cucina evoluzione Cosa dicono (e celano) le ricette dei top chef ANTIPASTI TOTALE SPECIALITÀ 62 L Direzioni di lavoro Lo scopo? Capire, dalle poche righe descrittive delle specialità, quale direzione di lavoro viene tracciata dall’alta ristorazione italiana: indicazioni che, si presume, mettono in luce scelte gastronomiche determinate dai gusti degli avventori, che presto o tardi tendono a riflettersi anche sulle fasce sottostanti. Una prima osservazione riguarda la frequenza con cui so- no segnalate le portate (antipasti, primi, secondi, dessert) che ogni ristoratore segnala come esemplari della sua cucina e che con costanza sono presenti nel menu. Il calcolo ha evidenziato come il dessert, equamente suddiviso fra dolci al piatto e al cucchiaio, sia fra le specialità meno va- lorizzate dai cuochi italiani. Ma questo dato di fatto può lasciare spazio a una domanda: forse il dessert è una portata che i cuochi, cformati più alla gastronomia che alla pasticceria, affrontano con minore curiosità gastronomica rispetto ad altre portate? Un dolce è forse considerato meno rappresentativo? Cucina global-italiana Note al nostro scrutinio da Fausto Arrighi, direttore Guida Michelin A Fausto Arrighi, direttore della Guida Michelin Italia, chiediamo un commento alle specialità stellate elencate. «Le ricette - dice - tracciano un ritratto di come è cambiata l’alta cucina italiana, evidente se si analizzano più edizioni della guida. Fino a metà degli anni ‘60 nelle ricette si sentiva un forte legame con il territorio: il pesce si mangiava solo al mare e non nell’entroterra, le ricette di una regione difficilmente si trovavano in un’altra. Oggi la cucina italiana si è internazionalizzata e quasi si potrebbe dire che non si identifica più nel Paese: se facessimo una degustazione al buio ristoranti 60 potremmo avere serie difficoltà a distinguere un piatto di uno chef svedese da quello di un cuoco mediterraneo. Le specialità danno l’idea della velocità con cui la ristorazione adotta o abbandona le mode: pochi sono i cuochi che hanno stabilmente una o più ricette che li identificano nel tempo; specie i più giovani e creativi continuano a proporre novità e forse mancano di un piatto “simbolo”. Quanto agli ingredienti, ci sono corsi e ricorsi: per un po’ il maiale e il pollame sono stati “out” e ora stanno tornando; ma non saranno mai più cucinati come 10 anni fa. imprese del gusto 19% 16% 24% 36% 32% Tagli nuovi, anzi antichi Scontata la pole position della pasta che, ripiena e non, domina nei primi piatti; seguita dal riso, proposto non solo al Nord ma anche da numerosi locali del centro e sud Italia, che ne fanno l’ideale complemento in ricette soprattutto di pesce. Nei secondi si afferma invece la carne con un’ampia preferenza per la riscoperta di tagli fino a poco tempo fa considerati di minor valore (guancia, piedino, scamone) e di carni non bovine fra cui spicca un’orientamento verso agnello, maialino e piccione (vedi tabelle pubblicate a lato). Dalla descrizione delle ricette possiamo trarre anche delle considerazioni di carattere più generale, che danno il senso della più carne Foie gras Manzo/vitello Maiale /salumi altro 6 Verdure 3 2 Uovo 2 1 Tartufo 2 Formaggio 3 Vitello 2 Verdure 3 Coniglio 2 Funghi 6 Volatili 2 Vitello e manzo 19 Formaggi 1 Agnello 11 Maialino 7 Piccione, anatra, faraona 10 Frutta fresca 10 Cioccolato 6 Frutta secca 5 *Nella tabella sono riportati, divisi per portata, gli ingredienti che caratterizzano le specialità indicate dalla guida Michelin (su un campione di 225 ricette di 75 locali). Carne Pesce e crostacei Altro (formaggio) 48 26 1 Spezie e aromi Salse, condimenti riduzioni Frutta e fiori Primi Acetosella, dragoncello, pomodoro verde, carciofi, asparagi, basilico Liquirizia, zafferano, zenzero, vaniglia Wasabi, riduzione di balsamico, olii aromatizzati, gelatine al vino agrumi, fiori di sambuco, mele, lavanda, passion fruit Secondi Cipolla nera, rape, patate viola, fave di campo, misticanza, fieno Zafferano, liquirizia, cannella, curcuma Nero di seppia, clorofilla, colatura di pesce Lime, cedro, uvette Al cucchiaio Al piatto 11 10 dagli chef stellati. Nella parte inferiore sono riportati