaio 2005).
Ufficio federale della sanità pubblica, www.bag.admin.ch
Piano pandemico svizzero 2006, pagina 212 di 251
Pandemia e aziende
Allegato 1: Lista di controllo per l’elaborazione di un piano d’azione aziendale in caso di minaccia di
pandemia influenzale
N.
Misure
Termine
Respon Eseguito
sabile
Data
Visto
Osservazioni
Preparazione alle ripercussioni di una pandemia sull’attività dell’azienda
1
Designazione di un coordinatore e/o gruppo di lavoro incaricato di elaborare un piano d’azione in caso
di pandemia. Definizione esatta dei ruoli, delle responsabilità e delle supplenze all’interno del gruppo di
lavoro. Coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori.
2
Designazione dei responsabili in seno alla direzione e dei loro sostituti incaricati di porre in
vigore/revocare il piano d’azione e di decidere l’adattamento a breve termine dell’attività in base
all’analisi dei rischi (sospensione di processi di produzione/servizi, anche all’estero)
3
Identificazione degli elementi chiave indispensabili per assicurare l’attività dell’azienda (persone, posti
di lavoro, attività, scorte di materiale)
4
Designazione, informazione e istruzione dei sostituti per funzioni importanti (collaboratori di un altro
settore, pensionati ecc.), ad esempio reclutamento rapido di specialisti del settore sanitario non più
attivi (eventualmente congiuntamente al medico cantonale, alla federazione cantonale dei medici,
all’associazione professionale del personale sanitario)
5
Definizione delle modalità di ricezione delle informazioni delle autorità sanitarie (autorità cantonali,
UFSP) in merito all’epidemia, alla sua evoluzione e alle misure immediate
6
Elaborazione di un piano di comunicazione all’interno dell’azienda, che stabilisca i canali e i processi
d’informazione (designazione delle persone chiave e dei loro sostituti)
7
Stima e valutazione dell’impatto di una pandemia sul traffico viaggiatori (nazionale o internazionale)
all’interno e all’esterno dell’azienda (cfr. punto 19)
8
Elaborazione di scenari sul potenziale influsso di una pandemia sulla domanda di prodotti o servizi (ad
esempio a causa della limitazione dei contatti personali o di restrizioni dovute a misure igieniche)
9
Valutazione dell’impatto economico di una pandemia sull’azienda e sulla produzione/servizi
10
Verifica periodica ed eventuale adattamento delle misure decise
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 213 di 251
N.
Misure
Termine
Respon Eseguito
sabile
Data
Osservazioni
Visto
Pianificazione dell’acquisto di materiale e delle misure tecniche di protezione
11
Pianificazione di una scorta adeguata di dispositivi di protezione e dei canali di distribuzione per tutti i
collaboratori (ad esempio igiene delle mani [sufficienti lavandini con dosatori di sapone, disinfettanti,
asciugamani di carta], mascherine di protezione, occhiali di protezione, indumenti di protezione ecc.),
comprese le regole di smaltimento dopo l‘uso
12
Pianificazione e/o acquisto e installazione di una tecnologia di comunicazione per i contatti all’interno
dell’azienda e con i clienti allo scopo di ridurre al minimo i contatti personali diretti (ad esempio
collegamenti telefonici, fax, Internet e Intranet supplementari, acquisto di cellulari supplementari)
13
Valutazione del bisogno di barriere (plexiglas/fogli di plastica) all’altezza del volto/busto per prevenire la
trasmissione diretta di goccioline mentre si parla, si starnuta o si tossisce nei settori con frequenti
contatti con i clienti (cassa, sportello, taxi) nella fase 6 della pandemia
14
Pianificazione delle misure di spegnimento della ventilazione tecnica (climatizzatore) per evitare la
trasmissione di germi da un locale all’altro nella fase 6 della pandemia
Pianificazione delle conseguenze di una pandemia per i lavoratori e i clienti (compresi pazienti/studenti/allievi)
15
Adozione di regole di comportamento vincolanti per evitare la trasmissione del virus durante il lavoro
(misure d’igiene personale, protezione respiratoria, comportamento in caso di sintomi d’influenza)
16
Elaborazione di raccomandazioni di comportamento in caso di contatti diretti tra i lavoratori e con i
clienti (ad esempio strette di mano, manifestazioni/riunioni, distribuzione della posta, servizio allo
sportello ecc.)
17
Pianificazione di orari e forme di lavoro flessibili (ad esempio telelavoro)
18
Elaborazione di misure di limitazione dei viaggi di lavoro in generale e in particolare verso e all’interno
di regioni a rischio. Pianificazione dell’evacuazione e del monitoraggio del personale in regioni a rischio
(vedi raccomandazioni di viaggio dell’UFSP)
19
Formulazione di linee guida di comportamento per le persone che hanno avuto contatti con soggetti
malati, presentano una sintomatologia sospetta o si ammalano durante il lavoro (sorveglianza
dell’infezione [misura della febbre, visita medica], rientro a casa)
20
Pianificazione e designazione dei medici e dei servizi d’emergenza da contattare
21
Se esiste un servizio medico e/o sanitario aziendale, definizione dei suoi compiti in caso di pandemia
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 214 di 251
N.
Misure
22
Promozione della vaccinazione contro l’influenza stagionale tra i dipendenti
23
Verifica della necessità di misure speciali per specifici gruppi di persone con handicap o problemi di
salute (sia tra i lavoratori che tra i clienti)
24
Elaborazione di un piano di gestione delle assenze (in caso di malattia del lavoratore, cura di un
familiare malato, misure di quarantena, chiusura di scuole, interruzione dei trasporti pubblici ecc.)
25
Elaborazione di direttive straordinarie in materia di assenze. Misure di agevolazione della ripresa del
lavoro dopo la malattia
26
Pianificazione dei contatti con i lavoratori assenti (notizie sullo stato di salute, pianificazione della
ripresa del lavoro)
Termine
Respon Eseguito
sabile
Data
Visto
Osservazioni
Informazione e istruzione dei lavoratori
27
Informazioni ai lavoratori sul piano d’azione aziendale, sui tempi di attuazione nonché sull’accesso alle
informazioni ufficiali delle autorità in merito alla pandemia
28
Informazione precoce e adeguata per prevenire timori e voci
29
Pianificazione di una piattaforma d’informazione (hotline o sito Intranet/Internet) per i lavoratori e i
clienti (rispettivamente pazienti/studenti/allievi)
30
Informazioni comprensibili ai collaboratori di lingua straniera o provenienti da altre culture
Coordinamento con le autorità sanitarie
31
Garantire che i responsabili dell’azienda s’informino continuamente sulle raccomandazioni delle autorità
sanitarie competenti, e cioè l’UFSP e i servizi medici cantonali, e le mettano in pratica – dopo un’analisi
dei rischi all’interno dell’azienda.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 215 di 251
Pandemia e aziende
Allegato 2: Collaboratori di aziende di allevamento e del settore
veterinario, compresa la lotta alle epizoozie
L’importazione del nuovo sottotipo di virus influenzale in Svizzera attraverso animali infetti e di
conseguenza la comparsa di animali infetti nelle aziende di allevamento svizzere (ad esempio
allevamenti avicoli) è ipotizzabile a partire dal periodo interpandemico (fase 2) e soprattutto dal periodo
di allerta pandemico (fase 3). In tal caso, le aree colpite devono essere chiuse dal personale incaricato
della lotta alle epizoozie. Si raccomanda di procedere ad abbattimenti di massa e successivamente di
pulire e disinfettare le aziende. Il contatto diretto con animali infetti può causare un contagio
nell’uomo. Secondo le indicazioni dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV) per prevenire l’importazione
e la diffusione del nuovo sottotipo di virus influenzale è quindi estremamente importante proteggere
efficacemente il personale esposto. Le seguenti raccomandazioni si basano sulle pubblicazioni
dell’Istituto Robert Koch (RKI) e del comitato per i materiali biologici del Bundesanstalt für
Arbeitsschutz und Arbeitsmedizin (BAuA) di Berlino (Germania) nonché dell’Ufficio federale di
veterinaria (UFV).
Campo d’applicazione
Le presenti raccomandazioni sono applicabili a:
- attività a contatto con animali malati o sospetti di malattia;
- attività a contatto con liquidi corporei ed escrementi di animali malati o sospetti di malattia;
- permanenza in allevamento di animali con almeno un caso di malattia accertata da un laboratorio
diagnostico.
Esempi di attività con contatti a rischio di contagio:
- allevamento;
- medicina veterinaria, segnatamente nell’ambito di animali malati o sospetti di malattia;
- abbattimento di animali;
- smaltimento di carcasse;
- lavori di pulizia e disinfezione degli ambienti contaminati.
Misure
Misure tecniche
Evitare nei limiti del possibile o ridurre al minimo la formazione di polvere o aerosol, ad esempio
inumidendo il materiale o gli animali abbattuti.
Meccanizzare, nei limiti del possibile, la raccolta e lo smaltimento degli animali abbattuti o del
materiale contaminato.
Trasportare gli animali abbattuti o il materiale contaminato in contenitori chiusi ermeticamente.
In caso di formazione di polvere o aerosol durante il carico e lo scarico, utilizzare dispositivi di
protezione individuale (vedi sotto).
Misure organizzative
Limitare allo stretto necessario il numero di collaboratori coinvolti nell’abbattimento di animali nonché
nei lavori di pulizia e disinfezione.
Sorvegliare l’accesso ai settori contaminati.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 216 di 251
Estendere le misure di protezione previste al trasporto (compresi il carico e lo scarico) e allo
smaltimento (p. es. incenerimento) degli animali.
Informare in dettaglio i collaboratori sui pericoli e sulle misure di protezione nonché sui sintomi della
malattia e sulle misure da adottare in loro presenza.
Dispositivi di protezione individuale (DPI)
Per accedere ai settori di detenzione di animali utilizzare indumenti speciali nonché dispositivi di
protezione individuale, in particolare:
- indumenti da lavoro coprenti (tute, tute monouso)
- un cappuccio che copra completamente i capelli
- opportuni stivali disinfettabili (ad esempio di gomma)
- guanti impermeabili disinfettabili
- preferibilmente un respiratore con filtro antiparticelle TM2P o TM3P oppure una cuffia di protezione
delle vie respiratorie TH2P o TH3P o una mascherina FFP3 (se possibile munita di valvola di
espirazione) 1
- occhiali di protezione a mascherina aderenti.
Togliere i dispositivi di protezione individuale prima di uscire dai settori di detenzione di animali e riporli
in contenitori a tenuta stagna soggetti a disinfezione e smaltimento corretti, per evitare di mettere in
pericolo terzi e diffondere virus.
Una volta tolti i dispositivi di protezione individuale, disinfettare le mani.
Misure di medicina del lavoro
Profilassi pre-esposizione con farmaci antivirali (vedi capitolo 6, parte III del Piano pandemico svizzero
2006)
In seguito a contatti diretti non protetti con animali malati o con casi sospetti di malattia, liquidi
corporei o escrementi di questi animali o indumenti di protezione contaminati procedere a una
profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP
in vigore, salvo per le persone sottoposte a una profilassi pre-esposizione.
Una profilassi post-esposizione è necessaria anche in caso di esposizione a polveri/aerosol o
escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati sull’efficacia delle misure
di protezione, salvo per le persone sottoposte a una profilassi pre-esposizione.
