L’India cresce a un tasso in grado di ridurre sensibilmente la povertà. Ma per mantenere questo ritmo occorre superare una serie di nodi strutturali: occupazione, investimenti in infrastrutture, mercato del la- India: come rilanciare crescita e occupazione ECONOMIA di Stefano Chiarlone voro e sistema educativo, rimozione dei disincentivi alla crescita dimensionale delle imprese, ammodernamento del sistema finanziario. Solo così il ciclo economico… el triennio 2005-2007 l’economia indiana per la prima volta nella sua storia ha mantenuto un tasso di crescita costantemente superiore al 9% medio annuo. Questo profilo di crescita aveva spinto il governo e molti analisti a prospettare che il Paese potesse replicare le esperienze di sviluppo accelerato che hanno caratterizzato il Giappone negli anni Sessanta e la Cina più recentemente. Al contrario, le stime sulle performance dell’anno marzo-2007-marzo-2008 hanno segnalato un rallentamento: il Fondo monetario internazionale (FMI) si attende che la crescita del PIL si fermi al 7,9% medio annuo. Un tasso di tutto rispetto che, tuttavia, segnala come parte dell’accelerazione del triennio precedente fosse dovuta solo alle favorevoli condizioni del contesto economico internazionale e ripropone la questione di quali riforme sono necessarie per mantenere sostenuta e sostenibile la crescita dell’India. Secondo le già citate stime del FMI, la crescita dovrebbe attestarsi verso il 7-8% medio annuo nel medio termine. Questa velocità sarebbe in grado di raddoppiare il PIL pro capite in circa 15 anni. Tuttavia, un rallentamento più marcato, che potrebbe derivare dai ritardi infrastrutturali e dalla politica monetaria restrittiva che la Reserve Bank of India N 10 ECONOMIA National Rural Employment Guarantee Scheme (NREGS), che si propone di offrire un minimo di 100 giorni di occupazione al salario minimo ad almeno un membro di ogni famiglia rurale sotto la linea di povertà in 330 Povertà e partecipazione alla forza lavoro distretti. Tuttavia, la strada maestra per ridurre Crescere rapidamente è una necessita per la povertà in modo strutturale, al netto di prol’India in quanto, con un reddito pro capite di grammi di supporto, è l’aumento della partecipoco superiore ai 790 dollari annui (all’incirca pazione alla forza lavoro che rimane molto 2400 a parità di potere d’acquisto), pari solo bassa. all’1,8% di quello statunitense e al 39% di Per comprendere meglio alcune delle cause del quello cinese, il Paese ha una quota rilevante reddito pro-capite contenuto e dell’elevato peso della popolazione al di sotto della soglia della della povertà è utile ricordare, infatti, che la povertà. I dati dell’Asian Development Bank popolazione indiana continua a crescere a tassi mostrano infatti che il 35,1% della popolazio- significativi ed è aumentata di 390 milioni di ne aveva nel 2004 un reddito inferiore a un persone fra il 1990 e il 2007 (di cui 146 milioni dollaro al giorno in parità di potere d’acquisto , dal 2000 a oggi) e che la sua partecipazione alla contro il 43,5% del 1990. Nel medesimo perio- forza lavoro è appena il 39 percento. do, la stessa misura si è ridotta dal 32,5 al In assenza di innovazioni strutturali nella 10,8% in Cina. capacità di generazione di occupazione del Le preoccupazioni sulla povertà rurale e sulla paese questo dato sembra destinato a peggioradisparità reddituale hanno spinto a specifiche re. Infatti, oltre la metà della popolazione azioni: questo anno fiscale è il secondo del indiana ha un’età inferiore ai 25 anni e le stime più affidabili indicano che la popolazione potrebbe aumentare di oltre il 10% nei prossimi cinque anni, mantenendo tassi di crescita sostenuti nel futuro. Al contrario, l’occupazione è stata – sinora – poco elastica rispetto alla crescita economica indiana ed è cresciuta di appena 100 milioni di persone nel