Melo
Il Melo
in Agricoltura Biologica
Il melo è una coltura
che richiede, su varietà
sensibili, un elevato
numero di interventi
per la ticchiolatura, che
comunque risulta di
solito ben controllata.
L’avversità chiave è la
Carpocapsa, che risulta
essere l’elemento che
limita la diffusione della
coltura in agricoltura
biologica.
Si adatta bene a diversi
tipi di terreno.
Il melo non è una specie
particolarmente esigente
dal punto di vista
Melo in fiore - foto F. Franceschelli
nutrizionale. Il pH ideale
è subacido 6,5-7,5. In queste condizioni la maggior parte dei macro e micro-elementi
viene facilmente assorbita, mentre sono da evitare suoli con pH minori di 5,4 e maggiori
di 8,8.
Scelta del portinnesto
M9 e i suoi cloni: in terreni freschi, fertili con elevata disponibilità d’acqua, si possono utilizzare portinnesti
deboli come M9 o i suoi cloni più vigorosi e con apparato radicale più svilippato Pajam!, Pajam 2, EMLA 9.
MM106: si adatta a diversi tipi di terreno, anche se sono preferiti quelli freschi e fertili, utilizzare con varietà
deboli (Spur).
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Melo
Portinnesto
Caratteristiche
Adattabilità
Giudizio
M9
Induce scarsa vigoria nelle
piante innestate e precoce
messa a frutto. Elevata
la produttività; migliora le
caratteristiche qualitative
dei frutti
Adatto per terreni fertili,
permeabili ed irrigui, va usato
con moderazione in terreni
pesanti o siccitosi; sopporta
bene il reimpianto nei terreni
più sciolti
Precursore degli attuali M9
oggi non viene più utilizzato
a favore delle selezioni
clonali di M9 e M9 derivati
virus controllati ritenute più
interessanti
EMLA 9
Leggermente più vigoroso di
M9, di facile propagazione,
meno pollonofero
Come M9
Pajam 1
Vigoria inferiore a EMLA,
leggermente pollonifero,
tende a formare sulla
corteccia sferoblasti
iperplastici (” burr knots”
iperplasie bugnate) che
sono sovente accompagnati
dall’emissione di abbozzi
radicali fuori terra
Come M9
Soggetto impiegato
sporadicamente, soprattutto
in combinazione con cultivar
vigorose (Fuji)
Pajam 2
Soggetto particolarmente
vigoroso +20% rispetto
a Pajam 1, manifesta
nelle cultivar innestate
fenomeni di ringiovanimento
(spinescenza e sferoblasti)
Come M9
Poco rispondente per
l’eccesiva vigoria ai moderni
sistemi di impianto del melo
MM 106
Di medio vigore, conferisce
buona efficienza produttiva.
Idoneo per tutti i terreni in cui
non si manifestano ristagni
idrici.
Piuttosto sensibile
a Phytophtora spp.;
mediamente resistente
all’afide lanigero.
Scelta varietale
Le varietà convenzionali sono conosciute e ricercate
sul mercato, ma presentano spesso problematiche
fitosanitario di difficile gestione.
Varietà resistenti alla
ticchiolatura:
QUERINA® Florina (+8): buona produttività, ottime caratteristiche organolettiche, buona conservazione e resistente all’afide grigio. E’ sensibile all’oidio, ha
tendenza all’alternanza produttiva, molto vigorosa ed
ha spesso una disomogeneità di crescita della pianta.
Matura qualche giorno dopo Golden Delicious.
In particolare, il fattore limitante per la coltivazione del
melo in agricoltura biologica è l’alternanza di produzione, problema legato alla varietà, alla gestione della
pianta (il diradamento manuale riesce solo in parte a
riequilibrare la pianta), nonché alla pressione di alcuni
fitofagi, con particolare riferimento agli afidi.
GOLDEN ORANGE* (+8):
È bene orientarsi verso varietà “non alternanti”, diradare precocemente (intervenire in fioritura sui mazzetti),
e preferire varietà tolleranti o resistenti agli afidi.
PRIMIERA* (+9): Simile alla Golden. Discrete caratteristiche gustative, buona produttività e frutti di
bell’aspetto.
Nell’ottica di indirizzarsi verso cultivar rustiche e dotate di scarsa sensibilità alle principali malattie sono
da preferire varietà che risultano essere ticchiolatura-resistenti, ma che abbiano elevate caratteristiche
organolettiche per cercare di superare la difficoltà di
collocazione sul mercato di varietà poco note.
GOLD RUSH® Coop38* (+28): portamento
compatto, vigore medio, buona produttività e ottime caratteristiche organolettiche,poco suscettibile
all’attacco di afidi. La buccia non ha un aspetto molto
attraente, l’epoca di raccolta è molto tardiva (fine di
ottobre) e tendenza al cracking.
BRINA* (+10)
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Gestione del Suolo
Altre varietà:
Se il melo è innestato su M9, il controllo delle infestanti sulla fila diventa particolarmente importante,
in quanto l’M9 è sensibile alla concorrenza delle malerbe per quanto riguarda nutrienti e acqua. Il controllo delle infestanti deve essere effettuato in modo
da non danneggiare le radici del portinnesto.
Gruppo Gala* (-25)
RED CHIEF® (-5) e gruppo Spur: Attualmente anche in convenzionale Red Chief è in progressivo abbandono a favore di nuove varietà più colorate tipo
Superchief, Jeromine IT Red Del.
Gruppo FUJI (+25): Solo Kiku 8, oggi si pianta
Zen Aztec, Toshiro, Raku Raku, o si fa un discorso
di gruppo Fuji o va particolareggiato, di alcuni nuovi
cloni si conoscono solo glia aspetti pomologici meno
quelli organolettici.
