1 2 3 4 5 Kaperdalen, Senja - Foto di Guri Dahl MINIGUIDA INDICE Nome ufficiale Miniguida 4 Cultura 7 proviene da fonti rinnovabili. Vita politica 40 del mondo con 390 miliardi € (2010). Economia 44 Ricerca 51 Settore dell’istruzione 56 - Posti all’asilo nido per tutti coloro Turismo 60 - 12 settimane di congedo di paternità. Imparare il norvegese? 68 In più, la Norvegia ha: Regno di Norvegia - 30.000 km di costa. - 99% dell’elettricità prodotta Forma di governo Democrazia parlamentare - Il più grande fondo sovrano di ricchezza Monarchia costituzionale - 1% del PIL va agli aiuti allo sviluppo. www.regjeringen.no www.kongehuset.no - 3,3% disoccupazione. - 7 donne su 10 lavorano. Capitale - 60 000 bambini nati per anno = 2 per famiglia. Oslo (586.860 abitanti) che ne facciano richiesta. Popolazione 4.991.741 abitanti. Densità: 12,8 abitanti per km2 Superficie - Un governo composto al 50% da donne e un età media di 45 anni. Per ulteriori informazioni: 384.802 km2 www.ssb.no/minifakta Per maggiori informazioni vi invitiamo Lingue ufficiali a visitare il sito dell’Ufficio centrale di statistica: Norvegese (bokmål) e Neonorvegese (nynorsk), Sami. Moneta ufficiale Corona norvegese (NOK) 1 EUR = 7,8 NOK Pil 2.381 miliardi di NOK Per abitante: 493.060 NOK Membro di: NATO, ONU, SEE 6 www.ssb.no/minifakta La cultura norvegese I suoni contemporanei della Norvegia La scena contemporanea della musica norvegese è di grande qualità, e ha registrato negli ultimi decenni una crescita importante in termini di affer- mazione internazionale. In questo paese così giovane e con soli 4,9 milioni di abitanti, sono numerosi gli artisti, nei diversi ambiti musicali, che hanno saputo mettersi in evidenza e raggiungere la fama internazionale. Un successo che affonda le radici nell’800 con la musica classica, grazie al compositore Edvard Grieg, ma che ha visto la sua maggiore crescita nel ‘900, con l’internazionalizzazione del jazz scandinavo degli anni ’70 - grazie all’allora giovanissimo sassofonista Jan Garbarek - e successivamente, al primo vero successo planetario negli anni ’80, con il gruppo pop degli A-HA. Ma la produzione musicale norvegese non si è fermata qui ed ha sa- puto sviluppare appieno le potenzialità di musicisti e compositori di grande personalità, attraverso: una pratica vocale e strumentale molto diffusa nella popolazione fin dall’età più giovane, una rete di scuole di musica molto ben strutturata e un’organizzazione di sostegno istituzionale che, grazie alla grande disponibilità economica e una struttura efficace ed efficiente, ha portato la scena contemporanea norvegese ad essere oggi una delle più in vista nel panorama internazionale. Una ribalta che, senza distinzione di generi o estetiche musicali, da sempre mostra, come fece già per Grieg, un forte legame con la tradizione folk. Ad avere un ruolo determinante in questa forte crescita è senza dubbio la tradizione dei festival, che in Norvegia vanta oggi un numero superiore ai 200 di ogni genere e dimensione. La scena contemporanea del Jazz si mostra particolarmente interessante poichè si sviluppa in un terreno fertile in cui musicisti di aree musicali diverse si ritrovano e interagiscono all’insegna dell’improvvisazione, dando vita a un autentico laboratorio creativo: un esempio di come sia possibile una crescita costante caratterizzata da originalità e innovazione, senza conflitti e distinzioni di genere ma con l’unico obiettivo del raggiungimento di standard qualitativi elevati. Qui elettronica, jazz, folk, pop, rock costituiscono un universo musicale unico. 8 9 È curioso invece osservare come la scena della musica elettronica norve- gese, tra le più conosciute nel mondo, sia fortemente legata all’Italia: per l’e- sattezza a un filone musicale italiano degli anni ’70, l’Italo Disco. Artisti come Lindstrøm, Prins Thomas, Erlend Øye dei Kings of Convenience, Röyksopp, DJ Balthazar, DJ Skatebård - tra i più affermati della scena internazionale odierna - fondano le proprie radici proprio nel filone musicale che a partire dagli anni ‘70 vide nel DJ italiano Daniele Baldelli e nella sua Cosmic Disco uno dei massimi esponenti. In generale la scena novegese ha saputo distinguersi e affermarsi in vari ambiti musicali, anche quelli più di “nicchia” come il metal estremo e il black metal, in cui vanta oggi alcuni degli esponenti più rappresentativi fuori dai confini del paese. Dai primi gruppi di fama internazionale, come Mayhem, Dark Throne o Immortal, fino a quelli che sono stati protagonisti dell’evoluzione del genere (Enslaved, Satyricon, Dimmu Borgir, etc.). La Norvegia è ormai il paese di riferimento per questo stile musicale, e molti sono i gruppi che si avvantag- giano di questa infatuazione che sembra non avere mai fine. Ma anche il rock più convenzionale propone artisti pieni d’energia, come la Kaizers orchestra, i Motorpsycho, Ida Maria, Turbonegro o ancora il blues esplosivo di Bjørn Berge, insomma una realtà fervida in costante crescita a prescindere dal genere. Luca Vitali 10 11 Leif Ove Andsnes - Foto di Anette Berentsen NRK Il Jazz La scena del jazz è fervida ed effervescente, piena di idee, libera e indi- Le ragioni sono molte, ma quelle sostanziali sono: da un lato il fatto che pendente. È caratterizzata da influenze che vanno dal folk più tradizionale di la Norvegia è un paese giovane che non deve fare i conti con una tradizione Wallumrød e Hanne Hukkelberg, passando per la contemporanea colta di norvegese, l’isolamento dal resto d’Europa che solo da pochi anni si è ridotto; e di Frode Gjerstad e Paal Nilssen-Love. Una realtà in cui uno strumento della ne di festival che è nata nel ’61 con Molde e che oggi vanta più di 20 appunta- antico e moderno per voce di uno dei suoi più alti esponenti: Nils Økland. vamente all’educazione musicale del pubblico, e al sano spirito d’avventura di prima della tecnica, in cui dominano personalità libere da etichette e mode, conservatorio di jazz a Trondheim, sul finire degli anni ‘70, cui hanno fatto se- Mari Boine Persen, Terje Isungset e Karl Seglem, al pop raffinato di Susanna particolarmente ingombrante; la buona dose di orgoglio nazionale del popolo Christian Wallumrød, l’impro-noise di Supersilent e Puma, ma anche il free lo spirito avventuriero che si rifà forse all’epoca vichinga. Dall’altro, una tradizio- tradizione come il violino di Hardanger dà vita a una musicalità di confine tra menti, in un paese di soli 4,9 milioni di abitanti: il che ha contribuito significati- Una realtà che si preoccupa principalmente di mettere in campo le idee, senza perdere di vista il patrimonio della tradizione. etichette come Rune Grammofon, Sofa, Smalltown Superjazz. La nascita di un guito altri, ha spronato fin dagli inizi gli allievi alla ricerca di una voce personale, senza dimenticare la tecnica, e ad evitare l’omologazione a un’estetica musica- Una scena che dei padri fondatori della prima generazione Ecm - Garba- le comune. Il fatto che per frequentarli fossero spesso costretti ad allontanarsi spirito pionieristico e indipendente che li aveva resi alfieri dell’emancipazione creativi e che in aula, come fuori, si respirasse un’aria di costante workshop in jazz europeo, senza per questo imitarli nella voce o nel fraseggio. mondo. Tutto ciò, affiancato a una società di tipo orizzontale che non prevede è un esempio più che mai rappresentativo – Audun Kleive, Paal Nilssen-Love, a una ricchezza derivata dal petrolio e impiegata al meglio da organizzazioni molti altri ancora – generazioni diverse e voci dalla grande personalità, assai l’attualità, ha fatto sì che oggi in Norvegia ci siano una scena di grande varietà rek, Andersen, Rypdal, Christensen e Karin Krog - ha saputo ereditare quello dal luogo d’origine, ha fatto sì che tali centri diventassero autentici laboratori dalla matrice afro-americana, contribuendo in modo sostanziale all’identità del cui sperimentare e crescere, insieme ai compagni di corso e isolati dal resto del La scuola di batteristi venuta dopo il grande maestro Jon Christensen ne “star” e in cui l’associazionismo e il volontariato hanno un ruolo determinante; Jarle Vespestad, Per Oddvar Johansen, Thomas Strønen, Torstein Lofthus e governative molto efficienti e all’attenzione prestata dalla stampa di settore per diverse tra loro, che hanno riscritto la pronuncia stilistica dello strumento. e interesse, un pubblico aperto ed educato a sonorità assai diverse e l’opportunità per i musicisti di suonare tutto l’anno nel proprio paese e all’estero. Ad essere speciale è una spinta interiore alla ricerca di una voce e di In Norvegia per fortuna a suonare non sono solo i soliti quattro o cinque. una cifra stilistica che, mediate da una forte vocazione per l’improvvisazione reale essenza del jazz contemporaneo in Norvegia - si traduce in un universo musicale in cui si fondono sonorità che vanno da Ligeti a Björk, passando per La prima generazione Ecm – Garbarek, Andersen, Christensen e Rypdal – è ancora molto attiva, ma non monopolizza il mercato. Coltrane, i King Crimson e Frank Zappa, senza troppi pudori o preoccupazioni tipiche del nostro tempo, come: “ma questo è jazz o non è jazz?” La risposta Oggi, al pari dei padri, gli eredi spiazzano per spontaneità e idee e, come è che questi sono i suoni contemporanei del jazz in Norvegia, non necessaria- fece Garbarek - alla ricerca del “suono” a dispetto delle armonie - si allonta- nea colta atonale, elettronica, jazz, e un forte legame con la natura e il folk. Folk originale e dagli elevati standard qualitativi. mente basati sulle armonie tipiche del jazz. Un melting pot fatto di contempora- nano sempre di più dalla tradizione afroamericana dando vita a una realtà scandinavo che si amalgama con l’Africa e/o l’Andalusia di Jon Balke oppure con il Maghreb o l’estremo oriente del Nils Petter Molvær di Khmer… ma in Della generazione successiva senza dubbio Jon Balke è il più rappresen- modo mai calligrafico, interiorizzato in una poetica sempre molto personale. tativo e con lui Per Jørgensen, affiancati dalla generazione Nu-Jazz, di qual- 12 13 che anno più giovane: Nils Petter Molvær, Bugge Wesseltoft, Audun Kleive, Eivind Aarset e Sidsel Endresen. La scena norvegese è piena di elementi interessanti, ma senza dubbio ad avere un ruolo di rilievo è la prima generazione diplomata al