A seconda dell’attività considerare la possibilità di una vaccinazione con il vaccino contro l’influenza
stagionale. Pur non proteggendo contro le infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, questa
vaccinazione può impedire le infezioni dai virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il
rischio di doppia infezione e sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo.
Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini»)
Apparecchi di protezione delle vie respiratorie a ventilazione assistita:
Gli elmetti o le cuffie con ventilazione assistita e filtro antiparticelle offrono una maggior azione protettiva rispetto alle
semimaschere filtranti. Sono suddivisi nelle classi TH1P, TH2P e TH3P, a seconda della loro azione protettiva, e soddisfano la
norma EN12942. Un’azione protettiva ancora superiore è offerta dalle maschere con ventilazione assistita e filtro antiparticelle
del tipo TM1P, TM2P o TM3P secondo la norma EN12941.
1
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 217 di 251
Pandemia e aziende
Allegato 3: Manipolazione di campioni clinici umani o animali
sospetti per influenza pandemica
A partire dal periodo interpandemico (fase 2) e soprattutto a partire dal periodo di allerta pandemico
(fase 3), i collaboratori dei laboratori diagnostici microbiologici analizzano campioni sospetti prelevati
da animali e, sempre più spesso, da persone per stabilire l’eventuale presenza del nuovo sottotipo di
virus influenzale. Il personale di laboratorio sottostà all’ordinanza sull’utilizzazione di organismi in
sistemi chiusi (OIConf, RS 814.912) e all’ordinanza sulla protezione dei lavoratori dal pericolo derivante
da microorganismi (OPLM, RS 832.321). Le seguenti raccomandazioni si basano inoltre sugli opuscoli
della Suva concernenti la prevenzione delle malattie professionali nei laboratori diagnostici
microbiologici, negli istituti di patologia anatomica e nei laboratori istologici nonché sulle direttive
dell’OMS relative alla manipolazione di campioni in caso di sospetto di virus dell’influenza aviaria A (ad
esempio H5N1).
Campo d’applicazione
Le presenti raccomandazioni sono applicabili a qualsiasi manipolazione diagnostica di campioni non
inattivati in cui si sospetta la presenza di virus influenzali altamente patogeni, indipendentemente dalla
loro provenienza (settore umano, veterinario o ambientale), e segnatamente di:
− qualsiasi nuovo sottotipo di virus influenzale umano (HxNy),
− qualsiasi virus dell’influenza aviaria A altamente patogeno (HPAI; ad esempio H5N1, H7N7),
− i virus influenzali di origine animale in grado di infettare l’uomo data la loro affinità con ceppi umani.
Le attività diagnostiche comprendono tra l’altro:
− l’analisi diagnostica mirata volta a identificare i virus influenzali menzionati sopra
− altre analisi, come l’ematologia o la chimica clinica
− il trasporto e lo stoccaggio di campioni.
Misure
Misure tecniche e personali
Le seguenti attività possono essere svolte solo in laboratori della classe di sicurezza 3:
− moltiplicazione di virus in vitro o in vivo
− replicazione di virus in colture cellulari o conservazione di cellule isolate
− coltura e concentrazione di virus
Durante la manipolazione di campioni sospetti, evitare la formazione di spruzzi e aerosol.
Svolgere le attività nei limiti del possibile su un banco di lavoro di sicurezza della classe II. Le
manipolazioni durante le quali non è esclusa la formazione di spruzzi, goccioline o aerosol devono
essere svolte su un banco di lavoro di sicurezza. Tra queste figurano tra l’altro il carico e lo scarico di
provette per centrifughe, l’agitazione (vortex), la miscelazione, i trattamenti a ultrasuoni, l’apertura di
contenitori eventualmente in pressione o depressione o altro.
All’esterno del banco di lavoro di sicurezza, ridurre al minimo il rischio di esposizione accidentale. Per
la centrifugazione di campioni non inattivati utilizzare unicamente rotori e provette per centrifughe che
possono essere chiusi ermeticamente. Limitare inoltre la presenza di persone nei pressi delle
centrifughe.
Dopo ogni contaminazione con materiale biologico e alla fine di ogni giorno di lavoro disinfettare le
superfici con un prodotto adeguato.
Smaltire i rifiuti conformemente al parere della Commissione federale per la sicurezza biologica. Si
raccomanda di inattivare i rifiuti (compresi i campioni) e i materiali contaminati sul posto.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 218 di 251
In laboratorio indossare camici con allacciatura dietro con polsini, guanti monouso e occhiali di
protezione (dispositivi di protezione individuale, DPI). Se per determinati motivi, attività con possibile
formazione di aerosol non possono essere svolte su un banco di lavoro di sicurezza della classe II,
completare i DPI standard con opportuni dispositivi supplementari (mascherina FFP2/3, schermo
facciale ecc.). Togliere i dispositivi di protezione prima di uscire dal laboratorio.
Il personale di laboratorio deve lavare e disinfettare regolarmente le mani, in particolare dopo aver
tolto i guanti e prima di uscire dal laboratorio.
Misure organizzative
Rispettare rigorosamente i principi di buona prassi microbiologica secondo l’allegato 3 dell’OPLM.
I campioni clinici di essere umani e uccelli o mammiferi non possono essere manipolati nello stesso
laboratorio («golden rule» dell’OMS).
Informare in dettaglio i collaboratori sui pericoli e sulle misure di protezione nonché sui sintomi della
malattia e sulle misure da adottare in loro presenza.
Misure di medicina del lavoro
In seguito a contatti diretti non protetti con campioni contaminati o sospetti o in caso di contatto con
indumenti di protezione contaminati, considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione con
un farmaco antivirale conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore.
Considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione anche in caso di esposizione a
polveri/aerosol o escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati
sull’efficacia delle misure di protezione.
A seconda dell’attività considerare la possibilità di una vaccinazione con il vaccino contro l’influenza
stagionale. Pur non proteggendo dalle infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, questa
vaccinazione può impedire le infezioni dai virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il
rischio di doppia infezione e sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo.
Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini»)
Imballaggio, caratterizzazione e trasporto di campioni clinici in Svizzera:
Campioni diagnostici (diagnostica primaria e di conferma)
− Questi campioni sono attribuiti al numero UN 3373 (norma P650): gli imballaggi devono quindi
essere abbastanza stabili da resistere alle pressioni e agli urti durante il trasporto (test di caduta da
un’altezza di 1.2 m) e composti da tre strati:
− i campioni e i ceppi isolati devono essere tenuti in uno o più contenitori primari a tenuta stagna,
decontaminati esternamente e di capacità non superiore a 500 ml o 500 g;
− i contenitori primari sono inseriti in un imballaggio secondario, anch’esso a tenuta stagna;
− l’ultimo imballaggio esterno deve essere resistente agli urti e riportare le seguenti indicazioni: 1.
gli indirizzi del mittente e del destinatario; 2. l’indicazione: «Campione diagnostico imballato
secondo la norma P650». Il numero UN 3373 non deve necessariamente figurare.
− Collocare tra il contenitore primario e l’imballaggio secondario materiale assorbente sufficiente per
assorbire l’intero contenuto del contenitore primario in caso di fuoriuscita.
− Il contenitore primario e l’imballaggio secondario devono essere in grado di resistere almeno a una
pressione interna che comporti una differenza di pressione di 95 kPa senza perdite del contenuto.
− Il contenuto dell’imballaggio esterno non deve superare 4 kg.
− Si raccomanda di utilizzare imballaggi con la designazione «certificato UN», disponibili presso la
maggior parte delle imprese di trasporto.
− È possibile la spedizione postale.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 219 di 251
Colture di virus e ceppi di riferimento
− Le colture di virus e i ceppi di riferimento devono essere trasportati come materiale infettivo
potenzialmente pericoloso per l’uomo (classe 6.2; numero UN 2814, eventualmente con
l’indicazione «Virus influenzali altamente patogeni») e non come campioni diagnostici. Il sistema
d’imballaggio a tre strati è analogo a quello descritto sopra, ma deve rispettare la norma P620, più
severa:
− test di caduta da un’altezza di 9 m e test di perforazione;
− imballaggio della classe 6.2 esterna con certificato UN;
− caratterizzazione supplementare dell’imballaggio esterno: simbolo biohazard, numero UN 2814
unitamente a una descrizione del contenuto e all’indicazione della temperatura di stoccaggio.
− Attualmente, la posta non trasporta materiale infettivo delle categorie UN 2814 (patogeno per
l’uomo) e 2900 (patogeno per gli animali). La spedizione di colture di virus o ceppi di riferimento
deve quindi essere effettuata da un’impresa di trasporto autorizzata.
− Il trasporto con veicoli privati non è consentito per gli organismi dei gruppi 3 e 4.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 220 di 251
Pandemia e aziende
Allegato 4: Personale potenzialmente a contatto con pollame o
prodotti avicoli importati
A partire dal periodo interpandemico (fase 2), per determinate aziende (dogane, commercio di
pollame, aeroporti, ecc.) e per i loro dipendenti è sostanzialmente ipotizzabile un contatto con animali
infetti provenienti dall’estero. Nel periodo di allerta pandemico (fase 3), le importazioni di pollame o
prodotti avicoli da regioni colpite dall’epidemia sono soggette a severe restrizioni. Il pericolo di
contatto diretto con il nuovo sottotipo di virus influenzale per i collaboratori delle imprese di
commercio corrispondenti o delle dogane, ad esempio, è quindi fortemente ridotto, ma non escluso
del tutto. Le misure di protezione dei collaboratori da un contagio vanno stabilite a seconda della
valutazione dei rischi specifica per l’azienda. Il rischio è maggiore in caso di formazione di aerosol o
polvere. Per i prodotti imballati, il rischio di contatto diretto con il virus è trascurabile.
Raccomandazioni
Misure tecniche
Assicurare una ventilazione sufficiente dei locali in cui si manipolano pollame o prodotti avicoli. Non
utilizzare locali angusti o mal ventilati per queste attività.
Verificare la possibilità di barriere fisiche (protezione contro gli spruzzi/goccioline) per le singole fasi di
lavoro.
Ridurre al minimo la formazione di polvere e aerosol mediante misure tecniche (ad esempio divieto di
pulizia con getto ad alta pressione, nessuna pulizia a secco, inumidire i pavimenti e il materiale con un
getto a bassa pressione [doccia] prima della pulizia).
Misure organizzative
Informare i collaboratori in merito al risultato della valutazione dei rischi e istruirli su come attuare le
misure di protezione stabilite.
Raccomandare ai collaboratori di lavare le mani regolarmente, in particolare dopo le attività a rischio di
contagio.
Ridurre eventualmente allo stretto necessario il numero di persone coinvolte in determinate attività.
Informare in dettaglio i collaboratori sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro
presenza.
Misure di protezione personale
Durante le attività a rischio di contagio, utilizzare indumenti di protezione adatti (indumenti monouso o
indumenti di protezione facilmente lavabili e disinfettabili), che riducano al minimo il rischio di
trasmissione del virus. Adattare il tipo di indumenti di protezione al grado di sporcizia nonché al
potenziale di sviluppo di polvere e aerosol.
In caso di contatto diretto con pollame o prodotti avicoli indossare guanti di protezione adatti. Dopo
aver tolto i guanti, lavare e disinfettare le mani (ad esempio con un disinfettante per le mani
contenente alcol).
