Rassegna Stampa Mercoledì 23 settembre 2015 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende 20123 Milano – Via Mameli, 11 Tel. 0243990431 – Fax 0245409587 [email protected] Rassegna del 23 settembre 2015 ISTITUTO MARIO NEGRI Agiellenews Medicina: primo studio europeo su farmaco neuroprotettivo per ictus 1 Aska News Primo studio preclinico su animali con criteri clinici per l'uomo 2 Contattonews Primo studio preclinico su animali con criteri clinici per l'uomo 3 Healthdesk.it La ricerca sugli animali impari dai trial clinici 4 Panorama Sanitã .it 5 Research4life Effettuato da un gruppo di ricercatori europei il primo studio multicentrico, randomizzato e controllato su modelli animali Ictus: effettuato importante studio su modelli animali Yahoo! Primo studio preclinico su animali con criteri clinici per l'uomo 8 6 (AGIELLE) - Medicina: primo studio europeo su farmaco neuroprotettivo per ictus (AGIELLE) - Milano - Il passaggio dei risultati dalla ricerca di laboratorio al letto del malato, ovvero dalla ricerca di base alla clinica, presenta tutt'ora diverse criticità dato che spesso i risultati sperimentali apparentemente promettenti non si traducono in farmaci efficaci sull'uomo. Adottare per gli studi preclinici sui modelli animali gli stessi criteri usati per gli studi clinici sull'uomo può rappresentare un modo per superare queste difficoltà e rendere più efficace e rigoroso il passaggio dalla ricerca alla clinica. Al riguardo, un gruppo di ricercatori che lavorano presso cinque centri di ricerca europei: Monaco (centro coordinatore), Milano, Barcellona, Berlino, Caen, ha effettuato il primo studio preclinico, multicentrico, randomizzato e controllato (pRCT) riguardante gli effetti di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus. In pratica sono stati applicati a uno studio preclinico su modelli animali, gli stessi criteri utilizzati in uno studio multicentrico umano. Lo studio ha documentato l'effetto di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus, mostrando tuttavia che esso dipende dalla localizzazione e dalla gravità del danno cerebrale, e suggerendo quindi che nel trial sull'uomo, peraltro già in corso, il farmaco potrebbe essere efficace solo su un sottogruppo di pazienti. "La disponibilità di dati preclinici robusti ed affidabili - spiega Maria Grazia De Simoni, dell'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che, con i suoi collaboratori Elisa Zanier e Carlo Perego, ha condotto la parte italiana dello studio - è essenziale al fine di selezionare nuovi potenziali farmaci e per pianificare studi clinici appropriati, ed evitare quindi studi inutili, costosi e a volte pericolosi". Le cause del fallimento di tanti studi clinici con nuovi farmaci sono molteplici ma includono spesso studi preclinici non adeguati. Si parla di "crisi di riproducibilità" in quanto molti degli studi preclinici non sono sufficientemente solidi (lack of robustness) e non vengono replicati. Tra i maggiori imputati si possono individuare: esperimenti sottodimensionati (underpowered), con errori sistematici (biased), mancanza di cross-validazione di dati ottenuti da centri indipendenti, inadeguata elaborazione e presentazione dei dati, analisi statistiche non appropriate. Lo studio pubblicato da Science Translational Medicine (Llovera et al. 2015), che a buon diritto può essere assunto come pietra miliare della ricerca preclinica, ha imparato la lezione dai trials clinici e ne ha imitato il rigore. Sono stati adottati criteri di: 1) armonizzazione dei protocolli tra i diversi centri, 2) disegno sperimentale prospettico, randomizzato e in cieco, 3) raccolta, monitoraggio, analisi dei dati centralizzata. "Ci aspettiamo che il nostro studio venga valutato attentamente dalle case farmaceutiche - aggiunge Maria Grazia De Simoni -, in quanto l'approccio proposto potrebbe diventare lo strumento indispensabile da utilizzare per stabilire l'opportunità e guidare il disegno di uno studio clinico sull'uomo", (agiellenews.it) 22/09/2015-13:20 ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 1 Primo studio preclinico su animali con criteri clinici per l'uomo Coinvolti 5 istituti europei, per l'Italia il Mario Negri Milano, 22 set. (askanews) - Utilizzare, negli studi preclinici sui modelli animali - per la ricerca