periodo 1990-2004, mentre nel medesimo periodo la popolazione è aumentata di 247 milioni di persone. Accrescere la generazione di occupazione e il tasso di attività della popolazione non rappresenterebbe la soluzione definitiva al problema della povertà in India, che si collega anche a tematiche socio-demografiche e alimentari di più complessa risoluzione, ma consentirebbe passi avanti in tale direzione. Corbis deve perseguire per mantenere sotto controllo l’inflazione (soprattutto di beni primari) potrebbe interrompere il processo di diffusione del benessere alle aree rurali e più povere. Partecipazione alla forza lavoro e struttura dell’economia La scarsa partecipazione alla forza lavoro può essere collegata ad alcune caratteristiche strutturali dell’economia indiana. Una peculiarità dello sviluppo indiano è che, sebbene la crescita del peso dei servizi sia comune ai processi di modernizzazione di molti Paesi, il declino dell’agricoltura si è tradotto quasi unicamente in un aumento del terziario senza impatti significativi sull’industria. Fra il 1990 e il 2006, il peso dell’industria nel PIL è aumentato di appena 1 punto percentuale, mentre quello dei servizi di circa 11 punti. 11 INDIA: COME RILANCIARE CRESCITA E OCCUPAZIONE In Cina, invece, alla riduzione del peso dell’agricoltura è corrisposto un aumento di analoghe dimensioni di industria e servizi. In India, il 17,5% del PIL viene tuttora generato da un’agricoltura arretrata e di sussistenza, le cui performance – nonostante riforme e iniziative di modernizzazione – sono estremamente suscettibili all’andamento della stagione delle piogge. Il terziario, incluso anche quello a basso valore aggiunto, rappresenta il 54,6% del PIL, un valore comparativamente elevato per un Paese in via di sviluppo. Al contempo, industria e manifattura rappresentano rispettivamente il 27,9 e il 16,3% dell’economia, contro valori del 48,7 e del 43,1% per la Cina. La crescita indiana, in altre parole, si è basata prevalentemente sui servizi (soprattutto quelli più avanzati come l’Information and Communication Technology) che sono cresciuti a tassi più rapidi della manifattura. La debolezza della manifattura trova risconto nel commercio internazionale. I dati mostrano un ritardo dell’India rispetto alla Cina nel settore del commercio (34,8% del PIL nel 2006, contro il 67% della Cina). Nello specifico, le esportazioni manifatturiere sono aumentate del 140% fra 2000 e 2006, rispetto al 300% della Cina. Inoltre, le esportazioni indiane sono costituite da prodotti manufatti in misura pari ad appena il 43%, mentre il 38% è costituito da servizi. Infine, mentre la bilancia manifatturiera è in disavanzo di 7 miliardi di dollari quella dei servizi è in avanzo di 12 miliardi. La situazione della Cina, al contrario, vede un avanzo di circa 300 miliardi nel manifatturiero e un disavanzo di 9 miliardi nei servizi. Il ruolo dell’India nella divisione internazionale del lavoro, quindi, è profondamente diverso da quello delle altre economie emergenti dell’Asia poiché il Paese non ha seguito il modello asiatico basato sull’esportazione di produzioni manifatturiere labor-intensive assemblate per conto di multinazionali straniere. La debolezza della manifattura fa sorgere dubbi circa la diffusione della crescita indiana, in quanto essa sembra essere stata incapace di garantire una propagazione dei benefici della crescita ai vari strati della popolazione. Infatti, questo modello di specializzazione non ha saputo offrire alla forza lavoro meno qualificata le medesime opportunità offerte a quella più istruita dal settore dei servizi avanzati. Sembra istruttivo al riguardo segnalare che nel 2006, l’agricoltura continua a impiegare (o sotto-impiegare) il 52% della forza lavoro indiana. Mentre la forza lavoro impiegata nei servizi è arrivata al 18% del totale, quella