Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza

UN VIAGGIO NELLA DIETA MEDITERRANEA:
SCIENZA, SALUTE E SICUREZZA
a cura di Katherine Esposito
Professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del
Metabolismo della Seconda Università di Napoli.
Rappresentante scientifico dell’Osservatorio Regionale
per la Dieta Mediterranea e responsabile del
Coordinamento Scientifico Attività Dieta Mediterranea
inerente alla partecipazione
della Regione Campania ad Expo 2015
Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
La Dieta Mediterranea
La Dieta Mediterranea ha rappresentato un
modo di vivere millenario in diversi paesi del
Mediterraneo. Nel 2010, l’UNESCO ha iscritto la
Dieta Mediterranea nella lista rappresentativa del
“patrimonio culturale immateriale dell’umanità”,
riconoscendo tale patrimonio appartenere a Italia,
Marocco, Grecia e Spagna. Nel Novembre 2013,
il riconoscimento è stato esteso a Cipro, Croazia, e
Portogallo.
Il mondo delle culture del Mediterraneo e di
tutte le sue antiche tradizioni suscita la curiosità
e l’interesse di quanti vogliono avvicinarsi
all’esperienza culinaria di un modello
alimentare associato ad uno stato
di buona salute che difficilmente
trova eguali nel mondo. Questo
modello nutrizionale è stato
abbandonato nel periodo del
boom economico degli anni
sessanta e settanta perché ritenuto
troppo povero e poco attraente
rispetto ad altri modelli alimentari
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provenienti in particolare dalla ricca America. Oggi,
grazie soprattutto all’evidenza scientifica, la Dieta
Mediterranea sta prepotentemente riconquistando
l’interesse di ricercatori, operatori sanitari,
amministratori e consumatori, e sta conoscendo
una grande diffusione anche in paesi al di fuori del
bacino del Mediterraneo.
La Dieta Mediterranea è molto più di un regime
alimentare: garantisce rispetto per il territorio e la
biodiversità, conservazione e sviluppo delle attività
tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e
all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo.
Con la legge regionale del 30 Marzo
2012, prima ed ancora unica nel
suo genere, la Regione Campania
ha riconosciuto la Dieta
Mediterranea come modello
di sviluppo alimentare,
culturale, sociale, storico,
gastronomico, ambientale,
paesaggistico
e
dei
costumi.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Le origini
Il concetto di “Dieta Mediterranea” origina
da una grande intuizione di Ancel Keys, fisiologo
statunitense che approdò in Italia negli anni ‘50
al seguito delle truppe di occupazione: la bassa
diffusione nel Sud Italia dell’infarto del miocardio,
principale killer della salute nell’opulenta America,
lo portò ad ideare il famoso studio dei Sette Paesi
(Seven Countries Study), che gli tributò la copertina
del Time del 1961, come Mister Cholesterol.
Per la prima volta fu dimostrato un rapporto
tra il consumo di grassi di origine animale, il livello
di colesterolo nel sangue e l’incidenza di malattia
coronarica (infarto del miocardio). Le abitudini
alimentari sembravano fornire una plausibile
spiegazione della più bassa percentuale di morte per
incidenti cardiovascolari nelle popolazioni dell’area
mediterranea.
La Dieta Mediterranea si basa quindi sulle
abitudini alimentari tipiche di molte regioni dell’Italia
meridionale e della Grecia nei primi anni ‘60, regioni
in cui l’olio d’oliva rappresentava e rappresenta
tuttora la principale fonte di grassi alimentari.
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L’aspettativa di vita di quelle regioni era tra le
più elevate del mondo, nonostante i limiti dei sistemi
sanitari di allora.
A giustificare il fatto che la parola dieta deriva
dal greco e significa stile di vita, la mancanza di
eccessivo aiuto meccanico nel lavoro e nello svago
imponeva un impegno muscolare superiore a quello
attuale.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Oltre le origini
Non esiste una singola “Dieta Mediterranea”. Almeno
20 paesi si affacciano oggi sulle sponde del Mediterraneo,
ognuno con un proprio bagaglio culturale, differenti radici
etniche e religiose, diversi status sociali e politici, variazioni
climatiche abbastanza rilevanti. Di questi paesi, 5 sono
nella fascia nordafricana, e 4 nel Medio Oriente.
