49 «djokovic un campione intellettuale

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Tennis R Il personaggio
MARTEDÌ 19 APRILE 2016 LA GAZZETTA DELLO SPORT
A TU PER TU
INTERVISTA di GIANNI MERLO
CONTENUTO
PREMIUM
Becker
«DJOKOVIC
ignor Becker, il suo allievo Novak Djokovic
ha vinto il premio Laureus. Quando lei ha
smesso di essere un fuoriclasse della racchetta aveva già in mente di diventare allenatore? In
fondo aveva preparato dei programmi per i giovani
talenti.
S
«Per essere preciso ero il capitano della squadra tedesca di Coppa Davis e avevo anche l’incarico di
seguire i giovani più promettenti per 5 anni. Avevo
due allenatori sotto di me e 25 atleti, che seguivano
direttamente come federazione».
UN CAMPIONE
INTELLETTUALE»
Come è arrivato a Djokovic? Come è venuta fuori
l’idea di questa collaborazione?
«Per più di dieci anni, dopo quella prima esperienza in Davis, io sono passato dalla vostra parte. Ho
fatto il commentatore tv per grandi network nei
grandi tornei in giro per il mondo, mi riferisco a
Bbc e Sky. Novak deve avere sentito alcuni miei
commenti, perché c’era stato un periodo in cui aveva perso il titolo di numero 1 e anche un paio di
finali dello Slam, troppo a mio avviso, e a quanto
pare le mie parole lo avevano colpito. Forse ha pensato che quello che dicevo potesse aiutarlo nel suo
lavoro».
Così venne da lei?
«No, era a Johannesburg per una conferenza,
quando ho ricevuto una telefonata. Era il 1 ottobre
2013».
Direttamente da Novak?
«Mi è arrivata una chiamata dal suo manager, Edoardo Artaldi, che aveva lavorato per la Lotto e io
sono stato un ambasciatore di quest’azienda per
molti anni. Eravamo amici. Mi disse: saluti da Novak, puoi immaginare di lavorare con lui? Io ho risposto: grazie per i fiori, io rispetto Novak, troviamoci a Monaco e parliamone. Una settimana dopo
ci siamo incontrati, abbiamo discusso per 48 ore e
trovato l’accordo e 7 giorni dopo abbiamo cominciato a lavorare insieme».
Ha fatto in fretta a diventare allenatore…
«Sono l’head coach, vogliamo tradurlo in direttore
tecnico, che guida un gruppo di 4 persone, fra questi ci sono due fisioterapisti e un preparatore atletico, che è con lui da tanto tempo. Io non ho messo
da parte neppure il coach con cui Novak è cresciuto, Marian Vajda, perché sarebbe stata una follia.
Lui è una parte importante del mio lavoro. Io sono
quello che deve assumersi la colpa se Novak va male….».
Novak Djokovic, numero 1 ATP, 28 anni, serbo di Belgrado accanto al suo head coach Boris Becker,
48 anni, tedesco di Leimen. A fianco Becker in conferenza dopo la consegna del premio Laureus AFP
Ha perso a Montecarlo e ha detto
possono abbagliare qualche volta...
IL NUMERO
«Il problema delle stelle, quando diche era stanco. Fisicamente o menventano allenatori, emerge se pentalmente?
«Non fisicamente, ma erano scarisano ancora a se stessi in primo piache le sue batterie nervose. Siamo
no, sbagliando, perché l’attenzione
in aprile e ha già vinto a Melbourne,
deve essere su chi alleni e non vicepoi due tornei del Master in Florida
versa. La stella che allena deve fare
e California, con Doha a gennaio, Sono i tornei vinti
un passo indietro e puntare tutte le
moltissimo ad alto livello. Dopo una in singolare da
luci sulla nuova stella. Devi essere
prima parte di stagione così, un
maturo per capire le nuove regole
Becker
in
carriera:
campione ha bisogno di un mese
del gioco, quello che conta è lui
per rigenerarsi, ma lui ha voluto es- di questi sei sono
adesso».
