EMERGENCY MEDICINE PRACTICE AN EVIDENCE-BASED APPROACH TO EMERGENCY MEDICINE Ipotensione sintomatica: la stabilizzazione nel DEA e il ruolo emergente dell’ecografia Edizione italiana con patrocinio della S.I.M.E.U. (Società Italiana Medicina d’Emergenza-Urgenza) Delibera del Consiglio Direttivo 20/06/2001 Autori Avete appena eseguito una facile intubazione endotracheale su una donna anziana portata dal servizio d’emergenza sanitaria. Durante il trasporto, la paziente era vigile ma è arrivata diaforetica e letargica con una pressione arteriosa di 82/45 mmHg, un polso irregolare di 120, una temperatura rettale di 38,2 °C, tachipnoica con 32 respiri al minuto. Inaspettatamente, la sua saturazione di ossigeno, che inizialmente era dell’82%, diminuisce al 76% dopo l’intubazione. La radiografia del torace al letto dimostra che il tubo è posizionato in modo appropriato, non vi sono infiltrati, non vi è pneumotorace e l’ombra cardiaca è normale. La paziente è anurica. Gli esami di laboratorio mostrano una creatinina di 2,1, un conteggio dei globuli bianchi di 18.000, un ematocrito del 22% e livelli elevati del lattato e delle transaminasi. I toni cardiaci e i rumori respiratori sono normali, l’addome è soffice ed entrambe le gambe sono edematose. La paziente sta male e vi rendete conto che la chiave della sua sopravvivenza è trovare la causa del suo stato di ipotensione. Prima che si trovi una risposta, arrivano due nuovi pazienti, entrambi con insufficienza renale all’ultimo stadio, diabete mellito, ipotensione e malattia coronarica. Iniziate a domandarvi perché mai avete accettato un lavoro che prevede un unico medico di guardia… Il paziente numero 2 sembra stare peggio, ha un colorito cinereo e diaforetico e una pressione arteriosa di 60/40 mmHg. È apiretico e ha un polso di 100 al braccio senza la fistola AV. Ha un’anamnesi di scarsa compliance alla propria terapia. Descrive l’esordio improvviso di un dolore toracico non irradiato che persiste da due ore. Tre compresse di nitroglicerina sublinguale somministrate dal servizio d’emergenza sanitaria non hanno migliorato il dolore ed è possibile che abbiano contribuito all’ipotensione. All’esame obiettivo polmonare sentite dei rantoli. Ordinate dei liquidi per l’ipotensione ma vi rendete conto che potrebbe essere un errore. Editor-in-Chief Andy Jagoda, MD, FACEP, Professor and Vice-Chair of Academic Affairs, Department of Emergency Medicine; Mount Sinai School of Medicine; Medical Director, Mount Sinai Hospital, New York, NY. Associate Editor John M. Howell, MD, FACEP, Clinical Professor of Emergency Medicine, George Washington University, Washington, DC; Director of Academic Affairs, Best Practices, Inc, Inova Fairfax Hospital, Falls Church, VA. Editorial Board William J. Brady, MD, Associate Professor and Vice Chair, Department of Emergency Medicine, University of Virginia, Charlottesville, VA. Peter DeBlieux, MD, Professor of Clinical Medicine; LSU Health Science Center, New Orleans, LA. Wyatt W. Decker, MD, Chair and Associate Professor of Emergency Medicine, Mayo Clinic College of Medicine, Rochester, MN. Francis M. Fesmire, MD, FACEP, Director, Heart-Stroke Center, Erlanger Medical Center; Assistant Professor, UT College of Medicine, Chattanooga, TN. Michael J. Gerardi, MD, FAAP, FACEP, Director, Pediatric Emergency Medicine Children’s Medical Center, Atlantic Health System; Department of Emergency Medicine, Morristown Memorial Hospital, NJ. Gregory L. Henry, MD, FACEP, CEO, Medical Practice Risk Assessment, Inc; Clinical Professor of Emergency Medicine, University of Michigan, Ann Arbor. Keith A. Marill, MD, Instructor, Department of Emergency Medicine, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA. Charles V. Pollack, Jr, MA, MD, FACEP, Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, Pennsylvania Hospital, University of Pennsylvania Health System, Philadelphia, PA. Michael A. Gibbs, MD, FACEP, Chief, Department of Emergency Medicine, Maine Medical Center, Portland, ME. Michael S. Radeos, MD, MPH, Assistant Professor of Emergency Medicine, Lincoln Health Center, Bronx, NY. Steven A. Godwin, MD, FACEP, Assistant Professor and Emergency Medicine Residency Director, University of Florida HSC/Jacksonville, FL. Robert L. Rogers, MD, FAAEM, Assistant Professor and Residency Director, Combined EM/IM Program, University of Maryland, Baltimore, MD. Anthony J. Weekes, MD, RDCS, RDMS, FAAEM Emergency Ultrasound Program Director, Montefiore Medical Center; Assistant Professor of Emergency Medicine, Albert Einstein College of Medicine, Bronx, NY Ryan J. Zapata, MD, FACEP Attending Physician, Montefiore Medical Center; Assistant Professor of Emergency Medicine, Albert Einstein College of Medicine, Bronx, NY Antonio Napolitano, MD, FACEP Attending Physician, Montefiore Medical Center; Assistant Professor of Emergency Medicine, Albert Einstein College of Medicine, Bronx, NY Revisori Corey M. Stovis, MD, FACP, FACEP, FAAEM Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, Vanderbilt University Medical Center, Nashville, TN Scott D. Weingart, MD Director, Division of Emergency Critical Care, Department of Emergency Medicine, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY Obiettivi ECM Dopo avere completato questo articolo dovrete essere in grado di: 1. identificare le cause comuni dell’ipotensione pericolose per la vita; 2. conoscere l’approccio clinico per l’identificazione rapida delle cause pericolose dell’ipotensione; 3. spiegare il ruolo dell’ecografia mirata al letto del paziente nella diagnosi non invasiva e nel trattamento rapidi dei pazienti ipotesi; 4. rendersi conto dell’importanza dell’intervento precoce nel trattamento dell’ipotensione, incluso il ruolo dei liquidi per via endovenosa, degli inotropi e dei vasopressori; 5. decidere i vantaggi e gli svantaggi pratici e basati sulle evidenze delle varie analisi point of care, delle modalità per immagini e dei trattamenti nell’ipotensione. Alfred Sacchetti, MD, FACEP, Assistant Clinical Professor, Department of Emergency Medicine, Thomas Jefferson University, Philadelphia, PA. Corey M. Slovis, MD, FACP, FACEP, Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, Vanderbilt University Medical Center, Nashville, TN. Jenny Walker, MD, MPH, MSW, Assistant Professor; Division Chief, Family Medicine, Department of Community and Preventive Medicine, Mount Sinai Medical Center, New York, NY. Ron M. Walls, MD, Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, Brigham & Women’s Hospital, Boston, MA. Research Editors Nicholas Genes, MD, PhD, Mount Sinai Emergency Medicine Residency. Beth Wicklund, MD, Regions Hospital Emergency Medicine, Residency, EMRA Representative. International Editors Valerio Gai, MD, Senior Editor, Professor and Chair, Department of Emergency Medicine, University of Turin, Italy. Peter Cameron, MD, Chair, Emergency Medicine, Monash University; Alfred Hospital, Melbourne, Australia. Amin Antoine Kazzi, MD, FAAEM, Associate Professor and Vice Chair, Department of Emergency Medicine, University of California, Irvine; American University, Beirut, Lebanon. Hugo Peralta, MD, Chair of Emergency Services, Hospital Italiano, Buenos Aires, Argentina. Maarten Simons, MD, PhD, Emergency Medicine Residency Director, OLVG Hospital, Amsterdam, The Netherlands. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE La paziente numero 3 ha una pressione arteriosa di 100/60 e non sembra in condizioni critiche. Ha assunto la sua dose regolare di clonidina al mattino e ha eseguito la dialisi completa il giorno precedente dopo di che si è sentita “stordita”. Appare ben idratata. Non ha distensione delle giugulari ma vi sono rantoli bibasali. I toni cardiaci sono lontani ma non vi sono sfregamenti o soffi. Sospettate l’ipotensione ortostatica. La radiografia del torace non dimostra alcuna congestione e l’ombra cardiaca è leggermente ingrandita. L’ECG non dimostra alcun segno evidente di IMA. Una seconda misurazione della pressione è 96/58 e vi sembra che qualcosa non vada bene… di sopra dell’arteria brachiale usando i metodi auscultatori. Gli studi sulla popolazione hanno dimostrato che questi numeri variano fra i 109-137 mmHg per la pressione arteriosa sistolica (PAS) e i 66-87 mmHg per la pressione arteriosa diastolica (PAD).1 Un altro studio ha trovato che la PA varia da 115-145 mmHg per la PAS e da 66-84 mmHg per la PAD negli uomini e da 107-137 mmHg per la PAS e da 61-78 mmHg per la PAD nelle donne.2 Tenete presente che questi numeri variano con la costituzione e con il peso corporeo ideale del paziente. La pressione arteriosa media (MAP) riflette maggiormente la pressione effettiva nelle arteriole e nei vasi più piccoli rispetto alle misurazioni standard della pressione arteriosa e può essere più utile per la valutazione dell’ipotensione. La MAP si calcola come segue: N on vi è alcuna definizione chiara dell’ipotensione basata sui valori pressori. Al contrario, la pressione arteriosa deve essere valutata nel contesto dell’età e dello stato clinico e fisiologico di base attuali del paziente. Per esempio, quella che sembra essere una pressione arteriosa “normale” può in effetti essere una pressione pericolosamente bassa nel paziente che è generalmente iperteso. L’ipotensione è un segno, non una diagnosi e da sola non è patognomonica di alcuna patologia. Si può trovare sia in patologie critiche acute sia in patologie croniche stabili. Il medico d’urgenza deve stabilire quale delle due sia presente e adeguare l’aggressività degli interventi all’eziologia sottostante. Nei pazienti in condizioni critiche, le prime ore di trattamento hanno un impatto diretto sulla morbilità e sulla mortalità. In questi casi, qualche volta l’approccio all’ipotensione non è strutturato e si focalizza sulla “correzione dei numeri” mentre si ricerca la causa. Meno emergenti, ma ugualmente problematici sono quei pazienti con pressione arteriosa bassa che sono in equilibrio, ma non sono in condizioni critiche (ad esempio i pazienti con scompenso cardiaco congestizio in fase terminale). Tentare di rialzare la pressione arteriosa in questo gruppo di pazienti non è generalmente indicato e può essere pericoloso. I casi presentati all’inizio di questo articolo illustrano i problemi posti dai pazienti con ipotensione e dimostrano che il medico d’urgenza deve restringere accuratamente la diagnosi differenziale. Il trattamento implica un approccio a tridente che include simultaneamente la stabilizzazione, gli esami diagnostici e la terapia. Poiché la diagnosi differenziale è così vasta, la maggior parte delle linee guida è diagnosi-specifica e non fornisce un approccio sistematico al trattamento dell’ipotensione. Questo numero di Emergency Medicine Practice è progettato per fornire un approccio algoritmico basato sulle evidenze al trattamento e alla diagnosi delle patologie che causano ipotensione. Verrà posta specifica attenzione al ruolo dell’ecografia nel processo diagnostico clinico implicato nella cura di questi pazienti. MAP = 2/3 PAD + 1/3 PAS oppure MAP = PAD + (PAS – PAD) / 3 oppure [(2 x PAD) + PAS] / 3 La definizione standard di ipotensione in un adulto include i reperti di una PAS < 90 mmHg, una MAP < 60 mmHg, una diminuzione di più di 40 mmHg rispetto alla pressione di base della persona o qualunque combinazione dei parametri sopraddetti.3 In alcuni studi, la definizione di ipotensione usa una PAS < 100 mmHg.4,5 Un adulto sano avrà delle variazioni naturali delle misurazioni della pressione arteriosa durante un periodo di routine di 24 ore.6,7 Una lettura numerica della pressione arteriosa assume significato clinico quando la MAP è al di sotto della solita pressione di regolazione per la perfusione degli organi di un paziente. Per esempio, una pressione arteriosa di 140/90 mmHg può provocare sintomi di ipoperfusione d’organo (come stordimento e stanchezza) se la pressione arteriosa cronica del paziente è di solito persistentemente molto più alta. Questo paziente dovrebbe essere considerato “clinicamente acutamente ipoteso”. Lo shock si può manifestare con letture della pressione arteriosa “normali”.8-10 Ipotensione refrattaria si riferisce a misurazioni persistentemente ipotensive dopo la somministrazione di un bolo di soluzione di cristalloidi endovena di 2040 ml/kg. Pseudo-ipotensione si riferisce alla sottostima della PA effettiva del paziente secondaria a un’occlusione arteriosa o ad altre anormalità. Se l’estremità indenne ha una perfusione adeguata, la lettura reale della pressione arteriosa è notevolmente più elevata che nell’estremità colpita. I deficit del polso, o pseudoipotensione, possono essere un forte indicatore dell’occlusione di un ramo collaterale aortico e aumentare così il sospetto di un’emergenza vascolare. Terminologia L’insegnamento medico generale cita che la pressione arteriosa normale (PA) è di 120/80 mmHg misurata al Emergency Medicine Practice 2 re stati in piedi per tre minuti, definisce la PA ortostatica.11 I parametri dell’aumento ortostatico anormale della frequenza cardiaca non sono ben definiti ma molti hanno una FC più elevata di 20-30 battiti al minuto. I pazienti con una pressione arteriosa ipertensiva in posizione supina possono essere sintomatici in ortostatismo con una diminuzione abbastanza elevata della PA in posizione eretta. Un’analoga caduta della pressione arteriosa associata con l’assunzione di cibo viene detta ipotensione postprandiale. La deplezione di volume può aggravare i sintomi di una risposta neurocircolatoria simpatica anormale ma può anche essere un fattore indipendente che causa l’ipotensione ortostatica. Fino al 20% dei pazienti di età superiore ai 65 anni può soffrire di ipotensione ortostatica. Particolarmente notevole è il paziente con morbo di Parkinson che può avere una disfunzione autonomica primaria facilmente esacerbata dalla disidratazione o dalla politerapia. La determinazione dell’ortostatismo dovrebbe essere diretta dalla presentazione clinica del paziente. Se egli è sintomatico a riposo e in posizione supina, i parametri vitali ortostatici non sono necessari poiché il paziente è già “ipoteso” indipendentemente dai numeri. Se l’anamnesi suggerisce una lipotimia o sintomi analoghi nei cambiamenti di posizione prima della presentazione nel DEA, l’ipotensione ortostatica è già diagnosticata e possono essere più utili i parametri vitali dopo il trattamento. Valutazione critica della letteratura Ipotensione ortostatica Stare in piedi o seduti con la gambe penzoloni può far sì che fino a 1 litro del volume ematico ristagni nel circolo venoso delle gambe. La conseguenza immediata dell’abbassamento del volume ematico intratoracico è la riduzione sia della gittata cardiaca sia della pressione arteriosa. Attraverso la risposta autonomica normale, un aumento della frequenza cardiaca di circa 25 battiti al minuto e un aumento delle resistenze periferiche dovrebbero mantenere la pressione arteriosa a livelli normali. Una caduta di 5-10 mmHg della PA si può osservare negli individui normali entro tre minuti dal cambiamento di posizione. Questa modificazione è clinicamente insignificante. L’abbassamento sintomatico della pressione arteriosa in posizione eretta è detto ipotensione posturale o ortostatica. I sintomi di solito sono dovuti a un danno della risposta autonomica. Tradizionalmente, le misurazioni della pressione e della frequenza cardiaca in ortostatismo vengono effettuate a paziente supino e ripetute in posizione eretta. Una diminuzione della PAS di 20 mmHg o della PAD di 10 mmHg, dopo esse- 3 Le ricerche nella letteratura sono state eseguite usando Ovid MEDLINE e PubMed nella National Library of Medicine per le raccomandazioni per la diagnosi e il trattamento come pure per gli aggiornamenti riguardanti le patologie che implicano l’ipotensione. Inoltre, è stata fatta una ricerca sul Cochrane Database of Systemic Rewiews per le revisioni su argomenti analoghi. Questa ricerca ha fornito un enorme numero di studi, benché pochi fossero studi prospettici ben progettati. Un’altra fonte di informazioni è stata la National Guideline ClearinghouseTM che ha fornito le linee guida per il trattamento della sepsi e per il posizionamento ecoguidato della linea venosa centrale. Sono sorte difficoltà per trovare studi specifici sul trattamento dell’ipotensione indifferenziata poiché questo argomento comprende un segno clinico che si manifesta in molte differenti situazioni cliniche (inclusi la sepsi, la disidratazione, la patologia cardiaca, i traumi e molte altre condizioni patologiche). I sottoargomenti del trattamento con i liquidi, del trattamento della sepsi, del supporto pressorio, delle applicazioni dell’ecografia, dell’Advanced Cardiac Life Support (ACLS) e dell’Advanced Trauma Life Support (ATLS) e altri sono stati revisionati e associati per produrre le raccomandazioni per la diagnosi e il trattamento, specialmente negli stadi precoci dell’ipotensione. Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Lo shock si riferisce a uno stato di disfunzione d’organo o anche all’insufficienza d’organo dovuta a un’inadeguata perfusione tessutale. Sono descritte molteplici eziologie dello shock e più di un tipo può essere presente in un singolo paziente. I vari tipi di shock sono elencati di seguito: • cardiogenico: deriva dalla perdita della gittata cardiaca; • ipovolemico: deriva dalla diminuzione del volume intravascolare; • ostruttivo: deriva dall’ostruzione intrinseca (ad esempio embolia polmonare) o estrinseca (ad esempio tamponamento pericardico) dell’efflusso vascolare; • distributivo: deriva dall’interruzione della regolazione vasomotoria (ad esempio shock anafilattico, settico e neurogenico). Lo shock è la causa più temuta dell’ipotensione; non è una diagnosi ma una via finale comune attraverso la quale molti processi patologici producono un’insufficienza multiorgano e la morte. L’adulto sano è in grado di compensare le normali variazioni della perfusione d’organo. Nello shock l’insulto è di dimensioni tali che i normali meccanismi compensatori vengono sopraffatti e si sviluppano l’ipoperfusione e la disfunzione degli organi. Questo porta all’insufficienza irreversibile degli organi bersaglio se la rianimazione non viene iniziata e realizzata in tempo. La cosa importante da capire è che lo sviluppo dell’ipotensione è una manifestazione tardiva dello shock e che la rapidità della progressione attraverso la sequenza degli stadi di preshock, di shock e di disfunzione multiorgano dipende da molti fattori. La gravità dell’insulto iniziale, le condizioni cliniche preesistenti del paziente (specialmente la funzione cardiopolmonare) e il suo stato immunitario e nutrizionale svolgono tutti un loro ruolo. elevati. Di conseguenza, la rapida identificazione dell’eziologia dello stato ipotensivo ha potenzialmente un impatto critico sugli esiti a breve o a lungo termine del paziente. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Epidemiologia Sebbene sia difficile stabilire con accuratezza l’incidenza dell’ipotensione in una popolazione generale o anche in una popolazione selezionata del DEA o di pazienti ospedalizzati, gli studi hanno esaminato i dati sui pazienti critici e gli effetti dell’ipotensione sugli esiti. La durata dell’ipotensione di origine traumatica, settica, anafilattica e cardiogenica è una determinante critica della morbilità, della prognosi e della sopravvivenza in questi gruppi di pazienti ipotesi.3 Jones et al. hanno effettuato un’analisi secondaria dei dati raccolti da un trial randomizzato controllato sull’ecografia mirata al letto rapida in confronto a quella differita sui pazienti con shock sintomatico, non traumatico. In questo studio, l’ipotensione è stata definita come una misurazione della pressione arteriosa sistolica iniziale nel DEA inferiore a 100 mmHg. Lo shock era definito dalla presenza dell’ipotensione con uno o più segni o sintomi predeterminati. La mortalità ospedaliera dei 190 pazienti in shock del DEA di questo studio è stata del 15%. Gli esiti avversi in ospedale comprendevano l’insufficienza d’organo, la necessità del ricovero in terapia intensiva e la mortalità intra-ospedaliera. Il 50% dei pazienti con una PAS < 80 mmHg ha avuto un esito ospedaliero avverso. Il 40% dei pazienti con un esito avverso ha presentato misurazioni della pressione arteriosa costantemente al di sotto dei 100 mmHg per più di 60 minuti.12,13 Il tasso di mortalità un mese dopo l’insorgenza dello shock ipovolemico dipende dalla causa sottostante e dalle comorbilità del paziente. Uno studio del 2002 di Moore et al. sui pazienti del DEA con ipotensione non traumatica (definita come PAS < 100 mmHg) ha dimostrato un tasso di mortalità intraospedaliera del 18%.4 In uno studio prospettico di coorte pubblicato di recente di Jones et al., i pazienti del DEA con una PAS < 80 mmHg hanno avuto un aumento di sei volte dell’incidenza dei decessi intraospedalieri. I pazienti con una PAS < 100 mmHg per più di 60 minuti hanno avuto un’incidenza quasi tre volte superiore della mortalità intra-ospedaliera.14 Entro un mese dalla diagnosi di shock settico, il tasso globale della mortalità può arrivare fino al 40%. La mortalità da shock cardiogenico può raggiungere il 60%.15,16 Usare la presenza della sola ipotensione come predittore della mortalità dei pazienti del DEA è incompleto e rischia di ignorare l’importanza del contesto clinico associato. In certe entità patologiche ben definite (come la dissezione aortica o lo scompenso cardiaco) l’ipotensione è associata con i pazienti più gravi; così vi sono tassi di mortalità più elevati del 50-80%.17 L’ipotensione nei pazienti con patologia renale in fase terminale e/o con malattia aterosclerotica cardiovascolare è altresì associata con tassi di mortalità più Emergency Medicine Practice Ipotensione nel trauma I protocolli ATLS sostengono la pratica di usare l’ipotensione come marcatore solo tardivo dello shock a causa della sua scarsa sensibilità. Prima del 1989, le linee guida ATLS insegnavano che l’assenza o la presenza dei polsi carotidei, femorali e radiali poteva essere correlata con la pressione arteriosa sistolica. Quando si è fatto il paragone con le misurazioni della pressione arteriosa ottenute in modo invasivo, tuttavia, si è scoperto che le correlazioni fatte in precedenza erano sovrastimate.18,19 L’ATLS non insegna più le correlazioni fra i polsi e la PAS nel contesto decisionale clinico. La National Trauma Data Bank (n = 115.830), in cui lo shock emorragico era la causa principale dell’ipotensione, riporta che la PAS è correlata con il deficit di basi nel siero (considerato un marcatore dello shock circolatorio). La PAS media e mediana diminuivano a meno di 90 mmHg quando il deficit di basi era inferiore a -20.20 La Data Bank conferma la conclusione che la PAS sia un marcatore tardivo per la mortalità e che, nello scenario dello shock emorragico, la PAS non dovrebbe essere usata come punto decisionale principale per la scelta di quali pazienti debbano essere sottoposti ai tentativi di rianimazione. I pazienti con ipotensione e deficit di basi significativo hanno avuto una mortalità del 65%. Fisiopatologia La PA normale deriva dall’equilibrio fra le resistenze vascolari periferiche e la gittata cardiaca (GC), e il volume ematico totale influenza entrambe. La gittata cardiaca è il prodotto del volume d’eiezione ventricolare (stroke volume, SV) per la frequenza cardiaca (FC). GC = VS x FC L’ipotensione si verifica quando o il volume d’eiezione ventricolare o la frequenza cardiaca diminuisce. Inoltre, il volume ematico fornisce il “substrato” contro cui “spingono” le resistenze vascolari allo scopo di regolare la PA. Perciò, anche la vasocostrizione massima sarà inefficace se lo stato del volume è inadeguato. Questo punto chiave riaffiora nel trattamento di molti pazienti ipotesi. Le resistenze vascolari periferiche (RVP) sono regolate da vari meccanismi. Solo una piccola parte del volume ematico è coinvolta nella perfusione dei tessuti a ogni dato tempo. La maggior parte del volume ematico totale è contenuta nel sistema venoso. Le vene servono come riserva di sangue che in caso di necessità viene mobilizzato dal sistema neuroendocrino. Certi organi, come il cuore e il cervello, sono dotati di un’autoregolazione. La loro perfusione è influen- 4 zata da fattori metabolici e non dal sistema neuroendocrino. Perciò, il flusso ematico è preservato e può effettivamente essere aumentato nella perdita di volume iniziale. I recettori adrenergici sono localizzati negli organi in base alla loro funzione nella risposta “fight or flight” (“combatti o scappa”) allo stress. Gli organi non essenziali negli eventi dello stress acuto (come il tratto gastrointestinale) hanno un’alta concentrazione di recettori vasocostrittori alfa-1 (A1), mentre quelli essenziali per la sopravvivenza nello stress acuto (il cuore, i polmoni e i muscoli scheletrici) hanno un’alta concentrazione di recettori vasodilatatori beta-2 (B2). I recettori cardiaci beta-1 (B1) producono l’aumento del cronotropismo e dell’inotropismo con conseguente aumento della richiesta di ossigeno. I recettori dopaminergici sono localizzati principalmente nei distretti splancnico e renale. Questi recettori sono stimolati dal rilascio di mediatori dalle terminazioni nervose (noradrenalina) e dal sistema endocrino (adrenalina). Il rilascio dei mediatori è stimolato dai centri vasomotori localizzati nel midollo e nell’ipotalamo. Gli output inibitori da parte dei barocettori cardiaci, renali e vascolari influenzano questi centri. Crolli patologici della pressione arteriosa causano la diminuzione degli output inviati dai barocettori, disinibendo i centri vasomotori. L’output o tono del sistema nervoso simpatico così aumenta; il “tono vagale” al contrario diminuisce. Nelle condizioni di bassa pressione, come l’ipovolemia, vi è uno stimolo inferiore dei barocettori che porta al rilascio dell’ADH. Il rilascio dell’ADH determina: 1. un aumento dell’assorbimento dell’acqua nei tubuli renali distali e poi un aumento del volume vascolare e 2. una vasocostrizione periferica. Altri mediatori che aumentano il tono adrenergico includono l’anidride carbonica e gli idrogenioni. I reni svolgono un ruolo nella regolazione della pressione arteriosa attraverso i seguenti meccanismi: • nell’ipotensione, il tasso di filtrazione glomerulare diminuisce, il che fa diminuire il tempo di transito del sodio nei tubuli e aumenta il suo assorbimento. A sua volta, questo aumenta l’assorbimento dell’acqua; • l’aumentato assorbimento dell’acqua mediato dall’ADH nel tubulo distale; • il rilascio della renina dalle cellule granulari delle arteriole afferenti stimolate dall’escrezione adrenergica, dall’emissione della macula densa e dall’azione diretta della bassa pressione sulle cellule granulari stesse. Nel fegato, la renina catalizza l’angiotensinogeno ad angiotensina-1, che nel polmone viene convertita ad angiotensina-2 da parte dell’enzima convertente l’angiotensina (ACE). L’angiotensina-2 è un vasocostrittore diretto ma stimola anche la corteccia surrenale a produrre l’aldosterone, favorendo ulteriormente la ritenzione di sodio; • l’ipotensione causa una diminuzione del rilascio dei peptidi natriuretici atriali, il che diminuisce la perdita di sodio e di acqua nelle urine. Diagnosi differenziali La diagnostica differenziale dell’ipotensione è ampia. La Tabella 1 fornisce una struttura di cui avvalersi quando ci si accosta a questi pazienti. La scoperta dell’ipotensione consiglia il trasporto urgente al DEA più vicino o più appropriato con concomitante accesso venoso e, se possibile, la somministrazione di liquidi. L’avviso anticipato mette in allarme il DEA e facilita la cura veloce quando il paziente arriva. Si dovrebbe somministrare ossigeno ai pazienti, posizionare un monitor per la saturazione dell’ossigeno e iniziare la monitorizzazione dell’elettrocardiogramma (ECG). Se è possibile, si deve eseguire un ECG a 12 derivazioni in tutti i pazienti ipotesi che siano a rischio di una sindrome coronarica acuta. La traccia del monitor cardiaco e i parametri vitali ripetuti devono essere registrati in modo chiaro e trasferiti dal personale pre-ospedaliero a quello del DEA. Jones et al. hanno condotto uno studio trasversale di valutazione di rischio sui trasporti in ambulanza dei pazienti non traumatizzati negli USA e in Canada.5 I pazienti che hanno sofferto di episodi ipotensivi (una singola misurazione inferiore a 100 mmHg) con uno o più sintomi o segni predeterminati di insufficienza circolatoria sono stati denominati “esposizioni”. Le “non esposizioni” erano quei pazienti con sintomi di insufficienza circolatoria ma le cui misurazioni della pressione arteriosa erano sempre superiori a 100 mmHg. Nella sezione degli USA, vi sono state 395 esposizioni e 395 non esposizioni; la mortalità ospedaliera è stata del 26% per le esposizioni e dell’8% per le non esposizioni. Nella sezione multicentrica canadese, la mortalità intraospedaliera è stata del 32% per le esposizioni in confronto all’11% per le non esposizioni. Questi dati supTabella 1. Diagnosi differenziali dell’ipotensione. Ipovolemica Emorragica Disidratazione Ridotta pressione oncotica intravascolare (terzo spazio) Cardiogenica Infarto miocardico acuto Aritmie Basso volume d’eiezione ventricolare Gittata cardiaca inadeguata Distributiva Shock settico Reazioni anafilattiche e anafilattoidi Trasfusioni di prodotti ematici (generalmente durante la trasfusione) Interazione di farmaci Sovradosaggio di farmaci Danno neurogenico delle risposte simpaticomimetiche Insufficienza surrenalica 5 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Cura pre-ospedaliera MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE portano l’associazione dell’ipotensione extra-ospedaliera con la mortalità intra-ospedaliera. Uno dei gruppi di pazienti ipotesi a rischio maggiore è quello dei pazienti con l’infarto miocardico acuto. È interessante che, anche in questo gruppo a rischio elevato, uno studio abbia riportato una diminuzione della mortalità dal 69% nella fase di controllo al 10% quando si è reso disponibile il livello di cura del personale del servizio d’emergenza sanitaria.21 L’aumentata disponibilità del DEA risparmia minuti vitali nei tempi dall’ingresso all’ECG, all’ago o al palloncino. Si devono comunicare al con- trollo medico i pazienti con reperti ECG ischemici e si deve prendere in considerazione il trasporto di questi pazienti a un centro fornito di risorse per il trattamento percutaneo. La letteratura sui traumi è colma di studi che sostengono la notifica da parte dell’ambulanza e l’attivazione del DEA e dei trauma team nei casi di ipotensione o di emorragia non controllata. È stato dimostrato che l’attivazione del trauma team migliora gli esiti nei pazienti con trauma penetrante. In uno studio retrospettivo di 180 pazienti, Hooker et al. hanno dimostrato che il 61% dei pazienti con ipotensione pre-ospedaliera (definita in questo studio come PAS < 100 mmHg) ha richiesto la trasfusione in confronto all’11% dei pazienti senza il riscontro di ipotensione sul territorio.22 Franklin et al. hanno dimostrato che non solo l’ipotensione nel DEA ma l’ipotensione preospedaliera era un indicatore effettivo per attivare il trauma team.23 Più della metà dei pazienti con ipotensione ha richiesto il controllo operatorio urgente dell’emorragia. Un altro studio ha dimostrato che una misurazione pre-ospedaliera isolata di ipotensione, anche con valori della PA normali nel DEA, segnalava i pazienti traumatici con un aumento della mortalità e necessità di intervento chirurgico per lesioni toraciche o addominali.24 Un’interessante area per la diagnostica preospedaliera è l’uso di dispositivi portatili per l’ecografia per valutare la gittata cardiaca e il sanguinamento interno. Le immagini acquisite possono essere trasmesse all’ospedale ricevente. Garrett et al. hanno recentemente dimostrato che la trasmissione senza fili delle immagini è efficace per permettere a un cardiologo ospedaliero di fare una valutazione preliminare della funzione del ventricolo sinistro e della presenza o dell’assenza di versamento pericardico.25 La trasmissione delle immagini ecografiche è andata a buon fine l’88% delle volte. La potenzialità nella valutazione dei traumi e nello screening dell’aorta addominale nei pazienti sintomatici durante il trasporto verso i centri di cura terziaria è un’area di ricerca in corso. seguenza, è responsabilità del medico d’urgenza identificare velocemente le cause sottostanti. Un ampio studio prospettico su 6303 pazienti condotto attraverso cinque reparti ospedalieri in Australia ha identificato l’ipotensione (PA < 90 mmHg), una diminuzione di due o più punti nella Glasgow Coma Scale, l’insorgenza del coma, la frequenza respiratoria inferiore a 6 atti al minuto, la saturazione di ossigeno < 90% e la bradicardia per più di 30 minuti come predittori di mortalità.26 Di questi predittori, l’ipotensione e la desaturazione di ossigeno sono state identificate come le evenienze più comuni prima dell’arresto cardiaco, e l’ipotensione è associata con un aumento della mortalità di quasi sette volte. In generale, i pazienti con ipotensione dovrebbero essere sistemati nell’area critica del DEA. Si dovrebbe massimizzare l’ossigenazione somministrando al paziente ossigeno al 100% attraverso una maschera facciale non rebreather. Si dovrebbe assicurare un accesso venoso di grosso calibro, ricorrendo all’accesso centrale se necessario. Si deve ottenere una serie accurata di parametri vitali e ripeterla di frequente mentre si eseguono l’anamnesi, l’esame obiettivo e gli esami diagnostici. Le cause più comuni dell’ipotensione – ipovolemia, shock cardiogenico e sepsi – possono sovrapporsi. Occorre usare precocemente e di frequente i metodi non invasivi per misurare il debito di ossigeno, la performance cardiaca e lo stato globale del flusso sanguigno; si vedano le discussioni che seguono. Ugualmente importante è la necessità di monitorizzare la risposta delle condizioni cardiache e del flusso sanguigno alla terapia. Data la scarsa sensibilità della pressione arteriosa per valutare la gittata cardiaca, la correzione della pressione arteriosa non è l’unico obiettivo.27 Parametri vitali La pressione arteriosa è un “parametro vitale” e deve essere misurata accuratamente. La pressione arteriosa standard viene misurata al di sopra dell’arteria brachiale alla fossa anticubitale. Si deve avere cura di selezionare un bracciale appropriato per il paziente e di assicurare la giusta posizione della camera d’aria del bracciale al di sopra dell’arteria brachiale. Quando la pressione nel bracciale scende al di sotto della PAS, il sangue passa in modo udibile a ogni sistole, producendo i suoni di Korotkoff. Quando la pressione scende al di sotto della PAD, questi suoni scompaiono perché il sangue può ora passare sia durante la sistole sia durante la diastole. La pressione arteriosa viene spesso registrata con bracciali automatici e il posizionamento scorretto della camera d’aria del bracciale darà una lettura falsamente bassa che può portare a un errore di trattamento se non viene riconosciuta.6 Ogni pressione bassa che incida sulle cure cliniche dovrebbe essere confermata con una misurazione manuale della PA. Le misurazioni degli apparecchi automatici sono sta- Valutazione nel DEA L’ipotensione è un predittore dell’esito negativo indipendentemente dall’eziologia sottostante. Di con- Emergency Medicine Practice 6 te testate in confronto agli sfigmomanometri manuali e in confronto alle misurazioni della pressione intrarteriosa diretta. Sono stati ottenuti risultati variabili.28,29 In uno studio di Lehman et al., le misurazioni automatiche della PA sono state paragonate con le registrazioni della pressione arteriosa centrale in 120 pazienti.29 Vi sono state imprecisioni clinicamente significative (± 10 mmHg) nel 24% dei dispositivi automatici e imprecisioni gravi (± 20 mmHg) nel 3,2% delle registrazioni dei dispositivi automatici. Studi più recenti hanno dimostrato che questi dispositivi hanno un’accuratezza accettabile quando vengono usati correttamente. Cavalcanti et al. hanno studiato le misurazioni ottenute con i bracciali manuali in confronto alle misurazioni con i bracciali automatici in 92 pazienti; vi è stata una correlazione elevata (entro i 10 mmHg) in tutti i pazienti.30 Imprecisioni maggiori sono state rilevate con bracciali troppo piccoli, che causano letture erroneamente elevate. 