CON TE. DI ME. - Confraternite Bergamo

“E subito uscì sangue e acqua”Gv 19,34
24 2014
n°
/
Dicembre
Adorazione eucaristica
DOMENICA IV di AVVENTO/B
“CON TE.
DI ME.”
Introduzione
L’adorazione eucaristica nasce dalla Messa che è
“l’Incontro adorabile” con il Signore Gesù crocifisso e
risorto ed è la scuola dove si impara ad adorare il Padre
“in spirito e verità”. L’adorazione è il prolungamento del
ringraziamento alla Santa Comunione dove è avvenuto il
momento più alto dell’adorazione, infatti “adorare” vuol
dire “portare alla bocca”. L’adorazione eucaristica è il
tempo per gustare la Santa Comunione. Essa attinge dalla
Liturgia della Parola in quanto il “Verbo si è fatto carne”.
Per l’Adorazione, quindi, ci lasciamo istruire dalla
Liturgia della Parola del giorno: il Vangelo della
Domenica QUARTA di AVVENTO, anno B
(21.12.2014/Terza del Mese).
(Il sussidio può essere usato per la preghiera comunitaria e personale. Nella
preghiera comunitaria si possono scegliere i passi che si vogliono e i commenti
possono essere “predicati” e diversi. Il sussidio può essere usato per altre
circostanze di adorazione)
Metodo per la preghiera comunitaria
Parola (in piedi) * Commento e silenzio (seduti) * Responsorio e canto (in
piedi)
CANTO all’esposizione del Santissimo Sacramento
Pange lingua: latino-italiano (traduzione: don Francesco Filisetti)
Pange lingua gloriosi * corporis mystérium,
sanguinisque pretiosi, * quem in undi pretium,
fructus ventris generosi, * rex effundit gentium.
Il Mistero dell'Amore * ogni lingua celebri:
canti il Corpo glorioso * ed il Sangue inclito,
per noi sparso dal Signore: * Re di tutti i popoli.
Nobis datus, nobis natus * ex intacta Vírgine,
et in mundo conversatus, * sparso verbi sémine,
sui moras incolatus * miro cláusit órdine.
A noi dato, per noi nato * da intatta Vergine:
la parola ci ha lasciato * che salvezza germina
e la vita sua conchiuse * con stupendo ordine.
In supremæ nocte cœnæ * récumbens cum frátribus,
observata lege plene * cibis in legálibus,
cibum turbæ duodenæ * se dat suis mánibus.
Nella notte della Cena * Cristo nostra vittima
celebrando la sua Pasqua * in fraterna agape
dà se stesso come cibo * per nutrire i dodici.
Verbum caro, panem verum * verbo carnem efficit:
fitque sanguis Christi merum; * et, si sensus déficit,
ad firmandum cor sincerum * sola fide súfficit.
Ecco il pane farsi carne * nel banchetto mistico,
si trasforma il vino in sangue * nel mistero altissimo;
non i sensi ma la fede * dà certezza all'anima.
Per la preghiera di adorazione ci lasciamo istruire dal
Vangelo della DOMENICA QUARTA di AVVENTO (B)
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
1,26-38
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in
una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine,
promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei,
disse: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che
senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore
Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per
sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà
fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non
conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza
dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e
chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente,
nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il
sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è
impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la
serva del Signore, avvenga di
E l'angelo partì da lei.
me quello che hai detto».
1. Avvenga di me quello che hai detto
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
1,26-28.38
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di
un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si
chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, o piena di
grazia, il Signore è con te»…
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga
di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
La “piena di grazia” si dice la tua “serva”. Tu sei con lei? E lei
accetta che tu venga attraverso di lei: “avvenga di me quello che
hai detto”. Dall’espressione sei la “piena di grazia” alla
risposta “sono la serva del Signore”. Dall’espressione “il
Signore è con te” alla frase “avvenga di me quello che hai
detto”. Il “con te” si compie nel “di me”.
SILENZIO
Responsorio
Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te
Eccomi, sono la serva del Signore
Hai trovato grazia presso Dio
Eccomi, sono la serva del Signore
Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Eccomi, sono la serva del Signore
Lo Spirito Santo scenderà su di te
Avvenga di me quello che hai detto
Canto
Dio s’è fatto come noi per farci come lui.
Vieni Gesù. Resta con noi. resta con noi
2. Più forte di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
3,15-17
Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro,
riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a
tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più
forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il
legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per
raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con
fuoco inestinguibile».
Tu, Gesù, sei più forte del più grande tra i nati di donna.
Più forte perché unico in quanto sei l’Unigenito Figlio di Dio.