conservatorio di Trondheim: Arve Henriksen, Christian Wallumrød, Per Oddvar Johansen, Trygve Seim, Frode Haltli, con loro Paal Nilssen-Love e Ingebrigt Håker Fla- ten, e dopo di loro Håkon Kornstad, Mats Eilertsen, Per Zanussi, Mathias Eick. C’è poi tutta la prima generazione diplomata alla Oslo Academy - Morten Arve Henriksen - Foto di Luca Vitali Qvenild, Jørgen Munkeby degli Shining, Susanna Wallumrød. Molto vicini a questa generazione sono Lars Horthveth e i Jaga Jazzist. Karl Seglem, Terje Isungset e Nils Økland per il folk, la nuova stella Stian Westerhus, Jan Bang, ideatore di Punkt, ma anche Ola Kvernberg, Haavard Wiik, Kjetil Møster, Ole Morten Vågan, Ingar Zach, Thomas Strønen, Helge Lien, Maja Ratkje, Lasse Marhaug e tanti bei gruppi: Supersilent, Atomic, Wibutee, MoHa!, Jazzmob, Humcrush… insomma, si tratta di una scena così ricca ed effervescen- te, con una tale quantità di giovani talenti in costante evoluzione, che risulta difficile citarne solo i più rappresentativi perché tutti a loro modo risultano esserlo. Mari Kvien Brunvoll - Foto di antonio armentano (Peperoncino Festival) Luca Vitali 14 15 Cosmic Disco: il legame italo-norvegese Che uno stile musicale venga rimesso in vita e goda di una rinascita dopo essere stato archiviato come irrilevante, è un fenomeno che è esistito nel corso di tutta la storia della musica documentata. House. Sembrava essere arrivato il momento giusto per tornare alla storia e trovarne le radici. Trovammo l’Italo Disco come il primo genere chiaro e definito della musica elettronica da club. Ma non era solo difficile reperire la musica, nei club incontrava molta resistenza: Un esempio in tempi recenti è rappresentato dai Rolling Stones e dalle band di R’n’B inglesi degli anni ’60, che hanno basato il loro stile musicale sul Delta Blues, un genere che negli Stati Uniti era considerato ormai obsoleto. Uno dei casi più curiosi degli ultimi anni è stato il modo in cui i musicisti della scena dei club norvegesi hanno abbracciato il filone dell’Italo Disco della prima metà degli anni ’80, gli anni d’oro. L’Italo Disco è stata un’interpretazione italo/ europea della disco americana degli anni ‘70, ma mentre lì la disco originale era suonata da grandi orchestre in cui giganteggiavano cantanti soul, la Italo Disco era una versione ridotta in cui gli arrangiamenti erano spesso sostituiti da drum- machine e sintetizzatori. Un’altra differenza rispetto al grande fratello americano era che la disco spesso era composta e prodotta da musicisti dal background - Quando abbiamo iniziato con le serate italiane al Cafè Opera agli inizi del 2000, ci consideravano matti. Per la gente era molto strana una musica con tanta melodia ed armonie. La maggior parte delle persone credeva fosse uno scherzo, che lo facessimo per essere spiritosi. La gente stava sulla pista da ballo e rideva, ma per noi la cosa era maledettamente seria. Ad ogni modo, con il tempo e attraverso le serate da club (una di queste dal titolo appropriato “Digitalo”) Balthazar e Skatebård influenzarono un’intera gene- razione di musicisti di Bergen, tra cui Annie, i Röyksopp e Erlend Øye dei Kings of Convenience, figura di riferimento della musica norvegese oggi. Lo stesso genere, la Italo Disco, cominciava a prendere piede anche ad classico, invece che soul e jazz. E questo ha portato a linee melodiche ampie e Oslo. In club ora chiusi, come Jazid e HeadOn, DJ e musicisti come Lindstrøm, terizzata da un uso pesante di effetti creati in studio, il cui risultato era un suono verso la vecchia disco italiana ed europea, non solo come DJ ma anche con aperte, e a distinte, romantiche armonie. Molta della Italo Disco era anche carat- Prins Thomas, Rune Lindbæk e il più giovane Todd Terje, iniziarono ad orientarsi futuristico e di ispirazione spaziale. musica autoprodotta. Una moderna forma di disco, strumentale di ispirazione Mentre la drum-machine ha avuto un’influenza diretta sulla rivoluzione Hou- se e Techno di Chicago e Detroit nella seconda metà degli anni ‘80, ci sarebbero voluti altri vent’anni prima che gli elementi musicali della Italo Disco avessero una spaziale, che oggi è conosciuta nel mondo intero come “Space disco”, o anche come “Nu disco”, “Scandinavian disco” o “Oslo disco”. Il DJ e produttore che più di chiunque altro viene collegato alla scena disco nuova vita. Dietro questo rinnovato interesse c’è una generazione di giovani mu- norvegese è Lindstrøm, uno dei produttori più influenti dal 2000 ad oggi. Non na- ca molto moderna dal nome “space disco”. La storia dell’Italo Disco in Norvegia è più un atteggiamento, un modo di rapportarsi alla musica e alla sua produzione. Bergen, dalla seconda metà degli anni ‘90, ha avuto una scena musicale molto Baldelli e Beppe Loda, che con i loro stili originali hanno sviluppato una versione sicisti dei club norvegesi e di DJ, una generazione che oggi compone una musiè iniziata nella città anseatica di Bergen, sulla costa occidentale della Norvegia. sconde di essere stato ispirato dalla musica italiana, ma per lui l’influenza italiana Fa riferimento in modo particolare a due leggendari DJ italiani, Daniele forte e orientata ai club, con artisti come i Röyksopp, Annie e i Kings of Conve- della Cosmic Disco detta anche “Elettronica Meccanica”. come DJ Balthazar. Poco prima della fine del millennio, stanco, insieme a un con cui mixavano i vari generi e come non avessero alcuna regola su cosa era nience. In questo ambiente era molto attivo anche Vegard Moberg, conosciuto altro DJ, Skatebård (oggi uno dei maggiori esperti di Italo Disco al mondo con all’attivo alcune autoproduzioni influenzate da questa musica), di quella Deep house che aveva dominato la scena “dancefloor” per gran parte degli anni ’90, ha iniziato un’intensa ricerca dell’Italo Disco autentica. - Mi ero stancato della monotonia e della mancanza di melodia nella musica 16 - Ho ascoltato molte cassette di Baldelli e Beppe Loda: era incredibile il modo permesso e cosa no. Potevano, per esempio, suonare della musica ad una velocità completamente sbagliata e farla sembrare giusta ugualmente. Ho ascoltato molto anche musicisti e produttori italiani come, per esempio, Giorgio Moroder, i Goblin e Claudio Simonetti. Alla domanda se ritiene che vi sia un forte collegamento tra l’originale Italo 17 Disco e la nuova disco norvegese risponde affermativamente: - Sì. Entrambi gli stili hanno adottato musica dance americana e nera euro- pea per le piste da ballo europee. Per me la maggior parte del fascino di questa vecchia musica è che sembra che l’abbiano suonata con sintetizzatori di pessima qualità e a buon mercato. L’Italo Disco è molto differente da quella americana. La maggior parte dei musicisti non aveva grandi possibilità economiche e quindi si sono dovuti accontentare della strumentazione che avevano. Il risultato è che spesso la musica sembra più fresca che se avessero avuto a disposizione i migliori studi di registrazione e le migliori orchestre. Un’altra cosa importante relativamente a questa musica è che che ne viene fuori una tradizione musicale Europea. L’interesse per questo capitolo della storia della musica è oggi più grande che mai grazie soprattutto a Lindstrøm e Prins Thomas. Il già citato Skatebård è solo uno dei tanti DJ che girano il mondo a suonare Italo Disco e musica influenzata dalla club music per il giovane e affamato pubblico dei club. Skatebård ritiene che oggi vi siano serate Italo club nelle maggiori città del mondo. Lo scorso autunno ha suonato a Parma insieme al DJ e blogger italiano Marcello Giordani (conosciuto grazie al blog Italo Deviance): - L’ironia della sorte ha voluto che fosse ingaggiato in italia per suonare la disco italiana, ma tutto ciò è anche molto divertente. L’Italo Disco oggi è un feno- meno più grande in Norvegia che in Italia, ma ci sono tanti giovani DJ italiani che riscoprono la vecchia musica, oltre ai DJ più anziani che ancora lavorano. Skatebård è del parere che l’Italo che si suona oggi, non è proprio come quella che si suonava negli anni ‘80: - Soprattutto perchè negli ultimi anni abbiamo attinto da tutta la musica di qualità che esiste nel genere. Dato che la maggior parte dei DJ attuali suona buona Italo Disco non commerciale, l’Italo si è fatta una reputazione migliore rispetto a quella che aveva prima. Il nuovo genere musicale influenzato dall’Italo Disco creato in Norvegia agli inizi del 2000 continua a crescere e a svilupparsi. Dopo dieci anni nascono sem- pre nuovi artisti, sia in Norvegia che a livello internazionale. Skatebård conclude: - Questo è un genere che cresce lentamente. Non è solo una moda, ritengo che questa musica rimarrà con noi ancora per molti anni. Gaute Drevdal 18 19 Prins Thomas e Todd Terje I festival In Norvegia si tengono circa 200 festival di ogni dimensione, dedicati ai più diversi generi musicali. Alcuni beneficiano di ambienti e situazioni straordiTraena festival - Foto di Eivind Alexander Fossland narie, come il sole di mezzanotte e la notte polare, o di teatri naturali immersi in paesaggi grandiosi, che accentuano l’entusiasmo degli spettatori. Il Festival internazionale di Bergen è stato il primo a svilupparsi, e oggi è uno degli appuntamenti culturali più importanti in Norvegia. Si svolge ogni anno nei mesi di maggio e giugno e propone un denso programma multidisciplinare, nel quale la musica mantiene però un ruolo preponderante. Il principale festival di musica contemporanea di Oslo, Ultima, privilegia i giovani compositori. Numerosi sono i festival di musica classica e di musica da camera: Oslo, Risør, Trondheim, Stavanger, Lofoten, etc. Alcuni sono organizzati da musicisti di fama internazionale, come il pianista Leif Ove Andsnes o il violoncellista Truls Mørk. Anche i festival di jazz o di blues sono presenti in tutto il territorio norve- gese. Tra i più noti troviamo il Festival jazz di Kongsberg, il Nattjazz di Bergen, il Festival internazionale di jazz di Molde, il Punkt di Kristiansand, festival di improvvisazione jazz. Il festival di Voss combina jazz e musica folk, mentre il Sildajazz Festival, organizzato a Haugesund, pone l’accento sul jazz tradizionale e il festival di Notodden è specializzato nel blues. Issfestivalen - Foto di Bjørn Furuseth A parte il Concorso di musica e di danza tradizionale di Norvegia, che si tiene ogni anno in una località diversa, i più importanti festival di musica folk sono quelli di Førde e di Bø. Anche il festival Folkelarm, che si tiene a Oslo, ospita giovani musicisti folk. Inoltre, il festival di Pasqua, che si tiene ogni anno a Kautokeino, è dedicato a tutta la cultura Sami. Gli avvenimenti dedicati alla musica di oggi sono anch’essi molto numerosi: i più popolari sono il Festival Øya a Oslo e il Festival Hove ad Arendal. Alcuni di questi appuntamenti sono più specializzati, come il festival di Træna, al circolo polare, di orientamento pop, il festival Borealis di Bergen, che vede protagonista la musica elettronica o ancora Hole in the Sky a Bergen o Inferno a Oslo, appuntamenti immancabili per gli amanti del metal estremo. Per finire, by:Larm, con i suoi circa 350 concerti per edizione, supera la definizione di festival aperto a tutti e s’impone come il più grande forum scandinavo dedicato ai professionisti del settore musicale. 