Per l’epoca di raccolta si fa riferimento al Golden
Delicious clone B (0)
Fertilizzazione
Per quanto riguarda le indicazioni generali relative
alla gestione del suolo e fertilizzazione si rinvia alle
schede “Pratiche agronomiche” e
“Fertilizzazione organica”.
Irrigazione
® = marchio registrato
* = varietà protetta
* Gruppo Golden
Il melo è abbastanza sensibile allo stress idrico, per
cui è necessario gestire adeguatamente gli interventi
irrigui.
La consultazione delle liste raccomandate nell’ambito dei Disciplinari di Produzione Integrata, è utile in
agricoltura biologica per la conoscenza delle caratteristiche delle varietà: DPI Liste varieatli melo.
Diradamento melo
Forme di allevamento e
sesti di impianto
La forma d’allevamento più utilizzata è il fusetto.
Questa forma consiste in un astone con corte brachette di sfruttamento di lunghezza decrescente verso la parte alta della pianta.
Se vengono utilizzati portinnesti vigorosi ed impianti
meno intensivi è possibile ricorrere alla palmetta e al
candelabro (palmetta a tre branche).
Forma di allevamento
Portinnesto
In caso di eccessiva allegagione è indispensabile effettuare il diradamento manuale per eliminare i frutti
in eccesso.
Attualmente in agricoltura biologica non si conoscono prodotti in grado di agire in maniera simile alle
molecole di sintesi, per cui la strategia si basa sull’impiego di prodotti che limitino l’allegagione dei fiori attraverso un’azione “fitotossica” sul fiore stesso.
Si può utilizzare polisolfuro di calcio che ha ottenuto
un’attività diradante tendenzialmente intermedia fra il
diradamento manuale ed il testimone non diradato.
Tale attività è da considerarsi insufficiente, tuttavia
l’intervento in fioritura influisce sulla costanza di proVarietà
Terreno
Sesto d’impianto
Fusetto
106 o Pajan 2
media-bassa
vigoria
media fertilità
3,5-4 x 0,5-1
Fusetto
M9
Pink Lady
media fertilità
4 x 1-1,2
Fusetto
Pajan 1
Fuji
media fertilità
4x1-1,2
Tabella dal bollettino di Ferrara, novembre 2005
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Melo
MODI’ *: varietà nuova.
Melo
duzione nel tempo, assicurata da un ritorno a fiore
tutti gli anni. A questo riguardo il diradamento manuale è troppo tardivo per assicurare la produzione
l’anno successivo, per cui, anche una diminuzione troppo limitata del numero dei frutti operata ad
esempio dal polisolfuro di calcio (che si è dimostrato
il prodotto più efficace e di più semplice attuazione) è
da considerarsi molto importante. Polisolfuro di calcio: 6 Kg/hl in fioritura.
Le esperienze del Trentino Alto Adige propongono
l’impiego di una macchina che dotata di fili di plastica (ciglia), e applicati a organi rotanti, riesce a fornire
ottimi risultati paragonabili al diradamento chimico.
Si tratta, in pratica, di frustate che vengono applicate
alla pianta in fioritura diminuendo così il numero di
fiori fertili.
Difesa fitosanitaria del melo
Ticchiolatura:
Venturia inaequalis
- Fusicladium dendriticum
peratura , queste germineranno e penetreranno nei
tessuti vegetali infettandoli. Trascorso un periodo di
incubazione variante in funzione della temperatura,
sulle aree infette si produrranno le fruttificazioni conidiche (Fusicladium dendriticum) responsabili della
ulteriore diffusione della malattia.
Le infezioni secondarie si protraggono per tutta la
stagione. La fase primaria della malattia dura circa
poco meno di due mesi (dalla fine di marzo-inizio
aprile alla metà di maggio), per cui le fasi di maggiore suscettibilità sono quelle che vanno dalla ripresa
vegetativa a frutto noce.
Le cultivar di melo più sensibili sono: Imperatore, Red
Delicious, Gravenstein, Rome Beaty, Mutsu, Rubra;
altamente tolleranti invece sono: Freedom, Florina,
Golden Mira, Golden Lara, Golden Orange, Primiera,
Priscilla, Liberty, Gold Rush.
Prevenzione:
per prevenire la ticchiolatura è opportuno garantire
un buon arieggiamento e una buona illuminazione
della chioma mediante l’adozione di sesti d’impianto
adeguati e il ricorso alla potatura verde.
Difesa fitosanitaria: nelle prime fasi vegetative si effettuano trattamenti
preventivi con sali di rame (80 g/hl di rame metallo)
o polisolfuro di calcio (2000 g/hl); dopo il volo delle
ascospore si interviene ogni 6-8 gg con 40-50 g/hl
di rame metallo (in miscela a 300 g/hl di zolfo bagnabile) o 1000-1800 g/hl di polisolfuro di calcio, in
relazione alle temperature, ripetendo il trattamento
se le precipitazioni possono avere dilavato il prodotto
(15-20 mm); in assenza di precipitazioni si può allungare il turno di interventi. Dopo la fase di frutto noce
si sospendono i trattamenti se non sono presenti infezioni secondarie.
Danni su frutto - foto F. Franceschelli
Ciclo biologico: il patogeno (Venturia inaequalis) sverna come pseudotecio sulle foglie infette cadute a terra l’anno precedente. All’interno di questi, una volta trascorso il
processo di maturazione si differenziano gli aschi
ognuno contenente 8 ascospore che, ad ogni evento piovoso verranno rilasciate nell’ambiente esterno
e si depositeranno sui tessuti suscettibili di melo.
In condizioni climatiche idonee di bagnatura e tem68
È preferibile utilizzare prodotti a base di zolfo sulle
cultivar sensibili a rugginosità (Golden) da caduta
petali a frutto noce. Lo zolfo ha una buona efficacia
ed un’azione in parte eradicante nei confronti della
ticchiolatura.
