enLaRge yOur peNiS

annuncio pubblicitario
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n.
gennaio 08
enLaRge yOur peNiS
Rolex, viagra e lauree: lo spam-marketing
Brain of the month
Spam marketing
Tutto l’oro del comandante
Hawke
Federico Calzolari
Intervista all’uomo che ha bucato Google
www.subvertising.it
DICEMBRE
BLOG MINIATURES
P
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R
icordo distintamente la prima volta che compresi che il mondo era cambiato con l’avvento di internet. Dall’oggi al domani, avevo smesso di
andare a comprare così spesso i fumetti sotto casa. Soprattutto, niente più
sorriso complice dell’edicolante, quello di quando stavi a indugiare dieci minuti buoni nella zona un po’ più in disparte del negozio, vhs, rivistine patinate… Niente più supporto fisico e umano, fra me e del materiale pornografico.
Era anche l’ora. Naturalmente, oggi sono invece una persona molto seria. Ma non è tanto delle mie divagazioni culturali di cui volevo parlare,
quanto del fatto che con la rete ci siamo abituati sempre di più a ricevere
messaggi od offerte commerciali senza avere contatti con l’intermediario; non conosciamo la sua faccia, tanto meno informazioni sull’azienda
che propone questo o quel prodotto. Può essere pratico, farci risparmiare tempo e denaro da una parte, ma anche darci ben poche garanzie,
esporci a truffe varie. Non a caso, buona parte dello spam si concentra
su merci quantomeno curiose. Non parliamo poi di possibilità di scelta:
provateci voi, a scrivere fuori dalla vostra casella e-mail che in questo
condominio la pubblicità non è gradita. Ogni volta che le ho cancellate, le mail della mia dose quotidiana di spam, mi sono chiesto da chi
provenissero; che faccia avessero, questa masnada di grafomani virtuali.
Facce che mi potrebbero dire tante cose su questa forma di pubblicità
nata col nuovo media, la più economica, la più molesta dell’orbe terracqueo. I loro buoni motivi per alzarsi ogni mattina, ce li avranno eccome.
Così, eccoci in questo numero a rimestare nel torbido. A osservare il fenomeno spam e le tecniche di combattimento virali da più punti vista. Fra le
pieghe di questa guerra quotidiana ci sono buoni, cattivi, piccoli genietti,
nuovi ricchi che hanno fatto cassa grazie a un’idea geniale o perché no,
contando semplicemente sulla legge dei grandi numeri. Non disponiamo
certo dello spazio per una trattazione scientifica sull’argomento, ma speriamo di fare un buon servizio al lettore con qualche spunto interessante
sull’argomento. Lo stato dell’arte dello spam è in continua evoluzione.
Francesco Rossi
Direttore Responsabile
[email protected]
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Heil spammer
Tutto l’oro del comandante Hawke
.6
Brain of the month
Federico Calzolari
Intervista all’uomo che ha bucato Google
.11
.5 Blog news/1
Unconventional Direct marketing. Non è spam.
.8 Gigabyte
SUBLIST
Truffe on line: il lato oscuro dello spam
.13
2.0, la viralità al quadrato
.16 Blog news/2
C’è protezione e protezione
.17 Botte da orbi
Io ce l’ho più lungo, il suv!
SUBVERTISING
Anno II, numero 3 del 10 gennaio 2008
Direttore Responsabile: Francesco Rossi ([email protected])
Comunicati stampa, informazioni o altre richieste:
Serena Baldini ([email protected])
Pubblicità:
- Barbara Zanardi ([email protected])
- Serena Baldini ([email protected])
In copertina: Viagra
Grafica: Frameart.it
Edizioni Cnet Web
Mensile iscritto presso il Tribunale di Bologna, numero 7803 del 16/10/2007
blog news/1
Unconventional Direct marketing. Non è spam.
