Punto di vista 5 luglio 2012 L'essenziale in un colpo d’occhio Obbligazioni Azioni Hedge funds Proiezioni a 6 mesi Gli eventi più marcanti della fine del secondo trimestre sono la conferma di una crescita mondiale più lenta e l’esito incoraggiante (almeno rispetto alle attese) del vertice dei capi di stato dell’Unione europea del 28 e 29 giugno. In altre parole, la situazione può essere riassunta in questi termini: da un lato il peggioramento dei fondamentali economici e dall’altro il miglioramento a breve termine del morale degli investitori. Sul fronte dell’economia, l’attività in giugno ha continuato a rallentare soprattutto negli Stati Uniti, che finora avevano mostrato una maggiore resistenza rispetto alle altre economie sviluppate. Resta da sapere se questo rallentamento sarà abbastanza marcato da far scattare un nuovo ciclo di allentamento delle politiche monetarie negli Stati Uniti, ma anche in Europa e nel Regno Unito, che andrebbe a sostenere il sentiment del mercato. Sulla scena economica mondiale, l’Europa appare ancora come l’anello debole della catena, ma dal vertice europeo sono venuti dei segnali incoraggianti. Questa volta, i dirigenti europei sembrano consapevoli dell’urgenza del problema che da due anni affligge la zona euro, ossia la mancanza di integrazione tra le politiche fiscali e il sistema finanziario. Le decisioni prese a fine giugno sono ancora lontane dal rispondere alle esigenze a livello istituzionale e da soluzioni capaci di assicurare a lungo termine la perennità dell’Unione monetaria europea. Hanno però il merito di andare nella direzione giusta, con un progetto di unione bancaria europea e il tentativo di dissociare i problemi degli Stati da quelli delle banche. L’immediato futuro appare oggi ancora più difficile da decifrare in quanto, nel bene e nel male, non ci sono certezze! Economia Stati Uniti ............................................................................... 2 La Riserva federale torna al centro della scena Europa ..................................................................................... 3 I dirigenti europei cercano di fermare il circolo vizioso Giappone ................................................................................ 4 La domanda interna sostiene la crescita Questa pubblicazione si basa sulle informazioni raccolte fino al lunedì prima del giorno di diffusione. Pubblicazione del team Ricerche e Analisi Banque SYZ & CO SA Tel. +41 (0)22 819 09 09 [email protected] Autori: Yasmina Barin Adrien Pichoud Fabrizio Quirighetti Economie emergenti ............................................................... 4 Continua il rallentamento Mercati Azionario ................................................................................. 5 Le borse migliorano…ma la strada è lunga Obbligazionario ....................................................................... 5 Distensione dei tassi in Europa periferica Valutario.................................................................................. 6 Rimbalzo delle monete emergenti Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 5 luglio 2012 Economia Durante la primavera la crescita mondiale è sensibilmente rallentata. E’ vero che il quadro non è uniforme e che ci sono sfumature secondo i paesi e le regioni, ma in media l’intensità dell’attività oggi è nettamente inferiore rispetto al 2010-2011 sia nei paesi sviluppati (tra i quali l’Europa è il più debole) sia nel mondo emergente. L’ultima lettura degli indici dell’attività manifatturiera – termometro affidabile del vigore del ciclo – lascia pochi dubbi in merito. Indici PMI dell’attività manifatturiera nel G3 (USA/Europa/Giappone) e nei BRIC (Brasile/Russia/India/Cina) 60 Espansione 55 di giugno, quello che possiamo affermare per il momento è che la tendenza dei mesi precedenti si è mantenuta. E questo si riflette negativamente sulla fiducia delle famiglie, con conseguenze che il calo del prezzo della benzina dalla metà di aprile (-15%) non riesce a compensare interamente. Di conseguenza, durante la primavera le spese di consumo sono rimaste stagnanti. Certo, l’economia