31-34 Alcuni studi hanno inoltre esaminato le differenze nella pressione arteriosa rispetto alla posizione del corpo, alla posizione del braccio e alla relativa condizione di riposo del paziente.35-38 Purtroppo, questi studi sono basati sul monitoraggio dell’ipertensione e si possono trarre soltanto conclusioni molto vaghe sui pazienti ipotesi. Le migliori evidenze disponibili suggeriscono che le misurazioni della pressione arteriosa siano effettuate con il paziente in posizione sdraiata con la fossa anticubitale a livello dell’atrio destro e che le misurazioni successive avvengano sempre in questa posizione. Gli altri parametri vitali offriranno indizi sul grado e sulla fonte dell’ipotensione. È probabile che la frequenza cardiaca sia aumentata in un paziente ipoteso ma può essere influenzata dalla posizione del corpo, dall’attività precedente alla misurazione o dalla terapia (ad esempio beta bloccanti). I parametri vitali ortostatici sono raramente necessari o indicati nel paziente già ipoteso. La frequenza respiratoria, la temperatura rettale e la pulsossimetria sono fondamentali per la valutazione del paziente. Da notare che l’ipoperfusione può interferire con una valutazione accurata della saturazione dell’ossigeno. Malgrado l’importanza di ottenere parametri vitali accurati, è importante notare che i parametri vitali da soli hanno dei limiti nell’identificare gli stati di shock. Ander et al. hanno esaminato l’uso del livello dell’acido lattico e della saturazione venosa centrale di ossigeno continua per identificare la gravità della patologia dei pazienti con scompenso acuto di una grave insufficienza cardiaca cronica (frazione di eiezione [FE] < 30%).10 I parametri vitali non erano d’aiuto per distinguere i pazienti con stati di shock inapparenti (definiti come livelli elevati di acido lattico e saturazione venosa centrale di ossigeno bassa) da quelli con insufficienza cardiaca lievemente scompensata o stabile. Nei pazienti in stato di shock si è reso necessario un trattamento più aggressivo per l’insufficienza cardiaca con conseguente diminuzione dei livelli di acido lattico e aumento della saturazione venosa centrale di ossigeno. Anamnesi Esame obiettivo A causa della vasta diagnostica differenziale, per la valutazione del paziente ipoteso è necessario un esame obiettivo approfondito e globale. Si dovrebbero valutare le condizioni generali di nutrizione e di idratazione. Durante l’esame della testa e del collo, si devono annotare segni come gli occhi infossati, la depressione bitemporale e l’umidità delle membrane mucose. L’esame del collo può rivelare la presenza o l’assenza della distensione delle vene giugulari e dare un indizio precoce delle condizioni del precarico. La presenza di congestione delle vene giugulari in un paziente con ipotensione è un reperto serio che deve essere investigato aggressivamente. La distensione delle vene del collo è causata di solito da un inadeguato ritorno venoso del sangue al lato destro del cuore o da una pressione significativamente elevata del cuore destro. Le patologie che possono causare questo includono il tamponamento pericardico, la Tabella 2. Potenziali sintomi di ipoperfusione d’organo. Debolezza Affaticamento Ansia Senso di morte imminente Disturbo toracico (qualunque descrizione) Confusione (riferita dal paziente o dimostrata in altro modo) 7 Stordimento Sincope Sete Dispnea Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE La valutazione del paziente con ipotensione deve essere globale. Idealmente, si dovrebbe stabilire la pressione arteriosa basale del paziente come pure le condizioni cliniche complessive. I sintomi che indicano una causa cardiopolmonare includono, ma non vi si limitano, i sintomi prodromici (come il dolore toracico, le palpitazioni e la dispnea). La nausea, il vomito, la diarrea o il dolore addominale, come pure l’ematemesi e la melena, possono indicare un’eziologia gastrointestinale. La febbre, la tosse o la disuria possono indicare un’eziologia infettiva. Occorre valutare la possibilità di una reazione allergica come pure lo stato di gravidanza delle donne in età fertile. Uno screening delle condizioni mentali valuterà la probabilità di un’overdose da farmaci come eziologia. Si vedano le Tabelle 2 e 3 per i possibili sintomi e per le domande anamnestiche chiave. La ricerca della pressione basale nelle Cartelle cliniche e il ritrovamento di molteplici misurazioni basse della PA durante precedenti ricoveri o visite nel DEA non dovrebbero far abbassare la guardia. Questi pazienti stavano abbastanza male da avere bisogno di cure e ricoveri frequenti. Le visite mediche di routine sono una fonte migliore per stabilire le condizioni di base. re le petecchie, che suggeriscono una disfunzione piastrinica (come si osserva nelle vasculiti) o la porpora (come si vede nei disordini della coagulazione). L’esame obiettivo neurologico sarà molto significativo per evidenziare la risvegliabilità e lo stato mentale anormale, ma possono essere presenti altri segni più focali se aree importanti del cervello vengono colpite dalla riduzione della pressione di perfusione cerebrale. L’esame obiettivo rettale e pelvico sono raccomandati in base al sospetto clinico. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Tabella 3. Domande critiche veloci: indicatori anamnestici determinanti. Eventi immediatamente precedenti Richiesta di aiuto Valutazione e decorso del servizio d’emergenza sanitaria Precedenti episodi di ipotensione Nessuno Disidratazione Correlati con terapie Di origine gastrointestinale Cardiaci Sepsi Allergici Patologie mediche note Cardiache Renali Accidenti cerebrovascolari Trapiantati Malattie autoimmuni Psichiatriche Esami diagnostici Polmonari Epatiche Gravidanza HIV/AIDS Cancro Deterioramento cognitivo Emocromocitometrico completo Conteggio dei globuli bianchi Il conteggio dei globuli bianchi contribuisce raramente al trattamento dell’ipotensione patologica. Benché conteggi elevati e bassi dei globuli bianchi possano suggerire l’infezione, essi possono anche essere semplicemente correlati con la gravità del danno che ha come conseguenza l’ipotensione. Nel 1992, l’American College of Chest Physicians (ACCP) e la Society of Critical Care Medicine (SCCM) hanno introdotto le definizioni per la sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS).15 L’ipotensione e la presenza di un conteggio dei globuli bianchi superiore a 12.000 o inferiore a 4000 erano due dei quattro reperti clinici usati per diagnosticare la presenza di questa sindrome ed entrambi possono essere presenti nelle eziologie non infettive (ad esempio il politrauma). Un singolo conteggio dei globuli bianchi entro i limiti normali non esclude una causa infettiva dell’ipotensione. Il riscontro di conteggi dei globuli bianchi estremamente elevati o estremamente bassi può anche riflettere la presenza di patologie ematologiche, oncologiche e immunitarie. La presenza di neutropenia (conteggio assoluto dei neutrofili inferiore a 1000) non indica soltanto le patologie sopra elencate, ma anche la necessità del trattamento antibiotico empirico quando è presente la febbre. Esposizione a farmaci Prescritti Non prescritti, inclusi i fitoterapici Modifiche della terapia farmacologica Sovradosaggio di farmaci (intenzionale o accidentale) Droghe illecite Somministrati dal servizio d’emergenza sanitaria o nel DEA (es. intubazione a sequenza rapida, sedazione) Storia di allergie Esposizione recente o sospetta (cibo, farmaci, lattice ecc.) Coagulopatie Warfarin (dopo trauma o sanguinamento spontaneo dovuto alla tossicità da parte del farmaco) Emofilia A e B Trombocitopenia < 20 K Sindromi da disfunzione piastrinica: malattia di Von Willebrand, uremia ecc. pericardite costrittiva, lo pneumotorace iperteso, l’infarto del ventricolo destro, l’embolia polmonare massiva e l’intrappolamento di aria nella ventilazione meccanica. La deviazione tracheale con dispnea può indirizzare verso lo pneumotorace. Durante l’esame obiettivo del torace, notate la presenza o l’assenza dei suoni polmonari, i crepiti, i sibili e le aree di ottusità o di timpanismo alla percussione. L’esame obiettivo cardiaco può rivelare tachicardia, i soffi del flusso sanguigno che indicano un’iperattività cardiaca, soffi diastolici e sistolici che possono indicare disfunzioni valvolari o i rumori cardiaci ovattati che indicano il versamento pericardico. L’esame obiettivo addominale può rivelare suoni intestinali anormali, rumori, ascite, masse palpabili, distensione, rigidità e aree di dolorabilità che orientano verso patologie che indicano la disidratazione, la sepsi, il terzo spazio o il sanguinamento intraddominale. Le estremità possono essere fredde e umide e mostrare un riempimento capillare o polsi periferici deboli. L’edema può indicare il terzo spazio o endocrinopatie come l’ipotiroidismo o la patologia surrenalica. Un esame obiettivo accurato della cute può rivela- Emergency Medicine Practice Emoglobina/ematocrito (Hb/Ht) Nello scenario della sospetta emorragia, il reperto di un valore ridotto rende il medico più sicuro della propria diagnosi. Tuttavia, nello scenario dell’emorragia rapida massiva, l’Hb/Ht appare normale anche quando il paziente è in condizioni terminali. Se il sospetto clinico è alto, è necessario ripetere l’esame nel tempo. L’Hb/Ht è utile anche per le decisioni terapeutiche in quanto la trasfusione diventa una considerazione quando l’ematocrito è inferiore a 30 e si sospetta che il paziente abbia una sepsi o un’ischemia miocardica. Gli indici dei globuli rossi (GR) utili includono il volume corpuscolare medio (MCV), l’ampiezza del raggio di distribuzione (RDW) e il conteggio dei reticolociti. L’MCV è una misura delle dimensioni medie dei globuli rossi in circolo. Valori elevati o bassi riflettono carenze nutrizionali, effetti di farmaci o disfunzioni ematopoietiche dei globuli rossi. Quando è pre- 8 Piastrine Nei pazienti ipotesi devono essere valutati anche il conteggio e la funzionalità delle piastrine. La trombocitosi è raramente di interesse clinico immediato in quanto l’aumento delle piastrine si osserva comunemente in molti processi infiammatori o infettivi, tanto da diventare pseudonimo, fra i reumatologi, di velocità di sedimentazione dei poveri. Il numero delle piastrine è elevato anche nell’anemia da carenza di ferro. La trombocitopenia è associata a diverse malattie serie ed è un segno inquietante quando è presente con l’ipotensione. La trombocitopenia nello scenario dell’anemia necessita della valutazione dello striscio periferico per rilevare se sia veramente basso e se siano presenti gli schistociti (GR periferici frammentati), in questi casi si deve sospettare un’anemia emolitica microangiopatica (MAHA). Quando la MAHA non è dovuta a una coagulopatia da consumo (che verrà discussa in seguito) è causata dall’attivazione patologica delle piastrine che aderiscono al letto capillare con conseguente emolisi dei GR e anemia. Le tossine elaborate nella sepsi e nella porpora trombotica trombocitopenica (PTT) possono causare questa patologia. Esami ematochimici Urea e creatinina L’urea e la creatinina forniscono indicatori della funzionalità renale. Un rapporto urea/creatinina > 1:20 suggerisce la disidratazione. Elettroliti L’aumento del sodio sierico riflette più accuratamente il bilancio idrico che non la concentrazione effettiva del sodio. L’iponatriemia, in assenza di terapia diuretica o delle rare nefropatie sodio-dispersive, riflette la ritenzione idrica in eccesso di sodio, qualunque ne sia la causa. Può essere cronica (come nella sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico [SIADH]) o acuta (come si osserva quando vi è una perdita di volume del 10% o più). L’ipernatriemia riflette quasi sempre una grave disidratazione ma con la perdita di acqua che eccede quella di sali. L’aumento del potassio riflette l’aumento o la diminuzione dell’introito o dell’escrezione del potassio o l’improvviso rilascio del potassio intracellulare da danno tessutale massivo. Il bicarbonato e il cloro sono utili principalmente per il calcolo del gap anionico che può essere usato per generare la differenziazione dell’acidosi a gap anionico elevato o senza gap anionico. Profilo coagulativo Vi sono tre motivi principali per richiedere l’International Normalised Ratio (INR) con il tempo di protrombina (PT) e il tempo di tromboplastina parziale (PTT): • per documentare la presenza di una coagulopatia da consumo, usate l’INR/PT e il PTT più il D-dimero, i prodotti di degradazione della fibrina e i livelli del fibrinogeno; • per valutare la funzione coagulativa in presenza di anticoagulanti come il warfarin (Coumadin®) usate l’INR/PT; • per valutare la funzione di sintesi del fegato (ad esempio l’albumina, i fattori della coagulazione vitamina K-dipendenti) usate il PT; La coagulopatia intravascolare disseminata (CID) produce la MAHA per inappropriata attivazione del sistema coagulativo. I prodotti della fibrina si depositano nel letto capillare e distruggono i GR e le piastrine. Dopo di che, l’attivazione patologica del sistema fibrinolitico produce la porpora, l’emorragia e le anor- Glucosio 9 Nei pazienti con ipotensione patologica i livelli di glucosio sierico tendono ad aumentare secondariamente agli eccessivi livelli di catecolamine. La glicemia elevata è stata identificata come marcatore prognostico nelle patologie gravi.39-41 L’ipoglicemia senza una causa indotta da farma- Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE malità del PT/PTT che sono diagnostiche della patologia. Gli altri esami (come i prodotti di degradazione della fibrina, il D-dimero e i livelli del fibrinogeno) vengono richiesti quando la patologia è altamente sospetta anche di fronte a risultati normali del PT e PTT. L’aumento dei tempi del PT può essere dovuto a: • patologie epatiche (ostruzione dei dotti biliari, cirrosi ed epatite); • coagulazione intravascolare disseminata; • carenza di vitamina K; • terapia con warfarin (Coumadin®); • carenza dei fattori I, II, V, VII e X. L’aumento del PTT valuta il sistema coagulativo intrinseco e può essere usato per: • il monitoraggio della terapia eparinica e per aiutare a rilevare le classiche emofilie A e B e altre carenze fattoriali congenite; • lo screening della presenza di ipo- o disfibrinogenemia, di coagulazione intravascolare disseminata, di insufficienza epatica e di carenza di vitamina K. Il D-dimero è molto specifico per la coagulazione intravascolare disseminata. sente, questa anormalità non elimina la possibilità di un evento acuto; essa suggerisce soltanto la presenza di un problema cronico che esisteva prima di quello acuto. Quando sono presenti molte linee cellulari di dimensioni diverse, l’MCV può essere erroneamente normale; nel qual caso, diventa utile la RDW. Questa è una misura della gamma delle differenti dimensioni dei GR presenti nel flusso sanguigno; il suo aumento suggerisce una patologia anche di fronte a un MCV normale. Il conteggio dei reticolociti è utile per determinare se un’anemia è iperproliferativa (conteggio elevato) o ipoproliferativa (conteggio basso). tardi a causa della diminuzione della clearance da parte del fegato e dei reni. L’ipoperfusione prolungata degli organi porta all’aumento dell’ipossia e della produzione di lattato. Livelli elevati di lattato suggeriscono la scarsa perfusione d’organo