farmacologica - gli stessi criteri usati per gli studi clinici sull'uomo: è questa l'idea alla base di uno studio che ha coinvolto ricercatori di cinque centri europei - Monaco (centro coordinatore), Milano, Barcellona, Berlino, Caen - su un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus. Il passaggio dei risultati dalla ricerca di laboratorio al letto del malato, ovvero dalla ricerca di base alla clinica, presenta ancora oggi diverse criticità: spesso i risultati sperimentali apparentemente promettenti non si traducono in farmaci efficaci sull'uomo. L'obiettivo di questo primo studio preclinico, multicentrico, randomizzato e controllato (pRCT) che ha applicato su si modelli animali gli stessi criteri utilizzati in uno studio multicentrico umano, è proprio quello di superare queste criticità. "La disponibilità di dati preclinici robusti ed affidabili - spiega Maria Grazia De Simoni, dell'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che, con i suoi collaboratori Elisa Zaniere Carlo Perego, ha condotto la parte italiana dello studio - è essenziale al fine di selezionare nuovi potenziali farmaci e per pianificare studi clinici appropriati, ed evitare quindi studi inutili, costosi e a volte pericolosi". Le cause del fallimento di tanti studi clinici con nuovi farmaci sono molteplici ma includono spesso studi preclinici non adeguati. Si parla di "crisi di riproducibilità" in quanto molti degli studi preclinici non sono sufficientemente solidi e non vengono replicati. Tra i maggiori imputati si possono individuare: esperimenti sottodimensionati, con errori sistematici, mancanza di cross-validazione di dati ottenuti da centri indipendenti, inadeguata elaborazione e presentazione dei dati, analisi statistiche non appropriate. Lo studio pubblicato da Science Translational Medicine (Llovera et al. 2015), che a buon diritto può essere assunto come pietra miliare della ricerca preclinica, ha imparato la lezione dai trials clinici e ne ha imitato il rigore. "Ci aspettiamo che il nostro studio venga valutato attentamente dalle case farmaceutiche aggiunge Maria Grazia De Simoni - in quanto l'approccio proposto potrebbe diventare lo strumento indispensabile da utilizzare per stabilire l'opportunità e guidare il disegno di uno studio clinico sull'uomo". ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 2 Primo studio preclinico su animali con criteri clinici per l'uomo Milano, 22 set. - Utilizzare, negli studi preclinici sui modelli animali - per la ricerca farmacologica - gli stessi criteri usati per gli studi clinici sull'uomo: è questa l'idea alla base di uno studio che ha coinvolto ricercatori di cinque centri europei - Monaco (centro coordinatore), Milano, Barcellona, Berlino, Caen su un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus. Il passaggio dei risultati dalla ricerca di laboratorio al letto del malato, ovvero dalla ricerca di base alla clinica, presenta ancora oggi diverse criticità: spesso i risultati sperimentali apparentemente promettenti non si traducono in farmaci efficaci sull'uomo. L'obiettivo di questo primo studio preclinico, multicentrico, randomizzato e controllato (pRCT) che ha applicato su si modelli animali gli stessi criteri utilizzati in uno studio multicentrico umano, è proprio quello di superare queste criticità. "La disponibilità di dati preclinici robusti ed affidabili - spiega Maria Grazia De Simoni, dell'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che, con i suoi collaboratori Elisa Zanier e Carlo Perego, ha condotto la parte italiana dello studio - è essenziale al fine di selezionare nuovi potenziali farmaci e per pianificare studi clinici appropriati, ed evitare quindi studi inutili, costosi e a volte pericolosi". Le cause del fallimento di tanti studi clinici con nuovi farmaci sono molteplici ma includono spesso studi preclinici non adeguati. Si parla di "crisi di riproducibilità" in quanto molti degli studi preclinici non sono sufficientemente solidi e non vengono replicati. Tra i maggiori imputati si possono individuare: esperimenti sottodimensionati, con errori sistematici, mancanza di cross-validazione di dati ottenuti da centri indipendenti, inadeguata elaborazione e presentazione dei dati, analisi statistiche non appropriate. Lo studio pubblicato da Science Translational