In caso di possibile contatto diretto con pollame o prodotti avicoli infetti, indossare di norma una
mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2. Durante le attività con forte sviluppo di polvere o
aerosol, inevitabile nonostante le misure tecniche, indossare una mascherina FFP3.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 221 di 251
Misure di medicina del lavoro
In seguito a contatti diretti non protetti con animali malati o sospetti di malattia, liquidi corporei o
escrementi di questi animali o con indumenti di protezione contaminati, considerare la possibilità di
una profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale, conformemente alle raccomandazioni
dell’UFSP in vigore.
Considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione anche in caso di esposizione a
polveri/aerosol o escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati
sull’efficacia delle misure di protezione.
A seconda dell’attività, considerare la possibilità di una vaccinazione con il vaccino contro l’influenza
stagionale. Pur non proteggendo contro le infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, questa
vaccinazione può impedire le infezioni dai virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il
rischio di doppia infezione e sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo.
Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini»)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 222 di 251
Pandemia e aziende
Allegato 5: Personale potenzialmente a contatto con escrementi di
uccelli selvatici infetti
Dal periodo interpandemico (fase 2) e con maggior frequenza a partire dal periodo di allerta pandemico
(fase 3) non è esclusa la presenza in Svizzera o nella fascia di confine di uccelli selvatici infetti che
diffondono il nuovo sottotipo di virus influenzale attraverso le deiezioni. Se si rispettano norme
igieniche di base, il rischio d’infezione per l’uomo in caso di contatto diretto con gli escrementi di
questi uccelli è basso.
Vi sono persone che possono tuttavia essere sottoposte a un maggior rischio di esposizione durante
la loro attività, p. es. i collaboratori di imprese di manutenzione e pulizia di edifici o di aziende che
svolgono lavori di manutenzione e riparazione su impianti sporchi di deiezioni di uccelli.
Le misure di protezione dei collaboratori dal contagio vanno stabilite a seconda della valutazione dei
rischi specifica per l’azienda.
Misure
Misure tecniche
Assicurare una ventilazione naturale o artificiale sufficiente negli ambienti chiusi, che devono essere
puliti da deiezioni di uccelli.
Ridurre al minimo la formazione di polvere e aerosol mediante misure tecniche.
Misure organizzative
Informare i collaboratori in merito al risultato della valutazione dei rischi e istruirli su come attuare le
misure di protezione stabilite.
Raccomandare ai collaboratori di lavare le mani regolarmente, in particolare dopo le attività a rischio di
contagio.
Ridurre eventualmente allo stretto necessario il numero di persone coinvolte in determinate attività.
Informare in dettaglio i collaboratori sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro
presenza.
Misure di protezione personale
Durante le attività a rischio di contagio, utilizzare indumenti di protezione adatti (indumenti monouso o
indumenti di protezione facilmente lavabili e disinfettabili), che riducano al minimo il rischio di
trasmissione del virus. Adattare il tipo di indumenti di protezione al grado di sporcizia e al potenziale di
sviluppo di polvere e aerosol.
In caso di contatto diretto con escrementi di uccelli indossare guanti di protezione adatti. Dopo aver
tolto i guanti, lavare e disinfettare le mani (ad esempio con un disinfettante per le mani contenente
alcol).
Durante i lavori di pulizia che precedono lavori di manutenzione e riparazione, indossare di norma una
mascherina di protezione respiratoria del tipo FFP2. Durante le attività con forte sviluppo di polvere o
aerosol, inevitabile malgrado le misure tecniche (ad esempio in caso di impiego di pulitori ad alta
pressione), indossare un apparecchio con filtro antiparticelle e ventilazione TM2P o TM3P oppure una
cuffia di protezione delle vie respiratorie TH2P o TH3P o almeno una mascherina FFP3 (possibilmente
munita di valvola di espirazione).
In caso di forte sviluppo di aerosol o polvere nonché di rischio di spruzzi, indossare occhiali di
protezione a mascherina adatti.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 223 di 251
Misure di medicina del lavoro
In seguito a contatti diretti non protetti con escrementi di uccelli o indumenti di protezione
contaminati, considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione con un farmaco antivirale
conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore.
Considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione anche in caso di esposizione a
polveri/aerosol o escrementi potenzialmente contaminati oppure in caso di dubbi giustificati
sull’efficacia delle misure di protezione.
A seconda dell’attività considerare la possibilità di farsi vaccinare con il vaccino stagionale. Pur non
proteggendo contro le infezioni da nuovi sottotipi di virus influenzale, la vaccinazione può impedire le
infezioni da virus dell’influenza umana in circolazione, riducendo così il rischio di doppia infezione e
sviluppo di una variante del virus patogena per l’uomo.
Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini»)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 224 di 251
Pandemia e aziende
Allegato 6: Collaboratori del settore sanitario
Vedi anche capitolo 5.1 «Raccomandazioni per gli ospedali e le strutture socio-sanitarie»
Le aziende del settore sanitario svolgono un ruolo fondamentale nell’assistenza alle persone che si
ammalano in seguito a un contagio dal nuovo sottotipo di virus influenzale. In caso di pandemia, sono
sottoposte a sollecitazione estreme. A lungo andare, è possibile far fronte alla situazione solo
adottando tutte le misure necessarie, tecnicamente possibili e proporzionate per evitare la
trasmissione dell’agente patogeno dai pazienti al personale e viceversa.
Le presenti raccomandazioni destinate alle aziende del settore sanitario si basano su pubblicazioni
internazionali nonché sull’esperienza maturata nella cura di pazienti affetti da SARS e da tubercolosi.
Misure di prima assistenza ambulatoriale a persone con sospetta infezione da un nuovo
sottotipo di virus influenzale
Va data la massima priorità all’identificazione precoce dei pazienti con sintomi d’influenza, in modo da
poter adottare immediatamente misure di protezione degli altri pazienti e del personale.
Misure tecniche
Ricoverare il paziente in un locale separato, se possibile. Se questo locale non dispone di un impianto
di ventilazione indipendente, spegnere l’intero impianto di ventilazione.
Nelle fasi 4 e 5 verificare la possibilità di erigere barriere fisiche nell’area di ricezione dei pazienti
(prevenzione della trasmissione di goccioline mentre si parla, si starnuta o si tossisce ad esempio con
fogli di plexiglas o plastica all’altezza del volto o del busto). Nella fase 6, queste barriere sono
obbligatorie.
Misure organizzative
Informare i collaboratori in merito al risultato della valutazione dei rischi e istruirli su come attuare le
misure di protezione stabilite.
Informare in dettaglio i collaboratori sui sintomi della malattia e sulle misure da adottare in loro
presenza.
Limitare allo stretto necessario il numero di persone a contatto con i pazienti.
Raccomandare al personale di lavare e disinfettare le mani adeguatamente.
Raccomandare ai pazienti di rispettare particolari misure d’igiene, tra cui:
− coprire il naso e la bocca con un fazzoletto di carta quando si tossisce o si starnuta e gettare il
fazzoletto in un contenitore impermeabile;
− lavare e disinfettare accuratamente le mani dopo ogni contatto con secrezioni (tosse, starnuto o uso
di fazzoletti di carta).
Dopo ogni contatto con i pazienti, disinfettare tutte le superfici accessibili e gli oggetti con un
disinfettante efficace contro i virus (ipoclorito di sodio [candeggina], disinfettante contenente alcol o
altro disinfettante per superfici omologato) mediante sfregamento o strofinamento.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 225 di 251
Dispositivi di protezione individuale
Pazienti
Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone i pazienti devono indossare una mascherina
di protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se il loro stato lo permette. In
caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica.
Nelle fasi da 4 a 6, si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo
di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Personale
Nelle fasi da 3 a 4, in caso di contatto diretto con i pazienti (accoglienza, anamnesi, esami clinici e
ulteriore diagnostica) il personale deve indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo
FFP2/3.
Nelle fasi da 5 a 6 si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo
di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Durante le attività sul paziente che comportano la formazione di aerosol, il personale deve indossare
una mascherina FFP2/3. L’uso di apparecchi filtranti (apparecchio con filtro antiparticelle e ventilazione
TM2P o TM3P oppure cuffia di protezione delle vie respiratorie TH2P o TH3P) può essere una valida
alternativa dato il maggiore comfort e la riduzione del rischio di fughe, p. es. in presenza di barba.
A seconda della situazione e dell’attività (analisi dei rischi), completare i dispositivi di protezione
individuale con guanti monouso, camice o occhiali di protezione a mascherina.
Dopo aver tolto i guanti e prima di uscire dal locale, lavare o disinfettare le mani.
Disinfettare i dispositivi di protezione individuale dopo l’uso o smaltirli in opportuni contenitori a tenuta
stagna.
Misure di medicina del lavoro
Vaccinare il personale contro l’influenza stagionale.
In seguito a contatti diretti non protetti con pazienti malati o sospetti di infezione o con indumenti di
protezione contaminati, considerare la possibilità di una profilassi post-esposizione con un farmaco
antivirale conformemente alle raccomandazioni dell’UFSP in vigore.
Trasporto in ospedale di persone sospette di infezione da un nuovo virus influenzale
Ridurre al minimo il numero di accompagnatori nel veicolo di trasporto dei pazienti, idealmente
limitandosi all’autista.
Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone il paziente deve indossare una mascherina di
protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se il suo stato lo permette. In caso
di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica. Nelle fasi da 4 a 6, per i pazienti si
consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e
della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Nelle fasi da 3 a 4, gli accompagnatori devono indossare una mascherina di protezione respiratoria
FFP2/3, guanti non sterili, occhiali di protezione e un camice. Nelle fasi da 5 a 6, al personale si
consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo di agente patogeno e
della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Per motivi di sicurezza della circolazione, l’autista si limiterà all’uso di una mascherina di protezione
respiratoria. Se la cabina di guida è separata dall’abitacolo, l’autista può rinunciare alla mascherina
durante la guida.
Immediatamente dopo il trasporto disinfettare tutte le superfici accessibili e gli oggetti con un
disinfettante adatto (ipoclorito di sodio [candeggina], disinfettante contenente alcol o altro
disinfettante per superfici omologato) mediante sfregamento o strofinamento.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 226 di 251
Misure di assistenza ospedaliera a persone con sospetta infezione da un nuovo virus
influenzale
Nelle fasi da 3 a 5 aumenta la probabilità che pazienti si rivolgano di propria iniziativa a studi medici e
pronto soccorsi degli ospedali perché sospettano un’infezione da un nuovo virus influenzale. Nella
fase 6 ciò avverrà quotidianamente. In questi casi sono fondamentali un esame rapido per evitare i
contatti con il personale e altri pazienti e l’adozione di misure di isolamento per prevenire la
trasmissione dell’infezione. Invitare i pazienti con sintomi di influenza (ad esempio mediante
un’informazione corrispondente all’ingresso) a indossare le mascherine messe a disposizione (vedi
supplemento «Mascherine di protezione respiratoria») e, se possibile, a farsi annunciare da un
accompagnatore, in modo da evitare inutili contatti personali.
Se il medico che visita il paziente per primo ordina di ricoverarlo, attivare le strutture predisposte
nell’ambito della pianificazione preliminare e informare i responsabili e il personale coinvolto. Nei limiti
del possibile, far annunciare il paziente da un accompagnatore o dal personale sanitario, dopo che è
stato isolato.
Tutte le misure devono essere coordinate con il personale specializzato in igiene ospedaliera. Per
maggiori dettagli si rimanda alla pubblicazione corrispondente della SwissNoso.