È importante limitare il più possibile l’impiego di
rame perché, in base al Reg. CE 473/2002, la quantità
massima di rame metallo consentita è di 6 Kg/ha/
anno. In Emilia Romagna, per il melo, è possibile calcolare questo quantitativo su una media quinquennale di 30 Kg di rame metallico per ettaro.
Difesa fitosanitaria: Podosphaera leucotricha - Oidium farinosum
trattamenti preventivi a base di zolfo alla ripresa vegetativa. Per la difesa si utilizza lo zolfo, alla dose di
250-300 g/hl di zolfo bagnabile al momento del germogliamento, con trattamenti ogni 10-14 gg e dosi in
diminuizione all’aumentare della temperatura.
Cancri delle Pomacee:
Nectria galligena, Phomopsis mali, Sphaeropsis
malorum
Infezioni su germoglio - foto F. Franceschelli
Ciclo biologico:
il fungo responsabile di questa malattia può interessare anche se in misura minore anche il pero e il
cotogno. Podosphaera leucotricha trascorre i mesi invernali come micelio entro le gemme o come psudotecio sugli organi vegetali infetti. Il micelio svernante,
nei nostri reali, da origine alle infezioni primarie, i cui
sintomi compaiono sui nuovi germogli in procinto di
schiudersi. Nei mesi primaverili estivi, si registrano
numerose infezioni secondarie provocate dai conidi
di Oidium farinosum che si differenziano dal micelio che ricopre gli organi infetti. La diffusione della
malattia è correlata dall’andamento climatico. La formazione e germinazione dei conidi avviene con temperature tra 19 e 23°C. Al di sopra dei 33°C i conidi si
devitalizzano. Il periodo di incubazione varia da 5 a
10 giorni in funzione della temperatura. Come tutti gli
oidi, la pioggia rappresenta un ostacolo alla malattia
in quanto i conidi perdono la loro capacità germinativa nell’ambiente acquoso. È una malattia relativamente facile da controllare anche sulle cultivar più
sensibili (Jonathan, Cox’s Orange, Stayman, gruppo
Imperatore, Rome Beauty, Granny Smith); in genere i
trattamenti a base di zolfo eseguiti per la ticchiolatura sono sufficienti a controllare anche l’Oidio.
Prevenzione:
limitare le concimazioni azotate e le piante in forte
attività vegetativa. asportazione delle gemme oidiate
con la potatura invernale e dei germogli infettati con
la potatura verde.
Infezione su ramo - Servizio Fotosanitario Regionale
Ciclo biologico:
questi agenti di cancri sono molto pericolosi su piante
giovani e negli impianti situati in zone molto umide.
Nectria galligena provoca sensibili danni su melo e in
misura più limitata su pero. Il patogeno sverna come
periteci che si differenziano sul legno infetto da ottobre a dicembre. All’interno si differenziano gli aschi
che in primavera liberano le ascospore che diffondono la malattia. La forma agamica si differenzia nei
mesi primaverili e autunnali sui cancri più giovani.
L’infezione avviene sia attraverso le ascospore che
attraverso i conidi entrambi trasportati dall’acqua e
dal vento, che germinando penetrano nei tessuti attraverso lenticelle e lesioni di qualsiasi tipo. Le infezioni più gravi si verificano di solito in autunno sulle
cicatrici fogliari al momento della caduta delle foglie.
Contrariamente al precedente i cancri rameali causati
da Sphaeropsis (f.asc. Botryosphaeria obtusa; f.con.
Sphaeropsis malorum) e Phomopsis (f.asc. Diaporthe
69
Melo
OIDIO DEL MELO:
Melo
perniciosa; f.con.Phomopsis mali) vanno considerati
come parassiti opportunisti o da ferita, in quanto la penetrazione nell’ospite avviene attraverso le lesioni della
corteccia. La loro attività patogenetica si esplica principalmente su piante deperite, deboli o lesionate.
Prevenzione: vengono privilegiati gli interventi agronomici come
l’asportazione dei rami infetti con la potatura invernale e la disinfezione delle superfici di taglio.
Difesa fitosanitaria: trattamento preventivo con sali di rame alla caduta
delle foglie, al bruno ed eventualmente alla ripresa
vegetativa (i trattamenti contro la ticchiolatura con
sali di rame controllano anche i cancri).
Cocciniglia di S. Josè:
Comstockaspis perniciosa
riodo estivo tramite la potatura verde, e l’esposizione
al freddo e agli eventuali trattamenti nel periodo invernale tramite spazzolature delle colonie più grosse.
Eliminare i rami attaccati durante le fasi di potatura.
Difesa fitosanitaria: alcuni antagonisti naturali ne limitano efficacemente
la diffusione. La straordinaria velocità di diffusione
rende fondamentale la difesa tutti gli anni; infatti, se
non controllata, la cocciniglia può causare la perdita
pressoché totale della produzione e il disseccamento
di parti della pianta.
Generalmente i trattamenti vengono effettuati alla ripresa vegetativa contro le forme svernanti; da rottura
gemme a mazzetti divaricati, si possono impiegare
il polifosfuro di calcio (25 Kg/hl, efficacia anche per
ticchiolatura) o l’olio bianco (3 Kg/hl). Si consiglia di
utilizzare l’olio bianco nelle ore più calde. Gli oli minerali estivi possono venire impiegati anche nel periodo
vegetativo durante la migrazione delle neanidi. Per
ridurre le infestazioni autunnali, qualora si verifichino
danni alla raccolta, si può effettuare un trattamento
con olio bianco (2,5-3 Kg/hl) a caduta foglie.