di Fables (www.bloguerrilla.it)
I
mmaginate di tornare a casa e di trovare nella
buchetta della posta una lettera completamente
nera, il primo pensiero che vi passa nella testa non
è buono, il colore nero in Giappone è simbolo di
benessere, da noi, specialmente se utilizzato in
queste vesti, può evocare significati negativi. Vi fate
comunque coraggio, superato il timore iniziale decidete di aprire la busta e una sensazione di sollievo vi pervade, non è un pacco bomba e nemmeno
una lettera minatoria, quella che vi trovate di fronte
è una stoffa di colore altrettanto nero e un piccolo
campioncino di detersivo unbranded che veicola il
messaggio “lavalo a 20°”. L’iniziativa è stata ideata
dalla Saatchi & Saatchi di Francoforte per pubblicizzare il nuovo detersivo Ariel Coldactive, un prodotto
che permette di lavare i panni a 20°. L’azione, realizzata con tutti i crismi del caso, riesce a mettere in
evidenza il benefit del prodotto, la stoffa nera inserita all’interno della lettera, infatti, diventa bianca una
volta lavata alla temperatura richiesta, mostrando
la scritta “E’ facile rendere i tuoi vestiti puliti a soli
20°”. Una campagna di direct marketing che è stata apprezzata dal pubblico, viste le telefonate ricevute dalla Ariel stessa. Dal mondo del business to
comsumer passiamo a quello del business to business, dove troviamo due agenzie operanti in Italia,
rispettivamente la Leagas Delaney e la Arnold WorldWide Italy, che sono ricorse al marketing non convenzionale per comunicare l’apertura di due nuovi
uffici altrettanto poco convenzionali. L’agenzia Leagas Delaney ha da poco inaugurato il reparto Virus,
destinato al WOM, al viral, passando per il guerrilla, stealth e advergame. Per lanciare la nuova divisione, l’agenzia ha optato per una campagna di
direct marketing, destinata a vecchi e nuovi contatti,
i quali hanno ricevuto una mail dalle sembianze di
un virus. Il Virus Kit, inviato in una confezione normalmente utilizzata per materiali chimici, conteneva
una piccola lente ottica e un contenitore trasparente
con un vetrino da microscopio. Ad occhio nudo era
possibile vedere solamente una cellula, mentre utilizzando la lente si scorgeva la scritta “Virus. Advertising Mutation”, concetto legato al nuovo sito, all’interno del quale le cellule rappresentano le sezioni
fino ad ora sviluppate, Word of Mouth Marketing,
Viral, Bluejacking, Digital Interactive & web design,
che aumenteranno a seconda delle nuove “contaminazioni” diffuse da Virus. L’altro caso riguarda
la nascita del reparto guerrilla di Arnold Worldwide
Italy, che nel mese di Giugno ha dato vita alla campagna “Marketing Voodoo Kit” promossa dal claim
“nel guerrilla marketing tutto è concesso”. L’agenzia
italiana, per far conoscere il suo nuovo dipartimento,
chiamato Arnold Guerrilla, ha spedito a dei potenziali clienti dei kit caratterizzati da fantocci in pieno stile
voodoo, con le fattezze dei prodotti dei competitor.
Il tutto corredato da spilloni per infliggere macumbe
aziendali. Alla Coca-Cola è stata inviata una lattina
voodoo di Pepsi, alla Nike una scarpetta dell’Adidas e alla Nintendo una console PSP. L’azione è
valsa un Leone di bronzo agli International Advertising Festival di Cannes 2007 nella categoria Direct.
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HEIL
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M
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Hawke
Tutto l’oro del comandante
P
robabilmente, ricevete come me centinaia di
email tutti i santi giorni. Offrono una laurea in
Inutilità Comparata in dieci minuti, un mutuo istantaneo per comprare un cammello, una bambola
gonfiabile con le fattezze di Raffaella Carrà. Ma
soprattutto, si preoccupano delle dimensioni della
vostra verga e della durata delle vostre erezioni.
Il provider statunitense America Online ritiene che,
dietro una buona parte dello spam ricevuto dai loro
utenti, ci sia una persona sola: Davis Wolfgang
Hawke avrebbe mandato circa 130.000 email in
tre mesi verso indirizzi email di
AOL, cercando di vendere pillole per l’ingrossamento del pene.
Il
sedicente
Comandante
Hawke abbandonò il suo vero
nome “Andrew Britt Greenbaum” nel 1996, appena maggiorenne: probabilmente, un
cognome tipicamente ebreo
gli avrebbe creato qualche difficoltà in quella che era la sua
attività principale, leader del partito nazionalista
americano da lui stesso fondato in South Carolina.
In pochissimo tempo, nonostante il cambio di identità, le sue origini religiose furono smascherate - lo
chiamavano “il nazista kosher” - e quando alla sua
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manifestazione di estrema destra si presentarono
solo in quattro si rese conto che la sua attività online, vendere coltelli e bandiere con la svastica, poteva essere molto più proficua della carriera politica.
Era il 1999 e ben presto il neo-nazi con il pallino di
internet si rese conto che, per incrementare i propri
profitti, avrebbe dovuto abbandonare l’oggettistica
con le svastiche e vendere qualcosa che avesse un
pubblico più ampio: cartucce per la stampante, garanzie per l’automobile, finanziamenti statali a fondo
perduto, ormoni maschili e, infine, quelle che sembrano essere il prodotto più
venduto via internet, le pillole
per l’allungamento del pene.