occupata nell’industria rimane stagnante attorno al 19% in un contesto di partecipazione alla forza lavoro estremamente limitata. Questa situazione suggerisce che l’India non ha solo bisogno di mantenere a lungo un passo di crescita sostenuto ma di uno sviluppo industriale e manifatturiero capace di garantire opportunità occupazionali diffuse nelle diverse aree geografiche del Paese e per persone con diverse livelli educativi. La sfida per il futuro è quella di creare occupazione sufficiente ad assorbire l’eccesso di forza lavoro impiegata nell’agricoltura e i 140 milioni di nuovi lavoratori previsti in entrata nel sistema nel prossimo decennio. Le principali motivazioni del limitato sviluppo industriale indiano Il ritardo industriale indiano è collegato, in parte, al fatto che il percorso di liberalizzazione è iniziato nel 1992, circa quindici anni più tardi che in Cina e quindi non ha ancora potuto dare tutti i suoi frutti in termini di EVOLUZIONE DELL'OCCUPAZIONE Occupazione (milioni) Distribuzione Settoriale (%) Occupazione Regolare Settore Organizzato Settore Pubblico Imprese Pubbliche Imprese Private Imprese Private non organizzate Fonte: OCSE 1990 340.5 1993 371.9 1995 377.7 1998 378.4 2000 410.1 2003 442.3 2004 454.3 16 7.9 2.7 2.9 2.3 8.1 13.3 7.3 2.5 2.7 2.1 6 13.6 7.4 2.5 2.6 2.3 6.2 13.4 7.4 2.6 2.5 2.3 6 15 6.8 2.4 2.3 2.1 8.2 15.2 6 2.1 2 1.9 9.2 15.1 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d ECONOMIA aumento della competitività delle imprese private, che sono state lungamente vincolate da un sistema di licenze pervasivo e da un diffuso favore per l’attività imprenditoriale di imprese del settore pubblico. L’inadeguatezza infrastrutturale, nonostante le molte iniziative di riforma pesa in modo significativo. Secondo il FMI, l’insufficienza della rete di trasporti e dell’energia e l’eccessiva regolamentazione energetica, comportano una difficoltà di accesso ai mercati internazionali per le imprese indiane e aumentano di costo di produzione con conseguente perdita di competitività soprattutto per i settori industriali. Si noti, per esempio, che il deficit energetico è in crescita: le imprese riportano una media di 85 giorni di black-out all’anno e il deficit energetico ha toccato un picco del 14,5%. Secondo la Banca mondiale, l’inadeguatezza costa all’India 1 punto percentuale ANDAMENTO OCCUPAZIONE (%) Primario 72 72 72 69 67 57 52 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2006 Industria 11 12 11 14 13 18 19 Terziario 17 16 17 18 21 26 28 di crescita all’anno e gli investimenti dovrebbero crescere di 4 punti percentuali di PIL per sostenere i tassi di crescita economica correnti. Insieme a infrastrutture carenti e scarsa liberalizzazione, le residue lentezze burocratiche hanno ulteriormente ridotto l’attrattività dell’India per le imprese straniere e rallentato la crescita e la capacità di creazione di occupazione di quelle domestiche. Gli Investimenti diretti esteri (IDE) in India sono mediamente inferiori all’1% del PIL, contro il 4% cinese; e lo stock di IDE in India, è al 5,5% del PIL contro il 16,2% in Cina. La rigidità della legislazione sul lavoro sembra avere giocato un ruolo non secondario impedendo una graduale transizione dell’occupazione verso il settore industriale, rallentando il riequilibrio intra e inter-settoriale dell’allocazione di capitale e lavoro e impedendo la scomparsa delle imprese meno produttive e un maggiore aumento della produttività. Il settore manifatturiero ad alta intensità di lavoro continua a essere ostacolato dalle riserve a favore delle piccole imprese e da leggi che hanno trasformato il lavoro in un costo fisso nelle imprese con oltre 100 dipendenti, come nota il FMI nel suo ultimo rapporto sull’India. Le regole relative al salario minimo applicate al settore delle imprese moderne con più di 10 dipendenti