————————————————————————————————————————— E TU, TI SEI FATTO ragionamento di cui sopra, dovremmo concludere che l’uomo non è un modello predittivo per l’uomo. Verrebbe da pensare che per partecipare a un clinical trial (la sperimentazione farmaci che superano i test sull’uomo si chiama così) sia sugli animali, nove non necessario farsi prima validare; arrivano mai in farmacia. Dati tanto per stare sicuri. più recenti sarebbero anche Uno mica può saperlo in anticipo peggiori, con una percentuale di se è un essere umano attendibile. VALIDARE? Potrebbe capitarvi in qualunque momento. Un bel giorno qualcuno vi ferma e vi chiede: – Ehi! Stiamo cercando volontari per sperimentare un nuovo È chiaro che quella frase che ci ripetono ossessivamente ormai da mesi – alla radio, in TV e sui giornali – si fonda su qualcosa di sbagliato. farmaco, vuoi partecipare? fallimento intorno al 95%. Insomma, una vera catastrofe. Le prime domande che vi passeranno per la testa saranno Verrebbe quasi da pensare che se tirassero a caso ci azzeccherebbero «Ma è sicuro?», «Ma funziona?» più spesso. – Sui topi ha funzionato! Come mai così tanti candidati Certo che messa così c’è da farmaci vengono scartati durante rimanere un po’ perplessi. Che la sperimentazione sull’uomo? prove abbiamo che i risultati di Quali sono i motivi per cui si un esperimento condotto su un rivelano inutili? topo sia in qualche misura Andando a vedere più in rappresentativo di quanto accade nell’uomo? A dar retta a dettaglio, salta all’occhio una cosa La sperimentazione quello che si legge sui giornali, si strana. sull’uomo è infatti divisa in quattro ascolta alla radio o si vede in TV, fasi, chiamate, con grande sforzo verrebbe da pensare «nessuna». di fantasia, fase I, II, III e IV. La statistica che la fa da padrone sui media è, in apparenza, Ebbene, di tutte le molecole che inattaccabile e quasi drammatica: superano la prima fase di sull’uomo, secondo quanto stimato dalla sperimentazione 1 solo il 12% arriva in farmacia2. stessa FDA , su dieci potenziali Curioso, vero? Se applicassimo il Appurato che la proprietà transitiva secca non sembra valere né tra animale e uomo, né tra uomo e uomo, rimane da capire il motivo che spinge così tanti ricercatori, in discipline anche molto diverse – oncologi, immunologi, chirurghi, parassitologi… – ad avvalersi della Sperimentazione Animale (SA) per portare avanti le loro ricerche. Nonostante costi, tempi lunghi e incertezze. Ovvero: se è davvero possibile, a parità di risorse impiegate (umane e materiali) ottenere risultati migliori in tempi più brevi, perché insistere con la SA? Dopotutto l’obiettivo di qualunque scienziato è quello di pubblicare (publish or perish!). Se lo si può fare meglio e spendendo perché no? prima, meno, La risposta non è semplice, ma un recente articolo apparso su Science del 14 giugno 20133, ci offre un interessante punto di partenza – anzi, di arrivo – per mettere a fuoco il vero ruolo della SA nella ricerca biomedica, e i motivi che la rendono ancora oggi spesso indispensabile. Però, dall’inizio. bisogna cominciare ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— INVECCHIARE FIN DA GIOVANI La progeria è una malattia genetica estremamente rara, il suo nome deriva dal greco e significa invecchiamento precoce. Chi ne è colpito raramente supera i tredici anni di età e, fin dall’infanzia, soffre di tutta una serie di sintomi – dal raggrinzimento della pelle alle disfunzioni renali e cardiache – che normalmente associamo alla vecchiaia. Da qui il nome. La malattia è nota fin dall’ottocento, ma per scoprirne le cause si è dovuto attendere anzitutto il completamento del progetto genoma, che ha fornito le tecniche e le informazioni necessarie a confrontare i geni delle persone malate con quelli delle persone sane, per individuare i geni difettosi. Nel 2003 l’equipe di ricercatori guidata da Maria Eriksson segnala in una lettera su