Certo, gli spammer non hanno vita semplice: Hawke è
stato costretto a cambiare
nome infinite altre volte e nessuno dei suoi siti è registrato
con il suo vero nome. Forse,
avete sentito parlare di lui
come Dave Bridger, Bo Deker,
Johnny Durango o con infiniti altri pseudonimi. Per
anni – racconta Mc William nel libro Spam Kings
– Hawke ha vissuto in una roulotte, muovendosi di
città in città, nonostante il suo fatturato lordo (impossibile da conoscere con esattezza) superasse
HEIL
SPAMMER
Hawke
Tutto l’oro del comandante
i 600.000 dollari annui. Le ultime stime, riporta un
articolo della NHPR, lo vedrebbero fatturare mezzo milione di dollari al mese. Tutto legale, dice lui:
si tratterebbe di “marketing di massa”, protetto
– come ogni altra forma d’espressione – dal primo emendamento della costituzione americana.
Questa tesi non convince per nulla il provider AOL (lo
stesso utilizzato da Homer Simpson, che risponderebbe alla mail [email protected]) che proprio contro di lui ha vinto una causa per spam e, ora,
ha diritto a un rimborso pari a 12,8 milioni di dollari.
I soldi di David Hawke, ex campione di scacchi,
sembrano veramente ben nascosti, al punto che
il giudice ha accordato ad AOL la possibilità di
scavare addirittura nel giardino dei genitori dello
spammer, setacciando i due ettari di terreno alla
ricerca di oro o contanti sepolti nella casa di Medfield, nel Massachusset. Il provider americano
ha imbracciato la vanga e dissodato minuziosamente il mancante campo della famiglia Greenbaum dopo
aver
trovato a casa di Hawke
una ricevuta per l’acquisto di lingotti d’oro e barre
di platino per una cifra pari a 350.879,50 dollari.
Mi sembra una prova evidente del buon funzionamento delle pillole per l’allungamento del membro virile.
I confetti commercializzati da Hawke si chiamano Pinacle - non gli sto facendo pubblicità,
pare che ci riesca benissimo da solo - e c’è
addirittura un sito che decanta le loro qualità,
ma avverte i clienti: “ricordate, un pene più
lungo di nove pollici potrebbe essere troppo grosso per la maggior parte delle donne.
Ma se, per qualunque ragione, avete bisogno di un membro ancora più grosso, nulla
vi vieta di continuare a prendere le pillole.”
Alessandro Mininno
[email protected]
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gigabyte
TRUFFE ON LINE: IL LATO OSCURO DELLO SPAM
Quello che il tuo antivirus non ti può dire
S
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pamming, phishing, spoofing,
spyware: non sono termini estrapolati dai libri cyberpunk e fantascientifici di Gibson o Dick ma i molteplici
volti con cui i truffatori digitali si affacciano sulla Rete. Negli ultimi anni, Internet è diventato il luogo privilegiato
per mettere in atto truffe studiate ad hoc che colpiscano allo stesso tempo l’ingenuo navigatore e le
grandi aziende. Il motivo è semplice: il Web è manipolabile e i contenuti possono essere duplicati e
falsificati in maniera estremamente fedele, tanto da
renderne difficile lo smascheramento. Per l’utente
le parole hanno il significato descritto dalla lingua,
come ci insegna la semiotica, ma per il cyber-truffatore hanno la duplice funzione
di linguaggio e codice numerico: sono la traduzione di numeri facilmente manipolabili.
L’obiettivo
dei
truffatori è generalmente di
natura
commerciale.
Lo spamming è la tecnica maggiormente utilizzata per inviare materiale
pubblicitario non richiesto e spesso indesiderato, ma non implica necessariamente una truffa.
Spesso le
e-mail
contengono pubblicità su nuovi prodotti
oppure
offerte speciali e vengono inviate in massa ad indirizzi raccolti in modo più o meno lecito sul Web.
Lo
spammer
segue
il
principio
del direct marketing per promuovere
i
propri prodotti in modo invasivo e gratuito.
La legalità di tale metodo è vincolata al sistema giuridico del paese di appartenenza: mentre l’ordinamento dell’Unione Europea proibisce
l’invio di materiale pubblicitario via e-mail senza l’esplicito consenso del destinatario, negli
Stati Uniti viene considerata una prassi lecita.
Le nuove forme di comunicazione sul Web 2.0
hanno aperto le porte a nuovi orizzonti per gli
spammer. I sistemi Wiki permettono agli utenti
di lasciare contributi senza limitazioni sul Web e
spesso vengono utilizzati per lasciare messaggi pubblicitari non autorizzati, mentre i blog vengono inondati
di link a siti web di natura commerciale di proprietà degli spammer.