e avvertono il medico dell’imminente insufficienza d’organo. In uno studio di Ander et al., i parametri vitali e l’impressione clinica non sono stati in grado di distinguere i pazienti con insufficienza cardiaca congestizia stabile in classe IV di Killip da quelli con scompenso lieve o acuto; tuttavia, i livelli di lattato sono stati in grado di stratificare la gravità della patologia dei pazienti.10 MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE ci è preoccupante e denota la presenza di un’endocrinopatia o di una disfunzione molto grave della gluconeogenesi epatica. È un evento preterminale nelle malattie epatiche in stadio terminale. Test di funzionalità epatica Le transaminasi misurano l’integrità epatocellulare. L’albumina e il PT/PTT riflettono la funzione di sintesi del fegato; la fosfatasi alcalina e la bilirubina riflettono la funzione escretoria del fegato. È importante conoscere le comorbilità (ad esempio una storia di epatite) quando si interpretano questi esami. Elettrocardiogramma (ECG) Acido lattico Un ECG e il monitoraggio cardiaco sono fondamentali per la gestione del paziente con ipotensione. La Tabella 4 elenca le possibili eziologie dell’ipotensione che possono essere rivelate dall’ECG. I valori normali dell’acido lattico nel siero sono di solito inferiori a 0,7 mmol/dl. Livelli di lattato superiori a 2,1 mmol/dl indicano una grave disfunzione multiorgano o l’ischemia estesa di un singolo sistema organico (ad esempio l’ischemia mesenterica).42,43 Non importa se il lattato sierico sia misurato su un campione venoso o arterioso. In uno studio su 48 pazienti del DEA, Younger et al. hanno dimostrato che livelli del lattato venoso di 1,6 mmol/dl e oltre hanno una sensibilità del 100% e una specificità dell’86% nel determinare i livelli elevati del lattato arterioso.44,45 Uno studio recente di Jones et al. ha inoltre stabilito che i livelli di lattato venoso non sono influenzati se il prelievo è effettuato con o senza l’uso di un laccio o è inviato in laboratorio con o senza ghiaccio, se il campione viene esaminato entro 15 minuti.46 La clearance rapida del lattato è associata con un miglioramento dei tassi di mortalità e del decorso clinico.47 I livelli di lattato aumentano negli stadi precoci della sepsi a causa dell’incremento della glicolisi e più Esami radiologici Gli esami semplici (come la radiografia del torace) sono utili come strumenti di screening per confermare diagnosi già sospette di polmonite o di aria libera e per confermare l’anamnesi remota (come l’insufficienza cardiaca). La TC e altri esami sono giustificati in base al processo patologico in questione. Vedere il paragrafo Utilizzo nel Dipartimento d’Emergenza dell’ecografia al letto a pag. 16 per una discussione sull’ecografia nella valutazione del paziente ipoteso. Trattamento nel Dipartimento d’Emergenza La gravità dell’ipotensione non si basa soltanto sulla profondità delle misurazioni numeriche. La presenza di segni e sintomi di ipoperfusione d’organo e il nu- Tabella 4. Diagnosi di ipotensione che si possono riscontrare nell’ECG. Potenziali reperti ECG incontrati Ritardi della conduzione, blocchi atrio-ventricolari di vario grado, anormalità della frequenza sinusale, aritmie ventricolari, aritmie sopraventricolari, funzionamento e malfunzionamento del pace maker Diagnosi da prendere in considerazione Aritmie (principale causa elettrofisiologica) Morfologia di sopraslivellamento del segmento ST (può essere simile alle cause non ischemiche di sopraslivellamento del segmento ST come la ripolarizzazione precoce benigna), depressione del segmento ST, depressione delle onde T Infarto miocardico acuto o segni di ischemia Complessi QRS di basso voltaggio, alternanza elettrica Tamponamento Sopraslivellamento del segmento ST con depressione del segmento PR (relativa al segmento T-P) Pericardite (prendere in considerazione il versamento o la disfunzione miocardica) Ingrandimento atriale: suggerisce sovraccarico cronico di pressione e/o di volume Disfunzione valvolare cardiaca Bradicardia o AV nello scenario dell’ipotensione dovuta all’uso/abuso di farmaci bloccanti il nodo AV, onde R terminali nel sovradosaggio di antidepressivi triciclici, tachicardia sinusale o tachiaritmia Esposizione/tossicità da farmaci Iperkaliemia Complessi QRS larghi che diventano sinusoidali Emergency Medicine Practice 10 i pazienti con la sepsi. I pazienti con PVC misurata in modo invasivo superiore a 8 mmHg possono ancora avere segni o evidenze dirette di ipoperfusione. I pazienti settici con misure dalla PVC entro il “range prefissato”, utilizzato nello studio EGDT spesso citato, possono essere ancora ipoperfusi e rispondere ai liquidi; essi non dovrebbero essere privati del ripristino dei liquidi. Il liquido di scelta rimane la soluzione isotonica di cristalloidi (la soluzione fisiologica o il ringer lattato).48 Benché una volta fossero in voga, le evidenze attuali non sostengono l’uso di routine delle soluzioni colloidali (albumina o hetastarch) nella rianimazione in acuto.49,52-54 Benché esista una pletora di letteratura riguardo l’uso della soluzione salina ipertonica nel trattamento dei pazienti traumatici o ustionati, i vantaggi rispetto alla soluzione fisiologica nel trattamento dei pazienti medici non sono stati dimostrati. In una metanalisi di 14 studi su 956 pazienti traumatici, ustionati e sottoposti a interventi chirurgici, non era chiaro se esistesse qualche vantaggio con la somministrazione della soluzione salina ipertonica.55 Traumi Nei pazienti sanguinanti con trauma chiuso, evidenze recenti suggeriscono che si devono impiegare volumi inferiori di soluzioni di cristalloidi per prevenire l’eccessiva diluizione del sangue e dei fattori della coagulazione.56,57 Sebbene in uno spazio chiuso si possa verificare il tamponamento dell’emorragia, esiste il timore che il sanguinamento possa aumentare in un secondo tempo se si verifica un’eccessiva diluizione. Benché i dati non siano conclusivi, in questi casi si dovrebbero prendere in considerazione i globuli rossi concentrati e il plasma fresco congelato per il trattamento del paziente. Nei traumi penetranti, sono stati recentemente sostenuti termini come “ipotensione permissiva” o “rianimazione ipotesa”.58-62 Essenzialmente, le pressioni arteriose numericamente basse (circa 70-80 mmHg) sono preferite durante le prime fasi della rianimazione di questi pazienti per non “far saltare il coagulo” prima dell’intervento chirurgico. Che ciò sia dovuto alla pura pressione intravascolare o alla diluizione dei fattori della coagulazione, si è stabilita una preferenza per l’infusione di un minor quantitativo di liquidi. Si dovrebbe, tuttavia, fare attenzione poiché le PA poste come obiettivo non sono una misura accurata della perfusione degli organi terminali e qualunque segno di ipoperfusione dovrebbe essere trattato aggressivamente. Inoltre, in questi casi è necessario il trasferimento tempestivo in sala operatoria per il trattamento definitivo, poiché i meccanismi compensatori possono influenzare le condizioni cliniche del paziente e potrebbero cedere se il trattamento fosse ritardato. Liquidi Il punto fondamentale del trattamento precoce dell’ipotensione rimane il trattamento con liquidi endovena. La diminuzione del tono vascolare può nascere da una miriade di fattori, ma il tentativo iniziale di correzione dovrebbe essere quello di aumentare il volume intravascolare nella maggior parte dei casi, con eccezioni che scaturiscono tipicamente dallo scompenso cardiaco (come nell’insufficienza del ventricolo sinistro). Il carico endovena di almeno 1-1,5 l o di 20-40 ml/kg48-50 deve essere somministrato a bolo e monitorato sulla risposta. Il protocollo Surviving Sepsis raccomanda l’uso “aggressivo” dei liquidi ev senza un volume specifico, sottolineando il fatto che ogni paziente necessita di una terapia individualizzata.51 L’adeguatezza dell’idratazione può essere valutata soggettivamente con l’approssimazione della PVC tramite la distensione delle vene giugulari (misurata a 8-10 cm al di sopra dell’atrio destro) o oggettivamente con la pressione venosa centrale. L’ammonimento riguardo a questa linea guida è che gli obiettivi della PVC non sono sempre chiaramente definiti. Nell’articolo sulla Early Goal Directed Therapy (EGDT) di Rivers et al., l’obiettivo della PVC di 8-12 mmHg per i pazienti in sepsi non è stato valutato in modo prospettico. La maggior parte dei pazienti, sia nel gruppo di controllo sia in quello di trattamento, ha raggiunto valori della PVC che erano più alti del range prefissato. La valutazione del precarico viene fornita dalle misurazioni della PVC e non parla accuratamente di adeguare o ottimizzare la perfusione degli organi in tutti Vasopressori Se la rianimazione con i liquidi non riesce a correggere l’ipotensione, si prendono in considerazione i 11 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE mero degli organi interessati sono caratteristiche critiche che devono essere riconosciute precocemente dal medico curante. Malgrado il nostro desiderio di fare una diagnosi finale corretta e di iniziare il trattamento definitivo, vi sono situazioni in cui il tempo trascorso ad aspettare quella diagnosi rappresenterebbe un pericolo per l’esito del paziente. Perciò, il trattamento aggressivo dell’ipotensione si deve effettuare parallelamente al suo iter diagnostico. Oltre al riconoscimento dell’ipotensione sintomatica, esiste il problema dell’adeguatezza del trattamento. Nello studio di Shoemaker citato in precedenza, il 76% dei pazienti aveva pressioni arteriose medie al di sotto degli 80 mmHg dopo il ricovero.12 Il 24% dei pazienti ammessi era normoteso ma in seguito ha presentato ricadute dell’ipotensione. Il trattamento dei pazienti è stato considerato sub-ottimale nella maggior parte dei casi perché: • l’entità patologica sottostante associata con l’ipotensione non era stata ancora identificata; • la patologia sottostante era stata erroneamente attribuita a un’altra eziologia; • gli sforzi per la rianimazione erano stati tardivi o non sufficientemente aggressivi. Nel trattamento del paziente ipoteso sintomatico sono necessari alcuni provvedimenti di base che sono evidenziati nella Figura 1. Emergency Medicine Practice 12 Monitorare per una PVC/pressione atriale destra adeguata (almeno 8-12 cm H2O) come segno di un'adeguata rianimazione con liquidi. Si possono impiegare l'osservazione della DVG, l'ecografia al letto o il monitoraggio diretto della pressione venosa centrale (Classe I) Somministrare almeno 20-40 ml/kg (tipicamente 1-2 litri) di soluzioni cristalloidi ev come bolo/fluid challenge. Le velocità di “mantenimento” non sono adeguate. Le soluzioni di cristalloidi sono uguali ai colloidi in termini di esito e molto meno costose (Classe I) ANCORA IPOTESO? (nonostante la dose massima del primo farmaco) SÌ Il paziente è settico? poi Adrenalina 1-4 µg/min (Classe IIb). Adrenalina è il farmaco di scelta nello shock anafilattico (Classe I) Fenilefrina 100-180 µg/min, poi titolato a una dose di mantenimento di 4060 µg/min (Classe IIa). Agisce esclusivamente sui recettori alfa-1. Considerare in caso di grave tachicardia con altri pressori Si possono aggiungere altri vasopressori: Agenti di prima linea: aggiungere noradrenalina o dopamina (Classe IIa) poi Early goal-directed therapy (terapia precoce diretta al raggiungimento dell'obiettivo) e Se ipotensione refrattaria considerare: Dose stress di steroidi: desametasone preferito per preservare il successivo test di stimolazione all'ACTH (Classe IIb) e Vasopressina 0,04 unità/min (range 0,01-0,04 unità/min) può permettere la riduzione di altri agenti vasopressori (Classe IIb) Noradrenalina 8-12 µg/min come dose iniziale (max 12 µg/min) e titolare fino alla PA desiderata. Si può ridurre di 2-4 µg/min quando la PA desiderata è raggiunta (Classe I) Oppure Dopamina 10-20 µg/kg/min e titolare fino a un massimo di 50 µg/kg/min (Classe I). Considerare con maggior forza se si desidera un supporto cardiaco cronotropo e inotropo poiché la dopamina ha una maggior attività recettoriale beta-1 della noradrenalina. La dopamina a “dosi renali” (cioè strettamente utilizzata per “preservare la funzione renale”) non è più raccomandata (5 µg/kg/min) Supporto vasopressorio: qualsiasi vena grande è accettabile per la somministrazione in emergenza di questi farmaci, ma l'accesso venoso centrale è preferibile per diminuire il rischio di stravaso. L'ecografia al letto può migliorare il successo della procedura e ridurre il disagio del paziente (Classe I) Presenti SHOCK CARDIOGENICO con insufficienza del cuore sinistro Umidi Rumori polmonari: assenti o umidi? Gittata cardiaca/Indice cardiaco diminuiti? Trattamento per una funzione cardiaca insufficiente (può verificarsi negli stadi più tardivi di altri tipi di shock) - Ipotensione post-intubazione dovuta all'elevate pressioni intratoraciche e al ridotto ritorno venoso - IMA della parete inferiore con infarto ventricolare destro (Classe I) - Tamponamento cardiaco (Classe I) - Embolia polmonare massiva (Classe IIb) - Pneumotorace iperteso (Classe IIa) Assenti Considerare l'eziologia OSTRUTTIVA e trattarla di conseguenza; l'uso dell'ecografia al letto è particolarmente utile nella diagnosi. Dobutamina 0,5-1 µg/kg/min titolato fino a un massimo di 40 µg/kg/min. Dose di mantenimento tipicamente 2,5-20 µg/kg/min. Ha la maggior potenzialità aritmogena essendo un agente adrenergico (Classe IIa) Oppure Inamrinone (in precedenza amrinone, rinominato per evitare confusione con amiodarone) (Classe IIb) 0,75 mg/kg a bolo in 2-3 minuti. Può essere ripetuto una volta, poi dose di mantenimento a 5-15 µg/kg/min. Inibitore della fosfodiesterasi (PDE): teoricamente meno aritmogeno Oppure Milrinone 50 µg/kg a bolo in 10 minuti, poi dose di mantenimento di 0,375-0,75 µg/kg/min (Classe IIb). Il più nuovo inibitore della PDE negli USA. Può avere rischi minori di vasodilatazione periferica Supporto inotropo della funzione cardiaca: ciascuno di questi farmaci può provocare vasodilatazione periferica e perciò potrebbe richiedere un supporto vasopressorio periferico durante la somministrazione nel paziente già ipoteso Primo passo: sono presenti la distensione delle vene giugulari (DVG) o l'evidenza ecografica di un aumento della PVC? Consultare l’ultima pagina per le definizioni di Classe di Evidenza In un paziente con emorragia, considerare la precoce somministrazione di sangue e prodotti ematici in associazione a un utilizzo piuttosto limitato di cristalloidi in infusione per evitare una potenziale diluizione dell'ematocrito e dei fattori della coagulazione ANCORA IPOTESO? Trattamento per la RIDUZIONE DEL TONO VASCOLARE, cioè SHOCK DISTRIBUTIVO Se la PVC non è adeguata, continuare a somministrare cristalloidi ev fino a una PVC adeguata. Considerare l'impiego di pressori come “ponte” fino al raggiungimento della completa rianimazione con i liquidi Se la PVC è adeguata, utilizzare i pressori come indicato dalla patologia sottostante Assenti Diagnosi da considerare: Danno polmonare acuto (ARDS) Polmonite/alveolite Umidi Il trattamento iniziale dell'ipotensione non cardiogenica è la rianimazione con liquidi Diagnosi da considerare: Ipovolemia Shock distributivo: Sepsi Spinale Anafilattico Assenti Rumori polmonari: assenti o umidi? La stabilizzazione iniziale del paziente include il supporto delle vie aeree se necessario, il trattamento immediato delle cause ovvie di ipotensione (es. sanguinamento franco, trauma ecc.) e i protocolli ACLS per le aritmie o l'arresto. Altrimenti, alcuni reperti chiave dell'esame obiettivo (cioè distensione delle vene giugulari e rumori respiratori) possono essere d'aiuto nell'indirizzare ulteriormente la diagnosi e il trattamento dell'ipotensione in questo paziente Paziente ipoteso definito come: PA sistolica < 90 o MAP < 60 o riduzione della PA (MAP) di base > 30% o 40 mmHg Segni e sintomi di insufficiente perfusione tessutale, tramite esame obiettivo, esami diagnostici, o monitoraggio invasivo e non invasivo, che indica uno shock per il quale sono necessari trattamenti energici Figura 1. Algoritmo per la valutazione e il trattamento dell’ipotensione. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Tabella 5. Farmaci per tipo di recettore adrenergico: indicazioni, vantaggi e svantaggi. Vasopressore Indicazioni • La dopamina è indicata dalla Dopamina FDA per tutte le forme di shock e per il trattamento della ridotta gittata cardiaca • Scarsa funzionalità cardiaca con scarsa perfusione • Ipotensione/miocardio stordito post-arresto Vantaggi • Efficace su recettori multipli • Attività recettoriale graduata dose-dipendente (non “tutto o nulla”) • Titolata alla risposta specifica del paziente e al monitoraggio emodinamico Noradrenalina • Shock settico dovuto a basse Eccellente per aumentare le resistenza vascolari periferiche Fenilefrina La FDA ne indica l’uso nell’ipotensione Buona scelta se tachicardia/ aritmie limitano l’uso resistenze vascolari periferiche • Può essere usata nello shock anafilattico Svantaggi • Le dosi “dopaminergiche” possono migliorare la diuresi ma non migliorano la funzione renale e generalmente non sono utili nei confronti dell’ipotensione • Può essere aritmogena alle alte dosi “alfa” • Le alte dosi possono compromettere la diuresi (considerate di usarla con la dobutamina) Aumenta il rischio di aritmie e di ischemia miocardica; aumenta il consumo di ossigeno; può diminuire la perfusione intestinale e aumentare i livelli del lattato Nessun effetto sulla gittata cardiaca Dobutamina • Indicata dalla FDA per la • Agente inotropo: aumenta la Adrenalina • La FDA ne indica l’uso nello Il dosaggio non necessita della rianimazione con liquidi prima dell’uso (per le cause di shock puramente anafilattiche) Vasopressina Da considerare nello shock settico refrattario all’espansione del volume e alle catecolamine di prima linea Può diminuire il quantitativo • Non è un farmaco di prima necessario degli altri vasopressori linea • Inizio d’azione ritardato • Il suo uso nello shock settico e per l’arresto cardiaco è fuori protocollo gittata cardiaca diminuita e l’insufficienza cardiaca congestizia • Meglio se usata quando ci sono segni/sintomi di shock senza ipotensione severa (< 90 mmHg) shock anafilattico • La forma endovenosa è indicata dalla FDA per l’arresto cardiaco gittata cardiaca • Buona per l’insufficienza cardiaca congestizia senza ipotensione 13 Può diminuire le resistenze vascolari periferiche; può provocare ipotensione. Potenziali soluzioni: aggiungere la dopamina o la noradrenalina per aumentare le resistenza vascolari periferiche o considerare il passaggio a un’altra classe di farmaci inotropi, come gli inibitori della fosfodiesterasi (cioè inamrinone e milrinone) Aumentato rischio di aritmie e di ischemia miocardica Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE per il trattamento della sepsi raccomandano l’uso della noradrenalina o della dopamina come farmaci vasopressori di prima linea, con una leggera propensione verso la noradrenalina per evitare tachicardia sinusale e aritmie indesiderate.63-70 Se l’ipotensione è associata con bradicardia relativa o è di origine principalmente cardiaca, allora la dopamina può essere il vasopressore preferenziale. La dobutamina può essere aggiunta se è necessario il supporto cardiaco (ad esempio il supporto inotropo) ma può peggiorare il tono vascolare periferico e l’ipotensione. Se è necessario un supporto ulteriore nello scenario dello shock cardiogenico, può essere necessario l’uso di un contropulsatore aortico. L’infusione continua di vasopressina sta guadagnando consensi come aggiunta agli altri farmaci vasopressori specificamente nella sepsi. È stato di- vasopressori. Gli effetti emodinamici di questi farmaci derivano dalla loro differente affinità con i vari recettori delle catecolamine endogene. L’azione del farmaco può anche variare da paziente a paziente e vari dosaggi dello stesso farmaco possono avere azioni differenti. Il medico deve essere attento a monitorare il paziente in terapia con questi farmaci. Il miglioramento della perfusione globale degli organi (determinato dal miglioramento clinico dei sintomi, dalla diuresi, dalla pressione venosa centrale, dalla clearance del lattato e dalla saturazione di ossigeno dei tessuti) dovrebbe essere l’obiettivo principale della terapia, piuttosto che il mero rialzo della pressione arteriosa. Le affinità recettoriali e le azioni di questi farmaci sui vari parametri emodinamici sono elencati nella Tabella 5. Le attuali linee guida per la terapia intensiva e MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE mostrato che nei pazienti settici esiste una carenza relativa di vasopressina, sebbene questo fenomeno possa in effetti non essere presente fino alla 24esima48esima ora del decorso clinico.71-75 Malay et al. hanno condotto uno studio in doppio cieco controllato con placebo su 10 pazienti in shock a cui sono stati somministrati o vasopressina a base dosi o placebo, oltre all’uso standard dei liquidi e di altri vasopressori o inotropi.57 I pazienti del braccio vasopressina dello studio hanno avuto un aumento dell’indice cardiaco e della MAP che ha permesso la sospensione degli altri vasopressori e inotropi in quell’ordine. La MAP, l’indice cardiaco e le resistenze vascolari periferiche non sono stati influenzati statisticamente nel gruppo placebo. Due dei cinque pazienti del braccio placebo dello studio sono deceduti prima delle 24 ore, ma tutti i pazienti del braccio vasopressina sono sopravvissuti oltre le 24 ore e sono stati in grado di mantenere una MAP superiore a 70 mmHg soltanto con l’infusione di vasopressina: Landry et al. hanno studiato 19 pazienti con shock settico con vasodilatazione e 12 pazienti con shock cardiogenico.76 In 10 dei pazienti con stati di shock a basse resistenze vascolari periferiche, la pressione arteriosa media è aumentata da 92/52 a 146/66 mmHg; le resistenze vascolari periferiche sono aumentate da 644 a 1187. Sei pazienti cui veniva somministrata solamente vasopressina a basse dosi in infusione hanno avuto una ricaduta dell’ipotensione dopo la sospensione della vasopressina e un miglioramento verso lo stato di normotensione quando la vasopressina è stata ripresa. Quando un’infusione di vasopressina di 0,04 U/min è stata aggiunta al trattamento dello shock, la reattività agli altri farmaci vasopressori è aumentata; gli Autori hanno concluso che il ripristino di vasopressina permette la sospensione degli altri vasopressori. L’uso acuto della vasopressina nel DEA è ancora controverso ma può essere preso in considerazione. La fenilefrina è anche un vasopressore che agisce in periferia ma i consensi al suo utilizzo sono limitati e non è considerato un farmaco di prima linea. L’adrenalina ha la reputazione di poter peggiorare la perfusione degli organi vitali e non è un farmaco di prima linea, benché essa rimanga il farmaco di scelta per il trattamento dell’anafilassi. Un abstract presentato recentemente da Annane al 36° Congresso di Critical Care della Society of Critical Care Medicine paragona l’adrenalina alla noradrenalina per il trattamento dell’ipotensione. Al contrario di quanto si pensa tradizionalmente, non è stata trovata alcuna differenza significativa negli esiti favorevoli o negli effetti avversi dopo 28 giorni. La cosiddetta “dose renale” della dopamina non è più raccomandata poiché è stato dimostrato che non migliora la funzione renale e probabilmente gli incrementi della diuresi sono dovuti alla condizione di aumentato flusso e non a effetti benefici specifici sul letto renale. Emergency Medicine Practice Altri trattamenti aggiuntivi Altri agenti farmacologici usati nella sepsi includono gli steroidi a dosi stress e la proteina C attivata. Entrambi sono raccomandati negli attuali protocolli della sepsi.51,77 La consulenza e la cooperazione con la medicina di area critica faciliteranno l’uso di questi farmaci. L’insufficienza surrenalica si trova in più della metà dei pazienti in shock settico e viene definita come la mancata risposta al test con 250 microgrammi di corticotropina (il cortisolo aumenta meno di 9 µg/dl). Il cortisolo mantiene la sensibilità vascolare alle catecolamine e aiuta ad attutire l’effetto delle tossine sul cuore. Solo alcuni decenni fa, la somministrazione di steroidi ad alte dosi era comunemente utilizzata nei pazienti con shock settico. Ora si pensa che gli steroidi a basse dosi aumentino la pressione arteriosa e diminuiscano la durata della shock. Tuttavia, la maggior parte degli studi randomizzati controllati non indica alcuna diminuzione delle percentuali di mortalità dello shock settico nei pazienti a cui sono state somministrate dosi stress di steroidi.78 Detto questo, non è neppure stata portata alla luce alcuna pericolosità. La bassa dose di corticosteroidi raccomandata dalle linee guida per il trattamento della sepsi è di 300 mg di idrocortisone.51 In uno studio di Kortgen et al., vi è stato un significativo miglioramento del tasso di mortalità quando è stato usato un protocollo della sepsi che impiegava dosi ancora più basse di steroidi (150 mg di idrocortisone).79 Al momento attuale, in base alle migliori evidenze disponibili, l’idrocortisone, 150-300 mg, è indicato nei pazienti in presunto shock settico che rimangono ipotesi malgrado l’adeguata somministrazione di liquidi e vasopressori. Nel DEA, l’uso del desametasone invece dell’idrocortisone offre il vantaggio di non interferire con il test di stimolazione con corticotropina dopo il ricovero. Il ruolo della proteina C attivata (APC) (Xigris®) nel trattamento dello shock settico è controverso. Questo composto ha proprietà antitrombotiche, pro-fibrinolitiche e antinfiammatorie. Uno studio multicentrico, randomizzato, controllato con placebo su più di 1600 pazienti ha dimostrato che i pazienti con shock settico sottoposti al trattamento con la APC hanno avuto una relativa riduzione del rischio di morte, ma un aumento statisticamente significativo del sanguinamento.80 La APC è stata approvata dalla FDA per il trattamento dei pazienti con sepsi grave, definita come un APACHE score ≥ 25 o con disfunzione multi-organo refrattaria (calcolatore per l’APACHE score: http:// www.icumedicus.com/icu_scores/apacheIV.php [ultimo accesso 9 giugno 2007]) Situazioni particolari del trattamento nel DEA Anafilassi L’anafilassi è un vero shock distributivo puro con mediatori che causano il danneggiamento dei capillari terminali e la conseguente perdita di liquidi nello spa- 14 Shock cardiogenico Lo shock cardiogenico si manifesta acutamente quando il miocardio perde improvvisamente il 40% della sua funzione nel cuore in precedenza normale o quando il cuore già malato perde una percentuale minore nel tempo. I criteri clinici per la diagnosi dello shock cardiogenico includono: • pressione sistolica < 90 mmHg (più elevata se cronicamente iperteso); • diuresi < 0,5 cc/kg/h; • evidenze di disfunzione degli organi terminali che si manifestano come insufficienza renale, confusione o ipoperfusione periferica; • pressione di incuneamento capillare > 18; • indice cardiaco < 1,8 l/min/m2. I livelli del peptide natriuretico cerebrale (BNP) sono spesso marcatamente elevati nell’ipotensione cardiogenica severa e l’aumento è correlato con la gravità e con la prognosi, benché il trattamento nello scenario del DEA si basi raramente su questi livelli. Il trattamento è focalizzato sull’alleggerimento dell’eccessivo carico idrico sul cuore sovraccarico e sugli interventi emodinamici per incrementare la funzione di pompa del miocardio (sia farmacologicamente sia meccanicamente quando necessario). In un paziente ipoteso, piccoli boli di liquidi (nell’ordine di 250-500 cc) sono accettabili quando la diagnosi è dubbia o per mantenere la perfusione come ponte per altri interventi. Quando è presente ipossia da insufficienza respiratoria, l’intubazione endotracheale precoce è un intervento chiave. L’ipotensione nello shock cardiogenico preclude l’uso dei mezzi standard per l’in- Considerazioni sulle vie aeree e sul periodo post-intubazione 15 L’intubazione precoce in un paziente critico è un fondamento dell’attività della medicina d’urgenza. Sebbene fornisca una protezione delle vie aeree, un supporto respiratorio e l’ossigenazione ematica, questa procedura può avere un effetto deleterio sulle pressioni periferiche a causa della somministrazione di farmaci e degli effetti collaterali della ventilazione a pressione positiva. I pazienti precedentemente normotesi che sono intubati possono in seguito sviluppare un’ipotensione. Un ampio studio in un DEA metropolitano ha associato l’ipotensione successiva al 29% degli 84 pazienti che avevano richiesto l’intubazione medica.81 Benché la mortalità non fosse aumentata, il 13% di questi pazienti ha richiesto farmaci vasopressori e un paziente ha avuto un arresto cardiaco. Non sono state riscontrate associazioni specifiche con i farmaci, ma la BPCO ipercapnica e l’insufficienza respiratoria ipossiemica hanno dimostrato correlazioni statistiche. Queste serie statistiche attribuiscono ai medici del DEA la responsabilità di sorvegliare il verificarsi dell’ipoten- Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE sufficienza cardiaca congestizia (ad esempio il lasix e i nitrati). Oltre ai suoi ovvi vantaggi respiratori, l’intubazione endotracheale ha dei vantaggi emodinamici distinti. La ventilazione a pressione positiva diminuisce il ritorno venoso intratoracico e il precarico. Con la diminuzione delle dimensioni della camera del ventricolo destro, l’espansione del ventricolo sinistro viene aumentata e di conseguenza aumenta la funzione di pompa. La richiesta miocardica di ossigeno viene così diminuita. L’intubazione da sola può migliorare le prestazioni cardiache fino al 30%. Gli aspetti distintivi della ventilazione, come la pressione positiva di fine espirazione (PEEP), mentre rimuovono il liquido dagli alveoli polmonari, possono anche attenuare l’ipossia. Le pressioni intratoraciche positive derivanti da questi interventi possono peggiorare l’ipossia. Il supporto pressorio nello shock cardiogenico può causare un dilemma nel trattamento. L’uso della dopamina o della noradrenalina per mantenere le pressioni periferiche può causare un pericoloso incremento della frequenza cardiaca in un momento in cui diminuire il carico di lavoro del miocardio è un obiettivo fondamentale. La somministrazione di altri farmaci vantaggiosi per la funzionalità cardiaca (ad esempio i beta-bloccanti, gli ACE-inibitori, i diuretici) può peggiorare l’ipotensione. Gli inotropi (come la dobutamina o gli inibitori della fosfodiesterasi inamrinone e milrinone), usati per sostenere la funzione cardiaca, possono causare vasodilatazione periferica e peggiorare anch’essi l’ipotensione. Può essere necessaria un’associazione di vasopressori e inotropi per trattare questi pazienti e per colmare l’intervallo di tempo mentre viene iniziato il trattamento definitivo. zio extravascolare. Questi mediatori sono responsabili della vasodilatazione scoordinata incontrollata che si osserva nell’anafilassi. Un paziente in collasso cardiovascolare in seguito a un’anafilassi veramente pericolosa per la vita può sequestrare l’equivalente del 50% del volume ematico effettivo nello spazio extravascolare entro pochi minuti dell’esordio. Il trattamento di una reazione allergica implica di solito l’uso dei farmaci antistaminici e degli steroidi, ma, nello scenario dello shock anafilattico, è necessaria la somministrazione precoce dell’adrenalina (alla diluizione di 1:1000 1 mg/ml). L’iniezione intramuscolare (0,2-0,5 ml) di questa soluzione nella coscia ogni cinque minuti secondo necessità è la via di somministrazione preferenziale, ma può anche venire somministrata per via sottocutanea. Se il collasso circolatorio persiste, si dovrebbe iniziare un’infusione di adrenalina a 1-4 µg/min. Se non è disponibile l’accesso ev e il paziente è in fase terminale, l’adrenalina può essere somministrata anche attraverso il tubo endotracheale a una dose due volte superiore a quella ev (soluzione 1:10.000). Se la risposta iniziale all’adrenalina è transitoria, possono essere necessarie ripetute dosi a bolo o può essere iniziata la già descritta infusione ev a 1-4 µg/min. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE sione post-intubazione e di prendere le decisioni appropriate per prevenirla. L’ampia approvazione dei protocolli di intubazione a sequenza rapida (RSI) nel DEA ha considerevolmente facilitato il trattamento sicuro ed efficace delle vie aeree. Il pericolo nei pazienti ipotesi è il possibile uso arbitrario di farmaci che possono peggiorare il loro stato emodinamico. Per esempio, l’induzione con benzodiazepine, propofol o barbiturici può contribuire all’ipotensione e tali farmaci non sono raccomandati in questa popolazione di pazienti. Due utili agenti d’induzione sono l’etomidate e la ketamina. L’etomidate produce un importante effetto sedativoipnotico ma i suoi effetti sui parametri cardiaci e su altri parametri emodinamici sono meno significativi che con molti altri farmaci. Purtroppo, l’etomidate sopprime il rilascio del cortisolo che può avere ripercussioni significative sui pazienti critici.82-84 La ketamina rappresenta un’opzione molto buona in questi pazienti. In quanto agente dissociativo, si evitano gli effetti depressori degli altri farmaci della RSI mentre la sua attività adrenergica può aiutare il supporto della PA. Sebbene le raccomandazioni attuali per l’intubazione sostengano l’utilizzo dell’etomidate più la succinilcolina, è in corso un trial che confronta direttamente la morbilità associata all’utilizzo dell’etomidate contro la ketamina.85 Il trattamento post-intubazione è di importanza critica nella rianimazione del paziente ipoteso. I pazienti che siano parzialmente compensati possono crollare precipitosamente durante questo periodo. Questo perché l’intubazione può compromettere ulteriormente il precarico a causa delle elevate pressioni intratoraciche associate alla ventilazione meccanica a pressione positiva. La pressione positiva di fine espirazione (PEEP) può ulteriormente aumentare la pressione intratoracica e, nei pazienti con una malattia polmonare ostruttiva, l’“auto-PEEP” può salire fino a livelli pericolosamente elevati. Se l’intrappolamento d’aria diventa un problema, permettere ai polmoni di decomprimersi disconnettendo temporaneamente il ventilatore può avere come risultato un deciso miglioramento della pressione arteriosa. Siate consapevoli che una simile fisiopatologia si può verificare anche nelle modalità di ventilazione non invasiva, come la ventilazione a pressione positiva continua nelle vie aeree e la ventilazione bi-level. interventi terapeutici come l’infusione di liquidi e di catecolamine. La terapia si focalizza nel sospettare un’endocrinopatia sottostante, che consiglia la richiesta di test diagnostici (per esempio, test funzionali del cortisolo e della tiroxina), e/o nell’instaurare precocemente la terapia sostitutiva. La terapia dell’ipotiroidismo severo (coma mixedematoso) include non solo la somministrazione dell’ormone tiroideo ma anche dosi stress di glucocorticoidi. Siate attenti ai pazienti in terapia steroidea cronica o che abbiano un’inibizione surrenalica. In questi casi, la somministrazione esogena di dosi stress di steroidi è imperativa. Come menzionato in precedenza, i pazienti settici possono avere un’insufficienza surrenalica relativa e devono altresì ricevere dosi stress di steroidi. Utilizzo nel Dipartimento d’Emergenza dell’ecografia al letto Il concetto di golden hour si fonda sulla forte evidenza che la rapida identificazione delle condizioni pericolose per la vita e l’inizio precoce dei trattamenti specifici e tempo-dipendenti sono critici per l’esito clinico del paziente.3-5,13,14,23,51,86-98 Questo paragrafo esplora il ruolo emergente dell’ecografia nella diagnosi e nel trattamento dei pazienti con ipotensione. Ecografia nel protocollo dell’ipotensione L’ecografia è stata utilizzata dai medici per individuare situazioni di ridotto volume intravascolare, per valutare la funzione cardiaca, per analizzare l’aorta e per rilevare versamenti pleurici e peritoneali. In uno studio, sono stati necessari in media sei minuti (± due minuti) per eseguire un’insieme di applicazioni ecografiche mirate a determinare un’ipotensione inspiegabile.99 Infatti, l’utilizzazione dell’ecografia sta diventando più diffusa e si sta estendendo alle squadre di risposta alle emergenze intra-ospedaliere e alle squadre che effettuano assistenza ACLS sul territorio.100 Differenziare se l’ipotensione con o senza i reperti obiettivi di edema polmonare sia causata da un problema cardiaco (di pompa) o non cardiaco è uno dei passi principali verso uno scrupoloso adeguamento del trattamento medico durante la rianimazione. Il metodo invasivo dell’inserimento e del monitoraggio di un catetere in arteria polmonare (CAP) è stato confrontato con le informazioni ottenute effettuando un’ecocardiografia non invasiva in uno studio del 1994 di Kaul et al.101 Sono stati valutati quarantanove pazienti consecutivi che si sono presentati con ipotensione e/o edema polmonare. I dati precoci di un’ecocardiografia transtoracica sono stati confrontati con quelli delle letture di un catetere polmonare acquisiti entro due ore gli uni dagli altri. Sono stati utilizzati due o tre osservatori ciechi per ciascuno studio. Una completa concordanza tra le informazioni del CAP e dell’ecocardiografia è stata ritrovata in 36 (86%) dei 42 pazienti. Era presente una totale concordanza nei pazienti esclusivamente con ipotensione e nel 90% dei 20 pazienti uni- Endocrinopatie Le endocrinopatie possono avere un intenso effetto sia sull’insorgenza rapida dell’ipotensione sia sul suo trattamento quando questa si verifica. La tiroxina e il cortisolo giocano ruoli importanti nel regolare il livello del metabolismo corporeo basale. A livello vascolare, nei pazienti ipotesi, ciò si manifesta con un’incapacità del muscolo liscio vascolare a rispondere a stress improvvisi, producendo un collasso cardiovascolare precoce. Il problema persiste durante la terapia poiché questi pazienti dimostrano risposte insufficienti agli Emergency Medicine Practice 16 presenti 80 controlli, 65 pazienti con patologia documentata del cuore destro e 30 pazienti con patologia cardiaca ma senza anormalità del cuore destro.107 I pazienti con anormalità/patologie del cuore destro avevano diametri della VCI mediamente maggiori e una collassabilità respiratoria decisamente inferiore rispetto ai soggetti normali o a quelli con patologie cardiache senza coinvolgimento del cuore destro. Nonostante 30 pazienti fossero in fibrillazione atriale, gli Autori non hanno trovato una correlazione delle dimensioni e della dinamica della VCI con il sesso, l’area della superficie corporea, l’età e il ritmo cardiaco del paziente. Il diametro della VCI era utile nell’ulteriore stratificazione delle misurazioni della PVC. La combinazione di un diametro piccolo e di un collasso maggiore ha confermato una PVC bassa. La combinazione di un diametro della VCI maggiore di 2,5 cm e un indice cavale molto ridotto (quasi nessuna variazione respiratoria) è definita pletora della VCI. In questo studio la pletora della VCI è stata associata con misurazioni della PVC superiori a 15 mmHg (Figure 3, 4 e 5). Le pressioni atriali destre elevate, determinate dai metodi invasivi, si associano a una prognosi scarsa nei pazienti con ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca congestizia, cardiopatia congenita e trapianto cardiaco. I reperti ecografici di pletora della VCI sono stati altresì associati a una ridotta sopravvivenza in uno studio di 4385 pazienti maschi stabili in regime ambulatoriale. È stato stabilito che questi sono importanti reperti prognostici nella percentuale di sopravvivenza dei pazienti a un anno ma meno nella percentuale di sopravvivenza a 90 giorni. Questo era indipendente dalla funzione ventricolare, dall’anamnesi di insufficienza cardiaca, da altre patologie e dalle misurazioni delle pressioni in arteria polmonare.108 Rimane da stabilire l’impatto prognostico della pletora della VCI nel paziente instabile con ipotensioFigura 3. VCI dilatata con variazione respiratoria del diametro pressoché assente: pletora della VCI. Figura 2. (A) Schema della proiezione longitudinale sottocostale della vena cava inferiore. (B) Dimensione della VCI e correlazione delle variazioni respiratorie con le misurazioni della pressione venosa centrale. Sottocostale (longitudinale) A VCI (cm) Diaframma Cuore Fegato B Collasso respiratorio durante l’inspirazione (%) < 1,5 cm > 50% 1,5-2,5 cm > 50% 1,5-2,5 cm < 50% VCI > 2,5 cm PVC (mmHg) 0-5 mmHg 5-10 mmHg 10-15 mmHg Si noti il versamento pericardico (freccia corta) tra la parete dell’atrio destro e il diaframma. Le vene epatiche (diagonali) che si diramano dalla VCI prossimale sono dilatate Minima variazione 15-20 mmHg respiratoria 17 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE camente con edema polmonare. Il tempo impiegato per il posizionamento del catetere in arteria polmonare era di 63 ± 45 minuti in confronto ai 19 ± 7 minuti per un’ecocardiografia bidimensionale completa. Gli studi nei pazienti ipotesi sostengono il ruolo diagnostico dell’esame ecografico della vena cava inferiore (VCI) come indicatore dello stato di volume. Uno studio prospettico di 50 pazienti condotto da Adler et al. ha identificato un’ipovolemia, un’insufficienza cardiaca destra misconosciuta e una condizione di ipervolemia sulla base delle proiezioni ecografiche longitudinali della VCI.102 Osservando il diametro anteroposteriore della VCI e la variazione respiratoria delle dimensioni, si può stimare in modo attendibile la pressione venosa centrale. Un altro studio ha esaminato la correlazione tra i diametri della VCI inferiore prossimale misurati ecograficamente, le variazioni delle dimensioni della VCI durante il ciclo respiratorio (indice cavale) e le pressioni venose centrali (PVC) misurate in modo invasivo. Questo studio ha dimostrato una correlazione definitiva tra l’indice cavale e la pressione venosa centrale.103 Un collasso respiratorio della VCI maggiore del 50% rappresenta un indice cavale superiore a 0,5. L’89% dei pazienti con un indice cavale superiore a 0,5 aveva una pressione in atrio destro maggiore di 10 mmHg. L’86% dei pazienti con un indice cavale inferiore al 50% aveva una pressione in atrio destro minore di 10 mmHg (Figura 2). Utilizzando un campione di convenienza, Randazzo et al. hanno trovato che nonostante un considerevole accordo tra medici sulla frazione d’eiezione (FE) del ventricolo sinistro, nei pazienti con livelli di PVC ridotti l’accordo era scarso mentre nel gruppo con PVC elevate era notevole.104 In questo studio, la PVC era annotata e poi il reperto era confrontato con ecocardiografie ufficiali eseguite entro poche ore. Bendjelid et al. hanno studiato 20 pazienti ventilati meccanicamente sottoposti a misurazioni ecografiche della VCI acquisite mentre contemporaneamente veniva stimata la pressione atriale destra (RAP); il diametro della VCI a fine espirazione aveva una correlazione lineare con le letture della RAP.105,106 Moreno et al. hanno studiato il diametro della VCI e le variazioni respiratorie in 175 soggetti; erano Barbier et al. hanno condotto uno studio prospettico di 23 pazienti ventilati meccanicamente in una unità di terapia intensiva con un’insufficienza circolatoria correlata alla sepsi.109 La presenza delle variazioni respiratorie nel diametro della VCI in condizioni basali e dopo i boli di liquidi ha dimostrato che la distensibilità della VCI potrebbe distinguere i pazienti responsivi ai liquidi da quelli non responsivi con una sensibilità del 90% e una specificità del 90%. La stima visiva della FE del ventricolo sinistro può essere riferita qualitativamente e quantitativamente come aumentata, normale o ridotta (lievemente, moderatamente, gravemente) (Tabella 6). Una valutazione della FE del ventricolo sinistro nel DEA è stata dimostrata utile in un certo numero di studi .4,99,104 L’identificazione del versamento pericardico si effettua meglio con l’ecocardiografia che fornisce informazioni dinamiche in tempo reale sulla motilità e la fisiologia miocardica. La maggior parte dei versamenti pericardici non è raccolta in sede atipica. La velocità di accumulo del liquido, le dimensioni della raccolta di liquido e la compliance del sacco pericardico definiranno congiuntamente quando la pressione intrapericardica (IPP) supera la pressione della parete dell’atrio destro. L’accumulo rapido di liquido pericardico porterà a un tamponamento con un volume di liquido inferiore (per esempio, taglio di pugnale) in confronto al lento accumulo nell’arco di mesi (per esempio, versamenti uremici). Quando la IPP supera la pressione in atrio destro, essa provocherà un’invaginazione della parete dell’atrio destro o, ancor peggio, un collasso della parete del ventricolo destro durante la diastole (fisiologia del tamponamento) (Figura 6 e 7). In sintesi, alcune delle raccomandazioni di Classe I per l’ecocardiografia dell’American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Practice Guidelines for the Clinical Application Echocardiography concernono i pazienti seguiti nel DEA; si veda la Tabella 7. Queste indicazioni includono, ma non sono limitate a: • pazienti con ipotensione inspiegabile; • pazienti con dispnea e segni clinici di elevazione della pressione venosa centrale quando un’eziologia cardiaca sia possibile o quando una misurazione della pressione venosa centrale non sia possibile o interpretabile con attendibilità, specialmente quando si sospetti clinicamente una patologia cardiaca; MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Figura 4. Ipovolemia. VCI con diametro piccolo e ampie variazioni respiratorie. Proiezione sottocostale longitudinale della VCI. La VCI prossimale era al massimo di 0,5 cm con un completo collasso durante gli sforzi espiratori del paziente. L’indice cavale è suggestivo per ridotte pressioni atriali destre o venose centrali. Si può osservare il versamento pericardico tra il diaframma e le contrazioni del miocardio atriale. Effettuate le misurazioni a circa 4 cm dalla VCI/giuntura diaframmatica. Il fegato serve da finestra acustica per la VCI. Distinguete la VCI dall’aorta adiacente. Una pressione costante del trasduttore è normalmente necessaria per rimuovere l’interferenza del gas intestinale nella proiezione dell’aorta addominale ma è importante ridurre la pressione del trasduttore sull’addome per evitare la compressione della VCI ne. La pletora della VCI dovrebbe spronare a una rapida ricerca della causa di una pressione atriale destra elevata nel paziente ipoteso. Oltre all’impiego del diametro ecografico della VCI come determinante dello stato volemico, è stato dimostrato il suo contributo nel giudicare la risposta alla terapia. Figura 5. Caratteristiche cardiache dell’ipovolemia: proiezione sottocostale quattro camere. Tabella 6. Stima della frazione d’eiezione del ventricolo sinistro. Ecocardiografia È presente un piccolo versamento pericardico (frecce), ma è clinicamente significativo il reperto ecografico della difficoltà nel distinguere le quattro camere cardiache poiché le superfici endocardiche sono molto ravvicinate. Questo è causato da un’ipovolemia grave. Il cuore è riuscito a diventare iperdinamico ma gli scarsi volumi di riempimento hanno causato una gittata cardiaca molto ridotta. La perdita di liquidi può essere evidente da indizi anamnestici o da segni obiettivi, ma un’ulteriore ecografia mirata può essere utilizzata per determinare se ci siano significative raccolte liquide interne nello spazio toracico, peritoneale o pericardico o potenziali fonti di ipovolemia cardiovascolare (come il reperto di un aneurisma dell’aorta addominale o la rottura di una gravidanza ectopica tubarica). In questo caso, il paziente aveva un grave sanguinamento gastrointestinale connesso alla tossicità da warfarin Emergency Medicine Practice Cuore ipercinetico ben riempito Cuore ipocinetico ben riempito Cuore ipercinetico scarsamente riempito 18 Diagnosi clinica Shock distributivo: sepsi, anafilassi Shock cardiogenico: sepsi, sindrome tossicologica metabolica/ischemica Ipovolemia: emorragia, disidratazione Figura 6. Proiezione apicale del cuore con un versamento e un tamponamento. Tabella 7. Domande cliniche chiave affrontate dall’ecografia nel paziente gravemente ipoteso. Qual è la dimensione del VS? È presente un collasso della VCI? È presente un AAA? È presente liquido peritoneale? Risposta Sì o No Sì o No Normale o dilatato Iperdinamica/normale/ moderatamente ridotta/ severamente ridotta Dilatato/normale/piccolo Sì o No Sì o No Sì o No do i sintomi di presentazione includono un improvviso dolore addominale e un’irradiazione al dorso, la sincope o altri segni di shock clinico. La presenza di un aneurisma aortico è rilevata in modo attendibile dall’ecografia (Figure 8 e 9). Studi non risolutivi sono possibili a causa dell’interferenza dei gas intestinali. L’ecografista può applicare una pressione decisa e costante sull’addome per dislocare il gas intestinale così che si possa visualizzare l’aorta che è situata posteriormente. La presenza di una rottura o di uno spandimento aortico non è individuabile dall’ecografia a meno che la rottura non avvenga nella cavità peritoneale, liberando liquido libero. La maggior parte degli episodi di rottura addominale si verifica nel retroperitoneo; questo può contenere e ridurre la velocità dello spandimento di sangue. L’ecografia al letto non identifica il sito della rottura. Questa immagine è stata scattata in fase sistolica. È presente inoltre una riduzione moderata della frazione d’eiezione del ventricolo sinistro (determinata tramite una valutazione visiva). Questo paziente ha due cause per il suo stato ipotensivo sintomatico: un versamento con tamponamento e una ridotta contrattilità miocardica. Sebbene il precarico del lato destro sia compromesso dal versamento pericardico, è improbabile che l’ipotensione sia dovuta all’ipovolemia (il volume ventricolare sembra adeguato). Uno sguardo alla proiezione sottocostale asse-lungo può fornire più informazioni specifiche del paziente; possono esserci un diametro ridotto della VCI e variazioni respiratorie esagerate oppure un diametro elevato della VCI e scarse variazioni respiratorie • pazienti con il sospetto di versamento, tamponamento e/o di una fisiologia costrittiva; • la valutazione delle dimensioni e della funzione del ventricolo sinistro con cardiomiopatia sospetta o il sospetto di insufficienza cardiaca. Ecografia al letto applicata nel DEA Dissezioni dell’aorta L’area più letale di dissezione aortica è l’aorta toracica. Il coinvolgimento dell’aorta toracica ascendente può Aneurisma dell’aorta addominale (AAA) Quando è presente ipotensione nei pazienti in fase preoperatoria con una rottura dell’AAA, di solito la mortalità è elevata.110 Il sospetto di AAA è accresciuto quan- Figura 8. Liquido libero nell’addome. Figura 7. Versamento pericardico di dimensioni moderate. In questo paziente, il liquido libero è stato rilevato tra il rene e il fegato cirrotico rimpicciolito. Questa immagine è stata eseguita utilizzando gli stessi principi della Focused Applications of Sonography in Trauma. In questa situazione apparentemente non traumatica, il paziente ipoteso – con una storia nota di ascite lieve – aveva un addome più disteso, dolente e dolorabile (dati nuovi). In seguito a ulteriori domande, il paziente aveva riferito di essere caduto tre giorni prima. L’emoperitoneo era la causa della sua ipotensione Notare il liquido nel sacco pericardico che si assottiglia nel solco atrioventricolare. Il cuore ha una lieve oscillazione all’interno del sacco pericardico che non si è manifestata con un’alternanza elettrica nell’elettrocardiogramma. Non è presente una fisiologia del tamponamento 19 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Domanda clinica ecografia È presente liquido pericardico? Se sì, è tamponante? Qual è la dimensione del VD? Com’è la funzione del VS? variabilità antero-posteriore crea degli impedimenti per l’esecuzione di un esame completo. L’approccio transtoracico parasternale offre un’immagine molto limitata di una porzione dell’aorta discendente; le immagini del tratto di efflusso ventricolare sinistro forniscono indicazioni degli 1-2 cm più prossimali della porzione dell’AT ascendente; l’immagine apicale a due camere può mostrare un’immagine longitudinale di una piccola porzione della AT discendente; le immagini soprasternali mostrano l’arco aortico. L’ecocardiografia transesofagea è la modalità preferita per visualizzare l’aorta toracica. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Figura 9. Aneurisma dell’aorta addominale con trombosi. Embolia polmonare (EP): ruolo limitato all’embolia polmonare massiva (EPM) Nel paziente in shock, la valutazione ecocardiografica transtoracica al letto è utilizzata per determinare se sono presenti segni di disfunzione (strain) ventricolare destra; le cause più probabili sono l’embolia polmonare massiva o l’infarto ventricolare destro.111-113 La dilatazione della cavità ventricolare destra è l’iniziale compenso del cuore destro alla grave occlusione delle arterie polmonari. Il ventricolo destro è disteso e anche ipocinetico. L’apice della superficie interna del ventricolo destro è usualmente acuto, ma con la disfunzione acuta del ventricolo destro diventa ottuso. Il ventricolo destro è di solito il 60% del diametro del ventricolo sinistro quando è misurato in diastole. Quando il rapporto tra il diametro del ventricolo destro e il diametro del ventricolo sinistro si avvicina o supera 1,0, la certezza diagnostica di disfunzione del ventricolo destro è aumentata. Il segno di McConnell (ipocinesia della parete libera del ventricolo destro con risparmio del segmento apicale) è stato impiegato come caratteristica ecografica relativamente peculiare di una significativa EP (Figura 11). L’incremento delle pressioni nel ventricolo destro può superare quello del ventricolo sinistro, provocando un bulge della parete settale nella cavità del ventricolo sinistro. Il sovraccarico pressorio vero è distinto dal sovraccarico di volume del ventricolo destro tramite lo studio della distorsione settale durante la sistole e la diastole. Nel sovraccarico di volume del ventricolo destro, la parete del setto si appiattisce durante la diastole, ma la maggiore pressione sistolica del ventricolo sinistro riporta la parete settale al suo aspetto normale. Nel sovraccarico di pressione del ventricolo destro, la parete del setto interventricolare può essere appiattita o spinta nel ventricolo sinistro durante la diastole. Durante la sistole, il setto interventricolare rimane piatto o deviato nel ventricolo sinistro. Un elevato stress di parete del ventricolo destro successivamente compromette il flusso sanguigno coronarico diretto alla superficie interna del miocardio e all’endocardio. Il danno ischemico miocardico del ventricolo destro pregiudica ulteriormente la gittata del ventricolo destro già ridotta. Il riempimento diastolico del ventricolo sinistro è ridotto dal bulging verso sinistra della parete settale del ventricolo. Il L’anamnesi di questo paziente era considerevole per l’insorgenza improvvisa di dolore addominale, diaforesi e lipotimia. L’ecocardiografia aveva rivelato un cuore parzialmente vuoto, una contrazione cardiaca normale e l’assenza di versamento pericardico. Era molto probabile che lo shock ipovolemico fosse l’eziologia ed è stata ricercata l’evidenza di un’emorragia. Le cavità pleuriche e peritoneale non hanno evidenziato liquido libero. L’ecografia addominale ha diagnosticato un aneurisma dell’aorta addominale. Una formazione trombotica era adesa alle pareti interne anteriore e laterale. Dopo la comunicazione urgente al chirurgo vascolare, il paziente era in camera operatoria 12 minuti dopo l’arrivo nel DEA estendersi attraverso l’avventizia con un rapido accumulo di sangue nel sacco pericardico e un precoce tamponamento. La dilatazione della radice aortica può provocare un’insufficienza aortica severa. Le dissezioni che coinvolgono l’aorta addominale o le arterie iliache prossimali sono più facili da riconoscere. I flaps intimali sono riconosciuti come righe ecogeniche che si muovono indipendentemente dalle pulsazioni della parete aortica (Figura 10). L’aorta toracica (AT) presenta una difficile sfida nell’esecuzione di una valutazione ecografica accurata. La presenza dei polmoni, delle coste e della naturale Figura 10. Immagine trasversale dell’aorta addominale. Il diametro dell’aorta addominale in questo paziente è meno di 2 cm. Non ci sono trombi, ma notate il sottile flap intimale ecogenico che si estende dalle ore 12 alle ore 6. Un tale reperto deve esortare il medico a uno studio per immagini dell’aorta con l’ecocardiografia e/o la TC per verificare se è necessario un intervento urgente del chirurgo cardiotoracico Emergency Medicine Practice 20 VD VS Figura 12. Accesso vascolare con guida ecografica. Questa immagine mostra le dimensioni del ventricolo destro (freccia) confrontate con il ventricolo sinistro (misurate al livello dove i lembi mitralici si toccano) durante la sistole. Il ventricolo destro è dilatato e più grande del ventricolo sinistro. La parete libera del ventricolo destro si muove appena mentre il ventricolo sinistro si contrae; la riduzione del diametro e del volume telesistolico ventricolare dimostra una buona performance del ventricolo sinistro. L’ipocinesia del ventricolo destro è causata dagli aumenti pressori della porzione destra e/o da un infarto ventricolare destro. Sebbene non sia stata diagnosticata in modo definitivo un’embolia polmonare, la disfunzione acuta del ventricolo destro senza i segni di una preesistente disfunzione del cuore destro o sinistro è causata da ben poche patologie. Per gentile concessione di Sarah Stahmer, MD volume ridotto di un sangue già scarsamente ossigenato determina una diminuzione della perfusione e del trasporto di ossigeno ai diversi organi. La disfunzione del ventricolo destro dell’ecocardiografia non è specifica per l’EP in quanto si può reperire nell’ipertensione polmonare primitiva, nell’infarto del ventricolo destro, nell’esacerbazione acuta della BPCO e in alcune cardiomiopatie. Inoltre, la disfunzione del ventricolo destro è stata segnalata dall’ecocardiografia nel 40% dei pazienti con EP ma senza stabilità emodinamica significativa. Il 20% dei casi di EP con conferma diagnostica aveva reperti ecocardiografici normali. La dilatazione e l’ipocinesia ecografiche del ventricolo destro in un paziente instabile suggeriscono l’EP e consigliano la necessità di uno studio definitivo.114,115 L’esecuzione di un’ecografia al letto può essere difficile nei pazienti obesi, con polmoni iperdistesi e in quelli immobili o con supporto ventilatorio meccanico. L’ipotensione che risulta da un’embolia polmonare è usualmente responsiva agli incrementi del precarico e all’impiego dei vasopressori per aumentare la perfusione coronarica del ventricolo destro. Il miglior trattamento si realizza con una riduzione dell’occlusione dell’arteria polmonare tramite la trombolisi relativa, la prevenzione di ulteriori eventi tromboembolici con l’eparina e più efficacemente con l’utilizzo di farmaci trombolitici o con la tromboendoarteriectomia polmonare. Una sonda con fodera sterile e il gel permettono una guida ecografica diretta dell’accesso vascolare e dell’incannulamento. La proiezione asse corto dei vasi bersaglio permette il posizionamento dell’ago. Un’altra opzione è l’approccio con asse lungo. L’accesso vascolare con guida ecografica può essere utilizzato anche per l’incannulamento venoso periferico, per il prelievo di sangue arterioso e venoso e per l’inserzione e il posizionamento del catetere di un pacemaker transvenoso. Figura 13. Immagine trasversale della vena giugulare interna. Accesso vascolare Studi controllati, randomizzati e ben progettati hanno confrontato l’incannulamento con guida ecografica agli accessi vascolari tradizionali basati sui punti di repere anatomici.116 L’accesso vascolare è più difficile In questa proiezione trasversale della vena giugulare interna (e della carotide proprio dietro a essa) la faccia anteriore della vena giugulare interna è frastagliata. Gli artefatti da riverbero, causati dall’ago metallico che incrocia il fascio di ultrasuoni, smorzano lo schermo del monitor. Per gentile concessione di Resa Lewiss, MD, RDMS 21 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE in particolare nel paziente ipoteso o in arresto cardiaco.117 Le pulsazioni arteriose possono essere ormai troppo deboli per fornire una guida. Inoltre, le relazioni anatomiche tra le vene femorali e del collo possono variare creando la possibilità di errori. I tentativi prolungati e ripetuti, lo sviluppo di complicanze e l’incapacità di reperire un accesso ritarderanno la somministrazione di farmaci e di liquidi la cui efficacia varia con il tempo. L’accesso vascolare periferico con guida ecografica può essere migliore e più sicuro dell’incannulamento venoso centrale, specialmente nei pazienti con coagulopatie dove la compressione dei vasi può essere di importanza critica (Figure 12 e 13). Figura 11. Dilatazione del ventricolo destro. ventricolo sinistro diverse ore dopo, specialmente se il paziente ha una cardiopatia preesistente. La disfunzione del ventricolo destro può essere altresì presente in almeno un terzo dei pazienti con sepsi. Il monitoraggio continuo della funzione del ventricolo destro è estremamente utile per la valutazione della funzione cardiorespiratoria e la risposta ai trattamenti e agli interventi. Le misurazioni delle pressioni di riempimento cardiaco e delle pressioni di occlusione dell’arteria polmonare sono generalmente utilizzate in un ambiente di terapia più intensiva e richiedono procedure altamente invasive (ad esempio, misurazioni della pressione venosa centrale e cateterizzazione del cuore destro). Con misurazioni normali della PVC tra 6 e 12 cm H2O, le misurazioni basse o elevate possono aiutare a differenziare tra gli stati ipovolemici, l’insuf- Controversie/Avanguardia MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE Monitoraggio emodinamico La letteratura inerente alla rianimazione è indirizzata verso un trattamento precoce energico come strategia per modificare gli esiti dei pazienti con ipotensione patologica. Da questa consapevolezza è scaturita una pressione accresciuta a iniziare la terapia nel DEA e a fornire un monitoraggio accurato. I dati emodinamici stabili non predicono in modo accurato la risposta del paziente alla somministrazione di liquidi o il loro reale miglioramento clinico.118,119 Per esempio, sebbene la maggior parte dei pazienti con la sepsi sia identificata in uno stato iperdinamico, questa può essere una risposta compensatoria precoce.99 Il paziente con shock settico e un ventricolo sinistro iperdinamico nell’ecografia al letto può avere una disfunzione del Trabocchetti nella gestione del rischio per l’ipotensione La pressione arteriosa è un parametro singolo e imperfetto nella stima del volume ematico e dello stato circolatorio del paziente. Possono essere necessari diversi strumenti per stabilire la perfusione tessutale e i cambiamenti nella gittata cardiaca. In alcuni pazienti si verificano un miglioramento della pressione arteriosa, una normalizzazione della frequenza del polso e la risoluzione delle vertigini posturali dopo la somministrazione di liquidi per una patologia diarroica autolimitantesi. Un altro paziente può avere un miglioramento della pressione arteriosa fino a 120/80 ma sentirsi ancora debole e dispnoico perché la FE del ventricolo sinistro è pari al 20%, o il versamento pericardico non è stato diagnosticato, o il debito di ossigeno tessutale rimane aperto. 7. Permettere che esami lenti guidino il trattamento. Non aspettate il risultato della creatinina e del D-dimero per chiedere la TC; non aspettate la radiografia del torace per vedere se il mediastino è allargato o se il cuore è ingrandito. 1. Presumere che un paziente letargico, dal colorito cinereo, non sia ipoteso perché ha una buona pressione arteriosa di 120/80 mmHg. Trattare i numeri invece del paziente può indurvi a non notare lo stato ipotensivo. Trattate il paziente; questo paziente è ipoteso. La pressione arteriosa è ben al di sotto dei valori di base e lui adesso ha un aspetto terribile. La situazione potrebbe peggiorare. La disfunzione cardiaca e l’ischemia tessutale possono persistere nonostante la normalizzazione della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e della PVC. 2. Valutazioni diagnostiche inadeguate dell’eziologia sottostante. Stabilire un adeguato output urinario con boli di liquidi non fermerà il sanguinamento di un’ulcera gastrica o di un’aorta rotta. La prescrizione di antibiotici per l’ipertermia non sarà efficace se una colecisti gangrenosa non è diagnosticata. 3. Carico di liquidi inadeguato. Ricercate i segni di una PVC ridotta, valutate l’output urinario e monitorizzate la risposta della gittata cardiaca alla somministrazione di liquidi. La perfusione tessutale è il vostro obiettivo e la gittata cardiaca è di solito il punto cardine per raggiungerlo. Un cuore iperdinamico sta cercando di compensare un volume ventricolare diminuito. 8. Scartare la possibilità dell’ipotensione ortostatica come causa principale nel paziente anziano con misurazioni elevate di pressione in posizione supina. 9. Ignorare l’utilizzo dell’ecografia al letto nella riani- mazione dell’ipotensione. L’impiego automatico di liquidi, poi di vasopressori e di agenti inotropi potrebbe non essere utile e potrebbe peggiorare alcuni processi clinici. L’ipotensione non è una malattia e nemmeno una sindrome che debba essere curata. È il segno che qualcosa sta andando storto. Voi dovete solo riuscire a capirlo velocemente e attentamente. L’ecografia mirata all’obiettivo individua in modo accurato molti problemi clinici pericolosi e tempo-dipendenti. 4. Ritardare l’assistenza ventilatoria. Il miglioramento della ventilazione e del trasporto di ossigeno ai polmoni e in definitiva agli organi richiede un minor impegno al cuore e riduce il debito di ossigeno. 5. Una rianimazione troppo energica senza tenere in considerazione la volontà del paziente o dei familiari. Un programma terapeutico rispettoso ed economicamente efficace potrebbe dipendere dall’acquisizione di questi importanti elementi di informazione. 10. Non riesaminare i profili emodinamici. La funzione del ventricolo destro e sinistro e le condizioni di precarico possono cambiare anche quando avete fatto le cose giuste.p 6. Interrompere la monitorizzazione dopo aver rag- giunto una “buona pressione arteriosa”. Emergency Medicine Practice 22 raggio invasivo è severamente limitata dal flusso di pazienti, dall’enorme quantità di tempo della procedura e dai problemi del personale; perciò non è raccomandata. Fortunatamente, alcune tecniche non invasive si dimostrano promettenti; essendo subito disponibili, queste tecniche consentiranno al medico d’urgenza di somministrare più facilmente un trattamento diretto all’obiettivo. I monitor della bioimpedenza per la gittata cardiaca, l’ossimetria transcutanea e la capnometria per la perfusione tessutale insieme alle misurazioni della pulsossimetria e della pressione arteriosa hanno dimostrato di essere accurati quando si confrontano alle stesse informazioni che tipicamente si acquisiscono tramite il catetere nel cuore destro.8,123-125 Shoemaker et al. hanno studiato l’impiego di metodi non invasivi in 151 pazienti gravemente malati che si avvalevano del monitoraggio continuo di alcuni parametri di scambio cardiopolmonare e di perfusione tessutale. L’indice cardiaco e la perfusione tessutale misurati in questo modo erano significativamente più alti e ben oltre i livelli “ottimali” (così come definiti nello studio) nei sopravvissuti in confronto ai non sopravvissuti.126 Uno studio di 680 pazienti critici ha fornito un ulteriore sostegno all’utilizzo più diffuso e più precoce del monitoraggio emodinamico non invasivo. I nuovi metodi di bioimpedenza per la misurazione della gittata cardiaca associati alla pressione arteriosa, la pul- Punti chiave per l’ipotensione 6. Ripetete i profili emodinamici regolarmente, in risposta 1. È necessario utilizzare/acquisire gli strumenti al letto del paziente che stimano in modo non invasivo e accurato la gittata cardiaca, la PVC e l’ossigenazione tessutale come parte della rianimazione nel paziente ipoteso. L’ecografia è la modalità ideale, sono necessari solo pochi minuti per acquisire informazioni cruciali sulla funzione cardiaca e l’integrità dei vasi principali. Essa permette anche un accesso sicuro e veloce per la somministrazione dei farmaci e una guida alle procedure invasive. ai cambiamenti, specialmente i deterioramenti, e dopo l’attuazione di interventi terapeutici importanti (inclusi i boli di liquidi). 