Asia Centrale
Si tratta di un’area molto vasta tra Mar Nero e Cina. Ci sono due grandi aree montuose: il Caucaso ad ovest, le
catene del Pamir, dell’Hindukush e del Tian Shan ad est (cime superiori ai 7000 m). Al centro troviamo il
Bassopiano Turanico, una vasta regione pianeggiante occupata prevalentemente da steppa. Esso si affaccia sul
Mar Caspio, che si trova al centro di una depressione (28 m sotto il livello del mare). In realtà è un lago (il più
grande del mondo), ma ha acque molto salate che possono essere sfruttate per l’agricoltura solo grazie ad
impianti di desalinizzazione. Nel Bassopiano Turanico ci sono anche il lago Balhaš e il lago d’Aral, che si è
notevolmente ristretto negli ultimi decenni a causa dello sfruttamento dei sui immissari per scopi agricoli. Il clima
è continentale arido con notevole escursione termica, mentre sul Mar Caspio è mediterraneo.
L’Asia centrale, che era attraversata dall’antica Via della Seta, è stata abitata in antichità da varie popolazioni
nomadi, ad es. Mongoli (XIII sec. d.C). Fu unificata sotto il governo del’imperatore turco Tamerlano (fine del XIV
sec.), poi si frantumò in tanti piccoli regni che divennero in seguito parte dell’Impero Russo. Nel 1922 questi
territori entrarono nell’ URSS. Oggi sono repubbliche nell’ambito della CSI (Comunità di Stati Indipendenti, nata
dopo la fine dell’URSS  VEDERE APPROFONDIMENTO PAG. 127).
L’ Afghanistan, invece, in antichità fu parte dell’Impero Persiano e, in epoche più recenti, di quello Ottomano. Nel
1979 subì un’invasione sovietica durata 10 anni; dopo il ritiro dell’URSS scoppiò una guerra civile che si concluse
con la vittoria del taleban (fondamentalisti islamici). Il regime dei taleban è crollato in seguito all’intervento
militare degli USA, che hanno attaccato l’Afghanistan dopo l’11 settembre.
La popolazione è concentrata nel Caucaso e lungo i fiumi, le città sono poche. L’area è abitata da molti diversi
gruppi etnici (anche minoranze russe), quasi tutti di religione islamica. Tutti gli stati sono stati caratterizzati, negli
ultimi decenni, da grande instabilità politica.
L’economia è povera, soprattutto in Afghanistan, e si basa su agricoltura e allevamento di ovini e yak. Ci sono
industrie di base (metallurgiche, produzione di fertilizzanti e macchine agricole) e agroalimentari. Le risorse
energetiche (petrolio e gas naturale) e minerarie non sono ancora del tutto utilizzate dall’industria e sono ambite
da potenze straniere come Russia e Turchia.
Regione indiana
È una zona delimitata dall’oceano Indiano a sud e da alte catene montuose a nord (Hindukush, Karakoram,
Himalaya). Qui si trovano le cime più elevate del pianeta, come il Monte Everest -8846 m.- e il K2. Ai piedi del
Karakoram si estende la zona collinare del Kashmir, contesa tra India e Pakistan. La penisola indiana è formata
dall’altopiano del Deccan e da pianure alluvionali. I fiumi principali sono Gange, Indo, Bramaputra, che sfociano
nell’oceano Indiano con ampi delta. Alla regione indiana appartengono anche l’isola dello Sri Lanka e l’arcipelago
delle Maldive. Il clima è montano a nord, monsonico nella parte centrale e tropicale a sud.
L’India, abitata fin dall’antichità dal popolo degli Arii, subì l’invasione di Persiani e Macedoni. Nel VII sec. d.C. fu
conquistata dagli arabi. Nel XVI secolo iniziò la colonizzazione europea, finché nell’Ottocento quasi tutta la
regione divenne parte dell’Impero britannico. Nel Novecento tutti i paesi ottennero l’indipendenza. In particolare,
nel 1947 ci fu una divisione tra India (a maggioranza induista) e Pakistan (a maggioranza islamica). Tra i due paesi
si scatenarono molti conflitti religiosi, soprattutto nel Kashmir.
La densità di popolazione della regione indiana è elevatissima, soprattutto lungo i fiumi e sulle coste.
L’urbanizzazione selvaggia causa il sovrappopolamento di città come Dacca (Bangladesh), Calcutta e New Dehli
(India), dove gran parte degli abitanti vive in bidonville. Si professano diverse religioni: induismo in India, islam in
Pakistan e Bangladesh, buddismo in Sri Lanka e Buthan. È praticata da una minoranza anche la religione sikh, che
presenta caratteri tratti sia dall’islam che dall’induismo. Si parlano 130 lingue, tra cui le più diffuse sono hindi e
urdu (idioma del Pakistan), oltre a moltissimi dialetti.
Lo sviluppo economico è ostacolato da mezzi di produzione arretrati, catastrofi naturali e conflitti. La situazione è
migliore solo in Sri Lanka e Maldive. L’attività più praticata in tutta la regione è l’agricoltura. Si coltivano cerali per
il consumo interno, mentre tè, caucciù, caffè, canna da zucchero e spezie sono destinati all’esportazione. Le
risorse del sottosuolo e la manodopera abbondante hanno consentito l’industrializzazione in tempi recenti grazie
all’attività di multinazionali straniere (è fiorente soprattutto il settore tessile). Anche il turismo è diventato una
voce economica importante.