Il phishing si spinge più avanti: attraverso
e-mail
apparentemente provenienti da istituti autorevoli, si cerca di
carpire dati dagli utenti per ottenerne dei soldi.
Si tratta di vere e proprie truffe finalizzate ad ottenere
le credenziali per accedere al denaro dei malcapitati.
Nella pratica, il phishing ha assunto la forma di molteplici tipologie di mail: messaggi da parte di istituti
bancari che richiedono i dati di accesso alla carta di
credito, offerte di lavoro altamente remunerativo previo versamento di una piccola somma di denaro, offerte
promozionali di beni costosi
che reindirizzano a siti internet di aziende inesistenti.
L’utilizzo del nome di istituti
di credito truffa l’utente ma danneggia anche l’istituto
interessato: nel processo contro i pisher che inviavano presunti moduli bancari on-line da parte di Poste
Italiane, l’Azienda si è costituita come parte civile.
Esistono poi alcune tipologie di truffe che si presentano come l’integrazione di diverse forme di raggiro, per colpire la vittima su più fronti ed abbattere
completamente le difese. Lo spoofing si presenta
come una e-mail con allegato un file apparentemente innocuo ma, una volta aperto, contiene un
dialer che reindirizza il modem a siti a tariffa telefonica maggiorata. Sebbene basti seguire piccoli accorgimenti per non cadere nelle innumerevoli
trappole, le truffe on line sono in costante aumento. I criminali informatici sono sempre in agguato e in continuo aggiornamento, adattandosi alle
mode e alle novità che Internet offre, nella speranza di catturare anche l’utente più smaliziato.
Gabriella Rutigliano
[email protected]
I consigli di
Zio Spam
di Markettara (disruption.splinder.com)
- Mangiala.
- Lui ha detto che non posso. Sarò punito.
- Ma dai, sei in Paradiso. Tu la vuoi, la desideri e
poi conosci gli effetti, no?
- Devo andare, Eva mi sta aspettando.
- Appunto, Eva… fallo per lei. E’ una vita che
si lamenta. Secondo te perché dice sempre di
avere mal di testa?
- Soffre di emicrania.
- Sì, ma tu rischi di diventare cieco… Mangiala.
- Mmm.
- Mangiala. Lui te la vieta solo perché non vuole
che tu gli faccia concorrenza. Sa che quando la
mangerai diventerai come Lui. Perciò te lo ha
proibito. Mangiala! Mangiala! Mangiala!
Nel frattempo, Eva - che conosce bene le ragioni
del suo mal di testa serale - ascolta di nascosto il
discorso del serpente. E in pochi fatali secondi, allettata dalla nuova possibile visione, si lascia persuadere dall’insistente messaggio disturbatore…
Sappiamo già tutti come va a finire la vicenda: anche il primo diabolico spammer della
storia sapeva bene come far leva sull’ego dell’uomo, ego oggi stuzzicato e misurato anche in base alle dimensioni, al titolo universitario o a quel che portiamo (-ate, voi maschi)
al polso. E così, ecco confezionato un messaggio indesiderato, invasivo e rischioso.
Non c’è bisogno di spiegare cosa sia. A farlo sono già wikipedia (vedi: it.wikipedia.org/
wiki/Spam) e l’immancabile sketch dei Monty
Python (fonte: spamterminator.it/orig_en.asp).
E poi, chi è che non ha mai ricevuto dello
Spam? Parole come orgasms, free, viagra, cialis, rolex, valium, sipping, cheap, required, etc,
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I c o n si g l i d i
Z io S p a m
sono entrate almeno una volta nella casella di
posta di ogni utente. Anzi, sono
almeno 5, per la precisione, i
messaggi di spam che in media
entrano nella nostra mailbox
ogni giorno. Un guerrilla dalle
dimensioni colossali: secondo
uno studio effettuato sul traffico di un miliardo di messaggi di posta elettronica, svolto
da Barracuda Networks, ben
il 95% della posta elettronica
circolata in rete nel corso del
2007 è spam, circa il 70% in più rispetto al 2006.
Ma la posta elettronica non è l’unico media scelto per le tattiche di spam-marketing. Anche gli
Instant Messanging, le Chat, i NewsGroup, i
Forum, i giochi online e i motori di ricerca sono
veicoli proficui per comunicazioni pubblicitarie indesiderate. Senza dimenticare il fenomeno degli
spaSMS, del blog-spam,
degli splog e recentemente anche dei videospam nati con YouTube.
