Considerando la tipologia delle produzioni sammarinesi, sono stati individuati Danimarca, Norvegia e Svezia quali mercati ad alto valore aggiunto e perciò potenzialmente adatti per la commercializzazione dei prodotti delle aziende sammarinesi. DANIMARCA Il mercato danese rappresenta tradizionalmente un'area commerciale interessante, nonostante le dimensioni limitate del Paese - sia dal punto di vista della sua estensione geografica, assimilabile ad una grande regione italiana, che della sua popolazione (circa 5,5 milioni di abitanti) - grazie soprattutto alla sua posizione strategica ed al ruolo storico nell'area. La Danimarca infatti ha sempre rappresentato una sorta di ponte per gli altri mercati nordici e del Baltico, sia per la forza dei settori della grande distribuzione e della logistica operanti nel Paese (per cui molte aziende scelgono la propria base a Copenaghen per operare sull'intera area scandinava) sia per l'alto livello dei consumi, che suggerisce di utilizzare il Paese per test su nuovi prodotti e nuove tecnologie. Nonostante la ripresa economica ancora relativamente fragile, la Danimarca continua a rappresentare un mercato particolarmente appetibile, in virtù dei seguenti fattori: Per i beni di consumo: - una distribuzione "diffusa”della ricchezza con un reddito medio pro-capite tra i più alti dell´UE; - la forte sensibilità nei confronti del vivere bene in tutti i suoi aspetti (food, fashion ed arredo) con relativa alta propensione al consumo. Per i beni strumentali: - una realtà industriale basata essenzialmente su pochi grandi gruppi industriali - Møller-Mærsk e J.Lauritzen (trasporti e logistica), Novo Nordisk (farmaceutica), Vestas (energia eolica), (latticini), Danish Crown (lavorazione carne), Carlsberg/Tuborg (birra e altre Arla bevande), Foods Lego (giocattoli) e Grundfos (elettropompe) ed un gran numero di PMI, che mediamente impiegano 10 dipendenti e risultano dotate di una forte vocazione manifatturiera; - un sistema produttivo altamente specializzato con nicchie di eccellenza nell'elettronica di consumo (Bang &Olufsen), design ed illuminazione (Le Klint e Louis Poulsen) e nell'alta tecnologia applicata alle biotecnologie (Danisco), alla farmaceutica (Novo Nordisk), biomedicale (Oticon), all'energia eolica (Vestas), al riscaldamento, condizionamento aria e tecnologie ambientali (Danfoss); - una tradizionale forte domanda di beni e servizi da parte dello Stato Stato (circa il 25%) e progetti pubblici per importanti opere infrastrutturali. Inoltre, per quanto riguarda il Sistema Paese, la Danimarca presenta: - un'economia ancora sostanzialmente sostanzialmente sana (tripla "A” delle agenzie di rating internazionali e rapporto debito/PIL al 46,4%); - una completa autosufficienza nell'approvvigionamento energetico energetico, almeno fino al 2025, grazie ai giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord ed alla crescente ricerca ed utilizzo di energie rinnovabili (in particolare eolica, ma anche solare, da bio-masse, geotermica e da onde marine); - una moneta solida, solida la Corona danese, in base all'Accordo Speciale EMR2, è legata saldamente all'Euro nell'ambito di una fascia di oscillazione di +/- 2,25% in rapporto al cambio medio concordato di 7,46 Corone danesi per 1 Euro. - una struttura particolarmente aperta verso l'estero nei due sensi (import/export) sia con i Paesi vicini che con i grandi protagonisti del commercio mondiale come Nord America e Cina. Detta struttura ha penalizzato fortemente il piccolo Paese scandinavo in un periodo di crisi; è destinata ad avvantaggiarlo nel momento di una generalizzata ripresa dell'economia mondiale. ______________________________________________________________________________ NORVEGIA La crescitta del PIL in termini reali registrata nel 2011 (+ 1,7% rispetto al 2010), unitamente alle positive previsioni per gli anni a venire (+1,6% sia nel 2012 che nel 2013) confermano la probabile uscita definitiva della Norvegia dal rallentamento economico del biennio 2008-2009. Nel complesso, il Paese ha peraltro risentito in misura limitata degli effetti della crisi economico-finanziaria internazionale