REGIONE PIEMONTE Assessorato alla Sanità – Direzione Sanità Pubblica La febbre catarrale degli ovini o bluetongue è una malattia virale delle pecore, che si diffonde attraverso la puntura di insetti. Minuscole zanzare, i ccuulliiccooiiddii, così piccole da attraversare le normali reti antizanzare, dopo aver succhiato il sangue di animali malati o portatori, sono in grado di trasmettere l’infezione ad altri allevamenti. I venti possono trasportare gli insetti per lunghe distanze, favorendo la diffusione geografica della infezione. In Italia la malattia è arrivata nel 2000, probabilmente a partire dal continente africano, e ha interessato inizialmente le isole maggiori e la Calabria. Nonostante le misure adottate (limitazione degli scambi di animali, vaccinazioni), l’infezione ha continuato a risalire la penisola, fino a interessare tutto il sud e il centro: e’ arrivata alle porte della Liguria, con l’interessamento della provincia di Massa. Dal 2006 la bluetongue del tipo 8 si è diffusa nel nord Europa, in Olanda, Belgio, Germania, Francia ed ha coinvolto la Bulgaria. Questo tipo è particolarmente patogeno per i bovini. L’eventuale introduzione della malattia in Piemonte causerebbe danni economici eccezionalmente gravi, poiché il commercio di ruminanti dovrebbe subire rigide restrizioni in vaste aree. La malattia è chiamata bblluueettoonngguuee, che significa lingua blu, a causa di uno dei sintomi che può provocare nelle PECORE, la specie colpita più frequentemente. La malattia inizia con la febbre e uno stato di malessere e deperimento di alcuni soggetti del gregge. Si possono notare segni caratteristici: infiammazioni e ulcere nella bocca e intorno alla bocca; scolo nasale di muco o pus e formazione di croste al musello; gonfiore della testa: le labbra e la lingua possono diventare tumefatte e cianotiche; zoppie dovute a lesioni all’attaccatura degli unghielli; indebolimento e distacco del vello; emorragie visibili sotto la pelle, soprattutto sul ventre. Ci può essere una certa mortalità, ffiinnoo aall 3300%%, soprattutto negli agnelli. Non esiste alcuna terapia efficace contro la febbre catarrale degli ovini. I vaccini devono essere controllati per la loro innocuità e utilizzati solo in casi di necessità particolari (aree in cui la malattia è endemica) o per ragioni di polizia veterinaria (cosiddetta vaccinazione accerchiante). Una misura utile è la lotta agli insetti con prodotti di buona efficacia, che devono essere innocui per gli animali e persistenti. ATTENZIONE: I bovini e le capre si infettano ma spesso non mostrano nessun segno della malattia. I bovini infettati dal tipo 8 possono avere: - erosioni e ulcere sul musello, sulla lingua e nella bocca; salivazione - ulcere del naso, scolo nasale, congiuntivite - infiammazione del cercine dello zoccolo - febbre e apatia La prima regola è PPRREEVVEENNIIRREE: evitare di introdurre animali che provengono dalle regioni in cui la malattia è presente o soggetti di provenienza ignota. L’ identificazione degli animali è fondamentale, così come la certificazione sanitaria: sono garanzie di origine importanti, ma non assolute (rischi di triangolazioni) D Daa R RIIC CO OR RD DA AR REE Dalle zone colpite dalla malattia il commercio di bovini, ovini e caprini può essere vietato: è consigliabile non prendere accordi commerciali prima di avere verificato con il Servizio Veterinario che sia possibile acquistare animali fuori dal Piemonte. E’ sempre meglio informarsi con anticipo, perché è necessario assumere informazioni ufficiali dai Servizi Veterinari della zona di origine e controllare i requisiti previsti dalla regolamentazione. IIN NTTR RO OD DU UR RR REE AAN NIIM MAALLII CCLLAAN ND DEESSTTIIN NAAM MEEN NTTEE CCO OM MPPO OR RTTAA G GR RAAVVII R RIISSCCH HII SSAAN NIITTAAR RII EED D EE’’ U UN N CCO OM MPPO OR RTTAAM MEEN NTTO O PPEER RSSEEG GU UIIB BIILLEE PPEER R LLEEG GG GEE.. La seconda regola è SSEEG GNNAALLAARREE: qualsiasi segno di anormalità delle pecore o dei bovini che possa far sospettare la malattia deve essere immediatamente segnalato al Servizio Veterinario dell’ASL. Non segnalare il fatto comporta la denuncia, pene molto severe e la perdita al diritto di tutti gli indennizzi previsti in caso di malattia La terza regola è IIG GIIEENNEE: buone condizioni di pulizia e di igiene, con rimozione frequente del letame, e la lotta agli insetti riducono la possibilità di diffusione e la gravità della malattia. La blue tongue potrebbe arrivare in Piemonte con il commercio clandestino di animali, causando un’emergenza. • Se colpisse i bovini, potrebbe anche non esserci nessun segno di malattia: sarebbero le indagini di laboratorio a mettere in evidenza la presenza del pericoloso virus. • Quando invece l’infezione interessa gli ovini, i sintomi sono in genere evidenti, ma il sospetto deve comunque essere confermato dal laboratorio. Le misure per arrestare la malattia sono problematiche: gli animali infetti vengono eliminati, ma questo non sempre è sufficiente perché i culicoidi possono aver diffuso il contagio agli allevamenti circostanti. Le autorità sanitarie decidono le misure da adottare verificando le informazioni che provengono dalla rete di sorveglianza permanente (allevamenti sentinella) e dai controlli straordinari eseguiti dai Servizi Veterinari nella fase di emergenza. Quando si verifica un focolaio, nella zona tutti gli scambi di bovini, ovini e caprini sono precauzionalmente vietati o rigidamente regolati. Per proteggere gli animali dal contagio, è anche necessario limitare l’esposizione agli insetti vettori, mantenendo una buona igiene, utilizzando insetticidi e ricoverando al chiuso gli animali dopo il tramonto, per quanto possibile. IN CIRCOSTANZE DI EMERGENZA È ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE ATTENERSI ALLE DISPOSIZIONI DEI SERVIZI VETERINARI, PERCHÉ SI POSSA RISOLVERE IL PROBLEMA E CHIUDERE IL CASO CON IL MINOR DANNO POSSIBILE PER TUTTI. Indennizzi adeguati ai prezzi di mercato sono previsti per tutti gli allevatori i cui capi sono abbattuti per ordine dell’autorità sanitaria.