con la stessa metodologia i valori assoluti. Le specialità sono state definite in base all’ingrediente principale. recente evoluzione della cucina proposta dai top chef. Pare cosa di ieri l’euforia per i sifoni (termini come spuma, aria, nuvola sembrano scomparse), mentre troviamo spesso citate riduzioni, salse e passatine vegetali, che fanno pensare a una cucina leggera ma meno inconsistente al palato delle spume. Altro aspetto da considerare, il rango assunto dalla componente vegetale, sempre più “organica” al piatto. Niente a che vedere con il mero contorno ormai sparito come portata a sè stante, ma oggi componente essenziale, utile ad equilibrare sapori e consistenze, INGREDIENTI RICORRENTI Antipasti Verdure 48% 1% 20 23 12 8 INGREDIENTI CARATTERIZZANTI* Dessert 52% 35% Nei grafici sono indicati i valori percentuali dell’importanza dei diversi ingredienti segnalati come rilevanti nelle varie portate dichiarate come specialità emblematiche pesce Antipasti Crostacei 9 Pesce 6 Molluschi 5 Caviale 1 Primi Crostacei 11 Pesce 13 Molluschi 13 Secondi Pesce 22 Crostacei 3 DESSERT TOTALE SPECIALITÀ 21 13% Pasta fresca o secca Pasta ripiena, gnocchi Riso Minestre e zuppe Pesce e crostacei 37 Carne 15 Uovo e formaggio, verdure 10 Ancora. Abbiamo verificato che, fra gli antipasti, la preferenza va alle ricette a base di prodotti ittici, a scapito di carne e salumi tipici e con buona pace dell’antipasto all’italiana, che l’alta ristorazione ha messo da tempo in pensione, senza forse trovare qualcosa che gli equivalga, un corrispondente più adeguato a tempi di avventori che aspirano al basso tenore calorico delle portate. SECONDI TOTALE SPECIALITÀ 75 64% 60% Abbiamo vagliato le 225 ricette dei 75 stellati Michelin (2 stelle, promesse, 3 stelle). Sorpresa: la tradizione non abita più qui. Un segno dei tempi. Marina Bellati a pubblicazione delle guide gastronomiche è l’occasione che ogni anno offre lo spunto per tirare conclusioni sullo stato della ristorazione nostrana. In particolare, l’uscita della “rossa” Michelin è seguita con notevole interesse se non vera suspance e suscita gli immancabili commenti e classifiche su stelle perse e guadagnate, agognati simboli che non poco contribuiscono a far marciare un locale. Anche noi abbiamo voluto fare alcune riflessioni basandoci sui dati della Guida Michelin 2011, ma di taglio del tutto differente. Abbiamo censito piatto per piatto ciascuna delle tre specialità che la guida segnala per ogni ristorante, prendendo come campione tutti i locali a due e tre stelle oltre a quelli indicati come “promesse”, ovvero quelli candidati a fare il salto da una a due stelle nel 2012: un totale di 75 esercizi e 225 ricette. PRIMI TOTALE SPECIALITÀ 63 Dessert riso soffiato, camomilla, germogli vari, capperi Ginepro, vaniglia, aneto, arachidi Miele, cioccolato e cacao, menta, riduzioni vino, infusi al tè, mirtilli, salsa alla vaniglia, salsa allo champagne ciliegie, ananas In questa tabella sono riportati, suddivisi per portata, gli ingredienti complementari e meno consueti che appaiono nelle specialità riportate dalla guida Michelin (su un campione di 225 ricette di 75 locali). 61 a dare freschezza e colore, oltre a garantire l’apporto di fibre e vitamine: un aspetto salutistico cui la ristorazione si sta dimostrando sensibile. Ricette come elenchi Una nota sulla nomenclatura delle ricette, che nella quasi totalità dei casi corrispondono a un elenco di ingredienti. Nel leggerle si percepisce quanto le specialità possano essere raffinate, appetitose, ben assortite nei sapori... ma sembra mancare loro un “nome e cognome” che aiuti a identificarle e ricordarle a distanza di tempo, trovando magari anche un’eco nella memoria gastronomica di ciascuno. Nomi sintetici come amatriciana, cotoletta, gricia, bottaggio e via discorrendo, da tutti conosciuti nella quotidiana cucina domestica, non esistono nella cucina stellata. Mancano nuove denominazioni nella cucina dei top chef, ognuno dei quali va per la sua strada. Le loro ricette potranno essere le fondamenta di una moderna cucina italiana di rango, capace di competere con la haute cuisine internazionale? Per il momento, si va avanti sparpagliati.