Insomma, le tattiche e i
mezzi a disposizione di
uno spammer aumentano, e le strategie di Spam-marketing
si moltiplicano in modo esponenziale.
Qualcuno a questo punto direbbe: “La domanda
sorge spontanea”: perché lo spam continua a
esistere nel marketing?”. Premesso che lo scopo
dello spamming non è meramente pubblicitario
(pensate alle cosiddette “Catene di S. Antonio”),
è solo utilizzando un approccio commercia-
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le che è possibile comprendere il perché dello
Spam. La risposta è semplice e
piuttosto fastidiosa: dal punto di
vista prettamente economico, lo
Spam è la più efficace forma di
pubblicità che un prodotto possa avere. Commissionare la
pubblicizzazione di un prodotto
ad uno spammer ha costi irrisori
rispetto a tutti gli altri veicoli. E
ci sono dei pirla che evidentemente ci cascano - se nel 2007
si è registrato un incremento del
30% delle richieste di allungamento del pene,
una causa ci sarà. Il costo/contatto delle tattiche
di Spam-marketing è, insomma, cosi basso da
convincere ancora tantissimi a tralasciare etica, efficienza del messaggio, contenuti, rispetto dell’utente (e cervello).
Una dura realtà. Ma nessuno deve arrendersi. Se
lo Spam vi dà fastidio, una
soluzione potrebbe essere quella di utilizzare il suo
lato divertente, dando il via
ad una lunga collection dei
nuovi spam, quelli 2.0, “artistici” e personalizzati che
stuzzicano con immagini e
fingono di essere degli amici venuti dal passato.
E, last but not least, se siete uomini (per noi
donne si tratterebbe di effettuare una mutazione regredente) è consigliabile non ignorare il
vecchio, storico suggerimento di Zio Spam, per
migliorarsi sotto la cintura: “Enlarge your penis”. Potrebbe essere vantaggioso cominciare a fare scorte per la vecchiaia, non credete?
brain of the month
Reverse Action: uno sparo nell’oscurità
Intervista a Federico Calzolari, il Fisico pisano che ha “bucato” Google
Quando ho letto la notizia che in Italia il
tuo nome è stato il più ricercato sul motore di ricerca nel mese di novembre, ho ghignato e anche gufato... Hai battuto persino Babbo Natale! Parlaci di te, di questa
straordinaria “reverse action in internet”...
Finalmente hai fatto tremare qualcuno!
Sono un fisico pisano di 37 anni, ferrarese di origine. Ho un assegno di ricerca presso la Scuola Normale di Pisa, un contratto di ricerca a concorso, ma
a tempo determinato. Riguardo all’exploit di Google, sono riuscito, con un sistema fondamentalmente semplice, a risultare in testa allo Zeitgeist di Novembre 2007, la classifica delle parole più ricercate
su Google Italia, che Google stessa pubblica alla
fine di ogni mese facendo scendere Babbo Natale
dalla testa della classifica. E per questo mi sono
preso una sonora rimproverata da quelli di Radio
Deejay. Per scusarmi ho promesso loro che tenterò
di far resuscitare Babbo Natale ad Agosto ;-). Il tutto senza dover digitare milioni di volte il mio nome
sulla pagina di Google. Una buona definizione di ciò
che ho fatto e’ stata data da Vittorio Zambardino,
giornalista di Repubblica: uno sparo nel buio. Ben
centrato, aggiungo io, ma pur sempre nel buio. O
se non nel buio quantomeno nell’oscurità. Gli algoritmi di Google sono assolutamente blindati - non di
pubblico dominio - per cui tutto quello che si puo’
fare e’ ipotizzare, provare, e verificare a posteriori se l’idea aveva un benché minimo fondamento.
Riguardo all’irripetibilità’ dell’esperimento, e’ come
immaginare di scoprire la combinazione di una
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brain of the month
Reverse Action: uno sparo nell’oscurità
Intervista a Federico Calzolari, il Fisico pisano che ha “bucato” Google
cassaforte. Una volta che il legittimo proprietario la trova svaligiata, gli basta cambiare combinazione. E così fa Google con i suoi algoritmi.
altra avrei fatto pubblicità a qualcuno o qualcosa.
Si dice che ti sia stata fatta una proposta di lavoro...e’ vero? Prendi il
volo anche tu dal paese delle veline?
Passiamo dalle combinazioni delle casseforti alle griglie... spiegaci il nodo di ricerca sul Ho già da due anni una proposta di lavoro da parte
Grid Computing presso la Normale di Pisa. di Google USA per il mio lavoro, il GRID computing.
Mi occupo di GRID computing, architetture per
calcolo distribuito, un progetto del Centro Europeo per la Ricerca Nucleare CERN di Ginevra,
mirato alla realizzazione di una rete di computer
distribuiti in tutto il mondo e interoperanti tra loro.
