WEB MARKETING, UNA CHIAVE DI LETTURA Autore: Alessandra Venturin INTRODUZIONE La rete Internet sta modificando la natura delle comunicazioni. Nata all'interno del Dipartimento della Difesa Statunitense, si é estesa rapidamente al mondo accademico e scientifico, fino a diventare un fenomeno di massa che coinvolge oggi quasi 100 milioni di utenti in tutto il mondo; il numero dei siti aziendali presenti in Rete è altissimo e supera il milione. Il WorldWideWeb è la prima applicazione globale in rete di un ambiente multimediale mediato da computer. Come tale, esso consente agli utenti del mezzo di fornire e di accedere in modo interattivo ad un contenuto multimediale e di comunicare reciprocamente (Hoffman e Novak, 1995). "La navigazione su Web è caratterizzata da un accesso aperto all'informazione. La motivazione originale per lo sviluppo di un "internetwork" di computer, su cui si basa il Web, era quella di permettere a computer geograficamente dispersi e basati su diverse piattaforme di essere collegati e di comunicare in modo da condividere economicamente risorse di costo elevato" (Hoffman e Novak, 1999). Come mai si era verificato in passato, Internet, in quanto mezzo di "connettività universale", permette a chiunque di collegarsi col mondo, di accedere a tutte le informazioni interconnesse e di attingere ad un'incalcolabile quantità di dati, conoscenze e opportunità. Il Web non è una simulazione del mondo reale, ma un' alternativa ad esso in cui i consumatori possono sperimentare la percezione di essere presenti nell'ambiente mediato piuttosto che nel mondo reale. (torna all'indice) VERSO UNA CULTURA DI INTERNET Come succede nelle fasi di adattamento ad una nuova cultura, le attività online sono cominciate con molto ottimismo; quando però le attività tradizionali di marketing si sono scontrate con quelle che fanno riferimento alla cultura di Internet, il business ha cominciato a ridimensionarsi. E' evidente che l'attività online ha bisogno prima di tutto di studiare questa nuova cultura, di assimilarla, di adattarsi ad essa e quindi creare le "competenze culturali", ovvero le abilità che aiuteranno l'azienda ad avere successo. "Uno studio effettuato da Activmedia, una società di ricerca e Web marketing, (basato su diverse ricerche effettuate nel corso degli ultimi 12 mesi e su un sondaggio condotto su 400 manager di siti Web, non solo americani) conclude che i buoni risultati si ottengono quando le strategie per il marketing del sito, la sua realizzazione grafica e il pieno supporto aziendale all'iniziativa si compongono in armonia" ( Il Sole 24 Ore). Sempre secondo Activmedia, esistono due fattori fondamentali di successo: una strategia chiara e focalizzata su obiettivi precisi e la perseveranza. Altro ingrediente non trascurabile é partire con un'idea forte, che conferisca alle pagine Web un'impronta personale e originale. L'ultimo fattore chiave, ma non il meno importante, é la promozione del sito. Gli strumenti non mancano: campagne pubblicitarie tradizionali oppure online (con i banner, gli "striscioni" pubblicitari , animati o meno), segnalazioni e link nei siti più frequentati della rete (motori di ricerca, newslist...), creazione di comunità virtuali, forum o chat per attrarre visitatori e altro ancora. Chi si occupa di marketing non può non studiare la cultura di quello specifico ambiente e nel fare questo non può non coinvolgere l'intera organizzazione. (torna all'indice) LA COMUNICAZIONE Il presupposto del modello tradizionale di comunicazione per i mass media è che la comunicazione avvenga secondo un processo one-to-many, per cui una fonte trasmette un messaggio standard, attraverso un mezzo, ad una vasta audience. Il nuovo modello per la comunicazione in un ambiente multimediale come è il Web, è un modello di comunicazione many-to-many, ovverosia una comunicazione nella quale l'utente partecipa attraverso forum e publishing diffuso alla costruzione del messaggio (Hoffman e Novak, 1999). L'interattività tipica del Web permette l'uso di