Antonomo: Anthonomus pomorum
Cocciniglia di S.Josè, colonia - foto Servizio Fitosanitario Regionale
Ciclo biologico:
compie 3 generazioni all’anno. Sverna come neanide
di prima o seconda età, gli stadi più sensibili ai trattamenti. Le neanidi compaiono a maggio, luglio-agosto
e a settembre-ottobre. La diffusione delle infestazioni
avviene ad opera delle neanidi che migrano fino a raggiungere i nuovi organi da colonizzare. Dopo questa
fase di mobilità si fissano su rami e frutti proteggendosi con uno scudetto di color grigio ardesia di forma
circolare per le femmine e allungata per i maschi.
Danni: gli attacchi al tronco e ai rami determinano deperimenti e disseccamenti vegetativi. Nei frutti attaccati si
manifesta con areole clorotiche circondate da un alone
rossastro al centro del quale è presente lo scudetto della cocciniglia.
Prevenzione: favorire una insolazione diretta delle colonie nel pe70
Larva di antonomo - foto Servizio Fitosanitario Regionale
Ciclo biologico:
le sue piante ospiti sono il melo, il pero e il biancospino. Gli adulti compaiono in primavera (fine febbraiomarzo) e si nutrono nelle gemme fiorifere. Quando
queste si sono ingrossate, nel momento in cui tra le
perule appare una piccola linea bianco-verdastra, vi
vengono deposte le uova. In genere una per ogni bottone fiorale. Dopo circa una settimana sgusciano le
larve, che si sviluppano cibandosi di stami e pistilli.
Le larve cementano con le proprie feci l’interno della
corolla e, incidendo la base dei petali, ne impedisco-
Danni:
l’azione delle larve provoca la mancata apertura dei bottoni fiorali. In seguito la corolla presenta petali di colore
bruno rugginoso. Il melo è la pianta più colpita ma, se la
fioritura è abbondante, i danni non sono gravi.
Prevenzione:
l’epoca dell’antesi influisce sulla vulnerabilità delle
varietà allevate. Ove ciò sia compatibile con le esigenze colturali, conviene optare per meli di fioritura
precoce o, all’opposto, tardiva.
Difesa fitosanitaria: la raccolta mattiniera degli adulti, anche se efficace, è
inattuabile, per motivi economici. La difesa si esegue
con un unico trattamento con rotenone o piretro in
miscela ad olio bianco, all’epoca dell’ovideposizione
(da inizio rottura gemme a punte verdi).
Afide grigio del melo:
Dysaphis plantaginea
si defogliano precocemente sono meno infestate per
la minore deposizione di uova svernanti. Le cultivar
più sensibili sono: gruppo Fuji Golden, Red Delicious
e Imperatore; molto tolleranti invece la varietà Florina, Golden Orange, Golden Mira, Primiera.
Di solito dopo alcuni anni di conduzione biologica,
le piante risultano meno suscettibili agli afidi, sia per
l’accresciuta presenza dei predatori, sia per il migliore equilibrio nutrizionale.
Prevenzione:
adottare alcuni accorgimenti agronomici di tipo
preventivo per il contenimento degli afidi: potature
equilibrate, non eccedere con le irrigazioni e con le
concimazioni azotate organiche, che possono provocare un eccessivo rigoglio vegetativo. La tutela della
complessità dell’agroecosistema può contribuire al
controllo degli afidi: mantenere l’inerbimento e le siepi per il rifugio degli insetti antagonisti.
I principali antagonisti sono i Coleotteri Coccinellidi e
i Ditteri Sirfidi, meno efficaci invece gli Imenotteri.
Difesa fitosanitaria:
considerata la velocità di riproduzione degli afidi ed
i precoci danni diretti provocati si rende necessaria
l’esecuzione di interventi specifici
Si può intervenire con azadiractina (dosi in relazione
al formulato), eventualmente in miscela a olio bianco
(0,5-1 Kg/hl), in pre-fioritura. In alcuni casi può essere utile ripetere l’intervento in post fioritura (olio
bianco dose 250-500 g/hl).
In caso di reinfestazioni si può rallentare lo sviluppo
degli afidi mediante lavaggi con prodotti a base di sapone di potassio.
Afide lanigero: Eriosoma lanigerum
Colonia - foto Servizio Fitosanitario Regionale
Ciclo biologico:
sverna come uovo durevole deposto sui rami giovani
nel tardo autunno. Le fondatrici compaiono all’inizio
di aprile poi, dopo 4-5 generazioni di fondatrigenie,
l’afide migra sugli ospiti secondari.
Danni:
può causare deformazioni non solo alla vegetazione,
ma anche ai frutticini allegati. In genere le varietà che
Deformazioni dovute ad Eriosoma lanigerum
foto Servizio Fitosanitario Regionale
71
Melo
no la schiusura. In seguito la gemma assume una
caratteristica colorazione bruna e, al suo interno, si
forma la pupa. I fiori infestati rimangono per lo più
attaccati alla pianta fino alla fuoruscita dell’adulto
(seconda metà di maggio-primi di giugno). I neo
sfarfallati rodono per qualche tempo le foglie, dopo
di che si accingono a estivare e a svernare.
Melo
Ciclo biologico:
può compiere fino a 20 generazioni all’anno e sverna
in piccole colonie di giovani femmine attere sulle radici, sui grossi tagli di potatura o nelle screpolature
della corteccia.
Danni:
sottrae linfa e causa screpolature corticali, rigonfiamenti e deformazioni dei tessuti che poi possono diventare vie di penetrazione per le infezioni fungine.
Prevenzione: si possono adottare alcuni accorgimenti agronomici
di tipo preventivo per favorire il controllo degli afidi:
potature equilibrate, non eccedere con le irrigazioni e
con le concimazioni azotate organiche, che possono
provocare un eccessivo rigoglio vegetativo.