Nature4 di avere individuato un difetto in un gene presente in quasi tutti i malati di progeria di cui avevano ottenuto dei campioni di DNA. Nelle persone sane quel gene era invece normale. Bingo! O no? Se seguite le rubriche più o meno scientifiche che abbondano su quotidiani e riviste (purtroppo la quantità non sostituisce la qualità) avrete forse già fatto caso a quanto spesso viene segnalata la scoperta del gene di una cosa o di un’altra. Poi, regolarmente, non se ne sa più nulla. Il problema è che si fa abbastanza in fretta a trovare un gene apparentemente difettoso che sembra “viaggiare insieme” a qualche malattia, ma non è affatto scontato che questo gene sia il solo e unico responsabile di quella malattia. Anzi, di solito non è così. ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— Ogni individuo acquisisce metà dei geni da un genitore e metà dall’altro, formando quindi una nuova combinazione di geni, unica e praticamente irripetibile. progeria, oppure è solo un chiama Laminina A), qual’è la gene correlato al vero sua normale funzione nelle responsabile della malattia? cellule sane e perché la sua In caso affermativo, esso è forma alterata (che si chiama l’unico responsabile, oppure Progerina) non funziona come dovrebbe. Grazie a queste ve ne sono altri? conoscenze sono inoltre state individuate alcune molecole in grado di migliorare la situazione nelle cellule malate: ovvero dei potenziali farmaci. TRESSETTE COL GENE Se paragonassimo i geni a delle carte da gioco, sarebbe come se un individuo prendesse metà del mazzo da un genitore e metà dall’altro (con la non trascurabile differenza che il mazzo sarebbe composto da più di venticinquemila carte!). Prima di questo nuovo abbinamento, però, i geni di entrambi i genitori subiscono un “rimescolamento”, che rende casuale lo scambio di geni. Questo rimescolamento, però, non è perfetto: i geni infatti tendono a rimescolarsi un po’ “a mazzetti” sempre uguali, o quasi. Come facevamo da bambini, prima di imparare la difficile arte di “intrecciare” le carte da gioco. Così accade che i geni tendano a viaggiare a gruppi, di generazione in generazione. A volte questi gruppi si spezzano, ma non è molto frequente. Gli studiosi di genetica chiamano questi geni che viaggiano spesso assieme, geni correlati, proprio a indicare che tra loro esiste una correlazione nel senso statistico del termine: quando ce n’è uno, probabilmente ci sono anche gli altri. Dunque, il difetto genetico individuato dalla Eriksson è proprio la causa della Tuttavia, per quanto queste informazioni siano importanti, non sono sufficienti a rispondere ad alcune domande fondamentali: la progeria è tutta qui, o stiamo perdendo tempo dietro a qualcosa di secondario se non addirittura Le prove su cellule coltivate ininfluente? in laboratorio hanno Infine: la genetica è l’unica responsabile della malattia, o almeno la principale, oppure entrano in gioco altri fattori? Nell’autismo, ad esempio, i geni sembrano avere un ruolo relativamente marginale. permesso di accertare abbastanza rapidamente che quel difetto genetico provocava alterazioni del tutto simili a quelle già individuate nelle cellule dei malati di progeria. Queste prove – cosiddette in vitro – hanno inoltre permesso di capire qual’è la proteina prodotta da quel gene (si Inoltre, è possibile far arrivare le molecole individuate in vitro, ad un numero sufficiente di cellule di una persona, in modo da migliorarne le condizioni? Infine, quei potenziali farmaci, che effetti hanno su una persona nel suo insieme? ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— AD OGNI MALATTIA Nonostante i continui sforzi di molti ricercatori5,6,7, ad oggi non esistono modelli informatici (le cosiddette prove in silico) né indagini di laboratorio (le cosiddette prove in vitro) in grado di fornire una risposta a queste domande. IL SUO TOPO Passare direttamente alla sperimentazione sull’uomo significherebbe esporre i malati al rischio di subire effetti collaterali anche gravi, senza neppure sapere se quelle molecole hanno davvero una qualche chance di produrre effetti benefici sulla malattia: non abbiamo nemmeno potuto accertare se quel difetto genetico è davvero il solo e unico responsabile della progeria! Per fortuna un’alternativa. Nel 2006 un esiste gruppo di ricercatori guidati da Renee Varga e Maria Eriksson sono riusciti a ottenere una linea genetica di topi con lo stesso difetto genetico riscontrato nei malati di progeria. Questi topi presentano sintomi sovrapponibili alla progeria umana8. In questo modo i ricercatori hanno potuto confermare che la mutazione è effettivamente rilevante per la malattia in questione. Contemporaneamente hanno anche messo a disposizione dei colleghi, degli animali che manifestano molti degli aspetti della progeria: uno strumento molto potente per testare la potenziale farmaco. efficacia di un Da questo punto in poi la strada è stata in discesa, relativamente parlando. Nel 2011 l’equipe guidata da Kan Cao ha dimostrato l’efficacia di un farmaco già noto, la rapamicina, nel ridurre gli effetti del difetto genetico nelle cellule coltivate in laboratorio9. Le conoscenze ottenute sulle prove in vitro hanno inoltre permesso ai ricercatori di capire fin da subito che l’azione della rapamicina è solo indiretta, e quindi i sui effetti sono necessariamente limitati. Per questo gli scienziati sono al lavoro per identificare farmaci nuovi, in grado di agire con maggior efficacia sui meccanismi biochimici della malattia3. Come si fa a cercare dei farmaci nuovi? ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— SCARICA L’APP E DIVENTA FARMACOLOGO La ricerca di nuovi potenziali farmaci è relativamente rapida, perché viene fatta al computer con programmi in grado di simulare le complesse reazioni chimiche tra la molecola studiata e le molecole dell’organismo coinvolte nella malattia. Questi programmi sono quindi in grado di individuare quelle sostanze che possono in qualche modo “bloccare” la biochimica della malattia, selezionando i potenziali farmaci tra centinaia, o anche migliaia di molecole. La reale efficacia di quelle identificate in questo modo (e solo di quelle!) può poi essere verificata su cellule coltivate in laboratorio, come già fatto per la rapamicina. Una volta individuate via computer Werthimer avevano scoperchiato il altre molecole potenzialmente utili, vaso di pandora. restano alcune importanti domande, Ad oggi il progetto originale è alle quali né le simulazioni al computer, diventato parte di un sistema di calcolo né i test su cellule coltivate in distribuito chiamato BOINC (Berkeley laboratorio possono dare una risposta. Open Infrastructure for Network Anzitutto non è scontato che il Computing) che supporta decine di miglioramento visto nelle cellule progetti diversi. Nel momento in cui corrisponda a un miglioramento dei scrivo questo articolo, il BOINC, nel suo sintomi della malattia. Forse ciò che complesso, ha una capacità di si vede sulle cellule, separate elaborazione stimata in poco meno dall’organismo di cui fanno parte, è 11 di 25 PetaFLOPS . Se non sapete Pochi sanno che è possibile partecipare da casa a questa fase della ricerca scientifica. La storia merita una digressione anche se bisogna partire da lontano e da una disciplina totalmente diversa: l’astronomia. In particolare dall’ambizioso progetto dell’università di Berkeley volto ad individuare segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri: il SETI, ovvero Search for ExtraTerrestrial Intelligence. Era il 1998 quando David Anderson e Dan Werthimer proposero un’idea innovativa per elaborare l’enorme massa di dati raccolti dal quanto vale un PetaFLOPS, vi basti radiotelescopio di Arecibo10. sapere che il più potente L’Università di Berkeley, infatti, non supercomputer del mondo, entrato in poteva permettersi