20 21 Letteratura norvegese ”Fa l’effetto d’aggirarsi fra le nevi della Scandinavia e le brume della più Arne Garborg e Aasmund Vinje furono pionieri del romanzo in nynorsk, nordica tedescheria.” Questo il responso del giornale romano La tribuna alla seconda lingua scritta ufficiale del paese, mentre già nell’Ottocento due scrittrici 1893. Non un inizio entusiasmante, potremmo dire. Ma, con buona pace dei Camilla Collett e di Amalie Skram, che seppero descrivere la “questione femmi- prima rappresentazione del Costruttore Solness di Ibsen al Teatro Valle nel gettavano le basi per la florida scrittura femminile del secolo a venire: si tratta di redattori della Tribuna, la letteratura norvegese ha saputo scrollarsi di dosso nile” e il disagio delle classi proletarie di un paese da poco industrializzato. tale nomea e crescere al pari di altre più blasonate tradizioni letterarie. I recenti successi di autori norvegesi in patria e all’estero, anche in Italia, ne sono la più immediata conferma. Il Novecento si apre con Knut Hamsun, figura scomoda, enigmatica e complessa. Ricordato per i suoi romanzi tipicamente fin de siècle (Fame, Pan e Victoria), Hamsun ha interpretato le angosce del mondo moderno con Possiamo cominciare il nostro viaggio proprio con Henrik Ibsen, il se- grande acume e lirismo, ma anche con spirito tradizionalista (ad esempio ne Il negli anni Cinquanta dell’Ottocento aveva saputo cogliere le inquietudini e le nazismo, mai ritrattata, è uno dei grandi interrogativi della letteratura novecen- Con i dodici drammi “contemporanei” che vanno da Le colonne della l’erba non riesce a sciogliere l’enigma della sua scelta della parte “sbagliata”. condo drammaturgo più rappresentato al mondo dopo Shakespeare, che già risveglio della terra, che gli valse il premio Nobel nel 1920). La sua adesione al contraddizioni esistenziali dell’uomo moderno nel suo Peer Gynt. tesca; anche la tarda e malinconica autobiografia Per i sentieri dove cresce società a Quando noi morti ci destiamo (e comprendono capolavori della Di tutt’altro carattere è la personalità di Sigrid Undset, vincitrice del premio ha compiuto un percorso di analisi e decostruzione del mondo moderno che nel contesto della società nordica medievale, è dipinta la grande dignità di un tra Ottocento e Novecento l’influenza ibseniana era presente in autori come tornerà sulla questione delle donne, diventando una figura chiave della scrittu- letteratura mondiale come Casa di bambola, Spettri e Hedda Gabler) Ibsen Nobel nel 1928, famosa soprattutto per la trilogia Kristin figlia di Lavrans, dove, ha fatto scuola a tutta la letteratura occidentale. Se già negli anni a cavallo mondo femminile in contrasto col suo tempo. In altri suoi romanzi la Undset Strindberg, Shaw e il nostro Pirandello, l’eredità del drammaturgo continua ra femminile novecentesca. in Asia e in Africa, dove vengono continuamente tradotti e messi in scena, ma to radicale e socialista, tra cui spiccano il poeta militante Arnulf Øverland, il alcuni degli esempi più calzanti. Interessato a questi temi fu anche Nordahl Grieg, devoto alla causa comunista ancora oggi in Europa come in paesi più lontani. La diffusione dei suoi drammi anche la recente edizione critica italiana dei suoi drammi contemporanei, sono La letteratura norvegese ottocentesca offre molti tesori sconosciuti, autori non tradotti o oscurati dalla luce di Ibsen, che rivelano mondi nuovi a chi ha la Nel periodo tra le due guerre è attivo un gruppo di scrittori di orientamen- romanziere Sigurd Hoel, vicino a Joyce e Reich, il drammaturgo Helge Krog. in diversi romanzi e opere teatrali. È però nei decenni successivi che opera Tarjei Vesaas, uno dei più grandi scrittori nordici del Novecento. Nel suo capolavoro, Gli uccelli, Vesaas affida alla figura di Mattis, un sem- pazienza di scoprirli. Potremmo ricordare Bjørnstjerne Bjørnson, autore polie- pliciotto di provincia, il compito di raggiungere la verità umana tramite il dialogo Uno dei suoi drammi migliori, Al di là delle forze umane, è stato ripubblicato in nynorsk alla descrizione di un paesaggio magico e incantato, che fa da rifugio su scienza e fede. Vanno segnalati anche Jonas Lie, il fondatore del romanzo castello di ghiaccio, il tragico rapporto d’affetto tra due bambine, nella cornice drico e primo norvegese a ricevere il premio Nobel per la letteratura nel 1903. con la natura e gli uccelli in particolare. Con grande lirismo Vesaas piega il suo italiano per il centenario della morte nel 2010: una piccola gemma di riflessione dal mondo moderno. Con toni simili racconta, in un altro grande romanzo, Il moderno in Norvegia, e Alexander Kielland, che fu grande interprete del mondo di una natura austera e misteriosa. borghese e delle sue contraddizioni. Non per nulla i suoi romanzi fecero scuola al Thomas Mann dei Buddenbrook, anche se pochi oggi lo ricordano. 22 23 Nel secondo dopoguerra la letteratura norvegese si colora di toni politici e sociali, e ancora una volta sforna autori di grande caratura. Il primo, pur- troppo ancora non tradotto in italiano, è Jens Bjørneboe, poeta, romanziere, giornalista e drammaturgo militante, vicino alla sinistra ma anche antroposofo e voce scomoda nel contesto intellettuale nordico. Qualche decennio più tardi sarà Dag Solstad a farsi interprete di una generazione confusa e incerta, coinvolta nel crollo degli ideali del Sessantotto e oppressa da una modernità sempre più soffocante. Timidezza e dignità, appena pubblicato in italiano, è uno dei suoi capolavori. Dagli anni Settanta in poi è anche attiva una nuova generazione di scrittri- ci, inaugurata da Bjørg Vik, autrice di racconti e romanzi in bilico tra il neore- alismo e la lotta per i diritti delle donne. Successivamente, tra gli anni Ottanta e Novanta, Tove Nilsen e Herbjørg Wassmo hanno rinnovato la letteratura femminile norvegese con romanzi di grande lirismo. Negli anni Ottanta, intanto, cresce una nuova generazione di narratori. Pri- mo tra tutti Lars Saabye Christensen, di fatto cantore di un’intera generazione. In Beatles, epos in prosa ambientato a Oslo durante gli anni Sessanta, Christensen crea un sostrato letterario in cui tutti i norvegesi si sono riconosciuti; il romanzo che lo consacra è la saga familiare Il fratellastro (anche tradotto in italiano). degli ultimi due anni, è la conferma della statura internazionale di questa letteratura e del suo appeal all’estero. Inoltre, non va dimenticato lo sviluppo della letteratura di genere, soprattutto per quanto riguarda gli autori per ragazzi, tra cui spiccano Jostein Gaarder (ricordate Il mondo di Sofia?) e Ingvar Ambjørnsen, che con il ciclo di romanzi legati a Elling ha posto nuovi standard per la scrittura per l’infanzia e l’adolescenza. Buon successo hanno anche ottenuto i giallisti norvegesi, che, pur spinti dal vento favorevole del giallo svedese in Europa, hanno saputo differenziarsi dai loro colleghi oltre confine e colorare il genere di indagine psicologica e critica sociale. Gunnar Staalesen e Jo Nesbø, sicuramente gli autori più affermati nel campo, sono regolarmente tradotti nel nostro paese, mentre lo saranno presto i giovani Thomas Enger e Gaute Heivoll, provocatoriamente in bilico tra il poliziesco e la ricerca di nuove forme. Concludiamo con l’autore che, forse per primo dopo Ibsen, è stato tradotto e messo in scena in tutto il mondo. Parliamo del drammaturgo Jon Fosse, che nelle sue pièce in nynorsk si è fatto testimone di un’umanità in cerca di un nuovo modo di comunicare e di interpretare la realtà. Spesso è il dialogo minimale tra un uomo e una donna, nel contesto di una scenografia quasi inesistente, a introdurci nello scorrere di una vita intera. Come fu Ibsen, Fosse è un grande interprete del mondo contemporaneo, visto da una Norvegia che, se 150 anni fa era una “periferia” d’Europa, ora è sempre più presente sulla scena culturale internazionale. Giuliano D’Amico E arriviamo ai giorni nostri. Negli ultimi due decenni, la letteratura nor- vegese sembra godere di sempre migliore salute. Tra gli autori più signifi- cativi c’è senz’altro Erlend Loe, che fin dalla pubblicazione di Naif.Super si è imposto per la freschezza della sua scrittura e l’ironia incalzante dei suoi personaggi. Nei suoi romanzi, da Tutto sulla Finlandia a Volvo, Loe racconta una generazione di giovani adulti confusi che tirano a campare, cullati da una socialdemocrazia a volte benevola e a volte opprimente. Da altri punti di vista, Per Petterson con Fuori a rubar cavalli e Nikolaj Frobenius con i romanzi storici Il valletto di De Sade e Vi mostrerò la paura hanno dato nuova linfa al romanzo norvegese, che ormai, anche in Italia, è diventato un fenomeno letterario di rilievo. La scelta di tradurre integralmente La mia lotta, epos familiare in sei volumi di Karl Ove Knausgård, il grande fenomeno letterario norvegese 24 25 Jo Nesbo - Foto di Arvid Stridh Dag Solstad - Foto di Tom Sandberg Karin Fossum - Foto di Arild Sønstrød Anne Holt - Foto di Piratforlaget Il Peer Gynt di Ibsen, regia di Robert Wilson - Foto di Lesley Leslie 26 27 L’architettura in Norvegia Vale la pena specificare che quando si parla della Norvegia riferendosi cui i due architetti continuano ancor oggi a collaborare. Da allora lo studio ha alla Scandinavia, anche se sarebbe più corretto dire dei Paesi Nordici – che la firmato importanti progetti tra i quali