Anche interventi volti a tutelare la complessità
dell’agroecosistema possono contribuire al controllo
degli afidi, come il mantenimento dell’inerbimento e
delle siepi per il rifugio degli insetti antagonisti.
Difesa fitosanitaria: nelle aziende dove si sono verificate infestazioni si
possono effettuare trattamenti localizzati con piretro
(100 g/hl) e olio bianco (250 – 500 g/hl). In seguito si
possono effettuare lavaggi. Nelle aziende biologiche
è generalmente ben controllato dall’Imenottero Calcidide Aphelinus mali.
Afide verde: Aphis pomi
Prevenzione:
Larva di Sirfide - foto A. Franceschi
si possono adottare alcuni accorgimenti agronomici
di tipo preventivo per favorire il controllo degli afidi,
come potature equilibrate, non eccedere con le irrigazioni e con le concimazioni azotate organiche, che
possono provocare un eccessivo rigoglio vegetativo.
Poiché si sviluppano sui germogli in accrescimento si
può contenere effettuando la potatura verde.
Anche interventi volti a tutelare la complessità
dell’agroecosistema possono contribuire al controllo
degli afidi, come il mantenimento dell’inerbimento e
delle siepi per il rifugio degli insetti antagonisti.
Di solito dopo alcuni anni di conduzione biologica le
piante risultano meno suscettibili agli afidi, sia per
l’accresciuta presenza dei predatori, sia per il migliore equilibrio nutrizionale.
Difesa fitosanitaria: gli inerbimenti, le colture da sovescio e le siepi stimolano la presenza e lo sviluppo di ausiliari. In genere,
non si adottano trattamenti specifici, se necessario si
possono effettuare dei lavaggi.
Cemiostoma:
Leucoptera malifoliella
Colonia - foto Servizio Sanitario Regionale
Ciclo biologico:
sverna come uovo e compie l’intero ciclo su melo.
Danni:
in genere consistono solo nella sottrazione di linfa. Rispetto al D. plantaginea ha un tasso di accrescimento
molto minore e causa danni molto meno gravi.
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Crisalidi tra le screpolature di una branca - foto Servizio Sanitario Regionale
compie quattro generazioni e sverna come crisalide
all’interno di un bozzoletto di colore bianco inserito
nelle screpolature del tronco e delle branche.
Danni:
le larve scavano nelle foglie delle piccole gallerie circolari. Se l’attacco è molto elevato le foglie cadono
con riduzione dell’attività fotosintetica della pianta.
Difesa fitosanitaria: gli antagonisti naturali sono in grado di contenere
tali fitofagi a bassi livelli per cui non sono necessari
interventi specifici di difesa; una minima presenza di
minatori è necessaria per consentire l’insediamento
dei parassitoidi specifici.
Litocollete: Phyllonorycter spp.
Ciclo biologico:
compie quattro generazioni e sverna come crisalide
nelle foglie cadute.
Danni:
le larve scavano una mina traslucida centrata sulle
nervature della pagina superiore delle foglie
Difesa fitosanitaria: gli antagonisti naturali sono in grado di contenere
tali fitofagi a bassi livelli per cui non sono necessari
interventi specifici di difesa; una minima presenza di
minatori è necessaria per consentire l’insediamento
dei parassitoidi specifici.
Carpocapsa: Cydia pomonella
clo è regolato da meccanismi neuro-ormonali che
sono a loro volta influenzati da stimolazioni esterne
(temperatura, fotoperiodo). Nei nostri ambienti C.
pomonella svolge tre generazioni all´anno e sverna
come larva matura in diapausa dentro un bozzolo
posto nelle anfrattuosità del tronco o nel terreno.
L´incrisalidamento ha luogo in marzo-aprile e i primi adulti compaiono, a seconda delle condizioni
ambientali a partire da metà aprile. Gli adulti sono
attivi al tramonto e con temperature superiori ai 15
°C avvengono gli accoppiamenti seguiti dopo pochi
giorni dalle ovideposizioni. Le uova vengono deposte
isolatamente e quelle della prima generazione vengono deposte per lo più sulle foglie o sui rametti in
vicinanza delle fruttificazioni.
Dalle uova sgusciano le larve neonate che trascorrono alcuni giorni all´esterno spostandosi su foglie e
rametti prima di penetrare nei frutti. Durante questi
vagabondaggi le larvette possono intaccare le foglie
causando raramente dei danni.
All´interno dei frutti, le larve completano il loro sviluppo in 21-30 giorni e, una volta mature, fuoriescono
dai frutti infestati e vanno ad incrisalidarsi sotto la
corteccia o in altri ripari. Gli adulti di seconda generazione compaiono da fine giugno a tutto agosto e
oltre, con un picco massimo nella prima decade di
luglio. Il terzo sfarfallamento inizia da metà agosto,
sovrapponendosi talvolta al secondo. La terza e ultima generazione di larve completa lo sviluppo nei
frutti in maturazione per poi entrare in diapausa.
Danni:
nei frutti le larve entrano attraverso un qualsiasi punto dell´epicarpo. In seguito, in corrispondenza del
foro di entrata, si forma un piccolo grumo di rosura
ed escrementi che consente la rapida individuazione
dell’attacco.
Su frutti non maturi , la larva penetra nella zona sottoepidermica scavando una galleria spiralata e in seguito si dirige verso la zona carpellare per nutrirsi dei
semi. Sui frutti maturi, la larva entra invece direttamente nella polpa, raggiunge e divora i semi.