informazioni e di servizi "on-demand", cioè a partire dalle esigenze specifiche dell'utente, che può deciderne sia il momento che le modalità di fruizione. Nel World Wide Web è l'utente che "va al contenuto", non viceversa come può avvenire per esempio con la televisione. E' l'utente che decide a quale sito andare in un momento preciso della giornata e quale contenuto specifico "consumare". Tale modello (definito come modello di comunicazione "pull") tuttavia presuppone una visione del pubblico solamente di tipo attivo e funzionale, che è in contraddizione con ciò che conosciamo sulla psicologia di uso della comunicazione di massa da parte dell'audience di massa . Le convenzionali attività di marketing subiscono una trasformazione, dal momento che spesso è difficile applicarle mantenendone la forma attuale. L'azienda non trasmette più una singola comunicazione a molti consumatori, ma in realtà personalizza le proprie comunicazioni sulla base dei vari interessi e bisogni del consumatore. La grande forza di Internet risiede proprio nella possibiltà di soddisfare una variegata molteplicità di interessi. Il passaggio dai mass media ai personal media a cui stiamo assistendo presuppone una svolta basata anzitutto sulla conoscenza dei singoli consumatori da parte delle aziende. In Being Digital Negroponte annuncia il passaggio dalla "società dell'informazione" (che corrisponde all'era post-industriale) a quella della "post informazione" (che corrisponde alla fase attuale, in cui si va imponendo l'informazione personalizzata). Il mercato di massa diventa mercato individuale, anzi: "Ogni individuo è un mercato". "Il consumatore del terzo millennio é un consumatore ibrido che pensa, percepisce e agisce in modo polivalente e non si lascia più inserire in schemi motivazionali e comportamenti ben definiti, bensì si orienta in base a valori, modelli e tendenze differenziati. Internet imporrà la riconsiderazione dei tradizionali criteri di segmentazione della domanda e la rinuncia definitiva al tentativo di "catalogare" i consumatori secondo schemi riduttivi, in favore del riconoscimento delle identità plurime" (P. Doebeli, 1998). I tentativi di mettere a punto profili sempre più precisi degli utenti si moltiplicano. In Internet è molto diffusa la tecnica in base alla quale vengono chiesti dati personali (come il tipo di lavoro svolto, la propensione ai consumi, il reddito, la composizione del nucleo familiare...) ai lettori che vogliono ricevere notizie personalizzate direttamente sulla propria casella di posta elettronica. Il Web, sia come mezzo che come mercato, avrà probabilmente un successo maggiore se libererà i consumatori dal loro tradizionale ruolo passivo di destinatari di comunicazione di marketing, se fornirà loro un controllo di gran lunga maggiore sulla ricerca e l'acquisizione di informazioni rilevanti per il processo decisionale e se permetterà loro di diventare partecipanti attivi nella strategia di marketing. Le aziende hanno l'opportunità di cogliere i benefici di questa innovazione interattiva, che permette di avvicinarsi al cliente più di quanto sia stato possibile in precedenza. (torna all'indice) LA RIDEFINIZIONE DEL CONCETTO DI MARKETING L'orientamento al mercato prevede che le aziende identifichino e soddisfino i bisogni del consumatore traendone profitto, e si riferisce alla diffusione in tutta l'impresa della cultura di soddisfazione del cliente. Il ruolo del marketing si sposta da una "semplice" soddisfazione dei bisogni del cliente fino a comprendere l'obiettivo cooperativo di facilitare lo sviluppo del mercato stesso, coinvolgendo esplicitamente il consumatore. "J. Sterne (1996) definisce il WWW come un sistema inventato apposta per fare assistenza al cliente" (Mandelli, 1998). In effetti è possibile usare un sito web come una potente base di supporto virtuale all'utenza. Si possono mettere in linea informazioni di prodotto, soluzioni a problemi frequentemente riscontrati, e consulenze personalizzate, attraverso e-mail o forum collettivi. Internet può diventare dunque uno strumento molto efficace per raggiungere obiettivi di customer satisfaction, che è la condizione primaria per la reddittività di lungo periodo dell'impresa. Il vantaggio economico di un buon programma di WWW customer service proviene dai risparmi nelle attività di comunicazione e distribuzione dei servizi, ma anche e soprattutto dall'incremento della fedeltà dei clienti. Attraverso il customer service online si ottengono principalmente due vantaggi, considerati inconciliabili in ambiti di comunicazione tradizionali: a) incremento del servizio e della soddisfazione del cliente; b) diminuzione dei costi di assistenza. Il cliente considera l'interattività (feedback e information-on-demand) come una possibilità in più per dire la sua e per ottenere un servizio personalizzato, e quindi è soddisfatto di poterla esercitare; ma allo stesso tempo l'impresa può usare l'attività del cliente come alternativa ad attività svolte da personale di assistenza, ossia per l'analisi del fabbisogno del singolo utente (Mandelli, 1998). Il principio secondo il quale è opportuno far partecipare l'utente alla produzione ed al sevizio è semplice: la soddisfazione del cliente è l'obiettivo principale delle attività di marketing, e coinvolgere il cliente significa assicurarsi l'aiuto del maggiore esperto su come fare a raggiungerla. C'è una maggiore probabilità che i consumatori raggiungano più elevati livelli di informazione, dal momento che hanno un controllo più forte sul processo di ricerca. Tale controllo potrebbe facilitare, ad esempio, l'acquisto sulla base della comparazione dei prezzi. Shopbot, per esempio, è un software messo a punto dalla Università di Washington, capace di mettere a confronto i prezzi di diverse shopping mall virtuali. L'utente segnala il prodotto che vuole acquistare e l'agente si reca nei negozi telematici conosciuti per fare un raffronto sui prezzi. Andersen Consulting a sua volta ha sperimentato Bargainfinder (http://www.bargainfinder.com), un software che consente di mettere a confronto i prezzi dei CD venduti da otto diversi negozi telematici: secondo la società di consulenza, 11200 utenti lo hanno sperimentato con soddisfazione presso lo Smart Store Virtual, sito commerciale sperimentale di Arthur Andersen. La società di ricerca lo descrive come "un esperimento prototipo di un servizio commerciale potenziale che comincerà a dirci che cosa cercano i clienti nel mondo del commercio elettronico e come essi reagiscono di fronte all'uso degli agenti intelligenti". E' necessario riflettere, inoltre, sul fatto che diviene sempre più una necessità per il consumatore il fatto di poter selezionare la miriade di dati disponibili. Per quanto riguarda, ad esempio, il processo decisionale del consumatore, risulta evidente che in presenza di troppa informazione l'efficacia nella decisione diminuisce. Chi si occupa di marketing, dunque , dovrà sviluppare, in collaborazione con i consumatori, dei sistemi basati su regole di organizzazione del contenuto, e quindi sistemi efficienti che permettano ai consumatori di selezionare l'incalcolabile quantità di informazione e dati. (torna all'indice) MARKETING RELAZIONALE Il marketing relazionale é considerato, almeno in Europa, la nuova frontiera di studio e di applicazione dei princìpi di marketing; esso viene proposto come un nuovo paradigma che superando l'impianto tradizionale della filosofia del marketing mix, focalizza l'attenzione sulla partneship venditore-cliente e sull'ottimizzazione del network di relazioni di mercato. "Il termine "marketing relazionale" definisce quindi un concetto più ampio di quanto sia espresso da "marketing interattivo", perché pur basandosi come quest'ultimo sulla necessità di stabilire relazioni il più possibile personalizzate tra produttori e clienti, ha rispetto ad esso due connotazioni più generali: infatti, allarga questa necessità all'intero network di relazioni d'impresa (fornitori, pubblico istituzionale, dipendenti...), e focalizza l'attenzione