e della sua successiva propagazione nell'Eurozona. Le prudenti politiche fiscali e monetarie espansive adottate hanno stimolato la crescita senza alterare i saldi - fortemente positivi - dei conti pubblici (pari al 12,7% del PIL) e delle partite correnti (12,3%). Il Paese beneficia, e potrà continuare a farlo nel prossimo futuro (secondo le stime dell'Economist Intelligence Unit), dell'importante apporto fornito dal settore energetico a due componenti rilevanti della domanda interna norvegese. Infatti, esso ha in primo luogo assicurato al Governo risorse aggiuntive per interventi sul fronte della spesa pubblica finalizzati a riequilibrare l'andamento discontinuo della domanda estera (al netto delle esportazioni di idrocarburi) di prodotti norvegesi, senza incrementare il livello della tassazione. Inoltre, gli investimenti fissi effettuati in questo settore (cresciuti del 7% nel 2011) hanno contribuito - insieme ai consumi privati - in misura rilevante alla crescita del PIL, soprattutto nel secondo semestre del 2011. Tale apporto, sempre secondo le previsioni del EIU, dovrebbe essere confermato anche nei prossimi due anni, sebbene in misura minore. In tale quadro ampiamente positivo, si segnala tuttavia l'emergere di una certa difficoltà da parte delle imprese maggiormente esposte alla concorrenza internazionale e più orientate ai mercati esteri. In presenza di un tasso di crescita dei prezzi al consumo (+ 1,2% nel 2011) che anche nel prossimo biennio dovrebbe attestarsi su livelli (+ 1,3% nel 2012, 1,6% nel 2013, secondo stime dell'EIU) sensibilmente inferiori al valore ottimale stabilito dalla Banca Centrale norvegese (2,5% su base annua), è prevedibile nel prossimo futuro un miglioramento soltanto marginale del saldo negativo della bilancia commerciale, calcolato al netto delle esportazioni di prodotti petroliferi e di gas. La lenta ripresa economica dell'Eurozona e l'apprezzamento della corona norvegese sull'euro incideranno anche nel 2012 sulla performance della domanda estera netta. Al contrario, tassi di interesse bassi dovrebbero stimolare nell'anno in corso i consumi privati, variabile sempre sotto costante osservazione da parte delle Autorità politiche e monetarie locali per via dell'alto indebitamento delle famiglie norvegesi e del rischio di bolle "speculative" nel settore immobiliare. I dati finora diffusi dalla Banca Centrale per il 2011 sembrano escludere un aggravarsi della situazione debitoria delle famiglie norvegesi, i cui risparmi sono invece aumentati nel periodo in esame, mentre permangono perplessità' sull'innalzamento dei prezzi registrato nel settore immobiliare, per via del forte eccesso di domanda sull'offerta di nuove abitazioni. Rischio Paese La Norvegia rimane, a giudizio delle principali agenzie di rating, un Paese a rischio minimo nei settori economico, politico e finanziario. Settori di interesse Dall’esame della posizione della Norvegia nel commercio mondiale e dell’orientamento geografico e settoriale dei suoi flussi commerciali, in particolare l'interscambio settoriale con l’Italia, è possibile individuare alcuni comparti come quelli che presentano le maggiori opportunità per l’export. A tale riguardo è da notare che la struttura dell’industria norvegese si discosta da quella degli altri Paesi dell’Europa occidentale, in quanto l’abbondanza di energia elettrica a costi bassi ha storicamente favorito la produzione di semilavorati di metalli nonché di cellulosa e carta. Altri rami industriali importanti sono la cantieristica navale e quello delle attrezzature navali. L’esplorazione delle risorse di idrocarburi nel Mare del Nord ha determinato la creazione di un’importante industria delle attrezzature petrolifere, che contribuisce per circa il 26% al PIL norvegese. L’industria dei beni di consumo e quella dell’elettronica di consumo, invece, sono quasi totalmente assenti, con la conseguente necessità, per la Norvegia, di rivolgersi ai produttori esteri per soddisfare la domanda di questi beni. In tale contesto, i settori più promettenti sono i seguenti: enogastronomia; turismo; moda; arredamento/oggetti per la casa; nautica da