Larva di Cydia pomonella - foto M. Basaglia
Ciclo biologico:
é il fitofago più importante per la coltura. Il suo ci-
Gli attacchi del fitofago su melo e pero, se non controllati tempestivamente con interventi insetticidi,
provocano pertanto gravi lesioni dei frutti che, così
danneggiati, finiscono per cadere al suolo. Trattamenti tardivi non evitano comunque il danno “estetico” e il deprezzamento del prodotto dovuto alla
presenza sull´epicarpo di tracce cicatrizzate dei fori
di penetrazione
73
Melo
Ciclo biologico:
Melo
Prevenzione: Cidia molesta: Cydia molesta
eventuali piante di noce limitrofe ai frutteti devono
essere tolte o trattate come la coltura, in quanto la
Carpocapsa può attaccare anche questi frutti, diventando fonte di infestazione. A raccolta allontanare dal
campo tutti i frutti, anche quelli bacati.
Difesa fitosanitaria: per la difesa si utilizza la confusione sessuale associata a Virus della Granulosi. Nella maggior parte dei
casi, è necessaria l’integrazione delle due tecniche.
Il virus della granulosi (Carpovirusine 1,5 l/ha - Madex
200 cc/ha, 100 cc/ha splitting - Carpostop 500 cc/
ha - Virgo 500 cc/ha) deve essere realizzato con tempestività, ad inizio schiusura delle uova, momento da
individuare tramite le catture con le trappole per il
monitoraggio e facendo riferimento ai modelli previsionali, messi a punto e gestiti dal Foto Foto Foto
Servizio Fitosanitario Regionale dell’E.R.
I trattamenti vanno ripetuti a distanza di 8 giorni (6
giorni con splitting a dose più bassa).
Le larve muoiono in 3-5 giorni per l’interruzione delle
attività vitali. I trattamenti hanno migliore efficacia se
le piante hanno un apparato fogliare non troppo sviluppato, in modo da effettuare una buona bagnatura.
Correggere il pH dell’acqua.
Contro le larve svernanti si sta diffondendo l’impiego
di nematodi entomopatogeni, prodotto da utilizzare
in autunno.
Si tratta di nematodi delle specie Steinernema carpocapsae e Steinernema feltiae, parassitoidi dei lepidotteri che provocano la morte degli insetti penetrando
dalle aperture naturali della larva della vittima e liberando un batterio simbionte che si riproduce dando
origine a tossine letali per il fitofago.
Il prodotto è da applicare in giornate piovose, prima
o durante una precipitazione per garantire un velo
d’acqua sulla vegetazione. Le temperature ottimali
sono di 12-14°C.
Il rispetto delle condizioni di impiego è fondamentale
per l’efficacia della tecnica.
Il prodotto può essere conservato a 5-10°C (in frigo)
per almeno 2 mesi, ma non è possibile utilizzarlo
l’anno successivo.
Uovo di cydia molesta - foto Servizio Ftosanitario Regionale
Ciclo biologico:
sverna come larva matura in diapausa nelle anfrattuosità della corteccia, nel terreno o nei magazzini e
compie 4-5 generazioni all´anno.
A primavera si ha l´incrisalidamento, seguito dal
primo sfarfallamento di adulti durante il mese di
aprile. L´epoca dei primi voli può variare da un anno
all´altro, essendo molto influenzata dalle condizioni
ambientali.
Gli sfarfallamenti e gli accoppiamenti hanno luogo
nelle ore crepuscolari (con temperature superiori a
16°) e notturne. Dopo l´accoppiamento, ogni femmina depone alcune decine di uova in modo isolato sui
tessuti vegetali a superficie liscia. Il numero complessivo di uova deposto per ciascun individuo è inferiore
in prima generazione rispetto alle ovideposizioni delle generazioni successive.
Ogni uovo dà origine dopo un´incubazione di 1-2 settimane ad una larvetta di colore giallo-rosato che inizia rapidamente la sua attività trofica all´interno degli
organi vegetali. Dopo 3-4 mute, la larva raggiunge la
piena maturità e si imbozzola sulla pianta o nel terreno, per incrisalidarsi e mutare in adulto. L´intero
processo ha una durata variabile in funzione delle
condizioni ambientali, in genere comunque il secondo volo di adulti ha inizio i primi di giugno con un
massimo di presenza nella metà del mese. Da luglio
a ottobre il volo degli adulti è praticamente continuo
per l´accavallarsi delle generazioni estive e autunnali
Danni:
attacca il pesco e le pomacee. Quando le pere sono
ancora acerbe la larva danneggia solo gli strati epidermici e non penetra l´interno della polpa; sui frutti
maturi la larva penetra invece direttamente nel meso-
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Difesa fitosanitaria: occorre effettuare il monitoraggio mediante trappole
a feromoni, anche se non è dimostrata una correlazione fra catture e rischio di danno; risulta più sicura,
anche se meno agevole, è l’individuazione dell’ovodeposizione sui frutti.
La difesa si può realizzare con il metodo della confusione/disorientamento sessuale.
I migliori risultati si ottengono quando la confusione/
disorientamento viene applicato all’inizio del volo.
Interventi con formulati a base di Bacillus thuringiensis (100-150 g/hl) possono essere fatti come interventi di soccorso.
Prevenzione:
nei frutteti biologici vengono generalmente ben controllati dai numerosi antagonisti naturali.
Danni:
il danno è dovuto all´attività trofica delle larve che attaccano le foglie e i mazzetti fiorali e successivamente
i frutti, sui quali provocano erosioni talvolta profonde
che ne causano il deprezzamento commerciale.
Difesa fitosanitaria:
Circa il monitoraggio e il rispetto delle soglie d’intervento valgono le stesse indicazioni riportate per Pandemis e Archips. La difesa è realizzata, al superamento della soglia d’intervento, con trattamenti a base di
Bacillus thuringiensis (100-150 g/hl) o con virus della
granulosi (AoGV).