In caso di conferma del sospetto di infezione da un nuovo virus influenzale e ospedalizzazione,
adottare le seguenti misure di sicurezza:
Misure tecniche
Isolare immediatamente i pazienti con sospetta o confermata infezione. Le camere dei pazienti
devono soddisfare una serie di condizioni:
Se possibile, ricoverare i pazienti in camere d’isolamento.
Le camere o i settori d’isolamento devono disporre di una ventilazione tecnica che soddisfi i seguenti
requisiti:
− la ventilazione tecnica deve garantire almeno sei ricambi dell’aria all’ora; l’ideale è da 9 a 12 ricambi
dell’aria;
− il locale d’isolamento deve presentare una depressione permanente rispetto ai locali adiacenti, di
modo che la corrente d’aria circoli sempre dall’ambiente circostante verso il locale d’isolamento;
verificare periodicamente la depressione del locale d’isolamento, ad esempio con delle fialette
fumogene;
− convogliare l’aria di scarico del locale d’isolamento verso l’esterno, in un punto senza pericoli; si
raccomanda di filtrare l’aria con un filtro HEPA o un filtro della classe H;
− se eccezionalmente è impossibile o solo parzialmente possibile scaricare l’aria verso l’esterno,
impedire una contaminazione dell’impianto di ventilazione e degli altri settori in modo affidabile;
− è consigliabile allestire un’anticamera con funzione di chiusa.
Se il numero di pazienti supera la capacità d’isolamento è possibile raggrupparli in camere a più letti.
Può anche essere necessario e opportuno trasformare in stazioni di isolamento interi reparti o piani
(fase 6).
Se non sono disponibili camere d’isolamento, separare le camere singole o a più letti con malati
d’influenza dall’impianto di climatizzazione generale. In tal caso assicurare una frequente ventilazione
naturale dei locali.
Misure organizzative
Contrassegnare le camere d’isolamento. Segnalare chiaramente le misure di protezione necessarie
per il personale e i visitatori.
Raccomandare al personale un’adeguata pulizia e disinfezione delle mani.
Disciplinare chiaramente e limitare al minimo l’accesso alle camere d’isolamento (personale e
visitatori). Informare i visitatori sulle misure di protezione e sorvegliare l’uso dei dispositivi di
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 227 di 251
protezione individuale. Per i minori, le persone immunodepresse e gli anziani, l’accesso deve essere
autorizzato dal personale specializzato in materia di igiene ospedaliera.
In presenza di un’anticamera, assicurarsi che le due porte non siano mai aperte
contemporaneamente.
Raccomandare ai pazienti particolari misure d’igiene (respiratory hygiene/cough etiquette), tra cui:
a) coprire il naso e la bocca quando si tossisce o starnuta;
b) raccogliere le secrezioni delle vie respiratorie con un fazzoletto di carta; gettare i fazzoletti di carta in
opportuni contenitori impermeabili;
c) lavare e disinfettare accuratamente le mani dopo ogni contatto con le secrezioni respiratorie (tosse,
starnuto o uso di fazzoletti di carta).
Durante il periodo d’isolamento limitare la permanenza del paziente fuori dalla camera d’isolamento
(solo per interventi diagnostici e terapeutici irrinunciabili). Nella fase pandemica 3, durante la
permanenza fuori dalla camera di isolamento il paziente deve indossare una mascherina FFP2 (senza
valvola di espirazione). In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica.
Nelle fasi da 4 a 6, si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo
di agente patogeno, come contagiosità e infettività, prevalenza della malattia, morbidità e mortalità
delle persone infette, e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Prima di uscire dalla camera d’isolamento, inoltre, il paziente deve lavare e disinfettare le mani.
Limitare il contatto con altre persone, evitare quello con altri pazienti.
Pulizia e disinfezione delle camere d’isolamento
− Dopo ogni contatto con i pazienti o almeno una volta al giorno disinfettare tutte le superfici
accessibili e gli oggetti con un disinfettante adatto (ipoclorito di sodio [candeggina], disinfettante
contenente alcol o altro disinfettante per superfici omologato) mediante sfregamento o
strofinamento.
− Smaltire la biancheria dell’ospedale con le indicazioni corrispondenti.
− Pulire e disinfettare la camera d’isolamento al termine dell’isolamento in base al piano d’igiene
dell’ospedale.
Dispositivi di protezione individuale
Pazienti
Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone i pazienti devono indossare una mascherina
di protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se le loro condizioni lo
permettono. In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica.
Nelle fasi da 4 a 6, si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo
di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Personale
Nelle fasi da 3 a 4, in caso di contatto diretto con i pazienti (accoglienza, anamnesi, esami clinici e
ulteriore diagnostica) il personale deve indossare una mascherina di protezione respiratoria del tipo
FFP2/3.
Nelle fasi da 5 a 6 si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle conoscenze sul tipo
di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Durante le attività sul paziente con formazione di aerosol, il personale deve indossare una mascherina
FFP2/3. L’uso di apparecchi filtranti (apparecchio con filtro antiparticelle e ventilazione TM2P o TM3P
oppure cuffia di protezione delle vie respiratorie TH2P o TH3P) può essere una valida alternativa dato il
maggiore comfort e la riduzione del rischio di fughe, p. es. in presenza di barba.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 228 di 251
A seconda della situazione e dell’attività (analisi dei rischi) completare i dispositivi di protezione
individuale. Nel settore d’isolamento è obbligatorio l’uso di:
a) occhiali di protezione a mascherina;
b) guanti monouso (dopo aver tolto i guanti e prima di lasciare il locale lavare e disinfettare
adeguatamente le mani);
c) camice adatto, eventualmente monouso.
Disinfettare i dispositivi di protezione individuale dopo l’uso o smaltirli in opportuni contenitori a tenuta
stagna.
Trasporto di pazienti
Limitare al minimo i trasporti fuori dalla camera d’isolamento.
Informare i responsabili del luogo di destinazione prima di ogni trasporto.
Prima del trasporto vestire il paziente con indumenti puliti e cambiare il letto. Disinfettare il telaio del
letto.
Limitare il contatto con altre persone, evitare quello con altri pazienti.
Nella fase 3, in caso di contatto diretto con altre persone il paziente deve indossare una mascherina di
protezione respiratoria del tipo FFP2 (senza valvola di espirazione), se le sue condizioni lo permettono.
In caso di disturbi respiratori si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica.
Nelle fasi da 4 a 6, per i pazienti si consiglia l’uso di una mascherina chirurgica (a seconda delle
conoscenze sul tipo di agente patogeno e della disponibilità di mascherine di protezione respiratoria).
Il personale accompagnatore deve usare dispositivi di protezione individuale conformemente al
capitolo «Misure di profilassi personale».
Misure di medicina del lavoro
Informare i collaboratori sull’importanza di chiamare immediatamente un medico in presenza di
sintomi di una possibile infezione da un nuovo virus influenzale – se i disturbi compaiono entro 7 giorni
dall’esposizione. Questi disturbi sono febbre oltre i 38°C e uno dei seguenti sintomi: tosse, dispnea,
mal di gola. Ridurre al minimo i contatti diretti con altre persone. Il parere immediato di un medico è
importante per prevenire l’aggravarsi della malattia, attraverso una diagnosi precoce e l’avvio di un
trattamento antivirale.
Profilassi antivirale (vedi capitolo 6 «Farmaci antivirali»)
Vaccinazione preventiva (vedi capitolo 7 «Vaccini»)
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Pandemia e aziende
Allegato 7: Supplemento «Mascherine di protezione respiratoria»
Raccomandazioni relative all’impiego di mascherine
Devono essere rispettati i seguenti punti:
La mascherina di protezione respiratoria è consegnata a titolo personale. In caso di impiego accurato
(evitare di sporcare l’interno nel toglierla) la mascherina può essere utilizzata più volte dalla stessa
persona.
La mascherina di protezione respiratoria deve aderire bene. Adattarla e controllare la stabilità: nasello,
elastici, bordi. La barba può compromettere l’azione protettiva delle semimascherine con filtro
antiparticelle. Si raccomanda quindi di radersi.
In generale, la durata totale d’uso delle mascherine di protezione respiratoria con filtro antiparticelle
non deve superare 8 ore e la durata totale d’uso delle mascherine chirurgiche non deve superare 2-3
ore.
Sostituire la mascherina di protezione respiratoria in caso di:
− durata totale d’uso superiore a 8 ore per le mascherine con filtro antiparticelle (rispettivamente 2-3
ore per le mascherine chirurgiche);
− contatto diretto della mascherina con secrezioni contaminate;
− difetti visibili della mascherina;
− aumento della resistenza respiratoria a causa dell’umidità.
Le mascherine di protezione respiratoria vanno tenute in un luogo pulito, al riparo dalla polvere e
dall’umidità (ad esempio nell’anticamera delle camere d’isolamento).
L’uso corretto delle mascherine di protezione respiratoria va spiegato e verificato.
Il momento ottimale per l’acquisto delle mascherine dipende da un lato dalla durata di conservazione
limitata delle mascherine/filtri, dall’altro dalla stima della probabilità che si verifichino le varie fasi
pandemiche. A tal fine, consultare regolarmente le informazioni attuali delle autorità competenti
(Confederazione e Cantoni). In merito alla conservabilità delle mascherine rivolgersi al fabbricante.
In linea di massima, il numero di persone da proteggere nonché il tipo e il numero di mascherine
necessarie devono essere calcolati con antecedenza. Il numero di mascherine necessarie dipende dal
numero di collaboratori esposti, dalla durata d’uso delle mascherine (vedi sopra) e dalla presunta
durata di esposizione nelle varie fasi pandemiche (vedi introduzione).
Per ulteriori informazioni vedi capitolo 5.3 («Mascherine di protezione respiratoria») nella parte III del
Piano pandemico svizzero 2006.
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9 Comunicazione
Per una comunicazione funzionale ai bisogni è essenziale una relazione di partenariato con tutti i
gruppi bersaglio coinvolti – segnatamente una buona collaborazione tra la Confederazione, i Cantoni e i
vari moltiplicatori. I contenuti (obiettivo, strategia e attuazione), la procedura (sequenze e tempi) e la
struttura (organizzazione) della comunicazione variano da una fase all’altra. In ogni fase, la
comunicazione prepara anche la fase successiva.
Gruppi bersaglio
Politica: organi legislativi e esecutivi della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni, conferenze
intercantonali (CdC, CDS, ecc.), partiti politici, associazioni, organizzazioni non governative (ONG)
Amministrazioni pubbliche della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni, associazioni
intercantonali e organi consultivi (Dipartimenti federali, Cancelleria federale, UFSP, UFV, UFAE, DSC,
seco, Swissmedic, Suva, direzioni cantonali, servizio sanitario coordinato SSC, associazioni dei medici
cantonali, dei veterinari cantonali, dei farmacisti cantonali ecc.)
Stato maggiore speciale Pandemia ai sensi dell’ordinanza sulla pandemia di influenza OPI
(rappresentanti dei principali servizi coinvolti della Confederazione, dei Cantoni nonché dei
moltiplicatori e degli specialisti)
Moltiplicatori e specialisti: FMH, associazioni di medici specialisti, SSF, Associazione svizzera dei
droghieri, santésuisse, ospedali, CRS, Cura Viva, Centro nazionale influenza, associazioni degli
allevatori, scuole universitarie ecc.