Più forte perché doni lo Spirito Santo per la remissione dei
peccati e la divinizzazione dell’uomo.
Più forte perché come Servo di Dio, sgozzato sulla croce, sei il
Giudice della storia. La tua forza, infatti, viene nella debolezza.
Sei qui nella debolezza del pane e del silenzio. Sei qui offrendoci il
tempo per desiderarti e convertirci.
SILENZIO
Responsorio
Tu sei più forte del più grande tra i nati di donna
Benedetto colui che viene nel nome del Signore
Nessuno può prendere il tuo posto
Benedetto colui che viene nel nome del Signore
Tu liberi l’umanità dalla superbia e dalla prepotenza
Benedetto colui che viene nel nome del Signore
Canto
Vieni, o Signor, la terra in pianto geme.
Ti vider lontano i profeti mansueto come agnello
spuntare da Betlemme come stella.
3. E’ sopra di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
4,14-21
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua
fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe
e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazaret, dove era stato
allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga
e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo
trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha
consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare
ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri
la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli
oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli
occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora
cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi
avete udita con i vostri orecchi».
Lo Spirito Santo è disceso sul pane azzimo e sul vino di uva e
nelle tue parole dell’ultima cena li ha resi tuo Corpo e tuo
Sangue. Tu, Gesù, sei in mezzo a noi nell’azione dello Spirito
Santo e sei in mezzo a noi come Colui che il Padre ha mandato ai
poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi. E noi saremmo i
poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi? Si, noi siamo bisognosi
di un lieto messaggio di liberazione, di luce e di un favorevole
tempo per convertirci.
SILENZIO
Responsorio
Lo Spirito del Signore è su di me
Oggi si è compiuta questa scrittura
Mi ha consacrato con l’unzione
Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete udita
Mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio
Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete udita con i
vostri orecchi
Canto
Lo Spirito del Signore è su di me,
lo Spirito con l’unzione mi ha consacrato,
lo Spirito mi ha mandato
ad annunziare ai poveri
un lieto messaggio di salvezza.
4.E beato chi non sarà scandalizzato di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
7,18-23
Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi
avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi e li mandò a dire al
Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha
mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo
aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti
da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti
ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la
vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi
odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona
novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».
Tu sei quel Pane che ci sta davanti sull’altare. Beato è chiunque
non si scandalizza di te. Tu sei così. Tu sei in mezzo a noi nella via
della debolezza. Nella debolezza di un uomo, di un predicatore, di
uno che dà vita, di uno che muore in modo ingiusto sulla croce.
Tu realizzi la profezia di Isaia che Giovanni conosce. Giovanni
deve fare memoria, accettarti o rifiutarti. E’ chiamato a
convertirsi alla tua modalità che mette in discussione. Così noi
dobbiamo fare memoria per accettarti così come sei lasciando da
parte le nostre supposizioni.
SILENZIO
Responsorio
Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?
Andate a riferire a Giovanni che i ciechi riacquistano la
vista
Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?
Andate a riferire che gli zoppi camminano e i sordi odono
Sei tu colui che viene?
Andate a riferire che i morti risuscitano
Sei tu colui che viene?
Beato chi non si scandalizza di me
Canto
La tua parola si è fatta uno di noi,
mostraci il tuo volto Signore.
Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio
e la vivono ogni giorno
5. Chi si vergognerà di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
9,23-26
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la
propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il
mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà
il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e
degli angeli santi.
Tu non ti sei vergognato di noi, non ci hai respinti.
E noi? Cosa faremo? Ci vergogneremo di Te?
Tu potevi vergognarti di noi peccatori, gente dalla testa dura.
Non ti sei vergognato. Hai preso si di te i nostri peccati e ci hai
liberato con il tuo sacrificio d’amore.
E noi? Cosa faremo? Ci vergogneremo di Te, Dio giusto e fedele,
Agnello di Dio che porti e togli i peccati del mondo?
SILENZIO
Responsorio
Chi si vergognerà di me, anch’io mi vergognerò di lui
Pietà di noi, Signore, pietà di noi
Chi si vergognerà delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio
Pietà di noi, Signore, pietà di noi
Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso
Prenda la sua croce ogni giorno e mi segua
Chi vuol salvare la propria vita, la perderà
Chi, invece, perderà la propria vita per me, la salverà
Canto
Vieni, o Signor, la terra in pianto geme.
Ti vider lontano i profeti mansueto come agnello
spuntare da Betlemme come stella.