Nata per il calcolo nell’ambito della fisica delle alte
energie, viene da anni utilizzata anche dalla comunità medica internazionale per simulazioni e studi di proteine, virus, vaccini, oltre che da diverse
decine di altri gruppi di ricerca sparsi nel mondo.
La Scuola Normale costituisce uno di questi nodi.
Hai gabbato tutti arrivando primo nello Zeitgeist. Probabilmente la tua azione
rappresenta veramente “lo spirito del tempo”. Mi sembra di capire che l’utente stia
diventando sempre più importante, non
più un semplice, insipido e piatto consumatore, come piace alle aziende. E’ l’inizio di una nuova era di internet... e anche
uno sconvolgimento dei meccanismi pubblicitari che ci ruotano intorno... le palle come al solito sono dietro all’angolo....
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Sarebbe l’ora! Se da un lato la rilevanza scientifica
dell’evento e’ dal mio punto di vista decisamente
bassa, dall’altro sto assistendo a un impatto mediatico del tutto inaspettato. Con un meccanismo
del genere è tecnicamente possibile pilotare l’informazione. E’ per questo, per evitare qualunque
possibile fraintendimento, che la parola usata per
l’esperimento e’ stata il mio nome; con qualunque
Potendo scegliere però, la mia scelta è quella di
restare alla Scuola Normale di Pisa, che in questi
4 anni mi ha offerto la possibilità di fare il lavoro
che amo, in un ambiente altamente stimolante.
Concludo con questa
1000 Federico Calzolari!
frase: 1,100,
Facce sognà!
Il
mio
EGO
ringrazia
sentitamente
;)
Se mi è concesso un commento finale...
A riguardo di questa classifica, lo Zeitgeist appunto,
tutti dicono che è inutile, che e’ manipolabile, che
non rispecchia la realtà, però pare che nessuno
alla fine ne possa fare a meno... come l’oroscopo ;)
Ursula De Gaspari
[email protected]
2.0, la viralità al quadrato
di Anakyn (www.anakyn.it)
R
iuscite a immaginare il viral
marketing senza Internet?
No, non potete, è impossibile.
Quindi non provateci neppure.
La viralità ha bisogno di questi milioni di computer collegati in Rete
ogni giorno e di questo pubblico
continuamente curioso di stimoli.
Il web è l’habitat perfetto: propagazione massima e capillare piegando lo spazio e il tempo. Meglio di Hiro Nakamura.
Senza contare la sfumatura quasi
mistica di quel numero: 2.0. Due
cifre su cui tutti i webbologi si stanno scapigliando; esiste, non esiste, è già vecchio, è troppo nuovo?
Ma noi siamo viral e questo
non
ci
interessa.
Quel che sappiamo e bene è che
i nuovi strumenti - Facebook,
MySpace, YouTube,.. - stanno rendendo la vita
dei “virologi” più varia, divertente, imprevedibile.
I contenuti sono (finalmente) generati dagli utenti, e
da questi stessi mixati e distribuiti; siamo così alla
fase USG, o User Generated Content. Ancora non è
il paradiso terrestre, ma le premesse non sono male.
È stimolante rendersi conto che anche l’idea che
passa per la testa a te, piccolo viral marketer in erba,
potrebbe stimolare un pubblico molto molto numeroso. Se il tuo concept è potente, gli effetti arrivano;
e molto spesso, senza che tu te ne renda conto.
Directory: inizia pensare a qualcosa di molto virale.
Ma prima di creare arriva all’ultima riga di
questo articolo, potrebbe esserti d’aiuto.
Ti voglio indicare due (tra le tante) situazioni che fanno del Web 2.0 un ambiente eclettico.
La condivisione video, ad esempio; con un semplice copia/incolla, permette di importare su tutte
le piattaforme blog/siti/forum del pianeta filmati di
ogni genere. Anche l’utente meno tecnico è in grado di farlo in pochi istanti. Il caposcuola, ovviamente, è YouTube, ma intanto altri già si sono mossi; è
il caso di Viral Video Chart - www.viralvideochart.
com - dove gli iscritti raccolgono e votano i filmati,
creando classifiche in cui tutti vogliono stare in cima
per ottenere visibilità. Ci si può oppure buttare nella
creazione di comunità di utenti “interessati”, dove
scambiarsi materiali, incrociare feedback e spingere sulla diffusione spontanea. Anche qui, accessibile
senza particolari nozioni tecniche. Prova con Ning
(www.ning.com) o Facebook (www.facebook.com).