diporto; motocicli; articoli sportivi; articoli da regalo; cosmetica; oreficeria. È importante che i beni di consumo siano presentati come parte integrante della tecnologia italiana, in cui coesistono creatività, ma anche innovazioni di processo e di prodotto, risultato di un sistema industriale tecnologicamente all’avanguardia. Nel comparto dei beni strumentali, strumentali invece, le maggiori prospettive sono offerte, almeno a breve e medio termine, dal settore petrolifero off e onshore. onshore Le opportunità di forniture riguardano sia gli impianti di perforazione e le piattaforme offshore che i prodotti accessori quali motori, generatori, compressori, impianti anticendio, tubi di acciaio, valvolame, cavi speciali etc. Di grande interesse è anche il settore dell’edilizia dove potrebbero esistere possibilità di contatti. Il variegato settore della subfornitura, inoltre, presenta notevoli opportunità per le PMI. Gli elevati costi di produzione indirizzano sempre di più l’industria locale verso subfornitori esteri. È inoltre di interesse individuare tempestivamente le opportunità di collaborazione con la Norvegia nel settore delle Nuove Tecnologie, biotecnologia e nanotecnologia, nanotecnologia sia per eventuali joint-ventures sia per il trasferimento di tecnologia e di prodotti. _________________________________________________________________________________________ SVEZIA Continua la ripresa dell'economia svedese dalla crisi. Lo testimonia la pubblicazione "Swedish economy” di Marzo 2012 ad opera del Konjunktur Institutet (Istituto nazionale della ricerca economica svedese), secondo cui essendo aumentata la fiducia verso il mercato, l'economia si appresta ad uscire da un periodo cupo. Tale ripresa è osservabile anche in termini di importazioni dall'Italia, le quali in generale hanno registrato valori sempre più positivi negli anni in esame. • Apparecchi ed attrezzature per le telecomunicazioni e la registrazione e riproduzione del suono (+64,32%) • Macchine generatrici, motori e loro accessori (+48,56%) • ferro e acciaio (+30,94%) • Veicoli su strada (incl. i veicoli su cuscino d'aria)macchine per industrie speciali (+22,69%) Variazioni in aumento, meno rilevanti, ma altrettanto positive, vengono registrate per: • Calzature (+19,73%) • Macchine e apparecchi specializzati per particolari industrie (+19,37%) • Lavori di metallo, n.c.a. (+19,30%) • Articoli di gomma, n.c.a. (+17,66%) • Macchine ed apparecchi industriali per uso generale, n.c.a.; loro parti e pezzi staccati • (+14,28%) • Bevande (+14,25%) • Cereali e preparazioni a base (+13,67%) • Continuano a risentire della contrazione dei consumi privati le esportazioni italiane di: • Materie plastiche sotto forma non primaria, con un calo del 14,93% • Articoli minerali non metallici con -7,33% • Manufatti diversi con -0,26% Si registra quindi un incremento generale di competitività della crescita italiana dell'export verso la Svezia. Nel 2010 le esportazioni italiane comunque hanno cominciato a riprendersi (aumentando dell' 11,00% rispetto all' anno precedente), un trend che è continuato anche nel 2011 (con un aumento del 7,37%). Nonostante l'aumento delle esportazioni negli ultimi tre anni l'Italia continua sempre ad occupare il 12° posto nella classifica dei principali paesi esteri fornitori della Svezia. Le previsioni dei centri di rilevazione economica indicano per il biennio a venire un tasso di crescita superiore a quello medio dei paesi U.E. Tra i fattori che influenzano negativamente lo sviluppo dell'economia svedese vi è di certo la lenta ripresa dei principali paesi clienti per le sue esportazioni. Comunque, le condizioni generali del paese sono incoraggianti: i risparmi dei nuclei familiari sono elevati se analizzati in una prospettiva storica e dovrebbero conferire una spinta vigorosa ai consumi privati non appena la turbolenza economica tornerà a placarsi. La Svezia rappresenta un mercato particolarmente appetibile. La forte tradizione produttiva di beni industriali e di investimento, porta ancora ad individuare nei macchinari e nella sub subfornitura elettromeccanica le fonti primarie delle nostre esportazioni.