Partner internazionali: OMS, UE, ECDC, Paesi limitrofi, corpo diplomatico ecc.
Gruppi specifici:
− associazioni: economiesuisse, Unione padronale, Unione svizzera delle arti e mestieri, Unione
svizzera dei dettaglianti, SKS, sorvegliante dei prezzi, LCH, Federazione svizzera delle agenzie di
viaggio, Svizzera Turismo, Società Svizzera Albergatori, sindacati, Unione svizzera dei contadini,
Interpharma, industria alimentare
− imprese: imprese farmaceutiche, fornitori di servizi finanziari, dettaglianti, PMI, società di trasporto,
agenzie di viaggio, compagnie aeree, gruppi che operano a livello globale, ecc.
Popolazione (tutte le regioni linguistiche, stranieri)
Media: media audiovisivi, quotidiani, settimanali, pubblicazioni di associazioni e media specializzati
Gruppi etnici: organizzazioni di stranieri
Altri: organizzatori di grandi manifestazioni
Strategia
La strategia di comunicazione fa leva sulla comunicazione indiretta mediante
moltiplicatori/intermediari. Le prestazioni di comunicazione durante una fase pandemica vanno
considerate anche un «investimento» per la fase successiva. In altre parole, nella fase 3 si prepara già
la fase 4, nella fase 4 la fase 5 e nella fase 5 la fase 6. Ogni prestazione comunicativa rappresenta
la base per altre attività di comunicazione. La comunicazione è «costruita» dal basso verso l’alto:
più sono solide le fondamenta e più stabili saranno i piani superiori.
Principi della comunicazione
La popolazione conosce le principali raccomandazioni di comportamento e la responsabilità
individuale è rafforzata in modo da indurre il singolo a tutelare la propria salute e quella degli altri.
La comunicazione dell’UFSP è obiettiva e trasparente, il che la rende credibile. L’UFSP comunica
ciò che sa, ma anche ciò che (ancora) non sa.
La comunicazione si propone di combattere le speculazioni e le voci e consente agli interessati di
interpretare correttamente la situazione.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 231 di 251
L’UFSP non partecipa pubblicamente alle controversie tra esperti, ma cerca soluzioni di
compromesso con gli ambienti specializzati coinvolti.
La comunicazione tiene in debita considerazione la dimensione emotiva (paura/insicurezza), che
assume un ruolo importante in ogni fase della pandemia.
I messaggi fondamentali e specifici di ogni fase sono formulati e verificati dal punto di vista
dell’efficacia.
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Fasi 1/2
Attori
principali
ƒ Pubblica amministrazione: Uffici federali responsabili (UFSP, UFV) in
collaborazione con i veterinari/medici cantonali
ƒ Moltiplicatori: organizzazioni e istituzioni specializzate
ƒ Gruppi specifici e diretti interessati: gruppi a rischio e detentori di animali
ƒ Altri attori coinvolti
ƒ Organizzazioni internazionali
Strategia di ƒ Comunicazione scientifica specifica per i gruppi bersaglio sull’influenza
comunicazio
stagionale (situazione epidemiologica) e sulla situazione epizootica sotto la
ne
responsabilità dell’UFV, comprese raccomandazioni di comportamento (ad es. in
materia di igiene)
ƒ Sensibilizzazione e mobilitazione dei gruppi a rischio alla vaccinazione contro
l’influenza stagionale (responsabilità UFSP)
ƒ Informazione continua e coordinata della popolazione sull’influenza stagionale,
sull’influenza aviaria e sulla pandemia – comunicazione educativa («educational
communication»)
Messaggi
ƒ Tra gli animali circolano virus influenzali. Questi virus non rappresentano un
rischio per la salute umana.
Sfide
ƒ Sensibilizzazione per la fase successiva secondo il piano pandemico dell’OMS
ƒ Promozione di un cambiamento di atteggiamento nei confronti di possibili
misure di protezione previste nelle fasi successive
ƒ Estensione della vaccinazione contro l’influenza ad altri gruppi specifici (se
opportuno dal punto di vista medico)
Mezzi di
ƒ Moltiplicatori: bollettino, opuscoli, sito web, raccomandazioni di comportamento
comunicazio
ƒ Pubblico/pubblici settoriali: comunicati stampa, sito web, schede informative,
ne
opuscoli, raccomandazioni, hotline, spot televisivi, radio, altro (dopo la campagna di
prevenzione dell’influenza)
Servizi di
informazion
e
ƒ UFSP, UFV
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Fase 3
Attori
principali
ƒ Politica: Consiglio federale, parlamentari, CSSS-N, CSSS-S, partiti politici
(attivamente)
ƒ Amministrazione: CF, UFAE, SG DFI, UFV, Commissione federale per le
vaccinazioni, seco, Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, Organo
direttivo in materia di sicurezza, SM GSic (Stato maggiore della Giunta del
Consiglio federale in materia di sicurezza), DDPS (medico in capo dell’esercito),
Cancelleria federale, Swissmedic, DFAE, DSC, Suva
ƒ Cantoni: CDS, medici cantonali, veterinari cantonali, farmacisti cantonali, servizi
sanitari cantonali, CDPE (scuole)
ƒ Attori sanitari (Public Health): SSF, FMH, Collegio di medicina di base,
associazioni di specialisti, droghieri, santésuisse, ospedali, Cura Viva, CRS, Centro
nazionale influenza, medici di frontiera, tutti gli IMSP
ƒ Partner internazionali: OMS, UE, ECDC, Paesi limitrofi, diplomatici, DFAE, DSC
ƒ Detentori di animali: allevatori di pollame professionali, allevatori di pollame
dilettanti/bio
ƒ Associazioni: Unione padronale, economiesuisse, Unione svizzera delle arti e
mestieri, Unione svizzera dei dettaglianti, SKS, sorvegliante dei prezzi, LCH,
Federazione svizzera delle agenzie di viaggio, Svizzera Turismo, Società Svizzera
Albergatori, sindacati
ƒ Aziende: dettaglianti (Migros, Coop, Denner ecc.), fornitori di servizi finanziari,
imprese farmaceutiche, PMI, società di trasporto, agenzie di viaggio, gruppi che
operano a livello globale (Nestlé, IBM ecc.)
ƒ Popolazione
ƒ Media: quotidiani, media audiovisivi, settimanali, pubblicazioni di associazioni e
media specializzati
Strategia di ƒ Comunicazione scientifica competente e comprensibile sull’epizoozia e sui
comunicazio
rischi (responsabilità UFV), comprese raccomandazioni sul comportamento da
ne
adottare in presenza di animali malati o morti (destinatari: moltiplicatori, largo
pubblico, gruppi specifici, diretti interessati)
ƒ Comunicazione scientifica competente e comprensibile sulla situazione attuale e
sui rischi per l’uomo, compresa la preparazione a un possibile peggioramento
della situazione (responsabilità UFSP) (destinatari: moltiplicatori, largo pubblico,
gruppi specifici, diretti interessati)
ƒ Comunicazione sui nuovi eventi: UFV, UFSP e Cantoni congiuntamente
ƒ Comunicazione continua e coordinata, intesa anche come comunicazione
educativa («educational communication»), comprese raccomandazioni di
comportamento
Messaggi
ƒ Si sono verificati casi isolati di infezione nell’uomo con un nuovo sottotipo di
virus influenzale senza trasmissione da uomo a uomo, eccettuati casi molto rari
di trasmissione dovuti a contatti ravvicinati con la fonte.
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Sfide
ƒ Primo animale colpito (selvatico/da reddito/domestico) in Svizzera o in un Paese
limitrofo
ƒ Primo sottotipo di virus influenzale (HxNy) sull’uomo in Svizzera o in un Paese
limitrofo (contagio all’estero)
ƒ Trasmissione da animale a uomo in Svizzera o in un Paese limitrofo
Mezzi di
ƒ Diretti interessati: informazioni e raccomandazioni, bollettino, articoli sulla stampa
comunicazio
specializzata, hotline, sito web, raccomandazioni di comportamento
ne
ƒ Moltiplicatori: informazioni e raccomandazioni, bollettino, hotline, sito web,
raccomandazioni di comportamento, piattaforme di coordinamento
ƒ Largo pubblico/gruppi specifici: informazione ai media, sito web, schede
informative, hotline, lettere/e-mail alla popolazione, raccomandazioni di
comportamento, volantini e manifesti per i viaggiatori
Servizi di
informazion
e
ƒ UFSP, UFV
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Fasi 4/5
Attori
principali
ƒ Legislativo: Parlamento (Confederazione e Cantoni)
ƒ Esecutivo: Consiglio federale e governi cantonali
ƒ Stato maggiore speciale Pandemia (rappresentanti di tutti i dipartimenti e servizi
federali coinvolti nonché della CF e dei Cantoni)
ƒ Amministrazione: servizi federali responsabili nonché CF in collaborazione con le
istituzioni cantonali (veterinari/medici/farmacisti cantonali), servizio sanitario
coordinato
ƒ Organizzazioni internazionali: OMS
ƒ Moltiplicatori/specialisti: organizzazioni e istituzioni specializzate
ƒ Popolazione
ƒ Media
ƒ Gruppi specifici: lavoratori e datori di lavoro, commercio al dettaglio, turismo,
aviazione, scuole, trasporti pubblici, altre infrastrutture centrali ecc.
ƒ Diretti interessati: malati e loro familiari, detentori di animali
(professionisti/dilettanti), istituzioni (ospedali, medici di famiglia, farmacisti, servizi
di cure a domicilio)
Strategia di ƒ Comunicazione scientifica obiettiva e comprensibile sulla situazione e sui rischi
comunicazio
per l’uomo, centrata chiaramente sui comportamenti da adottare.
ne
Contemporaneamente preparare all’eventualità di misure che incidono
profondamente sulla vita quotidiana (UFSP in collaborazione con i Cantoni)
(destinatari: moltiplicatori, largo pubblico, gruppi specifici, diretti interessati)
ƒ Informazione densa e esauriente a tutti i gruppi bersaglio garantendo contenuti
coerenti
ƒ Crescente focalizzazione sulla comunicazione diretta (mass media) e interattiva
(online)
ƒ Informazione di base capillare e al contempo informazione dettagliata approfondita
e specifica per ogni gruppo bersaglio, centrata sui comportamenti da adottare
ƒ Tono: obiettivo, informativo, descrittivo; durante lo scenario 4.3: appellativo
ƒ Intensità: la comunicazione si basa sugli investimenti realizzati durante le fasi
precedenti. Il punto di partenza è un pubblico ben informato, che dispone di
conoscenze di base in materia di influenza stagionale/pandemica, sintomi e
trattamento, prevenzione e protezione
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 236 di 251
Messaggi
Scenari 4.1/4.2/5.1/5.2
ƒ Non esiste alcun pericolo per la popolazione svizzera.
ƒ La protezione della popolazione svizzera è garantita dalle misure già adottate.
ƒ L’UFSP informa regolarmente ed è in contatto permanente con l’OMS.
ƒ Normalità
Scenario 4.3/5.3
ƒ La protezione della popolazione svizzera è garantita dalle misure già adottate.
ƒ
Sfide
È necessario attenersi alle raccomandazioni e alle istruzioni delle autorità.