di pagare per funzione a giugno 2013, ha una 12 questo progetto i costosi potenza di 34 PetaFLOPS , appena un terzo in più del BOINC, che però è supercomputer in grado di elaborare i destinato a crescere continuamente, dati abbastanza rapidamente. Anderson e Werthimer proposero di mano a mano che nuovi pc, sempre più scomporre il lavoro in tante piccole numerosi e potenti, si aggiungono al porzioni, e di “reclutare” i pc di privati progetto. cittadini che, grazie a uno screen-saver, potevano mettere a disposizione i tempi morti dei loro elaboratori domestici per portare avanti il progetto; elaboratori poco potenti, certo, ma molto numerosi. L’anno dopo, nel 1999, nacque il SETI@Home, ma era solo l’inizio: Anderson e questo tipo. Per partecipare, dovete anzitutto scaricare il software BOINC dal sito dedicato, poi collegarvi al progetto, o ai progetti, che più vi interessano. In questo modo potrete contribuire alla ricerca farmacologica e non solo a quella. Ce n’è per tutti i gusti. Tra i tanti progetti che fanno parte del grosso contenitore BOINC troviamo anche diversi progetti in campo medico, tra i quali, ad esempio, FightAIDS@home, dedicato alla ricerca via software di molecole potenzialmente in grado di bloccare il virus HIV. Non è l’unico progetto di solo un aspetto secondario. Inoltre il farmaco potrebbe non raggiungere un numero di cellule sufficiente a migliorare la qualità della vita di un malato. Infine, il farmaco potrebbe interferire con qualche altra funzione biochimica non nota dell’organismo, quindi non prevedibile. È possibile dare una risposta, almeno parziale, a queste importanti domande prima di iniziare la sperimentazione sull’uomo? La risposta è sì, specialmente per la più insidiosa delle tre: l’ultima. Però bisogna animali. ritornare sugli ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— PRIMO, NON NUOCERE Quando si comincia la sperimentazione (il famoso clinical trial) sull’uomo, la prima domanda che si pongono gli scienziati è: qual’è la dose massima di farmaco che una persona può sopportare senza subire conseguenze? Il punto di partenza non può che essere questo, perché non avrebbe senso migliorare qualcosa da una parte solo per peggiorare qualcos’altro da un’altra. È vero che in molti casi, come nella terapia del tumore, ci si deve accontentare di un bilancio costi/benefici risicato, ma il principio guida rimane lo stesso: un farmaco deve fare bene prima di cominciare a fare male. La prima fase della sperimentazione sull’uomo (la Fase I del clinical trial) serve proprio a stabilire questo: la dose di farmaco tollerata. Per conoscere questa dose è necessario somministrare il farmaco a volontari sani. Se siete ancora interessati a partecipare alla nostra ipotetica sperimentazione, come minimo vi chiederete: «da che dose si parte?». Non è una domanda banale. La dose alla quale una sostanza comincia ad essere tossica varia moltissimo. Per uccidere una persona di 70Kg servono circa 100g di aspirina, oppure sono sufficienti 0,00000007g (7 centomilionesimi di grammo) di tossina botulinica, il famigerato botox per spianare le rughe 13. La differenza è un fattore 10 miliardi! Una molecola nuova, dove si colloca in questo range? Non è possibile simulare al computer la tossicità di una molecola. Un computer può infatti simulare il comportamento di qualcosa di già noto, magari troppo complicato per essere capito al volo, ma non può inventare qualcosa che non si conosce. La chimica di un organismo vivente è nota solo a grandi linee, i dettagli sono il larga misura oscuri, Nessun programma per computer potrà mai prevedere tutti i possibili effetti di un farmaco. Anche le cellule coltivate in laboratorio possono dare solo una risposta parziale, anzitutto perché non tutti i tipi di cellule che compongono il nostro corpo (sono centinaia!) può essere coltivato in laboratorio, separatamente dal resto; inoltre spesso una molecola