americana adesso può contare sul sostegno marginale del mercato immobiliare, la cui graduale ripresa prosegue, accompagnata anche da un miglioramento sul fronte dei prezzi. Ma il peso dell’immobiliare nel PIL dopo la crisi del 2008/09 si è ridotto, e adesso rappresenta solo il 2.5% (contro il 6% alla fine del 2006). Non abbastanza per controbilanciare l’effetto dell’appiattimento dei consumi. All’ultima riunione di politica monetaria, la Riserva Federale ha preso atto del rallentamento abbassando le stime di crescita e le previsioni sull’andamento del mercato del lavoro. Per il 2012, prevede un aumento del PIL compreso tra l’1.9% e il 2.4% (-0.5% rispetto alle stime precedenti) con un tasso di disoccupazione invariato rispetto al livello di maggio (8.2%). Per il 2013 anticipa un leggero miglioramento, ma l’ombra della riduzione del deficit pubblico si allunga sulle prospettive dell’anno prossimo… 50 45 Contrazione 40 35 US /EMU/JA P BRIC juil-12 avr-12 oct-11 janv-12 juil-11 avr-11 oct-10 janv-11 juil-10 avr-10 oct-09 janv-10 juil-09 avr-09 oct-08 janv-09 juil-08 avr-08 oct-07 janv-08 juil-07 avr-07 30 PIL (variazione annua) e tasso di disoccupazione 6 3 Stime della Fed So urce: B lo o m berg, B anque SYZ & C O 4 Nel secondo trimestre la crescita mondiale è nettamente rallentata. 4 5 2 Stati Uniti Nelle ultime settimane la crescita negli Stati Uniti è ancora rallentata, evidenziando la fragilità della crescita in corso dalla fine dell’anno scorso. Anche se l’economia americana può ancora contare su alcuni elementi favorevoli che rendono la sua situazione meno preoccupante rispetto a quella delle altre zone sviluppate, il vantaggio degli USA sull’Europa sta iniziando a ridursi. Inoltre, l’inasprimento della politica di bilancio previsto per il 2013 rende le prospettive ancora più fosche e ha già spinto la Fed a valutare l’ipotesi di un nuovo allentamento monetario. Il segnale più tangibile del rallentamento dell’attività viene dal settore industriale. In giugno, la maggior parte degli indicatori regionali di attività mostra un netto calo, una tendenza confermata dall’indice ISM manifatturiero nazionale. Infatti, quest’ultimo è sceso a 49.7, varcando la frontiera tra fasi di espansione e di contrazione dell’attività (50) per la prima volta dalla metà del 2009. Il netto calo dell’indice dei nuovi ordini all’industria non suscita certo ottimismo per il prossimo futuro. Anche i segnali dal mercato del lavoro indicano un peggioramento. Aspettando il rapporto sull’occupazione 6 0 7 8 -2 9 -4 10 -6 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 US G DP YoY% US UNEMPLO YMENT RAT E SADJ(R. H.SCALE) 11 05 06 07 08 09 10 11 12 13 Source: T homson Reuters Datastream La Fed anticipa una crescita stagnante nella seconda metà del 2012 e una modesta ripresa nel 2013. Di conseguenza, la banca centrale - decisa a non destabilizzare ulteriormente l’attività - ha prolungato fino alla fine dell’anno l’« Operazione Twist » (allungamento della scadenza del suo portafoglio obbligazionario) che sarebbe dovuto scadere a fine giugno. Si è inoltre dichiarata pronta a varare nuove misure di sostegno dell’economia, aprendo ancora più la porta a un terzo programma di quantitative easing. Queste dichiarazioni sono state rilasciate prima della diffusione dell’indice Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 5 luglio 2012 ISM, che ha rafforzato ancor più la probabilità di un annuncio in tal senso entro la fine dell’estate. Variazione annua del credito nella zona euro, del PIL e del tasso refi della BCE Europa Le statistiche di giugno hanno confermato che da un anno a questa parte l’Europa è il tallone d’Achille dell’economia mondiale. Gli indici PMI che misurano l’attività manifatturiera e dei servizi si sono stabilizzati, ma restano a livelli indicativi di una marcata contrazione. Gli indici che rilevano il clima economico continuano a scivolare verso il basso e l’indicatore del clima economico della Commissione europea, un termometro attendibile della tendenza del PIL (vedere grafico seguente), è sceso a un nuovo record minimo dall’autunno 2009. In variazione annuale indica