ƒ Processi di apprendimento per la fase pandemica 6
ƒ Plurilinguismo e diversità culturale
ƒ Esaurimento delle scorte in generale
ƒ Stigmatizzazione e discriminazione dei malati e dei loro familiari
ƒ Solidarietà con i malati malgrado le misure di social distancing
Mezzi di
ƒ Largo pubblico/gruppi specifici: comunicati stampa, sito web (E-News/SMS),
comunicazio
schede informative, hotline, lettere/e-mail alla popolazione, misure di
ne
comunicazione diretta (manifesti, pieghevoli, volantini, spot radiofonici e televisivi)
– anche sotto forma di modelli per i Cantoni e i Comuni, video educativi, unità
pedagogiche, relazioni standard
ƒ Moltiplicatori: informazioni e raccomandazioni, bollettino, hotline, sito web, video
educativi, inserzioni, volantini
ƒ Diretti interessati: informazioni e raccomandazioni, bollettino, articoli sulla stampa
specializzata e non, manifesti, volantini, hotline, sito web
Servizi di
informazion
e
ƒ UFSP, UFV e altri
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 237 di 251
Fase 6
Attori
principali
ƒ Legislativo: Parlamento (Confederazione e Cantoni)
ƒ Esecutivo: Consiglio federale e governi cantonali
ƒ Stato maggiore speciale Pandemia (rappresentanti di tutti i dipartimenti e i
servizi federali coinvolti nonché della CF e dei Cantoni)
ƒ Amministrazione: servizi federali responsabili nonché CF in collaborazione con le
istituzioni cantonali (veterinari/medici/farmacisti cantonali), servizio sanitario
coordinato
ƒ Organizzazioni internazionali: OMS
ƒ Moltiplicatori/specialisti: organizzazioni e istituzioni specializzate
ƒ Popolazione
ƒ Media
ƒ Gruppi specifici: lavoratori e datori di lavoro, commercio al dettaglio, turismo,
aviazione, scuole, trasporti pubblici, altre infrastrutture centrali ecc.
ƒ Diretti interessati: malati e loro familiari, detentori di animali
(professionisti/dilettanti), istituzioni (ospedali, medici di famiglia, farmacisti, servizi
di cure a domicilio)
ƒ Turisti che temporaneamente non possono più lasciare la Svizzera
ƒ Comuni colpiti
Strategia di ƒ Comunicazione obiettiva, comprensibile, ripetuta e appellativa, centrata
comunicazio
chiaramente sui comportamenti da adottare (misure di protezione)
ne
ƒ Coordinamento centrale della comunicazione (coerenza), esecuzione
decentrata (autorità regionali)
ƒ Informazione di base capillare e al contempo informazione dettagliata
approfondita, specifica per ogni gruppo bersaglio, centrata sui comportamenti
da adottare; garanzia di una comunicazione coordinata e coerente a tutti i livelli del
sistema (Confederazione, Cantoni, Comuni)
ƒ Informazione densa e ampia rivolta a tutti i gruppi bersaglio e assicurazione di
contenuti coerenti nonché di un’operatività rapida e su scala nazionale (a
livello tecnico e di contenuti) dei principali mezzi di informazione. In questa sede va
presa in considerazione la diversità culturale.
ƒ Crescente focalizzazione sulla comunicazione diretta e interattiva
ƒ Tono: obiettivo, appellativo e prescrittivo, credibile, rassicurante
ƒ Intensità: la comunicazione si basa sugli investimenti realizzati durante le fasi
precedenti (cfr. capitolo «Introduzione»). Il punto di partenza è un pubblico ben
informato, che dispone di conoscenze di base in materia di pandemia,
prevenzione e protezione dalle malattie trasmissibili.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 238 di 251
Messaggi
ƒ La situazione è seria, ma sotto controllo. Il Consiglio federale ha istituito uno
Stato maggiore speciale Pandemia dotandolo di tutti i mezzi necessari.
ƒ La protezione della popolazione svizzera è garantita. Tutte le misure importanti e
necessarie sono state adottate.
ƒ La popolazione è esortata ad attenersi scrupolosamente alle istruzioni e ai divieti
delle autorità.
ƒ L’assistenza medica è garantita.
ƒ L’UFSP informa regolarmente ed è in contatto permanente con l’OMS.
Sfide
ƒ Insicurezza diffusa (panico)
ƒ «Scenario peggiore»: il funzionamento dell’economia e dell’infrastruttura è
perturbato
ƒ Esaurimento delle scorte
ƒ Stigmatizzazione e discriminazione
ƒ Esaurimento/reclutamento del personale coinvolto nella risposta alla pandemia
Mezzi di
ƒ Largo pubblico/gruppi specifici: comunicati stampa, sito web (Forum/Ecomunicazio
News/SMS), schede informative, hotline, lettere/e-mail alla popolazione, misure di
ne
comunicazione diretta (manifesti, volantini, pieghevoli, spot radiofonici e televisivi)
– anche sotto forma di modelli per i Cantoni e i Comuni, video educativi, unità
pedagogiche, relazioni standard
ƒ Moltiplicatori: informazioni e raccomandazioni, bollettino, hotline, sito web, video
educativi, inserzioni, pieghevoli/volantini
ƒ Diretti interessati: informazioni e raccomandazioni, bollettino, articoli sulla stampa
specializzata, manifesti, volantini, hotline, sito web
Servizi di
informazion
e
UFSP, UFV e altri
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 239 di 251
Comunicazione nella fase 6 tra un’ondata e l’altra
Attori
principali
ƒ Legislativo: Parlamento (Confederazione e Cantoni)
ƒ Esecutivo: Consiglio federale e governi cantonali
ƒ Stato maggiore speciale Pandemia (rappresentanti di tutti i dipartimenti e i
servizi federali coinvolti nonché della CF e dei Cantoni)
ƒ Amministrazione: servizi federali responsabili nonché CF in collaborazione con le
istituzioni cantonali (veterinari/medici/farmacisti cantonali), servizio sanitario
coordinato
ƒ Organizzazioni internazionali: OMS
ƒ Moltiplicatori/specialisti: organizzazioni e istituzioni specializzate
ƒ Popolazione
ƒ Media
ƒ Gruppi specifici (lavoratori e datori di lavoro, commercio al dettaglio, turismo,
aviazione, scuole, trasporti pubblici, altre infrastrutture centrali ecc.)
ƒ Diretti interessati: malati e i loro familiari, detentori di animali
(professionisti/dilettanti), istituzioni (ospedali, medici di famiglia, farmacisti, servizi
di cure a domicilio)
Strategia di ƒ Comunicazione obiettiva, comprensibile e regolare centrata chiaramente sui
comunicazio
comportamenti da adottare (misure di protezione)
ne
ƒ Coordinamento centrale della comunicazione (coerenza), esecuzione decentrata
(autorità regionali)
ƒ Informazione di base capillare e al contempo informazione dettagliata
approfondita, specifica per ogni gruppo bersaglio, centrata sui comportamenti
da adottare; garanzia di una comunicazione coordinata e coerente a tutti i livelli del
sistema (Confederazione, Cantoni, Comuni)
ƒ Informazione densa e ampia rivolta a tutti i gruppi bersaglio e garanzia di contenuti
coerenti
ƒ Focalizzazione sulla comunicazione diretta e interattiva
ƒ Tono: obiettivo; appellativo e prescrittivo; credibile; rassicurante
ƒ Intensità: la comunicazione si basa sugli investimenti realizzati durante le fasi
precedenti (cfr. capitolo «Introduzione»). La base è un pubblico ben informato,
che dispone di conoscenze di base in materia di pandemia, prevenzione e
protezione dalle malattie trasmissibili.
ƒ Nella fase pandemica 6, tra un’ondata e l’altra, la pandemia influenzale rappresenta
un problema sanitario e sociale. Alla comunicazione devono quindi partecipare
anche altri attori, tra cui la seco. È auspicabile un rapido ritorno alla normalità,
allo scopo di compensare i deficit (approvvigionamento, infrastruttura ecc.) apparsi
durante la prima ondata e assicurando al contempo una preparazione ottimale
alla seconda ondata.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 240 di 251
Messaggi
ƒ La situazione è seria, ma sotto controllo. Il Consiglio federale ha istituito uno
Stato maggiore speciale Pandemia dotandolo di tutti i mezzi necessari.
ƒ La protezione della popolazione svizzera è garantita. Tutte le misure importanti e
necessarie sono state adottate.
ƒ La popolazione è esortata ad attenersi scrupolosamente alle istruzioni e ai divieti
delle autorità.
ƒ L’assistenza medica è garantita.
ƒ L’UFSP informa regolarmente ed è in contatto permanente con l’OMS.
Sfide
ƒ Insicurezza diffusa (panico)
ƒ «Scenario peggiore»: il funzionamento dell’economia e dell’infrastruttura è
perturbato.
ƒ Esaurimento delle scorte
ƒ Stigmatizzazione e discriminazione
ƒ Esaurimento/reclutamento del personale coinvolto nella risposta alla pandemia
Mezzi di
ƒ Pubblico/pubblici settoriali: comunicati stampa, sito web hotline, misure di
comunicazio
comunicazione diretta (manifesti, spot radiofonici e televisivi)
ne
ƒ Moltiplicatori: lettere, bollettino, hotline, sito web
ƒ Diretti interessati: bollettino, manifesti, hotline, sito web
Servizi di
informazion
e
UFSP, UFV e altri
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 241 di 251
Comunicazione nel periodo postpandemico
Nella fase postpandemica, la responsabilità spetta al Consiglio federale e allo Stato
maggiore speciale Pandemia. L’UFSP si pronuncia principalmente sulla situazione
sanitaria in generale e sull’assistenza medica in particolare.
Gli obiettivi fondamentali della comunicazione sono un ritorno alla normalità e la
gestione delle sofferenze. La comunicazione punta sulla trasmissione di messaggi
positivi e costruttivi e ringrazia la popolazione del suo impegno. Lascia spazio
all’elaborazione del dolore (ad esempio giornata di lutto nazionale). Cerca di motivare
e incoraggiare la popolazione a tornare alla normalità e al lavoro. Il tono è obiettivo,
empatico e motivante al tempo stesso.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 242 di 251
10 Questioni etiche i
Questo capitolo illustra i problemi etici che si pongono in relazione alla distribuzione di mezzi limitati
per prevenire e curare una una pandemia influenzale. Si propone inoltre di individuare e di motivare i
principi da applicare nell’eventualità di misure di razionamento. Per vagliare questi principi, sui quali
potranno appoggiarsi le modalità concrete di distribuzione, occorre seguire un approccio che non si
limiti ai soli aspetti procedurali (processo decisionale), ma che inglobi anche una riflessione di fondo
sui contenuti. Quest’approccio si concentra sull’obiettivo di preservare la vita umana e di minimizzare
il numero di vittime: occorre fare in modo che l’influenza causi la morte del minor numero possibile di
persone.
Innanzitutto va fatta una distinzione tra prevenzione (che si fonda principalmente sulla vaccinazione e
su altre misure quali la quarantena) e trattamento (con farmaci antivirali, cure di medicina intensiva,
cure infermieristiche ecc.). L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha identificato varie fasi
pandemiche successive, ognuna delle quali solleva questioni etiche specifiche. Già nelle prime fasi di
diffusione dell'influenza vanno adottate misure sia di prevenzione (per i soggetti ancora sani) che di
trattamento (per i soggetti malati).
Il documento formula riflessioni di fondo rilevanti per la pianificazione della prevenzione di una
pandemia. La gestione dei casi individuali va lasciata al medico impegnato sul campo (ad es. nel
pronto soccorso di un ospedale) che, nelle sue decisioni, è tenuto a rispettare i principi etici
fondamentali della medicina così come le norme etiche generali.
