aumentata richiesta difficoltà di di piante officinali approvvigionamento Costante aumento nel mondo occid. Max sviluppo in Giappone (accrescimento medio annuo del 30%) Diminuz. Raccolta piante selvatiche Aumento colture piante medicinali In passato, massiccia esportazione di piante officinali Attualmente, quasi totale dipendenza dalle importazioni !"" !# $ %"&! ' ( ) * raccolta piante spontanee esperti non-esperti piante coltivate industria +, La fitoterapia è intesa come "cura e prevenzione delle malattia mediante la somministrazione di farmaci vegetali" (Fitomedicina nella definizione della Organizzazione Mondiale della Sanità). E' quindi medicina a tutti gli effetti, senza aggettivi, e deve soggiacere alle stesse leggi di rigore scientifico che regolano la medicina ufficiale. - &.# % / .# "! "Sono da considerarsi fitomedicine i prodotti medicinali finiti, provvisti di etichetta, che contengono come principi attivi esclusivamente delle piante o delle associazioni di piante allo stato grezzo sotto forma di preparati. Comprendono anche succhi, gomme, frazioni lipidiche, oli essenziali e tutte le altre sostanze di questo genere. Le fitomedicine possono contenere oltre ai principi attivi anche degli eccipienti." considera le fitomedicine farmaci a tutti gli effetti, per cui la loro vendita è autorizzata solo se: 1) è dimostrata la loro sicurezza ed efficacia. 2) sono fabbricate in ottemperanza alle regole di buona qualità. 3) sono confezionate ed etichettate secondo le disposizioni vigenti nella CEE. 4) sono prescritte e distribuite da operatori sanitari all'uopo qualificati (medico e farmacista). Tuttavia l'Art. 8 della direttiva CEE 65/65 EEC precisa che "per la registrazione di fitomedicine non è necessario produrre i risultati di tests farmacotossicologici e i risultati di sperimentazioni cliniche se, attraverso dettagliati riferimenti alla letteratura scientifica pubblicata, è dimostrabile che i costituenti sono di impiego tradizionale con efficacia riconosciuta e con un accettabile grado di sicurezza d'impiego". ! + 012 / Classi importanti di farmaci di origine vegetale: quelle degli antiinfiammatori non steroidei derivate dall’acido salicilico, degli antitumorali (vincristina, vinblastina, irinotecan e topotecan, etoposide e teniposide, tassoli), degli stimolanti del sistema nervoso centrale (caffeina, cocaina), dei cardiostimolanti (digitale), degli anestetici locali (procainamide), degli antiaritmici (chinidina), dei narcotici analgesici (morfina, codeina), dei miotici e antiglaucoma (atropina, pilocarpina), dei bloccanti neuromuscolari (tubocurarina, vecuronio), degli antimalarici (chinina, clorochina, derivati dell’artemisinina) e degli anticoagulanti orali (warfarin, acenocumarolo). ! L’azione delle droghe e delle preparazioni vegetali, pur svolgendosi con meccanismi che sono propri anche dei farmaci di sintesi, differisce da questi per il fatto di essere essenzialmente polivalente. 3 4 5 Questo fenomeno dipende dalla composizione delle droghe e delle preparazioni vegetali, che è costituita da una pluralità di composti strutturalmente anche molto differenti. Come conseguenza, il profilo farmacologico e, in qualche caso, terapeutico è caratterizzato da una molteplicità di effetti nettamente diversi fra loro e che compaiono a dosi diverse. # 5 DEFINIZIONE DI PIANTA “MEDICINALE”: Organismo vivente nel quale i suoi componenti sono legati tra loro per costituire un tessuto vivo e fisiologicamente attivo nel suo complesso ( FITOCOMPLESSO) ' Molecola pura: Interazione tra sostanza Chimica e cellula umana Dosaggi più razionali Maggiore precisione dati Farmacodinamici Maggiori effetti iatrogeni ' Fitocomplesso: Minore incidenza di effetti collaterali Difficoltà nel Dosaggio razionale Composto chimico Complesso con Capacità Modificative ed Integrative dei Vari principi attivi Oltre alla convivenza di effetti in nessun modo correlati fra loro (p.e., l’attività antidepressiva e quella antibiotica dell’iperico), sono possibili effetti di sinergia fra composti che esercitano lo stesso tipo di attività. ipericina iperforine Sempre sulla base di quanto presentato, è possibile che un estratto possieda caratteristiche farmacologiche e terapeutiche complessive che differiscono da quelle dei principali singoli costituenti chimici, ma che si rivelano ugualmente utili in medicina. In molti casi, può anche avvenire che i principali costituenti siano singolarmente meno potenti del fitocomplesso o addirittura inattivi % ' miscela di alcooli alifatici primari a lunga catena (24-36 atomi di carbonio) estratta dalla cera della canna da zucchero (Saccharum officinarum) esercita una potente attività ipocolesterolemizzante negli animali e nell’uomo. Dosi giornaliere di 10-20 mg di questo estratto (chiamato policosanolo) hanno abbassato il colesterolo-LDL del 17-21% e aumentato il colesterolo-HDL dell’8-15%; negli studi clinici; 20 mg di policosanolo sono risultati efficaci come 10 mg di simvastatina e 10 mg di policosanolo sono risultati efficaci come 10 mg di pravastatina. A. Bianchi, “Policosanolo, un nuovo ipocolesterolemizzante”, Piante Medicinali, 2002, Vol. 1, n. 5, 234 – 243 Tutti i principali alcooli che compongono il policosanolo esercitano un’attività ipocolesterolemizzante e in particolare l’octacosanolo; tuttavia, nessuno degli alcooli somministrati singolarmente supera in potenza la miscela. Il complesso dei problemi che rende difficoltoso lo studio di un fitocomplesso dipende essenzialmente dalla variabilità della sua composizione chimica Procedimenti completamente differenti, come per esempio la distillazione e l’estrazione con un solvente, portano inevitabilmente a composizioni differenti che sono correlate con le