è tossica in modo indiretto, cioè non è lei a far danni, ma una sua forma modificata, creata dal nostro stesso organismo, magari proprio nel tentativo di sbarazzarsi della molecola originale, che gli è estranea. Anche in questo caso gli animali offrono la possibilità di verificare la tossicità di una molecola su un organismo intero e sano. Per questo particolare aspetto del problema siamo fortunati: l’attendibilità della SA in questo caso sfiora il 100%14. Nel caso della rapamicina resta ancora da capire se gli effetti di questa molecola sono davvero in grado di alleviare i sintomi della malattia, o se essa si limita ad agire su aspetti secondari. Inoltre, in un organismo intero, non è affatto scontato che il farmaco raggiunga tutte le cellule che deve raggiungere, in sufficiente ad agire. quantità I topi transgenici selezionati da Varga e Eriksson8 consentono di verificare rapidamente proprio questi aspetti, prima di cominciare a sperimentare sui malati. A poco più di un anno di distanza dalle verifiche su cellule effettuate dall’equipe di Cao, un altro gruppo di ricercatori annuncia l’efficacia della molecola anche sui topi15: la rapamicina è quindi in grado di raggiungere un numero adeguato di cellule e incidere significativamente sulla progressione della malattia. Accadrà lo sull’uomo? stesso anche Purtroppo la certezza non c’è, perché è la prima volta che si percorre questa strada. Saranno i risultati sperimentali stessi a dirci in cosa è affidabile il modello murino della progeria e in cosa non lo è. Le premesse però sono buone. Inoltre, se la rapamicina dovesse rivelarsi inefficace sull’uomo, chiarire cosa distingue i malati di progeria dai topi che portano la loro stessa mutazione genetica, permetterebbe di individuare un altro importante aspetto della chimica di questa malattia. La comprensione di questi ipotetici nuovi dettagli permetterebbe di scartare fin da subito altri candidati farmaci e di individuarne di migliori. ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— Anche nel mondo della svolge quando il farmaco è già per portare avanti ricerche scienza le ciambelle non in commercio, e consiste in grado di salvare vite riescono sempre col buco, anzi. proprio nella raccolta di tutte umane. In più dovrebbe essere chiaro che lamentarsi del fatto che la SA non è in grado di individuare effetti collaterali rari o particolari, è un’idiozia La storia della progeria non è le segnalazioni di effetti colossale. Non è questo il semplice e lineare come l’ho inattesi che potrebbero ruolo della SA. Sostenere che raccontata qui, comodamente essere imputabili al essa non serve perché non è in seduto in un presente in cui farmaco: gli effetti più rari grado di prevedere il delicato sappiamo già come è andata a saltano fuori solo con bilancio rischi/benefici di un finire, almeno fino ad oggi. statistiche su grandi numeri. farmaco è come sostenere che Ovvero cosa ha funzionato e Spero che ora sia più chiaro il un’automobile è inutile perché cosa no. La storia della ruolo svolto dalla SA nella non può volare. Così come una progeria, come quella di ogni ricerca scientifica. macchina è un mezzo di altra ricerca scientifica, è Anzitutto è importante notare trasporto anche se non può costellata di passi falsi, che gli animali non volare, anche la SA è uno cantonate e vicoli ciechi. rappresentano un “modello strumento irrinunciabile di Come già ricordato, la dell’uomo” a 360º. Quando indagine scientifica, anche rapamicina non ha ancora vengono coinvolti in qualche se non può prevedere tutti dimostrato la sua efficacia sui sperimentazione, è per gli effetti collaterali di un malati, solo la sperimentazione trovare risposte a domande farmaco. sull’uomo potrà confermare se precise e circostanziate. Nel Purtroppo a volte non è sono stati individuati tutti i caso della tossicità acuta possibile sapere in anticipo meccanismi biologici della l’attendibilità