2. Definizione di rating - Archivio Aperto di Ateneo

UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE
Scuola di Dottorato della Facoltà di Economia “Giorgio Fuà”
TESI DOTTORATO
Anni Accademici 2009-2011
X Ciclo
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema
della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e
relativa definizione di un modello di rating.
Relatore: Prof. Guido PAOLUCCI
Dottorando: Dott. Alessio FACCIA
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Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
INDICE
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali ............................................ 3
1.
2.
3.
Introduzione.................................................................................................................. 3
Definizione di rating ..................................................................................................... 5
Scopo dei rating ............................................................................................................ 8
a) Rischio.............................................................................................................10
b) Default – Stato di insolvenza ..........................................................................19
4. Classificazioni dei rating ............................................................................................ 26
a) Rating Point In Time (PIT) .............................................................................27
b) Rating Through The Cycle (TTC) ...................................................................28
c) Realtà operativa...............................................................................................30
5. Le Agenzie di rating ................................................................................................... 37
6. L’Accordo di Basilea 2............................................................................................... 47
7. L’Accordo di Basilea 3............................................................................................... 54
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie....... 63
1. Economia dell’azienda agraria. Definizioni teoriche e metodi. ............................. 63
2. Attuali modelli di rating applicati alle aziende agrarie......................................... 112
3. Proposta di rating, basato sulle risultanze dell’archivio RICA: analisi del
quadriennio 2004 – 2007.................................................................................................. 119
a) Default studies...............................................................................................133
b) Matrici di transizione ....................................................................................135
c) Scelta delle variabili utilizzate ......................................................................138
4. Proposta di rating, basato sulle risultanze dell’archivio RICA: analisi del
biennio 2008 – 2009 .......................................................................................................... 146
d) Matrici di transizione ....................................................................................149
e) Scelta delle variabili utilizzate ......................................................................150
f) Conclusioni ...................................................................................................151
BIBLIOGRAFIA............................................................................................. 154
1
Agli affetti più cari e sinceri
Pentru Cornelia, iubirea mea
2
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
1. Introduzione
Un’impresa, qualunque sia l’attività esercitata, per poter effettuare i
necessari investimenti e gestire il proprio business, quando il capitale di
rischio apportato dal soggetto economico non risulta sufficiente, ha la
necessità di finanziarsi con capitale di debito. Poiché il credito è una risorsa
limitata, i finanziatori, oltre a pretendere una remunerazione mediante
l’applicazione di interessi, operando valutazioni di trade-off (costo
opportunità), preferiscono prestare denaro solamente alle imprese che
ritengono più “meritevoli”, cercando di minimizzare i rischi e
massimizzare il profitto.
Nel sistema economico le analisi di redditività e di solidità di
un’impresa costituiscono un elemento di primaria importanza poiché
direttamente connesse alla valutazione del merito creditizio, cui è
subordinato l’ottenimento di finanziamenti.
L’inefficienza derivante dalla cattiva distribuzione del credito legata a:

finanziamento di imprese non meritevoli (più rischiose di quanto
ipotizzato),
3
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali

mancato finanziamento di imprese meritevoli,
costituisce un problema sistemico perché riguarda:

i finanziatori, a causa della mancata ottimizzazione dell’investimento
da realizzare mediante la minimizzazione del rischio e la
massimizzazione del profitto;

le imprese, perché non sempre riescono a ottenere finanziamenti, pur
presentando progetti meritevoli di finanziamento, meno rischiosi e
più remunerativi rispetto ad altre che invece li ottengono.
Coerentemente con quanto appena indicato, i principali detentori di
capitali, istituti di credito e altri investitori istituzionali, pongono
particolare attenzione alla valutazione delle imprese da finanziare.
4
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
2. Definizione di rating
Esistono molteplici definizioni di rating. Ai fini del presente elaborato
si definisce rating il “punteggio attribuito ad un’impresa o ad un Ente per
esprimere in modo sintetico la sua solvibilità, cioè la capacità dell’impresa
o dell’Ente di rimborsare i propri debiti”1.
I rating, di norma, per le Società di grandi dimensioni e quotate in
Borsa Valori sono espressi da Società specializzate2 attraverso un “voto”
assegnato in base a una scala di gradazione. Per le PMI, invece, gli stessi
Istituti di Credito si sono dotati di autonomi sistemi di attribuzione di tale
punteggio, anche in forza di sviluppi normativi quali l’avvento del sistema
di regole “Basilea 2”, poi evoluto in “Basilea 3”.
L’attribuzione di un valore3 4 unico a un’azienda risponde a esigenze
di chiarezza e sintesi al fine di offrire una considerazione universalmente
1
Cfr. G. Ferrero, F. Dezzani, P. Pisoni, L. Puddu, Le analisi di bilancio, Giuffrè Editore, Milano, 2003,
pag. 254.
2
Agenzie di rating
3
“più in particolare la tematica del «valore», inteso nel suo significato etimologico di «ciò che è degno
di essere preso in considerazione», può essere fatta oggetto di un’analisi di almeno tre livelli:
a) sotto il profilo ontologico: in questo caso, ci si interroga se esistano e quali siano i «valori»,
quale sia la loro natura, se possano darsi valori assoluti o solo relativi, se sia possibile istituire
una classificazione e ancora una graduazione tra i «valori»;
b) sotto il profilo gnoseologico: si tratta di rinvenire una metodologia di identificazione,
«conoscenza» ed eventualmente apprezzamento dei «valori»; è chiaro che questo livello è
strettamente interrelato al precedente;
c) sotto il profilo etico-deonotologico: una volta identificati i «valori» ne discende una teoria del
comportamento per l’individuo.”
in Zanda G., Lacchini M., Onesti T., “La valutazione delle aziende”, Giappichelli Editore, Torino, 2001,
pag. 1.
5
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
valida a una platea di potenziali stakeholder con diversi gradi di
conoscenza dell’economia d’azienda.
Le principali Agenzie definiscono un rating come riportato di seguito:

Standard & Poor’s – “un’opinione sul merito di credito
complessivo del debitore (issuer rating) oppure sul merito di
credito del debitore con riferimento a una particolare
obbligazione finanziaria (issue rating), valutato sulla base di
una serie di fattori di rischio rilevanti”.

Moody’s – “un’opinione sulla capacità futura di un emittente
di adempiere alle scadenze prestabilite al pagamento del
capitale e degli interessi relativi a una specifica obbligazione”.
Indipendentemente dalla formalizzazione della definizione più o meno
simile, è necessario però tenere conto che “il nocciolo del problema sta
tutto nel valore segnaletico che si vuole e si può attribuire a codesti indici
in relazione all’uso che di essi si deve fare. Ed è logico perciò che una
prima discordanza di opinioni sia sorta sulla capacità degli indici stessi di
fornire notizie sufficienti sulla situazione economica e finanziaria delle
aziende esaminate. In particolare sulla loro attitudine a dare una visione
4
È quanto mai necessario rammentare sempre che “i valori sono grandezze stimate a mezzo della
previsione dei flussi attesi e dell’apprezzamento dei rischi (e quindi dei tassi”: sono perciò in buona
parte opinioni, frutto di un processo complesso”. Cfr. Guatri L, Bini M. “Nuovo trattato sulla valutazione
delle aziende”, Egea, Milano, 2009, pag. 1
6
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Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
prospettica dell’attività dell’azienda stessa, visto che la situazione
economica è un concetto che sottintende una proiezione temporale della
redditività aziendale. E qui, forse, i contrasti sono sorti più su un equivoco
interpretativo da parte dei fautori delle due opposte tendenze, che su una
reale diversità di vedute”.5
5
Coda V., Brunetti G., Barbato Bergamin M., “Indici di bilancio e flussi finanziari”, Etas Libri, Milano,
1974, pag. 3
7
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Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
3. Scopo dei rating
I rating, essendo in grado di sintetizzare una vasta quantità di
informazioni qualitative e quantitative sul profilo di rischio, mediante un
semplice valore alfanumerico, si pongono come scopo principale quello di
“fornire una stima della probabilità di default”6 e pertanto contribuire a
ridurre problemi di selezione avversa, aiutando a distinguere gli emittenti
con un buon merito di credito da quelli con un cattivo merito di credito.
In sintesi, “lo scopo del rating è quello di aumentare l’efficienza del
mercato dei capitali fornendo agli operatori opinioni affidabili, tempestive,
corrette e indipendenti sulla probabilità che un emittente sarà in grado di
ripagare sia il capitale che gli interessi dello strumento al quale è stato
attribuito il rating”7.
La crescente richiesta di rating è comunque imputabile alla necessità
di maggiori informazioni sulle opportunità di investimento da parte degli
operatori di mercato, legate soprattutto dalla comparsa di prodotti finanziari
particolarmente complessi (strutturati), nonché da esigenze di natura
regolamentare.
6
7
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, Le Agenzie di rating, Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 195.
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 85.
8
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
In ultima analisi, il calcolo dei rating appare anche una misura
dell’economicità stessa aziendale, da effettuarsi costantemente per
verificarne il perdurare nel tempo8.
L’attribuzione di un rating a una realtà aziendale, inoltre, consente ai
potenziali investitori di effettuare una scelta più consapevole e coerente
rispetto alla propria (soggettiva) attitudine al rischio tra capitale di rischio9
e capitale di debito.
Ai fini dell’ottenimento di una linea di credito è necessario convincere
i terzi della inesistenza di rischi particolari e della convenienza, in termini
di arbitraggio fra impieghi, a rimuovere il capitale dagli investimenti fatti
in precedenza e a immobilizzarlo nell’azienda; condizioni queste tutt’altro
che facili da dimostrarsi a causa della naturale diffidenza di ogni persona
nei riguardi delle operazioni alle quali direttamente non partecipa10.
8
Si ricorda in proposito che lo Zappa ha definito l’azienda come quell’“istituto economico destinato a
perdurare, che per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la
produzione o il procacciamento o il consumo della ricchezza”, in Zappa G., “Le produzioni
nell’economia delle imprese”, Giuffrè, Milano, 1957, vol. I, p. 37.
Anche l’Onida scrive in proposito: “vogliamo dire che l’azienda, contemplata sia nella gestione che
nell’organizzazione, si presenta come mobile complesso o come sistema dinamico nel quale si realizzano
in sintesi vitale l’unicità nella molteplicità, la permanenza nella mutabilità”, Cfr. Onida P., “Economia
d’azienda”, UTET, Torino, 1961, pag. 3.
9
Per realtà di grandi dimensioni quando il capitale di rischio è costituito da azioni quotate nel mercato
borsistico è stato riscontrato che “nel breve periodo, quindi, le azioni offrono rendimenti reali
sensibilmente più elevati di quelli dei titoli di stato, ma allo stesso tempo sono anche più volatili”, tale
volatilità è di per sé una misura di rischio. Cfr. Siciliano G., “Cento anni di borsa in Italia”, Il Mulino,
Bologna, 2001, pag. 99
10
Giannessi E., op. cit., pag. 86
9
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Al fine di chiarire lo scopo della determinazione dei rating è
necessario esplicitare il significato e le implicazioni dei due parametri
fondamentali di riferimento:

Rischio

Default
a) Rischio
Esistono diverse definizioni e tipi di rischio11, ma tutti “condividono
almeno tre aspetti principali e cioè: la possibilità di perdere qualcosa o di
subire qualche danno, l’importanza di ciò che si perde o del danno che si
subisce e l’incertezza associata a quella perdita o danno”12.
È importante sottolineare che rischiare è una condizione ineludibile,
alla quale non si può rinunciare, infatti, “anche se gli individui si
attrezzassero per controllare le conseguenze delle proprie condotte, gli
eventi cui sono esposti, le sostanze e delle tecnologie con cui entrano in
contatto. Poco o tanto, ci si espone sempre a rischi”13.
Nel sistema economico, in modo implicito, è in genere operata una
importate distinzione, quella tra rischio e incertezza. “Per Knight il rischio
11
“Risk is the degree of time uncertainty and volatility involved with a project or investment”, in
Groppelli A.A., Ehsan Nikbakht, “Finance”, Barron’s, New York, 2006, pag. 75
12
Cfr. L. Salvadori, R. Rumiati, Rischiare, Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 11.
13
Cfr. L. Salvadori, R. Rumiati, op. cit., pag. 134.
10
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
può essere definito come una condizione in cui è possibile derivare una
distribuzione di probabilità dei risultati; al contrario l’incertezza
rappresenta una condizione in cui non è possibile ottenere tale distribuzione
di probabilità”14. Appare evidente come, secondo tale concezione, sia
identificato come rischio solamente ciò che è “misurabile” o “calcolabile”,
considerando la misura del rischio ottenuta moltiplicando la probabilità che
si verifichi un evento per le conseguenze (negative) associate al verificarsi
dell’evento stesso. Pertanto, anche se la probabilità che si verifichi un
evento catastrofico è bassissima, l’ampiezza delle conseguenze lo rende
particolarmente spaventoso.
La misurabilità del rischio, tuttavia è stata comunque sottoposta a
diverse obiezioni tra cui, da ultimo, la seguente: “Si usa la stessa parola,
misurare, per misurare un tavolo con un metro da falegname e per
misurare un rischio, ma in questo secondo caso la misurazione è solo una
previsione, o qualcosa del genere. Inoltre la parola misurare trasmette
un’illusione di conoscenza che può essere gravemente distorcente:
vedremo che siamo psicologicamente molto vulnerabili ai termini usati e al
modo in cui le cose sono formulate. Così, se avessimo usato il verbo
14
Cfr. L. Salvadori, R. Rumiati, op. cit., pag. 15.
11
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
misurare per il tavolo e prevedere per il rischio, avremmo avuto molto
meno insuccessi conseguenti ai Cigni neri15” 16.
In relazione alla misurabilità si usa distinguere tra due grandi tipologie
di rischi: i rischi oggettivi e quelli soggettivi. Il rischio generalmente viene
considerato sotto un profilo oggettivo quando si fa riferimento alla
probabilità “oggettivamente” determinata con cui una minaccia futura può
manifestarsi. Questi rischi si riferiscono a eventi per i quali è possibile
individuare delle frequenze o delle serie storiche. I rischi di questa natura,
quindi, si calcolano “applicando formule o modelli più o meno sofisticati,
calcoli che necessariamente variano a seconda dei parametri considerati.
[…] Rischi oggettivi però possono essere anche quelli che si riferiscono a
eventi singoli o estremamente rari, per i quali non sono disponibili
frequenze che ne consentano la prevedibilità, come ad esempio
l’esplosione di una bolla speculativa. […] Si parla di rischio sotto il profilo
soggettivo, invece, quando si fa riferimento al rischio percepito dagli
individui”17.
L’esistenza del rischio, in ogni caso, è legata a quella di un pericolo.
“Il pericolo è legato alle caratteristiche oggettive di una situazione, che è
pericolosa indipendentemente da come un soggetto la percepisce. Il
15
“Cigno nero”, evento che presenta le seguenti tre caratteristiche: “rarità, impatto enorme e prevedibilità
retrospettiva (ma non prospettiva)”.
16
Cfr. N. N. Taleb, Robustezza e fragilità, Il Saggiatore S.p.A., Milano, 2010, pag. 33.
17
Cfr. L. Salvadori, R. Rumiati, op. cit., pagg. 17-18.
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
pericolo è comunemente definito come quella caratteristica dell’oggetto,
del prodotto o della situazione che può provocare un danno se viene a
contatto con la persona. […] Il rischio, invece, è la valutazione della
probabilità che la persona entri in contatto con il pericolo e della gravità
del potenziale danno. Ogni rischio sottintende un pericolo”18.
Al fine di poter creare un sistema comunemente valido, accettato e
generalmente utilizzabile, risulta opportuno porre l’attenzione solamente
sui rischi definiti “oggettivi” e misurabili.
Di norma viene stimato il c.d. rischio di credito, “inteso come la
possibilità che la controparte finanziata non sia in grado di adempiere
tempestivamente e per intero gli obblighi contratti determinando con ciò
variazioni attese ed inattese delle perdite subite”19.
Le Agenzie forniscono un’opinione sul merito di credito in un
determinato lasso di tempo, e sulla connessa specifica probabilità di
default. Esse, però, “non prendono in considerazione altri tipi di rischio
connaturati all’emissione di un qualsiasi strumento di debito, quali per
esempio il rischio di cambio, il rischio di tasso di interesse [Moody’s 1999,
73 e 83-84] e il rischio di frode da parte dell’emittente. Quest’ultimo
rischio è particolarmente importante ai fini della valutazione della
18
Cfr. L. Salvadori, R. Rumiati, op. cit., pag. 24.
Cfr. L. Gai, Il rating delle PMI. Un approccio metodologico per banche, confidi e intermediari
finanziari, Franco Angeli, Milano, 2008, pag. 17.
19
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Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
performance delle Agenzie e delle loro responsabilità nei confronti degli
operatori di mercato. La qualità dei dati forniti dall’emittente e/o quelli
acquisiti dall’Agenzia sono le determinanti fondamentali del rating, ma
l’agenzia stessa non è in grado di verificare l’attendibilità e la veridicità di
queste informazioni”20.
Un altro rischio cui è sempre potenzialmente esposto un investimento
finanziario è il rischio sistemico. Tale tipologia di rischio appare sempre
sottostimato in occasione del verificarsi di situazioni di crisi. A tal
proposito è stato osservato che “a posteriori appaiono abbastanza
chiaramente i principali errori della dottrina economica per capire come
le agenzie abbiano potuto sottostimare sistematicamente i rischi in varie
situazioni preliminari alla crisi. […] Un primo errore è legato alle
assunzioni alla base della teoria della finanza che oggi appaiono assai
discutibili. I modelli sottostimavano il “rischio di coda” […] Le agenzie di
rating sono state indotte a sottostimare il rischio sistemico (rischio di
crollo di un intero sistema finanziario o di un intero mercato)”21.
Alla luce di quanto appena indicato, si deve sempre tener conto del
fatto che, il rating non appare come una misura omnicomprensiva di tutti i
rischi di un emittente o di un particolare strumento finanziario, ma
20
21
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 80.
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 138-140.
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
solamente di un rischio “oggettivamente” misurabile [con un’attendibilità
legata al grado di predittività delle attuali teorie statistico-economiche],
quale il rischio di credito, tralasciando pertanto altre tipologie di rischio
comunque insite in un investimento finanziario, ma lasciate alla libera
determinazione soggettiva [variabile in base alle capacità tecnico-istintiveintuitive del potenziale investitore]. Non si deve perciò dimenticare che gli
altri rischi (diversi dal rischio di credito), di cui il calcolo dei rating non
tiene conto, potrebbero potenzialmente influenzare l’esito dell’investimento
in maniera comunque determinante.
Il rischio è strettamente connesso e direttamente correlato al profitto
atteso22. La determinazione del livello di rischio assumibile e di profitto
atteso è sempre soggettiva, perciò non universalmente valida, ma
sicuramente massimizzabile in base alle preferenze dei singoli potenziali
investitori.
22
Sulla correlazione tra rischio e profitto: “Risk and return are the foundations upon which rational and
intelligent investment decisions are made. Broadly speaking, risk is a measure of the volatility, or
uncertainty of returns, and returns are the expected receipts or cash flows anticipated from any
investment […] Some investments pay a high return, and others a low return. Certainly, you can’t expect
a high return from a “sure thing”. But it is reasonable to demand a high return when asked to invest
money in an uncertain or risky venture. In other words, investors must be properly compensated for the
risks they care […] the return on your money should be proportional to the risk involved”, in Groppelli
A.A., Ehsan Nikbakht, “Finance”, Barron’s, New York, 2006, pag. 76
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
La volatilità23 è prevalentemente considerata una misura24 del rischio,
a questo direttamente correlata in quanto destabilizza le aspettative
aumentando, inoltre, le probabilità di perdita.
Per quanto concerne le tipologie di rischio, oltre al rischio di credito e
al rischio di mercato, si è soliti individuare, ricercare e analizzare il c.d.
“rischio operazionale”25
26
. Il rischio operazionale può essere suddiviso
nelle seguenti categorie:
23
“In finance, risk is measured by the degree of volatility associated with expected returns. Volatility is
the amount of fluctuation that occurs in a series of figures as they deviate from a representative average.”
in Groppelli A.A., Ehsan Nikbakht, “Finance”, Barron’s, New York, 2006, pag. 77
24
“In linea generale il rischio è terrorizzante, e la paura che induce spiega almeno in parte l’importanza
della sua quantificazione. Evocare gli spauracchi significa anche esorcizzarli […] Ma come si determina,
in termini matematici, il rischio? Partiamo dal concetto di «varianza», uno dei tanti termini matematici
che esprimono la variabilità. Qualunque quantità dipendente dal caso varia e devia dalla propria media;
a volte è superiore alla media, e a volte è inferiore. […] Queste deviazioni dalla media costituiscono il
rischio, e sono esattamente ciò che vogliamo quantificare. Possono essere positive o negative, e quindi
tendono a elidersi. Ma se le moltipilichiamo per se stesse, le deviazioni sono tutte positive, e noi
arriviamo alla definizione: la varianza di una quantità dipendente dal caso è il valore atteso di tutte le
sue deviazioni al quadrato dalla media. […] per qualunque quantità, maggiore è la deviazione standard,
più ampiamente distribuiti sono i suoi possibili valori intorno alla media; più piccola è la deviazionie
standard, più i possibili valori si concentrano intorno alla media”, in Paulos J.A., “Un matematico gioca
in Borsa”, Garzanti, Milano, 2003, pagg. 139-141.
25
“operational risk is usually defined in the negative – it includes all of the risks that are not categorized
as either market or credit risk” in Allen S. “Financial Risk management – A practitioner’s guide to
managing market and credit risk”, Wiley Finance, Hoboken, New Jersey, 2003, pag. 33
26
“La sofisticazione dell’approccio di analisi ovviamente influenza la quantità e qualità delle
informazioni che si acquisiscono. Un approccio sofisticato nel quale si sollecitano gli analisti ad
assegnare rating parziali ai “fattori di rischio” dell’impresa, quali business risk, financial risk, credit
risk, (del debitore della banca verso i suoi clienti), e operating risk, richiede di integrare tutta
l’informazione disponibile per appurare dimensione e natura dei rischi con cui ci si confronta; in questo
caso la banca viene spinta verso l’ “insight”, ovvero verso la cattura dell’informazione asimmetrica. Si
acquisisce una approfondita conoscenza dei punti di forza e di debolezza dell’impresa, delle sue
opportunità e dei suoi bisogni. […] Un approccio più semplice, in cui si chiede all’analista di pervenire
al rating finale assegnando giudizi parziali con un’analisi separata delle differenti “basi informative”
(tipicamente il conto economico, il bilancio, i dati andamentali interni, quelli di sistema, i profili di
settore e competitivi), produce una comprensione molto più povera dell’impresa. Infatti, l’analisi si
focalizza su aspetti dell’impresa mantenuti tra loro separati (seppure comprensivi di una quota di “soft
information” legata alla prossimità operativa) senza cogliere i fattori che fanno materializzare il rischio
di credito.”, in Contributi Bancaria, n. 1/2010.
16
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali

Rischio delle operazioni27:
• Rischio di frode;
• Rischio di informazione;
• Rischio sistemico;
• Rischio del personale;

Rischio legale28;

Rischio reputazionale29;

Rischio contabile30;

Rischio di liquidità31;

