CA R PE DI E M Sport n Lange propone lo scarpone Exclusive Banshe’s per soddisfare al meglio le esigenze delle sciatrici. La scarpetta è rivestita di pile e, grazie al sistema 3D Fleece, l’imbottitura è più densa in alcune zone, per garantire calore e comfort. Prezzo: 359 euro. Info: www.langeskiboots.com Accessori n La borsa Givi T467 è pensata per chi si reca al lavoro su due ruote: è dotata di zip antiacqua, tracolla, cover antipioggia e spazio rinforzato per un notebook da 17’. Il suo segreto è una piastra universale (sul lato posteriore della borsa) che può essere fissata a qualunque motociclo. Prezzo: 115 euro. Info: www.givi.it Investire nella Qualità della vita n n Internet Nonostante i rimedi tecnici, aumentano finestre web e messaggi e-mail indesiderati Sotto assedio dello spam Il ruolo di società senza scrupoli. Ma anche di motori di ricerca come Google di Davide Fumagalli B ill Gates lo aveva indicato come uno dei principali problemi da risolvere con il contributo dei protagonisti dell’It come degli stessi governi, gli unici in grado di predisporre sanzioni penali per i responsabili dello spam, che ha ormai assunto le proporzioni di una vera e propria invasione elettronica. Nonostante i molti artifici tecnici messi a punto dai produttori software, le finestre con messaggio pubblicitario non desiderati appaiono molto spesso sugli schermi dei navigatori Internet, facendo perdere tempo e infastidendo la vittima nella migliore delle ipotesi, ma causando anche situazioni imbarazzanti nel caso le immagini visualizzate involontariamente sullo schermo riguardino per esempio servizi per adulti. Lo spam si concretizza però anche nelle decine di mail-spazzatura che ogni giorno intasano le caselle di posta elettronica aziendali e private, costringendo le società di ogni tipo a sostenere spese inutili per acquistare server di posta elettronica adeguati a recepire un numero di messaggi superiori a quelli realmente necessari. Secondo gli ultimi dati dell’osservatorio mondiale sullo Spam di Symantec, una delle principali società mondiali nell’ambito della sicurezza informatica, nel mese di dicembre 2008 il volume dei messaggi di spam inviati a livello mondiale si è attestato al 58% del totale, un dato estremamente elevato ma inferiore al massimo storico dell’82% toccato nel dicembre del 2007. Seguendo lo stesso trend dei virus e delle altre minacce informatiche, però, anche lo spam sta abbandonando le immagini e i servizi a luci rosse in favore di contenuti ancora più insidiosi, ossia l’offerta di medicinali di dubbia fonte e di servizi di scommesse online. Se gli effetti dello spam sono ben noti a tutti i navigatori web, le cause sono più complesse da analizzare, dal momento che coinvolgono soggetti molto differenti. Da una parte, infatti, vi sono organizzazioni senza scrupoli che vendono online per poche decine o centinaia di dollari interi database di centinaia di migliaia di indirizzi di posta elettronica di potenziali bersagli per l’invio di messaggi di pubblicità di ogni tipo, che vengono poi utilizzati da società e privati per l’invio delle mail spazzatura. Dall’altra vi sono invece vari sistemi che permettono di far comparire sullo schermo dei navigatori immagini di vario tipo e dimensione, che vanno cioè dal classico pop-up che occupa solo parte del display del pc a vere e proprie intrusioni composte da molte schermate delle dimensioni dell’intero schermo che si aprono a raffica costringendo in pratica a dover riavviare il computer. I responsabili di quest’ultima e più fastidiosa forma di invasione elettronica possono essere sia delle forme di virus presenti sul pc, sia codici Java inseriti nel sito web visitato, che possono essere venduti dal proprietario anche a soggetti diversi tra cui gli stessi motori di ricerca. Proprio il ruolo dei motori di ricerca, e di Google in particolare, è sempre più al centro dell’attenzione degli addetti ai lavoro e degli stessi legislatori, preoccupati dalla mole enorme di informazioni che società come Google raccolgono sulle abitudini di navigazione e le relative preferenze, che vengono poi vendute agli inserzionisti pubblicitari per veicolare agli utenti offerte mirate. Un business miliardario per Google, sempre più leader incontrastato in questo mercato dopo il declino di Yahoo e il faticoso inseguimento di Microsoft, anche grazie al particolare modello di business adottato capace di monetizzare investimenti e spese sostenute da altri soggetti, a partire proprio dai creatori di contenuti originali che attraggono i navigatori analizzati dal motore di ricerca. In questo modo, mentre Google genera miliardi di dollari di utili, milioni di utenti sono bersagliati di pubblicità sempre più invadenti e singoli individui e società devono dotarsi, a spese proprie, di software e dispositivi in grado di bloccare gli odiosi messaggi. (riproduzione riservata) nn Società Ad Harrow si smascherano così i truffatori. E per gli onesti le pratiche sono più veloci Gusto n Una Saetta giunge in tavola grazie a Disney e Dalla Costa: la pasta prende le forme dei protagonisti del cartone animato Cars: ai bambini non resta che arrivare per primi a tavola e divorare tante macchinine. Prezzo: 0,90 euro. Info: www.dallacostalimentare.it m f p er s on a l@cl a s s . it In Uk per ottenere il sussidio bisogna superare il lie detector di Galeazzo Santini I n Inghilterra 25 comuni fra i quali Harrow, città di 200 mila abitanti situata a nord di Londra, hanno accettato di sperimentare un sistema basato su un rivelatore telefonico di bugie per accertare la validità delle richieste di sussidi per ottenere alloggi gestiti a livello municipale. Il funzionario del comune di Harrow, che ogni giorno riceve in media una dozzina di queste richieste, le sottopone al controllo del lie-detector. Una successione di bip rivela l’interlocutore probabilmente sta mentendo e sullo schermo del pc collegato al telefono appare la dicitura: risk indicated. Il sistema è semplice: la conversazione telefonica è collegata a un calcolatore che, all’inizio della chiamata, ossia prima che il funzionario ponga domande precise relative alla validità della concessione del sussidio, analiz- za la voce del richiedente. Se in seguito, quando vengono poste le domande, l’interlocutore tentenna, impiega troppo tempo a rispondere o muta involontariamente la frequenza della voce, il software elaborato dalla società Capita rivela la possibile menzogna. In media il 10% di chi richiede l’indennità di alloggio viene così scoperto e scartato. Di converso, l’altro 90% ottiene una accelerazione della pratica della concessione del sussidio. Sembra poi che il solo conoscere l’esistenza di questo rivelatore di bugie abbia già ridotto in partenza il numero di chi intendeva chiedere un sussidio senza averne diritto. Da maggio 2007 il Comune di Harrow ha risparmiato circa 780 mila euro grazie soprattutto alla riduzione dell’importo complessivo del sussidio erogato. (riproduzione riservata) Lampi nel buio La cortesia è accortezza, e per conseguenza la scortesia è stupidità Arthur Schopenhauer