della reazione quanto attendibile sia un malattia o se qualcosa di degli animali (almeno due esperimento condotto su importante è sfuggito ai specie diverse!) ha, come già animali: d’altra parte se ricercatori; ma questo non ricordato, un’attendibilità sapessimo già le risposte, significa che la SA non sia elevatissima14. In altri casi, non si chiamerebbe ricerca. servita a niente. Inoltre, più come la risposta immunitaria al Mano a mano che aumentano in generale, solo la virus dell’AIDS, non siamo così le nostre conoscenze su sperimentazione sull’uomo fortunati, nemmeno con somiglianze e differenze tra è in grado di individuare scimpanzé o altre scimmie, che l’uomo e le altre specie, però, eventuali effetti collaterali sono gli animali più simili a noi. la scelta dell’animale più adatto rari o particolari. Per questo è importante diviene via via più affidabile. esistono le altre tre fasi della Soprattutto notare come a volte il ricorso Inoltre, con l’aumentare delle sperimentazione di un farmaco. a esperimenti su animali è conoscenze, diventa sempre La fase IV, in particolare, si l’unica strada percorribile meno necessario il ricorso stesso agli animali. Da ultimo, ma non per importanza, bisogna tenere conto del fatto che un esperimento su animali – anzi, un qualunque esperimento – è utile anche quando “fallisce”; come diceva Heinlein: «i dati negativi non vengono premiati, ma sono il fondamento della scienza»16. Qui però cominciano le dolenti note. UNA QUESTIONE DI CIAMBELLE ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— Come ricordato prima, a posteriori è facile dribblare vicoli ciechi, cantonate e false partenze. Tutte cose che hanno un ruolo fondamentale nel progresso della scienza, ma che per ragioni molto spesso sbagliate vengono “snobbate” dalle riviste scientifiche, che preferiscono pubblicare una ricerca che scopre qualcosa di nuovo, anziché una che si limita a segnalare come una certa ipotesi si sia rivelata sbagliata. esperimenti “negativi” non vengono pubblicati o, anche se lo sono, rischiano di restare sepolti sotto una montagna di riviste più o meno blasonate. Salvo essere poi riesumati, a sproposito, da chi sostiene che un esperimento “fallito” dimostri che tutta la SA è da buttare. precedenza noti. ORO sono Non è tutto qui. Gli alti costi dell’uso di animali a scopo sperimentale – costi che spingono i ricercatori a ridurre all’osso il numero degli stessi – unito al già citato publication bias, ha anche un’altra conseguenza importante. Usare pochi animali (o persone: il discorso vale a 360 gradi) significa infatti ottenere statistiche un po’ stiracchiate; aggiungete che sulle riviste arrivano di preferenza quelle ricerche che “trovano qualcosa” ed ecco che accade il fattaccio: l’efficacia dei farmaci, e di ogni pratica medica, tende ad essere 19,20 sovrastimata . Questo sbilanciamento nella pubblicazione delle ricerche comporta, come minimo, molte ripetizioni inutili di esperimenti già fatti e rifatti da altri. Anche se la ripetizione di un esperimento, genericamente parlando, non è di per sé inutile (anzi, è quasi paradigmatica della scienza fatta come si deve), lo diventa nel momento in cui non è possibile È un problema di cui chi fa confrontare i risultati di I problemi, ricerca è ben consapevole esperimenti simili perché finiscono qui. (lo chiamano publication quelli eseguiti in bias), e al quale si cerca già da tempo di porre rimedio. Ad esempio, da qualche anno esiste una rivista dedicata ai risultati “negativi”17. Inoltre è in atto un’operazione di vero e proprio lobbying, per ottenere la pubblicazione sistematica di tutti i trial medici. Potete firmare anche voi18. NON È TUTTO non però, non In futuro le cose dovrebbe migliorare, ma al momento la situazione non è soddisfacente. Una parte importante di ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— Come visto più sopra, il modo in cui funziona la rete