L’introito lipidico può essere alto, come in Grecia
(intorno al 40% o più dell’introito calorico totale), o
moderato, come in Italia (circa il 30% dell’introito energetico
totale). La variante italiana della Dieta Mediterranea è
caratterizzata da un alto consumo di pasta, mentre in
Spagna il consumo di pesce è più elevato.
Da una prospettiva storica - diceva il nutrizionista
britannico John Waterlow - l’associazione di una dieta di
tipo mediterraneo con alcune delle più grandi civiltà che
hanno fatto grande l’idea del Mare Nostrum (Egizi, Fenici,
Greci, Etruschi, Romani) potrebbe essere stata casuale. È,
però, difficile immaginare come Greci e Romani possano
avere raggiunto vette così elevate, se essi non avessero
avuto, in generale, una dieta adeguata e nutriente.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
La piramide della Dieta
Mediterranea
La base della piramide
I cibi di origine vegetale nel cuore
Per molti anni, l’immagine
della
piramide
alimentare
mediterranea ha rappresentato
un
buon
mezzo
per
pubblicizzare lo slogan del
mangiar sano. La grafica
della piramide fornisce
un
senso generale
delle proporzioni e
della frequenza di
assunzione
dei
vari cibi.
Non ci sono
cibi buoni o
cibi cattivi: ci sono diete giuste e diete sbagliate. La chiave
per una sana alimentazione è scoprire il giusto equilibrio
alimentare. Va incoraggiato il consumo dei cibi che sono
indicati alla base della piramide e diminuito il consumo
di quelli vicini alla cima, avendo ben presente che le
necessità caloriche quotidiane variano da persona a
persona, e durante le varie fasi della vita.
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dell’alimentazione
La base della piramide è costituita da cibi che
devono essere consumati ogni giorno, regolarmente,
per sfruttarne al massimo i benefici. I vegetali freschi,
la frutta, i semi, le noci, e le olive sono consumati
di frequente, mentre l’aglio, la cipolla e le erbe
aromatiche, come condimento, danno un ulteriore
tocco di genuinità e forte profumo alla tavola. Gli
alimenti devono essere possibilmente freschi, raccolti
e distribuiti nelle zone di produzione, mangiati
allo stato naturale, con pochi interventi culinari per
esaltarne ancora di più il sapore.
I cereali integrali
I carboidrati complessi rappresentano gli amidi
contenuti nel pane e nei cereali in genere, e sono
da preferirsi ai carboidrati semplici (zuccheri). Alcuni
cibi presentano un indice glicemico basso, fanno cioè
aumentare meno la concentrazione di glucosio nel
sangue rispetto al pane bianco, che per definizione
ha un indice glicemico pari a 100: i fagioli rossi, per
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
esempio, hanno un indice di 36, il che significa che
l’incremento della glicemia dopo l’ingestione di 100
grammi di fagioli sarà circa 3 volte minore di quello
ottenuto dopo il consumo di 100 grammi di pane
bianco. La raffinazione delle granaglie, se da un lato
rende disponibile farina altamente raffinata adatta
alla preparazione di pane e paste alimentari molto
appetibili, dall’altro produce la perdita di agenti
nutrizionali importanti in una corretta alimentazione.
Incoraggiare il consumo di carboidrati complessi
non è sufficiente perché il pane bianco e le patate
sono trasformati rapidamente in zuccheri semplici, e
come tali assorbiti.
Come funzionano
Cosa fanno
Dopo ipertensione arteriosa e fumo (attivo o
passivo), un basso consumo di frutta rappresenta il
terzo fattore di rischio per mortalità da tutte le cause
a livello planetario (Ezzati & Riboli New England Journal of
Medicine 2013; 369:954-64). Tra i 13 fattori di rischio
per mortalità nel mondo stilati dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità, almeno 6 sono legati a cattive
pratiche alimentari e quattro sono di pertinenza di
cibi alla base della piramide: oltre al basso consumo
di frutta già ricordato, si segnala il basso consumo di
noci e semi (7° posto), il basso consumo di vegetali
(11° posto) e il basso consumo di cereali integrali
(12° posto).
Frutta, verdura e legumi forniscono fibre
dietetiche, minerali, come selenio, vitamina E e
vitamina C, carotenoidi antiossidanti, ed altre sostanze
bioattive naturali. Pane e cereali, particolarmente le
varietà integrali, forniscono proteine, fibre, vitamine
e minerali, energia con pochi grassi. Aggiungendo
varietà ai pasti e soddisfacendo il senso di fame,
aiutano a controllare l’introduzione di calorie e lo
sviluppo di obesità.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Alcuni suggerimenti per frutta e verdura
• Il consumo di frutta e verdura è irrinunciabile.
• Sempre meglio la frutta di stagione. Consumarne
non meno di 2-3 pezzi al giorno.
• La frutta andrebbe consumata intera.
• Consumare almeno tre porzioni di verdura al
giorno, variando la qualità.
• Le verdure devono essere fresche. Le alternative
sono le verdure surgelate, quelle liofilizzate,
essiccate o in scatola.
• Chi non ha mai amato il gusto delle
verdure, va incoraggiato a provare
di nuovo, insaporendo i piatti con
erbe aromatiche o variando i modi
di cottura.
• Usare olio di oliva
(extravergine) come
condimento.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Grassi e oli
L’olio di oliva è la principale fonte di grassi
I grassi saturi presenti in natura sono semplici
da individuare, poichè si trovano generalmente nei
grassi solidi, quindi nei grassi animali (strutto, burro,
parte grassa delle carni) e nei formaggi.
Anche i grassi e gli oli vegetali aggiunti ai
prodotti industriali contengono molti grassi saturi,
poiché sono quasi sempre composti da olio di palma
o di cocco, meno costosi.
Nella categoria dei grassi poli-insaturi sono
comprese due importanti sottoclassi: gli acidi grassi
Omega-3 ed Omega-6. Gli oli vegetali sono ricchi
di acidi grassi Omega-6; gli Omega-3 sono meno
frequenti, presenti in diverse varietà di pesci (aringa,
salmone, sgombro, pesce spada, acciuga, trota),
negli oli di origine vegetale (soia, girasole, oliva,
lino, canapa), nelle noci e nei legumi.
E’ opportuno eliminare dalla propria
alimentazione i grassi idrogenati (“Trans”) perché
dannosi per le cellule. Essi sono facilmente
individuabili poiché sono contenuti nella margarina e
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nei prodotti confezionati (basta leggere l’etichetta per
individuarli): da tenere sotto controllo biscotti, dolci,
merendine, gelati, prodotti di pasticceria, basi per
dolci, oli per friggere, patatine fritte, snack, prodotti
dei fast food. Il processo di idrogenazione produce
i grassi (oli) vegetali parzialmente idrogenati, più
convenienti ed economici perché non irrancidiscono.
Come funzionano
La caratteristica comune della maggior parte
delle popolazioni del Mediterraneo riguarda il largo
consumo dell’olio di oliva. I grassi monoinsaturi e gli
antiossidanti naturali (polifenoli) contenuti nell’olio
di oliva extravergine aiutano a prevenire il rischio di
malattie cardiovascolari e di infarto. L’olio d’oliva è
presente nella base della piramide mediterranea.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Carne e pesce
Un consumo eccessivo di carne rossa si associa
con aumentata incidenza di malattie croniche e
degenerative, incluse le malattie cardiovascolari, il
diabete ed alcuni tipi di cancro (colon, forse prostata,
ed altri tipi di tumori). La carne contiene poche fibre
ed è povera di antiossidanti naturali. Consumare
carne quotidianamente porta ad un minore consumo
di alimenti vegetali che invece sono ricchi di queste
sostanze protettive. Il consumo di carne dei popoli
del Mediterraneo, almeno di quelli della tradizione,
è stato sempre basso.
La quantità di pesce consumato nelle regioni
del bacino del Mediterraneo è molto variabile:
questo dovrebbe, in teoria, assegnare al consumo di
pesce un ruolo marginale nella Dieta Mediterranea.