Eulia: Argyrotaenia pulchellana
Capua: Adoxophyes orana
Ovatura di eulia - foto Servizio Fitosanitario Regionale
Ciclo biologico:
Adulti di capua catturati con trappola a feromoni - foto A. Reggiani
Ciclo biologico:
svolge 2 generazioni all’anno con svernamento allo
stadio larvale entro un ricovero sericeo tessuto tra foglie e rami. Alla ripresa vegetativa le larve attaccano
i giovani germogli e raggiunta la maturità si incrisalidano tra la vegetazione. Il volo degli adulti si protrae
dalla metà di maggio alla metà di giugno.
Le uova sono deposte in ooplacche sulle superfici fogliari (con preferenza per quella inferiore).
Le larve vivono a spese delle foglie e dei frutti. Il secondo volo ha luogo tra fine luglio e inizio settembre;
all’ovideposizione segue la nascita delle larve che,
dopo una breve attività trofica entrano in diapausa.
nei nostri ambienti compie tre generazioni l´anno e
sverna come crisalide, riparata sotto le foglie cadute
a terra. I primi adulti compaiono a fine marzo primi di
aprile e lo sfarfallamento dura circa un mese.
A circa una settimana dall´accoppiamento, le femmine depongono le uova in ooplacche di colore giallastro sulla pagina superiore delle foglie. Le larve della
prima generazione compaiono a partire dal mese di
maggio e si accrescono dapprima a spese del parenchima fogliare e poi dei frutticini.
Completato il loro sviluppo, le larve si incrisalidano
all´interno di un bozzolo sericeo dove avviene la metamorfosi che darà origine agli adulti a partire dalla
seconda metà di giugno. L´ultima generazione di
adulti compare nel mese di agosto ed è seguita dalle
larve di terza generazione che hanno un accrescimento molto lento e sono presenti fino a tutto il mese di
ottobre, per poi incrisalidarsi.
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Melo
carpo. A differenza della carpocapsa, le gallerie scavate dalle larve di cidia nelle mele e nelle pere non
raggiungono la zona carpellare. Risulta dannosa soprattutto per le cultivar tardive (Abate, Kaiser).
Melo
Danni:
danneggia anche il melo e il susino. Le cultivar più
sensibili sono quelle con fruttificazione a grappolo
(S. Maria, B.P. Morettini, Dr. Guyot e William) difficili
da colpire coi trattamenti. Le larve provocano caratteristiche erosioni, danneggiando inizialmente le foglie e in seguito, anche i frutti. Sulle foglie l´attacco
è localizzato alla pagina inferiore, sono risparmiate
le nervature e la pagina superiore del lembo fogliare.
Sui giovani frutti le larve provocano erosioni superficiali, su quelli prossimi alla maturazione le erosioni si estendono alla cavità peduncolare, rendendoli
incommerciabili e facilmente soggetti a processi di
marciume.
Prevenzione:
nei frutteti biologici viene generalmente ben controllata dai numerosi antagonisti naturali, altrimenti
risultano molto efficaci interventi con Bacillus thuringiensis.
Difesa fitosanitaria: installare le trappole a ferormoni per seguire l’andamento dei voli e intervenire al superamento della soglia d’intervento a con trattamenti a base di Bacillus
thuringiensis (100-150 g/hl). Correggere il pH a 6-6,5
per l’impiego del Bacillus. E’ importante effettuare
una buona bagnatura della vegetazione e ripetere il
trattamento dopo 7-8 giorni specialmente in caso di
forte presenza di larve o di catture di adulti prolungate nel tempo. Il momento per intervenire è indicato
dai Bollettini tecnici provinciali anche sulla base delle
indicazioni del modello previsionale MRV-Eulia..
Pandemis: Pandemis cerasana
germogli della parte alta della pianta e sui frutti. Le
larve della seconda generazione si accrescono lentamente e ai primi freddi entrano in diapausa
Prevenzione:
nei frutteti biologici vengono generalmente ben controllati dai numerosi antagonisti naturali.
Danni:
il danno è dovuto all´attività trofica delle larve che
attaccano le foglie e i mazzetti fiorali e successivamente i frutti, sui quali provocano tipiche erosioni
(ricamature) che ne causano il deprezzamento commerciale.
Difesa fitosanitaria: È importante verificare la presenza di larve svernanti
in pre-fioritura sui mazzetti fiorali, a fine aprile è necessario installare le trappole a ferormone per l’andamento dei voli e la verifica del superamento della
soglia d’intervento.
La difesa è realizzata con trattamenti a base di Bacillus thuringiensis (100-150 g/hl) al superamento
della soglia d’intervento, è importante effettuare una
buona bagnatura della vegetazione e ripetere il trattamento dopo 7-8 giorni.
I trattamenti devono essere ripetuti in caso di forte
presenza di larve o di catture di adulti prolungate nel
tempo e per il periodo di nascita delle larve indicato
dai modelli previsionali elaborati dal Foto Foto Foto
Servizio Fitosanitario Regionale dell’E.R. Correggere
il pH a 6-6,5 per l’impiego del Bacillus.
Archips: Archips podanus
Ciclo biologico:
compie due generazioni all´anno e sverna come larva
giovane all´interno di un bozzolo nascosto nelle anfrattuosità della corteccia del tronco o dei rami. Alla
ripresa vegetativa, le larve escono dai bozzoli in modo
scalare e attaccano la vegetazione. L´incrisalidamento
avviene alla fine di aprile-inizi di maggio all´interno di
foglie accartocciate o unite tra loro, oppure nei punti
di contatto tra diversi organi vegetativi. La prima generazione di adulti compare da metà maggio ai primi
di giugno; la seconda generazione dalla fine di luglio
a tutto agosto. Le uova sono deposte in ooplacche
sulla pagina inferiore delle foglie; le larvette appena
sgusciate erodono il lembo fogliare per poi spostarsi
poi in una fase più avanzata di sviluppo all´apice dei
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foto Servizio Fitosanitario Regionale
Ciclo biologico:
simile a Pandemis cerasana ma con tre generazioni
all’anno. I primi due voli coincidono con quelli di P. cerasana mentre il terzo si verifica agli inizi di settembre.