Rischio d’impresa32.
27
“The risk that deficiencies in information systems or internal controls will result in unexpected loss.
Operations risk can be further subdivided into the risk of fraud, risk of nondeliberate incorrect
information, disaster risk, and personnel risk”, in Allen S. “Financial Risk management – A
practitioner’s guide to managing market and credit risk”, Wiley Finance, Hoboken, New Jersey, 2003,
pag. 33
28
“The risk that the terms or conditions of a contract or agreement will prove unenforceable due to legal
defects in the contract or in related documentation and procedures. Legal risk includes regulatory risk”,
in Allen S. “Financial Risk management – A practitioner’s guide to managing market and credit risk”,
Wiley Finance, Hoboken, New Jersey, 2003, pag. 33
29
“The risk that the enforcement of contract provisions will prove too costly in terms of damage to the
firm’s reputation as a desirable firm for customers to do future business with”, in Allen S. “Financial
Risk management – A practitioner’s guide to managing market and credit risk”, Wiley Finance, Hoboken,
New Jersey, 2003, pag. 34
30
“The risk that an error in accounting practice will necessitate a restatement of earnings, which
adversely affects the investors’ or customers’ perception of the firm”, in Allen S. “Financial Risk
management – A practitioner’s guide to managing market and credit risk”, Wiley Finance, Hoboken,
New Jersey, 2003, pag. 34
31
“The risk that an institution will have to pay higher that prevailing market rates for its funding due to
either the investors’ perception that the credit quality of the institution is impaired, possibly due to
earnings problems or capital structure problems, or the overly heavy use of particular funding sources
within a given time period, with the large size of transactions impacting funding cost” in Allen S.
“Financial Risk management – A practitioner’s guide to managing market and credit risk”, Wiley
Finance, Hoboken, New Jersey, 2003, pag. 34
17
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
La quantificazione e la definizione del rischio è importante non solo
per le scelte dei singoli investitori, ma per l’intera collettività, infatti “la
capacità di gestire il rischio, e con essa la voglia di farsene carico e di fare
scelte proiettate in avanti, sono elementi chiave dell’energia che alimenta
il progresso del sistema economico”33.
Altra misura del rischio è il tempo34. L’arco temporale che intercorre
tra il compimento di un una operazione (ad es. la concessione di un
finanziamento) e l’ottenimento del risultato atteso35, in senso positivo o
negativo (il rimborso o il mancato rimborso di un debito), è direttamente
proporzionale al rischio.
32
“The risk of loss due to change in the overall business climate, such as the needs of customers, actions
of competitors, and pace of technological innovation”, in Allen S. “Financial Risk management – A
practitioner’s guide to managing market and credit risk”, Wiley Finance, Hoboken, New Jersey, 2003,
pag. 34
33
Bernestein P. L., “Più forti degli dei”, Il Sole 24 Ore, Milano, 2002, pag. XIII
34
“Rischio e tempo sono le facce opposte della stessa medaglia, perché se non ci fosse un domani non ci
sarebbe rischio. Il tempo trasforma il rischio, e la natura del rischio è modellata dall’orizzonte
temporale: il futuro è il campo di gioco. Il tempo conta di più quando le decisioni sono irreversibili;
tuttavia, molte decisioni irreversibili devono essere prese sulla base di informazioni incomplete” in
Bernestein P.L. “Più forti degli dei – La straordinaria storia del rischio”, Il sole 24 ore, Milano, 2002,
pag. 7.
35
“Un valore atteso è una media particolare. Nello specifico, il valore atteso di una quantità è la media
dei suoi valori, ponderati però in base alle loro probabilità.[…] Invece di fare direttamente la media, il
valore atteso di una determinata quantità si ottiene generalmente moltiplicando i suoi possibili valori per
le relative probabilità, sommando poi questi prodotti.[…] Il concetto di valore atteso spiega un piccolo
segreto degli investimenti. Un analista può benissimo credere, simultaneamente e senza cadere in
contraddizioni, che un determinato titolo abbia elevate probabilità di fare bene, ma che in media sia
perdente. […] Le stesse probabilità e le stessa variazioni di prezzo si possono usare anche per illustrare
due strategie complementari di trading, una che determina di solito dei piccoli guadagni e talvolta grosse
perdite, e l’altra che produce di solito delle piccole perdite e a volte dei grossi guadagni.[…]
Praticamente tutte le situazioni in cui si possono calcolare (o stimare agevolmente) le probabilità dei
valori che assumerà una determinata quantità ci consentono di stabilire il valore atteso di detta
quantità.”, in Paulos J.A., “Un matematico gioca in Borsa”, Garzanti, Milano, 2003, pagg. 137-139.
18
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
b) Default – Stato di insolvenza
Un concetto essenziale per la determinazione della probabilità di
default e quindi del rating (a cui la probabilità è associata), è la definizione
stessa di default.
Il sistema di rating è fondato sulla stima della probabilità di
insolvenza (default). Nell’accezione più generale del termine, lo stato di
insolvenza si verifica quando un debitore (emittente) non è in grado di
adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni alle scadenze pattuite con
normali mezzi di pagamento, oppure sia inadempiente oltre un lasso di
tempo stabilito dalla legge.
Occorre però distinguere tale situazione dal caso di illiquidità;
quest’ultima è una possibile causa di insolvenza, ma non necessariamente
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
un debitore illiquido (senza liquidità) incorre in uno stato di insolvenza,
quando i creditori si dimostrano disponibili a rinegoziare il debito. Lo stato
di insolvenza si distingue inoltre dallo stato di crisi36: “mentre l’insolvenza
è permanente, la crisi è temporanea”37.
Le crisi aziendali producono comunque alterazioni dello stato di
equilibrio così forti, da essere ritenute veri e propri “stati morbosi”, le cui
ripercussioni coinvolgono, fino alla necessità di un ricambio, l’assetto
proprietario, il management e le maestranze, la struttura organizzativa,
l’assetto tecnico.
Il sopravvenire di uno stato di crisi può accadere:
o Nella fase iniziale, poco tempo dopo la costituzione
dell’azienda;
o In fase di funzionamento, successivamente a processi di
sviluppo.
La comprensione del fenomeno delle crisi aziendali deve pertanto centrarsi
sulla crisi dei valori imprenditoriali, prima che su altri elementi dannosi. Il
verificarsi di fatti dannosi per l’impresa deriva da incapacità tecnico36
“La crisi aziendale costituisce un grave stato patologico dell’azienda, tale da poterne compromettere
la stessa sopravvivenza e da richiedere impegnativi interventi risanatori per ripristinare il perduto stato
di equilibrio […] il sopraggiungere di momentanei o comunque non prolungati intervalli di calo delle
prestazioni dell’impresa può essere considerato fisiologico e ricorrente, specie se si attivano adeguati
sistemi di controllo e permangono in tutta la loro efficacia le energie manageriali ed imprenditoriali dei
momenti migliori” in Bastia P., “Pianificazione e controllo dei risanamenti aziendali”, Giappichelli
Editore, Torino, 1996, pag. 11.
37
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 90.
20
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
gestionali, da limiti soggettivi delle persone che operano nell’impresa o da
limiti comunque connaturali all’essere umano in quanto tale. Per
comprendere la natura di tali difetti e limiti occorre precisare meglio il
contenuto della funzione imprenditoriale che viene a fallire manifestamente
nei casi di crisi aziendale. “Specificare il contenuto della funzione
imprenditoriale non è affatto compito agevole, data la lunga tradizione di
pensiero su questo tema, ricca di contributi molteplici e non sempre
concordi”38.
In dottrina e nel sistema economico, esistono definizioni più o meno
dettagliate del termine “default”.
“L’Accordo di Basilea 2 introduce una definizione unica di insolvenza
per il metodo dell’adeguatezza patrimoniale realizzato sui rating interni39
40
. La definizione prevede che il rischio di default si abbia in presenza di
almeno una delle tre situazioni standard:
38
Bastia P., “Pianificazione e controllo dei risanamenti aziendali”, Giappichelli Editore, Torino, 1996,
pagg. 11-13
39
“In essence, the internal risk rating system are based on general considerations and on experience, and
not on mathematical modeling. They cannot, therefore, be regarded as precise tools. Their usage clearly
relies on the judgment of the rating evaluators. Internal rating system are usually applied to nonfinancial corporations, as special approaches are employed for banks and other financial institutions.
Companies and instruments are classified into discrete rating categories that correspond to the expected
loss, which represent the combined estimate of the likelihood of the company failing to pay its obligations
and the subsequent loss in the event of default.”, in “Internal credit risk rating model” Badar-e-Munir,
University of Karachi, 2007, pag. 2.
40
I rating interni delle banche hanno in comune con quelli esterni l’obiettivo di valutare il rischio
d’impresa (business risk) e il rischio finanziario (financial risk), ma presentano alcune difformità tra
banche differenti:
o numero di classi e granulità maggiore per banche più avanzate
21
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali

la scarsa probabilità di rimborso integrale del prestito;

eventi di perdita associati a un’obbligazione creditizia, come
svalutazioni, accantonamenti specifici ovvero piani di
ristrutturazione del debito;

situazioni di fallimento o altre condizioni a esso assimilabili e
pagamenti scaduti da più di 90 giorni.
Secondo Standard & Poor’s si ha default quando vengono meno la capacità
o la volontà del debitore di adempiere a una o più obbligazioni
rispettandone i termini originari, più precisamente:

quando un pagamento di interessi e/o capitale è dovuto e non
viene effettuato;

in caso di richiesta spontanea di accesso a una procedura
concorsuale;

a seguito di un’offerta di ristrutturazione del debito che ne
riduce il valore totale (sostituzione di termini e condizioni).
o
o
o
o
natura delle informazioni considerate: sistema di scoring, analisi di settore, analisi variabili
qualitative
definizione di insolvenza
modalità di passaggio da borrower a facility rating
tempi e logiche di revisione
22
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Secondo Moody’s si ha default nei seguenti casi:

mancato o ritardato pagamento degli interessi e/o del capitale,
compresi i ritardati pagamenti effettuati nel periodo di mora;

cambiamento delle condizioni del debito in maniera
sfavorevole: i) l’emittente offre agli investitori strumenti di
debito in sostituzione dei preesistenti a condizioni economiche
sfavorevoli (common stocks, o strumenti di debito con cedole
più basse, a scadenza prolungata, diminuzione delle garanzie)
oppure ii) il cambiamento delle condizioni ha lo scopo
evidente di aiutare il debitore a evitare il default;

bancarotta, amministrazione controllata, fallimento e ogni
altro impedimento legale ai pagamenti alle scadenze
prestabilite del capitale e/o interessi”41.
“Secondo la prassi operativa, nello stato di default sono inclusi:

Sofferenza, inclusa la sofferenza c.d. “di sistema” o rettificata,
rilevabile dal flusso di informazioni di ritorno del servizio
Centrale Rischi gestito dalla Banca d’Italia;
41

Incaglio;

Credito ristrutturato;
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pagg. 92-93.
23
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali

Sconfinamenti e ritardi di rata per oltre 90/180 giorni
continuativi a seconda delle tipologie di asset class (c.d. past
due)”42.
È evidente che le differenze nella definizione di default possono
comportare un impatto importante sia nell’implementazione del sistema di
rating che nella predisposizione di strumenti circa l’affidabilità e la
stabilità dei sistemi di rating.
Il fatto che il criterio per determinare una situazione conclamata di
crisi d’azienda sia stato individuato nell’insolvenza, legata ad aspetti
finanziari piuttosto che economici, risiede nella circostanza che l’influenza
degli andamenti finanziari sugli andamenti economici è di per se stessa
evidente e si riconnette con la deficienza o l’esuberanza dei mezzi necessari
per realizzare le operazioni produttive. L’insufficienza di mezzi finanziari,
da qualsiasi causa possa essere provocata, influisce sempre in maniera
negativa sugli andamenti economici pregiudicando le possibilità formative
del reddito. “L’incaglio finanziario, allorché sopravviene, polarizza la
attenzione degli amministratori facendo passare in secondo piano i
problemi economici, ai quali è legata l’esistenza dell’azienda. Tale
situazione, inoltre pone gli amministratori in condizione di disagio nella
42
Cfr. L. Gai, op. cit., pagg. 41-42.
24
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
stipulazione di contratti di acquisto, nella negoziazione delle vendite,
nell’approvvigionamento dei mezzi finanziari, nel rinnovamento degli
impianti e delle strutture meccanizzate. Quando la situazione finanziaria è
pesante, gli amministratori non si dedicano più con l’intensità voluta allo
studio dei problemi reddituali. Questi problemi vengono seguiti in maniera
superficiale e sempre nei “ritagli” di tempo lasciati liberi dalle
preoccupazioni
finanziarie
che
gravano
sul
sistema
operativo.
Gradualmente si forma una “mentalità finanziaria” che spinge gli
amministratori a riguardare i costi, i ricavi e le formazioni reddituali sotto
una luce che non è più quella che identifica l’equilibrio della vita
aziendale”43.
Poiché i problemi della vita aziendale non possono essere risolti senza
tenere presenti contemporaneamente gli andamenti finanziari e quelli
economici, solamente tendo conto di entrambi questi elementi è possibile
“esprimere un giudizio di convenienza in ordine alle finalità particolari
delle singole operazioni e a quella generale che si vuole conseguire”44.
43
Giannessi E., “L’equazione del fabbisogno di finanziamento nelle aziende di produzione e le possibili
via della sua soluzione”, in “collana di studi economico-aziendali”, Colombo Cursi Editore, Pisa, 1969,
pagg. 17-18
44
Giannessi E., op. cit., pagg. 27-28
25
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
4. Classificazioni dei rating
Dal punto di vista operativo si è delineata una classificazione
dicotomica dei sistemi di rating interni, classificazione che è stata
recentemente accettata e analizzata dalla letteratura accademica. Tale
dicotomia è costituita da due modelli, considerabili estremi, cui si
aggiungono altri modelli intermedi, ibridi, più diffusi nella realtà
applicativa. Si riscontrano quindi “modelli che rispondono a una filosofia
Through The Cycle e modelli Point In Time, due estremi tra i quali si
colloca una intera gamma di modelli definibili come ibridi. Poiché la
filosofia di rating ha diverse implicazioni sulle varie finalità per cui i
rating sono utilizzati (regolamentari ma anche gestionali), la scelta
dell’approccio da adottare appare complessa: alla luce dello specifico
obiettivo del rating è infatti preferibile orientarsi verso l’uno o l’altro dei
modelli stilizzati”45. Di seguito vengono analizzate le differenze tra i due
modelli46, imputabili principalmente al diverso orizzonte temporale cui
fanno riferimento.
45
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 122
“A rating system that remains relatively constant through different business conditions is a “throughthe-cycle” (TTC) rating system whilst a rating system that changes period by period is a “point-in-time”
(PIT) rating system. Obligors in the same risk category of a PIT rating system would share similar
unstressed PDs, and obligors in a risk category of a TTC rating system would share similar stressed PDs.
Thus, the characteristics of PDs associated with each risk category are determined by the underlying
rating system and the type of information used” , in Vallés V. “FSI Award 2006 Winning Paper –
46
26
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
a) Rating Point In Time (PIT)
I rating possono essere più o meno ciclici, ovvero rispondere in
maggiore o minore misura ai mutamenti del contesto economico.
I rating Point In Time47 48 49 hanno l’obiettivo di stimare i rischi su un
orizzonte temporale limitato, di norma annuale. Tale sistema si focalizza
pertanto sulla situazione attuale, utilizzando tutte le informazioni
disponibili sia sulla controparte stessa, sia a livello aggregato (sul cotesto di
riferimento). Il risultato tende a essere una misura molto sensibile alle
condizioni macroeconomiche, che si comporta in modo ciclico ed è
caratterizzata da un’elevata volatilità “Nel caso di un sistema di rating
Point In Time, un incremento del rischio di default, come si verifica in un
periodo di recessione, si traduce in un incremento delle PD puntuali
Stability of a “through-the-cycle” rating system during a financial crisis”, Bank fot international
settlements, September 2006, pag. 5.
47
“Point-in-time ratings capture the short-term default risk at a certain point in time. The term is
somewhat misleading since it suggest that through-the-cycle ratings are not based on all currently
available information. In fact, both TTC and PIT ratings are based on the same information set.” in
“Fundamental Rating Characteristics of Structured Finance” di Kilian Plank, 14/08/2011, pag. 6.
48
“A Point-in-time approach may implicate significant capital structure risks and flave initial tranche
ratings” in “Fundamental Rating Characteristics of Structured Finance” di Kilian Plank, 14/08/2011,
pag. 23.
49
“In a point-in-time process, an internal rating reflects an assessment of the borrower’s current
condition and/or most likely future condition over the course of the chosen time horizon. As such, the
internal rating changes as the borrower’s condition changes over the course of the credit/business cycle.
In contrast, a «through-the cycle» process requires assessment of the borrower’s riskiness based on a
worst-case, «bottom of the cycle scenario», i.e. its condition under stress. In this case, a borrower’s
rating would tend to stay the same over the course of the credit/business cycle”, in “Rating System
Dynamics and Bank-Reported Default Probabilities under the New Basel Capital Accord”, di Heitfield
E., April 2004.
27
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
assegnate alle singole controparti e quindi in un significativo incremento
delle migrazioni dalle classi di rating migliori alle peggiori.”50.
b) Rating Through The Cycle (TTC)
Nei rating Through The Cycle51 la stima del rischio di default è
depurata dagli effetti congiunturali e l’orizzonte temporale risulta esteso,
idealmente corrispondente a un intero ciclo economico. I modelli utilizzano
tutte le informazioni relative alla controparte, ma non quelle aggregate,
focalizzandosi su una situazione di lungo periodo, che può corrispondere a
un livello medio o essere prudenzialmente identificata con un ciclo
moderatamente negativo. Il risultato di tale metodologia dovrebbe pertanto
condurre alla determinazione di un rating scarsamente volatile, poco
sensibile ai cambiamenti economici. “In un sistema di Through The Cycle,
invece, i cambiamenti nel rischio di default dovuti ai movimenti ciclici non
si riflettono in una variazione delle PD puntuali assegnate alle controparti,
che tendono a restare nella stessa classe di rating: le migrazioni sono
infatti dovute unicamente a fattori idiosincratici e in media si compensano.
50
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 122
“Through the cycle ratings capture the long-term average default risk of an issuer at a certain point in
time. The current short-term default risk may be higher or lower but if it is expected to return to the
average level, the rating does not change. Rating transitions are only necessary when a change of this
average occurs.” in “Fundamental Rating Characteristics of Structured Finance” di Kilian Plank,
14/08/2011, pag. 5.
51
28
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Il rischio di default si traduce invece in un incremento della volatilità dei
tassi di default all’interno di ogni classe di rating”52.
La distribuzione dei rating, rimanendo sostanzialmente stabile nel
corso del tempo, rischia di non riuscire a cogliere il peggioramento della
qualità creditizia.
Le Agenzie di rating prediligono metodologie di determinazione dei
rating orientate al TTC53 54 55 56, come anche da esse stesse indicato.
Gli istituti di credito, invece, sono più propense ad individuare
metodologie di determinazione dei rating orientate al PIT57.
52
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 122
“Rating agencies generally claim to issue through-the-circle (TTC) ratings, i.e., rating that are
insensitive to transitory changes of the credit environment. This is primarily iustified with the benefits of
rating stability. The question arises whether there is a connection between rating methodology and rating
behaviour which could explain the phenomena in the crisis” in “Fundamental Rating Characteristics of
Structured Finance” di Kilian Plank, 14/08/2011, pag. 2.
54
“Some investors believe that rating agencies are relatively slow in adjusting their ratings. A wellaccepted explanation for this perception on the timeliness of ratings is the “through-the-cycle”
methodology that agencies use. According to Moody’s, through-the-cycle ratings are stable because they
are intended to measure the risk of default risk over long investment horizons, and because they are
changed only when agencies are confident that observed changes in a company’s risk profile are likely to
be permanent”, in “How rating agencies achieve rating stability”, Altman E.I., Rijken H.A., April 2004.
55
“The through-the-cycle rating methodology of agencies is designed to achieve an optimal balance
between rating timeliness and rating stability. The methodology has two key aspects: first, a long-term
default horizon and, second, a prudent migration policy. These two standpoints are aimed at avoiding
excessive rating reversals, while holding the timeliness of agency ratings at an acceptable level. It is
unclear so far, which aspect of the through-the-cycle approach makes the primary contribution to rating
stability”, in “How rating agencies achieve rating stability”, Altman E.I., Rijken H.A., April 2004.
56
“In assigning ratings, agencies make use of a through-the-cycle rating methodology. That is, ratings
are only revised when there is a significant permanent, long term component in the underlying credit
quality change […] Watchlist and outlook assignments seem to deal with the continuous struggle of
agencies to strike a balance between rating timeliness ad rating stability”, in “What do rating agencvy
announcements signal? Confirmation or new information” Konijn Sander J.J., Rijken H.A., Department
of Finance, VU University Amsterdam
57
“Credit rating agencies (CRA) report TTC ratings while banks favour PIT-like ratings for their internal
tisk management. The agencies argue that investors prefer stable ratings and that frequent rating
changes (especially downgrades) may be unfavourable for the issuer. By contrast, baks are internally
more interested in their current risk state. […] Besides the time horizon rating methods also differ in
terms of the underlying measure of credit quality. For example, S%P relies on probability of default while
Moody’s relies on expected loss” in “Fundamental Rating Characteristics of Structured Finance” di
Kilian Plank, 14/08/2011, pag. 4.
53
29
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Gli Accordi di Basilea 258 e Basilea 3, richiedono infine più o meno
esplicitamente stime di PD compatibili con il metodo TTC.
c) Realtà operativa
I rating che si osservano nella prassi consolidata sono rating ibridi:
non corrispondono infatti mai perfettamente alle tipologie stilizzate, ma si
collocano in situazioni intermedie e sono caratterizzati da un proprio livello
di ciclicità. La ciclicità dei rating dipende sia da come è stimata la
probabilità di default (PD) individuale, ovvero dalla filosofia sottostante i
modelli, sia da come è calcolata la PD di classe.
Poiché i rating stanno accrescendo con il tempo le loro funzioni59, sta
aumentando anche la difficoltà degli stessi a rendere compatibili diverse (e
talora contrastanti) finalità, con conseguenti rischi di distorsioni nello
sviluppo dei sistemi e nelle applicazioni, pertanto i fronti su cui intervenire
sono stati individuati in tre punti:
58
“The Revised Framework (Basel II) demands long-run estimations of PDs compatible with a TTC
rating system. Although this is a feasible task in developed countries with relatively stable business
cycles, it could be a difficult one in emerging economies with periodic severe economic problems”, in
Vallés V. “FSI Award 2006 Winning Paper – Stability of a “through-the-cycle” rating system during a
financial crisis”, Bank fot international settlements, September 2006, pag. 30.
59
“I rating stanno accrescendo con il tempo le loro funzioni d’uso, che ormai si estendono dalla
origination del credito al controllo, alla riformulazione di importanti meccanismi operativi (quali ad
esempio le deleghe di autonomia), alla determinazione del capitale regolamentare, al supporto delle
valutazioni contabili (accantonamenti, valor equo, impairment), alla gestione strategica
dell’intermediario finanziario (adeguatezza patrimoniale, allocazione interna del capitale, incentivi e
sistemi premianti); tutto ciò in sintonia con il più generale sviluppo del risk management come strumento
guida per la creazione del valore in banca”, in Contributi Bancaria, n. 1/2010.
30
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
• il profilo tecnico dei modelli,
• il profilo organizzativo dei rating
• la risposta delle autorità di vigilanza al quesito sull’unicità dei
rating a fini gestionali e regolamentari60
“A livello generale […] l’assegnazione del rating si basa su diverse
fasi:
• stima della PD puntuale in ciascuna controparte;
• attribuzione di ogni controparte a una classe di rating;
• assegnazione delle PD alle classi di rating.
I primi due punti attengono al modello di rating, mentre l’ultimo
punto riguarda la stima dei parametri che sono poi utilizzati a scopo
regolamentare, in quanto per il calcolo del capitale tramite le formule di
Basilea si utilizza la PD di classe e non quella individuale.
Il modello di rating, che può avere caratteristiche che tendono al PIT
a al TTC a seconda della sua impostazione metodologica, produce una PD
individuale”61.
Indipendentemente dall’orientamento TTC o PIT, sarebbe però quanto
mai opportuno e importante risolvere una problematica che tende a minare
l’origine di ogni valutazione, quella legata alla affidabilità e utilizzabilità
60
Cfr. “I rating interni durante e dopo la crisi: rapporti banca-impresa, vincoli regolamentar i modelli di
business”, in Contributi Bancaria, n. 1/2010, De Laurentis G., Maino R.
61
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 124
31
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
dei dati storici a fini previsionali, è stato rilevato infatti che “in effetti
l’analisi di bilanci consuntivi, in qualsiasi modo sia effettuata, non può
fornire che indicazioni riferentisi ad un passato più o meno remoto
secondo quanto si spinga a ritroso l’indagine stessa. Così come nessuno
guarda ai redditi, netti o lordi che siano, dei passati esercizi per attribuire
gli stessi ai processi produttivi di futura attuazione, allo stesso modo non
c’è nessuno che negli indici di redditività del capitale investito rilevati in
passato pretenda di individuare i valori attesi per i prossimi esercizi. Gli
indici, o quozienti di bilancio che dir si voglia, non sono altro che uno
strumento destinato a facilitare l’interpretazione dei bilanci. Perciò, se
questi bilanci sono consuntivi, le notizie ricavate non potranno essere che
storiche e, più in generale, tutte le informazioni ricavabili dai “ratios”
sono strettamente vincolate al campo abbracciato dalle sintesi della
contabilità generale di fine periodo. Si dovrà dire perciò che, per quanto
riguarda le valutazioni prospettiche, gli indici, come qualsiasi altro dato
storico, sono una base sulla quale si fondano le previsioni, così come
accade per i bilanci dei quali gli indici stessi sono una esplicazione. È
soltanto un tale chiave che ad essi si attribuisce la capacità di fornire
informazioni sulla situazione economica nonché sulle prospettive della
situazione finanziaria”62.
62
Coda V., Brunetti G., Barbato Bergamin M., “Indici di bilancio e flussi finanziari”, Etas Libri, Milano,
32
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Osservata in qualsiasi istante del suo fluire, la gestione si profila
continuamente proiettata nel futuro, anche se ritrova nel presente e nel
passato l’origine economica del ciclo, sempre incompiuto, attraverso il
quale essa si esplica. Ciò vuol dire che la gestione nel tempo è continua, e
che, in qualunque momento, nell’impresa in funzionamento, è sempre
possibile percepire una gestione in atto, destinata a futuro compimento, il
passato costituisce solo una base, ma la sua valenza predittiva può essere
considerata alquanto limitata63.
L’analisi di bilancio rappresenta una delle tecniche fondamentali per
la conoscenza e la comprensione della gestione aziendale. È una funzione
professionale che ha assunto sempre crescente importanza nella realtà
economico-aziendale. Con essa si mira a comprendere il contenuto della
gestione attraverso l’esame critico del sistema dei valori espresso dal
bilancio di esercizio. Più specificamente, pertanto, si parla di analisi della
gestione aziendale attraverso il bilancio. Strumento utile per la conoscenza
della gestione aziendale, però non è uno strumento assoluto: rappresenta
uno dei molti strumenti di cui la direzione deve servirsi per porre in essere
un soddisfacente processo informativo inerente la gestione stessa. L’analisi
di bilancio fornisce indizi e sintomi: spetta poi all’analista interpretarli nel
1974, pag. 3-4
63
Ferrero G., “La valutazione del capitale di bilancio – Logica economico-quantitativa della valutazione
– Legislazione vigente e direttive comunitarie – Principi contabili”, Giuffrè Editore, Milano, 1988, pag. 8
33
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
modo migliore per trarre da essi le più opportune indicazioni. L’analisi di
bilancio costituisce uno strumento storico-prospettico di conoscenza della
gestione. Si sviluppa, cioè, in due momenti, assolutamente collegati: in un
primo momento permette di conoscere e interpretare la gestione passata; in
un secondo momento permette di formulare dati utili per disegnare la
gestione futura. L’analisi di bilancio è utile, dunque, per giudicare il
passato dell’azienda e altresì per programmare il suo futuro. Appare quanto
mai opportuno sottolineare che l’analisi di bilancio fornisce un supporto
alla programmazione piuttosto che a una previsione. “In altre parole, essa
ha una funzione storica: poiché permette l’interpretazione del bilancio,
quindi la comprensione della gestione da esso sottesa; inoltre ha una
funzione prospettica: poiché fornisce la base per la progettazione della
gestione futura”64.
Risulta inoltre necessario rilevare che il valore previsionale degli
indici economici e finanziari dipende in modo vincolante dai criteri di
valutazione adottati nella redazione dei bilanci analizzati. Nel caso in cui
questi appaiano oscuri, contraddittori, poco omogenei nel tempo e nello
spazio, i rapporti fra dati, frutto delle valutazioni stesse, non potranno
essere considerate più attendibili dei valori assoluti che compongono i loro
numeratori ed i denominatori, “né queste informazioni potranno essere più
64
Caramiello C., “Indici di bilancio”, Giuffrè Editore, Milano, 1993, pagg. 3-4
34
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
utilmente confrontabili con altre riferibili alla stessa azienda o ad aziende
svolgenti la loro attività nel medesimo settore”.65 66
Non appare neppure possibile realizzare una netta distinzione tra
aspetti finanziari ed economici, in quanto, con i loro legami di
interdipendenza, rendono impossibile, anche attraverso gli indici,
l’isolamento dell’uno o dell’altro aspetto per esprimere giudizi indipendenti
tra di loro. “La stessa gestione corrente, ad esempio, se con l’intreccio dei
costi e dei ricavi determina il reddito operativo, indicatore fondamentale
della redditività aziendale, origina d’altra parte un insieme di flussi
finanziari in entrate ed in uscita che, concorrendo a formare il capitale
circolante, incidono sulle ulteriori scelte di struttura finanziaria, oltre a
restare a loro volta condizionati da queste ultime”.67
Poiché nelle analisi finanziarie, di norma, si attribuisce una particolare
importanza allo studio della struttura del capitale, lo studio della dinamica
finanziaria contribuisce in misura considerevole alla comprensione dei
cambiamenti che si verificano nella struttura del capitale, “l’analisi di
quest’ultima giova alla comprensione delle politiche finanziarie seguite, se
è vero che difficilmente si può pensare all’elaborazione di una strategia
65
66
Coda V., Brunetti G., Barbato Bergamin M., op. cit., pag. 5
La banca, prima di decidere sulla concessione del credito richiesto, deve analizzare
l’azienda richiedente. Essa deve innanzitutto esaminare le caratteristiche e l’andamento
del settore economico nel quale l’azienda opera. Tale indagine va rivolta soprattutto ai
rischi che gravano sull’azienda richiedente ed ai probabili sviluppi futuri del settore nel
quale l’azienda svolge la sua attività.
67
Coda V., Brunetti G., Barbato Bergamin M., op. cit., pag. 9
35
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
finanziaria senza affrontare direttamente il problema di una equilibrata
struttura del capitale”68 69.
68
Coda V., Brunetti G., Barbato Bergamin M., op. cit., pagg. 124-125
“L’analisi ex post della struttura del capitale – se è condotta in stretta aderenza allo studio della
dinamica finanziaria, con il dovuto approfondimento dei problemi di gestione (economica, finanziaria e
monetaria) – consente di decifrare il significato semiologico dei quozienti di bilancio e di tentare la
definizione di grandezze standard valide non già in assoluto, ma per quella determinata azienda e in
presenza di determinate situazioni” in Coda V., Brunetti G., Barbato Bergamin M., op. cit., pag. 125
69
36
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
5. Le Agenzie di rating
“Il primo rating viene pubblicato a opera di John Moody negli Stati
Uniti d’America nel 1909, trecento anni dopo che gli olandesi avevano
rivoluzionato la finanza nazionale e internazionale inventando le common
stocks (azioni ordinarie) e fondando la prima banca proto-centrale, la
Banca di Amsterdam, nel 1609”70.
Nel tempo i prodotti offerte dalle Agenzie si sono diversificati, quelli
più tradizionali rimangono comunque le valutazioni del rischio di credito
dei singoli strumenti di debito (issue rating), del profilo di rischio
dell’emittente (issuer rating) e del rating dello Stato sovrano (sovereign
rating)”71 72. in ordine di fatturato, Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch.
A partire dal 1975, negli Stati Uniti, è stata costituita la NRSRO
(Nationally Recognized Statistical Rating Organizations) per assegnare lo
70
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 21.
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 86.
72
I rating delle Agenzie hanno l’obiettivo di valutare il business risk (capacità di produrre flussi di cassa,
dipendente dalla posizione nel settore e dalla qualità del management) e il financial risk (stabilità struttura
finanziaria, dipendente dalla composizione del passivo e dalla flessibilità finanziaria). Sono di norma
basati su modelli analitici di natura soggettiva:
o analisi quantitativa, di tipo uni variato o multivariato: esame condizioni economicofinanziarie dell’emittente, prospettive del settore;
o analisi qualitativa: qualità del management, efficienza processo produttivo, immagine e
reputazione, diversificazione geografica e produttiva, qualità processo distributivo,
potere di mercato dell’impresa.
71
37
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
status ufficiale di Agenzia di rating. Attualmente, le uniche Società che
hanno ottenuto tale qualifica sono le tre principali citate in precedenza.
Accanto alle tre Agenzie leader, esistono comunque numerose
Agenzie che agiscono a livello nazionale, ma che vengono consultate per
fornire rating peculiari di specifiche realtà locali, e quasi sempre nella
forma di second rating, a titolo di eventuale conferma di un rating già
espresso da una delle tre Agenzie leader.
L’operato delle Agenzie di rating è considerato spesso in maniera
controversa e talvolta assimilato a dei semplici vaticini73.
73
così, S. Luciano, Le Agenzie di Rating sono gli aruspici di oggidì, in Italia Oggi del 27/05/2011, pag. 2:
“Marco Tullio Cicerone si chiedeva, in una delle sue «Lettere», come facessero gli aruspici a incrociarsi
per le strade di Roma, guardarsi negli occhi e non scoppiare a ridere in faccia l’un l’altro: come fanno,
tra di loro, i complici di una burla ai danni di una vittima inconsapevole. Gli aruspici, si sa, erano gli
indovini che promettevano di predire il futuro scrutando il volo degli uccelli, le viscere delle vittime dei
sacrifici e simili amenità. Il laico Cicerone, che non credeva ai loro vaticini, li fustigava così da par suo.
Ebbene, dopo le clamorose prove di miopia se non addirittura incompetenza che molti analisti delle
società di rating hanno dato nei mesi precedenti la crisi finanziaria del 2008-2009, fa veramente specie
che la comunità finanziaria, e soprattutto i mercati, continuino a considerare con tante attenzione i voti
espressi da queste entità, soprattutto le prime tre, Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch. È del tutto
evidente che non ci prendono quando serve, ovvero che reiterano giudizi ovvi quando è del tutto
superfluo farlo. Spesso non convergono nelle valutazioni, come nel caso dell’outlook sull’Italia, negativo
per S&P e stabile per Moody’s e Fitch, il che se da un lato fa pensare che non ci sia un «cartello» tra
esse dall’altro dà l’idea che le loro valutazioni siano basate su criteri aleatori e discutibili, fin troppo
discutibili, in materia economica. Insomma, se i loro rating fossero considerati soltanto degli indicatori
interessanti, tra molti altri, per formarsi un’idea della situazione di imprese e nazioni non ci sarebbe
nulla di patologico; diventa inquietante vederli considerati invece ancora come degli oracoli. Tanto più
che, contro i tre leader storici di questo piccolo mercato, si sta sempre più spesso schierando la Dagong
Global Credit Rating, l’agenzia di rating cinese, che sei mesi fa tagliò il rating del debito Usa e due
giorni fa l’ha rifatto con la Gran Bretagna: come la pensino i principali investitori finanziari del mondo
è rilevante per chiunque, e visto che i cinesi hanno deciso di «non fi darsi più» di S&P, Moody’s e Fitch e
di far da sé le tre big storiche avrebbero dovuto essere considerate automaticamente a loro volta
declassate. La verità è che i mercati finanziari mondiali sono isterici, oppressi da incertezze senza
precedenti dal Dopoguerra a oggi, e tremano a ogni segnale critico: figuriamoci di fronte a dei rating
negativi. Anche per questo ha ragione Elio Lannutti, leader storico dei risparmiatori associati italiani
con l’Adusbef, ad auspicare che il prossimo G8 ridimensioni «lo strapotere delle agenzie di rating». Ma
non c’è da farsi illusioni: non accadrà”.
38
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Le principali critiche74 cui le Agenzie sono esposte sono le seguenti:

creatrici di profezie autorealizzantisi, “i giudizi delle agenzie
possono avere la natura di profezie che si realizzano da sole,
proprio in virtù delle conseguenze che il giudizio insito nel (la
variazione del) rating ha sul destino dell’emittente che lo
riceve”75;

fornitrici di giudizi poco significativi, (critica di Partnoy) “mai
chi ha agito troppo poco e così troppo tardi è stato così potente.
L’evidenza empirica mostra che le Agenzie non danno alcun
contributo informativo quando riducono o aumentano il livello
di rating di uno strumento: esse provvedono a effettuare un
declassamento quando ormai gli investitori sono consapevoli
del peggioramento delle caratteristiche dello strumento, proprio
come è avvenuto nel caso di Enron e della crisi asiatica”76;

natura di profit organization, in quanto le Agenzie rilasciano un
giudizio emittenti dietro compenso. “Le società di rating sono
74
Oltre alle critiche che in generale vengono dirette alle agenzie di rating, analizzando l’attuale contesto
finanziario internazionale è stato rilevato quanto segue: “Rating agencies are attributed a key role within
the context of the subprime crisis. They are accused of having overestimated the future development of
risk factors such as U.S. house prices and also of having underestimated the general risks within CDO or
RMBS asset pools. As a consequence, large volumes of structured finance Securities with flave ratings
were issued. A further criticism concerns the timing of downgrades. They came too late and were too
abrubt and thus caused enormous shockwaves on the markets”, in “Fundamental Rating Characteristics
of Structured Finance” di Kilian Plank, 14/08/2011.
75
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 105.
76
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 111.
39
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
profit organizations e, come tali, il loro scopo non è eliminare
le asimmetrie informative, che legittimerebbe il loro profitto,
bensì vendere un servizio e, nel fare ciò, pur sapendo di
coinvolgere il loro valore reputazionale, sono esposte alle stesse
tentazioni di un qualsiasi operatore di mercato”77;

presenza di conflitti di interessi, a tal proposito è stato osservato
che “Le società di rating hanno troppo spesso registrato gravi
errori di valutazione del rischio per difetto o per eccesso,
incappando in fallimenti di imprese e banche o creando
problemi alle imprese a agli Stati sulla strada della crescita. […]
Le cause del malfunzionamento delle società di rating sono
dovute alle difficoltà intrinseche nel’individuazione delle molte
facce dei rischi, all’aver seguito «il flusso delle vicende umane»
[…] e al non avere risolto il conflitto di interessi
dell’appartenenza a gruppi che esercitavano anche consulenza
finanziaria di vario tipo”78.

servizio
potenzialmente
pubblico,
“lo
stesso
tipo
di
informazione fornito dalle Agenzie potrebbe essere fornito dagli
investitori istituzionali, i quali hanno le capacità adeguate per
77
Cfr. P.Savona, Prefazione al testo G. Ferri, P. Lacitignola, Le Agenzie di rating, Il Mulino, Bologna,
2009, pag. 12.
78
Cfr. P.Savona, Prefazione al testo G. Ferri, P. Lacitignola, Le Agenzie di rating, Il Mulino, Bologna,
2009, pag. 10.
40
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
procedere alla quantificazione del rischio di credito in maniera
autonoma”79.

scarsa attenzione alle variazioni di rischio di credito nel tempo.
“Se le agenzie sembrano fare un buon lavoro nel momento in
cui il rating viene emesso, lo stesso non si può sempre dire per
le successive revisioni del rating. Utili esempi a tal proposito –
per citarne solo alcuni – sono quelli dei casi Enron (2001),
Parmalat (2002), della crisi asiatica (1997) e la debacle della
finanza strutturata (2007), laddove i declassamenti sono
avvenuti allorquando la cattiva qualità degli emittenti era già
ampiamente nota. D’altro canto va tenuto presente l’effetto
negativo di declassamento e il circolo vizioso che il
declassamento può innescare”80.

eccessiva vischiosità di adeguamento dei rating al variare delle
condizioni
delle
imprese81
79
82
.
Un’indagine
condotta
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 81.
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 113.
81
“The objective of agencies i sto provide an accurate relative (i.e. ordinal) ranking of credit risk at each
point in time, without reference to an explicit time horizon. In order to achieve rating stability, agencies
take a long-term perspective, which lowers the sensitivity of agency ratings to short-term fluctuations in
credit quality. In their corporate ratings criteria document, Standard & Poor’s (2003) takes the position
that «the value of its products is greatest when its ratings focus on the long term and do not fluctuate with
near performance.» Agencies aim to respond only to the perceived permanent (long-term) component of
credit-quality changes. In addition, agencies follow a prudent migration policy. Only significant changes
in credit quality result in rating migrations and, if triggered, ratings are partially adjusted”, in “How
rating agencies achieve rating stability”, Altman E.I., Rijken H.A., April 2004.
82
“Prior surveys and benchmark studies indicate that agency ratings respond slowly to changes in
underlying credit-quality. Empirical research on return reactions on the other hand frequently report
abnormal return reactions prior to negative announcements. We confirm the latter, where we consider
80
41
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
dall’Association of Financial Professional (2002) rivela che la
maggior parte degli operatori di mercato ritengono che le
agenzie siano lente nell’adeguare il rating al variare del rischio
di credito degli emittenti;

assenza di responsabilità, le Agenzie finora non sono state
considerate giuridicamente responsabili per la qualità del rating
emesso, in quanto la legislazione americana, competente per le
tre principali Agenzie, ha stabilito che la responsabilità nella
fornitura di informazioni al pubblico sia paragonabile a quella
dei giornalisti piuttosto che a quella dei revisori83;
Le argomentazioni a favore delle Agenzie84 stesse sono, invece,
principalmente le seguenti:
three types of announcements: rating changes, watchlist additions and outlook assignments. We also
obtain significant positive post-announcement returns in case of negative announcements, which is in line
with several event studies. Given previous empirical findings we estimate point-in-time default prediction
models. These models do not suffer from possible conservatism in information provisioning by rating
agencies. This allows us to make a distinction between confirmed and unconfirmed announcements.”, in
“What do rating agencvy announcements signal? Confirmation or new information” Konijn Sander J.J.,
Rijken H.A., Department of Finance, VU University Amsterdam
83
In merito si segnala, però, una possibile variazione di tendenza: “Anche le agenzie di rating,
recentemente finite sotto accusa dopo la grande crisi mondiale, potranno essere valutate con giudizi
peggiorativi. È quanto prevede la riforma delle regole finanziarie in discussione degli Stati Uniti, che sta
per essere approvata definitivamente dal Congresso. Il testo autorizza gli investitori a portare in
tribunale le agenzia che li abbiano indotti in errore facendo un cattivo lavoro, sia consapevolmente, sia
per negligenza” Articolo, Un’agenzia di rating potrà essere degradata, Italia Oggi, venerdì 9 luglio 2010,
pag.11.
84
“Despite the recent criticism levale at CRAs, they play a significant role in the marketing of fixedincome instruments, with most investors requiring that their fixed-income holdings have a credit rating”,
in “The uses and abuses of sovereign credit ratings”, International Monetary Fund, October 2010, pag.
86.
42
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali

la prova indiretta che le Agenzie forniscano informazioni utili e
preziose è data dal fatto che gli emittenti siano disposti a pagare
per avere il rating e gli investitori sono disposti ad accettare
tassi di interesse più bassi a fronte di livelli di rating migliori;

“ottenendo un rating, l’emittente segnala che non ha nulla da
nascondere; al contrario non richiedendolo segnala che potrebbe
avere qualcosa da nascondere. Dal punto di vista delle imprese,
attraverso l’uso del giudizio di un’Agenzia esse segnalano il
proprio merito creditizio riducendo il problema del moral
hazard”85;

poiché i rating non solo forniscono informazioni sul merito di
credito, ma “incorporano anche la reputazione dell’agenzia che
ha emesso quel rating”86, il potenziale conflitto di interessi
imputabile al compenso percepito per l’emissione del rating, è
mitigato dal rischio di name shame, che costituisce un
deterrente al verificarsi condotte opportunistiche.