In pratica, basandosi sull’evidenza dei consumi
alimentari dei Giapponesi che detengono il primato
della longevità, forse anche in ragione dell’elevato
consumo di pesce e, sull’evidenza di studi clinici,
un piatto di pesce almeno una volta a settimana
dovrebbe essere compatibile con un buon profilo di
salute.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Latte e prodotti caseari
Come funzionano
Pesce e carne magra forniscono le proteine
necessarie a molte funzioni vitali e sono fonte
importante di vitamine e minerali.
Gli acidi grassi poli-insaturi della serie Omega-3,
presenti nei pesci come sgombri ed aringhe, aiutano
a rendere il sangue più fluido (minore rischio
trombotico) ed a prevenire la morte improvvisa.
I formaggi e lo yogurt costituiscono ingredienti
essenziali di molte cucine tradizionali in ambito
mediterraneo e contribuiscono ad arricchirle di sapori e
varietà. Al contrario, burro e creme sono consumati con
parsimonia. Le direttive nutrizionali attuali suggeriscono il
consumo di una-due porzioni di prodotti caseari al giorno.
Le diete che si consumano nel bacino del Mediterraneo
contengono tipicamente piccole quantità di prodotti
caseari di differente origine: capra, pecora, mucca, bufala,
cammella. I formaggi freschi o fermentati, a pasta dura o
morbida, e lo yogurt contribuiscono in modo sostanziale
alla piacevolezza della Dieta Mediterranea basata sui
vegetali. Grattare modiche quantità di un formaggio ad
alto contenuto di grasso, come il parmigiano, rappresenta
l’esempio lampante di un approccio che incorpora questi
cibi in uno stile alimentare sano, ma altamente gratificante
per il gusto.
Come funzionano
Formaggi, yogurt e latte, consumati in quantità
moderate, forniscono calcio, proteine di elevata
qualità biologica e vitamina B.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Alcol e vino
Ogni eccesso deve essere scoraggiato. Per chi è
abituato a bere, la dose consentita è di 2 bicchieri di
vino al giorno per gli uomini, ed uno per le donne,
ai pasti.
Come funzionano
Il vino consumato ai pasti in quantità limitata
aiuta a prevenire l’arteriosclerosi; è possibile che
il soggetto diabetico se ne possa avvantaggiare in
modo particolare.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Tirando le somme
Nessun singolo alimento può, da solo, essere
la chiave della salute di una persona. Un minore
introito di grassi saturi, un più elevato consumo di
acido oleico (quello dell’olio d’oliva), un adeguato
consumo di antiossidanti naturali, vitamine e sali
minerali (presenti nei vegetali, nella frutta e nei cereali
integrali) e di acidi grassi Omega-3 (presenti nel
pesce, nelle noci e nei legumi), un minore consumo
di carni, pollame e prodotti caseari, ed un regolare
ma moderato consumo di vino ai pasti rappresentano
il miglior mezzo per esprimere praticamente la Dieta
Mediterranea, a testimonianza che un approccio
globale sul piano alimentare vale di più della singola
scelta.
La Dieta Mediterranea è stata “progettata” nel
Cilento, sulla scorta delle abitudini alimentari tipiche
di molte regioni dell’Italia meridionale e della Grecia
nei primi anni 60.
Un punto irrinunciabile riguarda l’utilizzo dei
prodotti tipici locali che possono esaltare le caratteristiche
gastronomiche della pietanza ed assicurare la massima
espressione dei componenti protettivi per la salute.
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La combinazione di più alimenti salutari
costituisce la chiave della Dieta Mediterranea. Il
piatto unico rappresenta la massima espressione
di questa filosofia culinaria, come dire un pasto
completo in un piatto. Il piatto unico della Dieta
Mediterranea è tipicamente basato sulla coppia
cereali-legumi (per esempio pasta e fagioli, pasta
e ceci), eventualmente associato con un ortaggio in
quantità non trascurabile. Nella preparazione del
piatto unico, è possibile utilizzare un alimento di
origine animale (carne o pesce), al posto del legume.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
La parola alla Scienza
l’assetto genetico e quindi contribuire alla longevità
(Crous-Bou et al. British Medical Journal 2014; 349: g6674).
Avete deciso di vivere più a lungo ed in buona
salute, ridurre il rischio di malattie cardiovascolari,
cancro e diabete, avere una vita sessuale
soddisfacente? La Scienza dice che la Dieta
Mediterranea può aiutarvi.