7. Scoprire la fonte del sanguinamento o dell’infezione è il primo passo del trattamento: a. toracico: considerate un drenaggio toracico, un tamponamento endobronchiale, un coinvolgimento della radiologia interventistica per l’identificazione, l’embolizzazione dei vasi ecc., e l’intervento chirurgico se è indicata la lobectomia; b. gastrointestinale: considerate il tamponamento endoscopico delle varici; c. considerate la chirurgia per la rottura aortica, la rottura splenica e il sanguinamento massivo del colon; d. eliminate le predisposizioni al sanguinamento. 2. Considerate come “bandiera rossa” i casi in cui i pazienti hanno episodi pre-ospedalieri di ipotensione. 3. Il vostro principale obiettivo è quello di migliorare l’ossigenazione tessutale multi-organo. Controllate i segni di un debito di ossigeno: ipossia, acidosi metabolica, deficit d’ossigeno transcutaneo e livelli elevati di acido lattico. Il livello di emoglobina può richiedere un supplemento se inadeguato. 8. La somministrazione di ossigeno nel paziente critico con ipotensione spesso richiede l’intubazione. Utilizzate farmaci come l’etomidate e il fentanyl che non causano un deterioramento dell’emodinamica. Considerate la ketamina per migliorare la pressione sistolica. Somministrate attentamente gli agenti di induzione (prevedete di ridurre la dose) in qualsiasi paziente con un profilo emodinamico delicato.p 4. I pazienti con ipotensione di solito non rientrano soltanto in una categoria eziologica di ipotensione o di shock. Perciò, il trattamento è diversificato. 5. Il tempo è essenziale. L’ipotensione è un reperto tardivo e migliorarla non significa che abbiate corretto la condizione di disfunzione d’organo che si è instaurata. 23 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE ficienza cardiaca, le eziologie ostruttive e/o gli stati ipervolemici. La cateterizzazione del cuore destro (RHC) e i cateteri in arteria polmonare (PAC) sono più complicati e sono utilizzati per le misurazioni delle pressioni occlusive. Con questa modalità si possono acquisire ulteriori dati, specialmente quando si determina se l’insufficienza di pompa coinvolge principalmente il cuore sinistro (ad esempio, insufficienza cardiaca congestizia scompensata) o il cuore destro (ad esempio, infarto miocardico del ventricolo destro o un’altra patologia ostruttiva). Una metanalisi di numerosi trials controllati, randomizzati, ha dimostrato che l’impiego precoce (profilattico) della terapia PAC-guidata, finalizzata alla perfusione tessutale, ha dato come risultato un miglioramento dell’esito dei pazienti.120 Altri studi controllati, randomizzati nella metanalisi, tuttavia, hanno dimostrato che non ci sono stati miglioramenti degli esiti quando la terapia PAC-guidata è stata impiegata nei pazienti in unità di terapia intensiva dopo l’instaurarsi dell’insufficienza d’organo e della sepsi. Questo è stato avvalorato in altri studi.121 In uno studio di coorte prospettico di 5735 pazienti critici, non c’è stato nessun gruppo di pazienti nel quale la RHC abbia dimostrato un miglioramento dell’esito. Tuttavia, la RHC è stata associata con un aumento della mortalità, della lunghezza del ricovero, del costo assistenziale e dell’utilizzazione delle risorse.122 In un DEA affollato, la praticità dell’utilizzo di un monito- MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE sossimetria, la PO2 e la PCO2 transcutanee erano equivalenti ai dati invasivi della termodiluizione. Il monitor della bioimpedenza era in grado di rilevare più precocemente le condizioni di flusso ridotto e di scarsa ossigenazione. I livelli più bassi di ossigenazione tessutale e più elevati di CO2 tessutale erano significativamente prevalenti nei non sopravvissuti.124 Le limitazioni delle apparecchiature per la bioimpedenza toracica possono includere l’errato posizionamento degli elettrodi, gli artefatti da movimento causati dai tremori, i movimenti del paziente irrequieto e le condizioni del paziente correlate alle patologie come l’edema polmonare, i versamenti pleurici, le malattie valvolari e le aritmie. Con l’adeguata implementazione di questi strumenti, tuttavia, si possono conseguire esiti migliori tramite una diagnosi e un trattamento più precoci degli individui a rischio di sviluppare un’ipotensione e lo shock prima di osservare gli effetti tardivi sui parametri vitali. Con la maggior diffusione di questa tecnologia, sarà necessario un addestramento supplementare per questo monitoraggio per i medici d’urgenza, gli infermieri e gli altri operatori sanitari del DEA. la mortalità, una permanenza più breve nell’unità di terapia intensiva (UTI) e un tempo complessivo inferiore trascorso in ospedale. I pazienti con gravi comorbilità erano più inclini a soccombere alle complicanze. In molti altri studi, sono stati raggiunti esiti migliori in termini di durata dell’ipotensione, di permanenza in UTI e in ospedale e di mortalità globale con l’utilizzo degli algoritmi.50,127-129 Fattore ricombinante VIIa C’è stato uno studio recente dell’uso del Fattore VIIa ricombinante per controllare il sanguinamento durante gli interventi chirurgici. Di particolare importanza per i medici d’urgenza è il suo utilizzo nei pazienti traumatici sanguinanti. Questo farmaco è impiegato per favorire la formazione del coagulo specificamente nel sito di sanguinamento e trova una particolare indicazione nel trauma chiuso e nell’emorragia intracerebrale, due entità che non sono così rare nell’ambito del DEA. L’impiego corrente è raccomandato solo nell’emorragia refrattaria e la maggior parte dei casi clinici dimostra che il suo utilizzo è un estremo tentativo di controllare il sanguinamento.130-133 A causa delle sue proprietà pro-coagulanti e della mancanza relativa di studi completi controllati, randomizzati, sul suo utilizzo, il Fattore VIIa può essere raccomandato solo con una definizione di Classe III fino a che non si ricevano ulteriori informazioni.134 Non esiste una letteratura significativa che sostenga il suo utilizzo nei pazienti con sanguinamento medico e può essere in realtà controindicato a causa della tipica patologia multisistemica di questi pazienti. Trattamento algoritmico dell’ipotensione e dello shock Con l’accurato monitoraggio dei parametri emodinamici e della perfusione tessutale, si possono sviluppare algoritmi per individuare direttamente i segni sub-clinici di scarsa perfusione tessutale. L’utilizzo di algoritmi nel trattamento dell’ipotensione non è un concetto nuovo. Nel 1983, è stato individuato uno studio retrospettivo sulla rianimazione con liquidi di 603 pazienti.12 Si è trattato di una serie di casi di pazienti con ipotensione che sono stati trattati sia con un algoritmo di somministrazione dei liquidi sia sulla base delle preferenze individuali dei medici. Una revisione delle Cartelle cliniche ha mostrato che anche con queste linee guida specifiche la compliance all’algoritmo è stata subottimale. Ci sono stati significativi ritardi nell’inizio della somministrazione di fluid challenge e molti passi dell’algoritmo non sono stati seguiti. Ci sono stati 114 decessi (19% mortalità) nel gruppo di studio. Significative comorbilità erano presenti in 265 (44%) dei pazienti ipotesi. Quarantaquattro pazienti in questo sottogruppo hanno sviluppato una severa disfunzione d’organo correlata allo shock. Questi pazienti hanno avuto una percentuale di mortalità più alta, un’ipotensione più grave (pressione arteriosa media inferiore) e rianimazioni più difficili e prolungate. Pare inoltre che i pazienti abbiano avuto un inizio notevolmente ritardato dei tentativi rianimatori dopo il riconoscimento dell’ipotensione. Gli Autori concludono che nelle circostanze in cui ci sono state minori deviazioni (o maggiore compliance) dalle linee guida sulla rianimazione con liquidi, i tentativi rianimatori sono stati più brevi e ci sono stati minori problemi correlati allo shock. Il miglioramento dell’esito clinico ha incluso una riduzione del- Emergency Medicine Practice Strategie economiche efficaci e tempestive nella valutazione diagnostica dell’ipotensione inspiegabile 24 Tenete disponibile l’ecografia al letto per rispondere a domande focalizzate sulla funzione cardiaca globale e lo stato del volume ematico. I segni di una catastrofe vascolare, di un’embolia polmonare massiva e di uno pneumotorace iperteso possono essere ricercati senza interrompere gli sforzi rianimatori: • non utilizzate la radiografia del torace per escludere la dissezione aortica, il versamento/tamponamento pericardico o una cardiomiopatia sulla base di un mero profilo; • non aspettate la TC e la creatininemia per stabilire se un elevato sospetto di AAA è presente o assente. Valutate le dinamiche cardiache e i valori di PVC prima, durante e dopo il supporto di liquidi e catecolamine. Studi ben disegnati sostengono l’utilizzo dell’ecocardiografia diretta all’obiettivo nel paziente ipoteso del DEA. Utilizzate le soluzioni di cristalloidi per la rianimazione con liquidi. Non esistono nella letteratura attuale miglioramenti negli esiti che giustifichino, negli USA, l’utilizzo di soluzioni colloidi molto più care. Gli obiettivi possono includere: miglioramento Disposizioni A causa della morbilità e della mortalità elevate associate con l’ipotensione indipendentemente dall’eziologia, deve esserci una soglia bassa per il ricovero. L’ecografia può rappresentare un utile strumento per dirigere i provvedimenti. L’applicazione del Focused Assessment of Sonography in Trauma (FAST) permette il triage diretto dei pazienti traumatici con reperti FAST positivi alla laparotomia terapeutica senza l’utilizzo dello studio per immagini TC.135 Nella nuova era dei DEA super-super-affollati (e questo non è un errore tipografico) la soluzione all’acuzie e al volume ingente dei pazienti non deve prolungare la terapia intensiva nel DEA. Unità di terapia semintensiva e unità di terapia intensiva ampliate aiutano a reindirizzare le risorse e l’esperienza del medico d’urgenza al paziente successivo che chiede una risposta alla sua inspiegabile ipotensione. L’Acute Physiology and Chronic Health Evaluation (APACHE) II, il Simplified Acute Physiology Score (SAPS) e il Punteggio dell’Ipotensione sono stati tutti ideati come predittivi dell’esito del paziente o della severità della malattia e hanno la potenzialità di guidare l’assistenza in unità di terapia intensiva.136 Sommario In un’epoca in cui siamo vincolati allo standard elevato dell’essere “migliori, più veloci e più sicuri”, il volume inconsueto, la complessità crescente e la maggiore acuità dei pazienti del DEA rende il trattamento dei pazienti più che mai difficile. Il precoce riconoscimento dell’ipotensione clinica, il rapido inizio della rianimazione mirata all’obiettivo e l’utilizzo anticipato di accurati strumenti diagnostici rimangono le pietre angolari per la riduzione della morbilità e mortalità dei pazienti ipotesi. La rapida identificazione dell’ipotensione clinica deve essere seguita da una sollecita e sicura diagnosi delle eziologie principali e concorrenti. La correzione dei disturbi principali deve avvenire in parallelo all’iter diagnostico per evitare esiti avversi per il paziente: una bella pretesa per il medico d’urgenza. L’utilizzo precoce degli strumenti che abbiamo a disposizione, prima di un ulteriore peggioramento del paziente critico, ci avvicina al raggiungimento dell’obiettivo. Conclusione dei casi La prima paziente ha avuto un’ipossia ingravescente (nonostante la corretta intubazione endotracheale) e le sono stati somministrati antibiotici a causa della febbre e dell’elevato conteggio dei leucociti. Non era evidente alcuna fonte ovvia di infezione. L’ecocardiografia al letto ha dimostrato l’assenza di versamento pericardico ma ha rilevato un’aumentata funzione del ventricolo sinistro, un ventricolo destro disteso con pareti sottili e una deviazione della parete del setto verso sinistra. La VCI era distesa e mostrava uno scarso movimento respiratorio. Non erano presenti ovvi coaguli o masse nelle cavità cardiache o nella VCI. La pressione arteriosa era resistente a 2 litri di cristalloidi ev e, dopo una discussione con il team di terapia intensiva, l’embolia polmonare è stata considerata come causa probabile del sovraccarico acuto del cuore destro. L’ecocardiografia transesofagea ha confermato il reperto di un trombo nell’arteria polmonare e sono stati somministrati i farmaci trombolitici. Il secondo paziente aveva dei rantoli e l’infusione di Bibliografia La medicina evidence-based richiede un esame critico della letteratura basata sulla metodologia e sul numero di soggetti. Non tutte le referenze sono ugualmente solide. I risultati di un ampio studio prospettico, randomizzato, in cieco, dovrebbero avere maggior peso rispetto a un caso clinico. Per aiutare il lettore a valutare la forza di ciascuna voce bibliografica, informazioni pertinenti lo studio, come il tipo, il numero di 25 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE liquidi ha determinato un respiro ancor più faticoso e in più un’altra intubazione endotracheale. La furosemide non è servita e il centro dialisi non ha risposto. L’ECG non era significativo e il paziente, che era paralizzato e sedato, è rimasto ipoteso e tachicardico. Voi avete considerato un supporto con inotropi o vasopressori ma poi vi siete ricordati che il giorno prima era stato consegnato il nuovo ecografo. L’aorta addominale non sembrava essere maggiore di 2 cm di diametro ma voi avete notato un flap intimale. Il cuore aveva altresì un piccolo versamento pericardico e un flap intimale vicino alla valvola aortica. Il paziente è stato condotto in sala operatoria dove è sopravvissuto a una riparazione dell’aorta toracica. Anche la terza paziente aveva dei rantoli. Il cuore era ingrandito alla radiografia del torace. I polmoni erano lievemente congesti. L’ecografia ha dimostrato un piccolo versamento pericardico e nell’insieme quasi nessuna attività cardiaca con una frazione d’eiezione al massimo del 10%. La VCI era spessa ed è rimasta invariata dopo che la paziente ha respirato velocemente e profondamente. La paziente è stata rapidamente posta in terapia con dobutamina e si è addormentata un’ora più tardi per la prima volta da alcune settimane. Un’ecografia ripetuta ha mostrato un FE del 20% e la paziente stava notevolmente meglio; voi avete terminato il turno esausti ma convinti sostenitori del valore dell’ecografia al letto. della PVC, miglioramento dell’indice cardiaco, output urinario adeguato e clearance dell’acido lattico. L’ipoperfusione d’organo può essere occulta; ricercate in modo energico degli indizi utilizzando il monitoraggio non invasivo come la saturazione d’ossigeno tessutale, l’ossimetria venosa centrale e i livelli di lattato. Utilizzate l’ipotensione come punto soglia, non come un obiettivo. Individuate i diversi fattori che possono incidere sull’ipotensione e, ancor più importante, sulla perfusione d’organo. MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE pazienti coinvolti, saranno incluse nei dati in grassetto che seguono le referenze, se disponibili. Inoltre, le referenze più esplicative citate in questo articolo, come stabilito dagli Autori, saranno evidenziate da un asterisco (*) vicino al numero della voce bibliografica. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. Weisser B, Grune S, Burger R, et al. The Dubendorf Study: a population-based investigation on normal values of blood pressure selfmeasurement. J Hum Hypertens. Apr 1994;8(4):227-231. (Trial controllato, randomizzato; studio comparativo; 503 pazienti) Rasmussen SL, Torp-Pedersen C, Borch-Johnsen K, Ibsen H. 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Classe I • Sempre accettabile, sicuro • Assolutamente utile • Di comprovata efficacia ed efficienza Livello d’evidenza • Sono presenti uno o più ampi studi prospettici (con rare eccezioni) • Metanalisi di alta qualità • I risultati degli studi sono consistentemente positivi e convincenti Significativamente modificato da: The Emergency Cardiovascular Care Committees of the American Heart Association e rappresentanti del consiglio di rianimazione del ILCOR: How to Develop EvidenceBased Guidelines for Emergency Cardiac Care: Quality of Evidence and Classes of Recommendations; inoltre: Anonimous. Guidelines for cardiopulmonary resuscitation and emergency cardiac care. Emergency Cardiac Care Committees and Subcommittees, American Heart Association. Parte IX. Ensuring effectiveness of community-wide emergency cardiac care. JAMA 1992; 268(16): 22892295. Classe II • Sicuro, accettabile • Probabilmente utile Livello d’evidenza • Generalmente livello d’evidenza elevato • Studi non randomizzati o retrospettivi: studi retrospettivi, di coorte o caso-controllo • RCT meno forti • I risultati sono positivi in modo costante Classe III • Può essere accettabile 31 Emergency Medicine Practice MATERIALE PROTETTO DA COPYRIGHT. NON FOTOCOPIARE O DISTRIBUIRE ELETTRONICAMENTE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL’EDITORE • Possibilmente utile • Considerare trattamenti alternativi o facoltativi Livello d’evidenza • Livelli di evidenza generalmente bassi o intermedi • Serie di casi, studi su animali o consensi di esperti • Talvolta risultati positivi