“Rendendo consapevole l’emittente del proprio profilo di
rischio, le Agenzie possono indurre gli emittenti stessi a porre
in essere meccanismi per il miglioramento del proprio merito di
credito”;
85
86
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 79.
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pagg. 80-81.
43
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Quest’ultima considerazione è però di dubbia validità in quanto le
aziende sottoposte a giudizio di rating, potrebbero, invece, essere inclini a
gonfiare i valori con prospettiva a breve termine. “Quando le società sono
grandi, hanno bisogno di ottimizzarsi per soddisfare le richieste degli
analisti di Wall Street. Questi analisti […] eserciteranno pressioni sulle
società perché […] si sbarazzino delle loro assicurazioni al fine di
aumentare il rendimento azionario e migliorare il bilancio profitti-perdite,
contribuendo infine in tal modo alla loro bancarotta”87.
In sintesi va tenuto sempre presente che ottenere un rating da
un’agenzia è costoso, in equilibrio il grado di efficienza è più elevato in
presenza di questo intermediario (l’Agenzia), ma la qualità è più bassa
rispetto alla situazione di piena informazione.
La nuova regolamentazione dell’Unione Europea per le Agenzie di
rating prevede che:

“le agenzie di rating non possono fornire servizi di
consulenza;

non possono emettere il rating di strumenti finanziari se non
hanno informazioni di qualità sufficiente sulla base delle quali
emetterlo;
87
Cfr. N. N. Taleb, Robustezza e fragilità, Il Saggiatore S.p.A., Milano, 2010, pag. 23.
44
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali

devono rivelare al pubblico quello che è il loro modello, le
metodologie e le assunzioni base su cui basano il rating;

devono differenziare il rating dei prodotti più complessi
aggiungendo un simbolo specifico;

sono obbligate a pubblicare un rapporto annuale sulla
trasparenza;

devono creare una funzione interna per rivedere la qualità del
loro rating;

dovrebbero avere almeno due membri indipendenti all’interno
del Consiglio di Amministrazione la cui remunerazione non
dipende dalla performance del business delle agenzie”88.
Il ruolo delle Agenzie di rating è stato rafforzato ulteriormente
dall’Accordo di Basilea 2, cui si rimanda al paragrafo successivo. Secondo
tale Accordo, il rating, oltre ad avere un ruolo cardine nello sviluppo dei
mercati finanziari, è fondamentale nella determinazione del patrimonio di
vigilanza delle banche: lo rende più coerente con il profilo di rischio degli
operatori di mercato. In ogni caso, sia le barriere all’entrata che l’elevata
domanda di rating (sia da parte degli emittenti che dei regolatori)
potrebbero aver dato alle Agenzie un eccessivo potere di mercato con
88
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 201.
45
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
evidenti problemi sulla intelligibilità della loro attività. Inoltre, Basilea 2 ha
assai ampliato la domanda di servizi per le agenzie. Infatti, molte banche
hanno adottato modelli interni di rating dei debitori direttamente o
indirettamente forniti dalle Agenzie di rating”89.
In ogni caso, qualora la banca si avvalga di un proprio modello di
rating interno, esso “dovrà essere validato dall’autorità di vigilanza e,
presumibilmente, dovrà ricalcare i criteri usati dalle ECAI”90.
Secondo alcuni91, i modelli analitici utilizzati dalle Agenzie per la
misurazione dei rischi dovrebbero essere resi noti al mercato affinché
quest’ultimo possa monitorarne con maggior cognizione di causa le
valutazioni e, se opportuno, formularne di proprie. In questo contesto le
89
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pagg. 84-85.
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 194.
91
Cfr. Violi R., “Credit Ratings in structured finance and the role of systemic risk”, Banca d’Italia.
90
46
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Agenzie dovrebbero inoltre fornire al mercato stesso dettagli riguardanti gli
elementi di giudizio discrezionali utilizzati per la quantificazione dei
principali parametri del proprio modello di valutazione dei rischi. Appare
però alquanto difficile che le Agenzie si possano dimostrare disponibili a
condividere le loro strategie interne e gli studi su cui fondano il proprio
business.
6. L’Accordo di Basilea 2
L’Accordo di Basilea 2 consiste in un sistema di regole che fissa la
capitalizzazione minima delle banche collegandola all’uso del rating92 per
la determinazione del patrimonio di vigilanza. Tale legame è imputabile
direttamente al fatto che, come già ampiamente descritto in precedenza, la
determinazione dei rating consiste nella valutazione del grado di rischio di
insolvenza di un’impresa, concretizzandosi in un insieme di procedure di
analisi e di calcolo grazie al quale un potenziale finanziatore93 può trarre un
giudizio di sintesi sulla rischiosità / affidabilità di un debitore nel caso di
concessione del credito richiesto.
92
La normativa di Basilea II definisce il sistema di rating come “l’insieme di metodi, procedimenti,
controlli, dati e sistemi informativi che fungono da supporto alla valutazione del rischio di credito,
all’attribuzione dei gradi interni di merito e alla stima quantitativa delle inadempienze e delle perdite”.
93
Per «finanziatore», si può considerare “colui che dà all’impresa i mezzi finanziari occorrenti per
l’attuazione dei piani ideati e composti dall’imprenditore, qualunque sia il modo del conferimento dei
mezzi stessi”, in Amaduzzi A. “L’azienda nel suo sistema operante”, Torino, 2002, pag. 68
47
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Con l’introduzione dell’Accordo di Basilea 2, che ha stabilito i
requisiti minimi di patrimonio delle banche in base all’ammontare del
rischio da esse assunto, sono state introdotte per la prima volta nuove e più
sofisticate metodologie di valutazione dei rischi (rischio di credito, rischio
di mercato e rischio operativo). “Per quel che riguarda il calcolo dei
coefficienti di ponderazione delle attività esposte al rischio di credito e
quindi dei livelli di patrimonio necessari, le banche sono state chiamate ad
adottare metodologie di attribuzione di rating indicativi della solvibilità
dei clienti.”94 Gli intermediari hanno potuto optare tra l’approccio standard,
simile a quello proposto dall’Accordo di Basilea 1, e quelli interni
(Foundation e Advanced), elaborati dalla banca stessa, ma sottoposti al
vaglio e alla validazione delle Autorità di Vigilanza nazionali. “Dalla
lettura delle note integrative delle banche del campione emerge che la
metodologia più usata è quella standard, soprattutto per i gruppi mediopiccoli, mentre è ancora limitato per lo più a pochi gruppi di maggiori e
grandi dimensioni l’utilizzo delle metodologie di rating interni”.95 Si rileva
però che molte banche hanno già avviato lo sviluppo delle metodologie
IRB (Internal Rating-Based), prevalentemente nella versione Foundation,
94
Cfr. “Le banche italiane e la sfida dell’economia reale – La qualità del credito” Discussion Paper
KPMG, 2010.
95
Cfr. “Le banche italiane e la sfida dell’economia reale – La qualità del credito” Discussion Paper
KPMG, 2010.
48
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
mentre in qualche caso si sta passando alla versione Advanced, in fase di
validazione da parte della Banca d’Italia.
A tal riguardo occorre sottolineare che particolare attenzione deve
essere prestata ad eventuali declassamenti di rating precedentemente
assegnati, l’impatto dei quali è ulteriormente amplificato dalle regole di
Basilea 2. “Una soluzione concreta a questa problematica è l’attribuzione
del rating non solo sulla base di indicatori finanziari, in grado di predire
gran parte del rischio idiosincratico, ma anche alla luce dell’ambiente nel
quale l’impresa opera, dando un peso ragionevole a tutti gli indicatori
suscettibili di influenzare il merito di credito dell’impresa”96.
A seguito dell’introduzione dell’Accordo di Basilea 2, gli istituti di
credito hanno dovuto prestare particolare attenzione alla metodologia di
rating adottata in quanto determina effetti significativi sui requisiti
patrimoniali degli stessi 97.
In
particolare
risulta
di
grande
importanza
intercettare
tempestivamente un creditore che sta “scivolando” verso uno stato di
default in quanto, secondo la normativa di Basilea 2, si può realizzare un
96
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, op. cit., pag. 119.
“The analysis presented here suggest that bank’s coice of rating philosophies can have a significant
effect on its risk-based regulatory capital requirement. Given the rules described in the Basel
Committee’s third consultative document, a bank that adopts a more dynamic point-in-time rating system
should face more volatile and more counter-cyclical regulatory capital requirements than a bank that
adopts a more stable through-the-cycle rating system” in “Rating System Dynamics and Bank-Reported
Default Probabilities under the New Basel Capital Accord”, di Heitfield E., April 2004.
97
49
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
risparmio in termini di capitale regolamentare98, pertanto risulta sempre più
importante e utile implementare dei modelli in grado di misurare la qualità
creditizia delle esposizioni irregolari.
“La crisi finanziaria ha modificato profondamente questo scenario.
La regolamentazione di Basilea 2 è stata criticata da molti osservatori che
l’hanno anche iscritta tra i fattori alla base dell’instabilità finanziaria”99.
“Se da un lato non è corretto attribuire a Basilea 2 la responsabilità
della crisi, va tuttavia detto che tale quadro regolarmente presentava
alcuni punti deboli. A partire dai primi anni Ottanta, il ruolo dello Stato
nella regolamentazione dell’economia era stato progressivamente ridotto,
sulla base dell’esperienza tipicamente anglosassone e di teorie che
sostengono una superiorità del mercato nell’allocazione efficiente delle
risorse. Nel settore finanziario, la regulatory philosophy si era evoluta
nell’idea che la regolamentazione potesse essere tanto più efficiente ed
efficace quanto meno fosse prescrittiva e quanto più valorizzasse le prassi
degli intermediari. Un momento qualificante di tale cambiamento doveva
essere rappresentato dal passaggio da Basilea 1 a Basilea 2, dove la
disciplina prudenziale affidava agli intermediari il compito di sviluppare
metodologie e strumenti per la misurazione dei rischi, predisporre
98
Cfr. “Le banche italiane e la sfida dell’economia reale – La qualità del credito” Discussion Paper
KPMG, 2010.
99
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, Basilea 3 – Gli impatti sulle banche, EGEA, Milano, 2011, pag. 34
50
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
adeguati presidi interni di controllo, pervenire a un’autonoma valutazione
del capitale interno necessario per sostenere l’operatività; alle Autorità di
vigilanza quello di vagliare la congruità delle valutazioni effettuate dagli
intermediari, intervenendo con apposite misure ove necessario. La
capacità
di
autovalutazione
del
capitale
interno
sono
risultate
sopravvalutate. Le metodologie di misurazione dei rischi, per quanto
avanzate, si sono mostrate rappresentazioni grossolane e incomplete del
mondo reale; esse hanno scontato limiti quali essere backward looking,
ovvero basate su dati storici, e inadeguate a cogliere l’impatto di eventi
“catastrofali”, ovvero infrequenti e di ampia portata”100.
“Il seme della crisi è germinato in sistemi finanziari, quale quello
statunitense, che ancora adottavano Basilea 1 e che, comunque,
programmavano
l’adozione
della
nuova
normativa
prudenziale
limitatamente a un novero assai contenuto di intermediari”101.
La normativa di Basilea 2, coerentemente con quello che era il suo
obiettivo principale, ha reso i requisiti di capitale più sensibili al rischio
effettivo del portafoglio. La crisi finanziaria degli ultimo anni ha messo
però in luce alcune debolezze del sistema, che si sostanziano
essenzialmente nella sottostima dei rischi e nella prociclicità dei requisiti di
capitale: tra le molte misure da adottare come risposta, c’è stato ampio
100
101
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 35
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 34
51
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
consenso sul rafforzamento del sistema finanziario e sulla necessità di una
vigilanza più intensa e proattiva.
Oltre alla necessità di munirsi di adeguati strumenti quantitativi al fine
di realizzare una efficace gestione dei crediti irregolari, la crisi finanziaria
ha anche evidenziato l’importanza delle filosofie dei vari sistemi di rating,
che, come indicato in precedenza, possono essere più sensibili
all’andamento dei singoli debitori e meno all’andamento macroeconomico
(TTC), o, invece, produrre dei risultati che risentono fortemente
dell’andamento del ciclo economico (PIT o “prociclici”).
Durante la redazione del framework di Basilea 2 si è discusso molto se
le nuove regole fossero pro cicliche. In seguito a questo dibattito il
Comitato ha apportato alcuni cambiamenti per ridurre gli impatti del ciclo.
Nonostante ciò le migrazioni di rating, dovute alla crisi finanziaria, hanno
introdotto una più elevata volatilità dei requisiti di capitale.
La filosofia sottostante i modelli di rating di una banca influenza in
modo decisivo i requisiti di capitale. La maggior parte dei modelli di rating
utilizzati dalle banche non è mai perfettamente corrispondente alla filosofia
TTC o PIT, ma piuttosto è di norma collocabile da qualche parte tra i due
estremi.
52
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Per gli intermediari che hanno prediletto un approccio TTC, il numero
di migrazioni di rating dovrebbe rimanere relativamente stabile e quindi,
almeno in un primo momento, anche il loro requisito di capitale. I rating
prodotti da sistemi del tipo PIT dovrebbero invece rivelarsi maggiormente
volatili adesso che la crisi finanziaria ha colpito anche l’economia reale e
causato un innalzamento dei tassi di fallimento.
L’utilizzo di modelli non abbastanza TTC e la conseguente eccessiva
volatilità dei requisiti di capitale non sono l’unica preoccupazione legata
alla costruzione dei modelli di rating nel contesto della crisi finanziaria. La
normativa impone che le probabilità di default associate alle varie categorie
di rating vengano stimate utilizzando un minimo di cinque anni di tassi di
default osservati. Nella maggior parte dei casi questo requisito viene
soddisfatto mediante l’impiego di medie semplici dei tassi di default
osservati durante gli anni precedenti alla stima. Questo utilizzo di medie
implica però che un innalzamento prolungato dei tassi di default si rifletterà
nelle probabilità stesse di default con uno scarto temporale. In futuro,
quindi, il requisito di capitale è destinato ad aumentare a causa della crisi in
atto, anche nel caso in cui nel frattempo i tassi di default dovessero
diminuire.
53
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
7. L’Accordo di Basilea 3
In occasione della riunione del 12 settembre 2010, il Gruppo dei
governatori e supervisori, l’organo direttivo del Comitato di Basilea per la
vigilanza bancaria, ha annunciato un sostanziale rafforzamento dei requisiti
patrimoniali esistenti e ha approvato senza riserve gli accordi stipulati il 26
luglio 2010.
Il pacchetto di riforme proposto dal Comitato eleverà il coefficiente
minimo di patrimonio di prima qualità (common equity) dal 2 al 4,5 per
cento. Le banche, inoltre, dovranno accantonare un cuscinetto di protezione
del patrimonio del 2,5 per cento (capital conservation buffer) per
sopportare futuri periodi di stress, cosa che porta il coefficiente
complessivo di patrimonio di prima qualità (common equity e buffer) al 7
per cento. Tali misure rafforzano la definizione di patrimonio più stringente
concordata
dai
governatori
e
dai
supervisori
a
luglio,
nonché
l’innalzamento dei requisiti patrimoniali per le attività di trading, derivati e
cartolarizzazioni, che saranno introdotti alla fine del 2011.
In base agli accordi raggiunti, il coefficiente minimo di azioni
ordinarie, la forma di patrimonio meglio in grado di assorbire le perdite, è
stata portata dal 2% al 4,5%. Queste nuove regole saranno introdotte
54
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
progressivamente, entro il 1 gennaio 2015. Il coefficiente relativo al
patrimonio di base (Tier 1), che include common equity e altri strumenti
finanziari qualificati basati su criteri rigorosi, è stato incrementato, nello
stesso periodo di tempo, dal 4% al 6%. Anche il cuscinetto di protezione
del patrimonio al di là dei minimi stabiliti deve essere fissato al 2,5% e
deve essere costituito da common equity, dopo l’applicazione delle
deduzioni. Lo scopo del cuscinetto di protezione è garantire che le banche
mantengano un patrimonio di riserva per assorbire le perdite durante lunghi
periodi di stress economico e finanziario. Le banche sono autorizzate ad
attingere al cuscinetto durante questi periodi di stress, ma più il loro
coefficiente patrimoniale si avvicina al requisito minimo, più crescono i
vincoli alla distribuzione degli utili. Questo quadro rafforzerà l’obiettivo di
dare alle banche una supervisione e una governance solide, e fornirà una
risposta al problema di concorrenza (collective action) che ha impedito ad
alcune banche di tagliare distribuzioni degli utili come le gratifiche
discrezionali e i dividendi elevati, nonostante il deteriorarsi della posizione
patrimoniale.
Un cuscinetto anticiclico compreso fra lo 0 e il 2,5% delle azioni
ordinarie o di altri tipi di capitale in grado di assorbire pienamente le
perdite verrà applicato tenendo conto delle circostanze nazionali. Lo scopo
del cuscinetto anticiclico è conseguire l’obiettivo macroprudenziale più
55
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
generale di proteggere il settore bancario dai periodi di crescita eccessiva
della massa creditizia. Per ogni Paese, questo cuscinetto entrerà in vigore
solo quando vi sarà una crescita eccessiva del credito tale da produrre un
accumulo di rischio pericoloso per il sistema. Il cuscinetto anticiclico, una
volta in vigore, verrebbe introdotto come estensione della forbice del
cuscinetto di protezione.
A questi requisiti patrimoniali si dovrà aggiungere un coefficiente di
leva finanziaria, che servirà da protezione aggiuntiva per le misure basate
sul rischio sopra descritte.
Le banche importanti per la tenuta del sistema devono avere una
capacità di assorbimento delle perdite superiore ai parametri annunciati
oggi, e su questo punto il Comitato per la stabilità finanziaria e i gruppi di
lavoro pertinenti del Comitato di Basilea proseguono il loro lavoro.
“Il percorso compiuto dal sistema regolamentare è il portato
dell’azione di un insieme di forze, coerenti tra loro, esercitate da tre attori
principali: il Finacial Stability Board (FSB), fino al 2009 Financial
Stability Forum (FSB), il consesso dei leader dei principali Paesi
industrializzati, dapprima nella sede ristretta del G7 e poi allargata del
G20, e il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria”102.
102
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 37
56
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
L’azione dei leader del G7/G20 e del FSF/FSB si è realizzata in
concerto con il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS) che
ha avuto il mandato di tradurre in termini regolamentari le scelte di policy,
delineando Basilea 3.
“A dicembre del 2010, dopo l’approvazione da parte dei leader del
G20 riuniti a Seoul, il piano di riforma è pubblicato dal Comitato di
Basilea nella sua versione finale”103.
Le suddette riforme si sono rese necessarie in quanto nell’estate 2007
ha avuto inizio una crisi finanziaria che, per profondità e ampiezza, può
essere considerata senza dubbio la più intensa della storia recente.
“L’analisi degli eventi che si sono registrati nel successivo triennio è alla
base delle attività condotte dagli organismi internazionali per individuare
e promuovere interventi volti a prevenire nuovi episodi”104.
Negli anni precedenti il conclamarsi della crisi finanziaria negli
apparati finanziari microeconomici si sono andate stratificando alcune
carenze quali “la distorsione degli incentivi nei modelli di selezione dei
prenditori legati all’affermarsi di un modello di intermediazione creditizia
originate-to-distribute (OTD)”105.
103
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 40
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 31
105
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 32
104
57
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
“La crisi ha evidenziato come rischi che si credevano ampiamente
ripartiti fossero concentrati presso operatori talvolta inconsapevoli e non
in grado di sostenerli” 106.
L’OCSE ha rilevato che “the Basel III capital proposal have some
very useful elements – notably the support for a leverage ratio, a capital
buffer and the proposal to deal with pro-cyclicality through dynamic
provisioning based on expected losses. Adopting the buffer capital
proposal to ensure the leverage ratio was not compromised in crisis
situation seems especially important – so that in good times, dividends,
share buyback policies and bonuses would be restrained as necessary to
build back buffers used up in bad times – seems very important”107.
L’efficacia del modello ODT presuppone necessariamente un ruolo
chiave delle Agenzie di rating, cui è demandata la valutazione della qualità
degli asset cartoralizzati per orientare il comportamento degli investitori.
La crisi ha però evidenziato come il comportamento di queste Agenzie
fosse sottoposto a conflitti di interesse connessi con commissioni elevate
percepite per la certificazione della qualità delle operazioni di
cartolarizzazione; inoltre, poiché la determinazione del prezzo dei prodotti
strutturati è oggettivamente complesso, il mercato non era riuscito a
106
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 32
Cfr. Blundell-Wignall A. Atkinson P., “Thinging beyond Basel III: necessary solutions for capital and
liquidity”, OECD Journal: Financial Market Trends, Volume 2010, Issue 1, pagg. 20-21
107
58
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
cogliere la sottovalutazione sistematica dei rischi né era riuscito a
sanzionare comportamenti collusivi di Agenzie e intermediari. Infine,
poiché l’attività di attribuzione del rating è dominata da tre grandi
operatori, il grado di concorrenza è alquanto limitato.
“Si è avviato così un ampio processo di riforme, del quale Basilea 3 è
una tappa decisiva, anche se non conclusiva”108.
L’obiettivo primario dell’Accordo di Basilea 3 è stato pertanto
l’introduzione nel settore finanziario di norme prudenziali che aumentino la
correlazione fra i requisiti patrimoniali e l’effettivo profilo di rischio degli
intermediari.
Un aspetto non trascurabile sul quale le Autorità sono state chiamate a
riflettere ha riguardato il carattere prociclico del framework regolamentare
e contabile, ovvero le interazioni fra settori finanziario e reale che tendono
a rafforzarsi a vicenda e ad amplificare le fluttuazioni del ciclo economico.
Il carattere prociclico della regolamentazione è stato amplificato negli anni
recenti con l’entrata a regime dei nuovi principi contabili che impongono di
iscrivere in bilancio alcune poste dell’attivo in base al valore di mercato
(principio contabile del fair value).
L’insieme di provvedimenti che compongono Basilea 3 è volto a
rafforzare i presidi a tutela della stabilità del settore bancario. Tra gli
108
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 33
59
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
elementi principali del complesso di riforme, si distingue un rafforzamento
patrimoniale attraverso:
o il contenimento del grado di leva finanziaria;

l’innalzamento della qualità del capitale regolamentare;

l’ampliamento della copertura dei rischi;

l’aumento dei requisiti patrimoniali minimi;

la
promozione
dell’accantonamento
di
risorse
patrimoniali
aggiuntive nelle fasi di crescita economica.
o le definizione di nuovi standard di liquidità.
Il miglioramento della qualità del capitale regolamentare è diretto ad
aumentare la capacità delle banche di assorbire le perdite nel caso di
continuità aziendale (going concern) o nell’eventualità di una liquidazione
dell’intermediario (gone concern).
Basilea 3 ha anche ampliato la copertura dei rischi, con riferimento
alle attività di trading, cartolarizzazioni, esposizioni verso veicoli fuori
bilancio e rischi di controparte su strumenti derivati al fine di prevenire che
in futuro le banche possano nuovamente trovarsi a detenere ingenti volumi
di prodotti creditizi complessi e illiquidi nei propri portafogli di
negoziazione senza disporre di una quantità di capitale proporzionale al
rischio assunto.
60
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Il leverage ratio è invece finalizzato a vincolare l’espansione delle
attività complessive delle banche alla disponibilità di un’adeguata base
patrimoniale.
“Con riferimento al rischio di liquidità, il Comitato di Basilea ha
stabilito l’introduzione di due indicatori, tra loro complementari: il
Liquidity Coverage Ratio (LCR) e il Net Stable Funding Ratio (NSFR). Il
prima indicatore è finalizzato alla copertura degli eventuali squilibri di
breve periodo, attraverso la comparazione dei flussi di cassa attesi su un
orizzonte temprale di 30 giorni calcolati tenendo conto di uno scenario di
stress predefinito, con un buffer di attività liquide a disposizione della
banca. Il secondo indicatore mira invece a segnalare eventuali squilibri di
natura strutturale nella composizione di passività e attività di bilancio su
un orizzonte temporale di un anno; esso si basa sul confronto tra il totale
delle fonti di provvista con scadenza residua oltre l’anno e la quota
ritenuta stabile dei depositi a vista con le componenti meno liquide
dell’attivo”109.
Basilea 3 rappresenta in sostanza un consolidamento dei requisiti
patrimoniali a livello mondiale. I nuovi standard migliorano l’impostazione
di Basilea 2 a livello delle singole istituzioni finanziarie, accrescendo
l’ammontare e la qualità del capitale. Ma la nuova normativa presenta
109
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 45
61
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
soprattutto una dimensione macroprudenziale volta a promuovere una
maggiore stabilità del sistema finanziario nel suo complesso: l’obiettivo è
quello di stabilire schemi patrimoniali adeguati per contenere la prociclicità
e fronteggiare il rischio sistemico.
“Se già l’impianto di Basilea 2 prevedeva un insieme di elementi che
contribuiscono a mitigare l’impatto ciclico dei requisiti di capitale,
suggerendo di fatto una preferenza del regolatore per un approccio
Through The Cycle, le recenti evoluzioni regolamentari (Basilea 3) hanno
l’obiettivo primario d contenere le fluttuazioni del requisito”110.
110
G. Birindelli, P. Ferretti, F. Tutino, op. cit., pag. 122
62
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le
aziende agrarie
1. Economia dell’azienda agraria. Definizioni teoriche e
metodi.
Al fine di poter operare un’analisi specifica del medito creditizio delle
aziende agricole, risulta quanto meno necessario effettuare un preventivo
excursus
(seppure
estremamente
sintetico)
in
merito
alla
realtà
dell’economia agraria, individuando i principali aspetti d’interesse.
Premesso che “accanto al profitto anche altre variabili, sia
economiche che extraeconomiche, rientrano nella sfera degli obiettivi
perseguiti dall’imprenditore”111, specialmente in economia agraria, risulta
necessario prestare particolare attenzione, a diversi aspetti di natura esterna
che possono determinare le scelte dei questo ultimo.
“Secondo la teoria neoclassica l’obiettivo dell’imprenditore consiste
nell’ottenere il massimo valore attuale dei profitti futuri, o, in altri termini,
tra i diversi possibili piani di produzione egli adotterà quello
111
M. De Benedictis – V. Cosentino, Economia dell’azienda agraria. Teoria e metodi, Bologna, Società
Editrice Il Mulino, 1979, pag. 12.
63
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
contraddistinto dal più elevato valore di VA. La formulazione tradizionale
della motivazione che guida gli imprenditori è stata, attraverso il tempo,
sottoposta a numerose critiche. Esse gravitano intorno a due interrogativi
centrali: 1) la validità del profitto quale parametro di valutazione dei
risultati
economici
dell’impresa;
2)
la
presenza,
accanto
alla
massimizzazione del profitto, di altri obiettivi di cui l’imprenditore tiene
anche conto della gestione dell’azienda.”112.
Fattori extra-mercantili che possono influenzare le scelte imprenditoriali
“possono essere raggruppati in tre categorie: 1) fattori associati al
prestigio che l’imprenditore attribuisce al possesso di determinate forme di
capitale (macchine, fabbricati); 2) fattori connessi all’influenza della
“tradizione” o, più semplicemente, alla resistenza al cambiamento di
decisioni prese in passato (mantenimento di ordinamenti produttivi non
ottimali); 3) fattori derivanti dal tipo e quantità di fattori produttivi
posseduti dall’imprenditore (impiego del lavoro familiare in azienda)”113.
Una possibile classificazione delle scelte che riguardano le decisioni
imprenditoriali può essere strutturata come segue:
o “Problemi relativi all’organizzazione della produzione
112
113
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 27
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 28-29
64
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
 Reperimento
del
capitale
fondiario:
localizzazione
acquisto, affitto, compartecipazione, ecc.
 Scelta della dimensione aziendale
 Modalità di esecuzione delle operazioni