E le strade ancora inesplorate sono davvero tante.
IMVO (in my viral opinion) due sentieri interessanti
mancano e li spiego esplicitamente.
Io vorrei:
- una community specifica per viral marketer e creativi infettivi; un vero e proprio laboratorio di condivisione e formazione online
- una piattaforma multimediale (video, audio, blog, forum, web tv) per lanciare i viral seed, un
ambiente unico in grado di disseminare in tutte le declinazioni possibili
Non chiedo troppo, lo so.
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their laws
E’ possibile, nell’ambito di campagne marketing, inviare comunicazioni, proposte o offerte commerciali via fax, posta elettronica, sms, mms o chiamate vocali mediante operatore automatico
a Destinatari i cui dati sono stati reperiti qua e là tramite internet o altre pubbliche fonti?
A cura della società Intrastudio, consulenti in materia di leggi speciali e privacy
[email protected]
N
o! Le norme, al riguardo, sono chiare.
Non è ammesso inviare comunicazioni
commerciali allo scopo di pubblicizzare un prodotto o un servizio senza aver ottenuto preventivamente il consenso del Destinatario.
Questo è stato più volte ribadito dal Garante, anche
attraverso decisioni
su ricorsi presentati
da persone che hanno ricevuto comunicazioni indesiderate,
che Aziende inviavano loro allo scopo di pubblicizzare i
propri beni o servizi.
Ciò vale anche nel
caso di primo invio di
una comunicazione,
se contiene promozioni e offerte commerciali e non è volto,
invece, esclusivamente a richiedere il consenso per il
successivo inoltro delle comunicazioni pubblicitarie.
L’Autorità Garante ha più volte spiegato che, anche se si utilizzano dati reperiti attraverso fonti
pubbliche (pagine gialle, internet, ecc.), non vi è
possibilità di un invio senza consenso quando l’invio è a fini di pubblicità e marketing e le comunicazioni commerciali sono effettuate con particolari
modalità (via fax, posta elettronica, sms o mms o
chiamate vocali mediante operatore automatico).
Pertanto, in questi casi, prima di effettuare qualunque uso dei dati reperiti, occorre ottenere sempre il consenso del Destinatario.
Quanto sopra vale anche per il c.d. spamming,
che, secondo il Garante, implica un trattamento illecito dei dati personali e può causare danni al Destinatario, quali, ad esempio, tra l’altro,
perdita di tempo, uso indebito di carta e toner e
disturbo provocato dalla comunicazione indesiderata che tiene occupato l’apparecchio stesso.
Per tali indesiderate comunicazioni gli “spammer”
rischiano il risarcimento danni, in quanto, i Destinatari hanno facoltà di rivolgersi al Giudice Civile e
chiedere risarcimenti per la lesione dei propri diritti.
Come ha ribadito un
Relatore del Garante
Privacy “le comunicazioni non desiderate,
siano esse quelle effettuate via telefono,
fax, o quelle elettroniche via sms, mms,
e-mail rappresentano oggi le forme più
invasive di disturbo
nella vita quotidiana
di utenti e consumatori. È un fenomeno
che va combattuto
per liberare le reti di comunicazione da chi le ingolfa solo per proprio profitto. In questa battaglia
di civiltà il Garante ha proceduto ad ispezioni tramite Guardia di Finanza, ha denunciato alla magistratura i responsabili, ha comminato notevoli sanzioni e su questa strada proseguirà nella
difesa dei cittadini in maniera sempre più incisiva.”
Potete scrivere le Vostre
domande inerenti a leggi,
privacy e pubblicità all’indirizzo
[email protected].
Le più interessanti riceveranno
risposta pubblicata su numeri
successivi di Subvertising.
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blog news/2
C’è protezione e protezione
di Fables (www.bloguerrilla.it)
L
o abbiamo letto nel primo numero di Subvertising, il marketing sociale si rivolge in modo
sempre più massiccio alle tecniche del marketing
alternativo. Gli scarsi mezzi a disposizione dirigono le organizzazioni e le
associazioni nella scelta di canali differenti dal mezzo televisivo. Ciò avviene
perché le campagne di matrice non convenzionale riescono ad avere efficacia
pur mantenendo il loro carattere di economicità, originalità, imprevedibilità e
semplicità comunicativa. Il social guerrilla riesce ad essere efficace nel momento in cui sfrutta in modo alternativo dei
mezzi apparentemente convenzionali o
mai utilizzati per scopi promozionali, o
nel momento in cui inventa nuovi mezzi, spiazzando in tal modo l’osservatore e risvegliando la sua
attenzione visiva. Questa premessa ci introduce le
due campagne che si sono verificate il primo Dicembre a Copenaghen e a Parigi, in occasione della giornata mondiale della lotta all’AIDS. Gli abitanti
della capitale danese sono rimasti basiti di fronte
a quanto si è materializzato di fronte ai loro occhi.