la chiesa di Mortensrud (1998) a Oslo o il di design, o ancor più in generale della sua architettura, non c’è critico che non geometria fa da contrappunto all’elementarità dei materiali e degli spazi. Scandinavia comprende – in riferimento ai suoi manufatti, degli oggetti d’arte e Tautra Maria Convent (2006) a Tautra. Lavori di rara poesia, in cui una ricercata faccia un accenno, seppur minimo, all’influenza che la presenza della natura esercita sulla vita di questi popoli, in ogni forma di espressione. In ogni caso, Anche per molti altri esponenti delle giovani generazioni, prendere parte non è facile cogliere il rapporto diretto tra “ambiente costruito” e “ambiente na- al progetto della Norwegian Public Roads Administration ha significato trovare realtà molto forte nella vita di coloro che abitano le fredde terre del Nord, e in Hølmebakk, ad esempio, realizza – tra le tante – alcune infrastrutture lungo la Ingvar Andersson – paesaggista danese – afferma: “come per avversari in una nello straordinario scenario del Parco Nazionale di Rondane, dando vita a prudente di mezzi superiori, un rispetto per un antagonista più potente”. per 70° Nord e Gilse Løkken che, in collaborazione, firmano numerosi “sta- turale”; quello che però è certo è che la presenza della natura rappresenta una l’occasione per esprimere una particolare intensità progettuale. Carl-Viggo certa misura tutte le azioni ne risultano in qualche modo condizionate. Sven- strada che attraversa il famoso Sognefjell, così come su quella che serpeggia partita in fase di stallo, l’equilibrio tra uomo e natura rispecchia più che un uso luoghi di sosta che enfatizzano la spettacolarità del paesaggio. Analogamente Secondo il maestro nordico Sverre Fehn (1924-2009), che ha condotto la zioni” di sosta tra le diverse 18 nuove strade panoramiche individuate dalla NPRA nel Nord della Norvegia, dove il paesaggio è così forte ed emozionante Norvegia nell’Olimpo dell’architettura internazionale conseguendo nel 1997 il da toglierti il fiato. co, ma dialettico e articolato che interpreta e sviluppa il tradizionale conflitto nità di progettare piccole strutture pubbliche da contrapporre alla realizza- naturale, che nelle diverse occasioni si manifesta in forme diverse, come modo tale da sperimentare il dettaglio e la cura del particolare tipico dell’ar- come quello per il concorso del Museo dell’Artigianato a Lillehammer, che si inseriscono. Pritzker Prize non si tratta di un rapporto nostalgico o romanti- A Knut Hjeltnes, the National Tourist Roads Project, offre invece l’opportu- tra uomo e natura che, nel Norden, caratterizza l’abitare. Assumere il dato zione di case monofamiliari, che caratterizzano la sua attività professionale, in paradigma per lo sviluppo del progetto, è evidente sin dai suoi primi lavori, chitettura domestica nell’immensità del paesaggio in cui le microstrutture si aggiudica nel 1949 (ad appena 25 anni) oppure quello per il Padiglione dei Paesi Nordici alla Biennale di Venezia (1961) per arrivare fino all’ultimo, il nuovo Museo di Architettura a Oslo (2008). Forse questo è anche il carattere strutturale che più di altri mette in risonan- Diverso invece il caso di altri autori quali il prolifico e poetico Reiulf Ramstad, che firma alcuni importanti edifici pubblici di ricercata bellezza in cui coniuga la materia, la cura del dettaglio e le spazialità dinamiche. Lo stesso si può dire per lo studio Jarmund & Vigsnæs, che sviluppa il progetto della za l’opera di Fehn con quella dello studio di Jan Olav Jensen e Børre Skodvin nuova Scuola di Architettura e Design di Oslo (AHO) in una vecchia distilleria delle forme, i lavori dello studio JSA si misurano dichiaratamente con il conte- oggi uno dei quartieri più dinamici e internazionali di Oslo, una vera e propria qualche modo rappresenta un punto di svolta nella loro produzione è costituita vo centro per l’architettura e design DogA) si coniuga al ridisegno dello spazio stata promossa dalla Norwegian Public Roads Administration all’interno del nel campo dell’insegnamento internazionale, si muovono tra la Norvegia e (Jensen & Skodvin Architects). Nonostante l’estrema diversità dei linguaggi e dismessa, a ridosso del fiume Akerselva, nella ex zona industriale della città: sto naturale in cui si inseriscono. Come essi stessi affermano, l’opera che in Down Town, in cui il recupero degli edifici industriali (qui si trova anche il nuo- dall’area di sosta Liasanden, una delle aree attrezzate la cui realizzazione è verde che costeggia il piccolo fiume. Jarmund & Vigsnæs, molto attivi anche progetto pluriennale New National Tourist Routes iniziato nel lontano 1997 e a gli Stati Uniti. Ed è loro la bella mostra itinerante Lost in Nature, in cui hanno 28 29 raccolto la loro produzione e ricerca degli ultimi anni. Ma anche studi come globale che proietta la Norvegia nella rete internazionale dell’architettura. Una Expo 2010, un capolavoro di tecnica e tecnologia coniugato alla tradizione coniata dal critico e teorico dell’architettura norvegese Christian Norberg- Helen & Hard, autori tra l’altro del padiglione della Norvegia alla Shanghai nordica del costruire, non disdegnano di partecipare ai concorsi banditi dalla NPRA per la quale realizzano anche loro alcune strutture. In realtà lo studio è particolarmente attivo a Stavanger, la capitale dell’oro nero norvegese. Una cittadina lungo la costa occidentale del paese, dove hanno realizzato numerosi interventi residenziali e un famoso parco per bambini, in cui, sfruttando la geometria degli idrocarburi, hanno dato vita alle dialettica, quella tra “Domestico e Internazionale”, per usare una definizione Schulz (1926-2000), che ha caratterizzato tutta la storia del Novecento, sollecitando sempre una produzione di manufatti di grande qualità, senza però mai raggiungere il livello alto di questi ultimi dieci anni in cui perfino la politica ha dovuto riconoscere il ruolo culturale, dentro e fuori dai confini nazionali, dell’architettura norvegese e dei suoi autori. Gennaro Postiglione strutture per i giochi, secondo una tecnica molto in auge nella pop art. professore di Architettura degli Interni e di Museografica, Politecnico di Milano Accanto agli autori citati, bisogna però ricordare i ben più famosi Snøhet- ta (gli stessi che nel 1989, ancora studenti, si aggiudicarono il prestigioso concorso per la nuova Biblioteca di Alessandria d’Egitto) che nel 2009 hanno ottenuto il premio europeo di architettura Mies van Der Rohe con la loro Opera House di Oslo (2008), un imponente edificio rivestito tutto in marmo bianco di Carrara, adagiato lungo il principale waterfront della capitale. Og- getto di un profondo rinnovamento urbano, Oslo ha investito molte energie, e continuerà a farlo nei prossimi anni, per il ridisegno di tutto il fronte lungo il fiordo di Oslo a sud del municipio (un capolavoro di architettura degli anni Trenta) attraverso una serie di concorsi internazionali che hanno chiamato in città grandi firme dell’architettura internazionale. Il Museo Munch, ideale prolungamento dell’Opera, è stato ad esempio vinto dal progetto dello spagnolo Juan Herreros, mentre il progetto per la nuova Biblioteca Deichman, sempre localizzata nella stessa area, è stato vinto insieme dagli studi norvegesi Lund Hagem Arkitekter & Atelier Oslo. Per finire, in questa stessa area, la nuova stazione dei treni, un vero scambio intermodale, è stata aggiudicata a Space Group, uno studio di recente formazione fondato da Gro Bonesmo, architetto con alle spalle una lunga esperienza da Rem Koolhaas in Olanda, che sta radicalmente trasformando l’approccio progettuale all’architettura delle giovani generazioni, introducendo quella cultura urbana che è sempre mancata a Oslo e, in generale, alla Norvegia. Ci troviamo di fronte insomma due mondi e due culture progettuali contrapposte, una in continuità con la tradizione nordica e l’altra di matrice 30 31 Padilione Nordico Architettura di Sverre Fehn 2 - Foto di Ferruzzi 32 33 Chiesa di Mortensrud - Foto di JSK Arkitekter L’Opera House di Oslo dello Studio degli architetti Snøhetta - Foto di Erik Berg 34 35 Il grande successo della nuova ondata di cinema norvegese Negli ultimi anni la produzione cinematografica in Norvegia ha conosciuto è stato modificato per incoraggiare gli investitori privati, i quali hanno ottime un notevole sviluppo. Mai prima erano stati prodotti tanti film, mai prima il pub- possibilità di guadagno in caso di successo del film. lo stato norvegese aveva investito tante risorse a sostegno dell’arte cinema- zionali hanno contribuito a elevare il livello della cinematografia norvegese ricevendo anche premi prestigiosi, come a Berlino, Venezia, Cannes e al scandinava – e luoghi di produzione e di lavorazione all’estero hanno fornito blico aveva affollato tanto le sale che proiettavano film norvegesi, mai prima I progetti di coproduzione con altri paesi e il sostegno di fondi interna- tografica, né tanti film erano stati invitati a partecipare a festival internazionali, e a proiettarla oltre l’orizzonte nazionale. Attori stranieri – spesso dell’area Sundance Festival negli USA. altri stimoli importanti. Troll Hunter, 2010) hanno incassato somme notevoli, mentre registi di grande istituti per la formazione cinematografica. In particolare la fondazione della occasione di sviluppare il proprio talento in molti film. Fino a quindici, venti nuovi talenti le varie professionalità che costituiscono l’arte cinematografica. con soggetti troppo legati a tematiche locali, registi che si scrivevano da sé le (2009), Anne Sewitsky, Sykt lykkelig (Happy Happy, 2010), che ha anche durante le vacanze. Oggi abbiamo un settore cinematografico ben strutturato 2011) e Stian Kristiansen, Mannen som elsket Yngve (The Man who Loved co globale. loro percorso di formazione negli ultimi 10 anni e sono già al secondo film. blico, mentre negli ultimi quattro anni la percentuale è salita al 20%. Questa tà tra gli attori. Nei ruoli un tempo interpretati da dilettanti o da attori di teatro no fatto breccia nel grande pubblico, come per esempio Max Manus (2008), cinematografica. I dialoghi hanno acquistato maggiore naturalezza, l’enfasi Film come Uno (2004), Arme riddere (Jackpot, 2011) e Trolljegeren (The Un altro fattore decisivo sono le nuove generazioni cresciute intorno