e le esenzioni fiscali e daziarie per le imprese con fatturato fino a 10 milioni di rupie disincentivano la crescita dimensionale. Fonte: Indian Central Statistical Organisation EFFICIENZA DELLE INFRASTRUTTURE 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 India Cina 1998 2004 Produzione elettrica per 10 persone (Kwatt) 1998 2002 Strade pavimentate per 100.000 abitanti (Km) 1998 2002 Rete ferroviaria (migliaia di km) Fonte: OCSE, Banca Mondiale 13 Corbis INDIA: COME RILANCIARE CRESCITA E OCCUPAZIONE Non stupisce che, in questo contesto, le imprese più grandi e organizzate tendano a sostituire capitale a lavoro (capitale per addetto in crescita), nonostante che il vantaggio di costo indiano suggerirebbe il contrario. Analisi OCSE mostrano come il tasso lordo di creazione di occupazione nella manifattura indiana sia diminuito dal 5,3 al 3,9% fra il periodo 1985-98 e quello 1999-04, risultando inferiore al corrispondente tasso di distruzione di lavoro (-4,1 e -5%, rispettivamente) e quindi determinando una riduzione dell’occupazione. Infine, questa situazione rende difficile per l’India divenire Paese destinatario di attività di delocalizzazione produttiva. _La rigidità della legislazione sul lavoro sembra aver giocato un ruolo non secondario. E le regole relative al salario minimo applicato nel settore delle imprese con più dieci dipendenti disincentivano la crescita dimensionale Il governo ha rilanciato il programma delle Special Economic Zone (SEZ). Dopo le modifiche dello scorso anno, sono stati approvati 339 nuovi progetti, con un coinvolgimento del settore privato. È importante che l’evoluzione futura garantisca un sistema di incentivi che, senza ridurre la convenienza per le imprese, limiti il costo per il bilancio pubblico e una maggiore dimensione delle singole SEZ. Il FMI ha incoraggiato l’India a continuare con la liberalizzazione del commercio oltre le preL’evoluzione recente del percorso visioni di una ulteriore riduzione del dazio di riforme massimo sui beni non agricoli al 10% (fatte Il completamento del percorso di riforme industriali, commerciali, infrastrutturali e del salve specifiche eccezioni), incoraggiando il governo ad accelerare i tempi per la riduzione mercato del lavoro sono la strada principale per mantenere vivace e rendere diffuso il per- delle tariffe a livelli ASEAN (circa l'8,75 in media semplice). corso di crescita economica garantendo una maggiore creazione di occupazione. Il governo, L’ammodernamento del sistema educativo e consapevole di queste sfide, si sta concentran- del mercato del lavoro sono molto importanti. L’undicesimo piano quinquennale propone di do – nell’undicesimo Piano Quinquennale – sulla fornitura di infrastrutture, sulla liberaliz- rendere il lavoro più flessibile, ma la fattibilità zazione delle leggi sul lavoro, sulla riforma del politica di questa proposta rimane dubbia. Per sistema educativo, sul rilancio delle zone eco- ciò che concerne la formazione, il valore delle nomiche speciali (SEZs) e sulla liberalizzazio- competenze qualificate è in crescita: l’India registra, infatti, un elevato aumento delle ne del commercio. 14 ECONOMIA retribuzioni dei lavoratori qualificati. Per esempio, il FMI segnala che i salari dei dirigenti è aumentato del 16% nel 2007 e che per il 2008 è previsto un aumento analogo. Tuttavia, i tassi di disoccupazione giovanile paiono crescere con il livello educativo, suggerendo squilibri tra l’offerta educativa e i bisogni del mercato. Il piano quinquennale, quindi, prevede interventi per allineare le competenze dei laureati con le esigenze del mercato e per migliorare la qualità dell’offerta formativa, triplicando la spesa pubblica per l'istruzione al 6% del PIL, anche con un coinvolgimento del settore privato, ed eventualmente autorizzando investimenti diretti dall’estero. Il piano quinquennale