Una palla gigante contenente una ragazza in carne
ed ossa ha attraversato le vie del centro, tra Vesterbro e Stroget, rinomata via commerciale della
città, attirando l’attenzione di centinaia di visitatori.
Non si trattava di un nuovo sport, nemmeno di una
riedizione del programma American Gladiators, la
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palla girava, lasciandosi alle spalle il Tivoli e portando con sé un concentrato di significati. Gli appartenenti all’AIDS Fondet hanno voluto sottolineare in
questo modo che gli affetti da questo virus mortale,
sono circondati da pregiudizi nei loro confronti. La
ragazza, in tal modo, si è difesa dagli attacchi letterali delle persone, che contribuiscono ad alimentare la problematica dell’emarginazione sociale dei
sieropositivi, distribuendo dall’interno dei flyer che
veicolavano il messaggio “prejudice is one of the
worst side-effects” (il pregiudizio è uno dei peggiori effetti collaterali). L’azione di street marketing
che è andata in scena a Parigi invece è stata più spettacolare dal
punto di visto cromatico, meno da
quello dell’emotività. Con l’ obiettivo di comunicare l’importanza della prevenzione, l’agenzia francese
Rouge ha sfruttato come mezzo i
sellini delle biciclette parcheggiate
nelle strade parigine, ricoprendoli
di una guaina di colore rosa. L’organizzazione Act Up-Paris è scesa
letteralmente in strada alle ore 7
e 25 del mattino, sfruttando la calma che governa la città in quelle ore per portare a compimento
il suo messaggio: “et vous, vous faites quoi pour
vous protéger?”. A completamento dell’opera, dei
preservativi sono stati attaccati al guanto rosa.
botte da orbi
IO CE L’HO PIU LUNGO, IL SUV!
di Rolando Dotti, fondatore di Liberate le aragoste – Communication Network
O
gni epoca ha la pubblicità che si merita.
Eh eh, immaginatevi cosa ci meritiamo
oggi. La pubblicità esplora i suoi miti epocali,
li beatifica, li ipostatizza, li esalta, li gigantizza.
Va così ad ondate; per quanto tempo si sono
esaltate le virtù ineguagliabili delle lozioni per
capelli? Finché è arrivato Cesare Ragazzi che,
in virtù della sua “idea meravigliosa” ha messo
in testa a
tutti che la
lozione era
inutile. Una
lozione
espiantata da un
trapianto, traslata da un riportino,
imparruccata da
un parrucchino.
Fine della pubblicità. E la pancia
che fine ha fatto?
Spersa fra
maniglie
dell’amore
ed esaltata
da rubensiane forme di maggiorate neorealistiche,
ha tirato le cuoia sull’orlo delle alghe scioglipanza, scioltesi assieme alle vannemarchi.
Fine pubblicità delle fave di fuca, delle alghe e delle dolcieuchessine. Punto, ad ogni
epoca il suo senso della bellezza.Oggi va di
moda la moda, va di moda la superficie, va
di moda essere belli e di questa tensione ad essere (chi più chi meno) belli ci parla la pubblicità.
E cosa c’è di più bello che avercelo più lungo?
E cosa c’è di più bello, senza disturbare con turpitudini dolci occhi di fanciulli che potrebbero cadere sulle pagine di un quotidiano o del fashion
magazine della mamma, cosa c’è di meglio di internet? Mezzo ancora deregolato, sregolato, tutto sommato – per fortuna - incontrollato? O poco
controllato? Ecco perchè a me ma anche a te e,
spero, anche a qualcun altro, ogni mattina fra le
caterve di spam, almeno quattro o cinque e mail
provenienti dai server sregolatissimi, di Serbia,
Montenegro, Russia, Ucraina, Uzbekistan e Repubblica Popolare Cinese, ci propongono di farcelo
diventare più lungo. Grazie compagni, di ringraziarci ogni giorni di avervi liberato dal comunismo!
Pubblicità sur le VIF (Belgio) della BMW
118d: 143 cv, aerodinamica, elegante, sportiva, appetibile, bellissima, consuma solo 4,5 litri ogni 100 km. E se le auto mentono così
spudoratamente sotto gli occhi di tutti, perché
continuare a considerare pubblicità spazzatura le
promesse quotidiane di qualche centimetro in più?
Rolando Dotti
[email protected]
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n.
febbraio 08
Marketing e politica
Quando i guerriglieri sfidano il cittadino
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