in maniera inequivocabile una contrazione del PIL. E’ interessante rilevare che il calo registrato in giugno non viene dai paesi dell’Europa periferica, ma proprio dal nord dell’Unione monetaria. Infatti, gli indici relativi all’Italia e alla Spagna, che nei mesi precedenti erano crollati, in giugno hanno segnato un (leggerissimo) rimbalzo, mentre in Germania, in Francia, nei Paesi Bassi e in Belgio questi stessi indici sono calati. Indice del clima economico nell’area euro e in Germania e PIL dell’area euro (in variazione annuale) 120 6 4 110 2 100 0 90 -2 80 -4 70 65 96 97 98 99 00 01 02 03 EMU ECO NO MIC SENT I MENT INDEX G ERMANY ECO NO MIC SENT IMENT I NDEX EMU - G DP YoY %(R.H.SCALE) suo ritmo di crescita è sceso ai minimi dalla creazione dell’Unione monetaria (vedere grafico seguente). -6 04 05 06 07 08 09 10 11 12 Source: T homson Reuters Datastream L’intera zona euro è interessata da un cedimento dell’attività. La recessione appare inevitabile. In Germania, la tendenza è confermata dal nuovo calo dell’indice della fiducia degli imprenditori IFO e dagli indicatori relativi al settore manifatturiero e dei servizi. E’ vero che oggi per controbilanciare la debolezza degli ordini dal resto dell’Europa la Germania non può più contare sulla domanda degli Stati Uniti e dell’Asia. Un altro fattore che spiega la generale apatia che investe l’economia europea è il prosciugamento dei flussi di credito. Questo fenomeno è particolarmente marcato nei paesi dell’Europa periferica ma si sta allargando all’intera area euro. Anche se l’erogazione di crediti mostra una progressione su 12 mesi, dalla fine dell’anno scorso il 11 6 10 4 9 8 2 7 6 0 5 4 -2 3 2 -4 1 0 99 00 01 02 03 04 EMU - Credit to euro area residents YoY % ECB Refi rat e EMU - G DP YoY%(R. H.SCALE) -6 05 06 07 08 09 10 11 Source: T homson Reuters Datastream L’intera zona euro è interessata da un cedimento dell’attività. La recessione appare inevitabile. Il « credit crunch » si spiega ovviamente con le difficoltà che attraversano le banche, le quali (volenti o nolenti) devono ridurre i loro bilanci e tagliano perciò l’offerta di credito. Tuttavia appare debole anche la richiesta, poiché l’aumento della disoccupazione e le prospettive di attività depresse (e deprimenti…) scoraggiano qualsiasi velleità di contrarre prestiti. La Banca Centrale Europea si mostra particolarmente preoccupata da questa deriva e sembra pronta ad allentare la sua politica monetaria per evitare un ulteriore peggioramento. E lo stesso hanno tentato di fare i dirigenti europei al vertice del 28 e 29 giugno, impegnandosi a raggiungere un accordo su misure volte a fermare il circolo vizioso nel quale è caduta l’area euro: la possibilità per i dispositivi europei (per ora l’EFSF e successivamente il MES) di prestare direttamente alle banche in difficoltà senza passare attraverso gli Stati (per interrompere « il circolo vizioso tra banche e debito sovrano» come recita il comunicato finale); la creazione di una autorità di vigilanza bancaria europea entro la fine dell’anno, un passo verso l’integrazione del sistema finanziario; un patto per la crescita da EUR 120 mrd, i cui effetti sull’attività si manifesteranno tuttavia in un lasso di tempo di qualche anno. Considerate le attese limitate prima del vertice, queste misure - che sono certamente dei piccoli passi, ma perlomeno nella direzione di una maggiore integrazione europea - sono state accolte con sollievo e favore dai mercati. Non rimane ora che attuare le decisioni in tempi stretti perché nel frattempo l’attività continua a contrarsi e le difficoltà del sistema finanziario diventano ogni giorno più pesanti… Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 5 luglio 2012 Nel Regno Unito, le ultime statistiche hanno di fatto evidenziato una stabilizzazione dell’attività, con un aumento delle vendite al dettaglio in maggio e il rimbalzo dell’indice di attività del settore manifatturiero (che resta però in territorio di contrazione). Il tasso d’inflazione è sceso ancora, rientrando per la prima volta dalla fine del 2009 entro il 3.00%, limite di tolleranza della BoE (2.8% in