caratteristiche chimico-fisiche dei singoli costituenti (p.e., i composti solidi insolubili in acqua e quelli liquidi a bassa tensione di vapore non possono essere presenti in un olio essenziale). Nel caso degli estratti, oltre il tipo di solvente impiegato, possono determinare diversità di composizione il volume del sovente rispetto alla quantità della droga da estrarre, lo stato fisico della droga (livello della frantumazione), il tempo di contatto fra la droga e il solvente, la temperatura di estrazione ed eventuali altri fattori fisici di processo (p.e., l’applicazione di una pressione). ' CARBOIDRATI: Zuccheri Amidi Gomme Mucillagini Cellulosa ' GLUCOSIDI: Cardioattivi Antrachinonici Saponine Cianogenetici Solforati Salicilici Flavonici fenolici ' TANNINI - LIPIDI OLII ESSENZIALI - RESINE ALCALOIDI - VITAMINE SALI MINERALI Nella filiera della qualità delle fitomedicine ha grande importanza il rispetto di tutta una serie di criteri definiti come GAP (good agricoltural practices), che garantiscono al prodotto raccolto la qualità necessaria per poterlo adoperare come materia prima da cui estrarre una fitomedicina. ! . &! % ." % 6!7 ."% Massima cura nella raccolta L’epoca della raccolta influisce sulla qualità della droga Il contenuto in principi attivi varia nel corso della vita della pianta &%# 3. $! !# .' , -!&&. " %"& ' Clima – temperatura – piovosità – esposizione alla luce – altitudine – sviluppo – stato di salute – costituzione del terreno – influenza delle piante vicine – Etc. - 8 ' 1) costituzione della droga. 2) titolo in principio attivo. 3) descrizione: esame macroscopico e microscopico. 4) identificazione con reazioni colorimetriche. 5) saggi vari. 6) conservazione. 3 ' Radici Rizomi Bulbi Tuberi corteccia Rami e ramoscelli Foglie Fiori ed inflorescenze Frutto seme # # ! " # $% ' " ! " & " # # & % ( ( ) *! " * + # ' , " ! " * ' " . /- ** * ( ( - ( # OLEOLITI ENOLITI GLICEROLITI ACETOLITI Preparazioni ottenute attraverso l’azione Solvente del prodotto dal quale prendono il nome. La variabilità della composizione chimica e, conseguentemente, dell’attività biologica delle sostanze vegetali, costituisce non solo il maggiore ostacolo per lo studio e l’applicazione terapeutica, ma anche un problema di difficile soluzione per la costruzione di una regolamentazione che voglia garantire la sicurezza, l’efficacia e la qualità dei farmaci vegetali. L’interpretazione delle proprietà farmacologiche, tossicologiche e cliniche di una pianta è quindi quasi sempre incerta, perché i risultati delle singole sperimentazioni sono riferibili solo alla specifica droga o preparazione sottoposte ad indagine. La verifica della bioequivalenza non è possibile per la maggior parte delle preparazioni vegetali, dato che i principi attivi sono noti solo in parte o totalmente ignoti e non è quindi possibile sapere le concentrazioni ematiche di che cosa occorra determinare negli studi di farmacocinetica. Quando sono noti almeno i principali costituenti chimici attivi, questi composti vengono utilizzati per la standardizzazione degli estratti. Sono oggi disponibili molti studi clinici controllati condotti con prodotti medicinali vegetali, ma purtroppo i loro risultati sono raramente uniformi. Errori nella selezione dei pazienti o nella randomizzazione possono dare origine a risultati falsamente positivi o, più raramente, falsamente negativi, quando si valuta l’evidenza. Il metodo migliore per evitare di cadere in questi errori è quello di effettuare rassegne sistematiche e meta-analisi degli studi clinici condotte sui prodotti di una stessa pianta che diano una certa garanzia di omogeneità; questo approccio minimizza le conseguenze sia della randomizzazione che della selezione dei pazienti non corrette. # ) All’esecuzione di queste rassegne sistematiche e meta-analisi si dedicano organizzazioni come la Cochrane Collaboration e il gruppo di ricercatori della Peninsula Medical School presso l’Università di Exeter & Plymouth in Inghilterra, diretto dal Prof. Edzard Ernst. Utilizzando questo approccio, l’efficacia di un certo numero di medicine vegetali risulta ragionevolmente provata. Nella maggioranza degli altri casi prevale al momento l’incertezza. La fitoterapia può trovare una giusta collocazione nella terapia medica solo se può disporre di droghe vegetali tecnicamente ineccepibili e il più possibile standardizzate. / ogni prodotto medicamentoso a base di piante medicinali dovrebbe fornire le seguenti informazioni: 1) nome botanico in latino, seguito dal nome volgare nella lingua in uso in quel paese. 2) nome dei principali principi attivi. 3) titolazione degli stessi. 4) indicazioni terapeutiche. 5) posologia, modo e durata della somministrazione. 6) possibili effetti collaterali, controindicazioni, rischi da sovradosaggio ed eventuali incompatibilità. 7) scadenza del prodotto. Altea radice (Althaea officinalis) F.U. X •Droga utilizzata: radici disseccate •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: mucillagini con indice di rigonfiamento non inferiore a 10 determinato su 0,5 g di droga polverizzata. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: sedativo delle flogosi della cavità orofaringea e delle vie aeree superiori. •Meccanismo d’azione: la presenza di mucillagine conferisce alla droga un’azione antinfiammatoria ed emolliente nel trattamento delle tossi stizzose e catarrali. Non deve essere impiegata come espettorante. •Preparazione e dosi: •Tisana: si mettono in acqua fredda circa 2 grammi di droga in acqua bollente. Si filtra dopo 10-15 minuti bevendo una tazza 4-5 volte al giorno. •Estratto fluido: 10-50 g pro die (1g = XXXI gocce) •Sciroppo: estratto fluido g 2,5 sciroppo semplice F.U. q.b. a g 100. Si assumono più cucchiai durante il giorno. •Controindicazioni: non riportate. •Effetti collaterali: non riportati. •Raccomandazioni: assumere in gravidanza ed allattamento solo dietro consiglio medico. La miglior forma farmaceutica è la tisana , sia infuso che decotto. Le radici sono igroscopiche. Assenzio (Artemisia absintium) Droga utilizzata: Foglie e sommità fiorite. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: Olio essenziale 0.5% (contiene Tujone) Solubile in Etanolo. Glucosidi amari. Idrosolubili. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: Atonia gastrointestinale, flatulenza, spasmi gastrici, digestivo. •Meccanismo d’azione: Amaro aromatico stimola la secrezione cloropeptica, ha azione antispasmodica. •Controindicazioni: non somministrare in gravidanza. Sconsiglia nei casi di allattamento in quanto rende amaro il latte, nei casi di gastrite ed ulcera. •Effetti collaterali: •Interazioni: •Raccomandazioni: L’abuso della droga in tutte le sue forme farmaceutiche, in particolare quelle idroalcooliche, può provocare eccitazione sul S.N.C., convulsioni. Attenersi alle dosi indicate. Biancospino (Crategus monogyna, C. oxycantha, C. laevigata) F.U. X · •Droga utilizzata: fiori con le foglie, raccolti in primavera. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: flavonoidi (iperoside, vitexina, rutina), quercitrina, quercitina, complesso triterpenico, acido Clorogenico, acido Caffeico. Titolo F.U.: prevede non meno dello 0,7 %, calcolato come iperoside. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: blando ansiolitico, sedativo, svolge a liello cardiaco un’azione inotropa positiva, dromotropa positiva, antitachicardico, diminuisce le resistenze vascolari periferiche, migliora la perfusione sanguigna delle arterie coronarie e del miocardio, quindi aumenta la tolleranza del muscolo cardiaco allo sforzo. Indicazioni: disturbi del sonno, irritabilità, utile nella ridotta funzionalità cardiaca, cardiopatia associata a senilità. •Effetti collaterali: a dosaggi molto elevati possono manifestarsi intolleranze gastriche associate a dolori, eventualmente diarrea. •Interazioni: probabile interazione con derivati digitalici. Aumenta l’azione bradicardizzante dei farmaci beta-bloccanti. •Raccomandazioni: attenua l’attenzione. Borragine olio (Borrago officinalis) Ph. Fr. X •Droga utilizzata: Semi •Principi attivi: olio fisso (non volatile) contenente il 9% circa di acido γ-linolenico (GLA) ed altri acidi come l’acido linoleico (38%), oleico (14-23%), palmitico (11%) e stearico (4.7% circa). I semi contengono anche amabilina e tesinina (raro alcaloide pirrolizidinico, assente però nell’olio). •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: E’ stato evidenziato un miglioramento del nutrimento del bulbo pilifero (struttura del capello diventa più forte), una regolazione della rigenerazione della cute. Il GLA in particolare si è rivelato un ottimo rimedio nel trattamento dell’eczema atopico, dell’infiammazione, della sindrome pre-mestruale. L’acido γ-linolenico può essere un rimedio, da impiegare parallelamente ad una terapia specifica, in caso di diabete. L’olio esercita, inoltre un’azione protettiva nei confronti di stress (eccessiva esposizione ai raggi solari, fumo del tabacco, inquinamento atmosferico) verso i quali la cute è quotidianamente esposta. Numerose indagini epidemiologiche fanno del GLA un rimedio terapeutico promettente nella prevenzione di malattie cardiovascolari e dell’infarto. •Meccanismo d’azione: Il GLA è un acido grasso polinsaturo della serie ω6, è un costituente dei lipidi e, come tale, riveste un ruolo fondamentale nella struttura delle membrane biologiche. L’acido γ-linolenico è considerato un acido grasso semi-essenziale in quando l’organismo, originariamente in grado di produrlo, ne forma meno in relazione all’età, al diabete, a malattie infettive ed allo stress. Il GLA è il precursore della PGE1 e dell’acido 15-idrossieicosatrienoico, dotati di attività vasodilatatrice, antiaggregante ed antinfiammatoria; caratteristiche queste che si possono positivamente evidenziare come un miglioramento dello stato di salute e di bellezza della pelle. Calendula (Calendula officinalis) Droga utilizzata: capolini o fiori, talvolta anche le foglie. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: glicosidi ed agliconi triterpenici, mucillagini, fitosteroli, flavonoidi, carotenoidi, resine. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: per uso esterno come cicatrizzante e batteriostatico, antiflogistico e spasmolitico in caso di ferite; per uso interno cicatrizzante in caso di alterazioni della mucosa orale, coleretico ed emmenogogo (amenorrea e dismenorrea). •Controindicazioni: non somministrare in gravidanza. •Effetti collaterali: raramente si manifestano fenomeni allergici. Camomilla (Matricaria recutita, Chamomilla recutita, Matricaria chamomilla) •Droga utilizzata: capolini freschi o disseccati a temperatura inferiore a 40 ° C. Sono differenziati in varie classi, a seconda dei caratteri (Sopraffina, Prima, Corrente). •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: alfa-bisabololo, camazulene, flavoni (apigenina), proazuleni, cumarine, sesquiterpeni ciclici. Il titolo F.U. non deve essere inferiore di 4 ml/Kg di essenza. La F.U. X prevede anche la monografia della camomilla estratto idroalcolico secco, ad alto titolo, il cui contenuto non deve essere inferiore dell’1,2% di apiogenina totale. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: spasmolitico, antiflogistico, cicatrizzante per uso esterno. Indicato negli spasmi dolorosi e coliche gastrointestinali, disturbi della menopausa, mestruo doloroso, eruzione dentaria dolorosa nei bambini (anche in impacchi locali), l'uso come sedativo è caratteristico della tradizione di Paesi latini (Spagna, Italia). •Controindicazioni: ipersensibilità individuale alle Asteraceae, raramente reazioni topiche allergiche. Non somministrare in gravidanza. •Effetti collaterali: a dosi elevate, ed in alcuni soggetti anche a dosi terapeutiche, può provocare effetto paradosso, con nausea ed insonnia. Camomilla romana (Chamaemelum nobile o Anthemis nobile) •Droga utilizzata: capolini. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: olio essenziale (camazulene) 0,4 – 0,5%. Flavonoidi. Cumarine. Lattoni sesquiterpenici. Composti fenolici. La F.U. X richiede un contenuto non inferiore a 7 ml/kg di essenza. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: utilizzata nella costipazione di tipo spastico (spasmi dolorosi gastrointestinali, intestino irritabile, colite spastica, colon irritabile); nella prevenzione dei disturbi mestruali, amenorrea, dismenorrea, per la sua attività emmenagoga; nei suffumigi, per liberare i seni frontali, il gonfiore delle mucose nasali e nelle otiti, per l’azione antiinfiammatoria; nei soggetti ansiosi ed irritabili. Utilizzata per uso esterno su eczemi ed infiammazioni. •Controindicazioni: stati diarroici e gravidanza, gastralgie. •Effetti collaterali: in soggetti sensibili reazioni allergiche. In rari casi e per dosaggi elevati o somministrazioni prolungate effetti paradossi, quali insonnia e nausea. •Raccomandazioni: per prevenire fenomeni irritativi gastrici o effetti paradossi, eseguire cicli di venti giorni, intervallati da sospensioni di almeno dieci giorni. Equiseto (Equisetum arvense) •Droga utilizzata: parte aerea sterile •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: sali minerali (acido silicico, potassio ed in minore quantità calcio, magnesio, fosforo, azoto e zolfo), flavonoidi (quercetina, isoquercetina), saponine (equisetonina), acidi organici (acidi malico, ossalico e citrico), fitosteroli ( -sitosterolo, campesterolo, isofucosterolo). •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: rimineralizzante, diuretico antiuricemico •Meccanismo d’azione: Come diuretico, o meglio acquaretico (infatti non altera il riassorbimento di elettroliti) nelle urolitiasi ed in condizioni di ritenzione idrica: per l'assenza di effetti tossici o collaterali e la dolcezza della sua azione, unita ad una notevole capacità di eliminare i cloruri, è particolarmente adatto a chi soffre di nefrite. Come rimineralizzante nell'osteoporosi, in caso di fratture e nelle condizioni di fragilità degli annessi cutanei, nelle tendiniti, nei dolori articolari ed anche in gravidanza: la silice e gli altri minerali stimolano il trofismo del tessuto connettivo della parete arteriosa, venosa e dei tendini e facilitano la ricostruzione della cartilagine nel corso di malattie articolari. •Controindicazioni: insufficienza e calcolosi renale • Raccomandazioni: per una più completa integrazione di silicio si consiglia di diminuire l'uso di cibi raffinati come il pane bianco, i cereali decorticati e la frutta sbucciata in quanto il silicio si trova, in prevalenza, nelle parti esterne dei vegetali. La T.M è povera di sali di silicio. Frangola (Rhamnus frangula) •Droga utilizzata: corteccia del fusto e dei rami. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: composti antronici, antranolici e antrachinonici liberi e combinati in forma glicosidica con un contenuto non inferiore al 6% di glucofranguline, calcolate come glucofrangoline A. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: lassativo, specie in quelle patologie nelle quali sia importante ottenere delle feci molli quali ragadi anali, ecc. •Meccanismo d’azione: lassativo con un’azione più blanda ma meno irritante rispetto agli altri antrachinonici. L’azione purgativa è determinata dai derivati antracenici, in particolare dagli antrachinoni combinati sotto forma di glicosidi i quali sono in grado di agire sull’intestino crasso stimolando per irritazione la peristalsi. L’intestino reagisce con una iperemia che si estende a tutti gli organi del piccolo bacino e per questo motivo presenta numerose controindicazioni. •Controindicazioni: malattie intestinali, della vescica, dell’utero a carattere infiammatorio, dolori addominali, malattie renali. Gravidanza, allattamento, emorroidi, mestruazioni. •Effetti collaterali: l’impiego di dosi elevate può provocare forti dolori addominali; l’utilizzazione per periodi prolungati può provocare perdita di elettroliti, in particolare di potassio. •Interazioni: le perdite di potassio possono aumentare l’attività dei glicosidi cardiaci ed alterare l’azione dei farmaci antiaritmici. Liquirizia, diuretici tiazidici e corticosteroidi possono aumentare le perdite di potassio. •Raccomandazioni: da non utilizzare in gravidanza e allattamento. L’uso per periodi molto prolungati può aggravare la stipsi riducendo la motilità intestinale. Genziana (Gentiana lutea) F.U. X · •Droga utilizzata: radici del II°anno. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: gentiopicrina e gentisina, glucosidi idrosolubili. Genziomarina. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: Digestivo, dispepsia atonica gastrica, flatulenza, convalescenze, stimola la produzione dei globuli bianchi (leucocitogeno*). •Meccanismo d’azione: Amaro puro-eupeptico. Stimola la secrezione cloropeptica per semplice contatto con i recettori gustativi della lingua (in misura minore a contatto con la mucosa gastrica). •Controindicazioni: sconsigliata ai sofferenti di gastrite e di ulcera. •Raccomandazioni: E’ consigliabile l’uso dell’Ex.Flu. sorseggiato lentamente, percependo il sapore amaro, 15’ prima dei pasti. * L’azione leucocitogena si manifesta dopo il decimo giorno di assunzione. Ginepro (Juniperus communis) F •Droga utilizzata: galbule mature. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: La F.U. prevede un titolo non inferiore a 10 ml/kg di essenza. Contiene idrocarburi monoterpenici (a e b pinene, limonene) , idrocarburi sesquirerpenici, flavonoidi, tannini. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: diuretico, stimolante della funzione renale. A livello epatico svolgerebbe un’azione rigenerante dell’epatocita. Ridurrebbe l’ipercolesterolemia, l’iperglicemia e l’iperuricemia. •Meccanismo d’azione: irrita il glomerulo filtrante •Controindicazioni: gravidanza (per la sua azione uterotonica, indurrebbe l’aborto), gastrite od ulcera, enterocolite, infiammazioni renali. •Effetti collaterali: a dosi elevate può procurare aborto., irrita l’epitelio renale e la mucosa gastrica (digestivo) ed intestinale. •Raccomandazioni: da consigliare con prudenza in caso di gastriti, ulcera ed enterocolite. Iperico (Hypericum perfoliatum) •Droga utilizzata: sommità fiorite. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: flavonoidi (quercetina, iperoside e rutina), ipericina (0,05%), olio essenziale, tannino catechino, procianidine. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: antidepressivo. Tradizionalmente impiegato l’olio per uso esterno come antiinfiammatorio, batteriostatico, cicatrizzante, antidolorifico ed anestetico; in caso di mialgie, traumi, ferite, piaghe ed ustioni. Per via interna viene tradizionalmente impiegato come aromatico astringente. •Meccanismo d’azione: inibitore delle MAO. •Controindicazioni: non somministrare in gravidanza. Evitare esposizioni prolungate al sole. •Effetti collaterali: rischio di fotosensibilizzazione, evitare l’irraggiamento ad alte quote e i bagni solari. •Interazioni: interazioni con contraccettivi orali, con perdita dell’effetto contraccettivo. Possibili interazioni con antivirali impiegati nell’HIV. Induttore del citocromo P450, con conseguente diminuita efficacia dei farmaci da questo metabolizzati, quali il warfarin, la ciclosporina, la teofillina, la digossina … •Raccomandazioni: ricordare che l’efficacia del fitocomplesso come antidepressivo non si manifesta prima di due settimane e non va interrotto prima di due mesi. Cicli più prolungati possono però provocare fotosensibilizzazione. Ippocastano (Aesculus ippocastanum) DDroga utilizzata: semi, foglie e corteccia dei rami di 3-5 anni. AAzione farmacologica e proprietà terapeutiche: aumenta la resistenza dei capillari (flebotonico) e ne riduce la permeabilità (antiessudativa) e l’infiammazione.L’escina ha azione antiedemigena, antiinfiammatoria, capillaroprotetrice. L’esculina aumenta la resistenza della parete vasale.Gli antociani hanno proprietà antiradicalica dose dipendente. UUtilizzato pertanto nelle vasculopatie (senso di stanchezza, pesantezza e tensione, gonfiore, prurito e dolori alle gambe), emorroidi, cellulite. MMeccanismo d’azione: la saponina argirescina ha un effetto vasocostrittore periferico, completato come effetto protettivo sul circolo da un’inibizione degli enzimi lisosomiali, che producono una degradazione del glicocalice in prossimità della parete capillare (diminuita permeabilità capillare). Effetti collaterali: rari casi di prurito, nausea, irritazione delle mucose gastrointestinali e nei test epicutanei di dermatiti da contatto determinato dall’esculina. Raccomandazioni: associare fasciature o calze elastiche e docce d’acqua fredda più volte al giorno, non indossare vestiti attillati, tacchi alti e stare lontano da fonti di calore. Compiere lunghe passeggiate. . Malva (Malva sylvestris) •Droga utilizzata: Foglie e fiori senza peduncoli. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: - Mucillagini in tutte le parti della pianta - Foglie: acido p-cumarico, acido clorogenico, acido caffeico, tannino, Vit.A, Vit.B1, Vit.C, Vit.E. - Fiori: antociani (malvina). La F.U. X prevede due monografie, una relativa al fiore ed una relativa alle foglie. Nel primo caso l’indice di rigonfiamento minimo non deve essere inferiore a 20, nel secondo non inferiore a 7. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: emolliente, rinfrescante, bechico, blando lassativo. I preparati di malva sono emollienti della bocca e della gola, utili nelle malattie da raffreddamento, i catarri delle vie aeree superiori e le infiammazioni della regione orofaringea; sono inoltre regolatori e antispasmodici dell'intestino, particolarmente adatti per bambini e anziani; l'azione lassativa è utilizzabile anche nel caso di intestino irritato. Per quanto riguarda il suo uso esterno, l'applicazione più comune è quella in gargarismi e sciacqui, utili nelle stomatiti, afte, ed in clisteri usati per la costipazione e le infiammazioni intestinali. •Meccanismo d’azione: Le droghe mucillaginose svolgono solo azione topica con tre caratteristiche principali: sono adsorbenti dei secreti, "rinfrescanti", cioè capaci di costituire uno strato idrico a contatto di pelle e mucose ed inoltre sono anti-irritanti locali, in quanto formano uno strato protettivo di mucillagine vegetale che scherma la superficie mucosale dagli irritanti. •Raccomandazioni: per l'elevato contenuto in mucillagini è sconsigliata l'assunzione contemporanea di altri farmaci (in quanto potrebbe venire alterato il corretto e completo assorbimento di questi ultimi). Melissa (Melissa officinalis) F.U. X •Droga utilizzata: foglie fresche o disseccate. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: essenza costituita da citronellale, a e b citrale, terpeni, flavonoidi, tannini e sostanze amare. Deve contenere almeno lo 0,05 % di essenza, con circa il 20 % di citronellale (OAB). •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: ipnotico, ansia, spasmi gastrici di origine nervosa, turbe cardiache di origine nervosa. Nella medicina popolare viene consigliata anche per malattie da raffreddamento, come diaforetico e corroborante. Digestivo. Ononide (Ononis spinosa) •Droga utilizzata: radice. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: isoflvonoidi (ononina), triterpeni, fitosteroli, tannini. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: diuretico. Utilizzabile nell’infiammazione delle vie urinarie e nel trattamento della renella. •Meccanismo d’azione: diuretico declorurante. •Raccomandazioni: dieta igienica ed iposodica. Pino (Pinus sylvestris e Pinus pumilio) F.U. X •Droga utilizzata: essenza ottenuta in corrente di vapore dalle foglie aghiformi, dai giovani rami e dalle gemme chiuse, ricche di resina. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: olii essenziali (α e β pinene, limonene, canfene… trementina). La F.U. X prevede il pino silvestre sotto forma di essenza, con un contenuto non inferiore al 4% di esteri calcolati come bornile. L’essenza è solubile in 5 – 6 volumi di alcool a 90°. Per distillazione in corrente di vapore della corteccia di Pino e della sua resina si ottiene l’essenza di trementina. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: antisettico e balsamico delle vie aeree, secretolitico, antiinfiammatorio. Utile nelle cistiti, uretriti, colibacillosi. •Meccanismo d’azione: iperemizzante locale. •Controindicazioni: nei bambini al di sotto dei tre anni e nei soggetti predisposti al broncospasmo. •Effetti collaterali: forti irritazioni su cute e mucose. •Raccomandazioni: l’olio essenziale a caldo sulla cute può produrre scottature. Conservare in recipiente ben chiuso, al riparo dalla luce. Se ne consiglia l’associazione con il timo. Tarassaco (Tarassacum officinalis) Sinonimi popolari: dente di leone. •Droga utilizzata: radice, raramente le foglie. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: tarassacoside (derivato dell’acido pidrossi-fenilacetico. Tarassicina (principio amaro). Sali di K. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: diuretico, coleretico, colagogo, eupeptico (amaro salino), utilizzato nella dispepsia atonica gastrica ed intestinale. •Meccanismo d’azione: attivando la funzionalità epatica, aumenta la secrezione di bile, con conseguente azione diuretica. •Controindicazioni: in soggetti con intestino irritabile. Nelle occlusioni delle vie biliari. Allattamento. •Raccomandazioni: per esaltarne l’azione coleretica e diuretica, raccomanda una dieta ricca di proteine e povera di sodio. La prescrizione va fatta a pazienti che non lamentano patologie epatiche non diagnosticate. Tiglio (Tilia cordata, T. platyphyllos, T. sylvestris, T. vulgaris, T. europea) •Droga utilizzata: i fiori, unitamente alle bratee, raccolti alla fioritura giugnoluglio, disseccati a temperatura non superiore a 40°C. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: flavonoidi (quercitina, isoquercitina), olio essenziale contenente alcool sesquiterpenico (farnesolo), cumarine, mucillagine, (acido galatturonico), vitamine ( C e complesso B). •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: sedativo, antipletorico, ipnogeno, ansiolitico, anticefalgico, spasmolitico, diaforetico, antitussivo, bechico. Il carbone del legno è un ottimo adsorbente. È risultato utile nei disturbi del sonno, specialmenete in bambini ed anziani, nelle forme di ansia cronica, nei disturbi gastrointestinali di origine nervosa (colite, esofagite). Tradizionalmente è indicato nelle malattie da raffreddamento febbrili, tossi secche, bronchiti. Alcuni autori suggeriscono l’utilizzo di questa droga anche nell’ipertensione arteriosa, se di origine nervosa. Per uso esterno, è riportato in balneofitoterapia il bagno rilassante al tiglio •Effetti collaterali: sono riportati talvolta casi di “effetto paradosso”, in queste situazioni è consigliabile sospendere la terapia o diminuirne il dosaggio. •Raccomandazioni: conservare in recipiente ben chiuso, al riparo dalla luce. Timo (Thymus vulgaris e Thymus serpillum) F.U. X •Sinonimi popolari: Pepolino, Sarapollo. •Droga utilizzata: foglie e fiori. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: olii essenziali, contenenti i monoterpeni timolo, carvacrolo… tannini, flavonoidi. La F.U. X ha due monografie, la prima sul Thymi herba, il cui titolo non deve essere inferiore a 12 ml/Kg di essenza e non meno di 5 ml/Kg di fenoli volatili, espressi come timolo. La seconda monografia riguarda il timo essenza, che deve contenere non meno del 30% e non più del 60% in fenoli. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: antisettico, sedativo della tosse, spasmolitico, secretolitico, secretomotore. •Meccanismo d’azione: all'azione antisettica, segue un aumento della secrezione bronchiale ed un potenziamento dei movimenti ciliari nei bronchi. •Controindicazioni: enterocoliche, insufficienza cardiaca, gravidanza ed allattamento. •Effetti collaterali: l’iperdosaggio può provocare spasmi intestinali e collassi temporanei. •Raccomandazioni: conservare in recipiente ben chiuso, al riparo dalla luce e dall’umidità. Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) · Droga utilizzata: foglie. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: Arbutina, metilarbutina, 10%. Tannini, 30%. La F.U. prevede un contenuto minimo dell’8% di derivati idrochinonici, espressi in arbutina anidra, calcolati in riferimento alla droga essiccata. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: disinfettante delle vie urinarie, cistiti, colibacillosi. •Meccanismo d’azione: i glucosidi arbutina e metilarbutina, in ambiente basico, per azione dell’enzima arbutasi si scindono in idrochinone e metilidrochinone, aventi azione batteriostatica. •Controindicazioni: non somministrare in gravidanza ed in allattamento. Nell’insufficienza renale. Nei soggetti che soffrono di gastralgie. Nei bambini al di sotto dei tre anni. I tannini, presi in eccesso, provocano il vomito. Per lo stesso motivo, cure prolungate provocano stipsi. •Effetti collaterali: dosi elevate possono provocare flogosi, gastropatie, nausea, vomito, tinnito. •Interazioni: non associare con altre piante ad azione irritante, quali ginepro o sandalo. •Raccomandazioni: si consiglia di osservare una dieta alcalinizzante, ricca di verdure, riducendo carne e derivati, grassi in genere e frutta secca. Raccomandata l’assunzione di due litri d’acqua al giorno. Evitare cicli terapeutici oltre i due mesi. Può essere associato con successo alla Solidago. Valeriana (Valeriana officinalis, V. alternifolia, V. excelsa, V. sylvestris) •Droga utilizzata: radici, rizoma e stoloni freschi o disseccati a temperatura inferiore a 40°C. Ha odore e sapore forte, aromatico, caratteristico. Si raccoglie in autunno. •Principi attivi e contenuti minimi F.U.: olio essenziale (borneolo, pinene, sesquiterpeni), acido valerianico, acido isovalerianico, valepotriati, alcalodi, glucosidi. Per la F.U. deve contenere non meno di 5,0 ml/Kg di essenza e la droga frammentata non meno di 3 ml/Kg di essenza, riferiti alla droga essiccata. •Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: sedativo, ipnoinducente, antispasmodico per il tratto gastroenterico. Utilizzato negli stati di agitazione nervosa, difficoltà nell’addormentamento, disturbi del sonno, crampi gastrointestinali di origine nervosa. •Meccanismo d’azione: deprime i centri della corteccia cerebrale. •Effetti collaterali: raramente si manifesta effetto paradosso, con cefalea, agitazione psicomotoria. •Interazioni: si ipotizza un’interazione con le benzodiazepine ed altri sedativi di sintesi. Evitare di assumere contemporaneamente alcool. •Raccomandazioni: Attenua l'attenzione. La terapia non deve prolungarsi oltre i 20 giorni (si sospetta un meccanismo di dipendenza). Quando è richiesta una azione ipnoinducente, raccomanda l'assunzione a stomaco vuoto per una più pronta risposta farmacodinamica. ! ." &. ' al genere aconitum vengono attualmente attribuite 280-300 specie, tutte diffuse nelle regioni montagnose. Quella abruzzese riguarda, essenzialmente, la specie “A. lycoctonum”, pianta erbacea perenne con fiori giallo-pallido a forma di cappuccio conico allungato. Habitat : nei luoghi erbosi e nelle radure di bosco in zone montane. Principi attivi: tutte le parti della pianta contengono alcaloidi tossici, il più importante dei quali è l’aconitina, ma soprattutto la radice. I casi di avvelenamento, soprattutto in Europa dove è molto conosciuta, sono ormai rari dato anche al fatto che la radice, velenosissima, è piuttosto profonda nel terreno e non è semplice estrarla. Gli unici casi di avvelenamento si osservano tra i capi di bestiame cui è stato dato foraggio contenente aconito. Proprietà ed usi: anestetico e nevralgico, usato tradizionalmente nei reumatismi e negli stati febbrili. Le sue radici, impastate con carni, si usavano per uccidere lupi, volpi ed altri animali selvatici. Sintomi da avvelenamento: prurito che, iniziando dalla bocca, rapidamente si estende all’intero volto, seguito da sensazioni di freddo, sudore, vomito, grave affaticamento e senso di ansietà. La morte sopraggiunge per insufficienza respiratoria e cardiaca. ! &. . 9 ! ' anche questo genere presenta moltissime specie. Parleremo della specie europea più conosciuta, pianta erbacea perenne a rizoma strisciante, i fiori, riuniti in piccoli gruppi e di colore giallo-verdastro, sbocciano tra maggio e giugno. Habitat: siepi, boschetti umidi, al bordo della macchie ed anche nei vigneti, comunque fino a 900 m circa. Principi attivi: alcaloidi tossici (aristolochina) ac. Aristolochico, ac. Organici. Proprietà ed usi: la medicina tradizionale ne faceva uso come rimedio vulnerario, cioè in caso di ferite, morsicature di animali, cura delle affezioni di origine venerea. Per uso esterno veniva utilizzata nel trattamento di ulcere, pustole e foruncoli. Non più utilizzata a causa della sua tossicità, è comunque in fase di studio per presunte attività antitumorali dell’acido aristolochico. Sintomi da avvelenamento: disturbi al tratto digerente accompagnati da vomito e diarrea, la morte sopraggiunge per insufficienza respiratoria. Il cavallo risulta il più sensibile a questa intossicazione. $% ! .""! ' possiede un’area di distribuzione particolarmente vasta, trattandosi anche di una pianta frequentemente coltivata. È una grande pianta erbacea perenne alta fino a 2 m, legnosa alla base, robusta, cespugliosa, molto velenosa. I fiori sono di colore porpora brunastro o verdognoli; le bacche sono globose, lucenti, nere, sono talmente velenose che una diecina possono provocare la morte di un uomo. Habitat: radure di faggete e margini delle foreste, comunissima in tutta la regione. Si ricordano casi di avvelenamento nella zona del Gran Sasso per aver ingerito una marmellata preparata, tra l’altro, con bacche di Belladonna. Principi attivi: diversi tropano-alcaloidi, tra cui giusquiamina, atropina, iosciamina e scopolamina. Proprietà ed usi: le foglie e le radici presentano proprietà antispasmodica (spasmi della muscolatura liscia); proprietà antiasmatiche, inibenti le secrezioni ghiandolari; esercita una azione midriatica (dilatazione delle pupille). Tradizionalmente un suo estratto veniva usato nelle gastriti, le bacche schiacciate venivano applicate sui denti dolenti e gli estratti alcolici venivano frizionati nei