Scelta della modalità

Scelta del tipo e della dimensione del mezzo tecnico

Reperimento del mezzo tecnico: noleggio, acquisto
 Scelte relative alla definizione dell’ordinamento produttivo

Individuazione dei possibili prodotti

Scelta delle combinazione produttiva

Scelta dei processi tecnici

Attuazione del programma di produzione
 Problemi di mercato

Acquisto dei fattori

Vendita dei prodotti
o Problemi amministrativi relativi a:
 Acquisizione del capitale: credito, autofinanziamento
 Supervisione del lavoro
65
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
 Controllo dei tempi operativi
 Contabilità”114.
L’azienda agraria è definita come “la combinazione elementare dei
mezzi di produzione”115, essa è pertanto costituita da un insieme coordinato
di fattori della produzione che può essere unitariamente destinato alla
produzione di beni e servizi. Dal punto di vista economico l’azienda agraria
può anche essere considerata come l’unità rispetto alla quale vengono
effettuate le scelte economiche e vengono valutati i risultati delle scelte
stesse.
Il Serpieri, contrapponeva comunque all’azienda agraria, intesa come
“unità oggettiva”, l’impresa agraria, intesa come “unità soggettiva”, “frutto
cioè della volontà imprenditoriale di utilizzare i fattori disponibili in
azienda per il conseguimento di obiettivi predeterminati”116.
Per quanto concerne gli elementi costituenti il patrimonio di una
azienda agraria, “è possibile ripartire i fattori nelle seguenti categorie:
a) fattori a logorio totale, il cui contributo al processo produttivo
si esaurisce completamente nel giro di un singolo ciclo
(sementi, antiparassitari, acqua irrigua, ecc.);
114
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 45
A. Serpieri, Istituzioni di economia agraria, Bologna, Edizioni Agricole, 1950, p. 17
116
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 18
115
66
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
b) fattori a logorio parziale, la cui dotazione di servizi non viene
utilizzata completamente nel corso di un singolo ciclo ma si
estende a più cicli produttivi (concimazioni di fondo, macchine,
fabbricati);
c) fattori perenni, caratterizzati da una riserva di servizi
disponibile per un numero indeterminato di cicli produttivi e
perciò eroganti un flusso infinito di servizi (energia solare,
aria, ecc.).”117
Un diverso criterio di classificazione dei fattori riguarda il loro grado di
divisibilità, ossia la possibilità o meno di variarne il livello di impiego. Da
un lato si hanno fattori che possiamo definire divisibili, in quanto le
quantità con cui essi entrano nel processo produttivo possono essere
determinate con assoluta libertà da parte dell’imprenditore. Le attività
produttive che si svolgono in agricoltura fanno largo uso di fattori dotati di
caratteristiche di totale divisibilità: basti pensare alla categoria dei mezzi di
fertilizzazione (concimi, antiparassitari, acqua irrigua, mangimi). Dall’altro
lato si hanno fattori che, per contrapposizione, possono essere definiti
“indivisibili”, in quanto le loro caratteristiche tecniche ne limitano la
disponibilità e l’impiego in corrispondenza di determinate dimensioni” (es.
trattori).
117
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 15.
67
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Nell’azienda agraria la ripartizione classica dei fattori produttivi in
terra, capitale e lavoro assume, specie nei riguardi della terra e del capitale,
una connotazione specifica a causa delle caratteristiche tecniche che tali
fattori assumono.
La terra è la risultante di un duplice elemento: la fertilità originaria del
suolo ed i capitali su di esso investiti. Agli effetti pratici la distinzione tra
terra nuda e capitali investiti non ha ragione di essere: l’insieme dei due
elementi viene infatti denominato capitale fondiario.
Il capitale fondiario è dunque costituito dall’insieme della terra nuda e
dei capitali in essa indivisibilmente investiti. Gli elementi caratterizzanti il
capitale fondiario sono: l’ubicazione del fondo; la natura del terreno; il
numero,
l’estensione
e
la
configurazione
degli
appezzamenti;
i
miglioramenti fondiari; la ripartizione della superficie aziendale.
“Altre forme di capitale – tecnicamente mobili – devono
necessariamente essere impiegate congiuntamente al capitale fondiario per
esplicarne la potenzialità produttiva. Accanto al capitale fondiario,
abbiamo quindi una seconda categoria di capitale: il capitale agrario o di
esercizio”118.
118
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 17
68
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Il capitale agrario (o di esercizio) si distingue a sua volta in capitale di
scorta e capitale circolante.
“Il capitale di scorta può essere suddiviso a sua volta nelle seguenti
categorie 1) strumenti di scorta e 2) prodotti di scorta. Fanno parte degli
strumenti di scorta la dotazione aziendale di macchine ed attrezzi (le
cosiddette scorte morte) nonché il capitale bestiame (scorte vive). I
prodotti di scorta risultano in genere costituiti da quella quota parte della
produzione aziendale che è necessario accantonare per avviare un nuovo
processo produttivo (sementi, foraggi, ecc.)”119.
“Con il termine capitale circolante, infine, si fa riferimento a quel
capitale, disponibile sotto forma liquida, che viene destinato all’acquisto
dei mezzi tecnici (concimi, mangimi, antiparassitari, ecc.) o a far fronte ad
altre spese che devono essere sostenute nel corso del ciclo produttivo
(salari, imposte, ecc.)”120.
Dopo aver definito i principali elementi costitutivi il patrimonio delle
aziende agrarie è possibile distinguere le diverse tipologie in base a
differenti classificazioni, “per quanto riguarda le relazioni tra impresa e
lavoro, possiamo distinguere due situazioni fondamentali:
119
120
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 17-18
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 18
69
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
1) l’impresa coltivatrice o contadina, nella quale l’imprenditore e
la sua famiglia forniscono la totalità o una parte sostanziale
(possiamo adottare il 75% come valore minimo) del lavoro
richiesto dall’azienda;
2) l’impresa capitalistica, nella quale la totalità o una parte
sostanziale (anche in questo caso adottiamo il 75% come valore
limite) del lavoro necessario viene reperita sul mercato del
lavoro mediante rapporti di salariato fisso e/o avventizio”121.
In base alla numerosità dei soggetti che determinano le scelte aziendali,
“l’impresa agraria si dirà “integrale” se la funzione imprenditoriale è
assolta da una sola persona; essa sarà definita “parziaria” quando risulta
dalla associazione di due imprenditori, in genere uno capitalista e uno
contadino. La colonia parziaria e la mezzadria rappresentano gli esempi
classici di imprese parziarie”122.
121
122
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 19
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 19
70
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Il termine attività produttiva viene impiegato per indicare la produzione da
parte dell’azienda di un qualsiasi bene, sia ch’esso provenga dal settore
delle coltivazioni, da quello degli allevamenti o dalle industrie
trasformatrici.
L’indirizzo produttivo si dirà specializzato se risulta composto da una sola
categoria di beni; esso sarà non specializzato o diversificato se sono
presenti due o più categorie: ad esempio cerealicolo – bovino; viticolo –
olivicolo, ecc.
La classificazione tradizionale della descrizione delle diverse categorie di
fattori produttivi che si rinvengono nell’azienda agraria, distingue tre
categorie fondamentali di fattori: 1) capitale fondiario; 2) capitale di
esercizio; 3) lavoro. Tale classificazione non considera in modo esplicito
un quarto fattore, non meno importante ai fini del perseguimento degli
obiettivi produttivi dell’impresa, e cioè il fattore imprenditoriale, inteso
come coordinamento, organizzazione e assunzione del rischio dell’impresa.
71
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Non sempre il significato del fattore umano viene perfettamente
inteso. L’azione dell’uomo, per lo più, viene fatta dipendere da elementi
innati (capacità, intuizione, stato psico-fisico, prontezza di decisione, ecc.)
e da elementi acquisiti (esperienze pratiche, preparazione specifica,
conoscenze scientifiche, ecc.), senza tenere conto dei rapporti di
comunanza, interferenza e derivazione che possono sussistere tra di essi.123
“Le principali cause che determinano il deprezzamento di un fattore a
logorio parziale sono: a) l’uso; b) gli agenti fisici naturali; c) gli eventi
avversi eccezionali; d) l’obsolescenza”124.
La “Superficie Totale dell’azienda «comprende tutte le superfici situate
nell’ambito dell’azienda agricola quale che sia la loro natura, destinazione
e forma di conduzione. La superficie totale dell’azienda non comprende,
pertanto, le superfici appartenenti all’imprenditore, che nel corso
dell’esercizio preso in considerazione siano date in affitto a terzi». La
superficie totale dell’azienda viene quindi distinta, secondo la destinazione
nelle seguenti categorie:
A. Superficie agricola utilizzata (SAU)
a. Seminativi, corrispondono a quella parte della superficie
agricola
123
124
utilizzata
[…],
non
Cfr., Giannessi E., op. cit., pag. 28
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 359
72
occupata
dalle
colture
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
permanenti e dai pascoli. Tra i seminativi vengono compresi
anche i terreni a riposo, ossia quelli che entrano
nell’avvicendamento, lavorati o non, e che nell’esercizio
considerato non danno luogo ad alcuna produzione.
b. Prati e pascoli permanenti, comprendono la frazione di
superficie agricola utilizzata, «coltivata fuori avvicendamento,
destinata permanentemente (per una durata di cinque anni e
più) a produzioni erbacee foraggere, seminate o spontanee,
coltivate o meno».
c. Colture permanenti (colture legnose agrarie), sono colture
fuori avvicendamento, con esclusione della superficie
occupata dalla categoria precedente, che occupano la
superficie per un lungo periodo.
d. Orto familiare, occupa di solito una superficie ridotta ed è
destinato a colture ortive e floricole ad esclusivo uso familiare
B. Superficie agricola non utilizzata, diversamente dalla superficie
rientrante nelle categorie precedenti, tale superficie non viene
utilizzata «per ragioni economiche sociale e altre, ma che può essere
utilizzata a scopi agricoli con i mezzi normalmente disponibili in
aziende».
73
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
C. Superficie a bosco, comprende la superficie coperta da boschi e
foreste «ivi compresi i pioppeti forestali e i vivai forestali destinati al
bisogno dell’azienda». Tale superficie non include i pioppeti
coltivati su superfici agricole.
D. Altra superficie, comprende tutte le superfici occupate da fabbricati
strade poderali, giardini, ecc., e le terre sterili per natura (rocce
affioranti, stagni, ecc.)125.
Altro criterio di ripartizione della superficie è il seguente:
• colture principali, che comprendono:
o “le colture praticate su una data superficie in modo
esclusivo nel corso dell’esercizio;
o le colture consociate, qualora la semina, le cure colturali e
la raccolta vengono effettuate simultaneamente, e quando
il prodotto si presenta sotto forma congiunta (es. l’erbaio
di favino, veccia e avena);
o fra le colture realizzate simultaneamente (nel caso che
almeno una delle due colture è di tipo permanente) o
successivamente, è da considerarsi pricipale quella che dà
luogo alla maggiore produzione in valore o, a parità di
125
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pagg. 373-374
74
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
produzione, quella che occupa il terreno per un più lungo
periodo di tempo;
o per le colture presenti simultaneamente sulla medesima
superficie (con esclusione di quelle che ricadono nel caso
precedente) la ripartizione della superficie occupata va
fatta col sistema del «pro-rata», ossia alle singole colture
viene
attribuita
una
frazione
dell’intera
superficie
occupata congiuntamente, calcolata in base al peso, in
termini di valore della produzione, di ciascuna coltura.”126
• colture secondarie, sono tutte quelle che non rientrano tra le colture
principali, e cioè coltivate su superfici occupate nello stesso
esercizio dalle colture principali”127:
o consociate, occupano la stessa superficie simultaneamente
alla coltura principale;
o successive, precedono o seguono la coltura principale.
La valutazione del capitale fondiario.
“la valutazione dei fondi rustici si basa sulla valutazione del beneficio
fondiario […] il beneficio fondiario varia ovviamente di anno in anno, per
126
127
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 374
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 375
75
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
effetto di diverse cause […] il valore del capitale fondiario può essere
ottenuto applicando una delle due formule seguenti:”
a)
Beneficio fondiario annuo
Valore del capitale fondiario
Tasso di capitalizzazione
b)
Beneficio fondiario periodico costante
Valore del capitale fondiario
(1 + tasso di capitalizzazione) n
dove n è il numero di anni intercorrenti tra una periodicità e la successiva
Il reperimento del capitale fondiario costituisce un elemento
importante di analisi al fine della comprensione della situazione
patrimoniale dell’azienda agraria, “un aspetto particolare del capitale
fondiario è rappresentato dal
titolo di possesso
che consente
all’imprenditore di utilizzare questo fattore ai fini produttivi”128. I due
principali titoli di possesso dei fondi rustici sono la proprietà e l’affitto,
mentre altri titoli di possesso, quali la mezzadria, la colonia, l’enfiteusi,
l’usufrutto, i conferimenti ad imprese cooperative, seppur tuttora presenti,
risultano in progressiva diminuzione o scarsamente rilevanti.
La proprietà e l’affitto “si differenziano nettamente per ciò che
riguarda i riflessi che essi possono avere sui risultati economici
dell’impresa, ed intermini di vincoli alle decisioni imprenditoriali […].
128
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 377
76
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
L’acquisizione dei terreni in proprietà è molto più difficile e complessa
dell’acquisizione in affitto. Anzitutto, i valori di mercato dei fondi sono in
generale più elevati dei valori stimabili tenendo conto della loro intrinseca
redditività agricola, a causa del fatto che tutt’oggi, e particolarmente nei
periodi caratterizzati da inflazione, la terra è considerata tra i più
importanti «beni rifugio» di capitali finanziari che, qualora fossero tenuti
sotto altra forma d’investimento (deposito bancario o postale, buoni del
tesoro, obbligazioni ecc.) andrebbero soggetti a progressiva perdita di
valore.”
129
A partire dagli anni ‘50, però, il progressivo avanzamento
tecnologico, ha favorito lo sviluppo dell’occupazione in altri settori
produttivi, determinando una diminuzione dell’interesse per la coltivazione
della terra, segnando una conseguente diminuzione delle forze lavoro
occupate in agricoltura da 8 milioni a meno di due milioni di unità.
“L’esodo, però, anziché generare automaticamente un processo di crescita
e di ampliamento delle imprese sopravvissute, ha in notevole misura dato
luogo ad un inatteso fenomeno di abbandono delle terre tout court,
aggravando, e non risolvendo, i problemi della povertà in molte zone
rurali”130.
129
130
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pagg. 377-378
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 378
77
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Il capitale d’esercizio, al pari del capitale fondiario, è caratterizzato da
una elevata eterogeneità, essendo costituito da un complesso di beni
materiali diversi.
I beni costituenti il capitale d’esercizio sono di norma distinti in:
a) strumenti di scorta
a. macchine, attrezzi e materiali fissi vari, “il parco
macchine dell’azienda – generalmente indicato con
l’espressione scorte morte – va distinto nelle seguenti
categorie:
macchine
motrici,
macchine
operatrici,
attrezzi e materiali a logorio parziale”131
b. bestiame, “indicato tradizionalmente con l’espressione
scorte vive, esso è costituito dagli animali allevati in
azienda per scopi diversi. Rispetto a questi ultimi può
essere distinto in: bestiame da reddito e bestiame da
lavoro. L’allevamento del bestiame da reddito costituisce
frequentemente una delle attività produttive fondamentali
dell’azienda, ed in alcuni casi rappresenta l’attività
esclusiva (aziende zootecniche specializzate). […] La
specie di maggiore importanza economica è senza dubbio
131
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 381
78
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
quella bovina, nel cui ambito sono state selezionate
diverse razze in relazione all’adattamento all’ambiente
ed alla attitudine produttiva (latte o carne).”132.
b) prodotti di scorta, “insieme di fattori produttivi che, visti sotto
il profilo tecnico, appaiono come capitali differenziati e sotto il
profilo economico sono rappresentati da fattori variabili ed a
logorio totale. Essi sono infatti essenzialmente costituiti dai
foraggi, dai lettimi, dalle sementi e dal letame presenti in azienda
all’inizio dell’annata agraria. La loro importanza rispetto
all’intero capitale d’esercizio è, nella maggior parte dei casi,
molto limitata”133. I prodotti di scorta possono essere classificati
nelle seguenti categorie:
a. foraggi e lettimi di scorta;
b. sementi di scorta;
c. letame di scorta.
c) capitale di anticipazione, è quel capitale cui l’impresa ricorre
per far fronte, durante il ciclo produttivo, ai diversi tipi di spesa.
“Risulta costituito dalle seguenti categorie:
a. spese per l’acquisto dei mezzi tecnici
132
133
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 382
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 388
79
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
b. spese per noleggi
c. spese per imposte, tasse e contributi vari
d. spese per la manodopera aziendale ed extraziendale, e le
relative assicurazioni sociali
e. costi relativi ad ammortamenti di mutui precedentemente
contratti ed interessi corrispondenti
f. spese per manutenzione e assicurazione dei capitali fissi,
assicurazione di prodotti di scorta, prodotti sul campo, e
prodotti in magazzino in attesa di essere venduti.
Gli aspetti rilevanti del capitale circolante sono:
a. la frazione del capitale circolante di cui bisogna
disporre in forma indifferenziata per far fronte alle
spese durante i periodi in cui queste non sono
compensate dalle vendite dei prodotti
b. il tempo medio di anticipazione del capitale stesso,
necessario ai fini del calcolo degli interessi.
La frazione di capitale circolante di cui l’imprenditore deve disporre
all’inizio del ciclo produttivo viene definita capitale di anticipazione.
La sua stima viene effettuata per via indiretta: esso cioè viene
80
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
ottenuto per capitalizzazione della differenza tra interessi passivi
(interessi sul capitale circolante) ed interessi attivi (interessi sulle
entrate di cassa realizzate con le vendite dei prodotti).
Un secondo criterio di determinazione del capitale di anticipazione,
è quello basato sulla definizione di un periodo medio di
anticipazione dell’intero capitale circolante al quale viene fatto
riferimento per il calcolo degli interessi”134.
Al fine di poter operare un’analisi, oltre che nel lungo periodo,
anche nel breve periodo, assume particolare rilevanza la distinzione
tra fattori fissi e variabili. Poiché l’insieme di questi fattori
costituisce la struttura aziendale appare importante fornire una
definizione di quest’ultima: “la struttura aziendale risulta costituita
dall’insieme dei fattori in dotazione dell’azienda che, in un
determinato periodo di tempo, possono ritenersi qualitativamente e
quantitativamente fissi”135, ovvero, più in generale “l’insieme degli
elementi relativamente stabili di un sistema economico, in un
determinato periodo e in un determinato spazio”136.
134
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 390
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 399
136
O. Ferro, Analisi delle strutture agrarie, in Atto del Convegno di studi SIDEA su “Il mercato agricolo
ed il potere contrattuale degli agricoltori”, Torino, ottobre 1966.
135
81
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
La rilevanza dell’indagine sulla struttura aziendale deriva da
numerosi elementi. Innanzitutto essa “condiziona la produttività dei
fattori […], da essa dipendono le possibilità di introduzione di
numerose innovazioni, ossia le possibilità di adozione di tecniche più
favorevoli. In generale, la struttura aziendale contribuisce a
determinare il ritmo di progresso tecnico delle singole aziende; essa
condiziona, quindi, l’evoluzione e lo sviluppo dell’intero settore
della agricoltura”137. Per poter confrontare le aziende agrarie in base
alla propria struttura aziendale sono stati definiti numerosi rapporti
tra le diverse categorie di fattori produttivi, in primis il rapporto tra
capitale e lavoro. Gli indici di struttura più diffusi nelle analisi
economico-agrarie sono:
I. Grado di intensità fondiaria, che rappresenta l’investimento
medio per ettaro in miglioramenti fondiari ed è ottenuto dal
rapporto Vif / SPA (Valore degli Investimenti Fondiari138 /
Superficie Produttiva Aziendale);
II. Grado di intensità di esercizio, dato dal rapporto W / SPA
(Valore del capitale d’esercizio / Superficie Produttiva
Aziendale);
137
138
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 400
Somma dei valori dei singoli investimenti
82
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
III.Grado di intensità aziendale, esprime l’investimento
complessivo medio per unità di superficie produttiva
aziendale, (V+W) / SPA.
Un tema non trascurabile nell’economia dell’analisi del presente
elaborato è, inoltre, certamente quello relativo alla classificazione delle
aziende agrarie.
Premesso che esistono numerosi criteri di classificazione, appare
opportuno precisare che, alla luce dei diversi obiettivi di studio perseguiti, è
possibile individuare alcuni criteri di particolare rilievo su cui focalizzare
l’attenzione.
I. Classificazione delle aziende in base alla dimensione.
Originariamente, il Serpieri definiva «piccola impresa» “quella che
non supera le dimensioni occorrenti perché il lavoro manuale possa
esserle dato da una sola famiglia di contadini”139, di conseguenza le
imprese che superano dette dimensioni vengono considerate «grandi
imprese».
139
A. Serpieri, Guida a ricerche di economia agraria, Bologna, Edagricole, 1960, p. 15
83
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
La CEE, però, per le aziende della propria rete di informazione
contabile, include tra i criteri di classificazione adottati, quello basato
sulla consistenza della manodopera, individuando tre categorie:
• con meno di due unità lavorative
• con 2-5 unità lavorative
• con più di 5 unità lavorative
L’ISTAT, invece utilizza, per fornire i dati dei Censimenti, il criterio
della dimensione della terra, individuando diverse categorie di
aziende secondo la classe di ampiezza, sia in termini di superficie
totale, sia in termini di superficie agricola utilizzata.
La CEE individua 5 dimensioni aziendali in termini di superficie
agricola utilizzata:
• meno di 5 ettari
• 5-10 ettari
• 10-20 ettari
• 20-50 ettari
• oltre 50 ettari.
Ulteriori importanti criteri di classificazione possono essere
considerati quelli basati sulla dimensione economica espressa in
84
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
termini di produzione vendibile, di reddito lordo o di prodotto netto
aziendale.
II. Classificazione delle aziende secondo l’ordinamento
produttivo.
Secondo questo tipo di classificazione, utilizzato dalla CEE per
raggruppare le aziende che ricadono nel campione della Rete di
Informazione Contabile Agricola, le aziende sono raggruppate in
base alla realizzazione di combinazioni di attività produttive secondo
proporzioni comparabili (aziende orientate verso gli stessi tipi di
produzione). Per il calcolo del «peso» delle singole attività di un
particolare ordinamento produttivo “si procede moltiplicando la
dimensione (ettari per le colture, capi per il bestiame) per i relativi
coefficienti […] il criterio di classificazione della CEE distingue
quattro ordinamenti produttivi generali, tre dei quali legati all’uso
del suolo e l’ultimo riguardante le cosiddette attività «senza terra».
Tali ordinamenti sono:
• ordinamento erbaceo (colture vendibili erbacee)
• ordinamento arboreo
• ordinamento foraggero – zootecnico
85
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
• ordinamento zootecnico senza terra.
L’azienda è ritenuta caratterizzata da un particolare ordinamento
produttivo generale se la produzione vendibile delle attività
appartenenti a quel tale ordinamento (e calcolata applicando i
coefficienti specifici alle dimensioni delle attività stesse) supera i 2/3
della produzione vendibile totale. Negli altri casi si dice che
l’azienda non è caratterizzata da alcun ordinamento produttivo
generale. Una ulteriore caratterizzazione viene fatta individuando,
quando esiste, l’eventuale ordinamento particolare. Si dice che
l’azienda con un dato ordinamento produttivo è orientata verso un
certo tipo di produzioni se queste forniscono una produzione
vendibile calcolata superiore ad ½ del totale. Nei casi in cui non si
riscontra la prevalenza di un ordinamento generale, ma le attività di
questo ed eventualmente anche di un altro ordinamento, forniscono
ciascuno una produzione vendibile calcolata superiore a 1/3 della
produzione vendibile totale, si parla di ordinamento produttivo
caratterizzato dalla combinazione di due categorie generali”140. Di
seguito si riportano i coefficienti CEE per determinare l’ordinamento
produttivo aziendale.
140
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pagg. 407-409
86
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
III.Classificazione delle aziende in base ai rapporti tra impresa,
proprietà e manodopera.
87
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
In base a questo ultimo tipo di classificazione, si opera una
distinzione in tre tipi di imprese, a seconda della quantità di lavoro
salariato e autonomo utilizzati:
• Impresa contadina (o lavoratrice)
o Stabile
 Integrale