maggio). Il target fissato dalla Banca d’Inghilterra è infatti 2.00%, con un margine di +1.0%. La discesa dell’inflazione assicura alla BoE una libertà di manovra ancora più ampia per lanciare un nuovo programma di quantitative easing, probabilmente già in luglio. Nella riunione di giugno, la decisione non è stata presa per un soffio (un solo voto sui nove del Comitato di Politica Monetaria) … In Svizzera, l’indice PMI dell’attività manifatturiera in giugno è rimbalzato. Tuttavia, resta sotto il limite di 50 e segnala perciò che il settore è tuttora in contrazione. Questo indicatore, è rimasto per 9 degli ultimi 10 mesi in zona “rossa”, un segnale che rivela le difficoltà che attraversa l’industria di fronte al calo della domanda estera e alla forza del franco. La Svizzera registra ancora un’eccedenza commerciale, ma di recente il suo margine si è assottigliato. Il saldo positivo è dovuto al calo delle importazioni contemporaneo a quello delle esportazioni. Infatti, la forza del franco ha almeno il vantaggio di diminuire il valore dei beni importati (in particolare dell’energia). Giappone Sebbene il Giappone, come le altre economie rivolte all’esportazione, sia colpito dal rallentamento della crescita mondiale e quindi della domanda dei suoi prodotti industriali, sembra che dall’inizio dell’anno il rafforzamento della domanda interna sia in grado di sostenere l’attività. L’indagine trimestrale Tankan ha messo in luce un’intensificazione dell’attività nel settore dei servizi che non si vedeva dal 2008, probabilmente grazie agli stimoli fiscali introdotti per sostenere i consumi. Al rafforzamento della domanda interna contribuiscono forse anche i lavori di ricostruzione dopo il terremoto del 2011. A questo proposito, l’andamento del saldo esterno è rappresentativo di un apparente riorientamento dell’attività: in maggio la bilancia commerciale ha registrato il quindicesimo deficit mensile consecutivo, e dall’inizio del 2012 il deficit cumulato è già superiore a quello dell’intero 2011 (primo deficit commerciale in 30 anni). E’ vero che questa situazione è riconducibile in larga parte all’aumento delle importazioni di energia dopo la chiusura delle centrali nucleari dell’ultimo anno, ma rivela tuttavia un’evoluzione significativa della struttura economica del Giappone. Indagine Tankan sull’attività nell’industria manifatturiera e nei servizi e variazione annua del PIL 36 6 30 4 20 2 10 0 0 -10 -2 -20 -4 -30 -6 -40 -8 -50 -60 95 96 97 98 99 00 01 02 03 JAP - T ANKAN LG E MANUF ACT URERS JAP - T ANKAN LG E NO N-MANUF ACT URERS JAP - G DP YoY %(R. H.SCALE) -10 04 05 06 07 08 09 10 11 Source: T homson Reuters Datastream L’attività dei servizi nel secondo trimestre ha raggiunto i livelli più alti dal 2008. La domanda interna sostiene la crescita del PIL. Economie emergenti Il rallentamento dell’attività si è esteso agli ultimi indicatori delle economie emergenti che dipendono ancora in larga parte dalle esportazioni (di prodotti manufatti e di materie prime) verso i paesi sviluppati. Gli indici dell’attività manifatturiera di giugno mostravano il proseguimento del rallentamento in Cina (anche se l’indice principale resta ancora appena sopra 50) e una contrazione più pronunciata in Brasile, confermata dal calo della produzione industriale. Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 5 luglio 2012 Mercati Azionario Il mese di giugno si è chiuso con una nota positiva. Nonostante gli indicatori economici mondiali poco rassicuranti, i progressi sul piano politico compiuti al vertice di Bruxelles hanno suscitato ottimismo presso la comunità finanziaria. La decisione dei dirigenti dell’area euro di rafforzare l’unione economica e monetaria è stata accolta favorevolmente. Dopo la crisi delle banche spagnole, il fondo “salva stati” (EFSF) potrà ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari in difficoltà. Secondo passo avanti fortemente voluto dal presidente francese, il patto comprende un capitolo sulla crescita e l’occupazione: 120 miliardi di euro saranno infatti investiti in progetti volti a sostenere lo sviluppo della zona euro. E persiste la speranza