1 Protezione della vita
1. L’influenza – in particolare l’influenza pandemica – è una malattia potenzialmente mortale che può
colpire ampie fasce della popolazione. I mezzi per prevenirla e curarla hanno quindi un'importanza
vitale per tutti coloro che hanno contratto o che potrebbero contrarre l’infezione. Poiché la vita
umana è il bene più prezioso in assoluto da cui dipendono tutti gli altri, la sua protezione ha la
massima priorità. In questo senso, è necessario adottare tutte le disposizioni opportune per
garantirla anche nella pratica.
2. In caso di penuria di mezzi per il trattamento e la prevenzione dell’influenza occorre fare tutto il
possibile per mettere a disposizione mezzi supplementari. Se necessario, si dovranno stornare
investimenti da altri settori meno prioritari.
La ridistribuzione di risorse per evitare situazioni critiche si ripercuote sulle attività dello Stato, sui
compiti dell’amministrazione e delle autorità nonché sulle istituzioni del sistema sanitario. I criteri di
selezione dei pazienti (triage) e di pianificazione del trattamento vanno concretizzati a livello
regionale e non per ogni singolo ospedale o istituzione. In ciascun ospedale è consigliabile
pianificare in anticipo una riorganizzazione sistematica dell’assistenza medico-infermieristica per
poter ritardare, se necessario, le cure meno urgenti e aumentare la capacità di risposta.
2 Valori etici
La protezione della vita e la solidarietà costituiscono i valori etici fondamentali che entrano in gioco
quando si verifica una pandemia influenzale. La protezione della vita è l’obiettivo cui mirano la
pianificazione della previdenza e le misure adottate per fronteggiare l’epidemia; la solidarietà
sottintende coesione, sostegno alle persone bisognose d’aiuto e unione delle forze per scongiurare la
minaccia.
Vi sono altri valori importanti quali la libertà individuale, la proporzionalità, la privacy, l'equità e la
fiducia.
− Libertà individuale: la limitazione della libertà individuale è giustificata solo se non si possono
ottenere gli stessi risultati con misure che non la pregiudicano.
i
Questo capitolo è stato redatto dalla Commissione nazionale d’etica per la medicina (CNE).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 243 di 251
− Proporzionalità: l’incidenza delle misure adottate dev’essere direttamente proporzionale al rischio
sanitario e ai benefici attesi.
− Privacy: le questioni private e personali possono essere rivelate solo se ciò si rende necessario per
motivi di sanità pubblica, evitando qualsiasi stigmatizzazione.
− Equità: i mezzi destinati alla prevenzione e alla cura dei pazienti devono essere equamente
distribuiti. Ciò significa tra l’altro che i privilegi o gli svantaggi sociali non devono influenzare la
distribuzione delle risorse.
− Fiducia: la fiducia presuppone che la popolazione confidi nella buona volontà e nella competenza dei
responsabili. La fiducia non è «cieca», bensì risulta dalla fondatezza etica e dalla trasparenza delle
decisioni adottate.
3 Solidarietà collettiva
1. Nel caso di una pandemia potenzialmente pericolosa per la salute umana vi è il rischio che la paura,
il trauma e l'istinto di sopravvivenza intacchino il senso di solidarietà. In situazione di crisi, le autorità
devono fare in modo di preservare la solidarietà tra gli individui e i gruppi sociali. Spetta infatti allo
Stato preservare la vita di tutti i membri della collettività.
2. Una comunicazione aperta, franca e pertinente permette di creare le premesse affinché l’individuo
dimostri solidarietà anche al di fuori della cerchia dei familiari e amici. Ciò significa anche informare
il pubblico su aspetti quali la penuria di medicinali o di vaccini, la mancanza di esperienza sugli
eventuali effetti collaterali e le conseguenze tardive nonché il margine di manovra limitato delle
autorità. Questa attività di informazione deve partire dal presupposto secondo cui i membri della
collettività vogliono nel limite del possibile sostenersi a vicenda e non dall’ipotesi contraria, ossia
che il senso di solidarietà faccia difetto a priori.
3. L’informazione va concepita nell’ottica di creare un clima di fiducia e di solidarietà. Per raggiungere
quest’obiettivo occorre che le decisioni prese siano trasparenti e capaci di creare un consenso
sociale. Il timore che una determinata informazione possa inquietare la popolazione o metterla in
allarme non è un motivo sufficiente per sottacerla.
4. D’altro canto, vanno prese disposizioni per garantire la distribuzione regolare delle risorse. Bisogna
infatti prevedere che in una situazione di minaccia per la vita umana non tutti i membri della
collettività sono disposti a rispettare volontariamente le restrizioni fissate.
4 Distribuzione per quanto possibile equa
1. Il principio di equità o di imparzialità sottintende che quando c’è in gioco la vita o la salute ogni
individuo è uguale all’altro.
La vita di ciascuno – che sia giovane o vecchio, ricco o povero, uomo o donna, stimato o
marginalizzato – ha la stessa dignità e lo stesso valore a prescindere dalla religione, dalle opinioni
politiche e dalla considerazione di cui gode. Di conseguenza ognuno, quando è malato, ha lo stesso
diritto alle cure e all'assistenza sanitaria e non è lecito accordare un trattamento privilegiato a certi
malati per motivi di capacità finanziaria, prestigio, posizione sociale o quant'altro.
2. Mancando le risorse per curare adeguatamente tutti i malati, non è più possibile prendere una
decisione davvero equa, visto che il concetto di equità implica che bisognerebbe trattare tutti i
malati in funzione delle loro necessità. Occorre allora cercare la soluzione meno ingiusta possibile.
Pertanto, le decisioni dovranno essere adottate tenendo conto di un duplice obiettivo:
− contenere l’infezione (in modo che venga colpito il minor numero possibile di persone) e
− salvare il maggior numero possibile di pazienti contagiati.
3. Le persone colpite dall’influenza e gli altri pazienti bisognosi di cure intensive devono essere messi
sullo stesso piano e curati secondo gli stessi criteri. I pazienti affetti da influenza non devono
essere né privilegiati né svantaggiati.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 244 di 251
5 Principi per la distribuzione equa delle risorse limitate ai fini della prevenzione e del
trattamento dell’infezione
1. Nell’allocazione delle risorse non si tratta di valutare quanto vale la vita delle persone, bensì di
distribuire le risorse sapendo che non tutti potranno essere curati allo stesso modo. Le regole e la
prassi non devono rimettere in discussione l'uguaglianza tra gli individui. Il principio di base deve
garantire a ognuno pari opportunità di accesso alle cure. Le disuguaglianze si giustificano
unicamente se permettono di contenere più efficacemente la diffusione dell’infezione o di salvare
un maggior numero di vite umane. Anche l’efficacia della prevenzione è un valore etico, perché
mira a salvare il maggior numero di persone.
2. In situazione di penuria, bisogna dapprima escludere qualsiasi uso inutile delle risorse limitate (p.
es. non tenere una scorta di vaccini o di farmaci, non più somministrare Tamiflu per casi di
raffreddore). Parallelamente, tutte le risorse disponibili devono essere mobilitate per incrementare
l'offerta.
3. Il razionamento deve rispondere a criteri che garantiscono la ragionevolezza delle decisioni adottate.
I criteri decisionali devono essere verificabili dal punto di vista dell’adeguatezza delle misure. Gli
elementi fondamentali di questo processo sono:
− trasparenza delle misure adottate: le misure devono essere spiegate e motivate
− benefici per la salute: le misure devono poggiare sullo stato attuale delle conoscenze scientifiche
− applicabilità: le misure devono permettere di raggiungere il maggior numero di persone
− adattabilità: le decisioni prese devono poter essere riviste e adattate in funzione delle esperienze
accumulate e delle nuove conoscenze.
5.1
Principi di distribuzione dei mezzi di prevenzione limitati
I principi di distribuzione dei vaccini e le altre misure di prevenzione mirano a limitare il più possibile il
numero di persone colpite dall’influenza. La questione della distribuzione delle risorse si pone in modo
diverso a seconda della quantità di vaccino disponibile. Se si dispone di una quantità sufficiente,
bisogna decidere chi va vaccinato in via prioritaria. Se invece non si dispone di una quantità sufficiente
di vaccino, è necessario definire criteri di distribuzione.
I principi etici applicabili a tal fine sono i seguenti:
1. Per prima cosa, occorre applicare misure profilattiche per coloro che hanno contatti frequenti con
molte persone e che presentano un rischio elevato di contrarre l’infezione e di diffondere la malattia
una volta contagiati. Questo principio permette di ottenere il maggiore effetto preventivo possibile
con quantità di vaccino relativamente contenute. Non è possibile determinare in anticipo quali
saranno i gruppi direttamente interessati. Questo dipende infatti dalla quantità di vaccino disponibile
(ossia dalla percentuale di popolazione che può essere vaccinata), dalla portata e dai tempi del
rifornimento di vaccini.
Dalle esperienze maturate con l’influenza «comune» risulta che questo gruppo comprende ad
esempio i bambini e gli adolescenti in età scolastica, ma anche gli operatori sanitari che sono a
contatto diretto con i pazienti. Devono far parte di questa prima categoria anche le persone che
occupano funzioni chiave necessarie al mantenimento dell’ordine pubblico e delle strutture di
prevenzione messe in atto (p. es. unità di polizia). Per una parte di esse, poi, sottoporsi alle misure
di profilassi è un obbligo.
2. Nel secondo gruppo vi sono le persone che presentano il rischio maggiore di decesso legato alla
pandemia, ossia coloro che sarebbero più minacciati in caso di contagio. Si tratta dei gruppi a
rischio, ad esempio dei malati cronici.
3. Nel terzo gruppo troviamo le persone indispensabili al mantenimento dei servizi di pubblica utilità
(servizio pubblico). In questa sede va fatta una distinzione tra persone che svolgono compiti per i
quali è necessaria una specializzazione e persone le cui mansioni possono essere svolte da altri (p.
es. raccolta dei rifiuti).
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 245 di 251
4. Il resto della popolazione fa parte del quarto gruppo.
L’attribuzione definitiva ai singoli gruppi dovrebbe spettare a un organismo specifico in base alla
situazione concreta, alla dinamica epidemiologica e alla quantità disponibile e prevedibile di vaccino.
Profilassi con farmaci antivirali
È improbabile che quando si verificheranno i primi casi di pandemia in Svizzera vi saranno sufficienti
quantitativi di vaccino. Potrebbe essere necessario utilizzare una parte degli antivirali a scopo
profilattico. In tal caso, i farmaci dovranno essere consegnati alle persone che curano pazienti
contagiati o che sono in contatto con essi.
Nella misura in cui la scorta di farmaci lo permette, il trattamento profilattico potrebbe anche essere
offerto alle persone che non sono esposte direttamente al virus, a condizione di non mettere in
pericolo la protezione generale della popolazione (p. es. favorendo l’apparizione di un virus resistente).
La distribuzione dei farmaci antivirali deve rispettare i principi menzionati al punto precedente.
La ripartizione delle scorte di antivirali tra uso profilattico e uso terapeutico dovrà tener conto della
situazione epidemiologica.