Su terra propria (piccolo proprietario
autonomo)

Su terra altrui (piccolo affittuario
autonomo)

Mista
o Precaria
 Rispetto al lavoro (le cosiddette aziende
part-time condotte da lavoratori occupati in
altre aziende agricole o in aziende di altri
settori)
 Rispetto alla terra (aziende con affitti
precari a brevissimo termine)
• Impresa contadino-capitalistica (o lavoratrice-capitalistica)
88
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
o Stabile
 Integrale

Su terra propria

Su terra altrui

Mista

Rispetto al lavoro (aziende che da un
o Precaria
lato occupano una quota di lavoro
salariato compreso tra il 25 e il 75 %
del lavoro totale, e dall’altro non
garantiscono la piena occupazione
dell’imprenditore ed ai membri attivi
della propria famiglia, essendo il
lavoro concentrato in pochi mesi: es.
aziende
ovicole
specializzate
meridionali)

Rispetto alla terra (che dispongono
della terra in affitto per pochi mesi)

Rispetto alla terra e al lavoro
• Impresa capitalistica
89
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
o Stabile
 Piccola impresa

Su terra propria

Su terra altrui

Mista
 Grande Impresa

Su terra propria

Su terra altrui

Mista
o Precaria (rispetto alla terra, in uso con rapporti
d’affitto precari e a brevissimo termine)
o Azienda senza terra (allevamenti intensivi ti po
centri di ingrasso, ecc.)
• Aziende a gestione associata (che può essere caratterizzata
in base al tipo di soci, lavoratori, contadini, capitalisti; in
base al tipo di servizi forniti, di acquisto di mezzi tecnici, di
gestione associata di macchine agricole, di produzione e
trasformazione)
90
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Convenzionalmente vengono ritenute “contadine quelle aziende il
cui
fabbisogno
dall’imprenditore
di
e
lavoro
dai
venga
membri
coperto
della
per
famiglia.
almeno
¾
L’impresa
capitalistica è invece caratterizzata dal fatto che la totalità, o una
parte sostanziale del lavoro necessario viene reperita sul mercato
del lavoro mediante rapporti di salariato fisso e/o avventizio. Nelle
situazioni intermedie si parla di imprese contadino-capitalistiche”141.
Le aziende, secondo la CEE, possono essere classificate anche in
base alla forma di conduzione:
I. “Forme di conduzione semplici
o Proprietà imprenditrice (2/3 e più della superficie
agricola
utilizzata
è
di
proprietà
dell’imprenditore)
o Affitto (2/3 e più della superficie agricola
utilizzata è presa in affitto)
o Mezzadria (2/3 e più della superficie agricola
utilizzata è condotta a mezzadria)
141
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit. , 1979, pag. 412
91
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
o Altre forme (2/3 e più della superficie agricola
utilizzata è gestita in base ad altri titoli di
possesso)
II. Forme di conduzione mista (tutti i casi non corrispondenti
a nessuna delle precedenti)
L’ISTAT, infine, nella presentazione dei dati dei Censimenti,
distingue, rispetto ai rapporti d’impresa e lavoro, le seguenti forme:
I. Conduzione diretta del coltivatore, «quando il conduttore
presta lavoro nell’azienda da solo o con l’aiuto dei
familiari, indipendentemente dall’entità del lavoro fornito
da eventuale manodopera salariata, la quale può anche
risultare prevalente rispetto a quella prestata dal
conduttore e dai suoi familiari».
II. Conduzione
con
salariati
e/o
compartecipanti
(in
economia), quando l’opera del conduttore è limitata alla
direzione dell’azienda, mentre il lavoro è fornito da
salariati e/o compartecipanti.
III.Conduzione a colonia parziaria adoperata (mezzadria),
«quando una persona fisica o giuridica (concedente) affida
un podere ad un capo famiglia il quale si impegna ad
92
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
eseguire, con l’aiuto dei familiari (famiglia colonica), tutti
i lavori che il podere richiede, sostenendo parte delle spese
necessarie alla conduzione e dividendone i frutti con il
concedente in determinate proporzioni».
IV.Altra forma di conduzione «che comprende tutti gli altri
tipi di rapporti di conduzione non classificabili tra quelli
sopra indicati»
L’ISTAT tratta poi separatamente i rapporti tra impresa e capitale
fondiario distinguendo tra:
a. Proprietà
(ivi
inclusi:
usufrutto,
enfiteusi,
assegnazione da parte degli Enti di riforma,
colonia perpetua, ecc.);
b. Affitto
(compresi
affitto
misto
e
ad
uso
gratuito)142.
L’analisi dei risultati dell’attività produttiva svolta da un’azienda
agraria in un determinato periodo di tempo, al pari delle aziende operanti in
altri settori, presuppone la compilazione di un bilancio consuntivo. Anche
il bilancio redatto dagli amministratori delle aziende agrarie si compone di
due sezioni: l’attivo e il passivo.
142
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit., 1979, pag. 415
93
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
“L’attivo risulta costituito dai valori attribuiti ai beni ed ai servizi
prodotti: la somma di tali valori viene anche detta produzione vendibile143.
Il passivo del bilancio si compone, invece, dei valori dei beni e dei servizi
impiegati nel processo produttivo. La determinazione delle singole voci
dell’attivo e del passivo può essere fatta secondo criteri diversi che
rispondono a diversi scopi”144.
Identificando l’attivo del bilancio consuntivo di un’azienda agraria si
osserva la seguente configurazione:
Produzione Vendibile Lorda
 Spese sostenute per l’acquisto dei fattori a logorio totale e dei beni e
servizi extraziendali (noleggi, prestazioni professionali, tasse, spese per le
assicurazioni dei prodotti, ecc.)
 Quota annua del costo relativo ai fattori aziendali a logorio parziale
(quote di ammortamento, di manutenzione e di assicurazione)
= Prodotto Netto Sociale
(effettivo aumento della ricchezza della collettività realizzato dall’azienda
considerata)
 Imposte
143
La produzione vendibile viene talvolta definita anche «lorda», ma tale aggettivo non è ritenuto
comunemente necessario per identificarla.
144
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit., 1979, pag. 427
94
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
= Prodotto Netto Aziendale
(rappresenta il valore della produzione ottenuta in un certo periodo di
tempo al netto del valore dei beni e servizi impiegati nel processo
produttivo e del valore dovuto all’erario dello Stato e destinato alla
pubblica utilizzazione)
Il Prodotto Netto Aziendale ottenuto consiste nell’aumento della
ricchezza privata ottenuta dall’azienda e viene ripartito tra “le persone
economiche che hanno conferito alla produzione i fattori necessari –
capitali e lavoro – o ne hanno curato il coordinamento, assumendone
anche i rischi relativi (imprenditore)145. In altre parole, il Prodotto Netto
Aziendale può essere identificato dalla somma algebrica riportata di
seguito:
+ Compenso del lavoro manuale
+ Compenso del lavoro direttivo
+ Compenso del capitale d’esercizio
+ Compenso del capitale fondiario
± Compenso dell’attività imprenditoriale (utile o perdita)
= Prodotto Netto Aziendale
145
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit., 1979, pagg. 430-31
95
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Per “reddito netto dell’imprenditore concreto”, si intende invece la
“quota di prodotto netto aziendale spettante all’imprenditore concreto,
ossia all’imprenditore come tale ed in quanto conferente determinate
quantità di uno o più fattori”146, esso varia in funzione delle diverse
prestazione fornite dall’imprenditore stesso, determinando quindi diverse
relative configurazioni di imprenditore.
Alternativamente al reddito netto, nella letteratura economico-agraria
si riscontrano schemi di bilancio che consentono una determinazione più
146
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit., 1979, pag. 431
96
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
analitica dei risultati aziendali, distinti per singole attività o per categorie
omogenee di attività. Si perviene quindi alla determinazione del reddito
lordo operando differenti ulteriori classificazioni.
• In base alle diverse categorie di fattori che si rinvengono
all’azienda agraria:
o Spese per l’acquisto di fattori a logorio totale (beni e
servizi)
o Quote
di
ammortamento,
di
assicurazione
e
di
manutenzione dei capitali fissi
o Costi relativi alle remunerazioni del lavoro manuale e
direttivo
o Interessi sul capitale d’esercizio
o Costo d’uso del capitale fondiario
o Imposte
• In base alla disponibilità in quantità fissa o variabile dei fattori:
o Costi fissi
 Quote di ammortamento, di assicurazione e di
manutenzione di capitali fissi
97
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
 Costo relativo alla remunerazione dei lavoratori
fissi
 Interessi sui capitali fissi
 Canone di affitto del capitale fondiario
 imposte
o Costi variabili
 Spese per l’acquisto di fattori a logorio totale
 Interessi sul capitale di anticipazione
 Costo relativo alle remunerazioni dei lavoratori
avventizi
• In base alle attività per le quali i singoli costi vengono sostenuti:
o Costi specifici, quelli che possono essere attribuiti alle
singole attività (es. costo del fertilizzante)
o Costi plurimi, congiuntamente sostenuti per due o più
attività (es. quota fissa del canone di irrigazione)
o Costi generali, quelli che vengono sostenuti per l’azienda
complessivamente
presa
(es.
imposte,
consortili, spese generali di illuminazione).
98
contributi
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Il Reddito Lordo Aziendale è ottenuto dalla differenza tra la
Produzione Vendibile e i Costi Variabili.
Produzione Vendibile Lorda
 Costi Variabili
= Reddito Lordo Aziendale
 Costi Fissi
= Reddito Netto dell’Imprenditore Concreto
La Produzione Totale in termini fisici è data dall’ “insieme dei beni e
dei servizi prodotto nell’azienda agraria, in un determinato periodo di
tempo”147. Ai fini del bilancio consuntivo, però, risulta necessario
individuare una particolare configurazione di produzione: la Produzione
Vendibile, che comprende “i valori dei beni e dei servizi venduti, o
destinati alla remunerazione dei fattori o conservati sotto forma di scorte.
Nella Produzione Vendibile non vengono inclusi i beni e i servizi
reimpiegati nei processi produttivi […] La produzione così definita è detta
vendibile perché i beni ed i servizi che la compongono non hanno avuto
necessariamente per destinazione il mercato: possono essere stati destinati
alla remunerazione dei fattori o tenuti in azienda sotto forma di scorte, da
147
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit., 1979, pagg. 438-439
99
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
collocare sul mercato in periodi successivi a quello in cui sono stati
prodotti”148.
Il passivo di bilancio, invece, si compone di una serie di voci
corrispondenti a spese effettive e a costi calcolati. Nella prassi economica
agraria si usa operare una classificazione delle singole voci di costo
secondo la natura specifica.
• Spese sostenute per l’acquisto di fattori a logorio totale, si riferisce
alle spese per l’acquisto di fattori a logorio totale, costituiti da beni
o servizi:
o Acquisto di beni materiali (fertilizzanti e antiparassitari,
acqua per irrigazione e potabile, sementi e piante,
mangimi, foraggi, lettimi, medicinali per il bestiame,
carburanti, lubrificanti)
o Variazioni negative delle scorte
o Acquisto di servizi (noleggi, consulenze professionali,
assicurazioni dei prodotti, servizi forniti dallo Stato,
servizi consortili, telefono, energia elettrica, ecc.)
o Costi sostenuti per le attività che interessano annate
consecutive (costi per la raccolta e commercializzazione
148
M. De Benedictis – V. Cosentino, op. cit., 1979, pag. 439
100
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
dei prodotti ancora da realizzare, acquisto nell’anno
precedente di materie prime e servizi destinati alle attività
il cui ciclo si conclude nell’anno in esame)
• Costi relativi all’impiego dei fattori a logorio parziale, relativi a
costi prevalentemente di natura fissa (quote di ammortamento,
manutenzione, assicurazione ecc.).
• Remunerazione dei fattori extraziendali
o Salari e stipendi, compenso del lavoro manuale e
direttivo extraziendale
o Interessi sui capitali presi a prestito
o Canoni d’affitto
o Imposte
“I procedimenti di analisi comparata dell’efficienza aziendale di più largo
impiego nella pratica, sono contratti stinti dalla seguenti ipotesi
fondamentali:
1. Il livello di reddito conseguito da una determinata
azienda dipende da due categorie di variabili; le
variabili esogene, che sono al di fuori delle
possibilità di controllo da parte dell’imprenditore
101
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
e le variabili endogene, oggetto, invece, delle
decisioni imprenditoriali.
2. Mediante la costituzione di gruppi di aziende,
caratterizzate da un elevato grado di omogeneità
nei riguardi delle variabili esogene, è possibile
mettere
a
confronto
i
risultati
economici
conseguibili dalle singole aziende del gruppo e
procedere ad una loro classificazione in termini di
reddito netto per ettaro o per unità lavorativa.
3. Attraverso la costruzione ed il confronto di
determinati
indici
all’individuazione
è
delle
possibile
cause
pervenire
che
hanno
determinato il libello di reddito delle singole
aziende ed esprimere un giudizio sulla capacità
imprenditoriale
dell’organizzazione
e
sui
aziendale.
punti
deboli
Il
giudizio
sull’efficienza delle aziende del gruppo viene
espresso in termini relativi e non assoluti: le
aziende che hanno conseguito i risultati migliori
costituiscono allo stesso tempo l’elemento di
102
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
confronto e l’obiettivo per le imprese situate a più
bassi livelli di efficienza”.
I rischi tecnici gravanti sull’azienda agricola possono essere così
classificati:
a) “Rischio di esaurimento della terra;
b) Rischio meteorico e “patologico”;
c) Rischio della deteriorabilità dei prodotti agricoli;
d) Rischio della trasformazione (per le aziende che attuano
trasformazioni di prodotti);
e) Rischio derivante dalla rigidità del fattore terra;
f) Rischio derivante dalle condizioni di salute dell’agricoltore e della
sua famiglia;
g) Rischio per responsabilità civili” 149.
Il rischio di esaurimento della terra è l’eventualità per cui, nel caso
che nelle rotazioni le colture sfruttanti prevalgano su quelle miglioratrici, e
non vengano così rispettati adeguatamente i periodi di riposo necessari al
ricambio, la terra tenda ad esaurirsi, perdendo le sue capacità vegetative.
Le ragioni che conducono a tale esaurimento possono essere
agronomiche, ma soprattutto sono economiche e finanziarie. I motivi
economici sono riconducibili ad andamenti particolarmente favorevoli dei
149
Ruozi R. “I finanziamenti bancari alle aziende agricole”, Giuffrè Editore, Milano, 1965, pag. 13
103
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
prezzi di alcuni prodotti agricoli rispetto ad altri, oppure ad un più
favorevole andamento dei prezzi dei prodotti agricoli rispetto a quelli dei
prodotti di altre attività o a quelli dei fattori produttivi impiegati in
agricoltura. I motivi finanziari possono invece essere identificati nella
scarsità o nella mancanza dei mezzi liquidi occorrenti per la realizzazione
delle opere di trasformazione fondiaria e colturale necessarie alla
valorizzazione della terra ed al reintegro delle sue capacità vegetative.
Il metodo migliore per fronteggiare il rischio di esaurimento della
terra è una appropriata concimazione, ma se le colture vengono effettuate
in maniera contraria alle buone regole agronomiche, anche la concimazione
può riuscire poco efficace.
Le cause finanziarie che indirettamente possono causare l’esaurimento
della terra sono eliminabili, invece, cercando di coordinare entrate e uscite
in modo da permettere agli agricoltori di disporre di una quota sufficiente
di fondi per il reintegro delle qualità vegetative del terreno.
Tra i rischi agricoli meritano particolare attenzione quelli derivanti
dalla dipendenza dell’attività agricola dagli agenti atmosferici, per cui
gravano sull’agricoltura le influenze tecniche dei vari fattori climatici: i
prodotti del raccolto possono essere distrutti o gravemente danneggiati
dall’andamento sfavorevole delle stagioni.
104
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
L’attività agricola è anche esposta al pericolo di avversità di ordine
patologico. Le malattie crittogamiche e le infestazioni di insetti possono
ridurre assai la produzione. Il bestiame stesso è soggetto a frequenti
malattie, talune delle quali in pochi giorni possono decimare intere stalle o
deprezzarne i prodotti. Dato il carattere particolarmente infiammabile di
taluni prodotti agricoli, è per essi rilevante anche il pericolo di incendio.
Tutti questi rischi hanno importanza differente a seconda delle dimensioni
delle aziende e a questo proposito non è possibile fare a priori delle
considerazioni di carattere generale.
Le possibilità di deperimento di alcuni prodotti durante il
magazzinaggio o nei trasporti è considerevole. La conseguente difficoltà di
conservare nei magazzini le eccedenze di produzione allorché l’offerta
supera la domanda del mercato contribuisce notevolmente ad incrementare
il rischio commerciale.
La rigidità del fattore produttivo terra, che è connessa soprattutto allo
stato del terreno e del clima ed alla destinazione colturale degli
appezzamenti.
La
rigidità
del
fattore
terra
è
accresciuta
dalle
interdipendenze esistenti tra terreno e clima. Questi due elementi si
sviluppano in ordine di reciprocità, nel senso che mentre il clima influisce
sulla trasformazione e sulle modifiche che i terreni subiscono, questi, sia
direttamente per effetto della loro configurazione e dei fenomeni cui danno
105
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
luogo, sia indirettamente per l’azione delle colture, degli allevamenti e
delle altre specie di attività, influiscono notevolmente sulle manifestazioni
più importanti del clima.
RISCHI COMMERCIALI DELL’AZIENDA AGRICOLA
o Rischio del mercato d’acquisto;
o Rischio del mercato di vendita.
L’esposizione alla possibilità di sensibili oscillazioni del reddito dei
produttori assume particolare rilevanza nel settore poiché l’agricoltura si
presenta come un’attività tradizionalmente influenzata da molteplici eventi
esogeni, quindi incontrollabili, di natura climatica in grado di incidere
notevolmente sul risultato dell’attività economica; inoltre, negli ultimi anni,
i processi di globalizzazione dei mercati agroalimentari e la riforma delle
politiche comunitarie, che stanno progressivamente riducendo il sostegno
pubblico al settore, stanno portando a un mutamento dell’ambiente
strategico dell’imprese agrarie e agroalimentari sottoponendole a una
sempre maggiore pressione competitiva, esponendole a un aumento del
rischio imprenditoriale.
Il processo di globalizzazione ha come conseguenza un ampliamento
geografico e merceologico del mercato che si ripercuote su tutto il sistema
agroalimentare poiché pone le imprese agrarie di fronte all’esigenza di
aumentare la qualità e ridurre i costi in un contesto di sostegno pubblico
106
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
ridotto. Tali situazioni aumentano la possibilità di variabilità negativa del
reddito dell’azienda agraria e comportano la necessità di ridefinire le
caratteristiche e il ruolo degli strumenti di gestione del rischio in
agricoltura.
FATTORI SPECIFICI DI RISCHIO IN AGRICOLTURA
La letteratura economica ha elaborato una definizione specifica del
rischio in agricoltura, scomponendolo in diversi fattori:

Incertezza della produzione: l’elemento di rischio che maggiormente
caratterizza l’attività agricola è legato alle oscillazioni della produzione
(denominato anche rischio di raccolto); questa componente deriva da
fattori biologici che nella maggior parte dei casi sfuggono al controllo
dell’agricoltore e che influenzano la variabilità delle rese sia dal punto
di vista quantitativo che dal punto di vista qualitativo. Tali
problematiche divengono particolarmente rilevanti in contesti dove il
reddito medio dell’agricoltore è basso, per cui anche modeste variazioni
negative possono avere gravi conseguenze sul bilancio familiare, oppure
allorquando l’evento negativo si manifesti consecutivamente per più
annate, come ad esempio in caso di siccità prolungate; in questi casi,
107
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
l’assenza di strategie di gestione dei rischi può comportare l’insorgere di
seri problemi di deficit.