Medicine (Llovera et al. 2015), che a buon diritto può essere assunto come pietra miliare della ricerca preclinica, ha imparato la lezione dai trials clinici e ne ha imitato il rigore. "Ci aspettiamo che il nostro studio venga valutato attentamente dalle case farmaceutiche - aggiunge Maria Grazia De Simoni - in quanto l'approccio proposto potrebbe diventare lo strumento indispensabile da utilizzare per stabilire l'opportunità e guidare il disegno di uno studio clinico sull'uomo", (askanews) ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 3 RICERCA FARMACOLOGICA Laricercasugli animali impari dai trial clinici Perché non applicare alla ricerca pie clinica lo stesso rigore applicato a quella sull'uomo? Così si potrebbero risparmiare decine di sperimentazioni inutili e, a volte, dannose Perché molti farmaci che si dimostrano promettenti quando sono studiati su modelli animali, si rivelano poi un fallimento quando vengono sperimentati sull'uomo? Di certo giocano un ruolo fondamentale le differenze tra uomo e animale. Ma non solo: spesso a giocare un ruolo importante sono difetti metodologici nella ricerca preclinica. A questo problema che ha portato a parlare di una vera e propria "crisi di riproducibilità" dal momento che studi preclinici non sono sufficientemente solidi e non vengono replicati ha cercato di porre rimedio un gruppo di ricercatori che lavora presso cinque centri di ricerca europei: Monaco (centro coordinatore), Milano, Barcellona, Berlino, Caen. L'idea è semplice: applicare il rigore impiegato negli studi clinici sull'uomo alle sperimentazioni precliniche condotte sugli animali. Così il gruppo ha effettuato il primo studio preclinico, multicentrico, randomizzato e controllato (pRCT). Lo studio ha documentato l'effetto di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus, mostrando tuttavia che esso dipende dalla localizzazione e dalla gravità del danno cerebrale. E ciò dà importanti indicazioni a chi dovrà condurre le sperimentazioni sull'uomo, dato che si sa già che il farmaco potrebbe essere efficace sì, ma solo su un sottogruppo di pazienti. «La disponibilità di dati preclinici robusti ed affidabili - spiega Maria Grazia De Simoni, dell'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri dove è stata condotta la parte italiana dello studio - è essenziale al fine di selezionare nuovi potenziali farmaci e per pianificare studi clinici appropriati, ed evitare quindi studi inutili, costosi e a volte pericolosi». Lo studio è stato pubblicato da Science Translational Medicine e potrebbe diventare una pietra miliare della ricerca preclinica. «Ci aspettiamo che il nostro studio venga valutato attentamente dalle case farmaceutiche - aggiunge De Simoni -, in quanto l'approccio proposto potrebbe diventare lo strumento indispensabile da utilizzare per stabilire l'opportunità e guidare il disegno di uno studio clinico sull'uomo». ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 4 Effettuato da un gruppo dì ricercatori europei il primo studio multicentrico, randomizzato e controllato su modelli animali 22/09/20*5 in News L'adozione su larga scala di questo approccio consentirebbe di evitare studi clinici inutili, costosi e a volte pericolosi. Gli effetti di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus sono stati verificati contemporaneamente in 5 laboratori di diversi Paesi. Il passaggio dei risultati dalla ricerca di laboratorio al letto del malato, ovvero dalla ricerca di base alla clinica, presenta tutt'ora diverse criticità dato che spesso i risultati sperimentali apparentemente promettenti non si traducono in farmaci efficaci sull'uomo. Adottare per gli studi preclinici sui modelli animali gli stessi criteri usati per gli studi clinici sull'uomo può rappresentare un modo per superare queste difficoltà e rendere più efficace e rigoroso il passaggio dalla ricerca alla clinica. Al riguardo, un gruppo di ricercatori che lavorano presso cinque centri di ricerca europei: Monaco (centro coordinatore), Milano, Barcellona, Berlino, Caen, ha effettuato il primo studio preclinico, multicentrico, randomizzato e controllato (pRCT) riguardante gli effetti di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus. In pratica sono stati applicati a uno studio preclinico su modelli animali, gli stessi criteri