di scambio di informazioni tra scienziati ha dei grossi limiti, con conseguenze importanti sull’efficienza della ricerca scientifica. Indirettamente, a fare le spese di questa inefficienza vi sono anche gli animali, coinvolti in esperimenti duplicati in modo improduttivo. In casi limite, anche alcune persone potrebbero subire le conseguenze di effetti collaterali molto rari, che potrebbero essere individuati prima se tutti i trial clinici (sull’uomo!) venissero tempestivamente pubblicati. Per quanto si stia già lavorando per migliorare le cose, quindi, ad oggi non si può certo dire che la situazione sia soddisfacente. I problemi intrinseci al sistema, però, non sono l’unica cosa che non va. Nonostante la ricerca sia perennemente sotto-finanziata (finanziare la ricerca non produce voti a breve termine, che è ciò a cui mirano i politici), in termini assoluti anche nazioni come l’Italia investono ogni anno cifre a sette zeri. Dove ci sono i soldi, arrivano inesorabilmente i diversamente furbi, in cerca di modi alternativi per sbarcare il lunario. Inevitabilmente alcuni di questi finiscono col coinvolgere animali col loro modo alternativo di fare “ricerca”. Così abbiamo casi come quello di Arpad Pusztai, che negli anni novanta ha speso un sacco di soldi per dimostrare che i topi che mangiano solo patate non se la passano troppo bene, specialmente se le patate sono crude21. Più di recente, il francese Jean Eric Seralini ha speso e continua a spendere soldi sia pubblici che privati22,23 per mostrarci che i ratti geneticamente predisposti per sviluppare il tumore, sviluppano il tumore. Specialmente se nella dieta si aggiunge un po’ di diserbante24. Purtroppo, non serve andare all’estero per trovare esempi di ricerche “scientifiche” su commissione: è di poche settimane fa, infatti, l’esplicita richiesta di una ricerca bibliografica (quella che viene più correttamente definita, a seconda di come è fatta, metaanalisi o sistematic review) in grado di fornire un risultato predeterminato in partenza. Richiesta avanzata da una Senatrice della Repubblica, Elena Fattori (M5S), con un trascorso da ricercatrice di tutto rispetto25,26. LA MADRE DEGLI IMBECILLI Come non ricordare le parole di Feynman, quando già nel 1974 ammoniva che «È molto pericoloso […] insegnare agli studenti solo come ottenere determinati risultati, anziché condurre esperimenti con onestà intellettuale»27. Sembra che le sue parole siano cadute nel vuoto. I diversamente furbi, però, non arrivano necessariamente sulle pagine dei giornali. Molti di loro restano nell’anonimato dei laboratori, ma non per questo fanno meno danni, e non solo agli animali coinvolti nella loro idiozia, ma anche a studenti e potenziali futuri ricercatori28. Tutte queste persone finiscono tutt’al più con l’essere semplicemente ignorate dai colleghi, che forse dovrebbero prendere posizioni più esplicite, almeno nei confronti dei comportamenti più gravi. ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— Il modo in cui è notare come organizzata attualmente la associazioni, ricerca scientifica è le piccole tante Nonostante la violenza di e cui si sono dimostrate capaci ben grandi, che sostengono di le frange più estremiste di LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE E L’UMANA STUPIDITÀ lontano dall’essere perfetto. Inoltre, ricerca, il difendere il benessere questi movimenti, non mi non sembrino risulta che, ad esempio, della animale, interessarsi delle Seralini – che pure ha tutte le affatto mondo come attività umane, non è certo inefficienze e delle storture coinvolto e continuerà a impermeabile ai parassiti e del mondo della ricerca, se coinvolgere, centinaia di furbi. non quando fa loro comodo, ratti in esperimenti mal Tuttavia, queste cose non per citare strumentalmente, fatti e palesemente inutili a sproposito, fatti – abbia mai subìto hanno nulla a che vedere e ai diversamente e contestazioni da