agli livello artistico come Pål Sletaune, Bent Hamer e Sara Johnsen hanno avuto Scuola nazionale di cinema a Lillehammer nel 1997 ha contribuito a fornire di anni fa i film norvegesi erano prodotti di nicchia: poco attraenti per il pubblico, Registi come Sara Johnsen, Vinterkyss (Kissed by Winter, 2005), Upperdog sceneggiature e interpreti provenienti per lo più dal teatro, che giravano i film partecipato a vari festival in Italia, Jørgen + Anne = sant (Totally True Love, con attori preparati e professionali, che si confrontano con un mondo mediati- Yngve, 2008), Jeg reiser alene (I Travel Alone, 2011), hanno completato il A metà degli anni Novanta il cinema norvegese attirava il 6-7% del pub- Questa abbondante produzione ha portato a una maggiore professionali- crescita è dovuta soprattutto alla forza trainante di film ”locomotiva” che han- vediamo oggi una costellazione di giovani attori con una vasta esperienza Nokas (2010), Hodejegere (Headhunters, 2011) e Fritt Vilt I-III (Cold Prey I-III, teatrale è stata attenuata e il pubblico ha i suoi divi da adorare. Elias e Olsenbanden jr. (The Junior Olsen Gang) tore televisivo. Team cinematografici norvegesi producono ottimi sceneggiati rarità sono riusciti a suscitare interesse presso il grande pubblico. Film che adattare alla nuova realtà, altri come prodotti finiti, articolati in vari episodi. Tra 2006-2010), ma anche alcune serie per bambini come Knerten (Twigson), Anche alcune commedie popolari e film che rappresentano delle vere descrivono un’umanità insolita, che vive in luoghi inimmaginabili. Ad esempio Heftig og begeistret (Cool and Crazy, 2001), il cui protagonista è un intero coro maschile che vive all’estremo nord del Paese; o Lange flate ballær (Long Flat Balls, 2006) che descrive l’ambiente calcistico della città di Fredrikstad, o ancora i tre film su Elling (2001), uno scapolo con problemi mentali, il primo Un altro aspetto interessante è l’interazione sempre più stretta con il set- molto seguiti dagli spettatori. Molti sono venduti all’estero come format da questi troviamo Torpedo, Koselig med peis (Norwegian Cozy) e Dag. I nuovi autori Tra i nuovi nomi del firmamento cinematografico norvegese spicca Joachim dei quali è stato distribuito anche in Italia. Trier. Non solo è figlio d’arte, in quanto nipote del regista Erik Løchen che re- In primo luogo i contributi pubblici alla produzione cinematografica sono stati tempi, Jakten (La caccia 1959), ma è anche l’autore che ha avuto più riconosci- Sono molti i fattori che hanno determinato uno sviluppo cosi notevole. centemente ha ricevuto il riconoscimento per il migliore film norvegese di tutti i aumentati in modo considerevole; al tempo stesso il sistema di finanziamento menti all’estero, con partecipazioni al festival di Cannes, al Sundance festival e 36 37 perfino con una candidatura al Premio Oscar. I suoi due film Reprise (2007) e è Pål Sletaune, che esordì con Budbringeren (Junk Mail 1997), una commedia uno stile narrativo sperimentale, fondato sugli strumenti specifici del linguaggio traggio, Babycall (2011), la storia di una giovane ragazza madre (Noomi Rapa- Oslo, 31.august (2011) sono entrambi ispirati alla nouvelle vague francese, con cinematografico. I protagonisti sono giovani uomini in crisi esistenziale. Un altro talento che si è fatto notare è Tommy Wirkola. I suoi film a basso costo sono spesso parodie di genere, come Kill Buljo (2007) che si rifà a Kill Bill di Quentin Tarantino, Død snø (Dead Snow, 2009), che racconta di zombie nazisti sull’altipiano di Finnmark, o Kurt Josef Wagle og legenden om fjordheksa (2010), un film che affronta stregonerie e superstizioni in un affascinante scenario di stretti fiordi e alte montagne. Con questi film Wirkola ha aperto la strada a una serie di parodie semplici e di grande comicità molto amate dal pubblico. Wirkola è stato chiamato a Hollywood per curare la regia del kolossal in 3D Hansel and Gretel. Altre due pietre miliari sono Trolljegeren (Trollhunter, 2010), un mockumen- tary – cioè un finto documentario – su un gruppo di giovani a caccia dei mostri delle favole nella vita reale, e Slipp Jimmy fri (Free Jimmy, 2006), un’animazione al computer su un elefante di circo tossicodipendente, usato dai contrab- bandieri per trasportare la droga. Entrambi questi film sono pieni di riferimenti alla cultura popolare norvegese, a favole e a leggende, ma nonostante questo hanno avuto gran successo anche all’estero. I maestri nera distribuita anche in Italia. Nel 2011 ha presentato il suo quarto lungome- ce, premio per la migliore attrice al Festival Internazionale di Cinema a Roma) che cerca di nascondersi dall’ex-compagno violento. Traslocando in un nuovo appartamento, la donna si trova presto coinvolta in nuovi misteri e non sa più se fidarsi delle proprie sensazioni e sentimenti. Come nel penultimo film Naboer (Next Door, 2005) Sletaune riesce a creare un ambiente cupo e minaccioso, tra il sogno e l’incubo, dove tutti giocano con carte truccate. Forse il più singolare tra tutti i registi norvegesi è Bent Hamer, di cui ben quattro film sono stati distribuiti in Italia - Eggs (1995), Salmer fra kjøkkenet (Kitchen Stories, 2003), Factotum (2005), Hjem til jul (A casa per natale, 2010). Hamer predilige i personaggi insoliti e fuori dagli schemi, ritrae spesso uomini anziani che vivono in completo isolamento, coltivando abitudini e fissazioni a dir poco eccentriche. Al tempo stesso i suoi film riescono a trasmettere valori universali e l’intensa sensazione del tempo che passa inesorabile, senza mai cedere a una nostalgia dolciastra. Le autrici La produzione di così tanti nuovi titoli ha avuto anche dei lati negativi. Nel 2011 si è parlato molto di sovrapproduzione. Il mercato non è stato in grado di Un film che è riuscito a unire il successo di pubblico all’affermazione artisti- ca è il cupo dramma di Marius Holst Kongen av Bastøy (King of Devil`s Island, 2010). Ambientato in un carcere giovanile sull’Isola di Bastøy, il film racconta una rivolta realmente avvenuta nel 1915, quando i detenuti erano quasi riusciti a cacciare in mare i sorveglianti e a dar fuoco agli edifici prima di essere so- assorbire tanti film e molti sono rimasti nell’ombra di produzioni più importanti. Specialmente certi film a basso costo, privi di mezzi per promuoversi, come per esempio la simpatica commedia Umeå 4ever di Geir Greni (2011), hanno registrato fallimenti al botteghino. Ma anche film costosissimi hanno subito clamorosi insuccessi, come Pax di Annette Sjursen (2011). È interessante dar conto dell’infuocato dibattito ospitato dalla stampa a praffatti dai militari armati. È un film grandioso e con alti costi di produzione, ma proposito dell’ingente finanziamento pubblico a Pax, unanimemente giudicato ren (Dragonfly, 2001) e Blodsbånd (Mirush, 2007), con Enrico Loverso nel ruolo nale del cinema, che aveva avallato il progetto garantendogli i finanziamenti, ha mantiene l’intensità che conosciamo da suoi film precedenti come Øyenstikkeprincipale, dove sotto la superficie covano relazioni umane segnate da intrecci violenti, conflitti generazionali e angosce adolescenziali che trascinano con forza lo spettatore nell’inquietudine. Un altro regista che esprime una visione cinematografica forte e personale 38 da critica e pubblico una catastrofe artistica. Il responsabile dell’Istituto naziosostenuto in un articolo di aver appoggiato la produzione del film unicamente perché la regista era donna. Tanto è bastato a far scoppiare un pandemonio. Il consulente, che è anche un famoso scrittore, tra l’altro in procinto di debuttare come regista, sosteneva che la pressione esercitata dal Ministero della cultura 39 Babycall - Foto di John Andreas Andersen (4 ½ film AS) lo aveva indotto ad appoggiare un progetto che altrimenti non sarebbe passato. Ma una questione del genere si sarebbe posta se a fallire fosse stato un film di un regista maschio? Tradizionalmente le donne hanno avuto un ruolo di grande rilievo nella sto- ria del cinema in Norvegia. Basta citare Liv Ullman, che dopo una lunga carriera da attrice ha poi esordito alla regia e realizzato molti film. Altre registe importanti sono Edith Calmar, Eva Isaksen, Anja Breien, Vibeke Løkkeberg e Margreth Olin. Ciò nonostante la percentuale di film «al femminile» è sempre bassa. Si dice che i consulenti che scelgono i progetti da sponsorizzare sono spesso Sykt lykkelig (Happy Happy) - Maipo AS giovani maschi, come anche la grande parte della scelta di registi – anche loro giovani maschi, con problemi esistenziali, che fanno film su altri giovani maschi che vagano per la città presi dalle loro aspirazioni artistiche, perduti nel mondo moderno privo di senso. Aihmè! Una bella sorpresa del 2011 è stato il debutto tanto atteso della regista Maria Sødahl, dopo cinque cortometraggi promettenti. Limbo è la storia di una donna norvegese che si trasferisce a Trinidad per raggiungere il marito che lavora nel settore petrolifero sull’isola caraibica. La donna ha difficoltà a inserirsi nell’ambiente dei tecnici internazionali e delle loro famiglie, e in uno stile di vita che le è del tutto estraneo: personale domestico a disposizione, scuole private e molte relazioni extraconiugali. Questo è un esempio di film al femminile accolPer concludere, il tanto scandaloso Pax era veramente così tremendo? Non direi, sicuramente non peggiore di tanti altri film prodotti in Norvegia e altrove. Solo che a differenza di molti film di giovani registi maschi, Pax non parlava dei soliti giovani esistenzialisti, ma di altre cose. Forse il futuro del cinema di autore è femmina. E non solo in Norvegia. Giovanni Montesorbo (Jon Rognlien), scrittore e critico 40 Salmer fra kjøkkenet (Kitchen Stories) - Foto di Erik Aavatsmark (BulBul Film as) to benissimo dalla critica e dal pubblico, nonché pluripremiato. 