6. E’ contro di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
11,23
“Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me,
disperde”
L’espressione fortissima la si comprende nel riconoscere che tu sei
unico, che nessuno può “sciogliere il legaccio dei sandali” che porti,
nessuno può prendere il tuo posto. Tu sei più forte di Satana, tu lo
smascheri e lo vinci. Tu sei la Verità che rende liberi. Tu sei il
Signore che dà la libertà. Tu sei il Re, testimone della verità che
rende liberi. Per la verità tu paghi con l’offerta sacrificale della vita.
La verità è tutto. Chi non è con te, è contro di te, cioè è schiavo di
Satana. Chi non è con te, butta via la sua vita. Il pigro che banalizza
l’esistenza, che dice che è impossibile sapere il senso della vita, che
snobba il disegno della creazione, disperde se stesso. La pigrizia che
conosce solo il proprio capriccio è pericolosissima. Il pigro sembra
un pacifico tollerante, difatti è uno che confonde e la confusione è
schiavitù.
SILENZIO
Responsorio
Chi non è con me, è contro di me
Chi si vergognerà di me, anch’io mi vergognerò di lui
Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se
stesso?
Chi non raccoglie con me, disperde
Canto
O Signore, raccogli i tuoi figli, *
nella Chiesa i dispersi raduna!
O Signore, quel fuoco di amore, * che venisti a portare,
nel tuo nome divampi ed accenda * nella Chiesa i fratelli.
7. E non viene dietro di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
14,25-27
Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: «Se
uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i
figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere
mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene
dietro di me, non può essere mio discepolo.
Andare dove? In quale direzione?
Venire dietro di te con la propria storia ferita.
Tu sei la strada aperta della vita. La relazione con Te salva ed è
il senso delle altre relazioni.
SILENZIO
Responsorio
E’ tuo discepolo
Chi porta dietro di te la propria croce
E’ tuo discepolo
Chi preferisce te alla propria vita
E’ tuo discepolo
Chi preferisce te ai propri cari
E’ tuo discepolo
Chi crede in te che hai parole di vita eterna
Canto
Vieni, o Signor, la terra in pianto geme
Signore volgi lo sguardo e vieni in nostro aiuto
discendi dalle stelle, o re del cielo.
8. Abbi pietà di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
16,19-31
C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava
lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di
piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i
cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli
angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i
tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora
gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere
nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e
Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai
tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui
vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E
quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho
cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di
tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No,
padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo
rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti
saranno persuasi».
9. Abbi pietà di me peccatore
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
18,9-14
Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e
disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e
l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio
che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo
pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il
pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al
cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico:
questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà
umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
10. Figlio di Davide, abbi pietà di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
18,35-43
Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo
la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». Allora incominciò a
gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che
camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava
ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora
si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli
domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore,
che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La
tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo
lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
Che cosa dirti, Signore? Abbi pietà di me!
Guarda la mia vita segnata dalla cecità. Non so vedere, capire.
Non riesco a vederti, a riconoscerti. Abbi pietà di me.
Non riesco a vederti e a riconoscerti negli altri. Abbi pietà di me.
SILENZIO
Responsorio
Passa Gesù il Nazareno
Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me
Signore, che io riabbia la vita
Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me
La tua fede ti ha salvato
Subito ci vide di nuovo
Passa Gesù il Nazareno
Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli
ama
Canto
Vieni, o Signor, la terra in pianto geme
Ti vider lontano i profeti, mansueto come agnello
spuntare da Betlemme come stella
11. Fate questo in memoria di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
22,19-20
Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:
«Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in
memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il
calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio
sangue, che viene versato per voi».
La memoria di Te passa attraverso la celebrazione
dell’Eucarestia dove nello Spirito Santo diventiamo
contemporanei all’ora del Calvario quando hai offerto il tuo
corpo e hai versato il tuo sangue per distruggere i peccati e
donarci lo Spirito Santo. Hai donato tutto di Te per salvare ogni
uomo. Nel segno del mangiare il tuo Corpo e nel bere il Tuo
Sangue c’è questo rapporto d’amore con ogni credente. Fare
memoria di Te è portare nelle nostre azioni la tua la presenza e il
gusto di Te, il tuo amore e il tuo modo di essere e di fare.
SILENZIO
Responsorio
Questo è il mio Corpo offerto per voi
Fate questo in memoria di me
Questo è il mio Sangue versato per voi
Fate questo in memoria di me
Questo è il mio Comandamento
Fate questo in memoria di me
Questo è il mio amore
Fate questo in memoria di me
Canto
Vieni, o Signor, la terra in pianto geme
Ti vider lontano i profeti, mansueto come agnello
spuntare da Betlemme come stella
12. Le mani contro di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
22,47-53
Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si
chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse:
«Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». Allora quelli che eran con lui,
vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la
spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio
destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli
l'orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi
sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni
come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le
mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».