Incertezza di prezzo: il rischio di prezzo deriva dalle fluttuazioni dei
prezzi sui mercati sia degli input che dei prodotti, dovute a forze al di
fuori del controllo dell’agricoltore. L’interazione di fattori quali ad
esempio, la domanda e offerta dei prodotti oppure il contesto
macroeconomico causa oscillazione dei prezzi che, in un mercato
dinamico come quello agroalimentare, possono avere un impatto
rilevante sul reddito dei produttori agricoli. La rilevanza di questo
fattore di rischio è stata riconosciuta dall’Unione Europea che ha
predisposto articolati programmi di sostegno ai prezzi, i quali
attualmente non possono scendere al di sotto di una soglia minima.
Tuttavia, per eliminare gli effetti distorsivi di questi provvedimenti e
anche a seguito di pressioni internazionali, l’UE sta riducendo il proprio
intervento in materia e sta liberalizzando il mercato, con la conseguenza
che la variabilità dei prezzi agricoli nei mercati europei sta
progressivamente aumentando. In questo scenario si inserisce anche un
aumento dell’oscillazione dei prezzi degli input, che assume particolare
rilevanza a causa del sempre maggiore apporto della tecnologia nel
contesto produttivo. La concomitanza dell’aumento della variabilità nei
prezzi sia degli input che degli output rende prevedibile una sempre
108
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
maggiore rilevanza degli strumenti di gestione del rischio di prezzo in
futuro.

Incertezza istituzionale: il rischio istituzionale è rappresentato dalle
conseguenze prodotte da possibili mutamenti nella normativa e nella
regolamentazione pubblica dell’attività di produzione agricola; tali
evoluzioni coinvolgono la totalità degli agricoltori che risiedono in aree
sottoposte alla medesima disciplina o che sono interessati alle stesse
produzioni o all’utilizzazione degli stessi input. Può infatti accadere che
l’introduzione, l’abolizione e il cambiamento di alcune norme che
regolano il funzionamento del settore agricolo producano restrizioni
all’azione dei produttori: ad esempio è il caso delle norme relative
all’uso di pesticidi, delle restrizioni all’importazione decise da paesi
stranieri, dei mutamenti del regime fiscale, etc.

Incertezza tecnologica: il rischio tecnologico deriva dalla rapidità dei
cambiamenti tecnologici che spesso comporta la rapida obsolescenza
degli investimenti. L’utilizzo di nuovi macchinari utilizzati nel processo
produttivo o di varietà di nuovi mangimi e seminati possono necessitare
di riconversioni produttive e che pur producendo un aumento delle rese
potranno dar luogo a risultati maggiormente incerti rispetto alle varietà
tradizionali, richiedendo, inoltre un maggiore sforzo e coordinamento
dal lato gestione delle informazioni.
109
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie

Incertezza finanziaria: il rischio finanziario fa riferimento a un’altra
delle più importanti caratteristiche dell’attività di produzione agricola,
ossia l’esistenza di un significativo gap temporale tra l’anticipazione
delle spese e il conseguimento dei ricavi. Risulta chiaro che quanto
maggiore è la necessità di far ricorso a capitali di terzi e quindi quanto
maggiore è l’esposizione finanziaria del produttore tanto maggiore sarà
il rischio che la variazione dei tassi di interesse possa produrre disagi
finanziari, oltre a tutte le problematiche relative alla disponibilità del
capitale di prestito e alla capacità di avere un cash flow stabile e
adeguato alle esigenze aziendali.

Incertezza derivante da eventi accidentali: il rischio derivante da
eventi accidentali riguarda tutti gli eventi che sono legati direttamente
alla persona del conduttore, alla sua famiglia oppure alle strutture
produttive. Ad esempio, rientrano in questa componente di rischio la
morte, la malattia, l’invalidità, la partenza di uno dei componenti
l’azienda familiare, oppure incendi, furti, calamità naturali o ad altri tipi
di eventi non prevedibili, anche causati dalle azioni di altri soggetti che
entrano in contatto con l’azienda (inadempienze contrattuali, azioni del
locatore, decreti pubblici di esproprio, etc.) che riducono l’operatività
dell’azienda.
110
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Le incertezze appena descritte e i relativi rischi contribuiscono a
determinare il complessivo rischio di reddito, ossia il rischio legato alle
possibili variazioni del reddito netto aziendale.
111
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
2. Attuali modelli di rating applicati alle aziende agrarie
L’agricoltura, come ogni altra attività, è soggetta a rischi tecnici,
commerciali, economici e finanziari. I rischi in parola provocano una
limitazione nell’impiego del capitale e del credito in agricoltura. Tale
limitazione è infatti dovuta, fra l’altro, anche alla cosiddetta risk aversion,
che rappresenta lo sconto psicologico fatto dall’agricoltore in merito alle
future possibilità di perdita prodotte dal rischio e dall’incertezza. Essa è
dovuta inoltre al cosiddetto capital rationing, cioè all’incapacità
dell’agricoltore di trovare, a condizioni ragionevoli, tutto il capitale
necessario alle sue produzioni, soprattutto perché i finanziatori sono poso
disposti a concedere credito all’agricoltura e perché quando lo accordano
richiedono prezzi troppo elevati. “La risk aversion è particolarmente
diffusa nelle zone agricole meno progredite; il capital rationing
caratterizza invece le zone agricole più prospere”150.
Si ricorda ancora che i rischi in discorso influiscono in vario modo
non solamente sulla valutazione dei fidi, ma anche su un complesso di altri
aspetti del credito agricolo. Essi influenzano infatti in misura rilevante,
oltre al già accennato impiego di capitale e di credito in agricoltura, anche
150
Tirupati Naidu V. “Risk and uncertainty in agricolture in relation to credit” in “indian journal of
agricultural economics”, Bombay, gennaio-marzo 1964, pag. 129
112
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
il costo del credito, le garanzie collaterali richieste dai finanziatori in
relazione ai singoli prestiti, la ripartizione dei prestiti medesimi tra le
piccole e le grandi aziende agricole, e, infine, la distribuzione dei
finanziamenti agricoli tra i vari scopi per i quali essi sono richiesti e
soprattutto le loro scadenze151.
È utile specificare che anche i rischi di qualunque natura gravanti sulle
attività economiche non agricole comportano, nei rispettivi settori,
conseguenze analoghe a quelle appena esaminate. Taluni studiosi di
economia e politica agraria hanno invece affermato che i rischi tecnici e
commerciali della produzione agricola non sono riscontrabili nelle altre
attività e non sono fronteggiabili in alcun modo. Seguendo queste
concezioni alcuni studiosi di tecnica bancaria hanno ritenuto il credito
all’agricoltura più rischioso del credito concesso alle attività non agricole e
pertanto l’hanno trattato in maniera alquanto differente dagli altri tipi di
credito. Attraverso l’analisi dei rischi gravanti sull’azienda agricola, si è
verificato come
tale
modo di procedere non sia opportuno152.
“L’affermazione che i rischi tecnici e commerciali dell’agricoltura non
sono riscontrabili nelle altre attività è vera solamente in parte, ed anche
l’opinione
151
152
che
l’esercizio
dell’attività
agricola
sia
legata
Ruozi R. “I finanziamenti bancari alle aziende agricole”, Giuffrè Editore, Milano, 1965, pag. 12
Ruozi R., op. cit., pagg. 12-13
113
alla
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
manifestazione di rischi tecnici e commerciali talmente elevati che non è
possibile in alcun modo fronteggiare è solo parzialmente giustificata153.
L’applicazione dei modelli di rating quali indicatori sintetici per la
valutazione del merito creditizio nel settore agricolo, rispetto agli altri
settori produttivi, pone le sue radici in un periodo relativamente recente, i
principali studi applicativi effettuati sulla realtà agricola italiana sono
infatti essenzialmente riconducibili a:
1. “Small and medium enterprises model” realizzato dall’Agenzia
specializzata Moody’s per ISMEA154. Tale metodologia ha previsto
l’utilizzo di diversi indicatori ponderati. Sono stati individuate cinque
sezioni, cui sono stati attribuiti diversi pesi:

Sezione 1 – Economia: 4%;

Sezione 2 – Mercato / Industria: 6%;

Sezione 3 – Management: 25%;

Sezione 4 – Business: 40%;