5.2
Principi di distribuzione dei mezzi terapeutici limitati
I principi di distribuzione dei farmaci, delle unità di trattamento, dei respiratori, dei posti letto e di altri
mezzi terapeutici mirano a salvare il maggior numero possibile di persone contagiate dal virus. I
principi di distribuzione dei mezzi terapeutici seguono una logica diversa da quella applicata alla
profilassi, in quanto la malattia si diffonde e il numero di persone da trattare aumenta costantemente.
La mancanza di mezzi terapeutici si fa sentire progressivamente con il propagarsi della pandemia. In
un primo tempo vengono prese tutte le misure per aumentare le capacità terapeutiche, ad esempio
riorganizzando gli ospedali o mobilitando ausiliari, unità di trattamento provvisorie e scorte di
medicinali.
1. In una prima fase vengono trattate tutte le persone che hanno bisogno di cure. I pazienti vengono
curati per ordine d’arrivo o perché sono già in cura per un’altra malattia. Questa fase dura fino a
quando il numero di persone che necessita di cure supera le capacità terapeutiche supplementari.
2. La seconda fase ha inizio quando le capacità terapeutiche sono esaurite ed è necessario rifiutare le
cure ad una parte dei malati. In questa fase, le capacità limitate di trattamento sono riservate ai
malati che versano in condizioni preoccupanti.
3. La terza e ultima fase corrisponde a quello che la medicina di guerra e di catastrofe chiama «triage»
o selezione dei pazienti. Durante questa fase le risorse terapeutiche limitate sono già attribuite alle
persone in pericolo. Quando non è più possibile curare tutti i malati, si trattano prioritariamente
quelli per i quali il trattamento offre le migliori chance di sopravvivenza. Inversamente, si rinuncerà a
trattare, se possibile, solo le persone che non possono più essere aiutate. I pazienti con prognosi
infausta ricevono cure palliative anziché cure mediche intensive.
Nelle cure fornite ai pazienti non bisogna privilegiare le persone che, per ragioni «politiche», sono
particolarmente importanti per la società.
Tuttavia, anche se ad un determinato momento i mezzi terapeutici non sono (ancora) limitati
(respiratori, posti letto ecc.) e sono disponibili scorte (p. es. di medicinali), una gestione prudente delle
riserve può rendere necessario un razionamento anticipato prima ancora dell'esaurimento dei mezzi
terapeutici disponibili.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 246 di 251
6 Riflessioni complementari
1. Sarebbe troppo approssimativo e, in ultima analisi, aleatorio e non sistematico fissare un ordine di
priorità nella distribuzione dei mezzi profilattici e terapeutici fondato esclusivamente sulle
professioni o su categorie generali di persone senza prendere in considerazione dei principi
menzionati ai punti 4.1 e 4.2 per la prevenzione e la terapia. Ciò porterebbe a una distribuzione non
ottimale delle risorse, favorevole probabilmente ai gruppi prioritari e svantaggiosa per gli altri.
2. L’interpretazione e l’attuazione dei principi di distribuzione devono essere precisate in funzione
delle fasi pandemiche e adattate alle circostanze concrete. A tal fine andrebbero previsti organi ad
hoc che dispongano delle necessarie conoscenze, competenze e capacità.
3. Gli operatori sanitari che sono a contatto con persone contagiate - in particolare i medici, il
personale infermieristico e gli operatori che garantiscono il buon funzionamento dell’assistenza
sanitaria – hanno il dovere deontologico di continuare il proprio lavoro durante la pandemia. Pertanto
queste persone hanno il diritto prioritario di farsi vaccinare. D’altro canto, la società deve non solo
garantire loro una protezione ottimale e condizioni di vita appropriate (compresi i mezzi finanziari)
ma anche assumersi la responsabilità per le conseguenze che potrebbero derivare da tale obbligo
deontologico (malattia, invalidità o decesso).
4. L’obbligo di partecipare alle cure sanitarie in caso di pandemia e i dilemmi etici che ne possono
risultare devono essere discussi all’interno delle associazioni professionali e di categoria. Lo scopo
del dibattito dev’essere quello di chiarire a titolo prospettico le modalità di adempimento di tale
obbligo professionale. Occorre inoltre dibattere sul dovere morale del personale medicoinfermieristico di farsi vaccinare in caso di pandemia.
5. Considerata l’importanza fondamentale che riveste la motivazione del personale medicoinfermieristico nei periodi di crisi, può rivelarsi controproducente trasformare in un obbligo legale il
dovere morale di partecipare al trattamento e di farsi vaccinare. Chi rifiutasse la vaccinazione non
dovrebbe tuttavia entrare in contatto diretto con i pazienti contagiati.
6. Le misure limitative della libertà (p. es. la quarantena) sono legittime se si dimostrano utili,
appropriate e necessarie. L'introduzione di tali misure dev'essere accompagnata da spiegazioni
sulla loro pertinenza e necessità, sui benefici attesi e sulle conseguenze di un’eventuale
inosservanza. Le condizioni di vita delle persone toccate da tali misure (alimentazione, assistenza
medica ecc.) devono essere garantite.
7. I malati o le persone con sintomatologia sospetta vanno tutelate da un’eventuale stigmatizzazione e
hanno diritto al rispetto del segreto professionale.
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 247 di 251
11
Elenco delle abbreviazioni
AA
Armeeapotheke (Farmacia dell’esercito)
CaF
Cancelleria federale
CC
Cellula di crisi
CdC
Conferenza dei Governi cantonali
CDS
Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità
CF
Consiglio federale
CFV
Commissione federale per le vaccinazioni
CNI
Centro nazionale Influenza
CRS
Croce Rossa Svizzera
CT
Cantoni
DDASS
Direction Départementale des Affaires Sanitaires et Sociales, France
(Direzione dipartimentale della sanità e della socialità, Francia)
DDPS
Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e
dello sport
DFAE
Dipartimento federale degli affari esteri
DFI
Dipartimento federale dell’interno
DGS
Direction Générale de la Santé, Paris (Direzione generale nazionale della
sanità, Parigi)
DRASS
Direction Régionale des Affaires Sanitaires et Sociales, France (Direzione
regionale della sanità e della socialità, Francia)
DSC
Direzione dello sviluppo e della cooperazione
ECDC
European Centre for Disease Prevention and Control (Centro europeo per
la prevenzione e il controllo delle malattie)
EIA
Enzyme ImmunoAssay
EISS
European Influenza Surveillance Scheme
EMPA
Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca
FFP
Filtering Face Piece
FMH
Federazione dei medici svizzeri
FNRM
Flughafennetzwerk für Reisemedizin (Rete di aeroporti per la medicina di
viaggio)
FNS
Fondo nazionale svizzero
GLI
Gruppo di lavoro Influenza
GSic
Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza
IES
Information und Einsatz im Sanitätsdienst (Informazione e intervento nel
sistema sanitario)
IF
Immunofluorescenza
ILI
Influenza-Like Illness (sindrome influenzale)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 248 di 251
Influenza HxNy
Designazione di un virus influenzale ancora sconosciuto ma
potenzialmente pandemico
INVS
Institut National de la Veille Sanitaire, Paris (Istituto nazionale di
sorveglianza sanitaria, Parigi)
IVI
Institut für Viruskrankheiten und Immunprophylaxe (Istituto di virologia e
immunoprofilassi)
LCH
Dachverband Schweizer Lehrerinnen und Lehrer (Associazione mantello
degli insegnanti svizzeri)
O
Ordinanza
OIE
Office International des Epizooties / World Organisation for Animal Health
(Agenzia internazionale per le epizoozie dell’Organizzazione mondiale per
la salute animale)
OMS (WHO)
Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organisation)
OPI
Ordinanza sulla pandemia di influenza
PCR
Polymerase Chain Reaction (reazione a catena della polimerasi)
PMI
Piccole e medie imprese
RSI (IHR)
Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulations)
SARS
Severe Acute Respiratory Syndrome (sindrome respiratoria acuta grave)
seco
Segreteria di Stato dell’economia
SKS
Stiftung für Konsumentenschutz (Fondazione per la protezione dei
consumatori)
SM crisi
Stato maggiore di crisi
SSC
Servizio sanitario coordinato
SSF
Società svizzera dei farmacisti
Suva
Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni
UE
Unione Europea
UFAE
Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese
UFSP
Ufficio federale della sanità pubblica
UFV
Ufficio federale di veterinaria
UST
Ufficio federale di statistica
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12 Glossario
Di seguito sono spiegati i principali termini tecnici che ricorrono nel presente piano pandemico. Una
lista più dettagliata figura sulle pagine internet dell’UFSP dedicate all’influenza:
www.bag.admin.ch/influenza.
Abbattimento
Uccisione di animali nel quadro della lotta contro le
epizoozie
Aerosol
Particella liquida o solida in sospensione in un gas (aria)
Amantadina
Farmaco antivirale contro i virus influenzali del tipo A,
inibitore della proteina M2
Attack rate
Incidenza cumulativa della malattia (tasso d’attacco)
Burden of disease
Impatto di una malattia, sotto il profilo sanitario, sociale
ed economico, su una singola persona o sulla società
Endemico
Che si manifesta in modo costante in un’area geografica
limitata (p.es. una malattia)
Epidemia
Sviluppo insolito di un’infezione in una popolazione,
perlopiù circoscritto a un’area geografica limitata
Genoma
Insieme del patrimonio ereditario
Gestione dei contatti
Provvedimento per individuare i soggetti che p.es. hanno
avuto contatti con persone colpite dall’influenza
H5N1
Agente patogeno dell’influenza aviaria / Sottotipo di virus
influenzale A
HxNy
Sottotipo sconosciuto di virus influenzale
Immunità
Resistenza di un organismo a un agente patogeno o a un
antigene
Infezione nosocomiale
Malattia infettiva contratta durante un ricovero in
ospedale o in un altro istituto di cura
Inibitore della neuroaminidasi
Farmaco che inibisce la fuoriuscita dei virus da una cellula
infetta e che ne impedisce la diffusione nell’organismo;
permette di attenuare i sintomi dell’influenza
Isolamento
Separazione delle persone malate o detenzione separata
degli animali
Letalità
Unità che misura il tasso di mortalità di una malattia
Morbilità
Probabilità di un individuo di contrarre una determinata
malattia in relazione a una determinata popolazione
Mortalità
Tasso che indica il numero di decessi a causa di una certa
malattia in una determinata popolazione sull’arco di un
preciso lasso di tempo
Oseltamivir (Tamiflu®)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza
Pandemia
Aumento importante, su scala mondiale e per un periodo
di tempo limitato, dei casi di infezione dovuti a una
determinata malattia
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 250 di 251
Periodo d’incubazione
Periodo fra la penetrazione dell’agente patogeno
nell’organismo e la comparsa dei sintomi della malattia
Quarantena
Separazione dei soggetti sani (ma esposti all’infezione) o
detenzione separata degli animali sani
Relenza® (Zanamivir)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza
Riassortimento
Scambio di DNA tra due o più virus all’interno della
stessa cellula ospite
Ricombinazione
Nuova combinazione (p.es. di virus)
Social distancing
Misura destinata a evitare i contatti sociali fra gli individui
per evitare la trasmissione di un agente patogeno
Tamiflu® (Oseltamivir)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza
Tasso di mutazione
Frequenza con la quale si manifestano mutazioni a livello
di DNA, p.es. in un virus
Zanamivir (Relenza®)
Antivirale inibitore della neuroaminidasi, efficace contro il
virus dell’influenza (nome commerciale: Relenza®)
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Piano pandemico svizzero 2006, pagina 251 di 251