di nuove mosse da parte della BCE e della Riserva Federale. Sulle due sponde dell’Atlantico c’è anche attesa per nuovi programmi di quantitative easing per fermare il deterioramento del paesaggio economico. Andamento delle principali borse mondiali dal 1 aprile 2012 Finlandia e i Paesi Bassi sono contrari all’accordo concluso a Bruxelles e rifiutano che il meccanismo europeo di stabilità (MES) acquisti obbligazioni sovrane sui mercati secondari. Nelle prossime settimane l’attenzione sarà puntata sulla pubblicazione delle trimestrali societarie. Gli operatori saranno all’erta per cogliere nelle dichiarazioni dei dirigenti qualsiasi accenno a cambiamenti, in particolare rispetto alle attività in Cina. A più lungo termine, gli operatori si interrogano anche sulle prospettive oltre Atlantico. L’arrivo a scadenza alla fine dell’anno di alcune misure fiscali: il famoso « precipizio fiscale » (abolizione dei tagli fiscali risalenti all’era Bush, fine degli sgravi sui prelievi in busta paga, fine dei sussidi di disoccupazione prolungati) fa temere una brusca frenata dell’economia nel 2013. Obbligazionario La fine di giugno sul mercato obbligazionario è stata caratterizzata da una fase di attendismo prima del vertice europeo, seguita poi da una marcata distensione dei tassi periferici che ha salutato l’esito del vertice di Bruxelles. Il movimento è stato particolarmente spettacolare sui tassi a lungo termine irlandesi (ora più bassi di quelli spagnoli!). La prudenza resta però di rigore, almeno fino alla riunione dei ministri europei delle finanze in agenda il 9 luglio, che dovrà procedere all’attuazione delle misure annunciate dai capi di Stato. E i dubbi sulla capacità della Spagna di rispettare l’impegno a ridurre il deficit restano forti. Tassi a 10 anni italiani, spagnoli e irlandesi 8.50 8.00 7.50 7.00 Fonte: Thomson Reuters Datastream Dopo il vuoto d’aria da inizio aprile, le borse del sud dell’Europa hanno reagito positivamente ai progressi politici compiuti dall’ultimo vertice europeo. Nel periodo in esame le tendenze settoriali sono rimaste invariate. Sullo sfondo del ritorno della propensione al rischio, i ciclici hanno continuato a riprendere quota, mentre i difensivi – dopo la forte sovra-performance di aprile e maggio – stanno perdendo terreno. L’allarme sugli utili di Danone, ma anche di Procter & Gamble e Nike hanno contribuito a creare scompiglio nel settore dei consumi. I veri campioni delle ultime due settimane sono i titoli finanziari che hanno beneficiato della recente schiarita sul fronte del debito sovrano dei paesi del sud dell’Europa. Restano ancora alcune incognite: la 6.50 6.00 5.50 5.00 4.50 JAN F EB MAR APR MAY JUN JUL IT ALY SPAI N IRELAND Source: T homson Reuters Datast ream I tassi irlandesi sono ormai inferiori a quelli spagnoli. Nel complesso, l’intero mercato obbligazionario europeo ha beneficiato di una distensione, ma non si è osservato alcun contraccolpo sensibile sui titoli che Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 5 luglio 2012 nelle settimane precedenti avevano svolto la funzione di rifugio (obbligazioni tedesche e finlandesi). Un altro segnale che induce a non abbassare la guardia? Valutario Con l’avvicinarsi del vertice europeo, l’euro ha perso quota nei confronti del dollaro per via delle modeste attese sugli esiti e dei timori riguardo alla situazione in Europa. Una volta superato l’appuntamento, la moneta unica è rimbalzata sull’onda del clima positivo scaturito dagli annuncia dei capi di Stato europei. Le monete emergenti, che in maggio si erano trovate sotto pressione a causa dei segnali negativi per la crescita mondiale e della crescente avversione al rischio, hanno anch’esse beneficiato dal migliorato umore degli investitori. Indice JPM delle monete emergenti contro l’USD 390 385 380 375 370 365 360 355 Jan-12 Feb-12 Mar-12 A pr-12 May-12 Jun-12 Jul-12 Indice JP M Em erging lo cal m arket ELM I P lus C o m po sit (USD ) So urce: JP M o rgan, B lo o m berg Dopo la caduta di maggio le monete emergenti di recente hanno avviato un netto recupero. Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute.