“Improving the conditions for large carnivore conservation-a transfer of best practices” Progetto LIFE07NAT/IT/000502 REPORT AZIONE A.7. : PRELIMINARY DAMAGE ASSESSMENT Dott.ssa Daria Di Sabatino 1 INDICE INTRODUZIONE.................................................................................................................................................. 4 METODI.............................................................................................................................................................. 4 RISULTATI........................................................................................................................................................... 6 Censimento delle aziende zootecniche e ricognizione dei dispositivi di prevenzione dei danni adottati dagli allevatori ............................................................................................................................................... 6 USSITA........................................................................................................................................................ 6 VISSO ......................................................................................................................................................... 7 CASTELSANTANGELO SUL NERA ................................................................................................................ 8 MONTEMONACO ....................................................................................................................................... 9 MONTEFORTINO ...................................................................................................................................... 10 MONTEGALLO .......................................................................................................................................... 11 NORCIA .................................................................................................................................................... 12 FIASTRA .................................................................................................................................................... 13 BOLOGNOLA ............................................................................................................................................ 14 Analisi dei dati pregressi relativi ai danni alla zootecnia nel periodo 2003-2008 ....................................... 15 Analisi dei dati relativi ai danni alla zootecnia nel 2009.............................................................................. 21 Analisi dei danni causati alla zootecnia dai cani vaganti ............................................................................. 24 Analisi comparata tra presenza e mortalità del lupo nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e danni alla zootecnia nel corso del 2009 ....................................................................................................................... 26 DISCUSSIONE ................................................................................................................................................... 28 Censimento delle aziende zootecniche e ricognizione dei dispositivi di prevenzione dei danni adottati dagli allevatori ............................................................................................................................................. 28 Analisi dei dati pregressi relativi ai danni alla zootecnia nel periodo 2003-2008 ....................................... 29 Analisi dei dati relativi ai danni alla zootecnia nel 2009.............................................................................. 30 Analisi dei danni causati alla zootecnia dai cani vaganti ............................................................................. 30 Analisi comparata tra presenza e mortalità del lupo nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e danni alla zootecnia nel corso del 2009 ....................................................................................................................... 31 2 CONSIDERAZIONI FINALI ED INDICAZIONI GESTIONALI .................................................................................. 33 3 “Improving the conditions for large carnivore conservation-a transfer of best practices” Progetto LIFE07NAT/IT/000502 REPORT AZIONE A.7. : PRELIMINARY DAMAGE ASSESSMENT INTRODUZIONE Nell’ambito del progetto comunitario LIFE07NAT/IT/000502 “Improving the conditions for large carnivore conservation-a transfer of best practices” l’azione A7 rappresenta uno step operativo di grande importanza. Infatti, la raccolta di informazioni, relative alle caratteristiche delle aziende presenti sul territorio, alle misure di prevenzione messe in atto, ed alla distribuzione dei danni a queste da parte della fauna selvatica, costituisce un momento importante di riflessione sulle scelte gestionali in atto ed eventualmente sulle misure da adottare in futuro. La gestione e dunque la prevenzione dei danni alla zootecnia da parte dei grandi carnivori è infatti possibile solo laddove si ha una conoscenza capillare del territorio e delle diverse realtà zootecniche, in modo tale da poter favorire misure di prevenzione progettate sulla singola realtà e di conseguenza sulle specifiche vulnerabilità del singolo allevatore. METODI Censimento delle aziende zootecniche e ricognizione dei dispositivi di prevenzione dei danni adottati dagli allevatori: La raccolta delle informazioni relative al numero di aziende presenti sul territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stata effettuata mediante forme di collaborazione con i Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato, sopralluoghi nelle zone di pascolo estive ed attraverso interviste dirette agli allevatori. A tal riguardo sono state compilate schede preformate, al fine di standardizzare la raccolta dei dati, inerenti l’identificazione dell’azienda zootecnica, la specie ed il numero dei capi allevati, le zone di pascolo, l’individuazione delle aree di ricovero notturno ed i mezzi di prevenzione del danno messi in atto (modalità di ricovero del bestiame, 4 utilizzo di reti elettrificate, possesso di cani da guardiania). Nell’ambito della raccolta di tali informazioni è stato effettuato inoltre un censimento dei cani posseduti dal singolo allevatore, siano essi da conduzione e/o da guardiania. Raccolta dati pregressi relativi ai danni alla zootecnia : Per la raccolta dei dati inerenti i danni all’attività zootecnica da parte dei grandi carnivori si è proceduto mediante due modalità operative differenti. Per ciò che riguarda il territorio umbro del parco, dove per disciplinare interno all’Ente è il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale delle Stato (CTA) a raccogliere le denunce, redigere il verbale di accertamento e formulare la proposta di indennizzo, le informazioni relative ai danni al patrimonio zootecnico verificatesi nel periodo 2003-2009 sono state raccolte mediante indagine svolta presso il CTA, e successivamente inserite in un database integrabile nel sistema GIS del Parco. Differentemente per il territorio marchigiano del Parco dove i danni al patrimonio zootecnico vengono indennizzati dalla Regione (LR 17/’95), in seguito alla presentazione della domanda di indennizzo al sindaco del comune ove si è verificato il danno, e all’accertamento effettuato dal servizio veterinario dell’unità sanitaria locale competente, si è proceduto alla raccolta dei dati mediante accesso agli archivi della Regione Marche Servizio Agricoltura Forestazione e Pesca, informazioni che anche in questo caso sono state inserite in un database integrabile nel sistema GIS del Parco. Dati relativi alla mortalità del lupo all’interno del territorio del Parco: Tali informazioni sono state fornite direttamente dall’Ente Parco ai fini di un’analisi comparata tra mortalità e danni al patrimonio zootecnico. 5 RISULTATI Censimento delle aziende zootecniche e ricognizione dei dispositivi di prevenzione dei danni adottati dagli allevatori Secondo i dati raccolti ed elaborati relativi al censimento del bestiame pascolante nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sono risultati presenti nell’anno 2009 un totale di 146 aziende zootecniche con un relativo carico di bestiame complessivo pari ad un numero totale di 36.053 capi animali, di cui 251 equini, 1.493 bovini e 34.309 ovi-caprini. Sono inoltre stati censiti presso le diverse aziende zootecniche 279 cani da guardiania e 100 cani da conduzione. Dei centoquarantasei allevatori censiti 51 sono risultati essere transumanti, 58 monticanti e 37 stanziali. Di seguito vengono analizzate le diverse realtà zootecniche presenti sul territorio effettuando raggruppamenti in funzione dei territori di competenza dei diversi comandi stazione del Corpo Forestale dello Stato distribuiti nei comuni del parco. Tale analisi dettagliata ha la finalità di esaminare e dunque di meglio comprendere in primo luogo la distribuzione del bestiame domestico sul territorio ed in secondo luogo di valutare le misure di prevenzione del danno messo in atto nelle diverse realtà territoriali, eventuali usi e costumi e relative criticità. USSITA In relazione al comune di Ussita l’analisi delle informazioni raccolte, tramite sopralluoghi, interviste dirette agli allevatori e forme di collaborazione con gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, ha permesso di censire un numero complessivo di dodici aziende zootecniche, di cui quattro ovine, tre bovine, due bovine ed equine e tre esclusivamente equine. Degli allevatori titolari delle sopra citate aziende, quattro risultano essere transumanti, i restanti monticanti. Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del comando stazione di Ussita risulta essere composto come di seguito indicato: 1300 ovini, 31 caprini, 186 bovini e 15 equini. 6 Solo i quattro allevatori di ovini posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 35 animali, mentre solo tre di questi posseggono cani da conduzione per un totale di 5 capi. Non sono utilizzate strutture di ricovero notturne né per i bovini né per gli equini. Tre dei quattro allevatori di ovini utilizzano sistemi classici di ricovero notturno costituiti da reti metalliche. Solo uno dunque, degli allevatori di ovini adotta un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo della recinzione elettrificata. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE 12 N° OVI-CAPRINI 1331 N° BOVINI 186 N° EQUINI 15 Tabella 1 Bestiame domestico pascolante-Ussita VISSO In relazione al comune di Visso l’analisi delle informazioni raccolte, tramite sopralluoghi, interviste dirette agli allevatori e forme di collaborazione con gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, ha permesso di censire un numero complessivo di dodici aziende zootecniche, di cui tre esclusivamente ovine, una ovina ed equina, una ovina bovina ed equina, una esclusivamente bovina, una bovina ed equina, una bovina equina e caprina, quattro esclusivamente equine. Degli allevatori titolari delle sopra citate aziende, uno risulta essere transumante, sette monticanti, ed i restanti stanziali. Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del comando stazione di Visso risulta essere composto come di seguito indicato: 1240 ovini, 20 caprini, 152 bovini e 130 equini. Tutti gli allevatori di ovini e caprini posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 15 animali, mentre solo quattro di questi allevatori posseggono cani da conduzione per un totale di 10 capi. Uno degli allevatori di bovini porta al seguito della mandria due cani da conduzione. 7 Per tutti i bovini e gli equini non sono utilizzate strutture di ricovero notturne. Quattro allevatori di ovini utilizzano un sistema di ricovero notturno comune costituito da una comune struttura in muratura. Solo tre dunque, degli allevatori di ovini-caprini adottano un sistema di contenimento del gregge costituito da una rete metallica, di questi uno come unica metodica di ricovero notturno, gli altri come alternativa alla struttura in muratura in funzione dell’utilizzo del pascolo nel periodo d’alpeggio. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE 12 N° OVI-CAPRINI 1260 N° BOVINI 152 N° EQUINI 130 Tabella 2 Bestiame domestico pascolante- Visso CASTELSANTANGELO SUL NERA Per ciò che riguarda il comune di Castelsantangelo sul Nera l’analisi delle informazioni raccolte, tramite sopralluoghi, interviste dirette agli allevatori e forme di collaborazione con gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, ha permesso di censire un numero complessivo di dodici aziende zootecniche, di cui cinque esclusivamente ovine, una ovina ed equina, una ovina e bovina, una ovina bovina ed equina, due esclusivamente bovine, una bovina ed equina, una esclusivamente equina. Degli allevatori titolari delle sopra citate aziende, due risultano essere transumanti, i restanti monticanti. Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del comando stazione di Castelsantangelo sul Nera risulta essere composto come di seguito indicato: 2760 ovini, 107 bovini e 47 equini. Degli otto allevatori di ovini, sette posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 27 animali, mentre solo cinque di questi allevatori posseggono cani da conduzione per un totale di 20 capi. L’unico allevatore che non ha cani a seguito del bestiame, risulta essere titolare di un’azienda con un numero di capi inferiore alle venti unità. 8 Per tutti i bovini e gli equini non sono utilizzate strutture di ricovero. Due allevatori di ovini utilizzano sistemi classici di ricovero notturno costituiti rispettivamente da strutture in muratura e da reti metalliche. I restanti allevatori di ovini adottano invece un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo della recinzione elettrificata. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE 12 N° OVI-CAPRINI 2760 N° BOVINI 107 N° EQUINI 47 Tabella 3 Bestiame domestico pascolante- Castelsantangelo sul Nera MONTEMONACO Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del comando stazione di Montemonaco risulta essere composto come di seguito indicato: 2864 ovini, 77 bovini e 25 equini, per un totale di diciassette aziende zootecniche, di cui otto ovine, una ovina e bovina, una ovina ed equina, quattro esclusivamente bovine, due bovine ed equine ed una esclusivamente equina. L’allevamento risulta essere per otto aziende su diciassette di tipo transumante, con dunque movimentazione degli animali da comuni diversi, le restanti nove aziende risultano invece essere stanziali. Dei dieci allevatori di ovini sette di questi posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 17 animali, mentre cinque di questi allevatori posseggono anche cani da conduzione per un numero complessivo di 7 capi. Per i restanti tre allevatori di ovini non è stato possibile censire i cani al seguito del gregge, poiché non presenti al momento del sopralluogo. Per tutti i bovini e gli equini non sono utilizzate strutture di ricovero diurne o notturne. Nella grande maggioranza dei casi però le zone di pascolo dei bovini vengono delimitate con fili unici elettrici o più spesso metallici, i quali non svolgono alcuna funzione di dissuasione nei confronti dei predatori, bensì hanno l’unico scopo di contenere gli animali in un’area di pascolo delimitata. 9 Sei dei dieci allevatori di ovini adottano un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo della recinzione elettrificata per il ricovero notturno degli animali. Due dunque, degli allevatori di ovini adottano un sistema di contenimento notturno del bestiame rappresentato dalle tradizionali recinzioni metalliche, mentre i due restanti, allevatori stanziali utilizzano come ricovero notturno strutture in muratura. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE N° OVI-CAPRINI 17 2864 N° BOVINI 77 N° EQUINI 25 Tabella 4 Bestiame domestico pascolante- Montemonaco MONTEFORTINO Il carico complessivo del bestiame pascolante ad oggi censito nel territorio di competenza del comando stazione di Montefortino risulta essere composto come di seguito indicato: 2092 ovini, 92 caprini e 255 bovini, per un totale di ventidue aziende zootecniche, di cui nove ovine, due ovicaprine, due ovi-caprine e bovine, quattro bovine ed ovine, cinque esclusivamente bovine. L’allevamento risulta essere per sei aziende su ventidue di tipo transumante, con dunque movimentazione degli animali da comuni diversi, due aziende risultano invece essere monticanti, in questo caso invece gli animali vengono spostati nei mesi estivi a quote più elevate pur rimanendo all’interno dello stesso territorio comunale, mentre i restanti quattordici allevamenti risultano essere stanziali. Dei diciassette allevatori di ovini undici posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 29 animali, mentre due di questi allevatori posseggono anche cani da conduzione per un totale di 4 animali. I restanti sei allevatori che non posseggono cani da guardiania a seguito del gregge sono proprietari di allevamenti stanziali con un numero di capi generalmente inferiore alle venti unità, che gestiscono gli animali in prossimità del ricovero notturno in muratura. Per tutti i bovini e gli equini non sono utilizzate strutture di ricovero diurne o notturne. 10 Dei diciassette allevatori di ovini solo quattro adottano un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo della recinzione elettrificata per il ricovero notturno degli animali, dei restanti, un allevatore utilizza la recinzione metallica mentre i restanti, tutti stanziali, utilizzano esclusivamente strutture in muratura come ricovero notturno degli animali. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE 22 N° OVI-CAPRINI 3084 N° BOVINI 255 N° EQUINI 0 Tabella 5 Bestiame pascolante- Montefortino MONTEGALLO In relazione al comando stazione di Montegallo l’analisi delle informazioni raccolte ha permesso di censire un numero complessivo di quindici aziende zootecniche ovine, una delle quali con al suo interno anche capi bovini ed equini. Di questi allevatori, quattordici risultano essere transumanti ed il restante monticante. Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del comune di Montegallo risulta essere composto come di seguito indicato: 8.079 ovini, 40 bovini e 5 equini. Tutti gli allevatori di ovini posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 25 animali, mentre solo undici di questi allevatori posseggono cani da conduzione per un totale di 15 capi. I bovini e gli equini, proprietà di un singolo allevatore di ovini, sono mantenuti nel periodo di pascolo allo stato semibrado, senza dunque l’utilizzo di strutture di ricovero. Quindici dei sedici allevatori di ovini utilizzano un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo della recinzione elettrificata. Le interviste dirette agli allevatori hanno però permesso di mettere in luce come in realtà tali recinzioni vengano collegate alle batterie e rese dunque funzionali solo nel caso in cui il gregge durante la notte sia privo di controllo da parte del custode. Tale scelta gestionale risulta motivata dagli allevatori dal timore del furto delle batterie lasciate incustodite sui pascoli. 11 Solo uno dunque, degli allevatori di ovini adotta un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo di reti metalliche. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE N° OVI-CAPRINI 15 8079 N° BOVINI 40 N° EQUINI 5 Tabella 6 Bestiame domestico pascolante- Montegallo NORCIA Per quel che riguarda il comune di Norcia l’analisi delle informazioni raccolte ha permesso di censire un numero complessivo di ventotto aziende zootecniche, di cui ventidue esclusivamente ovine, una ovina e bovina, quattro esclusivamente bovine, una equina. Degli allevatori titolari delle sopra citate aziende, dieci risultano essere transumanti, diciassette monticanti ed uno solo stanziale. Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del comune di Norcia risulta essere composto come di seguito indicato: 10.031 ovini, 297 bovini e 13 equini. Tutti allevatori di ovini posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 59 animali, mentre ventuno di questi allevatori posseggono cani da conduzione per un totale di 24 animali; a tal riguardo è necessario puntualizzare che per sei allevatori non è stato possibile censire per motivi logistico-gestionali il numero di cani posseduti. I bovini e gli equini sono mantenuti nel periodo di pascolo allo stato semibrado, senza dunque l’utilizzo di strutture di ricovero. Cinque allevatori di ovini utilizzano come mezzo di contenimento notturno degli animali delle strutture preesistenti in muratura; quattro utilizzano recinzioni metalliche. I restanti allevatori di ovini adottano un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo di reti elettrificate. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. 12 N° AZIENDE ZOOTECNICHE N° OVI-CAPRINI 28 10031 N° BOVINI 297 N° EQUINI 13 Tabella 7 Bestiame domestico pascolante - Norcia FIASTRA L’analisi delle informazioni raccolte nel territorio di competenza del comando stazione di Fiastra, tramite sopralluoghi, interviste dirette agli allevatori e forme di collaborazione con gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, ha permesso di censire un numero complessivo di ventitre aziende zootecniche, di cui dieci ovine, due ovine-bovine, nove esclusivamente bovine e due equine. Degli allevatori titolari delle sopra citate aziende, quattro risultano essere transumanti, undici monticanti e otto stanziali. Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del CS di Fiastra risulta essere composto come di seguito indicato: 3740 ovini, 186 caprini, 303 bovini e 10 equini. Solo gli allevatori di ovini posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 59 animali, mentre solo sei di questi posseggono cani da conduzione per un totale di dodici capi. Non sono utilizzate strutture di ricovero notturne né per i bovini né per gli equini. Tre degli allevatori di ovini utilizzano sistemi classici di ricovero notturno costituiti da reti metalliche. Solo due degli allevatori di ovini adotta un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo della recinzione elettrificata. I restanti allevatori di tale specie, essendo stanziali utilizzano come ricovero notturno strutture in muratura localizzate in prossimità dell’abitazione. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE 23 N° OVI-CAPRINI 3926 N° BOVINI 303 N° EQUINI 10 Tabella 8 Bestiame domestico pascolante – Fiastra 13 BOLOGNOLA Il carico complessivo del bestiame pascolante nel territorio di competenza del comando stazione del CFS di Bolognola e relativo ai comuni di Bolognola e Acquacanina risulta essere composto come di seguito indicato: 1870 ovini, 4 caprini, 76 bovini e 6 equini, per un totale di cinque aziende zootecniche, di cui due ovine, una ovina bovina e caprina, una ovina bovina ed equina, ed una esclusivamente bovina. L’allevamento risulta essere per due aziende di tipo transumante, con movimentazione degli animali da comuni diversi, due aziende risultano essere monticanti e la restante stanziale. Tutti gli allevatori di ovini posseggono cani da guardiania di razza Pastore Abruzzese Maremmano per un totale di 13 animali, mentre solo uno di questi possiede un unico esemplare di cane da conduzione. Per tutti i bovini e gli equini non sono utilizzate strutture di ricovero diurne o notturne. Due degli allevatori di ovini adottano un sistema di prevenzione del danno rappresentato dall’utilizzo della recinzione elettrificata per il ricovero notturno degli animali. Uno dunque, degli allevatori di ovini adottano un sistema di contenimento notturno del bestiame rappresentato dalle tradizionali recinzioni metalliche, mentre l’allevatore restante in realtà non conduce gli ovini all’alpeggio che di conseguenza vengono stabulati per l’intera durata dell’anno in una struttura in muratura. Le località di pascolo dei singoli allevatori sono riportate nel database allegato con indicate le caratteristiche orografiche relative. N° AZIENDE ZOOTECNICHE N° OVI-CAPRINI 5 1874 N° BOVINI 76 N° EQUINI 6 Tabella 9 Bestiame domestico pascolante - Bolognola 14 Analisi dei dati pregressi relativi ai danni alla zootecnia nel periodo 2003-2008 Dal 2003 al 2008 sono state inoltrate un numero totale di 171 richieste di indennizzo per danni causati al patrimonio zootecnico all’interno del territorio di competenza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nello specifico nell’anno 2003 sono state inoltrate ventinove denunce; ventidue nel 2004; trentatre nel 2005; ventinove nel 2006; ventotto nel 2007 e trenta nel 2008 (Fig.1). Tali dati indicano in maniera chiara un andamento costante del numero delle denunce che si è mantenuto negli anni su valori similari. Figura 1 Andamento denunce danni al patrimonio zootecnico 2003-2008 Sono stati denunciati un numero complessivo di danni a 1.561 animali di cui 21 equini, 51 bovini, 1.489 ovini. Nel caso degli equini e dei bovini è stato possibile esaminare le carcasse di tutti gli animali denunciati. Invece per quanto riguarda gli ovini bisogna tener conto che il numero complessivo delle denunce comprende al suo interno anche 91 animali dispersi, 40 feriti e 5 animali di cui l’estrema esiguità dei resti non ha permesso una correlazione univoca al singolo animale né di conseguenza di poter identificare la causa di morte. Le denunce relative agli ovini sono state nel corso degli anni oggetto di studio così distribuite: nell’anno 2003 sono state inoltrate ventitre denunce per danni alla specie ovina per un numero complessivo di capi coinvolti pari a 293 ovini di cui 224 morti, 14 feriti e 55 dispersi; nell’anno 2004 sono state inoltrate diciassette denunce per danni alla specie ovina per un numero complessivo di capi coinvolti pari a 262 ovini di cui 236 morti, 13 feriti e 13 dispersi; 15 nell’anno 2005 sono state inoltrate ventidue denunce per danni alla specie ovina per un numero complessivo di capi coinvolti pari a 352 ovini di cui 330 morti, 11 feriti e 11 dispersi; nell’anno 2006 sono state inoltrate diciotto denunce per danni alla specie ovina per un numero complessivo di capi coinvolti pari a 202 ovini di cui 199 morti e 3 dispersi; nell’anno 2007 sono state inoltrate dodici denunce per danni alla specie ovina per un numero complessivo di capi coinvolti pari a 187 ovini di cui 177 morti e 10 dispersi nell’anno 2008 sono state inoltrate diciotto denunce per danni alla specie ovina per un numero complessivo di capi coinvolti pari a 193 ovini di cui 191 morti e 2 feriti (Fig.2). 25 20 15 N° denunce ovi-caprini 10 5 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Figura 2 Denunce relative agli ovi-caprini nel periodo 2003-2008 Il numero di denunce relative ai bovini è risultato essere distribuito come di seguito indicato: cinque nel 2003 per un numero totale di 6 animali, tutti vitelli; tre nel 2004 per un numero uguale di capi interessati, di cui due vitelli ed un bovino adulto; sei nel 2005 per un numero di sette animali esaminati, di cui tre animali adulti ed i restanti vitelli; nove nel 2006 con undici bovini esaminati, di cui dieci vitelli ed un animale adulto; tredici nel 2007 per un numero di animali interessati pari a sedici di cui tredici vitelli ed un capo adulto e otto nel 2008 con un ugual numero di capi coinvolti, di cui cinque vitelli e tre soggetti adulti(Fig.3). 16 14 12 10 8 N° denunce bovini 6 4 2 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Figura 3 Denunce relative ai bovini nel periodo 2003-2008 Il numero di aggressioni relative agli equidi ha presentato nel corso degli anni oggetto di studio il seguente andamento: un animale adulto denunciato nel 2003; due nel 2004 di cui un puledro ed asino adulto; cinque nel 2005 di cui quattro puledri ed un animale adulto; due denunce inoltrate nel 2006 con tre animali coinvolti, tutti puledri; tre nel 2007, di cui un capo adulto ed i restanti puledri; quattro richieste di indennizzo nel 2008 per sei puledri ed un equino adulto (Fig.4). 6 5 4 3 N° denunce equidi 2 1 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Figura 4 Denunce relative agli equidi nel periodo 2003-2008 Il numero di aziende che negli anni oggetto di studio 2003-2008 ha effettuato richiesta di indennizzo per danni al patrimonio zootecnico è risultato essere il seguente: ventuno aziende del 2003; venti nel 2004: ventiquattro nel 2005; venticinque nel 2006; ventiquattro nel 2007 e ventuno nel 2008 (Fig. 5). 17 35 30 25 20 N° denunce 15 N° allevatori interessati 10 5 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Figura 5 Numero di aziende zootecniche interessate L’accertamento del danno ha permesso di evidenziare la causa di morte del singolo animale esaminato, e nel caso di eventi predatori, di individuarne il responsabile. Delle 171 richieste di indennizzo è stata individuata come causa di morte (Fig.6) in 164 casi un evento predatorio, riconducibile in settantaquattro sopralluoghi ad aggressioni da lupo, in undici da cani vaganti, mentre nei restanti settantanove casi è stata indicata come responsabile la categoria canidi senza specificare se trattasi di cani domestici o lupo. Per le restanti sette denunce, in un caso si è trattato di un aggressione da cinghiali mentre nei restanti sei, l’insufficienza dei resti non ha permesso l’accertamento della causa di morte degli animali denunciati (Fig. 7). 164; 95% Predazione Non accertabile Altro 1; 1%6; 4% Figura 6 Cause di morte sul numero totale di denunce 2003-2008 18 74; 45% 79; 48% Lupo Cani vaganti Canidi 11; 7% Figura 7 Analisi casi di predazione 2003-2008 L’analisi delle denunce pervenute nel periodo 2003-2008 per le diverse specie animali ha permesso di mettere in evidenza i seguenti dati: Delle 110 richieste di indennizzo ricevute relative alla specie ovina le cause di morte accertate sono risultate essere così distribuite: nel 49,09% (n= 54) dei casi si è trattato di predazioni da lupo; nel 44,5% (n=49) di aggressioni da canidi; nel 5,45% (n=6) di attacchi da cani vaganti, mentre nella restante percentuale, costituita da un unico caso si è trattato di un danno riferibile ad attacco da cinghiali. Delle 44 richieste di indennizzo ricevute relative alla specie bovina le cause di morte accertate sono invece, risultate essere come di seguito distribuite: nel 54,54% (n=24) dei casi si è trattato di aggressione da canidi; nel 31,8% (n=14) di attacchi da lupo; nel 9% (n=4) dei sopralluoghi non è stato possibile accertare la causa di morte a causa dell’esiguità dei resti, mentre nel restante 4,54% (n=2) dei sopralluoghi sono stati individuati come responsabili dell’evento predatorio i cani vaganti. Nel caso degli equidi delle 17 denunce pervenute nel periodo oggetto di studio, l’analisi delle cause di morte ha permesso di mettere in evidenza i seguenti dati: nel 35,29% (n=6) dei casi la morte degli animali è stata riconducibile ad un attacco da lupo, nella stessa percentuale (35,29%) ai canidi nel 17,6% (n=3) a cani vaganti , mentre nel restante 11,76% (n=2) dei sopralluoghi non è stato possibile individuare la causa di morte. L’andamento dei danni alla zootecnia causati dal lupo nel corso degli anni oggetto di studio è risultata essere la seguente : sei aggressioni nel 2003; undici nel 2004; tredici nel 2005; dodici nel 2006; quindici nel 2007; diciassette nel 2008 (Fig. 8). 19 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 N° aggressioni da lupo 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Figura 8 Andamento aggressioni da lupo nel periodo 2003-2008 Nel corso delle 74 aggressioni accertate da lupo, (cinquantaquattro sulla specie ovina, quattordici sulla specie bovina e sei su quella equina) sono stati predati 898 ovini, dodici bovini e sei equini. Nel caso della specie ovina è importante sottolineare che in ventisette casi su cinquantasei (48,21% dei casi) di predazione si è trattato di episodi di “surplus killing” caratterizzati da un numero di animali predati per evento d’aggressione maggiore di quindici. Il numero di allevatori interessati da aggressioni al bestiame domestico pascolante da lupo è risultato essere il seguente: quattro nel 2003; undici nel 2004; unidici nel 2005; dodici nel 2006; quattordici nel 2007 e dieci nel 2008 (Fig.9). 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 N° aggressioni da lupo N° allevatori interessati 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Figura 9 Numero allevatori coinvolti dalle aggressioni da lupo nel periodo 2003-2008 Risulta di fondamentale importanza nell’interpretazione dei dati sopraenunciati, relativi alle predazioni da lupo, considerare che, dato l’elevato numero di casi in cui non è stato identificato con chiarezza il predatore responsabile, bensì è stata indicata la categoria canidi, tali risultati vanno considerati in ogni caso viziati e dunque non idonei ad ulteriori elaborazioni a fini gestionali. 20 Analisi dei dati relativi ai danni alla zootecnia nel 2009 Nel 2009 sono state inoltrate un numero totale di 38 richieste di indennizzo per danni causati al patrimonio zootecnico all’interno del territorio di competenza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Sono stati denunciati un numero complessivo di danni a 261 animali. Sono state inoltrate tre richieste di indennizzo per un ugual numero di equini, quindici richieste per diciotto bovini, ed un numero complessivo di venti denunce per danni ad un totale di 240 ovini (Fig. 10). Nel caso degli equini e dei bovini è stato possibile esaminare le carcasse di tutti gli animali denunciati. Invece per quanto riguarda gli ovini bisogna tener conto che il numero complessivo delle denunce comprende al suo interno anche 38 animali dispersi e quattro animali feriti. 25 20 Ovini 15 Bovini 10 Equini 5 0 2009 Figura 10 Numero di denunce ricevute per singola specie Il numero di allevatori che nel corso del 2009 ha effettuato richiesta di indennizzo per danni al patrimonio zootecnico è risultato essere pari a venticinque, tre dei quali hanno subito danni per più di due volte nel corso dell’anno. L’accertamento del danno ha permesso di mettere in evidenza la causa di morte di ogni animale esaminato e di individuarne laddove si sia trattato di un evento predatorio, il responsabile. Nel corso dei 38 sopralluoghi effettuati nel corso del 2009, in 35 casi si è trattato di un evento predatorio (Fig. 11), mentre nei restanti l’esiguità dei resti non ha permesso di individuare la causa di morte dell’animale. 21 3; 8% Predazione Non accertabile 35; 92% Figura 11 Cause di morte in funzione del numero di denunce Per 19 denunce è stato riconosciuto come responsabile dell’evento predatorio il lupo, in 2 casi si è trattato di cani vaganti, in un caso è stato riconosciuto come predatore l’orso, mentre nei restanti 13 casi è stata indicata la categoria canidi senza specificare se trattasi di cani vaganti o lupo. Nel corso di tre accertamenti non è stato possibile invece individuare la causa di morte a causa dell’insufficienza dei resti (Fig.12). 1; 3% Lupo 13; 37% Cani vaganti Canidi 19; 54% Orso 2; 6% Figura 12 Analisi casi di predazione 2009 L’analisi delle denunce pervenute nel corso del 2009 per le diverse specie animali ha permesso di mettere in evidenza i seguenti dati: Delle 20 richieste di indennizzo ricevute relative alla specie ovina le cause di morte accertate sono risultate essere così distribuite: nel 45% (n= 9) dei casi si è trattato di 22 predazioni da lupo; nel 25% (n=5) di aggressioni da canidi; nel 10% (n=6) di attacchi da cani vaganti, nel 15% (n=3) non è stato possibile determinare la causa di morte, mentre nel rimanente sopralluogo è stato accertato un danno da orso. Delle 15 richieste di indennizzo ricevute relative alla specie bovina le cause di morte accertate sono invece, risultate essere come di seguito distribuite: nel 53% (n=8) dei casi si è trattato di aggressione da lupo; nel 47% (n=7) di attacchi da canidi. Nel caso degli equidi delle 3 denunce pervenute nel periodo oggetto di studio, l’analisi delle cause di morte ha permesso di mettere in evidenza i seguenti dati: in due dei casi (66,6%) la morte degli animali è stata riconducibile ad un attacco da lupo, nella stessa percentuale (33,4%) ai canidi. Sono stati predati dal lupo nel corso del 2009 un numero complessivo di 154 animali di cui due equini; undici bovini e 141 ovini, questi ultimi uccisi nel corso di nove eventi predatori, sei dei quali sono risultati essere casi di “surplus killing”, con un numero di capi uccisi per avvenimento maggiore di quindici. Il numero di aziende zootecniche che ha subito aggressioni da lupo nel corso del 2009 è risultato essere pari a quattordici, con tre allevatori che hanno subito un numero di predazioni pari e/o superiore a due. I danni alla zootecnia conseguenti ad aggressioni da lupo si sono verificate nel 2009, con la seguente distribuzione territoriale: quattro eventi predatori nel territorio di competenza del comune di Arquata del Tronto, due nel territorio di Cessapalombo, ma il maggior numero di danni si è verificato nel comuni tra loro confinanti di Castelsantangelo (due denunce), Ussita (tre denunce) e Visso (otto denunce). Risulta di fondamentale importanza nell’interpretazione dei dati sopraenunciati, relativi alle predazioni da lupo, considerare che, dato l’elevato numero di casi in cui non è stato identificato con chiarezza il predatore responsabile, bensì è stata indicata la categoria canidi, tali risultati vanno considerati in ogni caso viziati e dunque non idonei ad ulteriori elaborazioni a fini gestionali. 23 Analisi dei danni causati alla zootecnia dai cani vaganti L’analisi dei danni causati alla zootecnia dai cani vaganti nel periodo compreso tra il 2003 e il 2009, risulta essere fortemente condizionata dall’interpretazione dei dati raccolti, ed in particolar modo dall’impossibilità di elaborare le informazioni relative alle aggressioni in cui è stata indicata la categoria canidi, senza ulteriori specificazioni. Di conseguenza l’analisi di cui seguito risulta essere tratta dai dati raccolti in cui i cani vaganti sono stati indicati con chiarezza come responsabili del danno. Il numero di aggressioni al patrimonio zootecnico riferibili a cani vaganti è risultato essere come di seguito distribuito, nel corso degli anni oggetto di studio: un’aggressione nel 2003, un’aggressione nel 2004, due aggressioni nel 2005, una nel 2006, tre nel 2007, tre nel 2008, due nel 2009 (Fig. 17). Tabella 10 Numero di aggressioni al patrimonio zootecnico da parte di cani vaganti Sono stati predati dai cani vaganti in tale lasso di tempo un numero complessivo di 48 animali di cui tre equini, nello specifico tre puledri; due vitelli, 42 ovini ed un caprino (Fig.18). 24 Tabella 11 Numero di animali predati suddivisi per specie Le tredici aggressioni, di cui sopra, si sono verificate nei territori relativi ai comuni di Cessapalombo, San Ginesio, Visso, Ussita, Montegallo. Risulta interessante osservare che mentre le denunce relative ai comuni di Visso, Ussita e Cessapalombo risultano essere variamente distribuite negli anni, entrambe le aggressioni verificatesi a carico di allevamenti ovini nel 2005 sono state riscontrate nel comune di Montegallo, ad indicare un possibile problema di randagismo/vagantismo presente sul territorio comunale in una particolare annata; contingenza che andrebbe indagata con maggiore attenzione attraverso l’elaborazione di informazioni relative alla presenza dei cani vaganti sul territorio e sull’eventuale lotta al randagismo intrapresa. Risulta di fondamentale importanza nell’interpretazione dei dati sopraenunciati considerare che, dato l’elevato numero di casi in cui non è stato identificato con chiarezza il predatore responsabile, bensì è stata indicata la categoria canidi, tali risultati vanno considerati in ogni caso viziati e dunque non idonei ad ulteriori elaborazioni a fini gestionali. 25 Analisi comparata tra presenza e mortalità del lupo nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e danni alla zootecnia nel corso del 2009 Il monitoraggio relativo alla presenza del lupo (Canis lupus) svolto nel 2009 nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha permesso, mediante l’utilizzo della tecnica del wolf-howling in modo sistematico, di individuare 5 branchi di lupo ed 11 aree di rendez-vous, di cui sei nuove rispetto agli anni 2003-2004 (Tab.12). Tali dati devono essere considerati come valori minimi di presenza, anche perché relativi ad una sola stagione riproduttiva. Branco A Si riproduce stabilmente sul versante Nord di Monte Cardosa da numerosi anni Branco B Rilevato a luglio nella Valle dell’Acquasanta, mentre ad agosto e settembre a monte della frazione di Vallestretta di Ussita, a circa 5,5 km di distanza Branco C Rilevato sul versante Nord di M. Oialona a luglio e a Est di M. Banditella il 26 agosto. Il 27 e 28 agosto un branco con i cuccioli è stato rilevato a Sud del M. Vettore Branco D Rilevato per la prima volta ad agosto 2008 nella Valle di Patino Branco E Rilevato per la prima volta a settembre 2008 nell’alta Valle Infante Tabella 12 Localizzazione dei branchi Dagli esami autoptici effettuati sulle carcasse di lupo recuperate nel corso del 2009 l’analisi delle cause di mortalità ha permesso di mettere in evidenza i seguenti dati: delle 10 carcasse di lupo recuperate all’interno del territorio del Parco, per otto esemplari la causa di morte è stata riconducibile all’interazione con l’uomo, comprendendo con tale categoria sia l’impatto con le attività antropiche (investimento), sia i fenomeni di bracconaggio, inteso in tutte le sue forme (utilizzo di lacci, bocconi avvelenati, ferite da arma da fuoco), per i restanti due lupi invece la causa di morte è risultata essere di natura sanitaria (Tab.13). Data Comune Prov. Sesso Età Causa di morte 02/06/08 Arquata del Tronto AP f ad Investimento 10/12/08 Visso (Cupi) MC m ad Arma da fuoco su sito di prelievo di cinghiali 26 10/02/09 Arquata del Tronto AP - - Laccio probabile (Fig. 5) 18/02/09 Visso MC m juv Rogna (Fig. 6) --/02/09 Visso MC - - Indeterminato 01/03/09 Norcia PG f sub Investimento, Rogna (Fig. 7) 07/04/09 Castelsantangelo sul Nera MC m sub Avvelenamento (Fig. 8) 07/04/09 Castelsantangelo sul Nera MC f sub Avvelenamento (Fig. 8) 07/04/09 Castelsantangelo sul Nera MC f sub Avvelenamento (Fig. 8) 16/05/09 Norcia PG f ad Investimento (Fig. 9) Tab. 13 - Lupi recuperati morti nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini nel 2008-2009 I danni alla zootecnia conseguenti ad aggressioni da lupo si sono verificate nel 2009, con la seguente distribuzione territoriale: quattro eventi predatori nel territorio di competenza del comune di Arquata del Tronto, due nel territorio di Cessapalombo, ma il maggior numero di danni si è verificato nel comuni tra loro confinanti di Castelsantangelo (due denunce), Ussita (tre denunce) e Visso (sette denunce). L’analisi comparata tra i dati relativi alla presenza della specie, alle cause di morte riscontrate nei soggetti recuperati e i danni al patrimonio zootecnico riportati nel corso del 2009 riferibili con certezza al lupo, permette di ipotizzare una relazione tra persecuzione diretta della specie e conflittualità con le attività antropiche (nello specifico l’allevamento del bestiame all’alpeggio). 27 . DISCUSSIONE Censimento delle aziende zootecniche e ricognizione dei dispositivi di prevenzione dei danni adottati dagli allevatori Il censimento delle aziende zootecniche presenti sul territorio ha permesso di prendere conoscenza sia del carico di bestiame pascolante sia delle misure di prevenzione del danno messe in atto dai diversi allevatori. Inoltre la collaborazione con i comandi stazione del Corpo Forestale dello Stato operanti sul territorio ha permesso di acquisire importantissime informazioni correlate agli usi e alle consuetudini relative alla gestione degli animali nei diversi ambiti territoriali. Alla luce dell’analisi dei dati raccolti è possibile affermare che per ciò che riguarda le misure di prevenzione del danno messe in opera dai diversi imprenditori zootecnici che dei 146 allevatori presenti nel periodo d’alpeggio nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini solo i possessori di capi ovini utilizzano i cani da guardiania a seguito del bestiame. Nello specifico dei 97 allevatori di ovini il 90% (n=88) posseggono almeno un cane da guardiania, nella quasi totalità dei casi un Pastore Abruzzese Maremmano, con una media di un cane per ogni centoventi capi allevati. E’ importante sottolineare che gli allevatori che non posseggono cani da guardiania a seguito del gregge, sono generalmente soggetti stanziali, che ricoverano dunque di notte gli animali in strutture in muratura, con un numero di capi inferiore a trenta, e con una conduzione del bestiame non di tipo imprenditoriale, che prevede dunque il controllo costante dei capi da parte del proprietario stesso. Per ciò che riguarda invece l’utilizzo delle recinzioni elettrificate, queste risultano essere utilizzate solo dagli allevatori di ovini, essendo il pascolo dei bovini e degli equidi di tipo semibrado. Solo il 39% (n=43) degli allevatori di ovini, dunque utilizza tale sistema di prevenzione, è importante a tal riguardo inoltre prestare attenzioni ad alcune realtà territoriali dove tali recinzioni vengono rese funzionali (collegate alle batterie elettriche) solo in assenza del custode nelle ore notturne (Montegallo). L’analisi delle singole realtà locali ha permesso di mettere in evidenza come nei territori di competenza dei CS del CFS di Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Bolognola, Montemonaco, Montegallo e Norcia tali sistemi di prevenzione vengono utilizzati da una media di circa il 60% degli allevatori con picchi anche del 93% nel territorio di competenza del CFS di Montegallo. Tale dato mette in evidenza come nei luoghi di storica presenza dei grandi carnivori la messa in opera di 28 mezzi volti alla prevenzione del danno risulti una pratica utilizzata sicuramente con maggior consuetudine. Ovviamente in realtà come quelle relative ai territori di Fiastra, Montefortino bisogna tener conto come il maggior numero di allevatori di ovini risulti stanziale e dunque avvezzo al ricovero notturno degli animali in strutture in muratura. Diversa risulta la situazione relativa agli allevatori che effettuano l’alpeggio nel comune di Visso, poiché in tale zona esiste una struttura in muratura che viene utilizzata in maniera comune durante la notte per il ricovero dei capi. Dall’analisi di tali dati si evince come sia necessaria un’analisi delle singole realtà zootecniche in modo da mettere in luce eventuali vulnerabilità proprie del singolo allevatore o eventualmente correlate alla specifica realtà territoriale ed alle metodiche di custodia del gregge in senso lato messe in opera. Analisi dei dati pregressi relativi ai danni alla zootecnia nel periodo 2003-2008 L’analisi dei dati relativi ai danni al patrimonio zootecnico nel periodo 2003-2008 mette in evidenza un andamento del numero di denunce che si è mantenuto all’incirca costante a partire dal 2005. La specie animale maggiormente coinvolta nei casi di richiesta di indennizzo, e come è stato poi messo in evidenza nei casi di predazione, risulta essere quella ovina, dato concorde sia al quantitativo di animali di tale specie presenti sul territorio, nettamente superiore alle altre, sia ai dati riportati dalle altre Aree Protette limitrofe. In circa il 50% dei casi degli attacchi da lupo sugli ovini si è trattato di casi di surplus killing, dato che andrebbe approfondito al fine di poter meglio comprendere se ciò risulta collegato a fattori di criticità nei sistemi di prevenzione nelle aziende interessate, o a problematiche burocratiche o logistiche relative allo smaltimento delle carcasse che “scoreggiano” l’allevatore alla denuncia della perdita di pochi capi. L’analisi dei danni al patrimonio zootecnico, in cui è stato individuato con chiarezza il lupo come responsabile dell’attacco, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, evidenzia un andamento crescente negli ultimi anni, da sei aggressioni del 2003 alle diciassette del 2008. Tale dato risulta essere in linea con il parallelo aumento del numero dei branchi sul territorio, dai tre nuclei attivi degli anni 2003/2004 ai cinque rilevati nel 2008/2009. Occorre a tal riguardo ribadire come l’interpretazione di tali dati risulti fortemente condizionata dall’elevata percentuale di casi ( 49% per gli ovini, 54% per i bovini; 35% per gli equidi) in cui è stata indicata sul verbale d’accertamento la categoria canidi, come responsabile del danno. 29 Analisi dei dati relativi ai danni alla zootecnia nel 2009 L’analisi dei dati relativi ai danni al patrimonio zootecnico nel corso del 2009, ha messo in evidenza un quadro per alcuni versi sovrapponibile a quello descritto al quinquennio 2003-2008. Per il 2009 il trend relativo al numero di denunce è risultato essere crescente rispetto agli anni precedenti. Anche per quest’anno la specie ovina è risultata essere quella maggiormente interessata. Si è assistito inoltre ad un aumento del numero di denunce relativo alla specie bovina, dato concorde con il trend positivo degli anni precedenti ad eccezione del 2008. L’analisi delle cause di morte relative agli animali denunciati anche in questo caso risulta condizionata in parte dal 38% dei casi in cui è stata indicata la categoria canidi. In relazione a ciò risulta dunque utile confrontare i dati ottenuti, con le informazioni fornite dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove sono presenti circa 330 aziende zootecniche con un carico di bestiame pari a circa 62.000 ovi-caprini, 8.500 bovini e 1.400 equini. In tale Area Protetta sono stati stimati nel 2009 tredici branchi di lupo. In tale anno solare sono state inoltrate all’Ente Parco un numero complessivo di circa 300 denunce per indennizzi di danni al patrimonio zootecnico. L’analisi dei dati relativi ai danni ha permesso di mettere in evidenza che la causa di morte degli animali denunciati è risultata essere riferibile ad un attacco predatorio da lupo nel 61% dei casi per gli ovini, 25% per i bovini e nel 21% degli equidi interessando in questi ultimi due casi unicamente vitelli e puledri. Alla luce dei dati del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tenendo conto delle similarità relative al territorio e alla modalità di conduzione degli animali al pascolo il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è possibile ipotizzare un quadro simile relativo ai danni del patrimonio zootecnico. Alla luce di ciò sarebbe possibile riferire ad attacchi da lupo nel corso del 2009 dodici denunce per la specie ovina con un numero di capi interessati pari a 147; tre denunce relative alla specie bovina per un numero di capi pari a 4, ed un’ unica richiesta per la specie equina con un unico animale interessato (versus dati alla mano 2009: due equini; undici bovini e 141 ovini). Analisi dei danni causati alla zootecnia dai cani vaganti Alla luce dei dati emersi dall’analisi delle informazioni raccolte relative ai danni al patrimonio zootecnico nel periodo oggetto di studio, è possibile affermare che il numero di aggressioni al bestiame da parte dei cani vaganti risulta essere, facendo fede all’analisi dei casi in cui è stata chiaramente riconosciuta tale categoria come responsabile del danno, un fenomeno marginale con una media di due aggressioni l’anno. Anche a tal riguardo, occorre affermare che un’analisi 30 dettagliata dei casi in cui è stata indicata la categoria canidi, permetterebbe di poter valutare con maggior precisione l’incidenza del fenomeno del vagantismo sui danni al patrimonio zootecnico, e dunque di poter programmare insieme alle autorità preposte azioni gestionali volte alla riduzione del fenomeno. Analisi comparata tra presenza e mortalità del lupo nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e danni alla zootecnia nel corso del 2009 Per la corretta interpretazione dei dati sopra esposti, relativi alle cause di morte dei lupi recuperati all’interno del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nel periodo 2003-2009, risulta comunque di fondamentale importanza tener conto che il numero dei soggetti a vita libera repertati è ovviamente condizionato dalla capacità di ritrovamento delle carogne sul territorio, la quale risulta a sua volta risulta strettamente collegata a diversi fattori tra cui: - le caratteristiche biologiche ed etologiche della specie (individui in dispersal, conflitti intraspecifici, etc.); - distribuzione, uso del territorio e densità delle diverse specie in quella data area; - accessibilità dell’area, intesa come penetrabilità sia sentieristica, sia veicolare; - frequentazione della stessa, da parte di residenti, personale di sorveglianza, turisti, etc.; - livello di attenzione e di conoscenza culturale e normativa del rilevatore (possono esservi persone che ritengono di non dover segnalare alle Autorità il ritrovamento di una carogna); - orografia del territorio, in grado di condizionare sia la presenza degli animali sia la probabilità di accesso e di recupero delle carogne da parte dell’uomo; - stagione, questa a sua volta intesa anche come fattore condizionante la frequentazione da parte sia degli animali che dell’uomo. Alla luce di tali riflessioni occorre dunque considerare alcune cause di morte riscontrate nel corso del 2009, quali il bracconaggio, come l’espressione di un fenomeno probabilmente più ampio. Come inoltre occorre prendere atto che le cause di mortalità naturali risultano sicuramente sottostimate a causa della difficoltà di ritrovamento degli animali morti. L’utilizzo di lacci, bocconi avvelenati, armi da fuoco, etc. rappresenta purtroppo ancora oggi un fenomeno tutt’altro che in diminuzione. Esso spesso costituisce una forma di ritorsione nei confronti di quelle specie la cui presenza sul territorio produce conflitti con le attività antropiche. Esso va considerato inoltre come l’espressione di una conflittualità esistente non solo con la specie stessa, ma più spesso con le istituzioni presenti sul territorio e con le loro scelte gestionali. 31 Risulta dunque di fondamentale importanza insistere sul territorio con misure volte alla mitigazione del conflitto tra lupo ed attività zootecniche. Tali scelte gestionali, dovrebbero prendere il via da una conoscenza capillare delle diverse realtà economiche e socio-culturali presenti sul territorio al fine di poter poi agire attraverso azioni specifiche e mirate volte da un lato a ridurre alcuni fattori di criticità in grado di rendere le aziende maggiormente vulnerabili ad eventuali aggressioni da fauna selvatica, dall’altro a creare un rapporto di fiducia e collaborazione con gli allevatori presenti sul territorio al fine di poter meglio operare mediante azioni di corretta informazione e comunicazione efficace. 32 CONSIDERAZIONI FINALI ED INDICAZIONI GESTIONALI L’analisi dei dati elaborati nell’ambito dell’azione A7 del Progetto LIFE-EXTRA “Improving the conditions for large carnivore conservation-a transfer of best practices” ha permesso di acquisire importanti informazioni relative sia alla densità delle aziende zootecniche presenti sul territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini sia alle misure messe in atto per la prevenzione dei danni causati dai grandi carnivori. Oltre a ciò è stato possibile approfondire lo stato attuale di conoscenza relativo all’accertamento dei danni al bestiame all’interno del territorio del Parco. Dall’elaborazione delle informazioni raccolte è emerso per ciò che riguarda le metodiche di prevenzione del danno che esse sono conosciute e messe in opera dalla maggior parte degli allevatori presenti sul territorio, ciò rende necessario per i prossimi anni mettere in atto una serie di misure che permettano di conoscere le vulnerabilità della singola azienda attraverso forme di collaborazione con gli allevatori volte all’elaborazione di misure gestionali progettate sulla specifica realtà zootecnica. L’analisi dei danni al patrimonio zootecnico ha messo in evidenza alcune criticità collegate all’individuazione del predatore responsabile del danno, in circa il 50% dei casi in fatti è stata indicata la categoria canidi senza alcuna distinzione tra cani vaganti e lupo. Ciò ha reso difficile un’elaborazione dei dati a fini gestionali, non essendo stato possibile individuare con chiarezza il reale quantitativo di aggressioni da fauna selvatica al patrimonio zootecnico e dunque approfondire aspetti relativi al momento e al sito dell’aggressione correlandoli con le misure di prevenzione messe in atto. L’elaborazione di tali ha dunque reso difficile la comprensione dell’entità sia del fenomeno del vagantismo canino sia delle predazioni da lupo nel territorio del Parco. Al fine di una migliore comprensione di tali problematiche si rende dunque necessario un approfondimento dei casi di aggressione al bestiame al fine di poter individuare con certezza il responsabile dell’aggressione per poter poi mettere in atto misure gestionali adeguate. 33 “Improving the conditions for large carnivore conservation-a transfer of best practices” Progetto LIFE07NAT/IT/000502 A.7. : PRELIMINARY DAMAGE ASSESSMENT According to the data collected and processed for the census of livestock grazing, in 2009 there were a total of 146 farms and 36.053 farmed animals in the Sibillini Mountain National Park, out of which 251 horses, 1.493 cattle and 34.309 sheep and goats. In addition, a total of 279 livestock guarding dogs and 100 sheepdogs were reported. As regards the damage prevention, the data collected have explained that the 90% (n = 88) of the 97 sheep farmers owns at least one guard dog, especially the Maremmano Abruzzese, with an average of one dog for every one hundred and twenty animals raised. Generally, farmers who do not have guard dogs following the flock are sedentary subjects from small family-owned holdings - less than 30 animals farmed - who stable animals over the night. The electric fences have been used by the 39% (n = 43) sheep farmers only. From 2003 to 2008 a total of 171 claims for damage to livestock - with a number of complaints ranging from twenty-eight to thirty-three per year - were submitted by farmers living in municipalities within the Sibillini Mountain National Park. Damage to 1561 animals were reported, including 21 horses, 51 cattle and 1489 sheep. Among 171 claims, 164 were submitted because of predatory activity and in 74 the wolf was recognized as the responsible predatory, stray dogs in 11, while in the seventy-nine remaining cases the category “dogs” was indicated without specifying if the predatory was a stray dog or a wolf. For the remaining seven complaints, in one case it was an attack by wild boars while in the remaining six, the inadequacy of the remains did not allowed the determination of the cause of animal death. In 2009 a total of 38 claims for damage to livestock were received from the area within the Sibillini Mountain National Park jurisdiction. Three claims for as many horses have been submitted, 15 requests for 18 cattle, and in the end a total of 20 claims for damages to 240 sheep. Damages to 261 animal have been declared. Twenty-five farmers claimed for damage to livestock, 3 of whom have had more than two 2 in the same year. During the 38 inspections conducted during 2009, 35 cases were recorded as a predatory event and in 3 cases it was not possible to identify the cause of death. For 19 complaints, the wolf has been recognized as responsible of the predatory event during 19 inspection, in 2 cases the responsible was a stray dogs, in one case a bear, while in the remaining 13 cases the category “dogs” was indicated without specifying if the predatory was the stray dog or the wolf. In 2009, a total of 154 animals were preyed by wolves including 2 horses, 11 cattle and 141 sheep, the latter killed in the course of 9 events predators, six of which were found to be cases of "surplus killing" with the number of animals killed for event more than fifteen. The number of farms that have been attacked by wolves in 2009 was found to be equal to fourteen, with three farmers who have had more than two predation events. Analysis of damage to livestock has highlighted some critical issues related to the identification of the predator responsible for damage, in about 50% of cases was indicated the “dogs” category without any distinction between stray dogs and wolves. To implement appropriate management measures of this issue, it is required to follow out all cases of aggression to livestock in order to positively identify the animal responsible for the attack. .