41 Vita politica La vita politica in Norvegia La Norvegia è una monarchia costituzionale dotata di un sistema di go- In entrambe le occasioni, la maggioranza degli elettori si è opposta a que- verno democratico e parlamentare. La sua Costituzione attuale, come pure la sto progetto. Ciononostante, oggi la Norvegia mantiene una stretta collabora- Il suffragio universale viene introdotto in Norvegia nel 1913.I principi su cui è soprattutto dall’Accordo sullo Spazio Economico Europeo (SEE), entrato in creazione di un’Assemblea parlamentare nazionale, risale al 17 maggio 1814. basata la Costituzione sono la sovranità del popolo, la separazione dei poteri e il rispetto dei diritti umani. Il popolo esercita il potere legislativo attraverso l’elezione dei rappresentanti del Parlamento nazionale norvegese, lo Storting. Il Governo esercita il potere esecutivo. Le sue funzioni principali consistono nell’inoltrare progetti di legge e proposte di budget statale allo Storting, e nel mettere in atto le sue decisioni attraverso i ministeri. Il Governo è espressione dello Storting ed è presieduto dal Primo Ministro. Dal punto di vista formale, al Re è demandato il potere di chiedere al partito di maggioranza di formare un governo o una coalizione. Il governo ministeriale è una caratteristica del sistema norvegese, in cui il ministro incarna la direzione politica del ministero di cui è incaricato. L’attività politica norvegese si basa su un sistema partitico a più dimen- sioni. La più importante consiste nell’opposizione sinistra/destra. A sinistra di questo asse siedono i partiti di ispirazione socialista, come la Sinistra Socialista e il Partito Laburista. A destra, il Partito del Progresso e il Partito Con- servatore, mentre il Partito di Centro, il Partito Cristiano Popolare e il Partito Liberale sono situati al centro della scacchiera politica. Il 14 settembre 2009 il Partito Laburista, il Partito della Sinistra Socialista e il Partito di Centro hanno ottenuto la maggioranza alle elezioni legislative. Questa coalizione è dunque demandata a governare per quattro anni, con Jens Stoltenberg riconfermato nelle sue funzioni di Primo Ministro. È la prima volta dal 1993 che un governo uscente è stato rieletto. Politica europea La società norvegese, così come i protagonisti del mondo politico, del set- tore degli affari e della vita cuturale, ha sempre intrattenuto stretti rapporti con il resto dell’Europa. La Norvegia ha indetto due volte – nel 1972 e nel 1994 – un referendum su un’eventuale adesione del Paese all’Unione Europea. 42 zione con l’UE in quasi tutti i settori. I rapporti tra UE e la Norvegia sono regolati vigore nel 1994. La Norvegia e gli altri Stati Membri fanno parte del mercato unico dell’UE. Nei settori interessati dall’Accordo, le imprese e i cittadini norve- gesi hanno perciò diritto allo stesso trattamento di quelli appartenenti all’UE. La Norvegia esercita una cooperazione totale con l’UE nei settori della giustizia e della politica interna. In base all’accordo di Schengen fa inoltre parte di una zona esente da con- trolli di frontiera. Gli Stati che vi partecipano, compresa la Norvegia, esercitano però uno stretto controllo sulle persone e sulle merci provenienti da paesi terzi. Politica internazionale e impegno per la pace e lo sviluppo La politica estera norvegese è ormai da tempo orientata verso la coope- razione internazionale, riconoscendo la necessità di operare in favore della pace e della stabilità su scala internazionale e in particolare in Europa. La Norvegia è membro fondatore dell’ONU, della NATO e del Consiglio d’Europa. Ha inoltre contribuito alla creazione dell’OSCE nel 1975. L’ONU è sempre stata il cardine dell’impegno internazionale norvegese, e il Paese ha tra le sue priorità l’esigenza di fare dell’ONU un’organizzazione forte ed efficace, che si ponga come chiave di volta nel nuovo ordine mondiale e nel sistema di sicurezza internazionale. Tale posizione si traduce concretamente in un considerevole sostegno finanziario all’ONU e alle sue agenzie specializzate, attraverso il budget per gli aiuti allo sviluppo che ammonta a 26,2 miliardi di corone (circa tre miliardi di euro), vale a dire l’1% del PIL del 2009. Tra i principali Paesi destinatari di questi fondi norvegesi per il sostegno allo sviluppo c’è l’Afghanistan (737 milioni di corone nel 2009). La Norvegia è fermamente convinta che per raggiungere l’obiettivo di stabilizzare la regione e favorire la capacità degli afgani di dirigere la sicurezza, il governo e lo sviluppo del loro paese, sia necessario ricorrere a un ampio ventaglio di provvedimenti, 43 siano essi di ordine politico, diplomatico, economico, finanziario o militare. Per questo la Norvegia prende attivamente parte alla missione ISAF (Inter- national Security Assistance Force) con diverse centinaia di soldati e collabora alla formazione dell’esercito e della polizia afgana. La partecipazione norvegese in seno all’ISAF, missione della NATO su mandato dell’ONU, è uno dei tanti esempi dello sforzo sostenuto fin dalla nascita dell’ONU nelle operazioni di mantenimento della pace. Di recente, la Norvegia ha inviato la fregata Fridtjof Nansen al fine di sostenere l’apparato dell’operazione europea Atalanta nel golfo di Aden e a largo della Somalia, un’area attraverso la quale transitano ogni anno in media 1000 imbarcazioni norvegesi. La Norvegia prenderà parte attiva in questa missione e sosterrà le risoluzioni in merito ratificate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. L’operazione si accorda perfettamente con l’impegno norvegese in ambito ONU per sostenere e migliorare la situazione umanitaria nella regione. Una politica attiva nell’area del Grande Nord L’area geografica del Grande Nord, di cui la Norvegia fa parte, è molto ricca di risorse naturali, soprattutto in materia di pesca e di risorse petrolifere. Sul lungo termine, una priorità per la Norvegia è proseguire e approfon- dire il dialogo sulle problematiche relative al Grande Nord con i paesi vicini, i suoi partner e alleati. Tra i temi fondamentali vi sono il riscaldamento globale, i cui effetti ricadono fortemente sul Nord, la gestione delle risorse ittiche e fossili nel tempo, lo sviluppo di trasporti e logistica, in particolare della sicu- rezza in mare, e infine le sfide strategiche della zona, la ricerca, l’educazione, il turismo e gli scambi culturali. Questi temi sono discussi e trattati in contesti internazionali, primo tra tutti il Consiglio Artico, a fianco della cooperazione in seno al Consiglio di Barents. La cooperazione regionale rinforza inoltre la conoscenza reciproca e l’operatività delle forze militari nella regione. Essa permette, in caso di crisi o di catastrofe naturale, di mettere in comune i mezzi necessari a una rapida reazione. La presenza delle forze armate assicura stabilità e salvaguarda gli inte- ressi nazionali della Norvegia nella regione e nei territori marittimi. 44 45 Governo Stoltenberg - Foto di Petter Foss Economia Utilizzo delle risorse naturali L’economia norvegese è da sempre basata sulle abbondanti risorse naturali di cui il paese dispone. L’esportazione del legname, del pesce e dei minerali è una tradizione che risale al Medioevo. Intorno al 1900, lo sfruttamento delle numerose cascate presenti sul ter- ritorio nazionale ha aperto la strada a molte attività ad alto consumo energetico, come le cartiere o le industrie metallurgiche e chimiche. Il mare svolge un ruolo fondamentale nell’economia norvegese. Il trasporto L’energia rinnovabile. L’utilizzo delle cascate norvegesi per produrre energia risale all’inizio del Medioevo. Oggi la Norvegia è il sesto produttore mondiale di energia idroelettrica. Il 99 % dell’elettricità prodotta in Norvegia proviene dalle centrali idroelettriche. L’informatica. L’industria informatica e delle telecomunicazioni è il nuovo fiore all’oc- chiello dell’economia norvegese. Il settore costituisce ormai la seconda indu- di materie prime via mare, iniziato in tempi antichissimi, ha reso la Norvegia stria onshore per volume d’affari, e riveste un ruolo essenziale come fornitore attività marittime presenti oggi nel paese: lo sfruttamento del gas naturale e del to varia, specializzate in tecnologie d’innovazione nel campo delle telecomu- una grande nazione marittima. In questa cornice si sono sviluppate le diverse di altre imprese e del settore pubblico. Ne fanno parte società di tipologia mol- petrolio, l’industria navale e quella alimentare a base di prodotti della pesca. nicazioni, dei materiali e del software informatico, dell’elettronica industriale e Lo sviluppo delle regioni più a nord del paese (il Mare di Barents, la parte dei servizi di consulenza alle imprese. settentrionale della piattaforma continentale, le isole Svalbard e l’Artico) avrà I trasporti. l’esplorazione di nuove aree petrolifere, studi di biologia marina e di geologia possiede una delle più grandi flotte mercantili del mondo, corrispondente al 10% zione di queste regioni in generale. di consolidamento, trasportatori di carico aereo e società di logistica. un ruolo di fondamentale importanza nel prossimo futuro. Ciò comprenderà dell’Artico, la gestione delle risorse ittiche, la ricerca climatica e l’amministra- Un’economia diversificata Il settore petrolifero. Rappresenta un terzo delle entrate dello Stato e corrisponde a quasi un quar- to del prodotto interno lordo. Occupa un ruolo primario nell’economia norvegese. Nonostante la sua popolazione si limiti a 4,9 milioni di abitanti, la Norvegia della flotta mondiale. Di essa fanno parte compagnie marittime e di navigazione, Prodotti ittici. La Norvegia è il più grande fornitore europeo di prodotti ittici. Gli introiti annuali delle esportazioni del settore raggiungono i 52 miliardi di corone (6,7 miliardi di euro). Il salmone norvegese è un prodotto molto apprezzato in Europa e in Il settore dà impiego a circa 140.000 persone, ed esercita una grande influenza Italia, ma anche il merluzzo (in Italia soprattutto come stoccafisso e baccalà); il secondo e il sesto esportatore mondiale di gas e di petrolio (cifre del 2009) e il tipicamente norvegesi di grande successo. sulle altre attività economiche del paese. La Norvegia è, infatti, rispettivamente quinto fornitore di gas dell’Italia, con un settore di mercato pari al 7,5 %. Il settore petrolifero norvegese è in grande crescita, e, nel 2009, è arrivato a traguardi senza precedenti, grazie all’aumentata estrazione del gas naturale. Attualmente la produzione di gas costituisce il 43 % del volume totale di produzione del settore, e le aringhe, le capesante, i gamberetti e il granchio reale sono prodotti ittici Protezione dell’ambiente La Norvegia ambisce ad occupare una posizione guida nei settori della le proiezioni sulle esportazioni di gas fanno prevedere una