si propone di innalzare Corporation e alcune principali istituzioni finanziarie private hanno lanciato una programma di finanziamenti a lungo termine per progetti infrastrutturali, che ha la disponibilità di oltre 2 miliardi di dollari statunitensi per interventi in conto capitale e 3 miliardi per prestiti. Infine, favorire lo sviluppo dei mercati finanziari a partire da una intermediazione più efficiente e una miglior gestione del rischio offrirebbe chiari vantaggi. Oltre a completare la riforma del sistema bancario, per ridurre l’esclusione finanziaria delle fasce di popolazione più povere e nelle zone rurali che potrebbe favorire il miglioramento delle condizioni di vita, mercati finanziari più ampi e liquidi – anche per mezzo di una espansione del ruolo degli investitori istituzionali – sembrano indispensabili per finanziarie gli investimenti Il libro infrastrutturali. Un mercato dei titoli di Stato più liquido L’autore de L’economia dell’India, Stefano potrebbe facilitare la determinazione dei prezChiarlone, ha lavorato per i centri di ricerca zi degli altri strumenti finanziari e favorirebbe dell’Onu e della Bocconi. Oggi è economista lo sviluppo di un mercato obbligazionario presso Research and Strategy di UniCredit domestico (attualmente inferiore al 5% del Group. è coautore con Alessia Amighini de PIL), che aiuterebbe le società indiane a evitaL’economia della Cina, e con Giovanni Ferri de I re currency mismatch, offrendo alternative al sistemi bancari dei Paesi emergenti sistema bancario per il finanziamento degli investimenti infrastrutturali, spesso molto onerosi per le dimensioni degli istituti bancari gli investimenti infrastrutturali dal 4,5 all’8% indiani. Fra i principali impedimenti vi sono del PIL entro marzo 2012, anche con il coinanche gli attuali limiti per l’attività degli invevolgimento di privati. Il programma, per ora, è stitori istituzionali e stranieri; le procedure proceduto lentamente, sebbene con differenze restrittive per l’emissione (compreso il requisettoriali: il contributo privato si è diretto sito di due investment-grade rating), la mansoprattutto verso telecomunicazioni, porti, canza di un mercato dei pronti contro termine strade e autostrade, mentre i vincoli regolae la scarsa trasparenza dei prezzi (con la magmentari hanno limitato lo hanno allontanato gior parte del trading in ambiente over- thedal settore energetico. Il governo sta operando counter). per migliorare lo scenario regolamentare e In sintesi, l’India è in crescita a un tasso in autorità regolamentari forti e indipendenti grado di ridurre sensibilmente la povertà. contribuirebbero a ridurre le incertezze norOccorre che sia in grado di mantenerlo a mative. lungo. Per raggiungere questo obiettivo, vi Sembra, peraltro, importante una razionalizsono una serie di nodi strutturali da affrontare, zazione delle regole per gli IDE, un maggiore impegnativi ma noti e condivisi. Se il Paese sviluppo del mercato obbligazionario domesti- sarà in grado di fronteggiarli, garantendo masco e una maggiore facilità di finanziarsi sui sima priorità alla creazione di occupazione, agli mercati dei capitali. A questo fine, va segnalata investimenti in infrastrutture, alle riforme del la recente istituzione dell’India Infrastructure mercato del lavoro e del sistema educativo, alla Finance Company (IIFC), una società veicolo rimozione dei disincentivi alla crescita dimenper fornire finanziamenti a lungo termine per sionale delle imprese, all’ammodernamento del i progetti che coinvolgono il settore privato, sistema finanziario, il ciclo economico è destiautorizzata a un indebitamento annuo di circa nato a mantenersi positivo per un lungo perio100 miliardi di rupie (0,2% del PIL). Inoltre, do e la riduzione della povertà potrà essere un l’IIFC, l’Infrastructure Development obiettivo raggiungibile. 15