sere presente a Monaco, casa sua. E’ vittorie in uno Slam
arrivato il lunedì, mercoledì era in
Che cosa le piace di più di Novak?
campo. Ha perso e bisogna riconoscere il merito «E’ un uomo che ama lo sport, non solo il tennis.
anche di chi l’ha battuto, un giovane di talento. Conosce il calcio, l’atletica, il basket. Impara da tutQualche volta il primo turno è più difficile della ti. E’ umile. Parla sette lingue, vuole sempre migliofinale».
rare. E’ un uomo che non dimentica la realtà che ci
circonda, è un intellettuale. Aiuta i bambini, ha un
C’è mai stato un problema fra di voi? Perché siete due cuore grande, è un piacere lavorare con lui. Ha una
stelle di prima grandezza. Le luci del palcoscenico visione giusta della vita con lui puoi parlare di poli-
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tica, di economia».
Guardando il passato forse avrebbe potuto cominciare prima la carriera di head coach, o no?
«Non sarei stato pronto. Avevo avevo visto Lendl,
Edberg avere successo come allenatori, ma non era
arrivata la mia ora. Un campione può diventare un
buon allenatore al momento giusto. Guardate anche nel calcio attuale. Zidane era fantastico e adesso sta lanciando il Real Madrid per un gran finale.
Lui ha la testa del campione.Voi in Italia ne avete
molti. Conte era un ottimo giocatore e va bene anche con la Nazionale, agli Europei non sarà facile
battere l’Italia. Tutti si sono calati nella nuova parte
gradualmente».
A lei è stato utile anche essere stato giornalista, dall’altra parte della barricata?
«Sicuramente, perché quando commenti in tv Wimbledon vedi le cose in modo diverso, che dal campo
ti sfuggono. Novak è venuto da me per questo».
PREMI A BERLINO
Nole campione Laureus 2016
Con lui anche Serena Williams
Questa la lista dei vincitori premiati ieri a Berlino per
i Laureus World Sports Awards (premi aggiuntivi a Niki
Lauda e Johan Cruyff). Gli ospiti hanno sfilato sul red carpet
con le sneakers perché l’hashtag lanciato sui social era
#SneakersforGood a favore dei Paesi disagiati.
Sportivo del 2016 (Sportsman): Novak Djokovic (tennis)
Sportiva del 2016 (Sportswoman): Serena Williams (tennis)
Squadra del 2016 (Team): All Blacks (rugby)
Rivelazione del 2016 (Breakthrough): Jordan Spieth (golf)
Ritorno del 2016 (Comeback): Dan Carter (rugby)
Paralimpico del 2016 (Disability): Daniel Dias (nuoto)
Sportivo estremo del 2016 (Action): Jan Frodeno (Ironman)
«SONO HEAD COACH
DI NOVAK DAL 2013,
SE LUI VA MALE
LA RESPONSABILITÀ
È TUTTA MIA»
L’EX CAMPIONE
TEDESCO GUIDA LO
STAFF DEL NUMERO 1:
«PARLA 7 LINGUE,
SA DI ECONOMIA
E DI POLITICA, NOLE
CONOSCE IL SENSO
DELLA REALTA’»
Come preparerà il French Open?
«Avremo due settimane di allenamento e poi affronteremo i tornei di Madrid e Roma».
Qual è la sua opinione sugli ultimi episodi di doping
legati al tennis?
«l tennis è uno sport olimpico quindi rispetta le regole. Per quanto riguarda la Sharapova non conosco il caso nei dettagli, ma il verdetto non è ancora
stato emesso, bisogna aspettare. A livello maschile
metto la mano sul fuoco per i primi 10 giocatori del
ranking mondiale».
Le Olimpiadi sono un obiettivo per Novak?
«I Giochi di Rio sono un appuntamento importantissimo. Nelle ultime due edizioni a Londra e Pechino hanno giocato tutti i migliori: a Londra ha vinto
Murray, a Pechino Nadal. Per Novak non aver mai
vinto è uno stimolo ulteriore a fare bene, parteciperà nel singolo e nel doppio».
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