Prevenzione:
nei frutteti biologici vengono generalmente ben controllati dai numerosi antagonisti naturali.
non esistono antagonisti naturali in grado di contenerne le popolazioni ma possono essere antagonisti
i pipistrelli e il picchio.
Danni:
il danno è dovuto all´attività trofica delle larve che attaccano le foglie e i mazzetti fiorali e successivamente i
frutti, sui quali provocano tipiche erosioni (ricamature)
che ne causano il deprezzamento commerciale.
Difesa fitosanitaria:
è importante verificare la presenza di larve svernanti
in pre-fioritura sui mazzetti fiorali, a fine aprile è necessario installare le trappole a ferormone per l’andamento dei voli e la verifica del superamento della
soglia d’intervento.
La difesa è realizzata con trattamenti a base di Bacillus thuringiensis (100-150 g/hl) al superamento
della soglia d’intervento, è importante effettuare una
buona bagnatura della vegetazione e ripetere il trattamento dopo 7-8 giorni.
Con aziende particolarmente infestate si può installare la confusione sessuale
Difesa fitosanitaria: per il controllo di questo insetto si installano trappole per la cattura di massa al di sopra delle chiome
degli alberi, questo consente anche di individuare il
momento migliore per effettuare i trattamenti con
formulati a base di Bacillus thuringiensis (100-150
g/hl) a partire da metà giugno. Si può applicare la
confusione sessuale con installazione dei dispenser
a inizio maggio (con almeno 2 trappole per il monitoraggio nella parte alta della chioma).
Sono possibili anche tecniche di difesa meccanica
come l’uncinazione delle larve presenti nei tronche
con filo di ferro e l’asportazione, quando possibile,
delle parti colpite
Rodilegno rosso:
Cossus cossus
Rodilegno giallo:
Zeuzera pyrina
Larva di Cossus cossus - foto Servizio Fitosanitario Regionale
Ciclo biologico:
sverna come larva e compie una generazione in 1-2
anni. Gli adulti sfarfallano da maggio a settembre: compie una generazione ogni due-tre anni e sverna
come larva. Gli adulti sfarfallano da fine maggio ad
inizio di settembre. E’ un fitofago particolarmente polifago che ha trovato sui fruttiferi e in particolare sulle
pomacee condizioni favorevoli.
Danni:
Prevenzione:
è un fitofago particolarmente polifago che ha trovato
sui fruttiferi e in particolare sulle pomacee condizioni
favorevoli. Attacca prima i germogli poi i rami. In seguito si comporta come il rodilegno rosso attaccando
anche le branche principali. Danneggia sia su piante
in allevamento che le piante adulte.
non esistono antagonisti naturali in grado di contenerne le popolazioni ma possono essere considerati
antagonisti i pipistrelli e il picchio.
Il picchio può essere un predatore di lepidotteri
Ciclo biologico:
Danni:
ha attività xilofaga, le larve scavano gallerie nel legno
con fuoriuscita di rosura di consistenza stopposa.
77
Melo
Prevenzione:
Melo
Può causare danni sia su piante in allevamento che
su piante adulte. Per l’azione delle larve le piante colpite deperiscono e, in caso di forti attacchi, si può
arrivare anche alla loro morte.
Ragnetto rosso:
Panonychus ulmi
Difesa fitosanitaria: per la difesa da questo fitofago, buoni risultati si sono
ottenuti con la tecnica della cattura massale dei maschi mediante l’installazione di circa 8-10 trappole per
ettaro. Proseguire la cattura massale per alcuni anni.
Sono possibili anche tecniche di difesa meccanica
come l’uncinazione delle larve presenti nei tronche
con filo di ferro e l’asportazione, quando possibile,
delle parti colpite.
Mosca della frutta:
Ceratitis capitata
Danni da ragnetto rosso su foglie di melo . foto F. Franceschelli
Ciclo biologico:
compie da sette a nove generazione all’anno e sverna
come uovo deposto sulle parti legnose della pianta
con particolare predilezione per i punti di inserzione
dei rami.
Danni:
le punture causano delle decolorazioni delle foglie. In
genere non comporta gravi rischi per la coltura, anche con infestazioni elevate, poiché i predatori sono
in grado di contenerne lo sviluppo.
Prevenzione: Danno su melo di ceratitis capitata - foto Servizio Fitosanitario Regionale
Ciclo biologico:
compie un numero di generazioni variabile a seconda
della zona e delle temperature.
Danni:
sui frutti provoca macchie livide con disfacimento dei
tessuti interni infestati dalle larve della mosca. Causa
danni quando le temperature alla fine dell’estate si
mantengono elevate. Con condizioni climatiche favorevoli può danneggiare l’intera produzione. In genere
sono colpite le varietà Golden e Golden simili.
Difesa fitosanitaria: Monitorare la presenza con trappole cromotropiche
gialle e, in caso di volo, intervenire con piretro o rotenone, eventualmente in miscela ad olio.
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in frutteti con scarsa presenza di predatori è possibile incrementarla introducendo materiale di potatura
o bande trappola provenienti da frutteti con elevate
popolazioni di predatori.
Difesa fitosanitaria: in genere non sono necessari trattamenti specifici.
Si ringraziano per i loro contributi:
Pierangela Schiatti, Agnese Franceschi, Loredana
Antoniacci, Massimo Bariselli, Mauro Boselli, Riccardo
Bugiani, Giacomo Accinelli, Alberto Aldini, Sandro
Bolognesi, Stefano Caruso, Roberto Colombo, Fausto
Grimaldi, Riccardo Cornale, Alberto Reggiani, Maria
Grazia Tommasini, Stefano Vergnani.
Aggiornamento 2008