Sezione 5 – Finanziari: 25%.
Ciascuna sezione, a sua volta, è composta da indici ponderati:
153
154
Ruozi R. “I finanziamenti bancari alle aziende agricole”, Giuffrè Editore, Milano, 1965, pag. 13
Ottobre 2007
114
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
 Sezione 1 – Economia: clima di fiducia industria alimentare; clima
di fiducia agricoltura.
 Sezione 2 – Mercato / Industria: attrattività del settore; vocazione
regionale; vocazione altimetria; parchi o aree protette; accesso alle
vie di comunicazione.
 Sezione 3 – Management: Esperienza; formazione specifica;
assistenza tecnica e aggiornamento; gestione e controllo della
contabilità; gestione del rischio – contratti assicurativi; sviluppo di
canali commerciali alternativi; accesso ai mercati esteri; redditi
extra-agricoli; certificazioni volontarie; marchio riconosciuto.
 Sezione 4 – Business: appartenenza a cooperative, consorzi ed altro,
rapporti con i fornitori; rapporti con i clienti; rapporti con la grande
distribuzione; tempi di pagamento del cliente; progettazione e
sviluppo futuro, utile netto; dipendenza da capitale.
 Sezione 5 – Finanziari: durata media dei crediti: indice di
indebitamento, grado di copertura; indice di liquidità; margine
operativo lordo sulle vendite; variazione dei ricavi; variazioni delle
rimanenze; durata media dei debiti; grado di copertura nette; grado
di ammortamento Infinity.
115
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
La scala di rating utilizzata, cui sono associate le relative PD, è la
seguente:
2. Applicazione dell’EM Score del Prof. Edward Altman, sulle aziende
agricole italiane155.
Il risultato del quoziente ponderato EM Score è dato dalla somma dai
seguenti indici e pesi:
 3,25
 6,56 * Capitale Circolante / Capitale Investito
 3,26 * Utili non distribuiti / Capitale Investito
155
“La nuova struttura delle relazioni tra imprenditore agricolo e sistema creditizio: un’analisi sintetica
del merito creditizio delle aziende agricole italiane attraverso le informazione delle Rete di Informazione
Contabile Agricola (RICA)” F. Adinolfi e F. Capitanio.
116
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
 6,72 * Risultato Operativo / Capitale Investito
 1,05 * Patrimonio Netto / Passività Totali
L’applicazione dell’EM Score restituisce un valore finale compreso
tra 0 e 30 che, attraverso l’inserimento in una classifica di riferimento,
consente di attribuire il rating all’azienda esaminata.
Tale studio ha evidenziato come la distribuzione delle aziende per
classi156 di rating sia sbilanciata verso l’area di vulnerabilità, centrale
156
“Obligors that share the same credit quality must be assigned to the same risk bucce. After grouping
obligors in risk buckets, a pooled PD of the bucket must be calculated considering that it has to represent
the risk of obligors within the group”, in Vallés V. “FSI Award 2006 Winning Paper – Stability of a
“through-the-cycle” rating system during a financial crisis”, Bank fot international settlements, September
2006, pag. 4.
117
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
rispetto al sistema di classificazione utilizzato, disegnando una
distribuzione gaussiana normale con una leggera asimmetria negativa.
118
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle
performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
3. Proposta di rating, basato sulle risultanze dell’archivio
RICA: analisi del quadriennio 2004 – 2007
La Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA), uno strumento
comunitario
finalizzato
a
conoscere
la
situazione
economica
dell’agricoltura europea, organizzata e gestita in Italia dall’INEA fornisce
annualmente un archivio di rilevazioni composte da numerosi variabili
rilevate su un campione di aziende agricole.
Al fine di realizzare un sistema di rating atto a produrre un indicatore
sintetico di solvibilità delle aziende agricole, basato sull’archivio RICA,
operando una ricerca su un campione omogeneo e costante di aziende, si è
reso necessario selezionare esclusivamente le aziende presenti ogni
anno nell’archivio stesso157; escludendo pertanto dal campione i dati relativi
alle aziende che hanno fornito i dati in modo discontinuo nel tempo.
157
Gli anni considerati, per i quali sono attualmente disponibili i dati completi e definitivi, sono stati
quelli che vanno dal 2004 al 2007.
119
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Le aziende del campione ottenuto sono state successivamente
suddivise in tre classi, utilizzando come criterio la composizione totale
della PLV (Produzione Lorda vendibile) di ciascuna azienda in base
all’attività svolta:
1. "Aziende specializzate in colture varie", attività imputabili per
più del 60% a una specifica coltura;
2. "Aziende specializzate in allevamento", attività imputabili per
più del 60% all’allevamento;
3. "Aziende non specializzate", aziende diversificate, che non
presentavano nessuna attività prevalente (maggiore del 60%
rispetto al totale della PLV).
L’analisi effettuata ha evidenziato che alcune aziende, nel tempo,
hanno cambiato il tipo di attività svolta (es. aziende specializzate in
allevamento nel 2004, diventate non specializzate nel 2005).
Tale condizione ha quindi determinato, a parità di numero
complessivo di aziende comprese nel campione, una variazione nel tempo
della distribuzione delle stesse nelle tre diverse classi.
Avendo fornito l’INEA le descrizioni specifiche tecniche delle
variabili contenute nell’archivio RICA, è stata effettuata una ulteriore
selezione di quelle più rappresentative dei valori fondamentali di
120
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
un’azienda, escludendo le variabili più sensibili alle politiche di bilancio
attuabili dai titolari delle aziende, al fine di ottenere risultati il più possibile
oggettivi. Le variabili selezionate per il presente studio sono quindi le
seguenti:
 Sup_TOT, superficie totale disponibile per l’azienda,
 Cap_FOND_TOT, capitale fondiario totale,
 Inv_FOND_NEW, nuovi investimenti fondiari,
 Cap_ESE_PROP, capitale d’esercizio in proprietà.
Tali variabili sono state considerate alla base della costruzione di un
quoziente ponderato indicatore delle performance delle singole aziende
agricole.
Il suddetto quoziente ponderato finale risulta così composto:
Q = (15% * A) + (30% * B) + (25% * C) + (30% * D)
dove:
A: Sup_TOT. Tale variabile è stata considerata altamente indicativa della
“patrimonializzazione” di un’azienda, in quanto le aziende agricole che
hanno a disposizione maggiori superfici, dovrebbero garantire una
maggiore solidità.
 Assegnato punteggio 1 per valori tra 0 e 10;
121
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
 assegnato punteggio 2 per valori tra 10,01 e 30;
 assegnato punteggio 3 per valori maggiori di 30.
Il punteggio crescente assegnato è proporzionale alla superficie a
disposizione delle aziende agricole per realizzare la propria attività,
garanzia implicita di solidità aziendale.
B: Cap_FOND_TOT / Sup_TOT. Rapporto tra capitale fondiario e
superficie a disposizione: aziende che hanno effettuato investimenti
strutturali nel corso del tempo.
 Assegnato punteggio 1 per valori tra 0 e 15.000;
 assegnato punteggio 2 per valori tra 15.001 e 30.000;
 assegnato punteggio 3 per valori maggiori di 30.000.
La capacità di investimento strutturale appare direttamente correlata alla
capacità di garantire una solidità patrimoniale su cui l’azienda può far
affidamento
derivante
dall’investimento
delle
risorse
generate
dall’autofinanziamento operativo e dal convincimento degli imprenditori
nel dotare l’azienda stessa di patrimonio con mezzi propri.
C: Inv_FOND_NEW / Cap_FOND_TOT. Rapporto tra investimenti e
capitale fondiario: aziende che hanno / non hanno effettuato investimenti
nell’anno e in quale misura. Tale indice presume di evidenziare il reale
122
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
sviluppo di un’azienda agricola e la connessa capacità di sviluppo
potenziale.
 Assegnato punteggio 0 per valore pari a 0% (non sono stati
effettuati investimenti);
 assegnato punteggio 1 per valori tra 0,01% e 50%;
 assegnato punteggio 2 per valori tra 50,01% e 100%;
 assegnato punteggio 3 per valori maggiori del 100 %.
Si assegna un merito crescente in proporzione alla capacità e volontà di
investimento dimostrato nel tempo dagli imprenditori, indice di
determinazione, da parte di questi ultimi, nel curare gli interessi e lo
sviluppo aziendale.
D: Cap_ESE_PROP / Sup_TOT. Rapporto tra capitale d’esercizio e
superficie totale. Tale indice evidenzia lo sfruttamento della superficie
disponibile dell’azienda, pertanto, con tale indicatore, si presume di poter
evidenziare la produttività dell’azienda stessa.
 Assegnato punteggio 1 per valori tra 0 e 1.500;
 assegnato punteggio 2 per valori tra 1.501 e 3.000;
 assegnato punteggio 3 per valori maggiori di 3.000.
123
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Mediante tale indicatore si mira ad evidenziare l’intensità di impiego della
superficie disponibile presumendo l’assenza di aree inutilizzate in presenza
di un alto rapporto, direttamente correlato alla capacità produttiva.
Come si può facilmente osservare, il quoziente può variare tra un
minimo di 0,75 e un massimo di 3.
Le evidenze empiriche di carattere discreto hanno rilevato uno
andamento “a campana”, ove la curva gaussiana è raffigurabile nelle
frequenze di aziende concentrate principalmente nei valori centrali, in tutti
e tre i raggruppamenti.
La scala di scoring adottata corrisponde ai seguenti range di valori:
A (5) : per aziende che hanno riportato un quoziente ponderato pari a
3,00 (valore massimo)
B (4) : per aziende che hanno riportato un quoziente ponderato compreso
tra 2,26 e 2,99
C (3) : per aziende che hanno riportato un quoziente ponderato compreso
tra 1,51 e 2,25
D (2) : per aziende che hanno riportato un quoziente ponderato compreso
tra 1,01 e 1,50
124
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
E (1) : per aziende che hanno riportato un quoziente ponderato compreso
tra 0,75 e 1,00
Le Probabilità di Default associate alle diverse classi di rating, sono
riportate nella tabella che segue.
In base a tale scala i risultati riportati nei diversi anni considerati per
le tre classificazioni operate sono quelli riportati di seguito.
Le percentuali indicate rappresentano il rapporto tra il numero di
imprese rientranti in ciascuna classe di rating rispetto al totale delle aziende
ricomprese nella specifica classificazione in ogni anno di riferimento.
125
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
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performance finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
129
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo I – Il sistema dei rating, profili generali
Il presente studio ha evidenziato come la distribuzione delle aziende per
classi di rating sia sbilanciata verso le classi 4 e 3 (rating B e C), centrali
rispetto al sistema di classificazione utilizzato, disegnando una distribuzione
gaussiana normale con una leggera asimmetria negativa.
A tal proposito appare opportuno rammentare come la distribuzione
normale (o gaussiana, dal nome del matematico tedesco Karl Friedrich Gauss
che l’ha formalizzata nell’Ottocento) sia la distribuzione di probabilità continua
maggiormente utilizzata nell’analisi statistica perché è finora riuscita a fornire
una descrizione apparentemente corretta della maggior parte dei fenomeni
naturali ed economico-industriali. In tutti questi fenomeni le modalità prossime
alla media presentano frequenze elevate, che diminuiscono a mano a mano che
ci si allontana dalla media.
130
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
La curva normale, che presenta un andamento continuo, a forma di campana,
simmetrica rispetto alla media, rappresenta graficamente la distribuzione di
probabilità normale. La probabilità che la variabile oggetto di studio sia
compresa entro ogni intervallo dato può essere individuata dall’area sottostante
la curva della distribuzione di probabilità (“funzione di densità di probabilità”)
delimitata dagli estremi dell’intervallo scelto. Allontanandosi dalla media in
entrambe le direzioni, la curva normale si avvicina sempre più all’asse
orizzontale senza mai arrivare a toccarlo. L’area totale sottostante la curva (la
probabilità che l’evento si verifichi) è pari a uno; la maggior parte dell’area è
raccolta intorno alla media.
131
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Si tratta di una curva che presenta un punto di massimo attorno in
corrispondenza della media dei valori misurati e può essere più o meno stretta a
seconda della dispersione dei valori attorno alla media. La dispersione si misura
con la deviazione standard. Una delle principali proprietà della gaussiana è che
il 68% delle misurazioni differisce dalla media meno della deviazione standard e
che il 95% meno di due deviazioni standard. Pertanto, maggiore è la deviazione
standard, più la gaussiana è “aperta” e più c’è la possibilità che la media non sia
rappresentativa di tanti casi. L’area sottesa dalla curva vale 1 perché la somma
delle probabilità di tutti i valori è pari a 1, rappresenta infatti la certezza.
La variabile casuale gaussiana è caratterizzata dalla seguente funzione di densità
di probabilità:
132
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Rappresentando graficamente la curva in modo formale si ottiene:
Riprendendo i valori ottenuti nel 2007 dall’applicazione dell’algoritmo elaborato
per il presente studio si può facilmente osservare come la distribuzione
gaussiana normale tracciata evidenzi una leggera asimmetria positiva:
a) Default studies
Le Agenzie di rating sono tenute a mettere a disposizione del pubblico le
analisi ex post dei rating emessi nel corso degli anni precedenti mettendo in
133
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
relazione ciascuna categoria con i tassi di default cumulati158 per verificare ex
post il potere predittivo del rating “La correttezza dell’attribuzione di ciascuna
classe di rating agli emittenti viene effettuata attraverso la valutazione ex post
della performance dell’emittente con il calcolo dei tassi di default cumulati”159.
Poiché il presente studio è stato condotto per la prima volta e non si
disponeva, pertanto, dei dati storici di eventuali default delle aziende esaminate,
ai fini dell’individuazione delle PD, oltre ad utilizzare l’archivio RICA si è
tentato di integrare le informazioni sul settore in esame estraendo dall’archivio
“AIDA” i dati di bilancio delle aziende agricole, ma non vi è stata possibilità di
osservare direttamente le aziende effettivamente fallite in quanto il parametro di
ricerca prevedeva solo le aziende “cessate”, tra cui erano pertanto ricomprese
anche aziende che potevano essere state liquidate per motivi diversi dal
fallimento per default, come ad esempio la volontà o la morte del titolare.
Inoltre, pur avendo tentato di effettuare l’analisi di bilancio delle aziende cessate
non è stata evidenziata alcuna particolare correlazione. Infine, i dati di bilancio
dell’archivio AIDA non corrispondono a quelli presenti nell’archivio RICA
dell’INEA, in quanto rilevati in maniera differente, pertanto non sarebbero stati
comunque confrontabili.
158
“Bank should not just rely on present estimations of the PD but should also calculate PDs in stress scenarios
with bad economic conditions” , in Vallés V. “FSI Award 2006 Winning Paper – Stability of a “through-thecycle” rating system during a financial crisis”, Bank fot international settlements, September 2006, pag. 5.
159
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, Le Agenzie di rating, Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 181.
134
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
b) Matrici di transizione
Le matrici di transizione calcolano la probabilità ex post che il rating
assegnato a un emittente all’inizio di un periodo vari (a seguito di un
downgrading o di un upgrading) o rimanga nella stessa classe di rating al
termine del periodo considerato. Per ogni specifico grado di accuratezza del
rating, quanto più basso è il tasso di migrazione da una classe di rating a
un’altra, tanto più il rating risulta affidabile (e stabile). Pertanto, “uno degli
obiettivi delle Agenzie è quello di minimizzare le transizioni da una classe di
rating a un’altra”160.
Particolare attenzione dovrebbe essere posta ad eventuali downgrading161
162
in quanto il peggioramento del giudizio espresso sul rischio di credito
potrebbe comportare direttamente ulteriori problemi che determinerebbero essi
stessi l’autorealizzazione della previsione. A tal proposito, a livello globale, è
stato osservato, infatti che “le agenzie possono aumentare il rischio sistemico
160
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, Le Agenzie di rating, Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 183.
“In the wake of the recent U.S. structured finance “rating crisis” and recent European sovereign
downgrades, many are asking whether credit rating agencies (CRAs) play a useful role in the market and
whether rhier credit risk assessments are accurate. Because the current degradation of sovereign balance sheets
raises very real concerns about heir creditworthiness, and hence, how it is measured by credit ratings, this
chapter will focus on sovereign debt ratings. One key concern is whether rating downgrades destabilize
financial markets, since they are embedded in many regulations and private contracts, particularly when
downgrades cross into noninvestment-grade categories” in “The uses and abuses of sovereign credit ratings”,
International Monetary Fund, October 2010, pag. 86.
162
“In case of downgrades, we find that pre-announcement return reactions are intimately related to watchlist
precedence. Pre-announcement negative abnormal returns are less severe when downgrades are preceded by
watchlist additions. Assigning a watch for downgrade to a specific company already leads to an immediate
significant negative abnormal return reaction once the watchlist addition is announced”, in “What do rating
agencvy announcements signal? Confirmation or new information” Konijn Sander J.J., Rijken H.A., Department
of Finance, VU University Amsterdam
161
135
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle performance
finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
attraverso downgradings di notevole entità e non anticipati; i downgradings
improvvisi possono causare forti perdite di mercato a causa delle improvvise
vendite di titoli che hanno subito il downgrading, problemi di liquidità ed
evidenti effetti domino sistemici su partecipanti al mercato attraverso la
regolamentazione, le politiche di supervisione, le clausole contrattuali e le
consuetudini di investimento”163.
Gli studi effettuati sull’archivio RICA, per le aziende considerate nei
calcoli, hanno evidenziato che ben il 71,41% (3.976 aziende) del totale di
aziende oggetto di osservazione (5.568) ha mantenuto lo stesso rating nei 4 anni
(dal 2004 al 2007) esaminati.
163
Cfr. G. Ferri, P. Lacitignola, Le Agenzie di rating, Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 196.
136
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle performance
finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Si sono evidenziate in dettaglio le seguenti risultanze nelle matrici di
transizione:
Le evidenze empiriche hanno dimostrato che, eccetto per l’anno 2005, il
numero dei downgrading in rapporto agli upgrading è sostanzialmente
equivalente.
Pertanto, sulla base delle premesse iniziali, è ragionevolmente plausibile
affermare che la presenza di un numero estremamente contenuto di transizioni
osservate (inferiore al 30%) sia indicativa di un buon grado di affidabilità
dell’algoritmo utilizzato per la determinazione dei rating nel presente modello.
137
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Le assunzioni appena descritte trovano un loro riscontro negli studi di
Altman e Rijken [2004] e di Cantor [2001], che hanno riscontrato che,
nell’emissione dei rating, la stabilità dei giudizi espressi, è considerato dalle
Agenzie di rating un benchmark di riferimento, quasi un obiettivo, da
controbilanciare con esigenze di tempestività solamente se gli indicatori
evidenziano un rischio di credito a lungo termine.
c) Scelta delle variabili utilizzate
Analogamente alla prassi in uso nelle Agenzie di rating164, la
determinazione dei pesi associate alle variabili utilizzate, poiché si tratta di un
lavoro definito per la prima volta per il settore con un approccio differente a
quelli finora applicati, è stata configurata sulla base di considerazioni soggettive
a priori, comunque fondate su aspettative tecniche e razionali, ma che sarà
comunque oggetto di affinamenti nel corso del tempo con l’osservazione dei
risultati prodotti.
In linea teorica il numero di indici calcolabili, in presenza delle variabili
rese disponibili dall’archivio RICA, può essere assai elevato, specialmente
laddove si disponga, inoltre, del bilancio e la controparte sia presente in Centrale
Rischi. A priori è difficile affermare che indici appartenenti a una determinata
164
Cfr. L. Gai, Il rating delle PMI. Un approccio metodologico per banche, confidi e intermediari finanziari,
Franco Angeli, Milano, 2008, pag. 75.
138
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area (liquidità, redditività, ecc.) siano più o meno indicativi del rischio di
credito, dipendendo i risultati dal campione su cui sono stati determinati.
“Le possibili combinazioni di variabili adottabili dipendono in sintesi di:
 presenza di fonti informative differenti;
 numerosità e profondità del data set a disposizione: ad esempio, la
disponibilità di un solo anno di dati economico-finanziari non permette
di calcolare gli indici di variazione;
 possibilità di calcolare variabili trasformate (logaritmiche, ecc.)”165.
Nel modello oggetto di studio siamo in presenza di una fonte informativa,
deliberatamente scelta come unica per semplicità di utilizzo e attendibilità dei
dati ivi contenuti, l’archivio RICA. Nonché una significativa profondità di data
set (4 anni di dati).
Le variabili impiegate nei calcoli dell’algoritmo di rating proposto nel
presente elaborato presentano alcune sostanziali differenze rispetto alle due
metodologie utilizzate nei precedenti studi (Moody’s per ISMEA e EM Score di
Altman).
Le attuali metodologie di assegnazione del rating si basano principalmente
sull’analisi “fondamentale”166 storica e sulle garanzie collaterali presentabili dal
165
Cfr. L. Gai, Il rating delle PMI. Un approccio metodologico per banche, confidi e intermediari finanziari,
Franco Angeli, Milano, 2008, pag. 82.
139
Analisi dei dati RICA finalizzata all’approfondimento del tema della gestione del rischio in agricoltura. Misurazione delle performance
finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
soggetto economico titolare dell’impresa. Tale modus operandi è fondato
sull’implicito e intuitivo postulato per cui le performance passate hanno la
medesima probabilità di replicarsi in futuro167.
Secondo il parere di chi scrive, però, gli attuali sistemi di misurazioni sono
eccessivamente focalizzati sulla situazione passata. Il passato, però, pur
conservando una certa valenza indicativa, non può essere considerato il
fondamento, tanto meno l’unico fondamento, per un’analisi prospettica futura.
166
Sulle analisi dei fondamentali “mi è sempre sembrata leggermente in contrasto con l’etica generale del
mercato, che si basa sulla speranza, sui sogni, sulla visione di lungo periodo e su un certo romanticismo legato
sì ai soldi, ma genuino. Io non posso citare studi o statistiche a supporto di questo mio atteggiamento degli
investitori che ho conosciuto o di cui ho letto. […] I fondamentali stanno agli investimenti come il matrimonio
sta al fidanzamento, o come la verdura sta alla nutrizione: fanno bene alla salute, ma non sono sempre e
necessariamente esaltante. È necessario comunque comprenderli per qualunque investitore ed, entro certi limiti,
per qualunque cittadino intelligente. Tutti noi, ad esempio, abbiamo sentito parlare di gente che si rifiuta
ostinatamente di acquistare una casa perché sottoscrivendo un mutuo dovrebbe pagare interessi esorbitanti per
anni e anni. E sono tanti anche gli appassionati delle lotterie convinti di poter mettere effettivamente le mani su
quel fatidico milione di dollari. Ci sono anche molti investitori che dubitano del fatto che gli oscuri
pronunciamenti di Alan Greenspan abbiano qualcosa a che fare con il mercato azionario o con il mercato dei
bond. Queste convinzioni, ed altre analoghe, nascono da concetti erronei sull’interesse composto, il fondamento
della matematica finanziaria, che costituisce a sua volta la base per l’analisi dei fondamentali” in Paulos J.A.,
“Un matematico gioca in Borsa”, Garzanti, Milano, 2003, pagg.89-90.
167
Esiste una “persistente tensione fra quanti affermano che le decisioni migliori sono basate sulla
quantificazione e sui numeri determinati dai modelli del passato, e quanti invece fondano le loro decisioni su
giudizi più soggettivi sull’incerto futuro. Questa controversia non è stata mai risolta. La questione dipende da
come si vede la possibilità che il passato determini il futuro. Non possiamo quantificare il futuro, perché è
sconosciuto, ma abbiamo imparato a usare i numeri per verificare quello che è accaduto in passato. […]
Mettere a punto un modello matematico che sembra spiegare tutto è già qualcosa. Ma quando ci troviamo di
fronte alla lotta imposta dalla vita quotidiana, a tentativi ed errori costanti, l’ambiguità dei fatti o l’emotività
umana possono distruggere il modello in quattro e quattr’otto. […] Nel corso del tempo, la controversia fra la
quantificazione basata sulle osservazioni del passato, da un lato, e le convinzioni fondate su giudizi soggettivi,
dall’altro, ha assunto un significato più profondo. Nell’apparato matematico della moderna gestione del rischio
sono insiti i germi di una tecnologia disumanizzante e autodistruttiva. Il premio Nobel Kenneth Arrow ha
ammonito: «La nostra conoscenza del modo in cui funzionano le cose, nella società o nella natura, è avvolta
nella nebbia della vaghezza. Grandi mali sono derivati dalla fede nella certezza». Nel processo di liberazione
dal passato possiamo essere divenuti schiavi di una nuova religione, di un credo che è altrettanto implacabile,
limitante e arbitrario quanto quello antico. Le nostre vite abbondano di numeri, ma a volte ci dimentichiamo che
i numeri sono soltanto strumenti. Pur non avendo un’anima, possono diventare dei feticci. Molte decisioni
cruciali sono prese dai computer, strani congegni che divorano numeri come mostri voraci, e che chiedono di
essere nutriti con quantità sempre maggiori di cifre da masticare, digerire e risputare” in Bernestein P.L. “Più
forti degli dei – La straordinaria storia del rischio”, Il sole 24 ore, Milano, 2002, pagg. XVII - XVIII.
140
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Dal momento in cui avviene l’erogazione di una linea di credito le
condizioni economiche passate “pesano” poco (ovviamente previa opportuna
valutazione di eventuali eccessivi carichi debitori pregressi). Ciò che può
influenzare maggiormente la possibilità di non ripagare puntualmente i debiti e,
nei casi più gravi, cadere in default, sono le capacità imprenditoriali e di
innovazione rispetto all’incertezza del mercato, elementi difficilmente
prevedibili, ma valutabili alla luce di progetti di business coerenti e funzionali.
Alcuni168 ritengono che l’utilità applicativa della metodologia dei rating sia
maggiore per le grandi realtà industriali, ove un potenziale finanziatore non può
avere accesso diretto al management. Secondo tale tesi nel caso delle PMI
sarebbe pertanto prevalentemente opportuno visitare la realtà produttiva
piuttosto che fidarsi di un giudizio sintetico quale quello offerto dai rating.
L’applicazione del Nuovo Accordo di vigilanza prudenziale sui requisiti minimi
di capitale, meglio noto come “Basilea 2”, e in futuro di quello ancor più
stringente di “Basilea 3”, ha tuttavia reso necessario, per gli istituti di credito,
attribuire un rating per qualunque tipo di impiego di fondi, incluse le PMI.
L’ambiziosa pretesa dei rating di fornire una analisi estremamente sintetica
della possibilità di default, attraverso la semplice indicazione di lettere seguite
da numeri o indicazioni positive/negative, si è spesso scontrata con evidenze
168
Vedi, P. Giuliani, presidente Azimut, articolo “È fragile e schematico. Strumento per pigri”, in “Il sole24ore”
domenica 4 aprile 2010.
141
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
empiriche che, nelle variazioni di prezzi associate anche a cambiamenti di
attribuzione di rating da parte di Agenzie specializzate, hanno seguito le leggi di
potenza piuttosto che le distribuzioni della curva a campana, c.d. “gaussiana”.
Piuttosto che continuare a focalizzare l’attenzione principalmente sui
potenziali rischi che potrebbero determinare un’insolvenza, pur senza
prescindere dall’associazione di una Probabilità di Default, con il presente
elaborato ci si propone l’obiettivo di creare un sistema di calcolo guidato da
termini positivi, ossia di opportunità di sviluppo, potenzialità intrinseche nel
sistema aziendale, basate sulle risorse effettivamente disponibili. Più facilmente
individuabili e valutabili in maniera endogena e indicativi delle “forze” aziendali
in senso stretto. A conferma di tale affermazione è comunemente riscontrato
come anche nel caso delle SWOT analysis169, l’analisi interna (forze e debolezze)
risulta (ex post) quasi sempre la più coerente e completa, mentre quella esterna,
riguardante elementi esogeni quali opportunità e minacce, il più delle volte
sottovaluta dei rischi (alcuni dei quali non sono effettivamente neanche
immaginabili ex ante) o sopravvaluta delle opportunità non direttamente
influenzabili dall’impresa stessa, ma soggetti al verificarsi di elementi “casuali”,
fortuiti, imprevedibili o contingenti.
169
Strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses),
le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o un’impresa nel suo complesso.
142
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
La valutazione della creazione di opportunità di sviluppo e delle
potenzialità intrinseche del sistema aziendale, principale oggetto di rilevazione
nel presente elaborato, costituendo una evidente riduzione dei rischi di
insolvenza, consente una associazione prevalentemente indiretta dei range di
Probabilità di Default a ciascuna classe di rating.
A differenza del modello “Moody’s”, che prende in considerazione molte
variabili qualitative esposte a valutazioni soggettive, si è preferito utilizzare
esclusivamente variabili di tipo quantitativo, determinabili oggettivamente.
Inoltre, ai fini di una più immediata e sintetica valutazione, sono state utilizzate
esclusivamente variabili presenti nell’archivio RICA, che hanno così potuto
garantire una confrontabilità nel tempo dei valori.
Rispetto all’EM Score di Altman, invece, come già indicato in precedenza,
sono state escluse le variabili più sensibili alle politiche di bilancio attuabili dai
titolari delle aziende (es. capitale circolante, risultato operativo e utili), per
pervenire a un risultato il più possibile oggettivo170.
170
“The credit analyst in a bank or a rating agency must take into consideration many attributes of a firm:
financial as well as managerial, quantitative as well as qualitative. The analysts must ascertain the financial
health of the firm, and determine if earnings and cash flows are sufficient to cover the debt obligations. The
analysts would also want to analyze should also be concerned by the quality f the management and try to
discover any unfavourable aspects of the borrower’s management. In addition the analysts must take into
account the features in the industry to which the potential client belongs, and the status of the client with in its
industry the effects of macro-economics events on the firm and its industry should also be considered, as well as
the country risk of the borrower. Combined industry and country factors can be assisted to calculate the
correlation between assets for the purpose of calculating portfolio effects.”, in “Internal credit risk rating
model” Badar-e-Munir, University of Karachi, 2007, pag. 3.
143
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finanziarie e patrimoniali delle aziende agrarie e relativa definizione di un modello di rating.
Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
A differenza di entrambi i modelli precedenti, infine, si è tenuto
opportunamente conto dell’esistenza di nuovi investimenti e della loro incidenza
rispetto al capitale fondiario, coerentemente con l’indicazione di fondo per cui
l’accrescimento delle potenzialità di un’impresa riducono i rischi di insolvenza.
In particolare analizzando le singole variabili:
 Sup_TOT. Indica la superficie totale a disposizione dell’azienda
agricola. Come detto in precedenza, tale variabile è stata considerata
altamente indicativa della “patrimonializzazione” di un’azienda, in
quanto le aziende agricole che hanno a disposizione maggiori
superfici, dovrebbero garantire una maggiore solidità. Considerata
come parametro di confronto per le aziende in merito alla
dimensione aziendale e alla potenziale produttività delle stesse.
 Cap_FOND_TOT, indica tutte le strutture fisiche/murarie di cui
dispone l’azienda. Variabile utilizzata in rapporto con la superficie
totale a disposizione per evidenziare aziende che hanno effettuato
investimenti strutturali nel corso del tempo. L’investimento
strutturale è altamente indicativo della solidità di un’impresa e
costituisce, inoltre, ulteriore garanzia di rimborso del credito.
 Inv_FOND_NEW, indica l’effettuazione di eventuali investimenti
strutturali. Tale variabile è utilizzata nel modello in rapporto con il
144
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
capitale fondiario per verificare se le aziende che hanno effettuato
investimenti nell’anno oggetto di analisi e in quale misura. Tale
indice presume di evidenziare il reale sviluppo di un’azienda agricola
e la connessa capacità di sviluppo potenziale.
 Cap_ESE_PROP, capitale d’esercizio in proprietà, indica il capitale
mobile (attrezzatura, etc.) disponibile nell’azienda. Tale variabile è
utilizzata in rapporto con la superficie totale. Tale indice evidenzia lo
sfruttamento della superficie disponibile dell’azienda, pertanto, con
tale indicatore, si presume di poter evidenziare la produttività
dell’azienda stessa.
Appare infine utile sempre rammentare che il fabbisogno finanziario è
determinato dalla differenza tra investimenti e credito che l’impresa ottiene dai
fornitori171, pertanto il peso degli investimenti risulta determinante nella crescita
del suddetto fabbisogno, sulla conseguente capacità dell’impresa di far fronte
alle proprie obbligazioni e sulla sottesa capacità di perdurare nel tempo. Anche
per tali motivazioni gli investimenti sono stati considerati elemento principale
nella costruzione dell’algoritmo realizzato.
171
Capaldo P., “Reddito, capitale e bilancio d’esercizio”, Giuffrè, Milano, 1998, pag. 15.
145
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4. Proposta di rating, basato sulle risultanze dell’archivio
RICA: analisi del biennio 2008 – 2009
L’analisi della nuova configurazione di raccolta dei dati dell’archivio RICA
ha consentito, per gli esercizi a disposizione, 2008 e 2009, l’osservazione di un
campione di 10.532 imprese agrarie presenti in entrambi gli anni considerati.
La composizione delle suddette aziende risulta la seguente:
ANNO 2009
• Non specializzate: 997
• Specializzate Allevamento: 1.813
• Specializzate Colture: 7.722
ANNO 2008:
• Non specializzate: 1.081
• Specializzate Allevamento: 1.847
• Specializzate Colture: 7.604
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
d) Matrici di transizione
Gli studi effettuati sull’archivio RICA, per le aziende considerate nei
calcoli, hanno evidenziato che l’84,76% (8.927 aziende) del totale di aziende
oggetto di osservazione (10.532) ha mantenuto lo stesso rating nei due anni (dal
2008 al 2009) esaminati.
Si sono evidenziate in dettaglio le seguenti risultanze nelle matrici di
transizione:
Le evidenze empiriche hanno dimostrato che, il numero dei downgrading
in rapporto agli upgrading è doppio.
149
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
Pertanto, sulla base delle premesse iniziali, è ragionevolmente plausibile
affermare che la presenza di un numero estremamente contenuto di transizioni
osservate (inferiore al 30%) sia indicativa di un buon grado di affidabilità
dell’algoritmo utilizzato per la determinazione dei rating nel presente modello.
e) Scelta delle variabili utilizzate
Tenuto conto di tutte le premesse e considerazioni indicate nel capitolo
precedente, facendo fronte al parziale cambiamento di stime e dati contenuti
nell’archivio RICA operato dall’anno 2008, è stato necessario adeguare il
modello a tale variazione.
Rimanendo invariate le altre variabili, in particolare, data la soppressione
delle seguenti voci:
 Inv_FOND_NEW, nuovi investimenti fondiari,
 Cap_ESE_PROP, capitale d’esercizio in proprietà.
si è provveduto alla loro sostituzione, rispettivamente, con le nuove variabili:
 ATTIVO IMMOBILIZZATO, derivante dalla riclassificazione del
bilancio secondo il criterio finanziario della liquidità crescente e
indicante il capitale immobilizzato
150
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
 ATTIVO CIRCOLANTE, derivante dalla riclassificazione del bilancio
secondo il criterio finanziario della liquidità crescente e indicante il
capitale circolante.
f) Conclusioni
Nella prassi valutativa è possibile ricomprendere le seguenti tipologie di
elementi da incorporare nel calcolo dei rating:
 dati quantitativi economico-finanziari “storici” (bilancio, dichiarazione
dei redditi);
 andamentali (Interni degli istituti di credito e Centrale Rischi);
 qualitativi;
 altra natura, non ricompresi nelle altre categorie.
Nel peculiare caso delle aziende agricole, prevalentemente di piccole
dimensioni, la cui configurazione giuridica non obbliga alla redazione del
bilancio d’esercizio, oppure ne consente la redazione solamente in forma
abbreviata, non fornisce una adeguata attendibilità172 dei dati. Analogamente, il
Modello Unico delle società/imprese individuali redatto a fini esclusivamente
172
Anche per il bilancio in generale è necessario considerare che, essendo basato su stime, la sua credibilità è
legata a queste ultime. “Si tratta in questo caso della condizione di credibilità delle stime di bilancio e delle
relative ipotesi di approssimazione al vero, o di soggettiva interpretazione di un vero non verificabile nel
presente e nel futuro. Ne consegue che l’attendibilità implica la veridicità, ma non si confonde con la medesima”
in Ferrero G., “La valutazione del capitale di bilancio”, Giuffrè Editore, Milano, 1995, pag. 29.
151
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
fiscali rappresenta il principale punto di criticità per l’utilizzo dei dati ivi
contenuti ai fini dello sviluppo dei modelli per tali controparti. A tale limite
sopperisce la presenza dei dati omogenei e confrontabili dell’archivio RICA,
utilizzato per il modello oggetto di studio.
Ad ogni profilo (variabili qualitative, quantitative, etc.) viene di norma
associato un punteggio che, opportunamente ponderato assieme agli altri,
consente di attribuire lo score complessivo.
Il modello di rating evidenziato nel presente studio è però contraddistinto
dall’utilizzo esclusivo di variabili quantitative in quanto sono le uniche che
incorporano le seguenti caratteristiche:
 oggettività di misurazione,
 presenza nell’archivio RICA,
 espressive di solidità, opportunità di sviluppo e potenzialità intrinseche
del sistema aziendale.
La semplicità applicativa, il riscontro empirico e una maggiore oggettività
delle variabili173 utilizzate possono essere considerati pertanto gli elementi di
forza del modello. Non se ne esclude, però, anzi si ritiene auspicabile,
l’integrazione con altri elementi valutativi esogeni determinanti quali il calcolo
173
“Almost all of the statistical credit scoring models that are in use today are variations on a similar theme.
They involve the combination of a set of quantifiable financial indicators of firm performance with, perhaps, a
small number of additional variables that attempt to capture some qualitative elements of the credit process.” ,
in “Internal credit risk rating model” Badar-e-Munir, University of Karachi, 2007, pag. 10.
152
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Capitolo II – Verso un nuovo modello di rating per le aziende agrarie
del rischio resa e qualità (ad esempio attraverso l’individuazione di un indicatore
del cambiamento climatico), del rischio istituzionale (variazione delle politiche
agricole comunitarie e nazionali), del rischio di domanda (legato all’utilizzo di
OGM o a eventuali contaminazioni).
153
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