crescita ulteriore negli tecnologia e dell’ambiente su scala mondiale. In particolare, siamo coscienti anni futuri. Secondo le più recenti valutazioni, fino ad oggi è stato sfruttato circa il della necessità di operare affinché l’attività petrolifera non entri in conflitto con 40 % delle nostre risorse petrolifere totali. l’esigenza di proteggere l’ambiente. L’impegno a elaborare una catena del 46 47 valore del CO2 (stoccaggio, cattura, quote d’inquinamento) rappresenta un passo importante in questa direzione. Nell’ambito dello sviluppo tecnologico volto a un migliore sfruttamento delle energie rinnovabili, la società Statoil – che vede lo Stato norvegese come azionista di maggioranza – ha inaugurato nel settembre 2009 la prima turbina eolica offshore galleggiante del mondo. La turbina prototipo Hywind utilizza una tecnologia già nota, utilizzandola però in un ambiente nuovo. Installata a grande distanza dalla costa (precisamente dieci chilometri al largo di Karøy, nel sud- ovest del Paese), dove i venti sono più forti, la turbina ha un rotore del diametro di 80 metri, un’altezza di 165 metri (di cui 100 sotto la superficie del mare) e una capacità di turbina di 2,3 MW. Hywind sarà operativa per un periodo minimo di due anni, al fine di raccogliere dati preziosi per una migliore conoscenza dell’efficacia e della manutenzione delle turbine eoliche offshore galleggianti. Scambi con l’estero Nel 2009 le importazioni provenienti dall’Italia hanno prodotto un fattu- rato di 13.371 milioni di corone, mentre quelle dalla Norvegia all’Italia hanno raggiunto i 23.818 milioni di corone.L’Italia si trova al nono posto per quanto riguarda le importazioni in Norvegia, ed è l’ottavo maggiore mercato d’esportazione dei prodotti norvegesi. Oltre al petrolio e al gas naturale, che da soli rappresentano il 70% delle esportazioni verso l’Italia, anche i prodotti ittici e i metalli comportano notevoli volumi d’esportazione. La tecnologia norvegese nel settore offshore occupa un posto fondamentale sul mercato mondiale, e le esportazioni annue ammontano a diverse decine di miliardi di corone. Dall’Italia, la Norvegia importa principalmente macchinari industriali, prodotti chimici, mezzi di trasporto, abbigliamento, bevande e prodotti ortofrutticoli. 48 49 Foto di Willy Haraldsen/ Scanpix Il Capo Nord, Magerøya - Foto di Trym IvarBergsmo / Innovation Norway 50 51 La ricerca Le priorità nazionali Su proposta del Governo, il Parlamento vota le priorità nazionali in materia di ricerca. Il Governo ha pubblicato di recente un “Libro Bianco” che definisce i grandi assi della politica di ricerca in Norvegia. Questo Libro Bianco comprende cinque obiettivi strategici e quattro obiettivi generali, come indicato di seguito: La ricerca norvegese deve contribuire a: - affrontare le sfide globali con particolare attenzione all’ambiente, ai cambia menti climatici, agli oceani, alla sicurezza alimentare e alla ricerca nel campo energetico. - migliorare il sistema sanitario, con riduzione delle disparità sociali nell’accesso alle cure e sviluppo di servizi sanitari di qualità. - rispondere alle sfide di ricerca del mondo contemporaneo ed elaborare strategie competitive sul piano dei risultati. - istituire, in tutte le regioni, un’industria basata su competenza ad alto livello. - favorire i settori dell’industria alimentare, marittima, marina, turistica, energetica, l’ambiente, le biotecnologie, le tecnologie dell’informazione e le nanotecnologie. Gli obiettivi generali sono: - una ricerca di alta qualità, in tutti i settori. - un funzionamento ottimale dell’intero sistema di ricerca. - una migliore cooperazione internazionale. - uno sfruttamento più efficace degli investimenti e dei risultati della ricerca. Alcuni dei temi prioritari in materia di ricerca: - Energia e ambiente: l’industria norvegese del petrolio è all’avanguardia per quel che riguarda la perforazione offshore, la produzione di energia elettrica ricavata dal gas basata sulla cattura e lo stoccaggio del CO2. Promettenti ricerche sull’idrogeno come fonte d’energia, e sull’energia eolica offshore in alto mare sono attualmente in corso. La Norvegia dispone inoltre di eccellenti istituti di ricerca nel campo dell’ambiente. L’impegno del paese in materia di ricerca polare è molto forte. L’arcipelago delle Svalbard, nel mare Artico, accoglie laboratori internazionali attivi nella ricerca polare e climatica. 17 maggio – festa della costituzione - Foto di Hege M. Kolshus Hansen/MFA Norway 53 - Alimentazione, pesce e frutti di mare: la Norvegia è uno dei principali esporta- fine di promuovere l’innovazione e la competitività delle imprese. per lo sviluppo dell’acquacoltura, ed è oggi necessario intensificare gli sforzi - I Centri d’esperienza (Centres of Expertise – NCE), la cui vocazione princi- teriormente in futuro. La produzione alimentare marina e terrestre ha un grande una maggior cooperazione tra le imprese stesse, ricercatori, scuole superiori tori mondiali di pesci e frutti di mare. La ricerca è stata un fattore determinante della ricerca per far sì che lo sfruttamento di queste risorse possa crescere ulpotenziale di sinergia non ancora del tutto sfruttato. - Ricerca marina e industria marittima: la situazione geografica della Norve- pale è lo sviluppo dell’innovazione delle imprese a livello regionale, attraverso e istituzioni pubbiche. Tra questi centri si può citare in particolare l’Oslo Cancer Cluster, polo d’eccellenza in oncologia. gia, le sue tradizioni e istituzioni scientifiche hanno contribuito ad assicurarle - I Centri di ricerca energetica per lo sviluppo sostenibile (Centres for Envi- dustria marittima. Quest’ultimo settore rappresenta la metà delle esportazioni obiettivo è risolvere problemi specifici del settore energetico. una solida posizione internazionale nel campo della ricerca marina e dell’indi servizi dalla Norvegia. - Sanità: solide strutture sanitarie e ampie inchieste effettuate tra la popolazio- ronment-friendly Energy Research – FME), per una ricerca competitiva il cui L’investimento nella ricerca ne hanno fatto della Norvegia un paese leader in materia di ricerca epidemiologica e di analisi delle cause e dei rischi. La Norvegia dispone di eccellenti istituti di ricerca nel campo della tecnologia medica, di neurobiologia, di ricerca sul cancro e di medicina preventiva. Il suo servizio sanitario pubblico, molto ben sviluppato, ne fa un Paese ideale per realizzare ricerche cliniche. La promozione dell’eccellenza La Norvegia cerca di dare impulso all’eccellenza in tutti i settori della ricerca. In tale prospettiva è stato istituito un gran numero di centri e poli di ricerca dove la cooperazione internazionale è un elemento chiave: Il Consiglio norvegese per la ricerca svolge una funzione strategica nel campo della ricerca. È infatti il principale interlocutore del governo e della comunità scientifica in materia di politica di ricerca. È inoltre responsabile della promozione e dell’amministrazione di vasti programmi di ricerca, a livello nazionale e internazionale: www.forskningsradet.no - I Centri d’eccellenza (Centres Of Excellence – COE), per la ricerca internazionale ad alto livello. - I Centri per la ricerca e l’innovazione (Centres for Research-based Innovation – CRI), che puntano a stimolare la cooperazione tra ricercatori e imprese, al 54 A partire dall’anno 2000, gli investimenti nella ricerca sono aumentati in maniera considerevole. Nel 2007 essi rappresentavano l’1,7% del PIL (contributo pubblico: 0,8%, ossia il 44% del totale; industria e altre fonti di finanziamento: 0,9%, ossia il 53% del totale). In confronto ad altri paesi dell’OCSE, la parte della ricerca finanziata dallo Stato norvegese è molto elevata (44% del bilancio totale per la Ricerca e Sviluppo, contro il 23% che rappresenta la media in ambito OCSE). Parallelamente, il contributo relativamente contenuto dell’industria norve- gese agli sforzi della ricerca e sviluppo, in confronto ai paesi vicini e dell’OCSE, si spiega col fatto che la Norvegia possiede un’economia basata in gran parte sulle rendite delle materie prime. L’obiettivo a lungo termine è che gli investimenti in materia di ricerca aumentino fino a raggiungere il 3% del PIL. I premi di ricerca La Norvegia assegna regolarmente alcuni grandi premi a ricercatori prove- nienti da paesi di tutto il mondo: il premio Abel, assegnato nel settore delle scienze matematiche, il premio Kavli per l’astrofisica, per le nanoscienze e le neuroscienze, e il premio Holberg per i settori delle arti e delle scienze umane, del diritto, delle scienze sociali e della teologia: www.abelprisen.no - www.kavliprize.no - www.holbergprisen.no 55 Centro di ricerca di Svalbard degli architetti Jarmund / Vigsnaes - Foto di Nils Petter Dale 56 Il settore dell’istruzione Le università popolari (Folkehøgskoler) La Norvegia conta otto università, otto istituti universitari specializzati, più di trenta scuole nazionali superiori, due scuole nazionali di Belle Arti e molti istituti privati d’insegnamento superiore, distribuiti su tutto il territorio. Nell’autunno 2008, circa 225.000 studenti risultavano iscritti presso le uni- versità e le scuole superiori norvegesi, più della metà dei quali erano donne. Seguendo un corso d’insegnamento presso una delle settantasette univer- sità popolari norvegesi, potrete andare alla scoperta della cultura norvegese e imparare la lingua a fianco di giovani del posto, ma anche di ogni parte del pianeta. Si tratta di programmi di studi in collegio della durata di un anno, che offrono materie creative, umanistiche o sportive. La maggior parte degli studenti che frequenta le università popolari ha tra i diciotto e i venticinque anni. www.folkehogskole.no Gli istituti d’insegnamento superiore norvegesi sono aperti a studenti qualificati del mondo intero. Vi sono iscritti più di 14.000 studenti stranieri. Per facilitare la cooperazione e la mobilità internazionale, gran parte dell’insegnamento nelle università norvegesi è impartito in lingua inglese, soprattutto a livello Master. L’ammissione a questi istituti avviene, in genere, a condizione di aver completato un ciclo di scuola secondaria (liceo). Una buona padronanza dell’inglese o del norvegese è richiesta a tutti gli studenti iscritti ai corsi d’insegnamento superiore norvegese. Ad eccezione