Longevità
La maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea
riduce di circa il 9% il rischio di mortalità da tutte le
cause (Sofi et al. British Medical Journal 2008; 337: a1344)
ed aumenta del 46% la probabilità di invecchiare
in buona salute (Samieri et al. Annals of Internal Medicine
2013; 159: 584-91).
Si dice che il nostro stato di salute è condizionato
dai nostri geni. I telomeri sono sequenze terminali
del DNA e rappresentano un marcatore di longevità:
più corti sono, più diminuisce la spettanza di vita. La
maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea si associa
con telomeri più lunghi, fornendo una plausibile
spiegazione di come una dieta salutare, quale quella
Mediterranea, possa influenzare positivamente
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Rischio cardiovascolare
In Spagna, una Dieta Mediterranea ricca in olio
di oliva o frutta secca (noci, nocciole e mandorle)
riduce di circa il 30% il rischio di un evento
cardiovascolare (infarto, ictus o morte) in soggetti ad
alto rischio (Estruch et al. New England Journal of Medicine 2013;
368: 1279-90).
In Italia, nel più lungo studio di intervento finora
effettuato (8 anni), la Dieta Mediterranea comporta
una migliore salute vascolare dell’arteria che porta
il sangue al cervello (carotide) (Esposito et al. New England
Journal of Medicine 2013; 369: 674-5).
La plausibilità biologica dell’effetto protettivo della
Dieta Mediterranea sull’apparato cardiovascolare
trova riscontro nella dimostrata capacità di ridurre
l’infiammazione dei vasi sanguigni (Esposito et al. Journal
of American Medical Association 2004; 292: 1440-6).
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Cancro
Una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea
riduce del 10% il rischio di mortalità per cancro, e
del 14% il rischio di sviluppare cancro al colon-retto
esercitata dalla Dieta Mediterranea possa dipendere
da un miglioramento degli effetti dell’insulina
sui tessuti, che si traduce nel miglior controllo
dell’iperglicemia.
(Schwingshackl & Hoffmann International Journal of Cancer
2014; 135: 1884-97).
Gli alimenti chiamati in causa per spiegare
questo effetto protettivo della Dieta Mediterranea
contro il cancro sono l’olio di oliva, la frutta, la
verdura e le fibre.
Diabete
La maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea:
• riduce del 20% il rischio di sviluppare diabete in
età adulta (Esposito et al. Endocrine 2014; 47: 107-16);
• allunga di circa 2 anni la necessità del primo
farmaco per il controllo della glicemia in
diabetici con nuova diagnosi (Esposito et al. Diabetes
Care 2014; 37: 1824-30);
• migliora il controllo della glicemia nei diabetici
in trattamento farmacologico (Esposito et al. Diabetes
Research Clinical Practice 2010; 89: 97-102).
E’ verosimile che la protezione verso il diabete
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Invecchiare in buona salute mentale
La maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea
aiuta a mantenere sano il funzionamento del cervello,
riducendo il rischio del declino cognitivo e della
demenza. (Feart et al. Current Opinion in Clinical Nutrition
and Metabolic Care 2015; 18: 51-62).
Il declino cognitivo è una forma di deficit della
memoria e dell’apprendimento che può aumentare il
rischio di sviluppare demenza (Alzheimer) negli anni
successivi.
Vita sessuale
La Dieta Mediterranea migliora la funzione
sessuale del maschio con disturbi dell’erezione (Esposito
et at. Journal of Americam Medical Association 2004; 291: 2978-
e quella delle donne diabetiche con disfunzione
sessuale (Esposito et al. Journal of Sexual Medicine 2010; 7:
1883-90).
Anche in questo caso sono stati chiamati in
84)
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
causa i molteplici e benefici effetti della Dieta
Mediterranea sui vasi sanguigni, sull’infiammazione
e stress ossidativo (Esposito & Giugliano, European Heart
Journal 2006; 27: 15-20).
La Dieta Mediterranea rientra tra i modelli
alimentari associati con uno stato di buona salute
cardiovascolare, con evidenza scientifica forte
(Scientific report of the 2015 Dietary Guidelines Advisary
Committee, Dietary Guidelines for Americans, 2015).
