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ROBINIA PSEUDACACIA L.
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Classe:
Magnoliopsida (Dicotyledoneae)
Ordine:
Fabales
Famiglia:
Fabaceae
Specie e descrittore:
Robinia pseudacacia L.
Nome comune:
Robinia, Acacia, Gaggia
Sinonimi:
-
Forma biologica:
P caesp (P scap)
Parte balsamica:
Fiori, radici, legno, semi
Principi attivi:
Tossialbumina robina (scorza, radice, semi),
principio tossico rubinina, asparagina,
invertina, essenza profumata (foglie e fiori).
Usi etnobotanici:
I fiori sono calmanti, antispasmodici,
emollienti, aromatici, diuretici e lassativi
(Duke & Ayensu, 1985) L’infuso di fiori è
utilizzato come astringente oculare e della
cavità orale e per tingere di nero i capelli. I
fiori vengono utilizzati anche in cucina
(Pirone, 1995) e per produrre l’essenza per
profumi. I fiori secchi, si possono usare per
preparare un tè carminativo e stomachico
È inoltre un’ottima mellifera e il suo legno è
adatto a molti usi agricoli (Pirone, 1995).
La corteccia velenosa e le radici servivano
un tempo come purganti. I semi contenuti
nei baccelli, in periodi difficili, sono stati
usati per “allungare” la farina, tostati invece
venivano impiegati come surrogato del
caffé.
Parte di interesse
profumiero:
Foglie e fiori
Periodo di raccolta:
Maggio e Giugno
Potenzialità d'uso:
Immagine della pianta intera e dei primi
frutti di Robinia pseudoacacia
(foto scattate a S. Elena Sannita)
Particolare del fiore di Robinia
pseudacacia
(foto da www.funghiitaliani.it)
Buona
Distribuzione e popolazioni
Globale e in Europa:
Corotipo: Nord America.
Originaria delle regioni atlantiche nordamericane, è stata introdotta in Europa, a Parigi,
nei primi anni del 1600 da Jean Robin, giardiniere del re di Francia, come pianta
ornamentale. Utilizzata massicciamente da agricoltori e forestali, si è diffusa
spontaneamente in tutta l’area submediterranea (Pirone, 1995).
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In Italia:
In Italia è stata introdotta nel XVIII secolo; attualmente è comune in tutte le regioni
(Conti et al., 2005).
In Molise:
Diffusa lungo i margini stradali e talvolta nelle formazioni forestali a forte disturbo
antropico.
Territorio S. Elena Sannita:
Sporadicamente lungo i margini delle formazioni forestali e lungo i bordi strada.
Ecologia, coltivazione e materiale raccolto
Ecologia:
Entità originariamente propria di boschi mesofili misti di latifoglie, dove introdotta si
spontaneizza soprattutto negli incolti, lungo le scarpate, nelle siepi, ai margini delle strade
fino a 1000 m. s.l.m; tende a formare dense boscaglie, floristicamente povere, sui terrazzi
e lungo le rive dei fiumi, comportandosi da vera e propria invasiva. Preferisce suoli ricchi
e profondi che arricchisce in humus con il degrado della sua lettiera.
È una specie entomogama. La dispersione è barocora.
Fenologia:
Fiorisce a Maggio-Giugno (Pignatti, 1982) e matura i frutti a Settembre.
Tecniche di riproduzione moltiplicazione:
Si riproduce sia per semi che per via vegetativa.
Frutti e semi:
Il frutto è un legume coriaceo 1 x 5-10 cm, deiscente, di colore rosso-bruno, appiattito,
glabro, con 4-7 semi, nerastri reniformi di 4 mm.
Il peso di 1000 semi è risultato di 22,37 g e il valore dell’umidità relativa del 37,8 %.
Da fonti bibliografiche di dati di laboratorio è emerso che i semi sono ortodossi; essi
hanno un contenuto medio di oli pari al 10,8 % e un contenuto medio di proteine pari al
43,2 % (Earle & Jones, 1962).
Frutti (legumi) e semi di Robinia pseudacacia
(foto scattate nella Banca del Germoplasma del Molise)
Compilatori:
Paura, Izzi, Cancellieri, Salerno
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