dolori reumatici. Sintomi da avvelenamento: secchezza della bocca, difficoltà di parola, dilatazione della pupilla e cecità, seguiti da uno stato di eccitazione, quindi da profondo torpore, caduta della pressione arteriosa, difficoltà di respirazione, stato di incoscienza e morte. Le vittime più frequenti sono i bambini attratti dall’aspetto invitante delle grosse bacche succose. Alcune specie animali risultano molto meno sensibili degli uomini. Il nome “atropa” e quello di una delle 3 parche: la morte. Le donne del rinascimento la usavano per ricavarne un collirio che dilatava le pupille e rendeva più affascinante lo sguardo. Fu usata anche come belletto e cosmetico per rendere chiara la pelle. Anticamente veniva chiamata “erba delle streghe” ma già da molto tempo era conosciuta come droga ed usata come allucinogeno nei sabba. Per colpa della belladonna molte donne accusate di stregoneria confessavano di aver “volato” e, per questo, la santa inquisizione le mandava sul rogo. % ." ! : Pianta erbacea perenne a foglie molli, biancastre di sotto, fiori gialli in ombrelle terminali. Tutte le parti, radici comprese, possiedono canalicoli interni dai quali, in caso di lesioni, trasuda un lattice giallastro contenente diversi alcaloidi tossici. Habitat: luoghi ombrosi, boschi ricchi di humus, lungo i muri e i ruderi, lungo le recinzioni e vicino alle abitazioni rurali. Principi attivi: numerosi alcaloidi, di cui la maggiorparte è nelle radici. Proprietà ed usi:cura dei disturbi dell’apparato digerente, delle ulcere e delle affezioni della cistifellea. Sintomi da avvelenamento: provoca irritazione delle mucose, vomito, feci sanguinolente e sangue nelle urine. La morte sopraggiunge per arresto cardiaco 8&! ' E’ una delle piante più tossica in assoluto, circa la metà dei casi di avvelenamento si rileva fatale nell’uomo e l’azione del veleno è particolarmente rapido. A rischio i bambini a causa del buon sapore delle radici.L’uso della cicuta nell’esecuzione di condanne capitali è molto antica; famosa la condanna di Socrate nel 399 a.C. Habitat: Cresce nelle località umide, lungo i fossati e negli acquitrini. Frequenti sono i casi di avvelenamento soprattutto nel bestiame al pascolo. Principi attivi: un alcaloide assai tossico come la cicutossina principalmente concentrato nel rizoma e, soprattutto, coniina, presente in tutte le parti della pianta. Proprietà ed usi: ormai non viene più utilizzata perché troppo tossica. Sintomi da avvelenamento: generalmente le intossicazioni avvengono per problemi di identificazione (simile al prezzemolo).Vomito, vertigini, debolezza, convulsioni che si susseguono ininterrottamente finchè sopraggiunge la morte per soffocamento. Tutto ciò avviene in circa un’ora dall’ingestione. . 9 . Pianta erbacea perenne formata da un bulbotubero rivestita da una membrana brunastra. Gli avvelenamenti sono sovente pericolosi Habitat: zone umide sia di pianura che di montagna. Principi attivi: alcaloidi particolarmente tossici, tra cui la colchicina. Proprietà ed usi: dolori reumatici, sciatica ed alcune forme di cancro. Sintomi da avvelenamento: sensazioni di bruciore in bocca, diarrea con feci sanguinolente, sete intensa con abbassamento improvviso della temperatura corporea. La morte sopraggiunge in circa 30 ore dall’ingestione -% % #! 9 . ; <) Pianta erbacea che ha una distribuzione pressochè universale, con le concentrazioni più elevate di veleno contenuti nel rizoma e nella base delle foglie Habitat: località umide ed ombrose, nei boschi montani di faggio. Principi attivi: il veleno è conosciuto come filicina, ed è un miscuglio di sostanze diverse. Proprietà ed usi: un tempo usato come vermifugo sia tra umani che animali. Sintomi da avvelenamento: vomito, allucinazioni caratterizzate da visioni gialle, paralisi del SNC, cecità. L’exitus si ha con spasmodiche contrazioni, insufficienza respiratoria e cardiaca. = "% & ! ; % ! $."! A causa dell’elevatissimo uso nel passato risulta presente dappertutto, anche perché sovente usata a scopo ornamentale. Habitat: dappertutto, soprattutto nelle alture aride. Principi attivi: vari alcaloidi tra cui la sparteina. Proprietà ed usi: una volta usata come catartico e diuretico, attualmente si usa in ostetricia (la sparteina pura) nell’induzione del parto. Sintomi da avvelenamento: vomito, diarrea, sudori freddi, sintomi di debolezza, crampi, difficoltà respiratoria con insufficienza respiratoria. & !# ." . Pianta annuale che può superare il metro di altezza, fiorisce dall’estate fino all’autunno. Comprende circa 18 specie, molto diffuse. Di importanza storica, soprattutto perché usata come allucinogeno nei sabba. Habitat: terreni abbandonati soprattutto in vicinanza di insediamenti umani. Principi attivi: tropano-alcaloidi molto pericolosi, simili a quelli della belladonna. L’assoluta somiglianza dei suoi principi attivi con quelli della belladonna ne fanno conseguire una pressochè totale similitudine sia negli usi terapeutici che nella sintomatologia dell’avvelenamento. Lo stesso vale per il GIUSQUIAMO NERO (Hyoscyamus niger), altra pianta con tropano-alcaloidi che la rendono identica alle piante suddette. &! . < E’ una taxacea arborescente (alta fino a 5-10 m) presente nelle regioni montuose delle zone mediterranee, oggi impiegato a scopo ornamentale. Principi attivi: tutte le parti della pianta sono velenose perché contengono l’alcaloide taxina, particolarmente tossico. Sintomi da avvelenamento: compaiono dopo pochissimo tempo dall’ingestione e sono a carico del sistema cardiovascolare con dolori addominali, dilatazione delle pupille, collasso, crampi e stato di incoscienza cui segue la morte per arresto cardiaco. Il tasso non viene più utilizzato a scopo terapeutico.