13. Non piangete su di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
23,26-31
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla
campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran
folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma
Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di
me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si
dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno
allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti:
Cadete su di noi!
e ai colli:
Copriteci!
Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
14. Ricordati di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
23,39-42
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il
Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava:
«Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi
giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli
invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati
di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti
dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Ricordati di me, resta con me, non dimenticarmi di me, fa che io
resti dentro il tuo amore, le tue scelte, la tua vita.
E’ la preghiera di chi si sente amato e nell’amore chiamato a
verità e a libertà. Tu, Signore, sei venuto perché possiamo essere
con Te per sempre. Tu sei entrato nell’abisso del nostro peccato
perché possiamo essere con Te nelle altezze del tuo amore.
Tu sei venuto per liberarci dall’inferno e donarci il paradiso.
SILENZIO
Responsorio
Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno
Resta con noi, Signore, perché si fa sera
Oggi non sarai nell’inferno
Oggi sarai con me in paradiso
Oggi vedrai cose maggiori
Oggi la salvezza è entrata in questa vita
Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno
Oggi ti annunzio una grande gioia
Canto
Vieni, o Signor, la terra in pianto geme
Ti vider lontano i profeti, mansueto come agnello
spuntare da Betlemme come stella
15. Le cose scritte su di me
Ascoltiamo il Vangelo di san Luca
24,44-49
Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora
con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me
nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la
mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il
Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo
nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono
dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete
testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha
promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di
potenza dall'alto».
Tu, Gesù, sei il punto di arrivo e il punto di partenza di tutta la
Creazione e in essa della storia della Salvezza.
In Te si compie la Legge, la Profezia e la Preghiera. Tu sei il
senso della Legge perché sei Verità e Grazia. In te il bene è
valorizzato e il male distrutto. Tutto per Amore. Tu sei il senso
della Profezia. In te si compiono le parole, le immagini, le storia
dei profeti. La tua morte e la tua risurrezione realizzano tutto. Tu
sei Maestro di preghiera perché sei l’Unigenito Figlio che prega
il Padre al quale ti affidi e da lui sei esaudito.
SILENZIO
Responsorio
In Te si compie la Legge
Tu sei l’amore che perdona
In Te si compie la Profezia
Tu sei la Verità che libera
In Te si compie la Preghiera
Tu sei il Figlio che si affida
In Te è annunziata la Salvezza
Tu sei Dio che vive e regna con Dio Padre
Canto
Vieni, o Signor, la terra in pianto geme
Ti vider lontano i profeti, mansueto come agnello
spuntare da Betlemme come stella
Tantum ergo Sacramentum
Veneremur cernui;
et antiquum documentum
novo cedat ritui;
praestet fides supplementum
sensuum defectui.
Genitori Genitoque
laus et jubilatio
salus, honor virtus quoque
sit et benedictio
procedenti ab utroque
compar sit laudatio. Amen.
Preghiera
Benedizione eucaristica
Questo grande Sacramento
veneriamo supplici,
è supremo compimento
degli antichi simboli;
viva fede ci sorregga,
quando i sensi tacciono.
All’eterno sommo Dio,
Padre, Figlio e Spirito
gloria, onore, lode piena
innalziamo unanimi
il mistero dell’amore
adoriamo umili. Amen.
Dio sia benedetto
Benedetto il suo santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo
Benedetto il Nome di Gesù
Benedetto il suo sacratissimo Cuore
Benedetto il suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell’Altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la sua santa ed immacolata Concezione
Benedetta la sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto san Giuseppe suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi
Canto
O salutaris Hostia
quae caeli pandis ostium
bella premunt hostilia
da robur, fer auxilium
Uni trinoque Domino
sit sempiterna gloria
qui vitam sine termino
nobis donet in patria. Amen.
O salutare Vittima
del ciel le porte schiudici
le guerre ostili premono
dà forza al nostro spirito.
Noi t’invochiamo Altissimo
che regni Trino ed Unico
accogli i figli esuli
con te per sempre in Patria. Amen.
Canti
Tu, quando verrai, Signore Gesù,*
quel giorno sarai un sole per noi
Un libero canto da noi nascerà *
e come una danza il cielo sarà.
Tu, quando verrai, Signore Gesù,*
insieme vorrai far festa con noi.
E senza tramonto la festa sarà,*
perché finalmente saremo con te.
Tu, quando verrai, Signore Gesù, *
per sempre dirai: “Gioite con me!”
Noi ora sappiamo che il regno verrà *
nel breve passaggio viviamo in te.
don MauRo * dicembre 2014