utilizzati in uno studio multicentrico umano. Lo studio ha documentato l'effetto di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus, mostrando tuttavia che esso dipende dalla localizzazione e dalla gravità del danno cerebrale, e suggerendo quindi che nel trial sull'uomo, peraltro già in corso, il farmaco potrebbe essere efficace solo su un sottogruppo di pazienti. «La disponibilità di dati preclinici robusti ed affidabili - spiega Maria Grazia De Simoni, dell'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che, con i suoi collaboratori Elisa Zanier e Carlo Perego, ha condotto la parte italiana dello studio - è essenziale al fine di selezionare nuovi potenziali farmaci e per pianificare studi clinici appropriati, ed evitare quindi studi inutili, costosi e a volte pericolosi». "Le cause del fallimento di tanti studi clinici con nuovi farmaci" spiega l'Istituto Negri "sono molteplici ma includono spesso studi preclinici non adeguati. Si parla di "crisi di riproducibilità" in quanto molti degli studi preclinici non sono sufficientemente solidi (lack of robustness) e non vengono replicati. Tra i maggiori imputati si possono individuare: esperimenti sottodimensionati (underpowered), con errori sistematici (biased), mancanza di cross-validazione di dati ottenuti da centri indipendenti, inadeguata elaborazione e presentazione dei dati, analisi statistiche non appropriate. Lo studio pubblicato da Science Translational Medicine (Llovera et al. 2015), che a buon diritto può essere assunto come pietra miliare della ricerca preclinica, ha imparato la lezione dai trials clinici e ne ha imitato il rigore. Sono stati adottati criteri di: 1) armonizzazione dei protocolli tra i diversi centri, 2) disegno sperimentale prospettico, randomizzato e in cieco, 3) raccolta, monitoraggio, analisi dei dati centralizzata". «Ci aspettiamo che il nostro studio venga valutato attentamente dalle case farmaceutiche - aggiunge Maria Grazia De Simoni -, in quanto l'approccio proposto potrebbe diventare lo strumento indispensabile da utilizzare per stabilire l'opportunità e guidare il disegno di uno studio clinico sull'uomo». ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 5 ICTUS: effettuato importante studio su modelli animali Gli effetti di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus sono stati verificati contemporaneamente in 5 laboratori di diversi Paesi L'adozione su larga scala di questo approccio consentirebbe di evitare studi clinici inutili, costosi e a volte pericolosi Milano, Settembre 2015 - Il passaggio dei risultati dalla ricerca di laboratorio al letto del malato, ovvero dalla ricerca di base alla clinica, presenta tutt'ora diverse criticità dato che spesso i risultati sperimentali apparentemente promettenti non si traducono in farmaci efficaci sull'uomo. Adottare per gli studi preclinici sui modelli ammali gli stessi criteri usati per gli studi clinici sull'uomo può rappresentare un modo per superare queste difficoltà e rendere più efficace e rigoroso il passaggio dalla ricerca alla clinica. Al riguardo, un gruppo di ricercatori che lavorano presso cinque centri di ricerca europei: Monaco (centro coordinatore), Mlano, Barcellona, Berlino, Caen, ha effettuato il primo studio preclinico, multicentrico, randomizzato e controllato (pRCT) riguardante gli effetti di un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus. In pratica sono stati applicati a uno studio preclinico su modelli animali, gli stessi criteri utilizzati in uno studio multicentrico umano. Lo studio ha documentato l'effetto di un potenziale fàrmaco neuroprotettivo per l'ictus, mostrando tuttavia che esso dipende dalla localizzazione e dalla gravità del danno cerebrale, e suggerendo quindi che nel trial sull'uomo, peraltro già in corso, il farmaco potrebbe essere efficace solo su un sottogruppo di pazienti. "La disponibilità di dati preclinici robusti ed affidabili - spiega Maria Grazia De Simoni, dell'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che, con i suoi collaboratori Elisa Zanier e Carlo Perego, ha condotto la parte italiana dello studio - è essenziale al fine di selezionare nuovi potenziali farmaci e per pianificare studi clinici appropriati, ed evitare quindi studi inutili, costosi e a volte pericolosi". ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 6 Le cause del fallimento di tanti studi clinici con nuovi farmaci sono molteplici ma includono spesso studi preclinici non adeguati. Si parla di "crisi di riproducibilità" in quanto molti degli studi preclrnici non sono sufficientemente solidi (lack of robustness) e non vengono replicati. Tra i maggiori imputati si possono individuare: esperimenti sottodimensionati (underpowered), con errori sistematici (biased), mancanza di crossvalidazione di dati ottenuti da centri indipendenti, inadeguata elaborazione e presentazione dei dati, analisi statistiche non appropriate. Lo studio pubblicato da Science Translational Medicine (Llovera et al. 2015), che a buon diritto può essere assunto come pietra miliare della ricerca preclinica, ha imparato la lezione dai trials clinici e ne ha imitato il rigore. Sono stati adottati criteri di: 1) armonizzazione dei protocolli tra i diversi centri, 2) disegno sperimentale prospettico, randomizzato e in cieco, 3) raccolta, monitoraggio, analisi dei dati centralizzata. "Ci aspettiamo che il nostro studio venga valutato attentamente dalle case farmaceutiche - aggiunge Maria Grazia De Simoni -, in quanto l'approccio proposto potrebbe diventare lo strumento indispensabile da utilizzare per stabilire l'opportunità e guidare il disegno di uno studio clinico sull'uomo". Referenza completa G. Llovera, K. Hofmann, S. Roth, A. Salas-Pérdomo, M. Ferrer-Ferrer, C. Perego, E. R. Zanier, U. Mamrak, A. Rex, H. Party, V. Agin, C. Fauchon, C. Orset, B. Haelewyn, M.-G. De Simoni, U. Dirnagl, U. Grittner, A. M. Planas, N. Plesnila, D. Vivien, A. Liesz, Results of a preclinical randomized controlied multicenter trial (pRCT): Anti-CD49d treatment for acute brain ischemia. Sci. Transl. Med. 7, 299ral21 (2015). ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 7 Primo studio preclinico su animali con criteri clinici per l'uomo Milano, 22 set. (askanews) - Utilizzare, negli studi preclinici sui modelli animali - per la ricerca farmacologica - gli stessi criteri usati per gli studi clinici sull'uomo: è questa l'idea alla base di uno studio che ha coinvolto ricercatori di cinque centri europei - Monaco (centro coordinatore), Milano, Barcellona, Berlino, Caen - su un potenziale farmaco neuroprotettivo per l'ictus. Il passaggio dei risultati dalla ricerca di laboratorio al letto del malato, ovvero dalla ricerca di base alla clinica, presenta ancora oggi diverse criticità: spesso i risultati sperimentali apparentemente promettenti non si traducono in farmaci efficaci sull'uomo. L'obiettivo di questo primo studio preclinico, multicentrico, randomizzato e controllato (pRCT) che ha applicato su si modelli animali gli stessi criteri utilizzati in uno studio multicentrico umano, è proprio quello di superare queste criticità. "La disponibilità di dati preclinici robusti ed affidabili - spiega Maria Grazia De Simoni, dell'IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che, con i suoi collaboratori Elisa Zanier e Carlo Perego, ha condotto la parte italiana dello studio - è essenziale al fine di selezionare nuovi potenziali farmaci e per pianificare studi clinici appropriati, ed evitare quindi studi inutili, costosi e a volte pericolosi". Le cause del fallimento di tanti studi clinici con nuovi farmaci sono molteplici ma includono spesso studi preclinici non adeguati. Si parla di "crisi di riproducibilità" in quanto molti degli studi preclinici non sono sufficientemente solidi e non vengono replicati. Tra i maggiori imputati si possono individuare: esperimenti sottodimensionati, con errori sistematici, mancanza di crossvalidazione di dati ottenuti da centri indipendenti, inadeguata elaborazione e presentazione dei dati, analisi statistiche non appropriate. Lo studio pubblicato da Science Translational Medicine (Llovera et al. 2015), che a buon diritto può essere assunto come pietra miliare della ricerca preclinica, ha imparato la lezione dai trials clinici e ne ha imitato il rigore. "Ci aspettiamo che il nostro studio venga valutato attentamente dalle case farmaceutiche aggiunge Maria Grazia De Simoni - in quanto l'approccio proposto potrebbe diventare lo strumento indispensabile da utilizzare per stabilire l'opportunità e guidare il disegno di uno studio clinico sull'uomo". ISTITUTO MARIO NEGRI Pag. 8