Olivo: sole e instabilità meteo facilitano la riproduzione della mosca

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GRIsette
Olivo: sole e instabilità
meteo facilitano la riproduzione
della mosca olearia
L
e giornate soleggiate che si alternano ad instabilità con precipitazioni sparse creano le condizioni ideali per lo sviluppo e l’attività riproduttiva
della mosca olearia (Bactrocera olea).
Le drupe si trovano nella fase fenologica di accrescimento, inizio “inolizione” e in alcune varietà viraggio
del colore. Con la distensione delle cellule il tegumento
esterno diventa più suscettibile agli attacchi del dittero
ed aumentano i fori di ovideposizione insieme a quelli
di fuoriuscita delle larve della generazione precedente.
Nella settimana trascorsa, caratterizzata da piogge localizzate anche intense, le catture degli adulti con trappole attrattive sono risultate in forte aumento.
In annate di scarica come quella attuale occorre intervenire tempestivamente soprattutto per le olive da
mensa, alle prime punture sui frutti. Diventa quindi
fondamentale affiancare ai dati di monitoraggio degli
adulti il campionamento dei frutti per effettuare la
conta delle punture sterili, fertili e delle larve attive.
A tal fine negli oliveti specializzati monovarietali si prelevano casualmente circa 150 frutti su diverse piante.
Negli impianti con piante di diverse varietà il prelievo
va effettuato su almeno 10 piante della stessa varietà
per formare piccoli campioni di 10-20 drupe.
Per le olive da olio la soglia d’intervento consigliata
per la lotta chimica è quella del 10 - 15% di infestazione attiva ed è naturalmente molto più bassa nelle olive
da mensa dove non si devono superare le poche unità.
Per la varietà ancora lontane dal periodo di raccolta, la scelta della soglia economica d’intervento varia
comunque in base all’annata e della carica dei frutti
sulla pianta. Se conviene economicamente, è possibile
programmare la lotta chimica con prodotti a base di
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dimetoato, fosmet e
imidacloprid, che
hanno azione sia
sugli adulti che sulle larve avendo cura
di bagnare tutta la
chioma. Le dosi dei
principi attivi da
impiegare e il numero dei trattamenti sono quelli previste nelle linee
guida della difesa integrata. In alternativa è possibile
effettuare il controllo del parassita con l’uso di esche
proteiche avvelenate, sempre con esteri fosforici, con
trattamenti localizzati, bagnando parzialmente la chioma delle piante a filari alterni. Tra i principi attivi da
utilizzare per trattamenti localizzati è molto diffuso lo
“spinosad” utilizzando circa 200 l/ha di soluzione e ripetendo la distribuzione dopo ogni pioggia rispettando
il numero di trattamenti consentito. Sullo stesso principio di lotta si basa l’uso delle trappole esche “Attract
and kill”.
In corrispondenza delle punture della mosca o nei fori
di fuoriuscita delle larve, è facile riscontrare i sintomi
della malattia fungina “lebbra dell’olivo o antracnosi” (Colletotrichum gloeosporioides) che negli ultimi
anni, soprattutto in oliveti irrigui molto fitti e dopo
le piogge, crea danni molto consistenti. I frutti mostrano delle macchie di marciume di colore bruno che
tendono ad allargarsi ed asciugarsi sino a far assumere
al frutto un aspetto di “mummia” che rimane attaccata alla pianta ed oltre a rendere non commerciabili le
drupe da mensa, influenzano negativamente la qualità
dell’olio e causano fenomeni di cascola precoce.
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