di qualche scuola privata, l’istruzione superiore in Norvegia dipende dallo Stato. Dunque, l’accesso alla scuola è in genere gratutito. Tuttavia, alcuni programmi di formazione professionale, d’insegnamento specializzato o di formazione continua, così come certi corsi privati, possono essere a pagamento. Inoltre, la Norvegia partecipa a tutti i programmi educativi dell’Unione Europea, come l’Erasmus, il Socrates e il Leonardo da Vinci. Molte università partecipano anche ai master Erasmus Mundus. - Ulteriori informazioni sull’insegnamento superiore: www.amb-norvegia.it - Guida per lo studente in Norvegia, con una lista completa degli istituti d’insegnamento superiore: www.studyinnorway.no - Ammissione alla maggior parte dei programmi: www.samordnaopptak.no - Centro per l’internazionalizzazione dell’insegnamento superiore: www.siu.no - Finanziamenti agli studi: www.lanekassen.no - Sito dell’Unione degli studenti stranieri in Norvegia (ISU): www.isu-norway.no - Erasmus Mundus: www.ec.europa.eu/education - Festival studentesco internazionale di Trondheim: www.isfit.no 58 59 Università di Oslo - Foto di Nancy Bundt 60 61 Turismo in Norvegia Alloggiare in Norvegia La Norvegia è un paese che si estende per ben 1700 km, ben oltre il Circolo Polare Artico fino alla frontiera russa. Prendete una cartina della Norvegia, ponete un dito su Oslo e fate ruotare la cartina di 180°. Vedrete che Capo Nord è alla stessa latitudine di Roma! Questa estensione da nord a sud assicura una grande varietà e spettacolarità del paesaggio. La vita cittadina a Oslo è molto diversa da quella che si può incontrare in una città della costa. Nella capitale, di giorno, vi potrebbe capitare l’occasione di fare una passeggiata sugli sci di fondo, mentre la sera potreste godervi una lauta cena in un ristorante di classe per poi finire la serata, perché no, all’Opera! Sulla costa ovest potreste visitare i fiordi più celebri del mondo, e scoprire località ideali per dedicarvi alla pesca, dormendo in capanne di pescatori su palafitte: ognuna di queste è una meravigliosa occasione per perdersi nella natura. Oltre il 95% per cento del territorio norvegese non è coltivato. Con i suoi numerosi altipiani e catene montuose, la Norvegia offre condi- zioni ideali per le attività all’aria aperta. Per maggiori informazioni turistiche consultate il sito www.visitnorway.it Viaggiare in Norvegia Malgrado la sua estensione, la Norvegia è un paese facilmente raggiungibi- le. Tutte le città sono ottimamente servite da collegamenti aerei, che offrono voli quotidiani diretti da molte città italiane. Un viaggio in automobile può richiedere diversi giorni. La distanza tra Roma e Oslo è, ad esempio, di 2500 km. Ci sono diverse possibilità di collegamento marittimo verso la Norvegia, dalla Germania, dalla Danimarca e dalla Svezia. In treno, dall’Italia, bisogna calcolare due giorni passando dalla Danimarca e dalla Svezia. La rete ferroviaria collega i maggiori centri abitati, l’ultima città La Norvegia offre vaste possibilità di alloggio. Troverete alberghi di tutte le categorie e fasce di prezzo. Ricordate che è spesso d’estate e nei weekend che si possono trovare i prezzi più bassi, perciò approfittatene. La Norvegia ha anche un gran numero di hotel di charme, sia nelle grandi città, sia in posizioni meravigliose e idilliache sulla riva di un fiordo o in mon- tagna. In alternativa si può optare per una camera in una fattoria o in un vero faro in attività, o ancora per una delle autentiche case di pescatori su palafitte, le rorbuer. Ricordiamo infine che i 70 ostelli della gioventù del Paese non sono riservati unicamente ai giovani, ma permettono a tutti, famiglie comprese, di alloggiare in maniera semplice ma confortevole, a un prezzo ridottissimo. Un’altra buona soluzione per le famiglie, che permette di associare charme e confort, è quella di affittare una baita. Informazioni pratiche La Norvegia fa parte dello spazio Schengen. Prima di partire, verificate di essere in possesso di carta d’identità o di passaporto validi. È consigliabile munirsi della Carta di Assicurazione Europea per le Malattie e di un’assicurazione di viaggio. Non occorre cambiare denaro prima dell’arrivo: distributori automatici di contante sono disponibili un po’ ovunque, e nella maggior parte dei casi è possibile pagare con una carta di credito. La Norvegia non fa parte dell’Unione Europea. La moneta locale è la corona norvegese (1 € = 7,8 NOK circa, ad aprile 2011). Un vantaggio non trascurabile è offerto dalla possibilità di fare acquisti tax-free, risparmiando tra il 12 % e il 19 % del prezzo indicato. I cibi in vendita nei negozi hanno circa gli stessi prezzi che in Italia, ma i ristoranti sono spesso molto più cari. In compenso si può fare un pasto completo e a prezzi ragionevoli nei numerosi caffè, in un’atmosfera simpatica e accogliente. a nord servita dalla ferrovia è Bodø (salvo il collegamento da Narvik verso la Svezia). La rete stradale si estende su tutto il territorio. È importante ricordare che i limiti di velocità sono più bassi della media euopea, ma è pur vero che la bellezza del paesaggio invita da sola a togliere il piede dall’acceleratore. Gli alcolici sono in genere molto cari in Norvegia. Fate attenzione, se avete in programma di mettervi al volante: il tasso di alcol tollerato è appena lo 0,2 %. Ricordate anche l’obbligo di circolare con le luci accese, di giorno e di notte. Il voltaggio è lo stesso che in Italia e non esiste differenza di orario. Dovendo tenere una media di 70 km/h, evitate di prevedere tappe troppo lunghe Nonostante la latitudine, in Norvegia il clima resta sorprendentemente durante il vostro viaggio. mite grazie alla presenza della corrente del Golfo. 62 63 Juvet Hotel - Foto di Studio Per Eide 64 65 Stegastein, Aurland. Studio Architetti Wilhelmsen e Saunders - Foto di Knut Bry Orso polare, Svalbard - Foto di Rolf Jarle Ødegaard Hiking a Jotunheimen - Foto di Kai Jensen 66 Borgund stavkirke in Lærdal, from around 1150 - Foto di Arild Lyssand 67 Bryggen a Bergen - Foto di Jens Henrik Nybo Lapponi / sami - Foto di Berit Roald Atlanterhavsvegen - Foto di Willy Haraldsen 68 69 Imparare il norvegese? Alcune università italiane offrono corsi di norvegese, ma per seguire un corso intensivo perché non optare per un soggiorno estivo presso una università norvegese? In Italia: Università di Bologna Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne Via Cartoleria 5 I-40124 BOLOGNA Telefono: 051 21 71 36 Fax: 051 26 47 22 www.unibo.it Università degli Studi di Milano Dipartimento di Lingue Studi Letterari, Linguistici e Filologici Sezione di Germanistica e Scandinavistica Piazza S. Alessandro 1 I-20123 MILANO Telefono: 02 86 33 91 03 Fax: 02 86 33 91 01 www.unimi.it Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Studi Scandinavi Villa Mirafiori Via Carlo Fea 2 I-00161 ROMA Telefono: 06 99 68 255 Fax: 06 49 91 72 51 www.uniroma1.it Università degli Studi di Firenze Dipertimento di Filologia Moderna Via S. Reparata 93/95 I-50129 FIRENZE Telefono: 055 505 61 219/228/229/276 Fax: 055 505 61 277 www.unifi.it Università degli Studi di Torino Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Via Verdi, 10 I-10124 TORINO www.lingue.unito.it In Norvegia – corsi estivi Università di Oslo International Summer School Telefono: +47 22 85 63 86 www.uio.no/iss E-mail: [email protected] Università di Bergen Telefono: +47 55 58 24 07 www.uib.no E-mail: [email protected] 70 71 Informazioni pratiche Visti e permessi Per soggiorni turistici della durata massima di tre mesi i cittadini italiani non sono tenuti a richiedere un visto. Possono viaggiare liberamente in Norvegia muniti del loro passaporto o carta d’identità nazionale, in corso di validità. Anche i cittadini di paesi terzi, titolari di un permesso di residenza in uno dei paesi dell’accordo Schengen, possono entrare in Norvegia senza visto per soggiorni turistici. L’accordo dello Spazio Economico Europeo (SEE) concede ai cittadini italiani il diritto di lavorare in Norvegia. Una volta in possesso di un contratto, stabilito con il datore di lavoro, il cittadino italiano è tenuto a presentarsi al Commissariato di Polizia del luogo di residenza in Norvegia, per ottenere un permesso di soggiorno. Gli italiani, come gli altri cittadini dello Spazio Economico Europeo, hanno il diritto di cercare lavoro in Norvegia per 90 giorni senza dover chiedere un visto o un permesso di soggiorno. I cittadini italiani che desiderano studiare in Norvegia possono fare do- manda di un permesso di soggiorno a questo scopo. Qualche sito internet interessante per pianificare il vostro soggiorno in Norvegia: Guida turistica: www.visitnorway.it La dogana norvegese: www.toll.no Per le condizioni d’importazione degli animali (cani, gatti e criceti) consultare il sito dell’Autorità norvegese di sicurezza alimentare: www.mattilsynet.no Informazioni utili per l’immigrazione in Norvegia sul sito dell’UDI: www.udi.no Istituzioni norvegesi in Italia: Reale Ambasciata di Norvegia Via di San Domenico 1 00153 Roma Telefono: 06 57 17 03 1 Fax: 06 57 17 03 26 www.amb-norvegia.it E-mail: [email protected] Aurora boreale - Foto di Bjorn Jorgensen 72 73 Per l’elenco dei consolati onorari, consultare il sito www.amb-norvegia.it Reale Ambasciata di Norvegia Innovation Norway Milano/ Ufficio Norvegese per il Commercio e il Turismo Via Giacomo Puccini 5 20121 Milano Telefono: 02 85 45 14 11 Fax: 02 85 45 14 30 www.innovasjonnorge.no/italia In collaborazione con: www.visitnorway.it E-mail: [email protected] Ufficio del NSEC (Commissione Norvegese per l’Esportazione del Pesce) Via Giacomo Puccini 5 20121 Milano Telefono: 02 85 45 14 11 Fax: 02 85 45 14 30 www.fiordisapori.it E-mail: [email protected] Istituto norvegese in Roma Viale Trenta Aprile 33 00153 Roma Telefono: 06 58 39 10 07 Fax: 06 58 80 60 4 E-mail: [email protected] L’Istituto è un ente accademico dell’Università di Oslo volto a promuovere le attività in Italia di ricercatori norvegesi nel campo delle scienze umanistiche e sociali, e la loro collaborazione con colleghi italiani. 74 Progetto realizzato dalla Reale Ambasciata di Norvegia per comunicare le attività e le iniziative culturali che sostiene in Italia – NOW è anche su Facebook e Twitter – norwegianway.it [email protected] Foto di Camilla Isene, (Bleed)