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Il Piatto Mediterraneo
La piramide alimentare segna il passo.
Paradossalmente, i consumatori si sono così abituati
all’immagine da non prestare più attenzione ad essa.
Nella civiltà delle immagini, come la nostra, si è pensato
di utilizzare un forma familiare, il piatto, strettamente
correlata al cibo e alle pratiche legate all’atto quotidiano
del mangiare: un’immagine completamente nuova per
riportare l’attenzione su una sana alimentazione.
Il piatto della Dieta Mediterranea insiste sulla
stagionalità dei prodotti, la loro freschezza, la
biodiversità, e soprattutto il largo consumo di olio d’oliva
extravergine.
Il piatto mediterraneo è composto per il 50% da
verdura e frutta, povere di calorie ma ricche di fibra,
vitamine, antiossidanti, minerali e numerosi composti
biologici attivi (polifenoli, antocianine, flavonoidi,
catechine, licopene), che aumentano le difese del nostro
organismo contro le malattie del secolo, soprattutto quelle
cardiovascolari e tumorali.
Poco più di un quarto del piatto (30%) è composto da
alimenti a base di cereali, preferibilmente integrali (pane,
pasta, riso, mais, avena, orzo, farro, miglio, couscous,
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altri cereali e derivati), che contengono soprattutto
carboidrati complessi e una percentuale di proteine (in
media 10%).
Il restante 20% del piatto è composto da proteine
salutari di origine animale (preferire pesce, carni magre)
e, meglio, di origine vegetale (legumi e frutta secca) che
andrebbero consumate tutti i giorni. I legumi (fagioli,
piselli, ceci, fave, lenticchie, fagiolini) possono essere
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
mangiati a pranzo e a cena al posto del secondo piatto,
mentre la frutta secca (noci, mandorle, pinoli, nocciole,
pistacchi e anacardi) è ideale a colazione e negli spuntini.
Latte e derivati vanno assunti con moderazione,
anche in questo caso dando la preferenza a formaggi
locali e certificati (DOP e IGP).
Il condimento: sempre e solo l’olio extravergine
d’oliva, utilizzato preferibilmente a crudo, da molti
considerato il vero artefice della Dieta Mediterranea.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
Alla fine del viaggio
Grazie al perfetto equilibrio alimentare, la
Dieta Mediterranea garantisce una migliore qualità
della vita, un pensiero positivo, una protezione nei
confronti delle malattie croniche, cardiovascolari e
cancro in primis.
Le terre bagnate dal Mare Nostrum offrono delizie
che esprimono tradizioni enologiche e gastronomiche
impareggiabili nel sapore, nel profumo, nei colori.
La Dieta Mediterranea necessita del rispetto delle
proporzioni. Gli esperti concordano sul fatto che
un’alimentazione basata sulla moderazione e la
varietà sia fondamentale per la buona salute.
In altre parole, mangiare una grande varietà di
alimenti fornisce una nutrizione più completa ed è
complessivamente più vantaggiosa rispetto ad una
dieta composta solo da alcuni alimenti.
Non è un caso se il Ministero dell’Agricoltura
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ed il Ministero della Salute degli Stati Uniti
raccomandano la Dieta Mediterranea come
un modello alimentare per la promozione
della salute e la prevenzione delle malattie
(Dietary Guidelines for Americans, 2010, US Government
Printing Office, Washington, DC).
Verosimilmente, il migliore aggettivo per definire
la Dieta Mediterranea rimane “frugale”, parola che
deriva dal latino “fruges” ovvero i prodotti della
terra, ad indicare al contempo il largo consumo di
alimenti di origine vegetale e la parsimonia che i
nostri antenati avevano delle proporzioni del cibo.
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Un viaggio nella dieta mediterranea: scienza, salute e sicurezza
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Indice
La Dieta Mediterranea
4
Le origini
6
Oltre le origini
8
La piramide della Dieta Mediterranea
10
La base della piramide
11
Grassi e oli
16
Carne e pesce
18
Latte e prodotti caseari
21
Alcol e vino
23
Tirando le somme
24
La parola alla Scienza
26
Il Piatto Mediterraneo
32
Alla fine del viaggio
36