più sulla qualità delle relazioni che sulla loro interattività" (Mandelli,1998). Gli obiettivi di marketing non sono più il volume di venduto e la quota di mercato ma la soddisfazione del cliente e la conquista della sua fiducia e fedeltà (Mandelli, 1998). (torna all'indice) IL CONTROLLO DELLA COMUNICAZIONE L'ambiente ipermediale di Internet rappresenta dunque una nuova possibilità di comunicazione, una nuova possibilità di generare comunità, e quindi un cambio di filosofia di relazione sia all'interno che all'esterno dell'impresa. "Internet rende possibile la comunicazione many-to-many, che pone nuove regole alla diffusione, reperimento, selezione dei messaggi. Il controllo della comunicazione d'azienda non appartiene più solo all'impresa, ma viene condiviso all'interno della rete (ciò indipendentemente dal fatto che l'impresa sia presente o meno con un proprio sito) come in un gigantesco gioco di bocca a bocca, dove il risultato sull'immagine aziendale è assai poco prevedibile"(Vescovi, 1999). E' necessario riflettere sul fatto che il modello many-to-many introduce un cambiamento nella struttura e nelle regole del gioco della comunicazione. I newsgroup, ad esempio, sono ambienti di comunicazione informale tra gruppi di persone, che per la loro dimensione e la facilità di "passa parola" assumono rilevanza pubblica; inoltre, mentre nella comunicazione pubblica tradizionale i meccanismi di selezione delle informazioni sono una fonte importante di potere delle istituzioni che li governano, nella comunicazione sul WWW non ci sono gatekeepers ufficiali e quindi non è più possibile controllare in modo centralizzato (Mandelli, 1998). Ad esempio, se si diffonde in rete un messaggio negativo su di un prodotto è assai difficile controllarne gli effetti o fermarlo. Nell'inverno 1996 in un newsgroup di Los Angeles specializzato in argomenti culinari, un partecipante chiese informazioni sui fornitori di caffè espresso italiano in zona. Assieme a molte informazioni di carattere pratico, ricevette un messaggio che lo sconsigliava dal comperare una determinata marca di caffè italiano, perchè a confronto con altre, di prezzo molto inferiore, la qualità era da considerarsi assolutamente più bassa. Quanto danno può aver arrecato questo messaggio in un newsgroup letto da migliaia di persone, abituate a scambiarsi consigli e suggerimenti su come trovare le più buone leccornie, in un mercato considerato il più importante del mondo per quel prodotto, e particolarmente strategico per la politica di espansione commerciale dell'impresa in questione? Questo ci dimostra quanto siano diverse le logiche e le regole del gioco nella diffusione delle informazioni in Internet rispetto ai mezzi tradizionali. Le imprese sono abituate a fare i conti con i propri clienti singolarmente e con l'opinione pubblica informata dai mezzi ufficiali di informazione (sui quali è possibile avere influenza attraverso piani ben congegnati di relazioni pubbliche). "Il legame di comunità tra i clienti e la capacità di una impresa di trasformarli in appassionati sostenitori dei propri prodotti e servizi è per la letteratura (Cross e Smith, 1995; Sterne, 1996), una delle politiche di Internet marketing più efficaci, proprio perchè ha come risultato la fedeltà del cliente, ottenuta come prodotto sia della soddisfazione funzionale che del senso di identità culturale che ne scaturisce "(Mandelli, 1998). (torna all'indice) BIBLIOGRAFIA M. Goetz, "Web Marketing allo SMAU" - AISM News - notiziario semestrale lugliodicembre 1998 D.L. Hoffman e T.P. Novak, "La trasformazione delle attività di marketing" - CUOA Notizie, anno XII, 1, gennaio 1999 L. LaPosta, "Il successo corre sul Web" - Il Sole 24 Ore - Informatica, 9 aprile 1999 A. Mandelli, Internet Marketing, McGraw-Hill, 1998 N. Negroponte, Being Digital, Vintage, 1995 E. Pedemonte, E' Personal Media, Boringhieri, 1998 T. Vescovi, "Caduti nella rete. Sei problemi nell'introduzione di Internet Marketing nelle PMI" - CUOA Notizie, anno XII, 1, gennaio 1999