gruppi di sperimentazione decontestualizzati Esse attivisti. Lo stesso dicasi per animale in quanto tale, se mistificati. non nella misura in cui preferiscono cercare di i tanti inetti che popolano i con la la laboratori di ricerca italiani, anche gli animali finiscono bloccare coinvolti nelle storture del sperimentazione animale e non solo. in sistema. toto, con mediatiche a campagne dir poco C’è da chiedersi, quindi, , che non quali siano i veri obiettivi di intellettualmente discutibili campagne disonesto attribuire alla risparmiano tentativi di colpi queste 29,30 È Sperimentazione Animale di mano con la complicità di mediatiche. Non 31 32 ma i guasti provocati dalla politici locali e nazionali , sapere, stupidità di qualcuno. È anche interessante nonché veri e propri attacchi educated personali33. è dato qualche guess è legittima34. ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— NOTE for Alternative Approaches to Animal Testing (EPAA) 1. La FDA (Food and Drug http://ec.europa.eu/ent Administration) è l’omologo statnitense dell’EMA europeo erprise/epaa/ (European Medicines 8. Varga R., Eriksson M.; Agency), o dell’AIFA italiano Progressive vascular (Agenzia Italiana per il smooth muscle cell Farmaco) – defects in a mouse model http://www.fda.gov/Ne of Hutchinson–Gilford wsEvents/Newsroom/Pr progeria syndrome; PNAS 2 Gen 2006. essAnnouncements/200 6/ucm108576.htm 3. Thomas E. Johnson; Rapid Aging Rescue?; Science (Perspectives) 14 giugno 2013. http://www.sciencemag .org/content/340/6138/ 1299.summary http://www.nature.co m/news/2011/110223/ full/470452a/box/1.ht ml http://www.pnas.org/co 15. Fresnida J R; Rapamycin ntent/103/9/3250.short Reverses Elevated 2. Nine out of ten statistics are taken out of context; 9. K. Cao at al.; Rapamycin Understandinganimalresearc reverses cellular h.org – phenotypes and enhances mutant protein clearance http://www.understandi in Hutchinson-Gilford nganimalresearch.org.u progeria syndrome cells; k/assets/document/672 STM.29 giu 2011. 63C9E-E007-248602CEC292C0BBF97D/ni ne-out-of-ten-stat.pdf 14. Lutfullin A, Kuhlmann J, Wensing G.; Adverse events in volunteers participating in phase I clinical trials: a singlecenter five-year survey in 1,559 subjects; IJCPT, Maggio 2005 – http://stm.sciencemag. org/content/3/89/89ra5 8.abstract mTORC1 Signaling in Lamin A/C–Deficient Mice, Rescues Cardiac and Skeletal Muscle Function, and Extends Survival; STM 25 luglio 2012 – http://stm.sciencemag .org/content/4/144/14 4ra103.abstract 16. «Negative data win no 10. SETI@home; Millions prizes, but they are the together, searching for a bedrock of science.» Robert signal from the stars – Anson Heinlein; Expanded http://www.planetary. Universe. org/explore/projects/s 17. 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Animal studies produce http://www.nc3rs.org.u il 50% di probabilità di many false positives; k/ uccidere. È un parametro Nature News 16 luglio 2013 molto usato dai tossicologi, (online) – 6. Johns Hopkins University – che lo indicano con la sigla http://www.nature.com/ne Center for Alternatives to DL50 (dose letale 50) ws/animal-studiesAnimal Testing oppure, all’inglese, LD50 produce-many-falsehttp://caat.jhsph.edu/ (lethal dose 50). positives-1.13385 7. The European Partnership ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com ————————————————————————————————————————— 21. The Pusztai affair, wikipedia – http://en.wikipedia.org /wiki/Pusztai_affair 22. OGM: quand la grande distribution finance une étude choc – how to do an experiment with scientific integrity.» Richard Feynman; Cargo Cult Science – http://neurotheory.col umbia.edu/~ken/cargo _cult.html ricerca – http://www.scienzainr ete.it/documenti/rs/lan imalismo-bloccaricerca/novembre2013 33. 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L’animalismo blocca la ————————————————————————————————————————— worldsoutsidereality.wordpress.com