ROBINIA PSEUDACACIA L. 21 Classe: Magnoliopsida (Dicotyledoneae) Ordine: Fabales Famiglia: Fabaceae Specie e descrittore: Robinia pseudacacia L. Nome comune: Robinia, Acacia, Gaggia Sinonimi: - Forma biologica: P caesp (P scap) Parte balsamica: Fiori, radici, legno, semi Principi attivi: Tossialbumina robina (scorza, radice, semi), principio tossico rubinina, asparagina, invertina, essenza profumata (foglie e fiori). Usi etnobotanici: I fiori sono calmanti, antispasmodici, emollienti, aromatici, diuretici e lassativi (Duke & Ayensu, 1985) L’infuso di fiori è utilizzato come astringente oculare e della cavità orale e per tingere di nero i capelli. I fiori vengono utilizzati anche in cucina (Pirone, 1995) e per produrre l’essenza per profumi. I fiori secchi, si possono usare per preparare un tè carminativo e stomachico È inoltre un’ottima mellifera e il suo legno è adatto a molti usi agricoli (Pirone, 1995). La corteccia velenosa e le radici servivano un tempo come purganti. I semi contenuti nei baccelli, in periodi difficili, sono stati usati per “allungare” la farina, tostati invece venivano impiegati come surrogato del caffé. Parte di interesse profumiero: Foglie e fiori Periodo di raccolta: Maggio e Giugno Potenzialità d'uso: Immagine della pianta intera e dei primi frutti di Robinia pseudoacacia (foto scattate a S. Elena Sannita) Particolare del fiore di Robinia pseudacacia (foto da www.funghiitaliani.it) Buona Distribuzione e popolazioni Globale e in Europa: Corotipo: Nord America. Originaria delle regioni atlantiche nordamericane, è stata introdotta in Europa, a Parigi, nei primi anni del 1600 da Jean Robin, giardiniere del re di Francia, come pianta ornamentale. Utilizzata massicciamente da agricoltori e forestali, si è diffusa spontaneamente in tutta l’area submediterranea (Pirone, 1995). 78 In Italia: In Italia è stata introdotta nel XVIII secolo; attualmente è comune in tutte le regioni (Conti et al., 2005). In Molise: Diffusa lungo i margini stradali e talvolta nelle formazioni forestali a forte disturbo antropico. Territorio S. Elena Sannita: Sporadicamente lungo i margini delle formazioni forestali e lungo i bordi strada. Ecologia, coltivazione e materiale raccolto Ecologia: Entità originariamente propria di boschi mesofili misti di latifoglie, dove introdotta si spontaneizza soprattutto negli incolti, lungo le scarpate, nelle siepi, ai margini delle strade fino a 1000 m. s.l.m; tende a formare dense boscaglie, floristicamente povere, sui terrazzi e lungo le rive dei fiumi, comportandosi da vera e propria invasiva. Preferisce suoli ricchi e profondi che arricchisce in humus con il degrado della sua lettiera. È una specie entomogama. La dispersione è barocora. Fenologia: Fiorisce a Maggio-Giugno (Pignatti, 1982) e matura i frutti a Settembre. Tecniche di riproduzione moltiplicazione: Si riproduce sia per semi che per via vegetativa. Frutti e semi: Il frutto è un legume coriaceo 1 x 5-10 cm, deiscente, di colore rosso-bruno, appiattito, glabro, con 4-7 semi, nerastri reniformi di 4 mm. Il peso di 1000 semi è risultato di 22,37 g e il valore dell’umidità relativa del 37,8 %. Da fonti bibliografiche di dati di laboratorio è emerso che i semi sono ortodossi; essi hanno un contenuto medio di oli pari al 10,8 % e un contenuto medio di proteine pari al 43,2 % (Earle & Jones, 1962). Frutti (legumi) e semi di Robinia pseudacacia (foto scattate nella Banca del Germoplasma del Molise) Compilatori: Paura, Izzi, Cancellieri, Salerno 79