INDIRIZZO DI SALUTO A MONS. ANGELO SCOLA, NUOVO PATRIARCA
Basilica di San Marco, 3 marzo 2002
Caro fratello,
tra poco sarà proclamata la parola del Successore di Pietro che ti designa pastore di questa santa Chiesa di
Venezia.
Il nostro cuore, però, si è aperto a te fin dal primo annuncio, il 5 gennaio:
“Lo Spirito del Signore è su di te.
Lui ti ha mandato”.
In queste settimane noi abbiamo pregato per te ed ora ti benediciamo per la tua disponibilità ad esserci
padre mediante l’annunzio della Parola di Dio, la celebrazione dei divini misteri di Gesù e la guida sulle strade
del Vangelo, portando la nostra debolezza.
Troverai, a Venezia, una realtà culturalmente articolata e ricca nelle sue diversità, ma anche una Chiesa
unita intorno al suo San Marco e al suo Patriarca.
Mi è caro sottolineare come questa Città, in tutta la sua lunga storia, pur essendo sempre stata gelosa della
sua indipendenza politica da ogni potere, fosse anche quello del potere temporale dei Papi, non si è mai staccata
dalla fede cattolica. Si può affermare con religiosa compiacenza: “Petrus et Marcus una fides”.
Troverai una comunità non esente dalle difficoltà di tutte le Chiese dell’antico mondo occidentale, ma
anche consapevole della sfida che deve affrontare e in piedi per comunicare il Vangelo in un mondo che cambia.
Troverai una Chiesa che ha proclamato con gioia la sua fede nell’unico Signore e Salvatore Gesù Cristo
nel bimillenario della sua nascita, e oggi, nella fatica di tutti i giorni e in confronti difficili ed esigenti con una
realtà radicalmente secolarizzata, vuole con amore e con fiducia dar ragione della speranza che ha in sé.
Caro Patriarca, guarda a questa Chiesa che il Signore ti affida, tramite il Successore di Pietro e nella
comunione della Chiesa universale, con quell’amore con cui la guarda Gesù stesso e prendi il largo: con te sulla
barca sarà sempre presente il Risorto. Egli sarà la tua forza.
E mentre avvolge noi con la sua misericordia, darà a te un cuore grande per amarci tutti, proprio tutti.
Sarai così il segno di un amore che non si stanca di donarsi, di cercare e di aspettare.
Sii benedetto, carissimo Patriarca, da tutti noi, presbiteri, diaconi, religiose e religiosi, dai battezzati laici
e da tutti i veneziani.
Sii benedetto dai nostri poveri e da coloro che soffrono e, oggi, forse senza saperselo dire, pensano a te,
che sei il padre di tutti e sei il custode d’una paternità per tutti, credenti e non, ricchi e poveri; il segno di un
amore, che è una Persona che tu chiami per nome, Gesù.
E tutti sentiranno, in quel nome, come un abbraccio misericordioso che dà speranza e pace.
Sii benedetto perché sei venuto, perché hai accettato la sorte della paternità, che è vita e morte, pianto e
gioia.
Non aver paura: alzati e getta le reti.
Il Risorto camminerà sempre con te e, mediante il Suo Spirito, confermerà quanto tu farai in obbedienza
alla sua parola.